BastaBugie n�610 del 01 maggio 2019

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1 CARI GAY, FATELO COME VOLETE, MA NON TRADITEVI
L'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia benedice il ritiro per far riflettere i gay sulla fedeltà: addio castità, basta avere un solo partner... ma come è possibile essere fedeli a un disordine morale pensando che Dio approvi?
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
2 TRE MARTIRI PER FESTEGGIARE IL 25 APRILE: ROLANDO RIVI, BISAGNO, TERESIO OLIVELLI
Invece nel suo discorso ufficiale Mattarella dimostra di essere un campione dell'ideologia della resistenza
Fonte: Tempi
3 L'ULTIMO DELIRIO DELLA SCIENZA SOTTOMESSA AL POTERE
Essere incinta è una malattia, dicono gli scienziatoni americani... invece il bambino non è un parassita, ma uno sguardo della madre verso l'eternità (VIDEO: Eduardo Verástegui spiega quando comincia la vita)
Autore: Silvana De Mari - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
4 QUELLO CHE NON CI HANNO DETTO SUGLI ATTENTATI TERRORISTICI IN SRI LANKA
I musulmani hanno fatto strage di cristiani e va anche detto che non è la stessa cosa morire in chiesa oppure in albergo (VIDEO: l'islam ha già conquistato l'Italia)
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera
5 IL PD DI ZINGARETTI PROMETTE L'IMPOSSIBILE: ZERO EMISSIONI DI COBALTO (O ANIDRIDE CARBONICA?)
E poi annuncia pomposamente di salvare il pianeta... dopo che il suo partito, com'è noto, ha già salvato l'Italia
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
6 DOPO 20 ANNI RIAPRE IL PROCESSO AI PRESUNTI PEDOFILI SATANISTI DELLA BASSA MODENESE
Era tutto falso e, tra gli altri, fu accusato ingiustamente anche Don Giorgio Govoni, morto di crepacuore poco prima della sentenza che lo dichiarava innocente
Autore: Emanuele Boffi - Fonte: Tempi
7 GRETA SALVERA' IL MONDO? ECCO 4 RAGAZZI CHE HANNO PREFERITO GESU' COME SALVATORE
Va di moda una visione catastrofica del mondo che potrà essere salvato da piccoli guru come Greta, ma di Salvatore ce n'è uno solo... e si chiama Gesù Cristo
Autore: Costanza Signorelli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
8 LETTERE ALLA REDAZIONE: LA RIVOLUZIONE FRANCESE PEGGIO DELL'INCENDIO DI NOTRE DAME
Eppure Macron e compagni, che usano il termine ''medioevale'' con disprezzo, poi per fatti come questi fingono di piangere (lacrime di coccodrillo?)
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
9 OMELIA III DOMENICA PASQUA - ANNO C (Gv 21, 1-19)
Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - CARI GAY, FATELO COME VOLETE, MA NON TRADITEVI
L'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia benedice il ritiro per far riflettere i gay sulla fedeltà: addio castità, basta avere un solo partner... ma come è possibile essere fedeli a un disordine morale pensando che Dio approvi?
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 29 aprile 2019

Quindi alla fine la diocesi di Torino è andata avanti, e dopo avere rimandato ha infine tenuto davvero il corso per "insegnare la fedeltà alle persone dello stesso sesso".
Il Catechismo della Chiesa Cattolica però continua ad annunciare che gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati, quindi non vedo come una diocesi della Chiesa Cattolica possa permettere che si insegni la fedeltà a un disordine. Come si può insegnare a rimanere in qualcosa che ferisce l'uomo nella sua più profonda identità, come si può aiutare qualcuno a rimanere nel peccato, che vuol dire "sbagliare mira"? E' come se una mamma che vede suo figlio che si fa del male lo aiutasse a rimanerci sempre più dentro.
E' legittimo (e anche molto comune) pensarla diversamente, ma non è legittimo insegnare diversamente a nome della Chiesa Cattolica, perché la Chiesa ha duemila anni di storia, si fonda sul sangue dei martiri, consegna un sapere che non è di nessuno se non di Cristo, e nessuno lo può modificare a suo piacimento.
Si può sempre fondare un'altra chiesa, ma non si può fare quello che si vuole della nostra.
Ovviamente l'obiezione più comune, che alcuni fanno persino in buona fede (non chi dovrebbe conoscere la nostra fede, come per esempio padre Martin e molti altri), è che la Chiesa come madre deve amare tutti i suoi figli, inclusi quelli che hanno attrazione verso lo stesso sesso. Ma la Chiesa, proprio perché ama, vuole che ogni uomo realizzi il disegno di Dio, perché sa che solo così potrà essere pienamente felice.

COSA DICE LA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
Ecco cosa tuttora insegna la Chiesa, nonostante i tentativi di cambiare la dottrina attraverso la pastorale: "Il cap. 3 della Genesi mostra come questa verità sulla persona umana quale immagine di Dio sia stata oscurata dal peccato originale. Ne segue inevitabilmente una perdita della consapevolezza del carattere di alleanza, proprio dell'unione che le persone umane avevano con Dio e fra di loro. Benché il corpo umano conservi ancora il suo « significato sponsale », ora questo è oscurato dal peccato. Così il deterioramento dovuto al peccato continua a svilupparsi nella storia degli uomini di Sodoma (cf. Gen 19, 1-11). Non vi può essere dubbio sul giudizio morale ivi espresso contro le relazioni omosessuali. In Levitico 18, 22 e 20, 13, quando vengono indicate le condizioni necessarie per appartenere al popolo eletto, l'Autore esclude dal popolo di Dio coloro che hanno un comportamento omosessuale. Sullo sfondo di questa legislazione teocratica, San Paolo sviluppa una prospettiva escatologica, all'interno della quale egli ripropone la stessa dottrina, elencando tra coloro che non entreranno nel regno di Dio anche chi agisce da omosessuale (cf. 1 Cor 6, 9)"

INSEGNARE AD ESSERE FEDELI A QUALCOSA CHE PORTA ALLA DANNAZIONE
Dunque un sacerdote della Chiesa cattolica non può fare, in un convento, a nome dell'autorità di cui è rappresentante, un corso per insegnare a essere fedeli a qualcosa che non permette di entrare nel regno dei cieli secondo la stessa Chiesa che gli dà l'autorità di parlare.
Se invece diciamo che ci può essere una gradualità nell'avvicinarsi al compimento del disegno di Dio su di noi, questo è sicuramente vero, e lo è per tutti noi che combattiamo contro peccati sicuramente gravi, alcuni più, alcuni meno di quelli, ma non importa. [...]
Quello che è drammatico è invece il fatto che sia proprio la Diocesi stessa a proporre un cammino, in modo ufficiale. Nella migliore e più benevola delle ipotesi si tratta di un grave errore pastorale che produce confusione. Nella peggiore invece si tratta di un tentativo di cambiare la dottrina, svuotandola dal di dentro, proponendo quella omosessuale come una delle varianti della sessualità umana, cosa che Sua Eccellenza Monsignor Cesare Nosiglia dovrebbe sconfessare pubblicamente.

Nota di BastaBugie: Andrea Zambrano nell'articolo seguente dal titolo "La diocesi benedice i Cattogay: purché siate fedeli" spiega come la spinta omoeretica che lavora nelle diocesi, dopo il tentativo stoppato l'anno scorso, stavolta sia riuscita ad organizzare, prima nel nascondimento poi pubblicizzandolo a cose fatte, il ritiro pasquale per riflettere con i gay cattolici sulla fedeltà. Addio castità: basta avere un solo partner. Della serie: fatelo come volete, ma non traditevi.
Ecco l'articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 30 aprile 2019:
Il titolo dice già tutto: "Gay in convento a studiare la fedeltà". Alla fine ce l'hanno fatta. Complice lo stile "carbonaro" scelto: un incontro di nascosto, senza clamori e senza gli annunci trionfali sui giornali. L'anno scorso, di questi tempi era stato proprio l'emergere di questo ritiro spirituale per la fedeltà delle persone omosessuali a scatenare un putiferio e a costringere il vescovo di Torino ad annullarlo. Il promotore, don Gianluca Carrega, delegato per la pastorale della cultura e - tra le varie deleghe - responsabile della pastorale per gli omosessuali, dovette incassare lo stop.
Eppure quell'incontro nasceva dalla necessità - si diceva allora - di colmare una lacuna della legge Cirinnà sulle Unioni civili: il riconoscimento della fedeltà dei due contraenti. Come se adesso la dottrina cattolica debba rincorrere le istanze delle leggi civili. E pazienza se è proprio la fedeltà ad essere assente nel rapporto tra persone attratte dall'altro sesso. Ma la sfida era di quelle potenzialmente dirompenti: la Chiesa proibisce gli atti omosessuali? Ma se fossero fatti fedelmente? Con questo stratagemma don Carrega ci ha riprovato l'anno successivo. Riuscendoci.
Dal resoconto che ne ha fatto il quotidiano di Torino La Stampa a "giochi fatti" sembra proprio che stavolta abbiano trovato una chiave per far digerire il tutto. Anzitutto muovendosi di nascosto e poi perché è noto che gli arieti, dopo il secondo tentativo incontrano un ostacolo sicuramente più fiacco.
Ecco il punto di rottura con l'omoeresia di fondo che si cela dietro questo ennesimo tentativo di picconare la dottrina morale della Chiesa. Secondo l'articolo che ha citato frasi di un attivista gay, Massimo Battaglio e di Padre Piva dalle colonne di Avvenire "l'esperienza dell'amore fedele di Dio è un modo per mettere ordine nelle relazioni disordinate omosessuali o eterosessuali che siano". Come a dire: non è l'omosessualità ad essere disordinata, ma l'assenza di fedeltà nelle relazioni. E riguarda anche le cosiddette famiglie normali. Basta mettere la fedeltà e otterrai l'ordine. Lo suggeriva lo stesso quotidiano dei vescovi un anno fa a conclusione della vicenda. È uno scimmiottare l'amore cristiano, che non può non essere che perverso.
Eppure, stavolta l'iniziativa ha avuto il via libera del vescovo Nosiglia, del quale non si sa se abbia benedetto la cosa, ma è evidente che se don Carrega è ancora al suo posto, vorrà dire che andrà bene nel suo incarico e nel modo in cui propone la pastorale per le persone con attrazione per persone dello stesso sesso: dunque, niente castità, niente amicizia disinteressata. La parola d'ordine adesso è fedeltà: fedeltà a Dio e fedeltà tra i partner. Della serie: "Fatelo, ma non traditevi".
A supporto di questa omoeresia istituzionalizzata dalla Chiesa sotto la Mole, c'è il solito sistema dell'appropriarsi della Bibbia facendo dire alla Bibbia ciò che non ha mai detto. L'archetipo a cui ci si aggrappa è l'amicizia tra Davide e Gionata. Ma era un'amicizia e basta, dato che nel racconto biblico non si mette in discussione la legge naturale universale.
Ovviamente nessuno si è chiesto come sia possibile che la Chiesa possa insegnare e caldeggiare la fedeltà a quello che il Catechismo chiama ancora un disordine morale oggettivo, l'omosessualità, e la sua pratica erotica, una perversione della natura e un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio.
Di questo passo - ha commentato qualche arguto opinionista spiegheremo "agli adulteri come cornificare le mogli o i mariti secondo il Vangelo?" E faremo "esercizi Spirituali per insegnare ai ladri a rubare con pietà cristiana?".
La domanda è di quelle provocatorie, ma, razionalmente parlando, non fa una piega. [...]
La sconfortante immagine che ci lascia la Chiesa di Torino è quella di una madre che, mentre vede il figlio farsi del male, lo aiuta a restare in quel dolore con la falsa consolazione di una vicinanza che asseconda quell'errore.
Di questo passo è legittimo per ogni genitore chiedersi se affiderebbe a sacerdoti che calpestano la morale in questo modo l'educazione dei propri figli. E anche domandarsi per quale motivo i vescovi, quasi fossero ricattati per il loro passato, cedano così insistentemente alle pressioni di una lobby gay che ha mostrato molto bene di quali e quante armi può disporre. A cominciare dalla dissimulazione e dall'inganno.


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Fonte: Blog di Costanza Miriano, 29 aprile 2019

2 - TRE MARTIRI PER FESTEGGIARE IL 25 APRILE: ROLANDO RIVI, BISAGNO, TERESIO OLIVELLI
Invece nel suo discorso ufficiale Mattarella dimostra di essere un campione dell'ideologia della resistenza
Fonte Tempi, 25 aprile 2019

Siamo un paese che vive di polemiche e, inutile nasconderlo, l'idea di una memoria condivisa è una chimera. Lo si è visto anche quest'anno in occasione dei festeggiamenti del 25 aprile, data della liberazione. Puntuali, sono arrivate anche le polemiche. C'è poco da farci: sebbene negli anni diversi storici abbiano mostrato che furono numerosi i gruppi partigiani rossi colpevoli di eccidi, pare che una parte del paese non voglia ammettere che, accanto a comportamenti eroici, vi fu anche chi si macchiò di orrendi delitti.
Ma la storia è storia, e andrebbe raccontata tutta e per intero, non solo quella "consentita" dalla storiografia di sinistra. Tempi, negli ultimi anni, s'è soffermato su tre figure esemplari: Rolando Rivi, Aldo Gastaldi detto Bisagno e Teresio Olivelli. Qui di seguito vi proponiamo in breve alcuni loro ritratti. [...]

ROLANDO RIVI, IL GIOVANE SEMINARISTA MARTIRE
Proclamato beato da papa Francesco, il seminarista Rolando Rivi fu ucciso quattordicenne dai partigiani il 13 aprile 1945. La sua storia la conoscete: accusato di fare la spia, fu portato dai partigiani nel bosco di Monchio (Mo), malmenato e infine assassinato "in odium fidei". È morto sussurrando le parole «io sono di Gesù». Per anni, la sua figura è stato osteggiata. Settantré anni dopo il suo assassinio, il suo martirio ha portato frutto: l'anno scorso, Meris Corghi, figlia del partigiano Giuseppe che uccise il giovane seminarista, ha chiesto perdono ai fratelli e al cugino del beato, Alfonso, e ad altri familiari. Un fatto eclatante e commovente, come spiegò a Tempi in un'intervista monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia: «Il seme di Rolando è fiorito facendo cose nuove e redimendo il male passato».

BISAGNO, IL PRIMO PARTIGIANO D'ITALIA
La straordinaria storia di coraggio e fede di questo partigiano è stata raccontata in un bel documentario da Marco Gandolfo e da Giampaolo Pansa nel suo Uccidete il comandante bianco. Dopo l'8 settembre, Gastaldi si rifugiò a Cichero, alle pendici del monte Ramaceto sull'Appenino ligure e lì iniziò a guidare un gruppo di partigiani. Bisagno era apolitico e cattolico. Il suo modo di combattere - che evitava l'accanimento contro i nemici fascisti - gli attirò i sospetti dei partigiani rossi tanto che molti sostengono che da loro sia stato ucciso il 21 maggio 1945 a Desenzano del Garda. Amatissimo dai suoi compagni e dalla popolazione, fu insignito dell'onorificenza di "primo partigiano d'Italia".

TERESIO OLIVELLI, IL PRIMO PARTIGIANO PROCLAMATO BEATO
Teresio Olivelli è il primo partigiano italiano canonizzato dalla Chiesa cattolica. Giovane di Azione cattolica e poi della Fuci, fascista militante, combatté in Spagna contro i comunisti, si allontanò dall'ideologia dei neri nel 1941 mentre si trovava in Russia. Capace di gesti coraggiosi - come quello di portare il distintivo dell'Ac anche dopo che l'associazione era stata sciolta dal regime o di difendere uno studente ebreo al Collegio Ghislieri di Pavia dai bulli che lo avevano preso di mira - si distinse in combattimento tanto da meritarsi la medaglia d'oro al valor militare e la medaglia d'oro della Resistenza, cui si unì una volta rientrato in Italia. È l'autore de La Preghiera del Ribelle e morì il 17 gennaio 1945 a 29 anni nel lager nazista di Hersbruck, vittima di un pestaggio per aver preso le difese di un altro prigioniero. La Chiesa lo ha canonizzato riconoscendolo "martire della carità".

Nota di BastaBugie: Stefano Fontana nell'articolo seguente dal titolo "Mattarella, il resistenzialista" spiega perché nel discorso del presidente Mattarella per la festa del 25 aprile ci sono almeno due passaggi discutibili, il primo dei quali da rifiutare e il secondo quantomeno da precisare. In ogni caso si è dimostrato un campione dell'ideologia della resistenza.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 27 aprile 2019:

Nel discorso del presidente Mattarella per la festa del 25 aprile ci sono almeno due passaggi discutibili, il primo dei quali da rifiutare e il secondo quantomeno da precisare.
Quello da rifiutare è che sul tema della resistenza "la storia non si riscrive", come perentoriamente affermato dal Presidente. A parte la ovvia constatazione che la storia sempre si riscrive (altrimenti a cosa servirebbero gli storici?), nel caso specifico della resistenza o della "guerra civile italiana" potremmo dire che la storia aspetta di essere riscritta, nonostante lodevoli tentativi su questa linea siano già stati fatti.
Non so se esista la parola "resistenzialismo" nel senso dell'ideologia della resistenza, ma se non c'è possiamo coniarla noi. Il divieto di Mattarella a riscrivere la storia mi sembra proprio un esempio di resistenzialismo. Percorrendo questa strada non si farà mai del 25 aprile un giorno di unità nazionale, ammesso che le giornate commemorative del passato, qualsiasi esso sia, possano ottenere questo scopo. Dico anche di più: non solo la storia della resistenza va riscritta ma anche altri capitoli della storia nazionale, come per esempio il risorgimento.
La storia della resistenza, come continua ad affermare tra i tanti Giampaolo Pansa, va riscritta perché finora non è stata scritta bene a causa del resistenzialismo, cavalcato soprattutto dagli intellettuali legati al Partito Comunista Italiano. Da lì è emersa la vulgata di cui anche Mattarella, purtroppo, si fa fedele seguace. Uno dei punti centrali di questa versione ideologica e popolare della resistenza è il concetto del fascismo come "male assoluto" che Augusto Del Noce coraggiosamente mise bene in chiaro.
Dato che il Partito Comunista voleva acquisire una patente di democraticità, si inventò lo spirito del Comitato di Liberazione Nazionale, ossia della collaborazione tra tutte le forze democratiche contro il fascismo "male assoluto". Con ciò fece dimenticare che quel partito era totalitario e lo inserì tra i padri della costituzione democratica, in omaggio al programma di Salerno di Togliatti e alla rivoluzione consuntiva di Gramsci. Da quel momento il comunismo, nemmeno quello sovietico, non rappresentò più un male, perché solo il fascismo lo era. Gli intellettuali, i libri di storia - anche dopo De Felice e fino a noi - e la vulgata del partigiano buono a priori non trovarono ostacoli. Il "sangue dei vinti" non emerse mai nei libri di storia adoperati a scuola, del "triangolo della morte" o dei sacerdoti uccisi si evitò di parlare.
L'offesa di essere un "fascista" colpì tutti coloro che non erano allineati con l'egemonia culturale della sinistra che ben presto fu fatta coincidere col costituzionalismo. Gino Strada dice oggi che Salvini è fascista. Le femministe radicali dicono che combattere l'utero in affitto è fascismo e che loro ai fascisti non "la vogliono dare". Agli immigrati si chiede di liberarci dai fascisti, ossia da quanti vogliono dare una regola alle immmigrazioni. I pacifici manifestanti al Congresso mondiale delle famiglie di Verona erano considerati e come tali apostrofati nei cartelloni della contromanifestazione pro-gender. Alla cerimonia del 25 aprile dove abito io, la presidente locale dell'Associazione partigiani (ormai pressoché priva di partigiani per motivi anagrafici) ha detto che anche oggi c'è un fascismo da combattere nella "deriva populista", espressione con cui oggi si indicano precise forze politiche.
Nel divieto a riscrivere la storia del presidente della Repubblica è contenuto il perfetto allineamento a questa ideologia "resistenzialista", che è ancora dura a morire e che continua a vivere di slogan interessati ma che prima o poi morirà.
Il secondo punto del discorso di Mattarella da chiarire è che "non si deve mai barattare la libertà con l'ordine". La frase è molto equivoca e sposa in pieno un concetto di libertà illuminista ma non realista né cattolica. La libertà richiede un ordine finalistico che la preceda e che la distingua dall'arbitrio. La società politica deve rispettare un ordine indipendente dalle maggioranze, un ordine morale e, quindi, giuridico, sul quale fondare il diritto e la legge, i doveri prima che i diritti. Un ordine indisponibile, nel rispetto del quale la libertà è libertà e non licenza, i diritti sono diritti e non desideri.
Forse il  Presidente si riferiva all'idea contrattualistica della politica: gli uomini sono liberi ma deboli e indifesi, quindi rinunciano alla loro libertà per avere protezione e ordine. Questo, egli dice, non si deve fare. Ma allora si deve mantenere una libertà come arbitrio e licenza? Il Presidente dimentica che l'ordine non nasce da un contratto con la reciproca limitazione delle libertà, l'ordine c'è già nella natura degli uomini e nelle loro relazioni e quest'ordine riempie la libertà di contenuti, la limita con dei fini che non è essa a darsi perché fondare la libertà sulla libertà stessa significa non fondarla.

DOSSIER "SERGIO MATTARELLA"
Il presidente catto-comunista

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Fonte: Tempi, 25 aprile 2019

3 - L'ULTIMO DELIRIO DELLA SCIENZA SOTTOMESSA AL POTERE
Essere incinta è una malattia, dicono gli scienziatoni americani... invece il bambino non è un parassita, ma uno sguardo della madre verso l'eternità (VIDEO: Eduardo Verástegui spiega quando comincia la vita)
Autore: Silvana De Mari - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30-04-2019

La nostra è un'epoca col mito della scienza. Chiunque voglia affermare qualche peregrina scemenza, deve ammantarla di una parvenza di scienza.
E così la notizia più delirante arriva da una qualche università statunitense, nel corso "biologia della malattia": il feto è equiparato a un parassita. La boutade non è nuova, in effetti tutto il femminismo tende a vedere il feto come un parassita, che diventa "forse" accettabile, solo se molto desiderato dalla madre, cioè per la volontà della proprietaria dell'utero, ma non per caratteristiche proprie. Se non è "desiderato", il feto è un parassita, al punto tale che le pratiche mediche e chirurgiche per sbarazzarsene sono gratuite, esattamente come gratuite sono le cure per eliminare le cisti da echinococco o il cancro.
La visione del feto come parassita è stata sostenuta da tutta la sottocultura femminista e post moderna. Come spiega Giovanni Formicola, il '68 ha avuto un troncone politico, militarizzato, fatto di bombe, morti e gambizzati, e un troncone del desiderio di cui fa parte la promiscuità erotica, il coito continuo e irresponsabile, di cui fa ovviamente parte anche l'aborto. Se non è incluso nel desiderio, il feto è un parassita, e deve essere sradicato dal corpo delle madre a spese del sistema sanitario nazionale.
Ora, una qualche università statunitense tenta di dare validità scientifica alla teoria. Ce l'hanno una facoltà di Medicina, una cattedra di Embriologia? Forse no, perché chiunque abbia appena preso in mano un testo di fisiologia conosce il rapporto straordinario tra il corpo della madre e il feto.

IL BAMBINO, SGUARDO DELLA MADRE VERSO L'ETERNITÀ
 "Nessuno si spiega - scrive la fisiologa L. Barocchi in un bel testo che si intitola "La vita umana, prima meraviglia" (ed. Centro Documentazione e Solidarietà, Roma) - come sia possibile che una cellula microscopica si riproduca in miliardi di cellule identiche a lei, con il suo stesso nucleo genetico, e dia origine a tessuti tanto differenziati, quasi opposti, come i muscoli e il cervello, il sangue liquido e le ossa solide, gli arti e gli occhi... Né si spiega come queste cellule lavorino concordemente, ognuna a vantaggio dell'altra, per la perfetta realizzazione del piano comune che è stampato nel loro intimo". Non appena avviene la fecondazione, ogni singola particella del corpo materno è come avvisata che c'è un figlio e che deve essere protetto: "E subito i globuli bianchi, impegnati nella difesa immunitaria - spiega Barocchi -, arrestano davanti a lui la loro attività: sebbene addestrati a individuare e rigettare ogni sostanza estranea (cioè con un patrimonio genetico diverso) essi salvano il piccino anche se estraneo. È un figlio, non c'è cellula nella madre che non lo voglia".
Anche la mente inconscia della madre vuole quel bambino, sa che è la sua proiezione nell'eternità, la sua proiezione oltre la morte. E se la sua mente cosciente, ubriaca di propaganda e di idiozie decide di terminare la gravidanza, quel bambino non nato resterà come una ferita aperta.
Un feto equiparato a un parassita, l'aborto volontario equiparato all'asportazione di un parassita.

LA PSEUDOSCIENZA DEGLI PSICHIATRI ASSERVITI AL POTERE
Abbiamo già visto all'opera questa pseudoscienza. Con Lombroso e la sua infantile teoria che i buoni sono belli e i cattivi sono brutti. La ammantò coll'ampolloso nome di fisiognomica e, incredibilmente, la cosa funzionò. La fisiognomica è contraria al concetto cristiano di libero arbitrio, quindi chi negava la fisionomica era accusato di essere una baciapile nemico delle scienze. Che la fisionomica fosse un ammasso di idiozie, indimostrata e indimostrabile, era secondario. Era la scienza. Anzi, la Scienza. Lombroso invece era ateo, situazione che è invece considerata una garanzia di oggettività e rigore, quindi tra una seduta spiritica e l'altra Lombroso indottrinò l'Europa su quanto i brutti fossero disprezzabili. Lombroso credeva allo spiritismo. Chi non crede in Dio rischia di credere in qualsiasi cosa. L'Europa si è fatta insegnare la scienza da un tizio convinto di aver parlato ai fantasmi.
La fisionomica ha fatto morti e feriti. Nazismo e comunismo si sono ammantati di razionalità scientifica, in nome della scienza il dottor Mengele e i suoi omologhi giapponesi dell'Unità 731 si sono scatenati. Risparmio il nome dei medici che avevano dichiarato che il fumo di sigaretta, e in particolare delle Camel, era benefico per la salute di tutto il corpo, ma soprattutto dei bronchi. Sempre in nome della scienza la talidomide, un farmaco contro l'insonnia, è stato dichiarato sicuro in gravidanza e questo ci ha dato la più spaventosa epidemia di malformazioni e focomelie prima dell'esplosione del reattore di Chernobil, reattore che la scienza aveva dichiarato sicuro e in grado di superare il test che ha causato il disastro. D'accordo, chi lo aveva sostenuto era uno scienziato sovietico, e la scienza sovietica è sempre stata malleabile a seconda delle direttive, a cominciare dalle scienze economiche e dalla statistica, ma quelli della talidomide erano tedeschi, e la scienza tedesca , almeno nell'immaginario collettivo, dovrebbe avere la malleabilità del cemento armato, e invece rispondeva alle banali leggi del mercato.
Gli psichiatri sovietici affermarono che chiunque non amasse il Partito doveva avere un qualche tipo di squilibrio mentale, curabile con pochi anni di manicomio dove l'alternanza di elettroshock e ipoglicemia da insulina lo avrebbero portato alla norma. Questa teoria fu onorata non solo all'interno del patto di Varsavia, scientificamente protetta dalla polizia politica, ma anche dalla psichiatria occidentale, scientificamente protetta dalla piaggeria che una parte del mondo "scientifico" degli ultimi decenni ha sempre nutrito per la falce e il martello.

LA PRESUNTA INFALLIBILITÀ DEGLI PSICHIATRI AMERICANI
Negli USA siamo passati dal dogma dell'infallibilità del Papa, al dogma dell'infallibilità dell'APA, Associazione Psichiatri Americani, che regna sul mondo con affermazioni ottenute per votazione, un metodo altamente scientifico [è una battuta perché di scientifico non ha nulla: la scienza procede per esperimenti verificabili e ripetibili non per votazioni, N.d.BB]. Scientificamente Greta con annesse treccine ci sta invitando ad azzerare le emissioni di CO2, quindi noi impareremo a non respirare e le piante impareranno a fare a meno della fotosintesi e la scienza sarà contenta.
Arriviamo così alla scientifica medicalizzazione del parto, la regola della puerpera e neonato separati dalla vetrata della nursery, messi insieme solo per quindici minuti ogni quattro o sei ore, sono le regole perfette per far fallire l'allattamento materno, che ha bisogno di tempo, di calma, di periodi di suzione molto più lunghi. La scienza spia la gravidanza attraverso l'ecografia: molti bimbi sono stati salvati, ma un esercito è stato abortito per malformazioni vere o presunte o perché erano del sesso sbagliato. Tra l'altro, visto che ora pare che il sesso lo decidano i bambini da grandi, non potremmo vietare l'aborto selettivo come fulgido esempio di trasfobia? L'odio contro la maternità aumenta di mese in mese. Ammantate da una parvenza di linguaggio scientifico arrivano notizie deliranti: avere un figlio invecchia, impedisce la fisiologia eccetera.
La nostra non è un'epoca col mito della scienza. La nostra è semplicemente cultura di morte.
Prendiamo in pugno le spade per difendere l'ovvio: due più due fa quattro, l'erba è verde, i bambini devono nascere non essere uccisi nel ventre delle loro madri. Ucciderli è una scelta, pro choice, appunto, non una necessità come levare una cisti da echinococco o un tumore. Una scelta che può essere rimpianta e quando il rimpianto arriva, è quanto di più straziante ci possa essere. Nessun Stato deve finanziare la soppressione dei suoi futuri cittadini. Nessun cittadino deve essere costretto a finanziare la scelta di uccidere il proprio bimbo nel proprio ventre. Quindi "not with my money. Non col mio denaro". La 194 è una qualsiasi legge di un qualsiasi Stato, si può cambiare.
La riconquista della cultura della vita comincia da qui.

Nota di BastaBugie: Eduardo Verástegui (attore protagonista nello stupendo film Bella, clicca qui) nel seguente video (durata: 2 minuti) spiega il perché la vita umana ha inizio con la formazione dell'embrione.


https://www.youtube.com/watch?v=sL5Xjf0-AQA

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30-04-2019

4 - QUELLO CHE NON CI HANNO DETTO SUGLI ATTENTATI TERRORISTICI IN SRI LANKA
I musulmani hanno fatto strage di cristiani e va anche detto che non è la stessa cosa morire in chiesa oppure in albergo (VIDEO: l'islam ha già conquistato l'Italia)
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera, 26/04/2019

La strage dello Sri Lanka con 310 morti e oltre 500 feriti ci offre degli elementi di riflessione. Innanzitutto non ci si può limitare a parlare genericamente di un tragico evento, o anche di attentati terroristici, senza indicarne la matrice religiosa. Questo anzitutto per amore e rispetto delle vittime. Una parte di esse infatti ha perso la vita nelle esplosioni che hanno devastato le chiese mentre assisteva alle funzioni della Santa Pasqua. Un'altra parte sono state vittime delle bombe esplose in alberghi di lusso. Tutti uguali di fronte alla morte la cui falce miete inesorabilmente ogni uomo senza conoscere distinzioni di età, di sesso, di cultura, di religione, di razza.

NESSUNO PUÒ SFUGGIRE ALLA MORTE
Non tutti però sono uguali nell'attimo che segue immediatamente la morte che è il giudizio divino di fronte a cui ogni anima si presenta nel momento in cui si separa dal corpo. Questo giudizio non uguaglia, ma divide, discrimina, rappresenta il compimento di quella che è stata la scelta di fondo della nostra vita: pro o contro Dio e la sua legge, la sua Chiesa (quella Chiesa di cui è fondatore e capo colui che sarà nostro giudice, perfettamente giusto, infinitamente misericordioso). Nessuno sfugge al giudizio divino, ma diverso è il giudizio divino per ognuno. A questa luce, che è la luce della fede, dobbiamo dire che tutti coloro che sono morti nelle chiese sono certamente in paradiso perché la loro morte può essere paragonata a quella dei martiri, infatti sono stati uccisi in odio alla fede. L'isis ha rivendicato il massacro e il governo dello Sri Lanka ha confermato che gli attentati avevano una matrice religiosa islamista. Bisogna dirlo, insisto, per amore e rispetto per le vittime. Gli attentatori hanno in odio la fede cattolica donne e uomini battezzati, uniti per assistere alle funzioni religiose e per celebrare il fulcro della fede cristiana: la resurrezione di Gesù Cristo redentore dell'umanità, unico Salvatore nel cui nome si piegano il cielo e la terra. Le vittime non immaginavano certo di morire, ma erano uomini e donne di fede che compivano un atto religioso. Il sangue versato ha purificato le loro vite.
Non altrettanto si può dire di coloro che si trovavano negli alberghi. Non sappiamo quanti di essi fossero cristiani, quanti credenti di altre religioni e quanti, forse la maggior parte, credenti di nessuna religione. I più forse vivevano immersi nell'edonismo e nel relativismo religioso. Per alcuni di essi certamente la morte avrà portato alla salvezza eterna. Ma per altri l'eterna dannazione.
I terroristi islamici hanno scelto come obiettivo gli alberghi, oltre le chiese, considerandoli luoghi di decadenza e gli ospiti sono stati uccisi non in quanto cristiani, ma in quanto occidentali perché l'Islam è una religione politica che vede nell'occidente laico e scolarizzato l'antitesi al proprio fanatismo religioso.

COS'È IL MARTIRIO
Ma è chiaro che è diverso morire inginocchiati in una chiesa o nel letto di una camera d'albergo. E qui tocchiamo un punto che ci fa capire che cos'è il martirio. Sant'Agostino afferma che ciò che rende martiri non è la pena della morte per quanto crudele essa possa essere, ma è la ragione della morte che viene inflitta: il modo (e il luogo) in cui viene inflitta. Questo principio non si applica solo al martirio (che è la testimonianza cristiana estrema spinta fino alla morte), ma si applica a qualsiasi sofferenza dell'uomo. Facciamo un esempio: immaginiamo due persone colpite da una malattia più o meno grave. Una la accetta con rassegnazione, la offre Dio, si unisce in questo modo alle sofferenze della passione di Cristo. L'altra persona rifiuta questo male, si rivela ciò che chiama il destino, impreca contro Dio e si dispera. La malattia è la stessa, ma il primo guadagnerà grandi meriti, il secondo si macchierà di colpe gravi.
Viviamo un tempo di persecuzioni e, per molti, di martirio non cruento, ma bianco come viene definito quello che si soffre per la fede cattolica senza versare necessariamente il proprio sangue. È in fondo quello che hanno sempre fatto i Confessori della Fede che hanno testimoniato la verità con la parola e con l'esempio. Non tutti siamo chiamati ad essere martiri, ma tutti siamo chiamati ad essere ognuno nel proprio piccolo con la parola e con l'esempio Confessori della Fede.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata 2 minuti) si vede come gli imam in Italia considerano Roma una città già conquistata dall'islam. Inoltre spiegano che secondo il Corano le donne che non obbediscono si devono picchiare. Un video da vedere e far vedere per aprire gli occhi nella realtà che ci sta intorno, non è solo in Sri Lanka.


https://www.youtube.com/watch?v=gcuyMVx3Xmk

Fonte: Radio Roma Libera, 26/04/2019

5 - IL PD DI ZINGARETTI PROMETTE L'IMPOSSIBILE: ZERO EMISSIONI DI COBALTO (O ANIDRIDE CARBONICA?)
E poi annuncia pomposamente di salvare il pianeta... dopo che il suo partito, com'è noto, ha già salvato l'Italia
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 21/04/2019

C'è un'esilarante battuta nell'antologia delle "Formiche". Un tizio, preoccupato per le sorti dell'umanità, dice: "Pensa, ogni volta che respiro muore un uomo". E l'altro: "Hai provato a fare qualcosa per l'alito?".
Torna d'attualità a proposito del recente manifesto del PD che ha fatto scompisciare dal ridere l'Italia perché i famosi "competenti" del partito di Zingaretti hanno confuso l'anidride carbonica (CO) con il cobalto (Co) scrivendo: "Zero emissioni di Co2 entro il 2050".
Infatti in questo slogan - perfetto emblema di un partito di grandi intellettuali che è passato dal pensiero di Marx a quello di Greta - è contenuta una "rivelazione" ancora più grossa di quella sul cobalto, in quanto "zero emissioni" di anidride carbonica "entro il 2050" significa che entro quell'anno il PD ha intenzione di convincere sette miliardi di esseri umani, che oggi popolano il mondo, a smettere del tutto di respirare dal momento che ad ogni respiro - maledetti devastatori - consumano ossigeno ed emettono anidride carbonica.
Si dovrà provvedere anche a convincere tutti gli alberi del pianeta a suicidarsi in quanto finora, per vivere, si sono nutriti assorbendo enormi quantità di anidride carbonica...

ZERO EMISSIONI DI ANIDRIDE CARBONICA ENTRO IL 2050
Adesso si spiega anche il senso dell'altro manifesto programmatico del Pd che sobriamente proclama il proposito di salvare la terra. Il partito di Zingaretti - che, com'è noto, ha già salvato l'Italia - ora dichiara l'intenzione di salvare il pianeta appunto con "zero emissioni" di anidride carbonica "entro il 2050".
Per raggiungere tale modesto obiettivo - dopo aver convinto tutti gli esseri umani a non respirare e aver spazzato via tutte le piante dalla terra - il problema sarà persuadere i vulcani a non emettere più CO2, dal momento che questi screanzati, incuranti di Zingaretti, continuano a rilasciare ogni anno in atmosfera dai 130 ai 250 milioni di tonnellate di CO2 (e - detto per inciso - è proprio grazie a queste emissioni dei vulcani che sulla Terra poté svilupparsi la vita).
Inoltre, dopo aver fatto spegnere i vulcani o aver provveduto a tapparli con una colata di cemento armato, Zingaretti e compagni dovranno provvedere a convincere pure gli animali a non respirare.
Anche loro infatti hanno l'infame vizio di emettere anidride carbonica e non va bene, perché così facendo distruggono il pianeta e sabotano il programma del partito (emissioni zero "entro il 2050").
Il Pd - per conseguire il suo obiettivo - potrebbe varare un nuovo manifesto diretto a tutti i viventi (uomini, piante e animali) con questo slogan: "Non fate piangere Zingaretti (e Greta): smettete di respirare". Quanti viventi vorranno dare un dispiacere al Pd e a Greta? Vedremo.

MA NON BASTA
Per salvare il pianeta il Pd dovrà anche applicarsi al grave problema delle flatulenze bovine oltreché al meteorismo delle vacche.
In sostanza il PD dovrà convincere questi quadrupedi, e tutti gli altri che alleviamo in grande quantità, a non ruttare e a non emettere altri tipi di gas (come il metano, che aumenta l'effetto serra) dalla parte del corpo opposta alla bocca.
Com'è noto, infatti, molti e autorevoli studi e ricerche hanno dimostrato che "i gas ad effetto serra emessi dal bestiame" sono "responsabili di circa il 10% delle emissioni ad effetto serra globali".
Inoltre "hanno stimato" scriveva l'Ansa, che "le emissioni di gas serra dovute a 11 tipi di bestiame, relative a 237 nazioni e rilasciate nell'ultima metà del secolo... globalmente dal 1961 al 2010... sono aumentate del 51%.Il 74% delle emissioni mondiali è causato dai bovini".
Il Pd potrebbe forse proporre di collocare una marmitta catalitica al deretano di ogni vacca, ma sono milioni di capi.
Anche alla defecazione i bovini non sembrano disposti a rinunciare, a meno che Zingaretti e compagni non intendano otturare il loro posteriore con tappi di sughero o altro materiale.
In effetti il Pd dovrà impegnarsi molto su questo problema perché - come scriveva "Il Sole 24 ore", riportando una ricerca dell'Università di Boulder, nel Colorado - "gli escrementi delle mucche, e non solo, potrebbero essere responsabili del peggioramento della qualità dell'aria attraverso queste sostanze (ammoniaca e altri composti dell'azoto) quanto le automobili, se non addirittura di più, come scrive il sito di 'Science', riprendendo i dati pubblicati da 'Geophisical Research Letters' ".
Riusciranno i nostri Supereroi - Zingaretti e compagni - a salvare il pianeta? Riusciranno a salvare l'umanità?
Per il momento sembra che l'obiettivo in cui sono più strenuamente impegnati sia la salvezza del loro stesso partito che ha perso disastrosamente tutte le elezioni regionali di questi mesi e - stando ai sondaggi - è messo molto male.
I bovini, per ora, possono tirare un respiro di sollievo (ma solo un respiro, mi raccomando).

Fonte: Libero, 21/04/2019

6 - DOPO 20 ANNI RIAPRE IL PROCESSO AI PRESUNTI PEDOFILI SATANISTI DELLA BASSA MODENESE
Era tutto falso e, tra gli altri, fu accusato ingiustamente anche Don Giorgio Govoni, morto di crepacuore poco prima della sentenza che lo dichiarava innocente
Autore: Emanuele Boffi - Fonte: Tempi, 23/04/2019

Il 20 maggio si terrà la prima udienza per la revisione del processo sui pedofili satanisti della Bassa Modenese. Nuove prove e nuove testimonianze hanno portato a rivalutare le conclusioni di una vicenda che portò, sul finire degli anni Novanta, a sconvolgere la vita di intere famiglie di questa provincia italiana. Negli anni le varie sentenze avevano portato a 15 condanne e 24 assoluzioni.
La Corte di appello di Ancona ha accolto la richiesta di Federico Scotta che, tramite l'istanza presentata dall'avvocato Patrizia Micai, aveva chiesto la revisione affinché fosse finalmente resa giustizia a tutte quelle persone (compreso lo stesso Scotta, condannato a fine anni Novanta a undici anni di carcere per abusi sessuali sui propri figli) che da quell'indagine furono devastate nella vita e negli affetti.
La vicenda era tornata a far parlare di sé grazie all'ottima inchiesta di Pablo Trincia e Alessia Rafanelli che su repubblica.it aveva pubblicato a puntate una serie di podcast che ricostruivano quanto accaduto in quegli anni e rivelato nuovi particolari, ripensamenti, prove che hanno messo di nuovo in luce l'abbaglio preso da assistenti sociali, magistrati e giornalisti che, allora, dipinsero un'intera comunità come una setta di satanisti e pedofili. Tempi si occupò dell'inchiesta per la prima volta già il 21 aprile 1999, grazie a Gian Micalessin e poi di nuovo nel dicembre 2014. [...]
Famiglie distrutte, persone finite in carcere, persino suicidi. La scia di sangue lasciata da questo processo è impressionante. Così come impressionante è la coincidenza che vuole la data della prima udienza quasi coincidere con l'anniversario della morte di don Giorgio Govoni, parroco di San Biagio, [...] morto di crepacuore nello studio del suo avvocato il 19 maggio di vent'anni fa.

MARTIRE DELLA CARITÀ
Don Giorgio è una delle figure chiave di tutta questa terribile storia. In un certo senso, tutto nacque da lui e dal suo sacrificio. Il primo a battersi perché la sua figura fosse riabilitata fu don Ettore Rovatti, parroco di Finale Emilia, il cui anniversario del decesso cade anch'esso in questo periodo (11 maggio 2015). Era stato proprio don Rovatti a instradare Tempi verso una lettura non meramente giustizialista della vicenda, facendoci dono del suo libro Giorgio Govoni, martire della carità, vittima della giustizia umana, un volume edito nel 2003 in cui si raccoglievano i documenti del processo e che era stato fatto ritirare, appena stampato, dagli avvocati di parte civile. Ma il libro, come ci raccontò lo stesso parroco, «dopo attento esame del testo», non subì alcun procedimento. Solo che la richiesta di archiviazione fu depositata nel novembre 2007, quando ormai se ne era persa memoria e pochissime copie erano state distribuite. «Un'altra ingiustizia», ci aveva detto don Rovatti.
In quel volume si ricostruiva, tra le altre, la storia di don Govoni, il "prete camionista", come lo chiamavano tutti perché conducente di camion lo era stato veramente. Persona umile, di buon cuore, amatissimo dai suoi parrocchiani, don Giorgio in quegli anni si occupava per conto della diocesi della famiglie più disagiate della zona. Questa sua opera di carità fu, paradossalmente, la sua unica "colpa" perché fu uno dei bambini di queste famiglie a "identificarlo" (le virgolette sono d'obbligo, il piccolo parlò solo di un "medico" o un "sindaco" che «portava le scarpe coi tacchi»). Don Govoni, in base a questi fantasiosi indizi, fu accusato di essere il capo della setta di satanisti pedofili dedita a riti orgiastici nei cimiteri dove sarebbe avvenuto di tutto: decapitazioni, violenze, occultamento di cadaveri. Il 13 settembre 1997 i giornali locali diedero la notizia del suo coinvolgimento: "Pedofilia, nella banda anche un sacerdote".
L'uomo di Dio visse questa prova con gravosa angoscia. Al termine della Messa del 14 settembre lesse ai parrocchiani questo messaggio: «È l'ora delle tenebre per me e per tutti voi. Mentre mi preparo con fede a ricevere i sassi e gli sputi di tanti, sono preoccupato per voi affinché non vi sentiate traditi e disorientati. (...) Continuerò a fare ciò che ho sempre fatto, conscio che nel fare un po' di bene per il Cristo, esistono rischi reali. State uniti e attenti a come Dio opera attraverso gli avvenimenti: prima le tenebre e poi la luce, prima la croce e poi la resurrezione. Pregate per me che non abbia a vacillare nella mia fede».
Sebbene contro di lui non vi fossero prove al di là delle parole del bambino, il sacerdote dovette percorrere una vera e propria via Crucis. La sua canonica fu perquisita, il suo computer esaminato. Prove? Nessuna. Il povero prete per difendersi dovette umiliarsi al punto di rendere nota la sua impotenza sessuale causata dal diabete e di non portare mai scarpe coi tacchi.

LA MORTE DI CREPACUORE
Per fortuna, ci fu chi non lo abbandonò in quest'ora dolorosa. I suoi parrocchiani gli dimostrarono sempre affetto, anche quando nel processo denominato "pedofili bis", senza lo straccio di un riscontro, don Govoni fu rinviato a giudizio il primo aprile 1999. Fu in quell'occasione che il vescovo di Modena, monsignor Benito Cocchi, celebrò con lui una Messa. [...]
Più la gente si stringeva attorno a lui, più, con altri intenti, lo faceva la Procura che chiese una condanna a 14 anni di carcere. Il 16 maggio 2000 nella sua requisitoria finale il pm Claudiani indicò in don Govoni la figura di riferimento della rete dei pedofili. Il 19 maggio, don Govoni morì nello studio del suo avvocato Pierfrancesco Rossi. Nella sua ultima (e unica) intervista pubblicata il 20 maggio sul Resto del Carlino, ribadì la sua innocenza: «La vita è piena di prove. Ci vuole pazienza e fede. Guai se non avessi il buon Dio che mi sostiene».
Il suo funerale fu celebrato in quattro località differenti e anche nel Duomo di Modena dallo stesso Cocchi, con la partecipazione di migliaia di fedeli. A causa del decesso, don Govoni non fu condannato, ma nella sentenza fu comunque indicato come il capo della setta. Quel giorno le campane di tutte le chiese della Bassa suonarono a lutto. Nella chiesa di San Biagio fu posta una lapide con la scritta: «Vittima innocente delle calunnie e della faziosità umana, ha aiutato assiduamente i bisognosi. Non si può negare che egli, accusato di crimine non commesso, sia stato vinto dal dolore». Sono passati vent'anni. È ora di porre rimedio a quell'accusa infamante.

DOSSIER "SCANDALO BIBBIANO"
Bambini tolti illegalmente alla famiglia

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DOSSIER "SACERDOTI ALLA GOGNA"
Accusati ingiustamente, poi assolti

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Fonte: Tempi, 23/04/2019

7 - GRETA SALVERA' IL MONDO? ECCO 4 RAGAZZI CHE HANNO PREFERITO GESU' COME SALVATORE
Va di moda una visione catastrofica del mondo che potrà essere salvato da piccoli guru come Greta, ma di Salvatore ce n'è uno solo... e si chiama Gesù Cristo
Autore: Costanza Signorelli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29/04/2019

Se è chiaro che Greta Thunberg, come tutti, non s'è fatta da sé, è ancor più chiaro che il suo fenomeno mediatico sia gonfiato ad arte da chi sta usando una ragazzina non solo per difendere interessi di parte, ma per passare una precisa idea del mondo. E nonostante i media mondiali e i vari maitre à penser, la vogliano ergere a paladina (salvatrice?) del pianeta, facendo del male a lei per prima, rispetto a tale idea del mondo noi desideriamo dissentire, se ancora ci è concesso.
Si badi bene: nulla di personale contro questa tenace sedicenne dalle trecce bionde, che, ormai da mesi, suggestiona l'opinione pubblica internazionale con i suoi scioperi green e i suoi precetti per salvare il pianeta. In fondo, le va riconosciuto, la giovane sta cercando di spendere la vita per qualcosa di vero e di grande, così come il "suo" mondo le ha fatto credere da sempre.
Il problema, infatti, sta qui e non si chiama Greta Thunberg, per quanto la ragazzina sia abbastanza grande da essere responsabile delle sue azioni. Il problema non sono nemmeno i giovani come lei che, viva Dio, hanno ancora dentro una scintilla per cui vorrebbero conquistare il mondo e renderlo un posto migliore. Il vero dramma siamo noi adulti che su questa scintilla vogliamo gettarci secchiate d'acqua. E che non siamo in grado di raccogliere questo desiderio del cuore, per educarlo e condurlo sempre più in là, verso la vetta del vero Bene. Il che, nel caso di Greta, basterebbe a domandarsi: ma davvero noi pensiamo che il problema del mondo sia il clima? È esattamente per i cambiamenti climatici che noi intendiamo dare la vita? E ancora: è nel dio-pianeta che noi crediamo?

PURTROPPO QUESTE DOMANDE NON SONO AFFATTO RETORICHE
Per chi ancora non lo sapesse, il Greta-pensiero è proprio questo e si può riassumere così: «Mancano 10 anni, 257 giorni e 13 ore al 2030. Nel 2030 ci sarà una reazione a catena che potrebbe portare alla fine della civiltà umana, se entro quella data non saranno ridotte drasticamente le emissioni di anidride carbonica», con testuali parole la Thunberg ha iniziato il suo discorso a Palazzo Madama lo scorso 18 aprile, spronando i politici italiani ad agire in fretta e assumersi le proprie responsabilità.
Insomma, di fronte a tanto, se ancora ci è concesso, non possiamo non dissentire: è davvero questa la visione catastrofista del mondo che vogliamo consegnare ai nostri ragazzi? Una visione che vede nell'uomo la causa di ogni male e che proclama la salvezza dell'umanità in comportamenti ecologicamente virtuosi? È veramente questo il nostro modello di vita?
Ebbene, parrebbe proprio di sì. Non c'è consesso di potenti o assemblea di esperti, non c'è parlamento nazionale o Stato europeo che negli ultimi tempi non abbia ospitato e applaudito la piccola Greta, candidata di punta al prossimo Nobel per la Pace. E se il mondo laicista, si sa, ha i suoi idoli, stupisce che persino in Vaticano in molti l'abbiano additata come esempio da seguire. È dei giorni scorsi - per dirne una - l'uscita di padre Spadaro (direttore della Civiltà Cattolica) che ha twittato così: "Il mondo salvato dai ragazzini", con il volto di Greta in primo piano.
Ancora una volta, se ci è concesso, abbiamo il dovere di dissentire. Ma questa volta, il come e il perché ce lo insegnano per davvero dei ragazzini.

MANUEL, DAVID, GIULIA,CARLO
Manuel, 9 anni, salito al Cielo nel 2010 per un tumore osseo. Della vita, del mondo e del creato, da un letto di ospedale, il piccolo parlava così: "I miei occhi vedono ciò che altri non vedono, perché nel buio della mia vita per molti insignificante, io vivo cose bellissime. (...) Poter ammirare la bellezza della natura mi emoziona perché è un'opera d'arte del mio Signore che ha dipinto paesaggi bellissimi per me! Poter amare gli altri con tutto il cuore e la mia vita mi rende felice (...). Tutto mi fa capire che Gesù mi ama molto e non mi abbandona mai perché Lui è roccia, rifugio e salvezza!". Manuel è un bambino che aveva solo 4 anni quando ha deciso di regalare tutte le sue sofferenze e la sua vita per la salvezza dei peccatori e del mondo intero. Per lui la salvezza del pianeta coincideva con la salvezza delle anime che voleva condurre tutte in Paradiso: così gli aveva insegnato Gesù.
David, 17 anni, salito al Cielo nel 2017 per un osteosarcoma al bacino. Prima di lasciare questo mondo, chiedeva questo: "Pregate molto, ma non affinché io guarisca, perché non è questo l'importante, ma perché sia fatta la Volontà di Dio. Perché se sarà fatta la Sua Volontà, qualsiasi cosa accada, anche la più brutta che si possa immaginare, io avrò vinto e nulla potrà essere meglio di così". Per David non c'era catastrofe imminente, se non quella di perdere l'amicizia con il suo Signore e il suo Dio.
Giulia Gabrieli, 14 anni, salita al Cielo nel 2014 per un cancro alla mano. Poco prima di morire voleva lasciare questo messaggio a tutti i ragazzini come lei: "Vorrei fare qualcosa per i giovani che non hanno ancora conosciuto il grande amore per il Signore. Questi ragazzi del giorno d'oggi che sono autonomi e che pensano di non avere più bisogno del Signore. Vanno alla ricerca, fanno una caccia al tesoro pensando di trovare chissà che cosa. Ma in realtà è una caccia al tesoro senza il tesoro quella che fanno! Il tesoro lo trovano solo se stanno sulla strada del Signore!". Giulia se n'è andata con il sorriso sulle labbra e la pace nel cuore. Se n'è andata non perché voleva cambiare il mondo, ma perché lo voleva amare tutto, sino alla fine. Se n'è andata tra le braccia del Padre, l'unico Salvatore che era certa avrebbe vinto la morte. Giulia se n'è andata sicura di raggiungere il Paradiso, vera meta di Salvezza contro il male che si abbatte sul mondo.
Carlo Acutis, 15 anni, salito al Cielo nel 2006 per una leucemia fulminante. Nella sua breve e intensissima esistenza Carlo ripeteva: "La nostra meta deve essere l'infinito, non il finito. L'Infinito è la nostra Patria, perché da sempre siamo attesi in Cielo. L'Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo!". Nella sua estrema concretezza, vitalità e intelligenza Carlo sapeva che non esisteva nulla che avrebbe potuto dare significato pieno alla vita se non Cristo vivo e vero. Quel Cristo che lui amava, adorava e incontrava tutti i giorni nell'Eucaristia, unica consistenza del mondo e dell'intera umanità.
È vero, Giulia, Manuel, David, Carlo... così come tutti i "giovani santi" raccontati nel libro della Nuova BQ, "Il Chicco di Grano", erano diventati dei piccoli grandi maestri di vita. I loro stessi genitori dicono che, dentro e fuori casa, erano come delle stelle da seguire, erano delle vere autorità. Ma questo era possibile per una sola e misteriosa ragione: questi ragazzini si erano totalmente abbandonati alla Volontà di Dio, tanto da poter dire come san Paolo: "Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me" (Gal, 2, 20). No, se questi piccoli santi fossero qui oggi rifiuterebbero con forza ogni visione catastrofista del mondo sapendo che esso è pieno e sorretto dalla Grazia di Dio Padre Onnipotente. E respingerebbero ogni merito o plauso, essendo assolutamente convinti che il Salvatore del mondo e della storia è uno solo e si chiama: Gesù Cristo, Figlio di Dio.

Nota di BastaBugie: dopo il video si trovano i link a due nostri precedenti articoli che svelano la verità su Greta Thunberg.
Ecco un video (durata: 17 minuti) con la trasmissione su Tv2000 dove la giornalista Costanza Signorelli racconta le storie dei giovani di cui lei stessa ha parlato nell'articolo qui sopra.


https://www.youtube.com/watch?v=S5wgJbmOSKI

DOSSIER "GRETA THUNBERG"
L'adolescente sfruttata dalle lobby ecologiste

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29/04/2019

8 - LETTERE ALLA REDAZIONE: LA RIVOLUZIONE FRANCESE PEGGIO DELL'INCENDIO DI NOTRE DAME
Eppure Macron e compagni, che usano il termine ''medioevale'' con disprezzo, poi per fatti come questi fingono di piangere (lacrime di coccodrillo?)
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 23 aprile 2019

Gentile redazione di BastaBugie,
sono un vostro affezionato lettore da molti anni ed apprezzo tutto ciò che fate e dite.
Vorrei commentare l'episodio della cattedrale di Notre Dame andata in fumo in questi giorni. Europa, e in Francia in particolare, è presente una forte corrente culturale, filosofica e politica (compresa l'area che attualmente sostiene il presidente Macron) che usa il termine "medioevale" con disprezzo, salvo piangere lacrime amare - io le chiamo di coccodrillo - quando avvengono fatti come questi.
Se costoro sapessero riflettere e pensare, prima di parlare, si potrebbero ricordare che le cattedrali come Notre Dame furono concepite e costruite durante il tanto - da loro - vituperato e incivile "medioevo", mentre furono prima saccheggiate e poi dissacrate con l'assurdo culto alla dea ragione, inaugurato facendo ballare sull'altar maggiore una prostituta, dai protagonisti di quel civilissimo (!) momento storico che fu la rivoluzione francese dei Robespierre, dei Saint Just e dei Danton che ammazzava con stragi uomini, donne e bambini in Vandea.
D'altronde gli uomini della rivoluzione erano talmente "ragionevoli" da condannare con leggerezza alla ghigliottina scienziati come Lavoisier, uno dei padri della chimica moderna. Questi uomini così "ragionevoli" da idolatrare la ragione sconsacrando Notre Dame, ebbero l'impudenza di rispondere alla supplica di non uccidere Lavoisier inoltrata da persone già allora di levatura come il matematico torinese Lagrange che allora si trovava a Parigi, che con coraggio affermò come una testa come quella di Lavoisier nasce solo una volta ogni cent'anni, mentre sarebbero bastati solo pochi secondi per farla cadere, ebbene questi "razionali", questi "ragionevoli" risposero, per bocca del vice presidente del tribunale rivoluzionario che condannò Lavoisier alla ghigliottina, che "la Repubblica non ha bisogno di dotti" (frase attribuita a Pierre-André Coffinhal-Dubail, detto Jean-Baptiste Coffinhal (1762 - 1794), giurista e rivoluzionario francese, peraltro anch'egli condannato alla ghigliottina qualche tempo dopo, come del resto Robespierre e Saint Just).
La stessa riconsacrazione, avvenuta in epoca napoleonica evidentemente più per celebrare l'auto-incoronazione di Bonaparte - avvenuta sotto gli occhi di un papa rapito per l'occasione! - che per amore verso Cristo e Sua Madre, lasciò la cattedrale in stato così pietoso tanto da dover predisporre la sua demolizione fino a quando, nei primi anni quaranta del diciannovesimo secolo sull'onda del romanzo ad essa dedicato da Victor Hugo, guarda caso cristiano, fu deciso di restaurarla (in realtà di ricostruirla in molte sue parti, a volte con risultati criticabili a detta degli esperti) a cura dell'architetto Viollet-le-Duc.
A tutti gli entusiasti della rivoluzione francese, di cui gli attuali discendenti dal punto di vista ideologico sono Macron e i suoi sostenitori, di cui purtroppo una parte italiani, dedico il giudizio espresso su di essa dallo storico francese Pierre Chaunu durante il bicentenario del 1989 a chi, stupito, gli chiedeva perché non avesse aderito ad alcun festeggiamento o celebrazione di un fatto storico così importante.
Chaunu, peraltro non "accusabile" di particolari simpatie dell'ancien régime essendo non cattolico bensì protestante, rispose testualmente: "al pari della rivoluzione del 1789 anche la peste nera che nel 1348 uccise quasi la metà della popolazione europea costituisce un rilevante fatto storico ma nessuno lo celebra né - tantomeno - lo festeggia".
Chissà perché!
Con stima e amicizia sincera.
Luigi

Caro Luigi,
non posso che essere d'accordo con tutto ciò che dici.
Semmai mi sento in dovere di aggiungere un video che trovi qui in fondo, così commentato da Luca Costa su Cultura Cattolica: "improvvisamente viene inquadrata una giovane coppia, un ragazzo e una ragazza abbracciati, quando quest'ultima intona un canto, dolce, sublime, delicato commovente, un'Ave Maria... Je vous salue Marie, pleine de grâce, le Seigneur est avec vous... poi le voci diventano tre, quattro, dieci, venti, cento persone iniziano a cantare con lei, gli occhi fissi sulle fiamme che divorano la foresta di pietra. E il canto non si ferma! tanto che a un certo punto arriva l'arcivescovo di Parigi che non può fare altro che benedirli, come un padre che ritrova i propri figli dopo tanto tempo".

Rimando infine, chi volesse approfondire i drammatici fatti di Notre Dame, ai link degli articoli che abbiamo rilanciato sul nostro sito:

NOTRE DAME BRUCIA: L'EUROPA RISCOPRE PER UN ATTIMO LA BELLEZZA DEL MEDIOEVO
Ma con quale anima si riedificherà la cattedrale visto che in Francia e in tutta Europa si abbandona Cristo e sorgono moschee?
di Riccardo Cascioli
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5615

IL ROGO DI NOTRE DAME E' IL SIMBOLO DELLA FRANCIA CHE HA TENTATO DI ESTIRPARE LA FEDE
Sono centinaia le chiese cattoliche francesi colpite, profanate o demolite ogni anno: questa situazione è il frutto di una cultura dell'odio, del rancore e del disprezzo per il cristianesimo
di Enrico Maria Romano
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5619

DOVE ERANO COLORO CHE OGGI PIANGONO PER NOTRE DAME QUANDO LE FEMEN LA PROFANAVANO?
Pubblichiamo la testimonianza del cappellano dei pompieri di Parigi (che ha rischiato la vita entrando nella cattedrale in fiamme per salvare la Corona di spine e soprattutto il Corpo di Cristo)
di Andrea Zambrano
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5622

DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE"
Le risposte del direttore ai lettori

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

DOSSIER "LA FRANCIA DI MACRON"
Eletto presidente con il 15% dei voti

Per vedere articoli e video, clicca qui!

Fonte: Redazione di BastaBugie, 23 aprile 2019

9 - OMELIA III DOMENICA PASQUA - ANNO C (Gv 21, 1-19)
Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Gli Apostoli erano andati a pescare, ma senza esito. All'alba, un uomo, che ancora non avevano riconosciuto, sulla spiaggia dice loro: "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete" (Gv 21,6). Obbediscono e prendono una grande quantità di pesci. Allora, quel discepolo che Gesù amava, ossia Giovanni, disse a Pietro: "È il Signore!" (Gv 21,7). Notiamo subito una cosa: Giovanni è sempre il primo, il primo a credere nella Risurrezione del Signore e il primo a riconoscerlo sulla spiaggia del mare. Giovanni è il primo perché è colui che ama di più. E' sempre l'amore ad aprire il nostro cuore al dono della fede. Al sepolcro Giovanni fu il primo a credere alla Risurrezione di Gesù, ma lasciò che fosse Pietro il primo ad entrare nel sepolcro vuoto; sulla barca Giovanni fu il primo a riconoscere Gesù, ma fu Pietro che per primo lo raggiunse, buttandosi in mare. Questo particolare ci fa comprendere che il vero amore a Gesù è sempre rispettoso della gerarchia voluta da Dio. Pietro era il primo nell'autorità e Giovanni fu sempre obbediente a questa volontà divina. Così dobbiamo fare anche noi: dobbiamo obbedire ai legittimi pastori della Chiesa non perché amano il Signore più di noi (a volte potrebbe essere il contrario), ma perché hanno ricevuto da Dio la missione di governare la Chiesa.
Quando infine erano tutti sulla spiaggia e stavano consumando il pasto, Gesù, per ben tre volte, chiese a Pietro se lo amava. Pietro si rattristò di questa insistenza, e disse: "Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene" (Gv 21,17). Egli comprese bene il significato di quella triplice domanda: per tre volte aveva rinnegato il Signore, ora per tre volte gli viene chiesto se amava il Signore. Egli doveva riparare per tre volte il suo triplice rinnegamento. Questo particolare ci insegna che la migliore riparazione dei nostri peccati è sempre l'amore di Dio, l'amore che ci spinge a fare grandi cose per Lui e per i fratelli.
Ad ogni risposta di Pietro, Gesù replicò: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Questo ci insegna che, nella Chiesa, l'autorità non è dispotismo, ma servizio d'amore. Solo chi ama è capace di pascere il gregge di Cristo che è la Chiesa. Pietro, sospinto dall'amore di Cristo, fece grandi cose per Dio e per la Chiesa. Si spinse fino a Roma, nel cuore del paganesimo, ove subì il martirio. Ogni Papa è il Vicario dell'Amore di Cristo. Nei primi tre secoli, pressoché tutti i Papi sono morti martiri per la fede e per il loro gregge. Comunque, la vita di ogni Papa è un continuo martirio spirituale. [...]
Negli anni '50, a Roma, vi fu un uomo che voleva uccidere il Papa, che allora era Pio XII. Egli si aggirava spesso in Piazza San Pietro con un pugnale nascosto dentro la giacca. Grazie a Dio non riuscì mai a realizzare questo suo proposito. Con l'andare degli anni cresceva sempre di più nel suo cuore l'odio alla Chiesa e al Papa, finché in seguito a una apparizione della Madonna, egli si convertì profondamente, diventando, da persecutore, fervente apostolo. Il suo nome era Bruno Cornacchiola, e morì pochi anni fa a Roma. La Madonna, in seguito, gli apparve, diverse volte e gli parlò dei mali cui era soggetta la Chiesa. Diventato ormai anziano, egli disse che non si è persecutori della Chiesa solo pugnalando il Papa, come lui voleva fare, ma anche non obbedendogli, cosa che purtroppo avviene molto frequentemente ai giorni d'oggi.
Se veramente vogliamo essere obbedienti a Cristo, dobbiamo essere obbedienti al suo Vicario qui in terra. Preghiamo per lui e ascoltiamo con docilità il suo insegnamento.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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