BastaBugie n�614 del 29 maggio 2019

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1 GIORNALISTI PER LA VITA, LA NUOVA INIZIATIVA DI SILVANA DE MARI
Le mie dichiarazioni alla scorsa Marcia per la vita sono state distorte, ecco perché credo nella nascita di una nuova associazione a tutela della corretta informazione (VIDEO: Marcia per la Vita 2019)
Autore: Silvana De Mari - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 IL MATRIMONIO SECONDO LA DOTTRINA DEL CONCILIO DI TRENTO
Approfondiamo le proprietà e le finalità del matrimonio sia come istituzione naturale, che come sacramento (VIDEO: Sposi, un sì per sempre)
Fonte: Radio Roma Libera
3 I MILLENNIAL HANNO PROBLEMI EMOTIVI PER IL CLIMA E IL 30% DI QUESTI GRETINI (SEGUACI DI GRETA) NON FA FIGLI PER SALVARE IL PIANETA (!)
E tu non credi al collasso climatico? Sarai chiamato negazionista o fascista e, se insisti, arriveranno i giudici a imporre di obbedire ai voleri di Greta Thunberg (e di chi la manovra per i suoi interessi)
Fonte: Tempi
4 IL SANTO ROSARIO: PREGHIERA PER LA FAMIGLIA DI OGGI (COME DI IERI)
Le famiglie possono avere un'aiuola di rose profumate da offrire ogni giorno alla Regina della famiglia
Fonte: Ottobre il mese del Rosario
5 IMMIGRAZIONE ISLAMICA: SPAGNA NEL CAOS (NECESSARIA UNA NUOVA RECONQUISTA)
Come in tanti altri paesi europei, sono sempre di più i quartieri a predominio di musulmani dove i furti, lo spaccio, i crimini d'onore e violenze sessuali (inclusi stupri di gruppo) sono frequenti e impuniti
Autore: Lorenza Formicola - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 LA NUOVA IDEOLOGIA APOCALITTICA
Gli allarmi apocalittici danno ai seguaci la sensazione di essere i salvatori del mondo, mentre gli altri vengono considerati degli infedeli eretici o nemici dell'umanità
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
7 IL CASO DEI GENITORI INGLESI CHE HANNO SPINTO I FIGLI A CAMBIARE SESSO
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): al Festival di Cannes accuse omofobe a Delon, lo spot del governo italiano contro l'omofobia, Riverdale strizza l'occhio al mondo lgbt
Autore: Caterina Giojelli - Fonte: Tempi
8 LA CATTOLICITA' DI CRISTOFORO COLOMBO HA PERMESSO LA SCOPERTA DELL'AMERICA
Cristoforo (Christo ferens = che porta a Cristo) Colombo (la colomba è simbolo dello Spirito Santo) compì l'impresa con tre caravelle (tre è il numero della Trinità) con la croce nelle vele, di cui la principale si chiamava Santa Maria e con i soldi guadagnati voleva finanziare una crociata per la liberazione del Santo Sepolcro
Autore: Maurizio Parenti e Marco Tangheroni - Fonte: Cristianità
9 OMELIA ASCENSIONE - ANNO C (Lc 24,46-53)
Uomini di Galilea, perchè state a guardare il cielo?
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - GIORNALISTI PER LA VITA, LA NUOVA INIZIATIVA DI SILVANA DE MARI
Le mie dichiarazioni alla scorsa Marcia per la vita sono state distorte, ecco perché credo nella nascita di una nuova associazione a tutela della corretta informazione (VIDEO: Marcia per la Vita 2019)
Autore: Silvana De Mari - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 27/05/2019

Sabato 18 maggio con grandissima gioia ho partecipato a Roma alla Marcia per la vita. Molte mie dichiarazioni sono state raccolte e, ovviamente un po' distorte, non molto quel tanto che basta per cambiare il significato.
La frase che l'aborto è un assassinio e le donne assassine dei loro figli non l'ho mai detta. Quello che ho detto, e di cui mi assumo la responsabilità, e che l'aborto è un suicidio differito. La donna uccide una parte di se stessa, uccide la propria progenie, uccide la propria proiezione nell'eternità.

L'ABORTO È UN ASSASSINIO
L'aborto è un crimine di assassinio, e l'assassino è la società. La nostra è una società nichilista, una cultura di morte. Noi siamo una cultura di morte. Molte donne nella prima fase della gravidanza, credono di non volere il bambino. La volontà umana non è un monolite in mezzo a una pianura, ma è un riflesso di luce sull'acqua. Cambia in continuazione. Ci inscriviamo una facoltà e poi la lasciamo per andarcene un'altra. Giuriamo a qualcuno che lo ameremo fino alla fine dei nostri giorni e dopo quattro minuti siamo già da un'altra parte.
Il matrimonio può essere rotto in qualsiasi istante perché tutti sappiamo che la volontà umana cambia. Ci spiegano che il genere è fluido: oggi femmina, domani maschio, dopodomani chissà. L'unica volontà presa sul serio è la volontà di morte. Durante gli anni di Pronto Soccorso, come ogni medico, ho fatto lavande gastriche a persone che si erano avvelenate per propria volontà, ricucito ferite volontariamente autoinferte ed evitato la morte per dissanguamento di innumerevoli proprietari di vene tagliate. Gesti terapeutici tutti fatti su persone recalcitranti. Il 95% degli aspiranti suicidi non ripete il gesto: dopo pochissimo sono molto contenti di essere stati salvati.
Ora la legge del suicidio assistito costringere i medici a prendere sul serio gli aspiranti suicidi, anche se sappiamo che il 95% di loro cambierebbe idea se gliene diamo il tempo. La loro volontà di morte diventa irreversibile, irrevocabile. Una delle pochissime cose certe in un mondo tutto incerto. Fluido. Anche la volontà di morte della madre incinta che non sa di volere il proprio bambino deve essere presa sul serio, eppure sappiamo che, dove l'aborto non sia possibile, oppure dove l'aborto sia stato eseguito con tecnica errata o incompleta, con sopravvivenza del feto, dopo sole poche settimane la volontà della madre è già cambiata e lei è felice di tenersi il suo bimbetto.

FACCIAMO PREVALERE LA CULTURA DELLA VITA
Facciamo tutto il possibile perché le madri si rendano conto dell'enormità del gesto che stanno per commettere, diamo aiuti economici veri e importanti, riempiamo le cliniche, le sale d'aspetto di cartelloni con il faccino di un neonato e la scritta: Signora ci ha pensato bene? Se la donna trova dolorosa questa scritta e perché non ha nessuna voglia di abortire, e allora diamole la possibilità di non farlo. Innumerevoli donne che hanno abortito, mi hanno raccontato il loro atroce rimpianto, mi hanno detto la stessa frase: se in quell'ospedale avessi trovato una parola buona mi sarei fermata.
Per molte persone la parola aborto è un fonema, per molte persone l'aborto è una mestruazione mancata. L'aborto è orribile: un faccino pieno di sangue sconvolto dall'orrore e dal dolore, gambine e braccine smembrate. Facciamo vincere la vita, perché la vita è più carina della morte. Un bimbo che nasce e più bellino di un feto che finisce smembrato nel bidone delle garze sporche. La mamma non è un' assassina, è una delle due vittime
Quello che ho detto è questo: "L'aborto è un suicidio differito. A commetterlo è una società intera che è diventata una cultura di morte. Le vittime sono due: il bimbo che finisce nel bidone delle garze sporche e la sua mamma. Ci vediamo l'anno prossimo alla prossima marcia della vita".
Per combattere nella vita esistono associazioni: i Giuristi per la vita, gli Universitari per la vita, i Medici per la vita.
Ora. Grazie a un'idea della giornalista Laura Borgognoni e mia nasce Giornalisti per la vita. In realtà l'idea è di Laura, io mi sono aggregata. La nostra mail è giornalistiperlavita@gmail.com.
Aspettiamo iscrizioni. Combattete con noi. Combattiamo per la cosa più carina che esista al mondo, un bimbetto con i suoi occhioni e le manine chiuse a pugno. Combattiamo per la cosa più carina che esista al mondo: una mamma al suo bimbo in braccio. Combattete con noi.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 2 minuti) alcune immagini della Marcia per la Vita 2019.


https://www.youtube.com/watch?v=-Bi-otIRyUE

COMUNICATO STAMPA DELLA MARCIA PER LA VITA
Ecco il comunicato stampa della Marcia per la Vita che sottolinea lo scandaloso silenzio della Rai sull'evento di cui parlava Silvana De Mari nell'articolo qui sopra.
Come cittadini italiani reputiamo scandaloso che i telegiornali della Televisione di Stato, RAI 1 e RAI 2 in particolare, abbiano ignorato la Marcia per la Vita svoltasi a Roma il 18 maggio, con la partecipazione di migliaia di persone provenienti da tutta Italia e da molti Paesi del mondo. E ciò proprio mentre una delle più importanti emittenti televisive americane, la EWTN, ha seguito in diretta l'evento per oltre tre ore, trasmettendolo in diverse lingue a milioni di spettatori.
Esprimiamo la nostra più vigorosa protesta contro i vertici della RAI per questo silenzio su un evento di portata internazionale.
Ci meravigliamo che sotto un governo che si definisce del cambiamento, continui ad esercitarsi una censura ideologica nei confronti di una parte così consistente dell'opinione pubblica italiana.
Chiediamo che fin da ora venga data voce anche a chi difende la vita umana innocente dal concepimento alla morte naturale.


Qui sotto il link a due interessanti articoli da noi precedentemente pubblicati:

IN RAI E' ASSENTE IL RISPETTO PER LA CULTURA CATTOLICA
Il presidente della Rai, Marcello Foa, denuncia il pregiudizio anticattolico degli ideatori dei programmi e, anche se ha detto una cosa evidente, scoppia la polemica
di Ruben Razzante
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5649

GIORNALI E TELEVISIONI NON INFORMANO, MA FANNO PROPAGANDA
Le nostre menti vengono modellate, i nostri gusti formati, le nostre idee ispirate da uomini che regolano i meccanismi nascosti della società (VIDEO: chi sono e come manipolano le notizie gli Spin Doctor)
di Fabio Piemonte
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5658

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 27/05/2019

2 - IL MATRIMONIO SECONDO LA DOTTRINA DEL CONCILIO DI TRENTO
Approfondiamo le proprietà e le finalità del matrimonio sia come istituzione naturale, che come sacramento (VIDEO: Sposi, un sì per sempre)
Fonte Radio Roma Libera, 15-18 febbraio 2019

Il matrimonio è di due generi: il matrimonio come istituzione naturale, e il matrimonio come sacramento. Il matrimonio come istituzione naturale, o il matrimonio naturale, è quello di cui gode ogni coppia legittimamente sposata, se i coniugi non sono entrambi battezzati, od essendo per esempio ebrei, musulmani, buddhisti, o non professando nessuna religione. Al matrimonio sacramentale hanno accesso, invece, solo la coppia di cui tutti e due i membri sono battezzati. Siccome la Grazia suppone e perfeziona la natura in genere, così anche qui. Procediamo esponendo prima il primo genere di Matrimonio, poi il secondo.
 
1) IL MATRIMONIO COME ISTITUZIONE NATURALE
Il matrimonio fu istituito da Dio nel Paradiso terrestre per due finalità, che sono espresse in due passi della Genesi. La prima finalità è espressa nel primo capitolo della Genesi (vv. 27-8) con le parole: Maschio e femmina li creò e li benedisse e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi"; la seconda finalità è espressa nel secondo capitolo della Genesi (vv. 18-24) con le parole: "L'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio... gli tolse una delle costole e formò la donna... per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne".
 
LE FINALITÀ DEL MATRIMONIO
In conformità a questi brani della Sacra Scrittura, la Santa Chiesa Cattolica insegna che la prima finalità del matrimonio è la procreazione (ed educazione) dei figli; la seconda finalità è l'assistenza reciproca tra gli sposi. La prima finalità del Matrimonio è la procreazione. Questo spiega perché la Chiesa ha sempre opposto la contraccezione e predicato uno spirito di generosità alle coppie cristiane quanto al numero dei loro figli.
La seconda finalità è l'assistenza reciproca degli sposi, che si descrive anche come "amore matrimoniale". Essa può essere intesa come un tipo di amicizia profonda e duratura, che tipicamente, ma non essenzialmente, possiede un aspetto sessuale. L'aspetto sessuale viene descritto a sua volta come remedium concupiscientiae. Ciò significa che l'esercizio della sessualità è lecito ed onesto nel matrimonio, anche se il Peccato Originale l'ha staccata, insieme ai sensi ed alle emozioni, dal controllo completo della ragione, e perciò l'ha disordinata.
Il remedium concupiscientiae è espresso da San Paolo (I Cor.7,2) con le parole "Per il pericolo dell'incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito". Il remedium concupiscientiae viene considerato come parte della seconda finalità del matrimonio, anche se classicamente fosse considerato come terza finalità, una finalità che si è aggiunta al Matrimonio dopo il Peccato Originale. Inoltre, a queste due (o tre) finalità, il matrimonio ha due proprietà: l'indissolubilità e l'unità.
 
LE DUE PROPRIETÀ DEL MATRIMONIO
Per comprendere cosa sono queste due proprietà, si deve sapere che col consenso reciproco di un uomo ed una donna capaci di sposarsi legittimamente, viene in esistenza tra loro un legame (o vincolo) spirituale, che costituisce l'essenza propria del Matrimonio. Questo legame è indissolubile nel senso che non viene sciolto che dalla morte stessa. Ciò è espresso da nostro Signor Gesù Cristo con le parole (Mt.19, 6): "Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi".
L'indissolubilità del legame preclude il divorzio. La Chiesa può invece concedere la separazione fisica per parecchi motivi, rimanendo salvo il legame, e può anche dichiarare nullo un matrimonio (per mancanza di legittimità ad esempio). Tale dichiarazione non è comunque una forma di divorzio, bensì la semplice dichiarazione da parte della Chiesa che il matrimonio non è mai esistito. Il legame è unico, invece, nel senso che unisce due persone sole. Ciò è espresso dal Signore con le parole (Mt.19, 5) con cui Si riferisce al sopracitato passo della Genesi: "Non sono più due, ma una carne sola".

2) IL MATRIMONIO COME SACRAMENTO
Ecco, secondo la dottrina cattolica, i fini e le proprietà del matrimonio come istituzione naturale. Questa istituzione naturale fu elevata da nostro Signore Gesù Cristo ad un sacramento. Come tale acquista tre caratteristiche ulteriori: la prima, l'educazione di un popolo per il servizio e culto del vero Dio e di Cristo nostro Salvatore; la seconda, il segno dell'unione tra Cristo e la Sua Chiesa; la terza, il segno e il dono della Grazia.
 
L'EDUCAZIONE
Osserviamo che l'educazione dei figli è una conseguenza della procreazione, cioè della prima finalità del matrimonio, e che questa educazione è soprattutto un'educazione morale e spirituale. Nel caso del matrimonio sacramentale, l'educazione morale e spirituale che i genitori devono inculcare nei loro figli è chiaramente quella che corrisponde alla Fede cattolica.
 
IL SEGNO DELL'UNIONE TRA CRISTO E LA SUA CHIESA
Il catechismo di Trento spiega che il matrimonio è segno dell'unione intima tra Cristo e la Sua Chiesa (cf. Ef.5.32), e del Suo amore immenso per noi. Il fatto che il legame matrimoniale è il più stretto di tutti i rapporti umani e coinvolge il più grande affetto ed amore, lo rende il segno più adatto di questa unione.
L'unione tra Cristo e la Sua Chiesa ha due altri significati per il Matrimonio. Il primo, come insegna il catechismo di Trento, è che l'amore matrimoniale sia speciale, santo, e puro; il secondo è che il marito sia il capo della moglie come Cristo è Capo della Chiesa. Per questo motivo il marito deve amare la sua moglie, e la moglie amare e rispettare il suo marito: "Cristo ha amato la Sua Chiesa", spiega San Paolo, "e si è dato per Lei" (Ef. 5,25), e "la Chiesa è soggetta a Cristo" (Ef.5,24).
Si osserva però che l'autorità cristiana non è egoista, ma è una questione di servizio e devozione secondo l'esempio del Figlio dell'Uomo Che venne non per essere servito ma per servire.
Il catechismo di Trento insegna che il marito deve trattare sua moglie con generosità ed onore: lei è la sua compagna come Eva lo fu per Adamo. Lui deve guadagnare per la famiglia e mantenerla in ordine, anche nel senso morale. La moglie, invece, deve obbedire al suo marito, possedere "l'incorruttibilità di uno spirito quieto e mite" (nelle parole si San Pietro), educare i figli, occuparsi della casa, ed amare e stimare il suo marito sopra ogni altro dopo Dio.
 
IL SEGNO E DONO DELLA GRAZIA
Come abbiamo fatto notare all'inizio di questa sezione, il matrimonio, quale sacramento, significa e conferisce la Grazia; conferisce sia la Grazia santificante che quella sacramentale. Il concilio di Trento dichiara (S.XXIV): "Mediante la Sua Passione, Cristo, l'Autore e Perfezionatore dei venerabili sacramenti, meritò per noi la Grazia che perfeziona l'unione naturale (tra gli sposi), conferma la loro unione indissolubile, e li santifica".
Riguardo a questa terza caratteristica del sacramento del matrimonio ricordiamo che Dio elargisce la Grazia sacramentale nei sacramenti per compiere i fini per cui li ha istituiti. Dunque, tramite il sacramento del matrimonio, Dio conferisce le Grazie necessarie per procreare ed educare figli, e per l'assistenza reciproca degli sposi. Queste Grazie saranno applicate se gli sposi le pregano, e, possiamo aggiungere, se vivono da buoni cristiani frequentando la santa Messa devotamente e pregando con assiduità.
Il catechismo di Trento conclude la sua esposizione sul Matrimonio con le parole seguenti: "Così troveranno che le benedizioni del matrimonio cresceranno quotidianamente con l'abbondanza della Grazia divina; e vivendo nella ricerca della pietà, non solo passeranno questa vita in pace e tranquillità, ma anche si riposeranno nella vera e ferma speranza (che non confonde) di arrivare tramite la bontà divina al possesso di quella vita che è eterna."

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: un'ora e mezza) don Claudio Crescimanno spiega che non c'è modo più fecondo di vivere la propria vita che spendendola per qualcun'altro. La conferenza è del 15 febbraio 2019 e si è svolta a Staggia Senese (SI).


https://www.youtube.com/watch?v=ttbOuyE9GO0

Fonte: Radio Roma Libera, 15-18 febbraio 2019

3 - I MILLENNIAL HANNO PROBLEMI EMOTIVI PER IL CLIMA E IL 30% DI QUESTI GRETINI (SEGUACI DI GRETA) NON FA FIGLI PER SALVARE IL PIANETA (!)
E tu non credi al collasso climatico? Sarai chiamato negazionista o fascista e, se insisti, arriveranno i giudici a imporre di obbedire ai voleri di Greta Thunberg (e di chi la manovra per i suoi interessi)
Fonte Tempi, 25 maggio 2019

Seguendo l'esempio di Greta Thunberg, i giovani di tutto il mondo sono tornati ieri a protestare per l'ambiente. Il Gruppo intergovernativo dell'Onu sul cambiamento climatico (Ipcc) ha ribadito che se non verrà fatto nulla nei prossimi 12 anni, il pianeta andrà incontro a inenarrabili disastri entro il 2050.
Se nella comunità scientifica sono tutti d'accordo nell'affermare che il clima sta cambiando, diventando più caldo, non c'è unanimità sulla causa del riscaldamento. Secondo l'Ipcc e l'ambientalismo più aggressivo, di cui Greta è illustre rappresentante, la causa è l'uomo e le emissioni di CO2 di origine antropica. Che questa sia soltanto un'ipotesi, e neanche troppo confermata dai dati, lo si può intuire dagli stessi documenti dell'Ipcc, dove il modo verbale più utilizzato è il condizionale e l'avverbio più abusato è "probabilmente".
L'ambientalismo catastrofista ha però un effetto certo e immediato, almeno negli Stati Uniti: deprime i giovani. A forza di srotolare lo slogan "Ci stanno rubando il futuro", secondo un rapporto del 2018 della American Psychological Association, il 72 per cento dei millennial (nati tra il 1981 e il 1996) dichiara di avere "problemi emotivi" a causa della "inevitabilità del cambiamento climatico".
Matt Fellowes, a capo della United Income, piattaforma online che si occupa di gestire i risparmi pensionistici, ha dichiarato a MarketWatch che «c'è una certo fatalismo nella popolazione più giovane. C'è molto cinismo riguardo alla possibilità di mettere soldi da parte e riguardo alla possibilità di avere una pensione». In parte lo scetticismo è dato dall'esiguità dei guadagni, che impedisce di risparmiare, ma molti ritengono che «non c'è alcun futuro in vista del quale risparmiare».
Brad Klontz, docente associato presso il Financial Psychology Institute, ritiene invece che molti giovani usino la scusa dei cambiamenti climatici per non risparmiare. «Il risparmio va contro la natura umana, è difficile farlo perché implica un costo vivo. Per risparmiare, inoltre, bisogna superare la paura del futuro. È ovvio che chi ha una visione depressa di un terribile futuro, non pensa a risparmiare».
C'è un altro dato inquietante, rilevato nel 2018 dal New York Times. Il 30 per cento degli americani che affermano di non volere figli, lo fanno perché preoccupati di vederli nascere in un mondo apocalittico e perché non vogliono contribuire all'apocalisse generando altri esseri umani. In attesa di sapere se i cambiamenti climatici sono davvero causati dall'uomo, c'è dunque una certezza: il catastrofismo sta danneggiando seriamente il pianeta, deprimendo quelle stesse persone che potrebbero "salvarlo".

Nota di BastaBugie
: Pietro Piccinini nell'articolo seguente dal titolo "Non credi al collasso climatico? Sarai chiamato negazionista" spiega perché il nuovo linguaggio adottato ufficialmente dal Guardian per parlare del riscaldamento globale (global warming) è più allarmante dell'allarme sul riscaldamento globale.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Tempi il 27 maggio 2019:
Se non si riesce a convincerle, come si fa a costringere le persone a vedere le cose in un certo modo? Occorre innanzitutto impadronirsi delle loro parole. Non c'è più bisogno di leggere Orwell per comprendere l'efficacia di questa regola base del potere. Basta dare un'occhiata al Guardian e alle sue nuove linee guida per descrivere i cambiamenti climatici. Qualche giorno fa, infatti, il direttore del celebre quotidiano britannico, Katharine Viner in persona, ha deciso di diramare ai suoi redattori un memo per assicurarsi che «i termini che utilizziamo» a proposito dell'ambiente «riflettano con precisione i fenomeni che descrivono».
Non basta più sparare a ripetizione articoli-manifesto allarmanti e disperati (come questo proprio del Guardian) su quanti pochi anni ci restano prima di morire tutti noi disidratati o arrostiti dal caldo, salvo poi dover aggiornare continuamente il countdown verso un armageddon che non arriva mai. È necessario alzare l'asticella, o meglio la temperatura percepita intorno al tema. Occorre che il senso di emergenza climatica diventi indiscutibile, acquisito una volta per tutte, non più problematizzabile. Nemmeno i termini che si usano per designare queste cose devono lasciare adito a obiezioni o anche solo a domande. La signora Viner è convinta che ciò significhi essere più «fedeli ai fatti». E dunque, per assicurarsi di essere più «fedeli ai fatti», i giornalisti del Guardian d'ora in poi dovranno parlare non più di "global warming", ma di "global heating", mentre chi si ostina a mettere in dubbio l'allarme andrà definito non "scettico", bensì, molto più suggestivamente, "negazionista".
L'OFFENSIVA LESSICALE
Nessun obbligo, per carità, «i termini originali non sono vietati», ha concesso il direttore del Guardian nella nota per i suoi giornalisti, «ma dovete pensarci due volte prima di utilizzarli». Perché? È chiaro il perché:
«L'espressione "cambiamento climatico", per esempio, suona piuttosto passiva e delicata quando quello di cui parlano gli scienziati è una catastrofe per l'umanità».
Bisogna rendere atto al Guardian di avere avuto almeno l'onestà intellettuale di dichiarare apertamente le regole e i motivi della nuova strategia di persuasione. Cosa che però nulla toglie al disagio provocato da questa specie di offensiva lessicale in ogni lettore dotato di senso critico: l'idea, da parte di uno degli organi di informazione più seguiti al mondo, di far passare una certa visione delle cose semplicemente manipolando le parole usate per definirle è, appunto, vagamente orwelliana. Tanto più nell'ambito di una materia complessa e controversa come il clima.
I DENIERS DEL BREAKDOWN
Ma quali sono i rudimenti della Neolingua meteorologica del Guardian? Eccone un assaggio, tratto dalla nota del direttore (le virgolette sostituiscono i neretti del testo originale):
«Usate "climate emergency", "crisis" oppure "breakdown" invece di "climate change"
Usate "global heating" invece di "global warming"
Usate "wildlife" invece di "biodiversity" (quando opportuno)
Usate "fish populations" invece di "fish stocks"
Usate "climate science denier" oppure "climate denier" invece di "climate sceptic"».
Non serve un inglese particolarmente fluent per cogliere la rilevanza della forzatura linguistica. Il fievole tepore evocato dalla parola "warming" diventa l'allarmante incandescenza del termine "heating"; un semplice, quasi banale cambiamento climatico ("change") evolve in una spaventosa emergenza, una crisi, addirittura un collasso ("breakdown"). Ma probabilmente il vero capolavoro subliminale è il nuovo marchio coniato dal Guardian per stigmatizzare i dissidenti del global heating: essi non saranno più chiamati "scettici", saranno bollati direttamente come "deniers", guarda caso lo stesso termine che gli anglosassoni dedicano ai negazionisti dell'Olocausto. Ma non basta: i nuovi negazionisti devono sapere che quel che negano non è soltanto una teoria scientifica come le altre, bensì la "scienza del clima" in quanto tale.
L'HO VISTO ALLA BBC
Argomenti a supporto di tutto questo? Oltre alle filippiche (politiche) del segretario dell'Onu António Guterres, il Guardian menziona le tesi di un professore del Met Office britannico (che sarà pure uno scienziato e forse perfino in ottima compagnia, ma sicuramente non è "la scienza"). Poi cita la Bbc, che nello scorso settembre ha pensato bene di raddrizzare i suoi talk show troppo equilibrati sul tema del clima spiegando che «non c'è bisogno di un "negazionista" per bilanciare un dibattito»; e infine l'immancabile Greta Thunberg, ovviamente favorevolissima all'adozione della Neolingua climatica. Tutti appigli perfetti per restare «fedeli ai fatti».


DOVE NON ARRIVA GRETA, ARRIVERANNO I GIUDICI
Leone Grotti nell'articolo seguente dal titolo "Cambiamenti climatici. Dove non arriva Greta, arriveranno i giudici" rivela che un gruppo di esperti ha teorizzato che i governi possono essere costretti a ridurre le emissioni di CO2 dai tribunali, come fatto da Olanda e Australia, nel nome dei "diritti umani", ma in realtà contro l'uomo.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Tempi il 27 aprile 2019:
Non sarà l'attivismo di Greta Thunberg a convincere i governi occidentali a «fare di più» per salvare la Terra e ridurre le emissioni di CO2 secondo la Bibbia del catastrofismo climatico. Saranno i giudici a obbligarli. È questa la teoria di un gruppo di esperti di diritto, che nel 2014 si è riunito per mettere nero su bianco una strategia per lavorare ai fianchi le democrazie di tutto il mondo e che ha cominciato a metterla in pratica. Se gli scienziati non riescono a dimostrare che i cambiamenti climatici sono causati dall'uomo, i popoli si ostinano a non percepire il riscaldamento globale come un'emergenza e di conseguenza i Parlamenti non hanno intenzione di prendere misure drastiche per contenerlo, allora il problema va portato nelle aule di tribunali. Sarà la giustizia a sopperire alle mancanze della politica, aggirando un piccolo dettaglio chiamato democrazia.
OLTRE 1.300 CAUSE IN 30 ANNI
Secondo una ricerca della Columbia University sono circa 1.300 le cause legali connesse ai cambiamenti climatici intentate in tutto il mondo dagli anni Ottanta a oggi. La più famosa, scrive il Washington Post, ha avuto successo in Olanda, dove nel 2015 il tribunale distrettuale dell'Aia ha condannato il governo olandese a fare di più per combattere i cambiamenti climatici, cioè a ridurre le emissioni di CO2 almeno del 25 per cento entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990. Il governo aveva approvato misure per tagliarle del 17 per cento. Nel 2018 la sentenza è stata confermata dalla Corte d'appello dell'Aia e il governo ha fatto ricorso alla Corte Suprema.
Diversi casi sono stati portati avanti anche negli Stati Uniti, ma la Corte Suprema ha sempre rigettato simili istanze ritenendo che le politiche climatiche siano appunto un problema politico e non legale. Una causa presentata in Oregon nel 2015 (Juliana v. United States) potrebbe raggiungere la Corte Suprema, anche se ha poche speranze di successo. I querelanti sostengono però di avere il diritto costituzionale a un ambiente pulito.
DOPO L'OLANDA, L'AUSTRALIA
A febbraio un giudice australiano ha impedito la costruzione di un impianto a carbone nello Stato di New South Wales sostenendo che avrebbe contribuito ad aggravare il riscaldamento globale e che impedire danni all'ambiente ha la precedenza rispetto a ottenere benefici economici.
Il magistrato che ha firmato questa inedita sentenza, Brian Preston, è uno dei primi esperti di diritto ad aver sostenuto nel 2011 che i governi vanno obbligati a cambiare le politiche climatiche nazionali attraverso i tribunali. Secondo lo scienziato ambientale Will Steffen «questa sentenza invia un segnale importante: il sistema legale è il luogo appropriato per fermare lo sviluppo costante dei combustibili fossili».
AGGIRARE LA SCIENZA CON I «DIRITTI UMANI»
Preston e altri 18 esperti hanno pubblicato nel 2014 un vero e proprio piano di battaglia per combattere legalmente l'inerzia dei governi. Uno dei problemi è rappresentato dal fatto che non è dimostrato scientificamente che i cambiamenti climatici siano prodotti da attività antropiche. Allo stesso modo, è molto difficile dimostrare che i danni prodotti ad esempio alle coltivazioni da violente alluvioni o climi torridi siano dovuti all'emissione di gas serra. Per aggirare questi problemi, sostengono gli esperti, è necessario che venga riconosciuto un «diritto umano» all'ambiente pulito e che a livello nazionale siano introdotte legislazioni che diano alla gente il diritto di far causa ai governi e alle aziende anche solo per aver «contribuito» ai cambiamenti climatici. Inoltre, gli esperti hanno proposto la creazione di un nuovo tribunale che imponga ai governi di applicare i trattati sul clima: una Corte internazionale sull'ambiente.
Niente di tutto questo, sottolinea il Washington Post, è ancora realtà. Ma la strada è stata tracciata. E seguendo l'esempio olandese, Alfredo Sendim, agricoltore portoghese, insieme ad altri querelanti di otto diversi paesi comunitari, ha fatto causa all'Unione Europea per non aver fatto abbastanza nella lotta al contrasto dei cambiamenti climatici. Alluvioni e incendi, avvenuti negli ultimi anni in molti paesi europei, sono stati portati come prove dei danni causati dal riscaldamento globale.
La causa avrà buon gioco a richiamare i precedenti in Olanda e Australia e secondo Christoph Bals, direttore di Germanwatch, la ong che sta portando avanti il processo e che sostiene finanziariamente Sendim, «gli ostacoli legali che un tempo si pensavano insormontabili stanno cadendo come birilli uno dopo l'altro». E pazienza se due di questi birilli si chiamano scienza e democrazia. Grazie a una concezione sempre più vasta di "diritti umani" ogni barriera può essere superata.


DOSSIER "GRETA THUNBERG"
L'adolescente sfruttata dalle lobby ecologiste

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Fonte: Tempi, 25 maggio 2019

4 - IL SANTO ROSARIO: PREGHIERA PER LA FAMIGLIA DI OGGI (COME DI IERI)
Le famiglie possono avere un'aiuola di rose profumate da offrire ogni giorno alla Regina della famiglia
Fonte Ottobre il mese del Rosario

Il papa Pio XII definì il Santo Rosario "Preghiera della famiglia": una preghiera fatta di rose profumate offerte alla Regina delle rose; una preghiera che è "sintesi di tutto il Vangelo", come dice ancora papa Pio XII; una preghiera che è "meditazione dei misteri del Signore, sacrificio vespertino, corona di rose, inno di lode, compendio di vita cristiana, pegno sicuro del favore celeste, presidio per l'attesa salvezza"; e in un altro discorso ancora, lo stesso papa Pio XII descriveva i pregi e gli effetti salutari del Santo Rosario particolarmente per gli sposi novelli, per i fanciulli, per i giovani e per le giovani, per i genitori, per gli anziani, per i malati e per i morenti. Tutte le famiglie possono avere in casa questa aiuola di rose profumate da offrire ogni giorno alla "Regina della famiglia".
Nella storia delle famiglie cristiane, infatti, non sono certamente poche le famiglie, che si sono alimentate e nutrite quotidianamente della preghiera del Santo Rosario, recitato insieme, genitori e figli, grandi e piccoli, sotto lo sguardo materno della Madonna visibile in un quadro o in una statuetta.
Possiamo qui ricordare particolarmente la famiglia della Beata Anna Maria Taigi, madre di sette figli. Era edificante vedere con quale cura ogni giorno la santa Mamma faceva recitare il Santo Rosario a tutta la famiglia; ella lo recitava sempre in ginocchio, nonostante gli acciacchi dell'età e delle malattie; e anche da moribonda, la beata Anna Maria non volle mai mancare alla recita del Santo Rosario con la sua famiglia. Persino l'ultima sera, poche ore prima della sua morte, ella partecipò al Rosario della famiglia riunita nella sua cameretta. E nel dare l'ultima benedizione alla famiglia, la Beata raccomandò al marito e ai figli particolarmente tre cose: l'osservanza dei comandamenti di Dio, la viva devozione alla Madonna, la fedeltà alla recita giornaliera del Santo Rosario in famiglia.
Possiamo ricordare anche la famiglia di santa Teresina di Lisieux. Ogni sera, la famiglia, raccolta nella recita comunitaria del Santo Rosario, offriva la preghiera della corona come il "sacrificio vespertino", di cui parla il papa Pio XII. Santa Teresina stessa riferisce che i genitori inculcavano ai figli un amore particolare alla preghiera del Santo Rosario dandone l'esempio della recita quotidiana essi per primi e ottenendo i frutti speciali di una famiglia santa con le sei figlie consacrate a Dio.
Ugualmente, possiamo ricordare la famiglia della santa Gianna Molla con i suoi tre figli, e la famiglia di Luigi e Maria Beltrame-Quattrocchi, con i loro quattro figli tutti consacrati a Dio. Santa Gianna e i beati Luigi e Maria erano professionisti, impegnati fedelmente a custodire e a santificare la famiglia, nutrendola giornalmente con la recita del Santo Rosario, a sostegno delle prove e delle difficoltà di ogni genere che non mancano mai nelle famiglie su questa terra di "triboli e di spine" (Gen 3,18).

IL PAPÀ CON I DIECI FIGLI
Istruttivo ed edificante, poi, è stato l'esempio del beato Giuseppe Tovini, padre di dieci figli, avvocato impegnato al massimo anche nel lavoro sia di apostolato, sia politico e amministrativo. Oltre l'impegno di pregare con la corona del Rosario fra le mani dovunque si trovasse - a piedi per le strade o sui mezzi di trasporto - il beato Giuseppe Tovini curava la recita del Santo Rosario in famiglia ogni giorno. "Tutti vi dovevano essere presenti, - diceva - anche i più piccini, perché pur non comprendendo il significato di quella preghiera, le orecchie infantili si assuefacessero al ritmo della recitazione". E se capitava che, costretto a tornare più tardi a casa, la famiglia aveva già recitato il Rosario, egli si raccoglieva e diceva il Rosario da sé, in solitudine. Doveva essere uno spettacolo edificantissimo quella famiglia raccolta nella preghiera del Rosario ogni sera, con il papà che si metteva sempre in ginocchio per terra sul pavimento o sul sedile della sedia, con la corona fra le mani giunte sul petto, piamente raccolto e concentrato nella recita delle Ave Maria o con gli occhi rivolti verso l'immagine della Madonna.
Lo stesso si può dire del beato Ladislao Batthyány Strattmann, ungherese, beatificato dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II nel mese di marzo 2003. Il beato Ladislao era un medico oculista, padre di tredici figli, educati alla scuola cristiana del Santo Rosario, recitato ogni giorno insieme, per alimentare la propria vita di fede.
Questa è l'immagine più reale del titolo di Regina della famiglia che la Chiesa ha dato a Maria Santissima. Quando la Madonna vede l'intera famiglia raccolta in preghiera per la recita del Santo Rosario, può dire davvero di essere la Regina di quella famiglia e di proteggere quella famiglia in maniera tutta particolare come una "piccola Chiesa domestica".

Nota di BastaBugie: questo brano è tratto dal prezioso libretto "Ottobre: il mese del Rosario" curato da Padre Stefano M. Manelli, pubblicato dalla Casa Mariana Editrice senza scopo di lucro. Molto utile per avere una riflessione ogni giorno sull'importanza del rosario e può essere utilizzato in ogni mese, anche se principalmente a ottobre (o, volendo, a maggio). Può essere ordinato (Codice: CME-2010-19) facendo una offerta libera attraverso il sito www.casamarianaeditrice.it

Fonte: Ottobre il mese del Rosario

5 - IMMIGRAZIONE ISLAMICA: SPAGNA NEL CAOS (NECESSARIA UNA NUOVA RECONQUISTA)
Come in tanti altri paesi europei, sono sempre di più i quartieri a predominio di musulmani dove i furti, lo spaccio, i crimini d'onore e violenze sessuali (inclusi stupri di gruppo) sono frequenti e impuniti
Autore: Lorenza Formicola - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 24/05/2019

La Spagna ha un problema ormai serissimo di sicurezza. Dall'inizio dell'emergenza immigrazione, gli spagnoli hanno assistito ad un repentino precipitare delle cose. E, come in tanti altri paesi dell'Unione, sono sempre di più i quartieri a predominio di stranieri. Intere zone dove i furti, lo spaccio, i crimini d'onore, le violenze sessuali e il divieto d'accesso per le donne bianche sono la nuova normalità.
Ovviamente non esistono statistiche affidabili sui crimini legati all'immigrazione, perché i dati compilati dal ministero dell'Interno spagnolo su specifiche categorie (omicidio, stupro, rapina, ecc.) non classificano i criminali per nazionalità. Ma anche rispetto ai numeri e alle percentuali legati ai reati, c'è poca chiarezza. Le statistiche ufficiali raccontano, per esempio, di 865 stupri nel 2017, mentre altrove ne vengono registrati 1382 - una differenza del 60%. L'agenzia ufficiale di statistica spagnola (Instituto Nacional de Estadística, INE) ha indicato che gli immigrati rappresentano circa il 10% della popolazione spagnola totale, ma, allo stesso tempo, sono anche il 32% della popolazione carceraria di Spagna. I dati del ministero dell'Interno mostrano poi che la maggior parte degli immigrati arrestati nel 2017 proveniva da due soli paesi: Romania (18.032) e Marocco (17.464). Eppure, sebbene la mancanza di statistiche ufficiali, non è l'aneddotica ma la cronaca nera a disegnare la cornice di una Paese succube della criminalità straniera: dal piccolo furto all'assassinio e alle violenze sessuali, il problema cresce a livello nazionale.

IMMIGRATI MUSULMANI: LO STUPRO (ANCHE DI GRUPPO) È NORMALE
Un certo scalpore e rabbia ha provocato la vicenda legata alla violenza sessuale - particolarmente feroce - subita da una dodicenne vicino Madrid da sei immigrati africani. Lo scandalo maggiore, come accaduto già altrove in Europa, è stato però nel silenzio imposto dalle autorità spagnole per evitare di alimentare i sentimenti anti-immigrazione. I sei - tra i 15 e i 20 anni - inizialmente avevano rapito in un parco pubblico due ragazzine e una è stata liberata perché musulmana. El Mundo ha pubblicato i risultati dell'indagine e, secondo quanto riportato, i pubblici ministeri e i giudici hanno deciso che tre dei minori saranno trattenuti e poi "reinseriti" nella società spagnola, piuttosto che essere espulsi, uno è in detenzione preventiva, gli altri sono stati già rilasciati. Lo stupro di gruppo ha acceso i riflettori sulla spirale di criminalità legata agl'immigrati che sta angustiando la Spagna e smascherato, al contempo, un sistema giudiziario indulgente che continua a lasciare i criminali a piede libero, spesso solo perché stranieri.
Ma i casi offerti ferocemente dalla cronaca fotografano una realtà rispetto alla quale non c'è statistica ufficiale capace di ridimensionare il problema. Solo nell'ultimo anno e mezzo gli spagnoli hanno assistito alla nascita del "branco di Allah", che con le aggressioni sessuali ha terrorizzato la metropolitana di Barcellona. La banda di quindici islamici, nonostante i diversi crimini con cui ha messo a ferro e fuoco la Catalogna, ha già otto dei suoi membri a piede libero. Gli stupri sono sempre più diffusi e c'è ormai una generazione di spagnole, perché bianche e non islamiche, ad esser stata segnata per sempre. Si passa da Alicante, quando tre algerini hanno stuprato una donna di 19 anni; a Tarragona, dove undici immigrati minorenni hanno stuprato una ragazza; ad Algeciras, dove tre dominicani sono stati arrestati per abusi sessuali ai danni di una quattordicenne; a Granada, quando ad aprile un marocchino di 45 anni è stato arrestato dopo essersi masturbato di fronte ai bambini durante una processione della Settimana Santa; fino a Blanes, dove un immigrato senegalese di 24 anni è stato arrestato per aver aggredito sessualmente una bambina di 11 anni.

PICCHIATE O ACCOLTELLATE LE LORO MOGLI E FIGLIE (NESSUNA FEMMINISTA PROTESTA)
Ma si tratta solo di una selezione di alcuni dei casi più eclatanti degli ultimi mesi. A cui vanno aggiunti i crimini d'onore: omicidi e aggressioni dei quali gl'immigrati, ma non solo o almeno non sempre, sono i protagonisti indiscussi. Da Valencia a Salamanca, da Laredo a Madrid , le mogli e le figlie di immigrati sono state picchiate o accoltellate. Decine e decine anche i casi di "immigrati minori non accompagnati", quelli che in Spagna chiamano i Menas (menores extranjeros no acompañados). Ad oggi però, oltre alla Catalogna, è Madrid a versare in una situazione davvero critica. A Lavapiés il quartiere della capitale noto per la spiccata multiculturalità, recentemente il consiglio comunale ha ordinato alla polizia di tenersi alla larga dalla zone per "evitare situazioni di tensione". Tutto è iniziato circa un anno fa, quando centinaia di immigrati senza documenti hanno invaso il quartiere in una rivolta contro le forze dell'ordine colpevoli di aver ucciso un venditore ambulante senegalese di 35 anni.
L'uomo è morto, secondo le prime notizie, dopo essere stato inseguito dalla polizia da Puerta del Sol, nel centro della città, a Lavapiés, dove è crollato in fin di vita. Il 22 aprile 2019, tuttavia, un tribunale di Madrid ha confermato che Mbaye non è morto come conseguenza di un inseguimento della polizia. "Gli eventi non rivelano nemmeno la minima indicazione che il defunto è stato personalmente sottoposto a qualsiasi tipo di molestia. Non ci sono dati oggettivi o testimonianze per affermare l'esistenza di tali molestie o persecuzioni, che non ha altro sostegno se non le semplici affermazioni di chi ha fatto il ricorso [una ONG chiamata SOS Racism Madrid]." La morte di Mbaye ha tuttavia scatenato violente proteste che sono durate per diversi giorni e che hanno causato diversi danni. E gl'immigrati sono anche forti del fatto che nessuna minaccia potrà ostacolare il loro controllo di un quartiere di una capitale d'Europa.
A tutto questo va ad aggiungersi la minaccia terrorismo. Allo stato attuale la polizia in Spagna monitora oltre 1.000 persone considerate pericolose, mentre i tribunali stanno indagando su 259 persone e 500 telefoni monitorati. Ma si tratta dei meri dati di cui è informato El Paìs. C'è ben altro sotto. Tra il 1996 e il 2013, quasi il 29% delle persone condannate per reati di terrorismo islamico è stato arrestato nella provincia di Barcellona. Un ennesimo recente rapporto ha indicato la Spagna come importantissimo centro finanziario per terroristi in Siria e in Iraq. E dal 2013 al 2017 niente è cambiato, anzi. Intanto Madrid vive in un eterno incubo ricorrente, subissata da minacce.

Nota di BastaBugie: per vedere alcuni video sull'islam consigliati da BastaBugie, clicca qui!

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 24/05/2019

6 - LA NUOVA IDEOLOGIA APOCALITTICA
Gli allarmi apocalittici danno ai seguaci la sensazione di essere i salvatori del mondo, mentre gli altri vengono considerati degli infedeli eretici o nemici dell'umanità
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 26/05/2019

Più che una campagna elettorale, quella delle europee, è stata una campagna militare. Che, come nel 2018, ha visto il monopolio mediatico del partito del "politicamente corretto" (Ppc), il quale è più vasto del centrosinistra, perché va dai tecnocrati euristi ai centri sociali, comprendendo gran parte dei media e del ceto intellettuale (e pure l'attuale gerarchia vaticana).
È la nuova religione laica degli "apocalittici e integrati" (per dirla con Eco). Infatti consiste anzitutto in allarmi apocalittici i quali - con il bau bau mediatico - danno ai seguaci la sensazione di essere i salvatori del mondo o almeno danno loro la possibilità di gridare col cuore in fiamme e atteggiarsi come gli unici che hanno una moralità e un pensiero, mentre gli altri (scettici o dissidenti che siano) vengono considerati degli infedeli eretici o nemici dell'umanità.
L'allarme apocalittico ha pure la caratteristica - per la sua apodittica drammaticità - di indurre al fanatismo ed escludere l'analisi razionale, lo spirito critico e la verifica dei fatti. Non ammette mezze misure o chiaroscuri: conosce solo l'asserzione assoluta. E' un aut aut morale. Da una parte il Bene, dall'altra il Male. E impone di schierarsi. Basta avanzare un semplice dubbio e si è già catalogati tra le forze delle tenebre.

AMBIENTALISMO, MIGRANTI, RAZZISMO, ECC.
Ecco allora l'apocalisse climatica imminente che - come la fine del mondo di certe sette millenariste - viene però sempre spostata a data da destinarsi.
Ecco l'apocalittico allarme sui migranti e sulle stragi per naufragio in mare (paragonate addirittura alla shoah) da cui consegue l'imperativo di spalancare le frontiere. Non importa se proprio fermando le partenze sono quasi sparite le morti in mare, non importa se i paesi di provenienza - con i vescovi africani - ripetono che questo traffico di esseri umani dissangua i loro paesi e provoca tragedie, destabilizzando i paesi di arrivo. Gli umanitari non sembrano interessati alla realtà.
Ecco poi l'allarme apocalittico sul razzismo dilagante e - connesso - il terribile allarme sull'onda nera del fascismo montante (che fa solo pubblicità a certi minuscoli gruppetti di nostalgici, del tutto marginali).
Ultimamente - non ritenendo bastante l'allarme sulla "marea fascista" - si è voluto addirittura farla diventare nazifascista o nazista "tout court", evocando la Germania degli anni Trenta.
C'è poi la mitologia della UE "che ci ha regalato 70 anni di pace" (pur essendo nata solo 27 anni fa, anni in cui sono tornate le guerre proprio in Europa).
Mitologia connessa con l'allarme sovranismo che sarebbe come un flagello biblico capace di sprofondarci (chissà perché) nelle tenebre di un'Europa senza Erasmus o addirittura in una nuova guerra (mondiale o nucleare forse).
Fra gli allarmi apocalittici di questi anni c'è quello sulla Brexit. Sembrava che, se i britannici avessero votato per l'uscita dalla UE, l'isola sarebbe sprofondata. Invece è sprofondata solo una classe politica antibrexit che non è stata capace per ora di gestire l'uscita.
Il titolo più emblematico è quello recente del "Corriere della sera" che rilanciava il solito studio catastrofista: "Con la Brexit verdura e frutta troppo care: previsti oltre 12 mila infarti in più in dieci anni".
Chissà come ha fatto il popolo britannico a sopravvivere fino al 1992 e come ha fatto a mangiare frutta e verdura per secoli senza la UE.
Apocalittico fu anche l'allarme per la possibile vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti. Poi il "mostro" è arrivato alla Casa Bianca e - chissà perché - gli Stati Uniti, invece dichiarare bancarotta, hanno messo il turbo e hanno oggi l'economia che corre di più in Occidente.

UN CATALOGO AMPIO
Il catalogo degli allarmi apocalittici è ampio. C'è l'allarme spread con il quale si possono abbattere i governi e tassare i popoli tenendoli sul ciglio del burrone (salvo scoprire che la Bce può spazzarlo via con una semplice dichiarazione del governatore).
Poi c'è l'allarme fake news, magari prodotto dall'altro mostro apocalittico, la Russia di Putin, che - a sentire i media - con qualche decina di account su twitter e facebook determinerebbe le elezioni in America e in Europa (e chissà perché i partiti, invece di spendere tanto per le campagne elettorali, non vincono con quella semplice trovata).
Il senso del ridicolo è sparito in questa apocalittica che non permette una discussione laica e razionale. Però - fra tante apocalissi annunciate per il prossimo futuro - non si vedono i fatti, quelli sì, veramente drammatici del presente e del passato recente.
Avete mai sentito, nel mare di retorica europeista di questi giorni, rammentare la tragedia della Grecia?
E fra tanti allarmi umanitari, chi lotta per i cristiani che in mezzo mondo continuano a subire macelli e persecuzioni nell'indifferenza generale? E chi riflette sullo scarso valore della vita umana nelle legislazioni moderne?
Infine è curioso che proprio gli "apocalittici" accusino i loro avversari di alimentare la tensione e il clima di paura. Del resto proprio chi agita i fantasmi del fascismo (o del nazismo) ha la propensione alla demonizzazione dell'avversario e la conseguente tentazione di censurare o zittire o scomunicare le idee difformi.
Come ha scritto Eugenio Capozzi: "la retorica politicamente corretta - con la sua impostazione di 'catechismo civile' e la sua strutturale tendenza alla censura - non è una degenerazione del linguaggio, un tic del discorso pubblico contemporaneo o una moda delle classi colte. Rappresenta invece l'espressione di un'ideologia, impostasi nelle società occidentali nell'ultimo mezzo secolo, paradossalmente mentre il luogo comune dominante sosteneva la morte delle ideologie".

Fonte: Libero, 26/05/2019

7 - IL CASO DEI GENITORI INGLESI CHE HANNO SPINTO I FIGLI A CAMBIARE SESSO
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): al Festival di Cannes accuse omofobe a Delon, lo spot del governo italiano contro l'omofobia, Riverdale strizza l'occhio al mondo lgbt
Autore: Caterina Giojelli - Fonte: Tempi, 17 maggio 2019

Uno dei loro cinque bambini, a soli sette anni aveva già iniziato il percorso di transizione, a 13 era diventato a tutti gli effetti e per la legge una ragazza. Un altro ha manifestato importanti «problemi con l'identità di genere». Un terzo, che oggi ha sei anni, fin da quando ne aveva tre veniva vestito e chiamato col nome di una bambina. Non c'è giornale del Regno Unito che non si stia occupando del caso dei «fratelli che diventano ragazze».
Tutte le domande scatenate dall'inchiesta del Times sulle attività che fanno capo alla Tavistock & Portman (la controversa clinica del National Health Service inglese che si occupa di "curare" i minori che soffrono di disforia di genere e da cui si sono licenziati 18 medici in tre anni), sono emerse prepotenti ora che a esprimersi su una vicenda accaduta nella Contea di Lancashire è stato un giudice dell'Alta Corte inglese.

ESPERIMENTO DI MASSA SUI BAMBINI
«È in corso un esperimento di massa sui bambini, i più vulnerabili», scriveva in prima pagina il Times l'8 aprile scorso, denunciando l'aumento esponenziale dei minori sottoposti al percorso per cambiare sesso. In quelle stesse settimane, durante un'udienza a porte chiuse, il giudice David Williams rispediva al mittente le preoccupazioni sollevate dei servizi sociali della Contea: CP e TP, marito e moglie, potranno continuare a prendersi cura dei loro cinque bambini, due naturali e tre in affido, perché «secondo gli esperti si tratta di buoni genitori, attenti e in sintonia con i loro figli, i bambini sono felici».
Come si è arrivati in tribunale? Tutto inizia quando la coppia, che da 16 anni si prende cura anche di bambini in affido, secondo i servizi sociali e gli insegnanti inizia a «incoraggiare il cambiamento di sesso» dei bambini ed esponendoli, così piccoli, al rischio di «significativi danni emotivi». Il giorno che H., affidato dalle autorità a CP e TP, arriva all'asilo ha solo tre anni ed è vestito da capo a piedi come una bambina («Eccone un'altra per la Tavistock», avrebbe detto la madre all'educatrice, scrive il Times). Alle primarie, invece di presentarsi come richiesto dalla scuola in uniforme maschile, H. indossa quella di una femmina. H. inizia ad essere vestito come una bambina poco dopo la transizione del maggiore R., il più giovane dei due figli naturali della coppia. Passato da maschio a femmina all'età di sette anni, CP e TP prendono provvedimenti immediati per cementare legalmente la sua nuova identità, cambiandogli il nome e ottenendo nuovi documenti. Tuttavia R. inizia a manifestare insofferenza e depressione e dopo pochi mesi rivela a scuola di avere pensieri suicidi, ritenendo che «la vita non fosse degna di essere vissuta».

L'INDAGINE DEI SERVIZI SOCIALI
Un terzo figlio, C., finisce per cinque volte in tre anni in ospedale, dopo aver riportato «un numero di lesioni significative molto più alto di quelle che ci si potrebbe aspettare da un bambino della sua età» (tra le altre cose, C. ha rischiato di morire annegato nella piscina di famiglia). Lo scorso anno una serie di nuovi incidenti ha innescato una indagine dei servizi sociali della Contea sulla famiglia. Nel rapporto degli operatori si legge «TP e CP sono persone altamente manipolatrici», «esistono preoccupazioni significative riguardo al fatto che i genitori/tutori abbiano manipolato il genere dei bambini».
Secondo i servizi del Lancashire TP e CP cercano di ottenere altri bambini in affido «per soddisfare i propri bisogni, finanziari ed emotivi». Presentando la richiesta di revocare alla coppia la custodia di tutti i figli, il consiglio della Contea afferma che i due hanno «agito in modo precipitoso nei confronti di una disforia di genere percepita», sono «resistenti a riconoscere i potenziali svantaggi per R. e H. dati dal venire identificati come transgender prematuramente».

MIA SORELLA ERA MASCHIO
Il caso finisce all'Alta Corte, e qui la parola passa agli esperti. Secondo i quali la completa transizione in giovane età non può portare danni, al massimo li può evitare. E che nulla della vicenda dimostra che questo o quel figlio di CP e TP sia stato "incoraggiato", bensì adeguatamente "supportato". Perfino il piccolo C., quando gli viene chiesto di parlare del fratello H., non ha esitazioni: «H. era nata maschio. Ma ora è una ragazza e diventerà una donna». La testimonianza decisiva viene data però dalla celebre Vickie Pasterski, psicologa che ha aiutato più di 500 persone a cambiare sesso in Europa, Nord America e Asia. Pasterski afferma che la disforia di genere ha basi biologiche che non sono soggette ad «influenza interpersonale o interferenze ambientali», e questo per il giudice Williams basta a dissipare le obiezioni sollevate dai servizi sociali: «È assolutamente evidente che nessuno dei due (bambini, ndr) ha sofferto o è a rischio di subire un grave danno emotivo da una completa transizione sociale verso il genere femminile in tenera età».

MAI VISTO UN CASO SIMILE
Peccato, nota lo Spectator, che Paterski abbia un conflitto di interessi, lavorando alla London Transgender Clinic, clinica privata per il cambio di genere della capitale (dove, a differenza di quanto accade per il NHS, i profitti aumentano in relazione al numero di pazienti assistiti). E che il suo punto di vista venga contestato dallo stesso Gids (Gender Identity Development Service), il servizio di sviluppo dell'identità di genere della Fondazione Tavistock & Portman dove è stato curato almeno uno dei bambini. Il mese scorso, ricorda il Times, Bernadette Wren, responsabile di psicologia clinica presso la Tavistock, ha scritto su una rivista accademica: «I ragazzi gender-atypical hanno più probabilità di essere facilmente influenzati dalla visione dei genitori riguardo al genere, fino al punto di assumere un impegno assoluto e a lungo termine per un'identità di genere binaria e una transizione sociale».
«Al Gids - ha dichiarato Wren - preferiremmo che i bambini piccoli, sotto i dieci anni, diciamo (...) non ottenessero una transizione completa e legalmente riconosciuta verso un sesso diverso in così giovane età». Un altro clinico del Gids, dove negli ultimi nove anni sono stati trattati 364 bambini sotto i sette anni, ha aggiunto al Sunday Times che in tutta la sua carriera non gli era mai capitato di incontrate due bimbi di quell'età sottoposti a una completa transizione sociale nella stessa famiglia.
«Durante il dibattimento ho osservato che le questioni relative all'identità di genere e alla comprensione medica di tali questioni sono complesse e in via di sviluppo» ha concluso il giudice al termine di un'udienza che sicuramente aprirà una lunga stagione di contenziosi sui bambini, le nuove cavie della medicina di genere.

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal "gaio" mondo gay (sempre meno gaio).

AL FESTIVAL DI CANNES ACCUSE OMOFOBE A DELON
L'attore Alain Delon dovrà ritirare la Palma d'oro alla carriera al Festival di Cannes. Le femministe di Women and Hollywood si oppongono perchè "omofobo" e maschilista. "Omofobo" perché l'attore ha criticato le adozioni gay. Le femministe hanno lanciato anche una petizione che ha raccolto 15mila firme.
Il delegato del Festival Thierry Frémaux ha replicato: «Non gli diamo il Nobel per la pace ma un premio alla carriera». Delon alla fine ha glissato su tutto e non si è piegato al politicamente corretto.
(Gender Watch News, 16 maggio 2019)

LO SPOT DEL GOVERNO ITALIANO CONTRO L'OMOFOBIA
Ieri si è "celebrata" la Giornata Mondiale contro l'omobitransfobia (sic). ll Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), che ormai si occupa quasi esclusivamente di tematiche legate al gender, hanno realizzato uno spot in onda sulle reti Rai dal 15 maggio.
In esso si accostano alcuni disturbi psicologici come la chaetofobia (paura dei capelli), la hilofobia (paura degli alberi), la cromatofobia (paura di colori) all'omofobia (paura degli omosessuali): tanto per dire che chi è critico verso l'omosessualità ha problemi psicologici. Anzi sta peggio di quegli squilibrati che hanno paura dei colori perché si dice che l' "omofobia" è la paura irrazionale dell'omosessualità, "la paura più irrazionale di tutte le altre". Dunque il governo sta dando del pazzo a quanti ad esempio difendono la famiglia naturale.
E poi, ammesso che vi sia qualcuno che nutra questa paura, quanti sono? In secondo luogo affermare che chi critica l'omosessualità sia anche terrorizzato dalla stessa è davvero azzardato.
(Gender Watch News, 18 maggio 2019)

RIVERDALE STRIZZA L'OCCHIO AL MONDO LGBT
Una delle serie tv di più successo del momento per ragazzi è Riverdale: basata su un fumetto popolare, narra le vicende del giovane Archie Andrews che nella piccola città Riverdale, sconvolta da omicidi, indaga su di essi insieme ad un gruppo di amici.
La serie è stata rinnovata per una quarta stagione ed ha ricevuto critiche estremamente positive, specialmente per la rappresentazione dell'universo LGBT.
E già perché, ovviamente, una serie per essere di successo deve per forza avere uno o più personaggi gender variant.
Il primo della serie è Kevin Keller, apertamente omosessuale e figlio dello sceriffo della città, miglior amico della co-protagonista Reggie Mantle.
Il secondo personaggio è invece la giovane Ronnie Lodge, ragazza con un passato difficile che prova a ricostruirsi la vita facendo la "brava ragazza".
Nella serie è presente un bacio con la sua amica Betty durante una prova da cheerleader.
Però, il più importante, sia per il ruolo che svolge sia per la fama dell'attore, è il sedicenne Jughead.
E' interpretato da Cole Sprouse, il gemello biondo che con il fratello è stato protagonista della famosa serie Disney "Zach e Cody al Grand Hotel". [...]
Il personaggio interpretato da Sprouse, negli Archie Comics da cui è tratta la serie, è dichiaratamente asessuale (cioè chi manca di attrazione sessuale).
Cole ha dichiarato a Teen Vogue di aver fatto molte ricerche sull'asessualità prima di avere la parte ma osserva che nella prima stagione di Riverdale quest'aspetto non viene toccato, nonostante le richieste dei fan. Spera però che in seguito possa essere rivelata l'identità seussuale di Jughead. [...]
Ormai siamo oltre i personaggi omosessuali e transessuali: è l'avvento della frontiera LGBT, dove ogni cosa deve essere sdoganata ed il cinema, le serie tv, la musica diventano come nei regimi totalitari strumenti di indottrinamento per le nuove generazioni.
(Chiara Chiessi, Osservatorio Gender, 23 maggio 2019)


DOSSIER "CAMBIO DI SESSO"
I danni irreversibili della transizione

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Fonte: Tempi, 17 maggio 2019

8 - LA CATTOLICITA' DI CRISTOFORO COLOMBO HA PERMESSO LA SCOPERTA DELL'AMERICA
Cristoforo (Christo ferens = che porta a Cristo) Colombo (la colomba è simbolo dello Spirito Santo) compì l'impresa con tre caravelle (tre è il numero della Trinità) con la croce nelle vele, di cui la principale si chiamava Santa Maria e con i soldi guadagnati voleva finanziare una crociata per la liberazione del Santo Sepolcro
Autore: Maurizio Parenti e Marco Tangheroni - Fonte: Cristianità, aprile 1992 (n. 203)

Come l'esperienza marinara di Cristoforo Colombo si inquadra perfettamente nella storia della sua patria e del suo tempo, così il progetto di raggiungere l'Oriente passando, attraverso l'Oceano, per l'Occidente, si stava imponendo, sia pure in maniera sfocata e imprecisa, in diversi ambienti scientifici ed eruditi dell'epoca: basti ricordare l'influenza di Paolo dal Pozzo Toscanelli.
Il navigatore genovese ha il merito di concepire con maggior precisione il disegno, rafforzando le tesi di alcuni dotti con la personale esperienza di uomo di mare, che aveva osservato indizi significativi e raccolto anche alcune voci degli ambienti marinari; e quindi di perseguire con ostinazione la realizzazione dell'impresa condotta, poi, con le sue straordinarie doti nella guida delle navi e degli uomini.
Tuttavia è bene ricordare che il suo progetto si basava su un duplice errore geografico, pur condiviso da sapienti di grande autorità, e verrebbe voglia di esclamare con la liturgia del Sabato Santo: felix culpa! Infatti egli riteneva la Terra molto più piccola e l'Asia molto più estesa verso l'Europa. Così gli poté apparire realizzabile un viaggio che, senza l'inattesa presenza di un altro continente, si sarebbe rivelato, evidentemente, impossibile.

L'EUFORIA PER LA RECONQUISTA DELLA SPAGNA
È importante ricordare questo fatto perché ci permette di comprendere il parere negativo sia degli studiosi consultati dal re del Portogallo, Giovanni II, sia di quelli spagnoli, in buona parte dell'università di Salamanca, interpellati dai Re Cattolici. Essi avevano, da un punto di vista matematico e geografico, ragione. E su questo piano avvennero, com'è documentato, le discussioni. Naturalmente non era in questione la sfericità della Terra, dato pienamente acquisito dalla cultura geografica medievale, ma la sua dimensione; e non sarebbe stato necessario ricordarlo se non fosse ancora largamente diffuso questo luogo comune tipico della "leggenda nera" sul Medioevo.
Dunque tali studiosi non erano, come spesso li si immagina, i rappresentanti di una cultura vecchia, superata, "medioevale", contrapposta a quella nuova e "moderna" di Cristoforo Colombo. Ancor meno essi erano fanatici religiosi nemici della umanistica laicità del genovese, come, per esempio, ce li raffigurava uno sceneggiato televisivo realizzato alcuni anni or sono, senza risparmiarci nessuno dei topoi che era, ahimè, prevedibile attendersi: facce incavate, occhi ardenti, voci stridule. Semmai era proprio Cristoforo Colombo a superare, di fronte agli altri e a sé stesso, le obbiezioni oltre che con argomenti razionali anche con una convinzione progressivamente crescente di una missione affidatagli dalla Provvidenza.
Un'ultima considerazione: perché il progetto di Cristoforo Colombo, che era stato giudicato negativamente da ripetuti autorevoli pareri, trovò quasi improvvisamente accoglienza da parte dei Re Cattolici nei primi mesi del 1492?
Indubbiamente pesarono i sostenitori e i finanziatori che il navigatore genovese era riuscito a procurarsi, ma la spiegazione essenziale è da ricercarsi nell'euforia dei sovrani, della Corte e del popolo spagnoli per l'avvenuto compimento del processo di Reconquista, avviato dalla metà del secolo VIII e terminato il 2 gennaio 1492 con la conquista di Granada. [...]

LA RELIGIOSITÀ DI CRISTOFORO COLOMBO
Certamente in Cristoforo Colombo e in coloro che lo seguirono, come in generale nell'espansione europea della fine del Medioevo, non sono da trascurare le motivazioni di tipo economico e, in particolare, la ricerca dell'oro, senza dimenticare che, a partire dagli anni Quaranta del secolo XV, per i portoghesi acquista crescente importanza anche la cattura di schiavi lungo le coste africane: ma questa motivazione economica è assente dal progetto del navigatore genovese; più in generale, in tale espansione si manifesta "l'incoercibile bisogno, più o meno cosciente, di spazio", non per eccesso di popolazione - le grandi epidemie di peste del secolo precedente avevano abbattuto di circa il 40% la popolazione europea -, ma per la ricerca di orizzonti più ampi, anche in relazione al serrarsi del Mediterraneo Orientale per l'avanzata dei turchi ottomani e al completamento della Reconquista.
Inoltre, per Cristoforo Colombo le motivazioni di ordine religioso avevano un peso notevole, che sarebbe estremamente ingiusto e arbitrario ridurre a giustificazioni strumentali o a residui poco
significativi di riti o di pratiche a carattere magico e superstizioso.
E ciò va ribadito contro gli storici moderni poco propensi a prendere in considerazione il richiamo religioso; essi, come ha osservato Jacques Heers, "se ne parlano, vi vedono un elemento troppo trascurabile per evocarlo in maniera attenta, oppure un semplice pretesto. Molti pensano volentieri che il Genovese parlasse di dovere religioso, di servizio di Cristo e di prospettive di evangelizzazione solo per conciliarsi meglio le buone grazie della regina attraverso una manovra interessata".
Già la lettura del Diario di bordo ci offre un'ampia esemplificazione di questi aspetti decisivi per comprendere la personalità dell'Ammiraglio: ci limitiamo a qualche esempio, per altro assai eloquente, circa la profonda religiosità di Cristoforo Colombo e la sua convinzione di svolgere una missione accompagnata dal favore divino.
In data 23 settembre 1492 egli istituisce un parallelo fra sé e Mosè: come allora a Mosè, che conduceva gli ebrei fuori dalla schiavitù egiziana, risultò utile il mare grosso in assenza di vento, così lo stesso straordinario fenomeno si è ripetuto a suo vantaggio per tranquillizzare i marinai timorosi circa la possibilità di fare ritorno.

LA CONVERSIONE DEGLI INDIGENI
Il problema della conversione degli indigeni è, fin dallo stesso primo contatto del 12 ottobre, al centro dell'attenzione dello scopritore: "Conobbi che era gente che meglio si salverebbe e si convertirebbe alla nostra santa fede con l'amore che con la forza". E in data 27 novembre, rivolgendosi ai sovrani spagnoli, dopo aver esposto la necessità di superare la barriera linguistica, scrive: "E poi si raccoglieranno i benefici e si lavorerà per fare cristiani tutti questi popoli, il che agevolmente si farà perché essi non hanno setta alcuna, né sono idolatri".
Sempre il Diario di bordo ci informa sul comportamento e sui pensieri di Cristoforo Colombo durante la spaventosa tempesta che coglie le due caravelle superstiti a metà febbraio, durante il viaggio di ritorno.
In tali drammatici frangenti egli ha il timore che Dio gli impedisca il ritorno e "attribuì questo alla sua poca fede e alla mancanza di fiducia nella Provvidenza divina. D'altra parte lo confortavano le grazie che Dio gli aveva fatto, dandogli tanto grande vittoria, permettendogli di scoprire quello che aveva scoperto. [...] E che, come nel passato aveva posto il suo fine e indirizzato tutta la sua impresa a Dio e lo aveva ascoltato [...] doveva credere che gli darebbe compimento di quanto cominciato e lo porterebbe a salvamento".
Da buon capitano medievale Cristoforo Colombo si preoccupa "che si estraesse a sorte un pellegrino che andasse a Santa Maria di Guadalupe e portasse un cero di 5 libbre di cera", e la sorte designa proprio lui: a questo santuario dell'Estremadura condurrà di persona i primi indiani portati in Spagna a ricevere il battesimo.
Poi viene deciso anche "di mandare un pellegrino a Santa Maria di Loreto, che è nella marca di Ancona, terra del Papa, che è una casa dove Nostra Signora ha fatto e fa molti e grandi miracoli"; "dopo di ciò l'Ammiraglio e tutto l'equipaggio fecero voto di andare, arrivando alla prima terra, tutti in camicia in processione a far preghiera in una chiesa che fosse dedicata a Nostra Signora".
Va inoltre ricordato che l'Ammiraglio tiene sempre presenti, anche nel corso delle sue esplorazioni, il calendario liturgico, le solennità ecclesiastiche e i misteri della Fede. Il 6 dicembre 1492, giorno della festività di san Nicola, chiama con quel nome il porto dell'isola Hispaniola - poi Haiti - in cui si trovava, come nel secondo viaggio un promontorio riceve il nome di Cabo Cruz il 3 maggio, giorno del rinvenimento della Croce.

LO SCOPO DI CRISTOFORO COLOMBO: IL SANTO SEPOLCRO E LA CROCIATA
Un motivo ricorrente nei testi di Cristoforo Colombo è quello della finalizzazione dei risultati della sua impresa alla liberazione del Santo Sepolcro.
Nel Diario di bordo, dopo aver narrato la costruzione del primo insediamento, quello di Navidad - fondato il 25 dicembre del 1492, subito dopo il naufragio della Santa Maria -, afferma che intende ritornare in un secondo viaggio dalla Castiglia e trovare oro e spezie "in tanta quantità che i re, prima di 3 anni, intraprendessero e preparassero [l'azione] per andare a conquistare la Casa Santa" confermando così l'impegno preso "con fermezza" con i sovrani prima della sua partenza, e cioè "che tutto il guadagno di questa mia impresa si spendesse nella riconquista di Gerusalemme". In quell'occasione - ricorda - i sovrani "sorrisero e dissero che piaceva loro e che [anche] senza questo avevano quel desiderio".
Nell'atto con cui istituisce il maggiorascato a favore di don Diego, il suo primogenito, Cristoforo Colombo ricorda nuovamente l'intenzione di spendere la rendita delle Indie "per la conquista di Gerusalemme" e impegna il figlio, o il suo erede, "ad andare con il Re Nostro Signore, se andrà a Gerusalemme a conquistarla, o anche solo, con la maggior forza possibile".
Dopo il terzo viaggio, fra il 1501 e il 1502, l'Ammiraglio, temporaneamente caduto in disgrazia presso i sovrani, pone mano al Libro de las Profecias, una raccolta di passi biblici, di Padri della Chiesa e di Seneca "circa materiam recuperande sancte civitatis et montis Dei Syon ac inventionis et conversionis insularum Indie et omnium gentium atque nationum ad reges nostros Hispanos", come suona il titolo del manoscritto conservato nella Biblioteca Colombina di Siviglia.
Del resto, come orgogliosamente affermava, sempre nel 1501, in una lunga lettera ai Re Cattolici, non aveva forse scritto l'abate Gioacchino che "doveva uscire di Spagna chi avrebbe riedificato la casa del monte Sion"?
Nella stessa lettera, pur amareggiato, umiliato, deluso, afferma chiaramente di considerarsi il missionario predestinato a portare a Cristo gli abitanti delle terre da lui scoperte, in "pieno compimento di ciò che disse Isaia" e grazie a "un miracolo evidentissimo che volle fare Nostro Signore in questo affare del viaggio alle Indie".
E se indubbiamente il progetto crociato non fu realizzato, come dimenticare, comunque, che "l'oro del Nuovo Mondo servirà a finanziare eserciti e armadas contro i Turchi"?
Negli anni Ottanta è stato scoperto un libro copiador, cioè un quaderno copialettere, contenente nove lettere di Cristoforo Colombo, sette delle quali inedite.
Alcune di esse, tutte indirizzate ai Re Cattolici e ricche di diverse informazioni nuove, confermano ulteriormente le profonde radici medievali e cristiane della personalità del navigatore e l'alta consapevolezza del significato storico dell'impresa compiuta. E ritorna, in una di esse, il tema del ricupero della "Casa Santa" di Gerusalemme. [...]

LA DEVOZIONE ALLA SANTISSIMA TRINITÀ
Importa riprendere [...] due cardini della spiritualità del genovese: la devozione mariana - si pensi ai toponimi da lui dati di Asunción, Concepción, Anunciación - e quella verso la Santissima Trinità.
A questa, secondo quanto affermava in una lettera scritta dalla Niña il 15 febbraio 1493, tutta la Cristianità doveva dare "solenni grazie" con molte orazioni "per la grande esaltazione che avranno dall'accesso di tanti popoli alla nostra santa fede". E "in nome della Santa Trinità" muove, in occasione del secondo viaggio, all'esplorazione di Cuba.
Di più: all'inizio dell'atto del maggiorascato del 1498, Cristoforo Colombo attribuisce alla Santissima Trinità l'idea prima - "ci ha messo in mente" - e poi la precisa concezione - "perfetta comprensione" - della possibilità di andare dalla Spagna alle Indie "passando il Mare Oceano a Ponente". Nello stesso anno, nella lettera scritta dall'isola di Hispaniola ai Re Cattolici con la relazione del terzo viaggio, il richiamo alla Santa Trinità è continuo: "Essa ha mosso i sovrani ad appoggiare l'impresa di cui era il messaggero; in Suo nome è partito ogni volta; con il Suo aiuto compirà gli ordini che gli verranno dati".

DOSSIER "LA SCOPERTA DELL'AMERICA"
Frutto della fede cattolica di Colombo

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Fonte: Cristianità, aprile 1992 (n. 203)

9 - OMELIA ASCENSIONE - ANNO C (Lc 24,46-53)
Uomini di Galilea, perchè state a guardare il cielo?
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Quaranta giorni dopo la Risurrezione, Gesù ascende al Cielo davanti agli sguardi stupiti degli Apostoli. Prima di benedirli, Egli dà loro la missione di predicare a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati (cf Lc 24,47). Da una parte, dunque, l'Ascensione del Signore ci invita a innalzare il nostro pensiero alle realtà celesti, distaccandolo dalla terra; dall'altra parte essa ci insegna a non rimanere inerti in una passiva attesa del ritorno del Signore, ma a edificare il Regno di Dio in questo mondo. Nella prima lettura gli angeli richiamarono gli Apostoli con queste parole: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?» (Ap 1,11). Con queste parole non si vuole assolutamente mettere in secondo piano la preghiera, che è senz'altro indispensabile nella Chiesa, ma si vuole richiamare l'attenzione sul fatto che è urgente l'annuncio missionario da diffondere nel mondo intero.
Pertanto, se in poche parole vogliamo sintetizzare il messaggio di questa Solennità, possiamo dire che, alla luce dell'Ascensione del Signore, siamo esortati a innalzare i nostri cuori al Cielo e a poggiare bene i nostri piedi a terra, adoperandoci per la diffusione del Vangelo. Ci vuole la contemplazione e ci vuole l'azione. Questi due elementi vanno sempre insieme. Le sorti di questo mondo non si migliorano nelle discussioni, nelle riunioni, nelle pianificazioni, ma innalzando il cuore al Signore e attingendo da Lui la luce e la forza per operare e per diffondere il bene nel mondo.
Nella prima lettura di oggi, tratta dagli Atti degli Apostoli, si legge infatti che gli Apostoli dovevano essere testimoni del Signore Risorto «in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra» (1,8). La Chiesa ha dato sempre grande importanza a questa richiesta del Signore, adoperandosi con impegno all'opera missionaria.
La vita del missionario è caratterizzata da tante buone opere a favore dei poveri e dei bisognosi. Pensiamo a quanto si fa per loro in tutte le missioni cattoliche sparse per il mondo. Queste opere non devono mancare, ma non sono la cosa più importante. La cosa più urgente è messa in luce dalle parole di Gesù e consiste nel predicare a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati (cf Lc 24,47). In poche parole il missionario, innanzitutto, deve portare Gesù alle anime, deve farglielo conoscere e amare. Insieme a questo, poi, verranno le opere di carità corporale che testimonieranno l'autentica carità cristiana.
L'Ascensione non ha separato Gesù dalla sua Chiesa. Anche se è salito al Cielo, Egli continua ad essere sempre con noi. «Egli non si è separato da noi, ma ci ha preceduti nella dimora eterna, per darci la serena fiducia che dove è lui saremo anche noi, uniti nella stessa gloria» (dal Prefazio). Fin da adesso pensiamo spesso a questa gloria che ci attende nei Cieli. In Gesù risorto e asceso al Cielo, noi contempliamo quella che sarà anche la nostra meta finale. La festa di oggi ci insegna che non siamo stati creati per questa terra, ma per il Paradiso. Solo lì i nostri cuori troveranno la vera pace. Qui giù ci sarà sempre qualcosa per cui penare e, questo, Dio lo permette per farci desiderare ancor più ardentemente il Cielo.
Anche se tante saranno le prove da superare, abbiamo però un porto sicuro ove rifugiarci: la preghiera. Con la preghiera, che giustamente è stata definita l'«elevazione della mente a Dio», noi ci innalzeremo al di sopra di tutte le miserie umane e attingeremo la forza per affrontare meglio i doveri della nostra giornata. Come un albero si riconosce dai frutti; così la bontà della nostra preghiera si riconoscerà dal miglioramento della vita che ne dovrà conseguire. Se compiremo i nostri doveri meglio di prima, allora sarà segno che avremo pregato veramente bene.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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