BastaBugie n�594 del 09 gennaio 2019

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1 COME SARA' IL 2019? PERICOLI E INSIDIE DI OROSCOPO E ASTROLOGIA
Nel momento in cui crediamo alle previsioni sul futuro, Dio ne esce ridimensionato (anche se in origine i Sumeri non fissarono a caso le costellazioni dello Zodiaco, ma come un congegno preciso per misurare il tempo)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone
2 ANCORA VIOLENZE A CAPODANNO IN TUTTA EUROPA, MA GIORNALI E TELEVISIONI CE LO NASCONDONO
Bande di giovani islamici agiscono indisturbati mentre molestano ragazze occidentali e aggrediscono le forze dell'ordine al solito grido (indovinate quale)
Autore: Lorenza Formicola - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 QUIZ SUI SEGRETI DEL VATICANO
Undici curiosità sul Vaticano che la maggior parte delle persone non conoscono (VIDEO: la cappella sistina)
Fonte: Aleteia
4 IL TRIONFO DI BOLSONARO CAMBIA IL BRASILE
Le elezioni hanno punito la sinistra che in 20 anni ha distrutto l'economia brasiliana creando una spirale di corruzione e di saccheggio dei beni dello Stato
Autore: Eugenio Trujillo Villegas - Fonte: Corrispondenza Romana
5 UNA RAGAZZA VUOLE SPOSARE UN LAMPADARIO... DEL RESTO SE ''LOVE IS LOVE'' PERCHE' NO?
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): in Jungle Cruise della Disney ci sarà un personaggio gay, intersesso e sesso neutro nei registri tedeschi delle nascite, in squadra gioca lui e le avversarie si scansano
Autore: Chiara Chiessi - Fonte: Osservatorio Gender
6 E' MORTO SERMONTI, LO SCIENZIATO ITALIANO CONTRARIO A DARWIN... E PERCIO' PERSEGUITATO
Giuseppe Sermonti fu un grande biologo molecolare e professore di genetica, ma siccome era contrario al dogma evoluzionista fu estromesso dal mondo accademico (VIDEO: Sermonti distrugge Darwin)
Autore: Andrea Bartelloni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 NEL 2018 UNA GUERRA MONDIALE HA CAUSATO OLTRE 40 MILIONI DI MORTI: NE AVETE SENTITO PARLARE?
È la guerra contro la vita umana nascente (anche quest'anno l'aborto volontario ha fatto più vittime di cancro, malaria, Hiv, fumo, alcool e incidenti stradali messi insieme)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone
8 UN'ULTIMA PAROLA SULLA RIVOLUZIONE CULTURALE DEL SESSANTOTTO
Il 2018 è stato il 50° anniversario dell'anno in cui con lo slogan ''vietato vietare'' iniziò la (presunta) liberazione dell'uomo dalla morale tradizionale per costruire una società basata su sesso e droga
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana
9 OMELIA BATTESIMO GESU' - ANNO C (Lc 3,15-16.21-22)
Tu sei il Figlio mio, l'amato
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - COME SARA' IL 2019? PERICOLI E INSIDIE DI OROSCOPO E ASTROLOGIA
Nel momento in cui crediamo alle previsioni sul futuro, Dio ne esce ridimensionato (anche se in origine i Sumeri non fissarono a caso le costellazioni dello Zodiaco, ma come un congegno preciso per misurare il tempo)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone, 3 gennaio 2019

Sarà l'anno dei Pesci. L'«anno delle rotture». Un anno speciale per comprendere il quale non basterà consultare le previsioni del segno zodiacale, ma occorrerà darsi da fare, prendendo in attenta considerazione anche quello del segno ascendente al momento della nascita. Il 2019 è appena iniziato e in televisione e sulla stampa impazza la febbre dell'oroscopo, come testimonia l'onnipresenza di astrologi che, con fare suadente, spiegano cosa c'è da attendersi dall'anno nuovo. D'accordo, ma come deve porsi un cattolico dinnanzi a questo festival mediatico dell'astrologia? La risposta è: con enorme prudenza, anzi con aperto scetticismo.

LA CHIESA CI METTE IN GUARDIA
Del resto che l'astrologia - pratica antica che affonda le radici prima di Cristo in varie religioni pagane, avente come obiettivo principale la predizione del futuro basandosi sul movimento dei corpi celesti - sia da prendere a dir poco con le molle lo spiegava già san Tommaso, il quale avvertiva che «dall'osservazione degli astri, non è possibile desumere altra previsione degli eventi futuri, all'infuori di quella che consiste nel prevedere gli effetti dalle loro cause», con la conseguenza se ci si «serve dell'osservazione degli astri per prevedere il futuro casuale e fortuito, oppure per predire con certezza gli avvenimenti umani, ciò si deve a un'opinione falsa e menzognera».
Una spiegazione ancora più chiara e definitiva, sul tema, la offre poi il Catechismo, laddove sottolinea: «La consultazione degli oroscopi, l'astrologia, la chiromanzia, l'interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium manifestano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l'onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo» (n. 2116). Meglio dunque andarci piano, quando si ha che fare con un conoscitore o presunto tale delle stelle.
Anche perché, come spiegato bene dal padre e scrittore José Antonio Fortea, al di fuori di Dio (che è eterno e nell'eterno, dunque al di là del tempo), nessuno può davvero scrutare il futuro. Neppure il diavolo. Da questo punto di vista, Satana e i suoi seguaci - che pure sono esseri di enorme intelligenza, molto superiore all'umana per capirci - possono, al massimo, osservare ciò che accade sulla Terra e offrire una predizione di quello che potrebbe accadere. Ma senza prevedere, di fatto, nulla.

NON AVRAI ALTRO DIO
Da che cosa nasce, allora, l'insidia spirituale dell'astrologia? Semplice: dall'attribuire a terzi facoltà che solo l'Onnipotente possiede. Con la conseguenza che, nel momento in cui crediamo agli oroscopi, Dio ne esce sostanzialmente ridimensionato, reso se non scontato quanto meno prevedibile. Mentre invece ci sono cose che solo Lui può conoscere. Ne deriva, ha aggiunto padre Fortea, autore di Summa Daemoniaca, testo interessante sulla demonologia e sugli esorcismi, che «gli unici che di solito traggono beneficio» dalle previsioni di inizio e fine anno, alla fine sono «gli imbroglioni professionisti, che sono i primi a non crederci e che sanno come dosare le loro previsioni in modo da non pizzicare le dita».
In effetti, è difficile non ascoltare con attenzione un oroscopo senza rimanere colpiti dalla totale genericità di previsioni che hanno evidentemente il solo scopo di affascinare, di colpire, di sedurre. Ma di concreto, a ben vedere, dicono poco o nulla. Mentre sono concretissimi i denari che gli astrologi chiedono per vendere i loro libri o per essere consultati; meglio allora tenersene alla larga anche perché, per dirla ancora con padre Fortea, «nessun cristiano dovrebbe mai consultare questo tipo di persone in nessuna circostanza» dato che «la consultazione di un mago, veggente o santone è sempre un peccato grave».

Nota di BastaBugie: Antonio Socci nell'articolo seguente dal titolo "Gli oroscopi, il cielo stellato e il senso della vita" parla di come sono nate le costellazioni e come erano considerate in antichità.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Libero il 30 dicembre 2018:
A fine anno, per i media, è tempo di oroscopi. Il frivolo divertimento di leggere, sulla nostra vita, "previsioni" che non si avverano mai sembra inspiegabile, eppure fa emergere la brama che abbiamo di cercare, in qualche modo, le tracce del nostro destino.
In fondo desideriamo scoprire che la nostra esistenza non è un accidente del caso e non si consuma in un ingorgo di eventi senza scopo, ma che c'è un disegno e qualcuno lassù ci ha voluti.
Vorremmo poter dire, come il salmista, a quel Qualcuno: "tu mi conosci fino in fondo. Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto... Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno".
Vorremmo essere rassicurati ascoltando parole così: "Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode... Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte. Il Signore ti custodirà da ogni male: egli custodirà la tua vita" (e sto citando ancora parole dei salmi).
Ma noi siamo così evoluti, nel XXI secolo, che liquidiamo con un sorrisetto la Sacra Scrittura. Ci riteniamo "superiori". Però siamo incuriositi dagli oroscopi e interpelliamo gli astri.
Da dove vengono gli oroscopi? Fin dalla notte dei tempi gli uomini hanno scrutato il cielo stellato pensando che nella misteriosa scrittura della volta celeste fosse svelato l'enigma di ciò che accade sulla terra.
Ma quando e perché è nato lo Zodiaco? Tutti gli indizi portano in Mesopotamia e in particolare ai Sumeri attorno al IV millennio a.C. Questo straordinario popolo "inventò" lo Zodiaco per motivi scientifici, dopo una millenaria e acutissima osservazione dei movimenti dei corpi celesti.
"Le costellazioni dello Zodiaco" scrive Elio Cadelo "non furono fissate a caso, ma in maniera razionale e 'scientifica': furono fissate una ogni 30° lungo l'eclittica corrispondenti ad un'ora sumerica. In altre parole, a quel tempo, ogni ora sorgeva e tramontava una costellazione nel cielo o, se si preferisce, l'apparizione nel cielo notturno di una nuova costellazione indicava il trascorrere di un'ora. Furono le 12 costellazioni a dividere il tempo del giorno che, in base al sistema sessagesimale, fu di 12 ore. Ma i Sumeri" aggiunge Cadelo "fecero di più. Suddivisero anche l'anno in 12 mesi e ogni segno zodiacale sull'eclittica corrispondeva  a un mese dell'anno che fu chiamato 'la via di Anu'. Un sistema perfetto".
Dunque, secondo Ruppert Gleadow, "lo Zodiaco crebbe (e non poteva essere altrimenti) come un congegno per misurare il tempo. Solo più tardi poté essere usato per la divinazione ed ancora dopo per l'analisi del carattere".
E' evidente che queste antiche civiltà avevano acquisito ed elaborato conoscenze (anche matematiche) davvero molto significative. Peraltro il cielo stellato veniva da loro usato anche come una perfetta macchina per l'orientamento nella navigazione in mare aperto.
Uno degli aspetti più stupefacenti è il fatto che lo Zodiaco era conosciuto da gran parte delle popolazioni e delle civiltà antiche, anche quelle che si riterrebbero isolate, per lontananza, dalle altre. Cosa che suscita molti interrogativi sulla circolazione delle conoscenze, ma anzitutto sulle rotte di navigazione percorse da quegli antichi uomini che probabilmente ebbero una capacità per noi sorprendente di solcare i mari.
Quindi, diversamente da ciò che crediamo non c'è stato in questo caso un "pensiero magico" che ha preceduto il pensiero scientifico, ma, al contrario, lo Zodiaco nasce come astronomia e solo molto tempo dopo diventa astrologia.
Quello che resta immutato nel corso dei millenni è lo stupore per la magnificenza della volta stellata e per la meccanica celeste.
Piero Boitani, che ha dedicato un bellissimo libro "Il grande racconto delle stelle" (Il Mulino)alle stelle nella letteratura, da Omero ai giorni nostri, fa capire che lo scienziato di oggi e Giacomo Leopardi, il quale contemplava da poeta le "vaghe stelle dell'Orsa", sono accomunati proprio dalla stessa meraviglia per la bellezza.
Boitani cita infatti queste parole del grande matematico Henri Poincaré: "Lo scienziato non studia la natura perché ciò è utile, la studia perché ne prova piacere e ne prova piacere perché essa è bella. Se la natura non fosse bella non varrebbe la pena di conoscerla e la vita non varrebbe la pena di essere vissuta (...) parlo di quella bellezza (...) che viene dall'ordine armonioso delle parti e che un'intelligenza pura è capace di afferrare".

Fonte: Sito del Timone, 3 gennaio 2019

2 - ANCORA VIOLENZE A CAPODANNO IN TUTTA EUROPA, MA GIORNALI E TELEVISIONI CE LO NASCONDONO
Bande di giovani islamici agiscono indisturbati mentre molestano ragazze occidentali e aggrediscono le forze dell'ordine al solito grido (indovinate quale)
Autore: Lorenza Formicola - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05-01-2019

Ancora una volta l'anno nuovo, per l'Europa, non è iniziato nel migliore dei modi. L'ennesima epidemia di molestie e aggressioni ai danni di forze dell'ordine e donne, oltre che attentati senza troppa eco, hanno inaugurato il 2019.
In Svezia sono stati registrati numerosi incidenti in lungo e il largo il Paese. L'anno è iniziato esattamente come era finito: diciassette auto incendiate a Göteborg, un appartamento andato in fiamme, aggressioni alle forze di polizia e persino alle ambulanze. In diversi posti di Stoccolma i poliziotti si sono beccati anche dei razzi, e alle 4 e 30 del 1° gennaio un uomo è stato accoltellato a Haninge. La cronaca ha lesinato i commenti senza dare troppe spiegazioni del perché di aggressioni alle autorità.
Intanto, dalla Svezia ci spostiamo in Olanda dove - qui sono stati più precisi - polizia e pompieri sono stati aggrediti al grido di "Allahu Akbar", e almeno due persone sono morte per gli scontri. Nel vicino Belgio sono stati appiccati diversi incendi, tra cui a un albero di Natale, nel sobborgo di Molenbeek, popolato da immigrati, che ha visto anche disordini e il saccheggio di una farmacia locale. Anche qui i pompieri che sono arrivati sulla scena sono stati bersagliati da fuochi d'artificio.
La Francia, che è diventata famosa come la Svezia, per i roghi delle auto nel periodo di Capodanno, ha visto almeno 99 macchine incendiate nella zona di Seine-Saint-Denis, appena fuori Parigi, popolata da immigrati, e in tutto sono stati registrati 31 arresti. Altri roghi di auto si sono verificati in diverse altre città francesi, tra cui gli Yvelines, dove sono state distrutte 41 auto a causa di incendi.
L'incidente più grave del nuovo anno è avvenuto, però, a Manchester, dove un uomo è entrato nella stazione ferroviaria di Manchester Victoria e ha pugnalato tre persone, tra cui un ufficiale di polizia, al classico grido di "Allah è il più grande!". La polizia ci ha messo poco per classificare l'incidente come "terrorismo", anche se poi l'attentatore è detenuto "ai sensi della legge sulla salute mentale".

CAPODANNO CON IL BOTTO
Dalla Gran Bretagna ci spostiamo in Germania, il Paese europeo che più di ogni altro sta attraversando il più importante scossone politico degli ultimi dieci anni, preda di politiche immigrazioniste deleterie. L'anno si era concluso con il discorso della cancelliera Merkel. Parlando alla nazione l'architetto della crisi migratoria d'Europa ha chiesto maggiore cooperazione "transfrontaliera" per meglio affrontare il 2019 e le  sue sfide principali: terrorismo - quale? - e riscaldamento globale. Ma le vere emergenze si sono imposte sulle chiacchiere in una Germania che non riesce a dimenticare, per esempio, i fatti di Colonia che di anno in anno, in qualche modo, vengono riproposti alle donne tedesche. Se l'anno scorso, infatti, le gabbie costruite nelle varie piazze dove avrebbero dovuto nascondersi in caso di aggressioni di immigrati furono un flop, lo stesso è successo quest'anno.
La Germania è stata difatti recentemente scossa da una nuova puntata della stagione di violenze ad opera di immigrati. Teatro dell'accaduto, una cittadina della Baviera. Pochi giorni fa, un "branco di ragazzi palesemente ubriachi" ha "brutalmente aggredito e malmenato" alcune passanti nel centro di Amberg. I media tedeschi raccontano così l'accaduto e aggiungono che le vittime dell'assalto, circa una "dozzina", hanno "lesioni significative". Subito dopo l'aggressione, la polizia bavarese si è messa sulle tracce dei responsabili. Descritti come "individui di origini arabe", in quattro sono stati arrestati, tutti tra i 17 e i 19 anni e tutti richiedenti asilo. Le violenze di Amberg hanno indotto il ministro dell'Interno federale, l'esponente Csu Horst Seehofer, a proporre una "stretta" nei confronti degli stranieri con un disegno di legge che acceleri le espulsioni.

I DISASTRI DELL'IMMIGRAZIONE INCONTROLLATA
Nonostante la "tolleranza zero" promessa dal ministro federale ai danni degli immigrati, diversi sindaci hanno iniziato ad attaccare duramente l'esecutivo di Berlino, responsabile di avere compreso con troppo ritardo i pericoli connessi all'immigrazione incontrollata. Proprio il primo cittadino di Amberg, teatro delle recenti violenze, si è rivelato uno dei più feroci critici della gestione dei flussi migratori attuata finora da Seehofer e dalla Merkel. Prima delle gravi aggressioni, a Bottrop un uomo si era lanciato con la sua auto contro pedoni, ma se la polizia ha liquidato in breve la cosa come un gesto xenofobo, lo stesso non è stato possibile dirsi dell'aggressione ai pompieri di Barmbek, ad Amburgo, dove in un bar shisha c'era stato un accoltellamento. I vigili del fuoco si sono chiusi a chiave nel veicolo e hanno chiamato la polizia, che è arrivata armata di fucili e mitragliatrici insieme a un'ambulanza che ha portato la vittima in un vicino ospedale.
La fotografia di questo inizio di 2019 in Europa racconta di un fallimento plateale del multiculturalismo, ha denunciato in queste ore, Aaron Cohen, l'esperto di sicurezza nazionale e antiterrorismo a Fox News. "Quello con cui abbiamo a che fare è l'epitome di una politica d'immigrazione fallita", ha detto Aaron Cohen. "Non so in quale altro modo mettere lo stato delle cose altro rispetto al fatto di lasciare un milione di immigrati non conformi nel tuo paese e concedere loro la cittadinanza, pur se così diametralmente opposti al modo in cui vivi, ai valori in cui credi...  Stiamo assistendo inermi a simpatizzanti terroristi che crescono e allargano i loro tentacoli in tutta Europa", ha concluso Cohen.

Nota di BastaBugie: anche nel 2016 abbiamo denunciato le nefandezze di ciò che accade da qualche anno a questa parte la notte di Capodanno in Europa nell'indifferenza dei media. Ecco i link agli articoli per approfondire il raccapricciante fenomeno.

DOPO LE VIOLENZE SESSUALI DI CAPODANNO, LA POLIZIA TEDESCA AMMETTE CHE LA MAGGIORANZA DEI COLPEVOLI NON SARA' MAI PRESA
E si scopre che i crimini commessi da immigrati in Germania sono aumentati dell'80%... in un solo anno!
di Stefano Magni
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4123

LA VERSIONE DISTORTA DI CAPPUCCETTO ROSSO PORTA A MINIMIZZARE LE VIOLENZE DI CAPODANNO IN GERMANIA
Cappuccetto Rosso, politicamente corretta, giustifica il lupo (e gli stupri), mentre la nonna uccide finalmente il cacciatore
di Roberto Marchesini
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4061

LE VIOLENZE DI CAPODANNO IN GERMANIA ERANO MOLTE DI PIU' DI QUELLE EMERSE IN UN PRIMO MOMENTO
Da un documento riservato della polizia sui fatti di Colonia si scopre che in realtà erano 1.200 le donne molestate da oltre 2.000 musulmani ed inoltre è ormai chiaro il legame tra l'immigrazione e l'aumento vertiginoso delle violenze
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4298

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05-01-2019

3 - QUIZ SUI SEGRETI DEL VATICANO
Undici curiosità sul Vaticano che la maggior parte delle persone non conoscono (VIDEO: la cappella sistina)
Fonte Aleteia, 11 maggio 2018

Il Vaticano non è certo un parco di divertimenti per teorici della cospirazione. La maggior parte delle attività che si svolgono all'interno delle sue mura potrebbero infatti risultare piuttosto noiosa al grande pubblico. L'aura misteriosa che circonda l'Archivum Secretum Apostolicum Vaticanum - questo il nome completo degli Archivi Vaticani - potrebbe ad esempio essere dovuta solo a una traduzione errata dall'originale latino: "secretum" non va tradotto come "segreto", ma significa semplicemente "personale". Chiunque abbia mai avuto una scrivania potrebbe probabilmente cogliere cos'è in ballo: l'Archivio "Segreto" Vaticano è una raccolta di documenti personali, soprattutto lettere private, cronache e registri storici dei Papi del passato. Scusate se siamo dei guastafeste, Dan Brown & Co.
In questa sede vorremmo condividere con voi un elenco di 11 domande che forse avete sempre voluto porre sul Vaticano.

1. QUANTE PERSONE VIVONO IN VATICANO?
Esattamente 605.

2. QUANTI DI QUESTI 605 ABITANTI SONO SACERDOTI?
In Vaticano vivono 62 laici, oltre ai 105 membri della Guardia Svizzera. Gli altri abitanti sono cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose.

3. QUANTE PERSONE LAVORANO IN VATICANO?
Si dice che quando un giornalista chiese a Papa San Giovanni XXIII (che regnò dal 1958 al 1963) quante persone lavorassero in Vaticano il Pontefice si fermò, ci pensò un attimo e poi rispose: "Circa la metà".
Scherzi a parte, 4.810 persone lavorano per la Santa Sede (assistendo il lavoro pastorale del Papa nel mondo) e nella Città del Vaticano. Come qualsiasi altra città, il Vaticano ha un supermercato, musei e così via.
La Santa Sede impiega 2.880 persone in 65 corpi diversi (congregazioni vaticane, pontifici consigli, nunziature, uffici...). Solo nella Città del Vaticano ci sono 1.930 impiegati.

4. QUANTE CHIESE CI SONO IN VATICANO?
Oltre alla Basilica di San Pietro, ci sono altre sei chiese: San Pellegrino in Vaticano, Santi Martino e Sebastiano degli Svizzeri, Sant'Anna dei Palafrenieri, Sant'Egidio in Borgo, Santo Stefano degli Ungheresi e Santo Stefano degli Abissini.

5. QUANTI MUSEI CI SONO?
Anche se si parla di "Musei Vaticani" al plurale, si tratta di un'unica struttura che comprende molti musei e gallerie (come la Pinacoteca Vaticana, il Museo Pio-Clementino, la Collezione d'Arte Religiosa Moderna, il Museo Chiaramonti e i Musei Gregoriano Etrusco e Gregoriano Egizio). In totale ci sono 54 gallerie, inclusa la Cappella Sistina [vedi video in fondo all'articolo, N.d.BB].
Il Museo contiene quasi 70.000 opere d'arte, 20.000 delle quali in mostra, e attualmente impiega 640 persone che lavorano in 40 dipartimenti diversi.
Come nota a parte, nel Palazzo San Carlo c'è il cinema vaticano (gestito dalla Filmoteca Vaticana), in cui i Papi, lo staff vaticano e gli ospiti assistono alle rappresentazioni. Il cinema è una vecchia chiesa sconsacrata perché non c'era un motivo pastorale per tenerla attiva, visto che si trova all'interno del Vaticano. Giovanni Paolo II, che ha assistito a molti film in quella sede, ha detto una volta riferendosi alla chiesa: "Ci sono solo due posti al mondo in cui una chiesa è stata trasformata in un cinema: l'Unione Sovietica e il Vaticano!"

6. QUANTI EDIFICI CI SONO?
Per quanto ne sappiamo non c'è un numero ufficiale, ma non ce ne possono essere troppi in uno spazio di 0,44 km quadrati, soprattutto quando si deve far spazio alla Basilica di San Pietro e alla sua piazza. Bisogna ricordare che la Città del Vaticano ha anche 13 edifici nella città di Roma (tra i quali le Basiliche di Santa Maria Maggiore e di San Giovanni in Laterano), così come la Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi e Castel Gandolfo (la residenza estiva dei Papi). Sono edifici extraterritoriali, ovvero quando si entra in questi luoghi non si è in Italia, ma in Vaticano.

7. QUANTE STAZIONI RADIOFONICHE CI SONO?
Solo una, la Radio Vaticana, con i suoi vari canali. Dopo la riforma di Papa Francesco fa parte della Segreteria per le Comunicazioni della Santa Sede. È stata istituita nel 1931 dall'inventore della radio, Guglielmo Marconi. Trasmette su Internet in 38 lingue e ha 355 impiegati di 59 Paesi diversi.

8. QUANTI CANALI TELEVISIVI?
Nessuno. Il Centro Televisivo Vaticano non è un canale televisivo, ma un centro di produzione televisiva dedicato soprattutto a coprire le attività del Papa, condividendo il suo segnale con vari canali televisivi, la web e i canali YouTube di tutto il mondo.

9. QUANTI ANNI HA LO STATO DEL VATICANO?
Lo Stato Vaticano è stato fondato l'11 febbraio 1929, quando è stato firmato il Trattato del Laterano. Le sue origini risalgono al martirio di San Pietro nel Circo di Nerone, che sorgeva dove oggi si trova la Basilica di San Pietro.

10. PERCHÉ LA BASILICA DI SAN PIETRO È LA CATTEDRALE DEL PAPA?
In realtà non lo è. La cattedrale del Papa - la sua chiesa come vescovo di Roma - è la Basilica di San Giovanni in Laterano, che è fuori dal Vaticano ma ha lo status extraterritoriale.

11. IN QUALI LINGUE SONO I TERMINALI ATM NELLA CITTÀ DEL VATICANO?
In diverse lingue ma anche... in latino!

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 52 minuti) si può fare una visita virtuale dei Musei Vaticani con don Stefano Bimbi alla scoperta delle pareti della Cappella Sistina con capolavori di Botticelli, Ghirlandaio, Perugino, ecc.


https://www.youtube.com/watch?v=RCHdTsYtRq0

Fonte: Aleteia, 11 maggio 2018

4 - IL TRIONFO DI BOLSONARO CAMBIA IL BRASILE
Le elezioni hanno punito la sinistra che in 20 anni ha distrutto l'economia brasiliana creando una spirale di corruzione e di saccheggio dei beni dello Stato
Autore: Eugenio Trujillo Villegas - Fonte: Corrispondenza Romana, 21 novembre 2018

Lo scorso mese di ottobre Jaír Bolsonaro è stato eletto presidente del Brasile. Il suo trionfo ampio e non questionabile solleva una serie di interrogativi completamente ignorati da quasi tutti i media del mondo. Proprio per questo, meritano un'analisi approfondita. Vediamo dunque alcune delle ragioni che spiegano la sua elezione. Bolsonaro è stato membro del parlamento brasiliano per molti anni e da lì si è fatto conoscere al Paese, ma senza un particolare rilievo né una significativa leadership.
Quando decise di presentarsi come candidato presidente, così come ha spiegato egli stesso dopo essere stato eletto, non aveva un partito politico, non aveva soldi e non contava con l'appoggio di nessun mezzo di comunicazione brasiliano.
Tuttavia, questo non è stato l'ostacolo maggiore da superare. Il più grande è stato il fatto che a causa delle sue idee è stato perseguitato, diffamato, calunniato, ridicolizzato. Senza nessun riguardo, è stato qualificato con i termini più spregevoli, come fascista, nazista, estremista, fanatico, dittatore, e molte altre accuse gratuite e infondate.
Quando cercava di spiegare i principi della sua campagna presidenziale, tutti i media, come se avessero fatto tra di loro un patto segreto per diffamarlo, lo screditavano accusandolo di essere contro le donne, contro i neri, contro gli indios, contro i poveri, contro i comunisti, contro gli immigranti, contro la libertà di espressione, e altre nefandezze. I giornali, le catene televisive, le emittenti radio, non solo nel Brasile, ma in tutta l'America Latina, negli Stati Uniti e in Europa, ripetevano e continuano a ripetere la stessa cantilena menzognera, con palese cattiva fede.

COME HA FATTO A VINCERE LE ELEZIONI
Come si spiega che davanti a una simile persecuzione, a una tale quantità di calunnie e di attacchi personali diffamatori, Jaír Bolsonaro ha finito per vincere ampiamente le elezioni brasiliane? Questa è la domanda a cui non osano rispondere tutti coloro che hanno lanciato le diffamazioni.
Inoltre, per la rabbia e lo sconcerto dei suoi detrattori di sinistra, sono state proprio le donne, i neri, i poveri, gli indios, e soprattutto le vittime del socialismo, coloro che l'hanno votato.
Dunque, qual è stato il motivo che ha catapultato Bolsonaro alla presidenza del Brasile? In primo luogo, la débacle del socialista Partidodos Trabajadores (PT), che per oltre 20 anni ha distrutto l'economia brasiliana, creando una spirale di corruzione e di saccheggio sistematico dei beni dello Stato che hanno portato il Brasile alla crisi economica più grande di tutta la sua storia.
Due mandati presidenziali del social-democratico Fernando Henrique Cardozo, altri due di Lula da Silva, e uno di Dilma Roussef, sono stati sufficienti per smantellare l'apparato produttivo del Paese. Fedeli ai fallimentari principi socialisti, questi tre ex-presidenti hanno portato avanti un piano mortifero con la pretesa di eliminare la povertà in Brasile: concedendo abbondanti sussidi a ogni famiglia indigente del Paese.
Questa insensatezza, portata avanti per 20 anni, e i cui hanno beneficiato 15 milioni di famiglie, e 50 milioni di persone, ha portato l'economia del Brasile in rovina. I socialisti diranno che si è trattato di un magnifico esercizio di solidarietà sociale, tuttavia il buon senso e le leggi dell'economia dicono qualcosa di completamente diverso. Chi riceve sussidi generosi non torna più a cercare un impiego, convertendosi in un peso morto per lo Stato.

L'INEVITABILE COLLASSO DEL SOCIALISMO
E la ricchezza della nazione, che è la somma dei risparmi e delle tasse, si consuma mantenendo questo sistema improduttivo che, prima o poi, finisce per collassare, poiché i soldi da sprecare non durano all'infinito. Man mano che i soldi pubblici venivano spesi in maniera irresponsabile, la corruzione socialista si impossessava di tutto l'apparato statale.
La Petrobrás, la compagnia petrolifera dello Stato, è stato oggetto di un saccheggio scandaloso; Odebrecht, la corrotta impresa di costruzioni, distribuiva mazzette dappertutto fra i funzionari del governo, al fine di garantirsi i grandi appalti; i più importanti funzionari del PT e del governo erano in liste di bustarelle mensili milionarie (Mensalão); fiumi di soldi pubblici sono usciti dal Brasile per finanziare il socialismo di tutte le nazioni vicine, come Cuba, Venezuela e Nicaragua; il Foro di San Paolo, questa multinazionale del terrorismo di sinistra, riceveva milioni di dollari per tutti i suoi progetti sovversivi.
Tuttavia, la corruzione ha presentato il conto e il Brasile si è scandalizzato per tutti i bricconi che lo governavano. Un grande movimento di restaurazione ha invaso le strade di tutto il Paese, esigendo il castigo e il carcere per Lula e i suoi seguaci, responsabili di un tale disastro. È stato allora che la figura salvatrice di Bolsonaro è cresciuta a dismisura, in quanto prometteva un cambiamento radicale per salvare il Brasile.

IL FATTORE RELIGIOSO
Infine, è necessario far notare che il fattore religioso è stato il più importante di tutti nella svolta radicale verso destra. Il Brasile è stato una nazione profondamente cattolica fino al Concilio Vaticano II, ma da allora è la sinistra cattolica e la Teologia della Liberazione l'hanno divorato.
La quasi totalità dei Vescovi e del clero hanno attuato un'opera di autodemolizione del cattolicesimo, mettendo in serio disagio tutti i fedeli che non aderivano alle correnti progressiste e socialiste. È stata un'azione devastatrice, forse l'anti-evangelizzazione più grande della storia, che ha avuto come risultato che 40 milioni di fedeli cattolici - sentendosi spiritualmente asfissiati dai discorsi dei Vescovi e dei parroci promotori della sinistra cattolica - hanno abbandonato la Chiesa e hanno aderito a culti evangeli pentecostali e protestanti.
Il clero cattolico divenne la punta di lancia della rivoluzione socialista, e il PT di Lula nacque, crebbe e si sviluppò nelle sacrestie cattoliche e nei palazzi episcopali. Questi cattolici che abdicarono alla loro fede e adesso appartengono a chiese protestanti, insieme a quei veri cattolici che ancora rimangono nella Chiesa, si sono costituiti nel solido baluardo anti-marxista della nazione.
Essi sono coloro che si sono opposti con valore e determinazione a tutti i fattori di demolizione della famiglia, come l'ideologia gender, la politicizzazione marxista dell'educazione, l'aborto, la rivoluzione omosessuale, il transgenderismo, e altre simili aberrazioni. Ed è stato questo stesso Brasile autentico, profondo, conservatore, che ha votato massicciamente per Bolsonaro. Paradossalmente, i cristiani protestanti l'hanno votato su indicazione dei loro pastori, mentre i cattolici l'hanno fatto in resistenza ai propri Vescovi e parroci, che da anni sono i più radicali difensori del PT, della lotta di classe e della rivoluzione socialista.
Con orrore, dobbiamo riconoscere che nella Chiesa Cattolica la maggior parte dei pastori si è convertita in veri lupi, decimando il gregge loro affidato da Nostro Signore. Le parrocchie cattoliche si sono svuotate, e i Vescovi del Brasile, come risultato di un processo di autodemolizione spaventoso, oggi non rappresentano più quasi nessuno. Questa battaglia contro la sinistra cattolica è stata capeggiata in Brasile e in tutto il mondo cattolico dal professore Plinio Corrêa de Oliveira.
Sin dal 1950 lanciò l'allarme contro questa tragedia attraverso articoli, conferenze, libri e denunce pubbliche, alcune di portata mondiale. La sua opera insigne, le associazioni Tradizione Famiglia Proprietà, che si sono diffuse in tutto il mondo, sono state le portabandiera di questa lotta all'interno della Chiesa. Anche se alcuni le qualificano ingiustamente come fanatiche e estremiste per le loro denunce, gli avvenimenti attuali in Brasile, che poi si stanno ripetendo in molte nazioni dell'Occidente, danno loro pienamente ragione.

DOSSIER "IL BRASILE DI BOLSONARO"
Il presidente odiato dalla sinistra

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Fonte: Corrispondenza Romana, 21 novembre 2018

5 - UNA RAGAZZA VUOLE SPOSARE UN LAMPADARIO... DEL RESTO SE ''LOVE IS LOVE'' PERCHE' NO?
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): in Jungle Cruise della Disney ci sarà un personaggio gay, intersesso e sesso neutro nei registri tedeschi delle nascite, in squadra gioca lui e le avversarie si scansano
Autore: Chiara Chiessi - Fonte: Osservatorio Gender, 24 dicembre 2018

Una volta che si apre il vaso di Pandora, esce fuori di tutto. La nuova "frontiera di diritti" è ben incarnata da questa donna inglese Amanda Liberty, 34 anni, la quale si identifica come "oggettofila", cioè dice di essere attratta da oggetti inanimati.
Si è recentemente tatuata sul corpo l'immagine del futuro sposo, un lampadario femmina di nome Lumiere.
La donna ha comprato il lampadario, costruito in Germania 91 anni fa, su ebay. Ha dichiarato: «Non appena ho visto Lumiere su eBay ho capito subito che fosse quello giusto per me, è stato amore a prima vista. Non riuscivo a smettere di pensare a lei ed a quanto fosse bella. Emanava una grande energia".
Non è la prima volta che Amanda si innamora di oggetti: a 14 anni si era innamorata di una batteria, successivamente della statua della libertà, tanto da cambiare il cognome in Liberty.
La donna, nonostante sia fidanzata ufficialmente con Lumiere, ha però affermato di possedere una collezione di oltre 25 lampadari con cui intrattiene una relazione aperta, in quanto "non sono gelosi gli uni degli altri".
Con Lumiere è però una cosa seria: in programma c'è infatti il matrimonio.
"Lo scorso San Valentino le ho fatto la proposta - racconta Amanda - per suggellare il nostro amore".
"Il risultato è fantastico, anche Lumiere ha detto che è splendido. Ancora non ho preparato nulla: ho amici da tutte le parti del mondo e vorrei che partecipassero al nostro matrimonio".
Riguardo alle critiche, Amanda dice: "La gente spesso non capisce che questo per me è normale, che vedo la bellezza negli oggetti e riesco a percepire la loro energia. I lampadari mi rendono felice, me ne prendo cura restaurandoli. Non faccio del male a nessuno, sto solo seguendo il mio cuore".
Già, perché se "love is love", allora chi siamo noi per giudicare?

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal "gaio" mondo gay (sempre meno gaio).

IN JUNGLE CRUISE DELLA DISNEY CI SARÀ UN PERSONAGGIO GAY
Jungle Cruise è il nuovo film della Disney, ancora in fase di realizzazione, che uscirà nelle sale nel 2020. In questa pellicola ci sarà un personaggio, McGregor, che farà apertamente coming out e dichiarerà di non essere interessato alla donne.
E' noto l'interesse, politicamente corretto, della Disney per le tematiche LGBT. Ad esempio si vocifera che nel sequel di Frozen Elsa potrà dichiararsi lesbica. In La Bella e la Bestia il personaggio LeFou appariva evidentemente come omosessuale.
Questa scelta della Disney di dichiararsi gay friendly è doppiamente da condannare. Infatti non solo diffonde il credo omosessualista, ma lo diffonde innanzitutto nei giovanissimi cuori e nelle tenerissime menti dei più piccoli.
(Gender Watch News, 31 dicembre 2018)

INTERSESSO E SESSO NEUTRO NEI REGISTRI DELLE NASCITE IN GERMANIA
La settimana scorsa il Parlamento tedesco ha approvato una legge che permetterà di indicare per i nuovi nati il sesso maschile, femminile, intersessuale oppure non indicare nulla.
Vero è che vi sono patologie che possono ingannare il medico nell'individuare il vero sesso della persona - da qui l'utilità di avere una legge per la rettificazione sessuale allorchè si scopra che il medico si era sbagliato al momento della nascita - ma i sessi rimangono comunque due.
La legge poi prevede una nuova disciplina per il cambio di "sesso". Imprescindibile sarà un certificato medico che possa validare la volontà del transessuale. Varie associazioni LGBT hanno protestato per questo vincolo. Secondo loro basterebbe un'autocertificazione o comunque una supina accettazione da parte del medico delle volontà della persona che desidera cambiare "sesso".
(Gender Watch News, 28 dicembre 2018)

ORA IN SQUADRA GIOCA LUI E LE AVVERSARIE SI SCANSANO
Lo sport è uno di quegli ambiti in cui risultano evidenti fino all'eccesso i cortocircuiti dell'ideologia gender, e quindi salta ancora di più agli occhi la tracotanza dei promotori dei «nuovi diritti». Vedi per esempio quanto è successo in Argentina, nella provincia di Buenos Aires, dove il 26 dicembre è stata definitivamente promulgata una legge (approvata il 23 novembre) che permetterà di fare attività sportiva, anche a livello professionistico, secondo «l'identità di genere autopercepita», dunque a prescindere dal sesso biologico.
In breve: se sei maschio potrai competere in gare femminili e viceversa. C'è chi lo chiama progresso. Secondo quanto riferisce Aci Prensa, la nuova norma - nata da un'iniziativa del deputato Federico Susbielles - mira a dare compimento alle disposizioni contenute nella legge nazionale sull'identità di genere (n° 26.743), promulgata nel 2012 e relativa all'accesso allo sport. «La legge sull'identità di genere è stata fatta, ma necessita di questo tipo di norme complementari perché in caso contrario si continuerebbe a discriminare questi collettivi», ha dichiarato il 23 novembre Susbielles all'agenzia Télam, intendendo che i collettivi "discriminati" sarebbero coloro che si dichiarano transessuali. L'esponente politico ha aggiunto che si tratta di «garantire un diritto umano».
La nuova legge stabilisce che «ai fini della registrazione, iscrizione, partecipazione e competizione nel contesto delle attività sportive di una lega, federazione o confederazione nel territorio provinciale - sia essa di carattere dilettantistico o professionistico - si intenderà per genere quello che è autopercepito dalla persona sportiva». Pazienza se in tutto questo di sportivo non ci sia proprio nulla. Per mettere in atto una disposizione totalmente opposta al buonsenso serve però un adeguato apparato repressivo (che è innanzitutto culturale, di lavaggio del cervello, e solo poi si traduce in sanzioni) che elimini le forme di dissenso. E così la legge provinciale prevede che sarà «considerata discriminatoria qualsiasi azione od omissione che impedisca il libero sviluppo delle attività elencate in ragione del genere autopercepito».
L'Istituto dello Sport di Buenos Aires sanzionerà i club, le leghe, le associazioni e le federazioni che iscriveranno gli atleti secondo un «genere» differente da quello che gli stessi atleti autopercepiscono. Parafrasando Orwell, si potrebbe dire che le regole sono uguali per tutti ma per qualcuno sono più uguali… perché dove entra in gioco la propaganda dell'associazionismo Lgbt non c'è oggettività che tenga. Il dibattito legislativo è iniziato in effetti con il caso montato da "Saira" Millaqueo, un uomo che si sente donna, il quale ha fatto ricorso alla giustizia per poter giocare in una lega di hockey femminile e dopo diversi tentativi è riuscito a raggiungere il suo scopo. Secondo Susbielles, le analisi richieste dai regolamenti per rilevare il livello di testosterone di "Saira" erano solo scuse per impedire la realizzazione dei suoi "diritti": il deputato sostiene cioè che la legge da lui proposta farà in modo di «contribuire allo sradicamento delle pratiche discriminatorie e violente della nostra società». Quanta neolingua.
Altro caso esemplare in Argentina è quello di "Jessica" Millaman, un giocatore "transessuale" che è riuscito a partecipare a una lega di hockey femminile nella provincia del Chubut. Tra coloro che hanno avuto il coraggio di protestare contro questa imposizione contronatura c'è Patricia Navarro, giocatrice del Trelew Rugby Club, una polisportiva che conta pure una squadra di hockey su prato, la quale ha osservato, come riporta il Clarίn, che «questa non è una questione di discriminazione. Abbiamo paura di giocare in questo sport di contatto perché sebbene sia un transessuale la sua forza è quella di un uomo». Come dire che al di là dell'ideologia la natura umana non cambia. «Nell'ultima partita che abbiamo giocato con la Germinal, abbiamo perso 3-0 con tre gol di Jessica perché nessuna si avvicinava per marcarla», avendo appunto timore della forza d'urto di una persona che rimane biologicamente un uomo.
Casi come questo vanno diventando sempre più frequenti, anche al di fuori dell'Argentina, come ci ricorda la recente vittoria del canadese "Rachel" McKinnon, il primo uomo ad aver vinto il titolo iridato in una gara femminile di ciclismo su pista (precisamente nel Master che si è svolto quest'autunno a Los Angeles), bollando coloro che l'hanno criticato (tra cui la terza classificata, che aveva parlato di «risultato ingiusto») come «bigotti transfobi». Un pensiero, questo, avallato dalla cultura dominante che spaccia il calpestamento di ogni norma morale naturale per "libertà". Le conseguenze si vedono e hanno il marchio della menzogna.
(Ermes Dovico, La Nuova Bussola Quotidiana, 02-01-2019)

Fonte: Osservatorio Gender, 24 dicembre 2018

6 - E' MORTO SERMONTI, LO SCIENZIATO ITALIANO CONTRARIO A DARWIN... E PERCIO' PERSEGUITATO
Giuseppe Sermonti fu un grande biologo molecolare e professore di genetica, ma siccome era contrario al dogma evoluzionista fu estromesso dal mondo accademico (VIDEO: Sermonti distrugge Darwin)
Autore: Andrea Bartelloni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19-12-2018

«Vi siete mai soffermati a vedere i gabbiani sospesi nel vento? Se tutti gli esseri della terra scomparissero e restassero solo i gabbiani, e magari i pesciolini per la loro alimentazione, pensate forse che dai gabbiani, col passare di milioni di anni, rinascerebbero gli animali che popolano la terra e anche l'uomo e forse persino le rane, farfalle e pesciolini? E seppure i gabbiani scomparissero, vi riesce d'immaginare che i pesciolini del mare, per graduali trasformazioni, darebbero origine, alla fine dei tempi, a nuovi gabbiani o comunque a qualche nuovo genere di uccello marino capace di librarsi nell'aria?».
Con queste parole inizia Le forme della vita (Armando editore, 1981) il lavoro che riassume più di qualsiasi altro il pensiero e lo spirito che pervade tutte le riflessioni di Giuseppe Sermonti grande personaggio della scena scientifica italiana che è morto lo scorso 16 dicembre all'età di 95 anni. Nato a Roma nel 1925 si laurea in Agraria all'Università di Pisa e poi in Biologia, è un pioniere nella genetica dei microorganismi industriali produttori di antibiotici. Genetista dal 1950 presso l'Istituto Superiore di Sanità in Roma, ha fondato la genetica dei microrganismi e ha presieduto la International Commission for Genetics of Industrial Microorganisms. Nel 1964 arriva alla cattedra di Genetica prima a Palermo e poi a Perugia e nel 1970-71 presiede l'Associazione Genetica Italiana. Nel 1980 è eletto alla vicepresidenza del XIV Congresso Internazionale di Genetica a Mosca.
Lo stesso anno è chiamato alla direzione della «Rivista di Biologia» succedendo ad Aldo Spirito. In quel periodo prende forma la sua critica all'Evoluzionismo darwiniano e con la pubblicazione di Dopo Darwin, critica all'Evoluzionismo (con Roberto Fondi) inizia lo scontro con l'establishment scientifico e culturale italiano e, con questo, l'isolamento dal mondo accademico ufficiale. Nel 1982 è invitato dall'Accademia Pontificia a partecipare a un gruppo di lavoro sull'Evoluzione dei Primati e, quattro anni dopo fonda, a Osaka, il Gruppo per lo Studio della Struttura Dinamica. I suoi studi e le sue ricerche lo portano ad uscire dalla scienza destinata esclusivamente a fini utilitaristici così da indagare e scoprire leggi naturali, tecniche e chimiche nelle fiabe.

L'ARMONIA E LA BELLEZZA DELLA NATURA
Ma il più grande pregio di Sermonti è stato quello di aver fatto riscoprire la bellezza, l'armonia nella natura attraverso l'osservazione di cose incredibili che grazie ai suoi scritti riusciamo a percepire con nuova meraviglia e gusto: un fiore, un uccello, una conchiglia, un gabbiano che si libra nel vento. Il pettazzurro, ad esempio, che "dà il meglio delle sue doti canore quando se ne sta solo, tranquillo, in pace, nel suo cespuglio.
Nel 2004 Sermonti riceve il Premio per la Cultura della Vice-presidenza del Consiglio per le sue ricerche e critiche scientifiche.
Sermonti è stato uno scienziato scomodo che si è scontrato col mondo accademico già dal 1971 quando esce Il Crepuscolo dello Scientismo (Rusconi ed.) con la dura critica ai biologi impegnati a volere innovare e a volere migliorare l'uomo. Giuseppe Sermonti vedeva lontano e l'attualità gli ha dato ragione: una rivoluzione bio-tecnologica sta travolgendo tutto e tutti, la procreazione è diventata un fatto quasi da laboratorio, si selezionano gli embrioni, si scelgono le caratteristiche genetiche, le banche dello sperma e degli ovuli sono una realtà consolidata e siamo agli uteri, per ora naturali, in affitto.
Non siamo caduti tra le braccia di Gog e Magog: vi siamo "progrediti" (Theodore Rosszac, 1982) e questa citazione, che compare nell'ultima edizione del Crepuscolo (Nova scripta, 2002), chiarisce l'idea che Sermonti ha del progresso, o meglio, della visione ottimistica che ritiene una "abdicazione della ragione, cioè della capacità di prevedere che finisce con lo snaturare il progresso" e gli ultimi anni ci hanno fatto entrare violentemente in contatto con le crisi che stiamo attraversando. Come ricordava Sermonti: "Molte cose perfettamente possibili non si realizzano, molti popoli continuano a soffrire la fame, i denti dell'uomo civile sono sempre cariati, le guerre del Medio e dell'Estremo Oriente non finiscono mai, l'acqua potabile non cessa di diminuire, e si è ormai rinunciato a cercare la cura per il raffreddore".

VERO SIGNORE E VERO SCIENZIATO
Ma lo scrittore Sermonti si  dedica anche a narrare i drammi nella scienza attraverso la narrazione delle storie dei protagonisti che li hanno vissuti. In una forma originale, quella delle commedie da tavolo (Scienziati nella tempesta, Di Rienzo editore, 2002), con le quali descrive i drammi di Gregor Mendel con la riscoperta postuma e il tentativo di Hugo De Vries di appropriarsi delle sue scoperte, William Harvey e la disputa sulla circolazione sanguigna, Ignazio Filippo Semmelweis incompreso scopritore delle cause delle infezioni puerperali che si darà la morte per dimostrare la ragione delle sue teorie, Paul Kammerer, suicida a causa della sconfessione delle sue teorie sull'eredità dei caratteri acquisiti, J. Robert Oppenheimer, protagonista del Progetto Manhattan col quale la fisica si rende conto che può distruggere il mondo, Pavel Florenskij, Pope, filosofo e matematico internato nelle isole Solovski dove morirà fucilato, e infine Charles Darwin distorto, emendato, usato dai neo-darwinisti tanto che lo stesso naturalista inglese non si riconosce più. Drammi veri e propri che insegnano che le grandi scoperte "nascono spesso tra errori, contese, sconfessioni, che talvolta provocano la prematura fine del protagonista, prima che la sua idea si sia affermata".
La sterminata produzione di Sermonti è anche ricca di articoli comparsi su molti quotidiani, il Tempo, Roma, Il Giornale, il Foglio e i suoi editoriali nella Rivista di Biologia, riuniti e pubblicati da Lindau (2010).
«La semi-scienza è un despota come fino ad oggi non ve ne sono stati. Un despota che ha i suoi sacerdoti e i suoi schiavi, un despota dinanzi al quale tutti si sono inchinati con amore e con una superstizione fino ad ora inconcepibile, dinanzi al quale la stessa scienza trema e gli indulge vergognosamente» (Fedor Dostoevskij Demoni).
Caro prof. Sermonti, grazie per tutto quello che ci ha dato, grazie per aver proposto una figura di vero signore e di vero scienziato.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 5 minuti) il Prof. Sermonti spiega perché a favore dell'evoluzione non esiste neppure una sola prova.
Per vedere il video intero (da cui è stato estratto il seguente video), clicca qui.


https://www.youtube.com/watch?v=TFfn0VrGw7I

TOP TEN 2019
Gli articoli più letti dell'anno

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DOSSIER "SIC TRANSIT GLORIA MUNDI"
Personaggi morti dal 2009 al 2019

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19-12-2018

7 - NEL 2018 UNA GUERRA MONDIALE HA CAUSATO OLTRE 40 MILIONI DI MORTI: NE AVETE SENTITO PARLARE?
È la guerra contro la vita umana nascente (anche quest'anno l'aborto volontario ha fatto più vittime di cancro, malaria, Hiv, fumo, alcool e incidenti stradali messi insieme)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone, 4 gennaio 2019

Il 2018 si è da poco concluso e numerosi e diversificati sono stati i bilanci che i media hanno presentato sui 365 giorni che ci siamo appena lasciati alle spalle. Principalmente, come da abitudine, si sono fatti resoconti sugli eventi politici, sociali, sportivi e climatici più rilevanti, quelli cioè che hanno interessato il maggior numero di persone. Eppure, nonostante i tentativi giornalistici di offrire le sintesi più accurate e complete sul 2018, c'è da scommettere che quasi nessuno sottolineerà il dato più drammatico dell'anno scorso, ossia quello della principale causa di morte, che ha comportato qualcosa come 41 milioni di vittime: 41.9 per la precisione, dunque quasi 42.

MORTIFERA DEVASTAZIONE SILENZIOSA
Per quale ragione la morte di decine di milioni di persone rischia di passare sotto silenzio? Semplice: perché ad averle uccise non sono stati la malattia, l'inquinamento, il fumo, la violenza di coppia o altro - tutte realtà a cui i media, come noto, riservano quotidiana attenzione. No, la causa di queste decine di milioni di morti è un'altra: è l'aborto volontario. A stabilirlo, sono state le elaborazioni effettuate a cura di Worldometers, che non è un sito tendenzioso o poco attendibile, essendo stato indicato come uno dei portali gratuiti più affidabili dall'American Library Association.
Ebbene, grazie a questa fonte sappiamo per esempio che, al 31 gennaio 2018, nel mondo le persone morte per cancro ammontassero a 8,2 milioni, di quali 5 a causa del fumo, mentre - come si diceva poc'anzi - gli esseri umani eliminati con l'aborto sono risultati oltre cinque volte tanti. Per la precisione, lo scorso anno poco meno di un quarto di tutte le gravidanze (il 23%) sono terminate con un aborto con il risultato finale che, per ogni 33 nativi viti, 10 bambini sono stati soppressi in frase prenatale. Per un totale, appunto, di quasi 42 milioni di morti. Una vera e propria carneficina.
Certo, chi nonostante tutto volesse ostinatamente cercare il bicchiere mezzo pieno potrebbe sempre ribattere che, nel male, si sta comunque verificando una riduzione mondiale del numero degli aborti, che dal 2010 al 2014, l'Oms stimava in 56 milioni all'anno. Un'affermazione, questa, che però merita di essere presa con le molle dal momento che - fanno notare diversi osservatori - notoriamente l'Oms, per elaborare le proprie stime, si appoggia all'istituto Guttmacher, ente notoriamente abortista e che, soprattutto, pare non conteggi nelle proprie stime i dati reali di molti Paesi.

CONFRONTI IMPRESSIONANTI
Ne consegue quindi come, prima di tentare di ridimensionare una tragedia davvero epocale quale è quella dell'aborto procurato, convenga riflettere su quelle 42 milioni di persone eliminate prima che vedessero la luce, che - numeri alla mano - risultano parecchie di più delle vittime di cancro, malaria, Hiv, fumo, alcool e incidenti stradali messe assieme. Ciò nonostante, non soltanto della prima causa di morte nel pianeta, c'è da scommettere, si continuerà a non parlare ma, anche laddove lo si farà, lo si farà ricorrendo a quella neolingua che anziché di aborto preferisce parlare di «interruzione volontaria di gravidanza», con una sostituzione terminologica giudicata ingannevole e mendace anche da san Giovanni Paolo II nella sua Evangelium Vitae.
Così la tragedia dell'aborto  «una scelta», secondo il vocabolario della cultura dominante - continuerà a ripetersi nell'indifferenza generale anche in questo 2019. Anzi, si sta già ripetendo dato che, sempre secondo le stime di Worldometers, in questo inizio anno pare si siano già verificati più di 170.000 aborti. Ovviamente, anche di questo nessuno parlerà; anche se si sono già sommate, solo nell'ultimo anno, 42 milioni di ottime ragioni per farlo.

Nota di BastaBugie: anche l'anno scorso abbiamo denunciato le nefandezze dell'aborto facendo riferimento agli impressionanti numeri di questa strage degli innocenti. Ecco l'articolo all'articolo che contiene il link al drammatico conta-aborti.

IL CONTATORE MONDIALE DELL'ABORTO
Un sito registra gli aborti, ma chissà quante mamme hanno scelto all'ultimo momento di non abortire, come fecero quelle di Cristiano Ronaldo e Andrea Bocelli
di Alba Mustela
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5201

Fonte: Sito del Timone, 4 gennaio 2019

8 - UN'ULTIMA PAROLA SULLA RIVOLUZIONE CULTURALE DEL SESSANTOTTO
Il 2018 è stato il 50° anniversario dell'anno in cui con lo slogan ''vietato vietare'' iniziò la (presunta) liberazione dell'uomo dalla morale tradizionale per costruire una società basata su sesso e droga
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana, 29 novembre 2018

Mentre il 2018 si chiude, un'ultima parola va detta sulla Rivoluzione culturale del Sessantotto. Una Rivoluzione di cui, cinquant'anni dopo, possiamo misurare il successo e il fallimento.
Il Sessantotto è noto anche come "maggio francese", perché fu una rivolta studentesca che raggiunse il suo acme nel maggio 1968 all'Università La Sorbona di Parigi. Ma le sue radici culturali risalivano alle università americane di Harvard, Berkeley e San Diego, dove negli anni Sessanta insegnavano alcuni tra i maggiori esponenti della Scuola di Francoforte, come Herbert Marcuse, nel cui pensiero confluiva il peggio del marxismo e del freudismo. Né è da trascurare l'influsso che sul 68 ebbe la Rivoluzione culturale del Concilio Vaticano II. In Italia la prima università occupata dagli studenti, nel novembre del 1967, fu la Cattolica di Milano e il maggior centro della diffusione della contestazione fu la Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento, dove pullulavano i cattolici. Mario Capanna, leader della contestazione di quegli anni, ricorda: «Passavamo nottate a studiare e a discutere i teologi ritenuti allora di frontiera: Rahner, Schillebeeckx, Bultmann (...) insieme ai documenti del Concilio». Anche Renato Curcio, il fondatore delle Brigate Rosse, era un cattolico "di frontiera", proveniente dall'Università di Trento, dove pullulavano i cattolici progressisti.
Il Sessantotto non fu una rivoluzione politica, ma una rivoluzione dei costumi che intendeva "liberare" l'uomo dai vincoli della morale tradizionale per costruire una "civiltà non repressiva" in cui l'energia vitale potesse spontaneamente esprimersi in una nuova creatività sociale. Il marxismo andava superato perché limitava la sua offensiva rivoluzionaria all'aspetto strettamente politico senza incidere su quello più propriamente familiare e personale. Occorreva invece portare la rivoluzione nella vita quotidiana per trasformare l'essenza stessa dell'uomo senza limitarsi all'aspetto esteriore e superficiale a cui sembrava condannarla la prospettiva marxista classica. Lo slogan "è vietato vietare" esprimeva il rifiuto di ogni autorità e di ogni legge, in nome della liberazione degli istinti, dei bisogni, dei desideri. La libertà sessuale e la droga furono i due ingredienti per affermare la nuova filosofia di vita.

IL PROGRAMMA DEL SESSANTOTTO SI È REALIZZATO IN 50 ANNI
Nei cinquant'anni che ci separano dal Sessantotto, il programma di questa Rivoluzione si è gradualmente realizzato in Occidente. La Rivoluzione del Sessantotto ha avuto successo perché ha trasformato la mentalità e la way of life dell'uomo occidentale e i suoi artefici hanno occupato dei ruoli chiavi nella politica, nei media, nella cultura. Ma la Rivoluzione del Sessantotto era condannata al fallimento per la dinamica interna che caratterizza tutte le rivoluzioni.
L'essenza del processo rivoluzionario non è in ciò che afferma, ma in ciò che nega, non in ciò che crea, ma in ciò che distrugge. La Rivoluzione propone sempre un mondo nuovo che si sostituisce all'antico. La Rivoluzione protestante, si presenta come una riforma religiosa; la Rivoluzione francese come un radicale cambiamento politico; la Rivoluzione comunista come una trasformazione ugualitaria della società; la Rivoluzione del Sessantotto come una Rivoluzione morale nella vita quotidiana. C'è sempre una novità storica per cui battersi. La Rivoluzione è tensione verso un futuro migliore.
Da questo carattere messianico e utopico la Rivoluzione trae la sua forza, la sua tensione. C'è l'idea che il paradiso in terra è possibile, è a portata di mano. Sotto un certo aspetto si tratta di una negazione radicale del peccato originale, anche se l'idea che soggiace alla Rivoluzione è propriamente un'altra: è l'idea, tipica delle dottrine gnostiche, che un dio cattivo ha ingiustamente privato l'uomo del paradiso terrestre, che per diritto gli apparteneva. Con l'aiuto del dio buono, il serpente, l'uomo deve vendicarsi, deve riconquistare il paradiso terrestre. La Rivoluzione, sotto quest'aspetto, è la ripetizione, nei secoli, dell'antica menzogna: "sarete come Dei," ed è destinata a un eterno fallimento. Tutte le Rivoluzioni, la protestante, la francese, la comunista, e anche la Rivoluzione del Sessantotto, sono rivoluzioni fallite. O, come dicono i rivoluzionari, rivoluzioni incompiute, rivoluzioni tradite.

COSA È ACCADUTO INFATTI?
La famiglia è stata travolta dall'ondata pansessualista e l'Occidente secolarizzato è immerso nell'edonismo relativista. Ma il relativismo e l'edonismo, quando raggiungono la loro pienezza, implicano la perdita di tensione verso il futuro, di ogni desiderio di costruire il mondo nuovo: la società è prigioniera dei propri vizi e diviene incapace di pensare qualsiasi idea che trascenda il benessere egoistico in cui è immersa.
La Rivoluzione del Sessantotto è fallita perché è nata come una protesta contro la società unidimensionale, la società borghese del benessere, ma la società che il Sessantotto ha prodotto - la società contemporanea - è la società per eccellenza dei consumi e dell'edonismo; è la società relativista in cui ogni fiamma ideale si è spenta. La filosofia della prassi si è realizzata in Occidente attraverso un'assoluta secolarizzazione della vita sociale. Ma la filosofia della prassi quando si realizza politicamente, cessa di essere filosofia e diviene pura prassi: il regno degli interessi egoistici e materialistici, il luogo dei puri rapporti di forza, in una società svuotata di ogni ideale, perché ne sono state stirpate le radici cristiane. Ma in questa società votata alla frammentazione e alla disgregazione sociale non c'è più posto per il mito rivoluzionario del mondo nuovo, perché l'idea di rivoluzione perde di significato. Oggi la realtà è intesa come un sistema di forze, soprattutto economiche, non di valori. La forza, una forza senza verità, è l'unico valore del nostro tempo. Tutti i valori, ha osservato il filosofo Augusto Del Noce, sono destinati ad essere inglobati nella categoria della vitalità. Ma una società che non conosca altro principio che la pura espansione della vitalità non può che dissolversi. L'esito è il nichilismo, che non è altro che l'autodistruzione della società.

I SESSANTOTTINI AL POTERE
In Italia abbiamo assistito a questo capovolgimento della Rivoluzione, con l'avvento dei sessantottini al potere. L'utopia sessantottina si è capovolta nella prassi relativista ed edonista, cinica e conformista della sinistra, che è interessata solo a mantenere le posizioni di potere che ha conquistato.
La Rivoluzione del Sessantotto è fallita perché il suo slogan era "è vietato vietare", ma la società contemporanea è una dittatura senza precedenti nella storia; la dittatura del relativismo, una dittatura psicologica e morale, che non distrugge i corpi, ma isola, discrimina e uccide le anime di chi ad essa resiste. Eppure un'ampia resistenza oggi è in atto. I profeti del Sessantotto annunziavano la morte e della famiglia e la famiglia oggi è in crisi, ma non sono riusciti ad estirpare il desiderio naturale, che è nel cuore di ogni uomo, di formare una famiglia che duri sempre, che sia caratterizzata dalla permanenza e dalla fecondità. E oggi in Italia e nel mondo si sviluppano i movimenti in difesa della vita e della famiglia.
I profeti del Sessantotto annunziavano la morte dello Stato e lo Stato è in crisi, ma non sono riusciti a dissolvere il desiderio, che è nella natura umana, di un'appartenenza nazionale, di un'identità culturale che si radichi in una Nazione e in uno Stato. E oggi, in Italia e in Europa, prevalgono i partiti politici che difendono l'identità e la sovranità degli Stati nazionali.
I profeti del sessantotto annunziavano la morte della religione, ma Dio non è morto, Dio è tornato, o meglio non si è mai allontanato, siamo noi che stiamo tornando a lui.  E oggi la cultura progressista è in crisi e i giovani vedono il loro futuro nella Tradizione perenne della Chiesa.

Fonte: Corrispondenza Romana, 29 novembre 2018

9 - OMELIA BATTESIMO GESU' - ANNO C (Lc 3,15-16.21-22)
Tu sei il Figlio mio, l'amato
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Oggi celebriamo la festa del Battesimo del Signore. Questa festa è stata collocata dopo quella dell'Epifania perché è sempre stata considerata come la manifestazione di Gesù, Figlio prediletto del Padre.
La prima lettura di questa festa ci narra il ritorno festoso del popolo di Israele nella città santa di Gerusalemme, dopo lunghi anni di esilio in terra straniera. Dio aveva perdonato il suo popolo e aveva posto fine alle sue sofferenze. Questa lettura si addice molto bene al tema di oggi, in quanto, con il Battesimo, Dio perdona i nostri peccati e ci riunisce nella Nuova Gerusalemme che è la sua Chiesa. Il profeta Isaia così esclama: «Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio –. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati» (40,1-2).
Il peccato ci separa da Dio, ci condanna all'esilio, ovvero alla lontananza da Lui che è il nostro Creatore. Inoltre, con il peccato si innalza come un muro tra noi e i nostri cari, per cui ci sentiamo veramente soli con la nostra miseria e viviamo come in esilio.
Gesù è venuto a salvarci e a ricondurci al suo ovile. L'annunzio di questo evento di salvezza è dato da un gesto simbolico: Gesù si sottopone al Battesimo amministrato da Giovanni. Ciò che sorprende è come mai il Figlio di Dio abbia voluto ricevere quel Battesimo. Non furono certamente le acque a santificare Gesù, ma, al contrario, fu Lui a santificarle e a renderle poi materia del sacramento del Battesimo. Gesù si assoggettò al Battesimo di Giovanni per dare a noi un esempio di umiltà e per farci comprendere che siamo noi ad aver estremo bisogno di purificazione.
Vi è una grande differenza tra il Battesimo di Giovanni e il Sacramento istituito da Gesù. Il primo fu solamente un segno di penitenza che richiamava il fedele all'impegno nel mutare condotta di vita. Esso era un gesto simbolico di umiltà da parte dell'uomo che si riconosceva peccatore e prova di un grande desiderio di purificazione e di rinnovamento. Il Battesimo di Gesù, invece, è il Sacramento che ci toglie realmente il peccato originale che abbiamo ereditato dai nostri Progenitori, ed è il Sacramento che ci rende figli adottivi di Dio.
Dopo aver ricevuto il Battesimo Gesù ha iniziato a vivere in noi, per cui valgono anche per noi le parole che il Padre pronunciò dopo che Gesù ebbe ricevuto il Battesimo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento» (Lc 3,22).
Nel giorno del nostro Battesimo, per bocca dei nostri genitori e dei nostri padrini e madrine, noi abbiamo preso degli impegni molto importanti davanti a Dio. Abbiamo, infatti, promesso solennemente di rinunciare al peccato e di credere fermamente a tutto quello che la Chiesa ci propone di credere. Di tanto in tanto è cosa molto buona rinnovare queste promesse battesimali, con convinzione sempre maggiore.
Come san Paolo, anche noi dobbiamo «rinnegare l'empietà e i desideri mondani e vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà» (Tt 2,11-12).
Da questo impegno dipenderà la nostra felicità su questa Terra e in Cielo. Chiediamo alla Madonna, alla Vergine Fedele, che ci renda sempre fedeli alle esigenze del Battesimo.

Nota di BastaBugie: brevi spunti per l'omelia delle Messe feriali si possono leggere ogni giorno nella rubrica "Schegge di Vangelo" pubblicata sul sito de La Bussola Quotidiana.
Ecco il link:
http://lanuovabq.it/it/schegge-di-vangelo

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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