BastaBugie n�628 del 04 settembre 2019

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1 INTERVISTA SEMISERIA AL SIGNOR ''POLITICAMENTE CORRETTO''
La sua canzone preferita è Imagine di John Lennon; il suo sogno è dirigere un'orchestra che suona sempre la stessa nota (e per riuscirci deve cancellare i cattolici)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 I SUPEREROI QUANDO PARLANO DI RELIGIONE USANO SIMBOLI CATTOLICI
Sia nei fumetti che nei film gli autori scelgono spesso come riferimenti religiosi un sacerdote con il colletto romano e la stola oppure edifici di chiese dedite al culto cattolico o comunque campanili, croci e simboli cristiani
Fonte: Sito del Timone
3 DI MAMMA CE N'E' UNA SOLA... ECCETTO IN FRANCIA
Macron promette la fecondazione artificiale alle lesbiche (sull'atto di nascita ci sarà scritto: madre e madre) nonostante l'82 per cento dei francesi sia contrario
Autore: Leone Grotti - Fonte: Tempi
4 MUORE A 12 ANNI DOPO 3 GIORNI DI AGONIA (MA I GIORNALI HANNO DIMENTICATO DI DIRE CHE...)
Sofia è stata dichiarata cerebralmente morta e i genitori hanno dato l'assenso per l'espianto degli organi (quindi... non è morta per l'incidente, ma per la sospensione dei sostegni vitali)
Autore: Alfredo De Matteo - Fonte: Corrispondenza Romana
5 LA LEGGENDA DI WOODSTOCK E' TOTALMENTE FUORVIANTE (COME MOLTI DEI MITI DEGLI ANNI '60)
Woodstock non era pace e amore: c'erano le urla di giovani drogati che in un campo fangoso ascoltavano musica rock attraverso un pessimo sistema di diffusione sonora con carenza di cibo e servizi igienici
Autore: Giulia Tanel - Fonte: Sito del Timone
6 PADRE PIO SPIEGA LA SANTA MESSA
La Messa è la ri-attualizzazione incruenta del Sacrificio di Cristo sul Calvario (VIDEO: la Messa secondo la testimonianza di Catalina Rivas)
Autore: Corrado Gnerre - Fonte: I Tre Sentieri
7 LA CO2 NON È LA CAUSA DEL RISCALDAMENTO GLOBALE
L'anidride carbonica (CO2) non è un veleno, non inquina, anzi è un gas indispensabile alla vita umana e inoltre...
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
8 LETTERE ALLA REDAZIONE: ANCHE COSTANZA MIRIANO PROMUOVE AMORIS LAETITIA?
Sono scandalizzata per gli articoli del suo blog in favore di legatura di tube, contraccezione e comunione ai divorziati risposati (decisi, ovviamente, caso per caso)
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
9 OMELIA XXIII DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 14,25-33)
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - INTERVISTA SEMISERIA AL SIGNOR ''POLITICAMENTE CORRETTO''
La sua canzone preferita è Imagine di John Lennon; il suo sogno è dirigere un'orchestra che suona sempre la stessa nota (e per riuscirci deve cancellare i cattolici)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20-08-2019

Incontriamo il signor Politicamente Corretto a casa sua, che in realtà è una lussuosa villa con piscina olimpionica, posta sulla sommità di un colle con una vista a 360° sulla valle dove abitiamo noi comuni mortali. La villa ha pianta circolare e un'infinità di porte d'accesso. All'interno, le innumerevoli stanze hanno la caratteristica di essere dipinte ciascuna con un proprio colore. In tal modo nessuna tinta è assente in questa spettacolare dimora. Altra peculiarità, non ci sono spigoli all'interno. Ne sono sprovvisti sia i muri che i mobili. Politicamente Corretto, prima dell'intervista, ci ha rivelato che così nessuno si ferisce.
Il padrone di casa ci accoglie in un'ampia vestaglia con una stampa fantasia, dove il simbolo della pace, rigorosamente color arcobaleno, pare avvolgere il nostro interlocutore in un vaporoso abbraccio. Ha modi decisi, ma cordiali, appare assai sicuro di sé. I tratti del volto sono ben distesi, un volto che si apre spesso a un sorriso ampio e amichevole di colui che vuole mettere a proprio agio il suo ospite. Inquieta solo un poco quella fredda luce che, a intermittenza, brilla in modo sinistro agli angoli dei suoi occhi azzurri, azzurri come il ghiaccio dell'Artico. Mi fa accomodare su una comodissima chaise longue.
Signor Politicamente Corretto, innanzitutto la volevo ringraziare per averci concesso questa intervista...
Mi permetta di correggerla. Sono "Signor" quanto "Signora" e in definitiva nessuno dei due.
Dunque, facciamo che tagliamo la testa al toro e mi rivolgerò a lei solo con "Politicamente Corretto".
La prego, che immagine turpe quella del toro con la testa mozzata! Cosa potrebbero dire i nostri amici animalisti?
Noto che l'intervista sarà tutta in salita. Passiamo alle domande, iniziando da quelle un po' più soft. Colore preferito?
Ecco, prima di rispondere alla sua domanda, mi consenta di precisare che - sebbene lei voglia intervistare me - in questo momento io mi pregio di rappresentare anche altre categorie quali gli LGBT, gli ambientalisti, le onlus, i responsabili dei centri di immigrazione, le femministe, i progressisti, gli abortisti, i divorzisti, i sostenitori della dolce morte, i vegani, i massoni, i giornalisti prezzolati, le locatrici di uteri, gli erotomani, i terzomondisti, gli indigeni e gli indigenti, i protestanti, gli atei, gli agnostici, gli animisti...
I cattolici no?
E che Pannella! Non provochi subito facendo discorsi d'odio, suvvia! Non potrei mai rappresentarli. Almeno non tutti (sorride mentre si stringe la cintura della vestaglia con una certa forza).
Si figuri, vengo in pace, non proprio quella che ha disegnato sulla vestaglia... comunque dicevamo, colore preferito?
Nero. Va su tutto.
Oggi abbiamo fatto uno strappo alla regola.
Ho un nome da difendere.
Canzone preferita?
Imagine di John Lennon. "Immaginate che non ci sia alcun paradiso... nessun inferno... che non ci sia nessuna patria... nessuna religione... e il mondo sarà un'unica identità". Versi stupendi, non trova?
No, per nulla. Slogan preferito?
Occorre stare dalla parte giusta della Storia.
Qualche fobia particolare?
La luce, sono fotofobico.
Sogno ricorrente?
Io che dirigo un'orchestra di 7 miliardi di strumentisti che suonano sempre la medesima nota tutti insieme. Una sinfonia fantastica. Sì, lo so, non me lo dica. Sono un inguaribile ottimista.
Intanto il mio inguaribile ottimista ha tirato fuori dalla tasca della vestaglia una moneta d'argento che si rigira con abilità tra le dita della mano destra, facendola passare velocemente e continuamente tra l'indice e il mignolo. Una moneta assai particolare: su ogni faccia c'è una testa.
Curiosa quella moneta.
Così non perdi mai se giochi a testa o croce. Ovviamente sulla mia moneta non potevano che esserci due teste.
Andiamo un po' più sul biografico. Quando e dove nasce?
Nacqui al tempo di Adam* quando sua mogli* volle emanciparsi e, da buona fruttariana, colse il frutto della libertà di pensiero, dichiarando al mondo intero che poteva benissimo pensare con la propri* test* e non con quella di Dio. In breve nacqui dal seno di Ev*
Perdoni, ma questi asterischi?
Lei vive ancora nel Medioevo, sposa una visione del mondo terrapiattista e sfigata. Lo sanno tutt* che l'asterisc* è simbol* di inclusion*, di rispett*.
A parte che a me pare che suoni un po' foggiano, comunque lei può parlare come vuole, ma per esigenze editoriali sappia che dovrò aggiungere le vocali mancanti. Torniamo a noi. Tre aggettivi per definirla.
Sarò generoso come è nel mio stile: le regalerò ben quattro aggettivi. Equanime. Io livello tutto. Ovviamente verso il basso. Più democratico di me non c'è nemmeno il Parlamento inglese. Pervasivo. Sono come l'aria che respirate. Non la vedete, non la potete toccare eppure è vitale. Potente. Senza di me non esisterebbero i governi, i media, l'educazione, la finanza e anche una parte sostanziosa della vostra pastorale cattolica. Soprattutto non esisterebbe la politica: grazie a me il politicamente corretto diventa politicamente corrotto (ride). Magico. Mentre vi distraggo facendovi baloccare con i giocattoli dell'inclusività, del rispetto e della tolleranza, ecco che dalla manica estraggo tutti gli assi che voglio.
E quali sarebbero?
Di certo non vengo a dirlo a un inviato della Bussola. A tal proposito vorrei aggiungere un quinto aggettivo: pluralista. Se mi mostro disponibile a rilasciare un'intervista a voi, che siete di parte, vuol dire che davvero non ho pregiudizi.
Però noi siamo della parte giusta, quella della Chiesa. A proposito, è credente?
Certo che lo sono! Credo nell'uguaglianza, in un domani migliore, nei giovani, nel rinnovamento, nella solidarietà, nella pace mondiale, nella sostenibilità, nell'accoglienza, nel diverso, nella dea Terra e anche nel Partito Democratico.
Il suo peggior nemico?
È una donna. Alta, slanciata, bellissima, uno sguardo che se lo intercetti ti ammalia subito, un portamento elegante, decisa di carattere, senza peli sulla lingua seppur di poche parole, una lingua che è tagliente come un rasoio. O la odi o la ami. D'altronde lei stessa non ama le mezze misure. Dal mio punto di vista è un'estremista, un'integralista. Ammetto che seduce, ma io credo solo i fessi. C'è da aggiungere che è talmente umile che non vuole farsi notare, tanto che ormai da decenni gira voce, ormai divenuta fatto inoppugnabile, che non sia mai esistita, che sia parto solo della fantasia di qualche filosofo o baciapile.
Ci vuole dire il suo nome?
Meglio di no. Appena lo pronuncio mi riempio di bolle. Peggio di quando Fonzie doveva chiedere scusa e non ci riusciva.
Posso farlo io al posto suo?
Prego. Se azzecca annuirò.
Il suo nome è Verità?
Politicamente Corretto annuisce e subito inizia a grattarsi. Chiama allora la domestica, la signorina Vulgata, perché gli porti un antistaminico. Vulgata arriva e consegna a lui la pomata, a me invece versa, in una tazza recante sul fondo l'immagine di un grande occhio spalancato, del tè bio che sa di cane bagnato.
Il suo più recente successo professionale?
L'omofobia. Dopo quella credo che potrei far credere al mondo che sono sbarcati gli alieni sulla Terra.
Progetti per il futuro?
Molti, guardi, sono davvero preso per i prossimi cent'anni. Priorità, e mi rattrista darle un dispiacere, sarà spegnere le sacche di resistenza nel mondo cattolico. Purtroppo non c'è modo di corrompere Buon Senso e il suo amico Sale in Zucca, che tengono svegli alcuni di voi giorno e notte. Basterebbe che voi vi appisolaste per un attimo ed ecco che la mia squadra sequestri, capitanata dal mio amico Compromesso, vi porterebbe via la Fede, insieme ad altri beni di famiglia a voi cari, quali la Dottrina e l'Amor di Dio. Non voglio di certo fare il falso modesto: sappiamo bene entrambi che ormai tutte le scorte di Fede e Dottrina sono in mano nostra. Però qualcosina da razziare c'è sempre. Il secondo obiettivo l'ho delegato a mio figlio Mainstream che ci sa fare con i giovani: musica e film per farli ragionare come un moscerino della frutta. Terzo obiettivo: far dire all'Onu che più si abbassa la temperatura più si vive a lungo. È un'idea geniale che mi è venuta mentre, in un pomeriggio denso di noia, mi sparavo dieci puntate scaricate da internet di Gaia - Il pianeta che vive, condotto dal mio attaché Mario Tozzi. Ci ho scommesso pure una maglietta di Greenpeace con mia cugina Banderuola. Comunque basta così, non dico altro, mi sto sbottonando fin troppo.
Mi scusi l'impudenza, ma glielo devo chiedere. Gira voce che in questa casa abbia una sala torture e che ci abbiano lasciato le penne le tre sorelle Onestà, Lealtà, Schiettezza, ormai scomparse da tempo.
Leggende metropolitane diffuse da male lingue. C'è sempre qualcuno che è invidioso di te e dei tuoi successi. Io sono il primo a difendere la libertà di espressione, si figuri.
Un'ultima domanda che farà felici le nostre lettrici: attualmente è innamorato? C'è qualcuna di speciale nella sua vita?
Sì (sorride e la sinistra luce agli angoli degli occhi lampeggia inquieta)
Ci vuole dire il nome?
Intende dire "i nomi".
È innamorato di più di una donna?
Si vede proprio che lei scrive per la Bussola. Il mio attuale flirt - perché ovviamente le mie relazioni sentimentali non possono che essere passeggere e fluide - innanzitutto è, per usare la vostra aberrante grammatica binaria, un uomo e si chiama Poliamore. Mi sono invaghito al primo sguardo e ci siamo subito capiti. Ogni volta che usciamo è sempre diverso, sempre una novità. E poi è così aperto di mente. Insomma sembriamo due anime gemelle, nate in provetta ovviamente.
L'intervista finisce, ma non così il tè che rimane tutto nella mia tazza. Mi accompagna alla porta mentre i suoi due pitbull, Ipo e Crita, mi ringhiano contro. Mi saluta sull'uscio, sorridente come alla prima stretta di mano (fredda come quella di un cadavere), con la sua vestaglia che alla luce del sole diventa iridescente.
Mi torni a trovare quando vuole. Lei lo sa bene: sono sempre aperto al dialogo con tutti.
"Con tutti quelli che la pensano come te", aggiungo io mentalmente.

Nota di BastaBugie: per approfondire il concetto di "politicamente corretto" si può rileggere un articolo precedentemente pubblicato cliccando sul seguente link.

LA NAUSEA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO
Il politically correct è una lente ideologica che altera la realtà per cui la natura, la famiglia e la civiltà occidentale sono sbagliate e quindi vanno distrutte
di Marcello Veneziani
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5562

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20-08-2019

2 - I SUPEREROI QUANDO PARLANO DI RELIGIONE USANO SIMBOLI CATTOLICI
Sia nei fumetti che nei film gli autori scelgono spesso come riferimenti religiosi un sacerdote con il colletto romano e la stola oppure edifici di chiese dedite al culto cattolico o comunque campanili, croci e simboli cristiani
Fonte Sito del Timone, 26 agosto 2019

Nelle varie saghe di supereroi, sia nei fumetti che nelle loro trasposizioni cinematografiche o televisive, si può rilevare che quando compare un riferimento religioso si tratta molto spesso di un sacerdote con il colletto romano, la stola, oppure edifici di chiese con riferimenti espliciti al culto liturgico cattolico o comunque con campanili, croci e simboli chiaramente cristiani. Vi sono diversi esempi al proposito come rileva un articolo pubblicato su Voyage comic & publishing.
Il motivo? Perché le storie di supereroi, sia di carta che in video, sono un mezzo visivo, quindi la scelta di utilizzare simboli chiari, come appunto il colletto romano o la stola, facilita il compito dello storyteller che non ha bisogno di aggiungere nulla: è evidente a cosa si sta riferendo.
«I pastori che indossano giacca e cravatta o abbigliamento casual devono essere spiegati come clero», scrive Matthew Heffron, «ma qualcuno che indossa abiti chiaramente clericali può semplicemente essere lì e sappiamo qual è il suo ruolo. Allo stesso modo, molti americani adorano in edifici che non sembrano chiese tradizionali, ma la maggior parte delle chiese nei fumetti ha un'architettura e un'arte tradizionali che ti fanno sapere immediatamente dove ti trovi».
L'alfabetizzazione di massa e il fiume di parole scritte che viene oggi pubblicato non ha per nulla eliminato la potenza della comunicazione visiva dei simboli. Anche i supereroi indossano un abito che li rende tali nell'esercizio dei loro poteri: «Spiderman non ha bisogno del suo costume per usare i suoi poteri e potrebbe usare altre cose per nascondere la sua identità, ma indossa comunque il simbolismo del suo costume».
Così un sacerdote può non indossare la stola per concedere l'assoluzione al momento della confessione, ma indossarla, e indossare chiaramente abiti clericali, offre un duplice vantaggio sia per il sacerdote che per il penitente: il sacerdote che indossa una stola prima di ascoltare una confessione dovrebbe aiutare il penitente a ricordare che il prete agisce in persona Christi. «La sua "superpotenza" di assolvere i peccati non dipende dalla striscia di stoffa viola, ma fornisce un simbolo per comprendere ciò che accadrà».
Quindi, questo esempio che arriva dal mondo dei supereroi ci permette di considerare ancora una volta la potenza e il valore dei simboli e dovrebbe portarci a rispettarli e rivalutarli. Contro la sciatteria e la superficialità dovremmo ricordare che «gli edifici religiosi, l'arte o paramenti liturgici dignitosi e appropriati non sono superflui o frivoli. Come cristiani, la nostra fede è incarnata: la Parola si è fatta carne e dovremmo mirare a incarnare anche la verità e la bellezza della nostra fede».

Fonte: Sito del Timone, 26 agosto 2019

3 - DI MAMMA CE N'E' UNA SOLA... ECCETTO IN FRANCIA
Macron promette la fecondazione artificiale alle lesbiche (sull'atto di nascita ci sarà scritto: madre e madre) nonostante l'82 per cento dei francesi sia contrario
Autore: Leone Grotti - Fonte: Tempi, 26 agosto 2019

Bei tempi quando per non discriminare le coppie omosessuali i governi occidentali si inventarono quel capolavoro di tecnicismo burocratico che prevedeva la dicitura "genitore 1" e "genitore 2" su tutti i documenti ufficiali riguardanti i bambini. In vista dell'estensione in Francia della fecondazione assistita alle donne single e alle coppie composte da due donne, il governo di Emmanuel Macron ha deciso di andare oltre, prevedendo lo stravolgimento nero su bianco di ogni più elementare verità sulla filiazione umana.
Stamattina, parlando a Bfmtv, il ministro della Giustizia Nicole Belloubet ha dichiarato infatti che sull'atto ufficiale di nascita dei bambini nati da fecondazione in una coppia omosessuale di donne ci sarà scritto "madre" e "madre". «La prima "madre" sarà la donna che ha dato alla luce il bambino», ha spiegato, «seguita dall'altra "madre"», cioè la partner che ha condiviso con lei il "progetto genitoriale".

L'OPPOSIZIONE DEI FRANCESI
La famigerata legge di bioetica francese approderà all'Assemblea nazionale il 24 settembre e il testo potrebbe arrivare in Senato a gennaio, per poi essere approvato in via definitiva il primo trimestre del 2020. La parte più controversa della legge è proprio quella che riguarda l'estensione della fecondazione assistita alle coppie lesbiche, denominata «Pma sans père», procreazione medicalmente assistita «senza padre».
Così, con un colpo di spugna legislativa, la Francia dei diritti capitanata da Macron cancella millenni di evidenze sulla realtà del concepimento degli esseri umani, ben riassunto dall'adagio «di mamma ce n'è una sola». Chi l'avrebbe detto che una simile banalità sarebbe diventata, nella Francia del Duemila, un'espressione rivoluzionaria (e magari sanzionabile dalle leggi anti-discriminazione)?
Secondo un sondaggio condotto a febbraio da Ifop, l'82 per cento dei francesi è contrario alla nuova legge, che era già stata largamente bocciata dal 90,61 per cento dei partecipanti agli Stati generali della bioetica lanciati dall'Eliseo nel 2018. Ma Macron, sempre più in rotta con l'opinione pubblica francese, non ha nessuna intenzione di ascoltare quelle persone che lui stesso ha deciso di interpellare a proposito.

L'ELIMINAZIONE DEI PADRI
Come dichiarato dal ministro dell'Uguaglianza tra donne e uomini, Marlene Schiappa, la fecondazione va estesa alle coppie di donne per «giustizia sociale: attualmente ci sono donne in Francia che non hanno i mezzi finanziari per andare all'estero a fare la Pma, e quindi che non possono avere bambini, o che lo fanno con metodi artigianali che mettono in pericolo la loro sicurezza, la loro salute e che non sono auspicabili per il tipo di società che noi desideriamo».
Peccato che le coppie di donne non siano infertili per motivi «patologici», la condizione chiave in Francia fino a oggi per accedere alla fecondazione, ma per motivi biologici. Questo semplice dato non sembra interessare il governo francese, che non è inquietato neanche dall'autorizzare, per la prima volta nella storia, la generazione per legge di bambini senza padre.
Ma anche la figura del padre ridotta a donatore e materiale genetico continua a dare fastidio ai piccoli alchimisti francesi, che hanno deciso di escluderlo formalmente perfino dall'atto di nascita. La Francia istituzionalizzerà la finzione di bambini nati da due madri e la filiazione non sarà più la stessa.
La Manif pour tous, insieme a una ventina di associazioni, ha per questo già annunciato una grande manifestazione per il 6 ottobre a Parigi. Il collettivo, ribattezzato «Marchons enfants», sfilerà con lo slogan «Libertà, uguaglianza, paternità» per protestare contro una legge che «programma l'eliminazione dei padri».

DOSSIER "LA FRANCIA DI MACRON"
Eletto presidente con il 15% dei voti

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Fonte: Tempi, 26 agosto 2019

4 - MUORE A 12 ANNI DOPO 3 GIORNI DI AGONIA (MA I GIORNALI HANNO DIMENTICATO DI DIRE CHE...)
Sofia è stata dichiarata cerebralmente morta e i genitori hanno dato l'assenso per l'espianto degli organi (quindi... non è morta per l'incidente, ma per la sospensione dei sostegni vitali)
Autore: Alfredo De Matteo - Fonte: Corrispondenza Romana, 31 Luglio 2019

«Sofia muore a 12 anni dopo tre giorni di agonia», titolano le cronache in relazione al tragico incidente occorso ad una ragazza di Parma rimasta intrappolata sul fondo della piscina di uno stabilimento balneare della Versilia, per cause ancora in via di accertamento. Sofia era stata soccorsa, rianimata e portata in gravissime condizioni all'ospedale Opa di Massa dove i medici hanno fatto tutto il possibile per salvarle la vita. In seguito, si è verificato un peggioramento delle condizioni cliniche della paziente per cui l'equipe medica ha deciso di avviare la procedura per la dichiarazione della morte cerebrale, come prescritto dalla legge. Dopodiché Sofia è stata dichiarata cerebralmente morta e i genitori hanno dato l'assenso per l'espianto degli organi ma la procura ha acconsentito solo al prelievo delle cornee (ilmessaggero.it, 17 luglio 2019).

IL FAMIGERATO TEST DI APNEA
Ora, c'è da tenere in considerazione che la procedura di accertamento della morte cerebrale consiste in una serie di prove, tra cui il famigerato test di apnea. Attraverso tale esame si misura la capacità dell'individuo di regolare volontariamente (ossia in maniera automatica) la frequenza respiratoria in un dato momento. Se ad esempio decidiamo di trattenere il respiro (apnea) possiamo imporre la non attivazione del respiro spontaneo per un certo lasso di tempo (variabile per ciascuno di noi). Tuttavia, c'è un limite oltre il quale il nostro organismo impone la respirazione a prescindere dalla nostra volontà, pena la morte per asfissia. Il test di apnea non fa altro che produrre una situazione di accumulo di anidride carbonica nel sangue (con un valore soglia che corrisponde a 60 millimetri di mercurio) per verificare se si attiva spontaneamente un atto respiratorio. Il test prevede la de-connessione del paziente dal respiratore automatico per almeno 5 minuti e deve essere ripetuto per ben tre volte durante il periodo di osservazione; inoltre, il paziente deve essere libero da farmaci in grado di deprimere la funzione ventilatoria, in particolare oppioidi e curari. Inutile sottolineare che il test di apnea presenta diverse criticità per il semplice fatto che il paziente, a cui vengono di fatto sospese le cure, viene sottoposto a procedimenti invasivi che possono portare ad un peggioramento del suo quadro clinico e financo alla sua morte. Non occorre essere degli scienziati o degli esperti in materia per capire che togliere la possibilità di respirare ad un individuo che versa in condizioni critiche, per ben 5 minuti e per tre volte, non sia propriamente un toccasana per la sua salute. Nello specifico, è un po' come se Sofia fosse stata più volte rimmersa nella piscina da dove era stata tirata fuori per verificare le sue capacità respiratorie...

DOMANDE SENZA RISPOSTA
Colpisce inoltre l'aleatorietà dell'intero processo di accertamento della morte, a partire dalla decisione di avviare le procedure.
- Perché dopo tre giorni l'equipe medica ha deciso di verificare la morte cerebrale della paziente e non subito oppure dopo una settimana o un mese?
- Cosa è cambiato nel frattempo e quali elementi oggettivi hanno indotto i medici a sottoporre la paziente agli invasivi test di accertamento invece di insistere solamente con le cure del caso?
- In più, i test predittivi della morte cerebrale sono affidabili al di là di ogni ragionevole dubbio?
- La morte cerebrale è vera morte?
In realtà, di una cosa sola siamo certi: la sfortunata ragazza non è morta per cause riconducibili direttamente all'incidente occorsole bensì per la sospensione dei sostegni che la tenevano in vita. La legge prevede infatti che una volta accertata la cosiddetta morte cerebrale il paziente venga trattato alla stregua di un cadavere. Nel caso di un accertato donatore egli viene tenuto in vita solamente allo scopo di preservare i suoi organi. Ma almeno il consenso al trapianto è realmente libero ed informato? In altre parole, la cosiddetta donazione degli organi è veramente tale?
Ai genitori di Sofia non è stato chiesto il permesso di avviare la procedura di accertamento della morte né sono stati adeguatamente informati circa i rischi che tale procedura comporta. In realtà, per chi si viene a trovare in circostanze simili l'unica scelta possibile è la morte che si vuole riservare al proprio caro: in seguito all'espianto degli organi oppure all'abbandono delle terapie e al distacco dei sostegni vitali.

Nota di BastaBugie: cliccando sul seguente link si può leggere un interessante articolo della scorsa settimana sul tema della donazione di organi in Italia.

IL MINISTRO DELLA SALUTE IMPONE IL SILENZIO-ASSENSO SULLA ''DONAZIONE'' DEGLI ORGANI
Giulia Grillo dà pieno compimento ad una legge di venti anni fa (adesso i familiari non potranno più opporsi allo Stato che prenderà gratis i pezzi di ricambio che vuole)
di Ermes Dovico
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5794

Fonte: Corrispondenza Romana, 31 Luglio 2019

5 - LA LEGGENDA DI WOODSTOCK E' TOTALMENTE FUORVIANTE (COME MOLTI DEI MITI DEGLI ANNI '60)
Woodstock non era pace e amore: c'erano le urla di giovani drogati che in un campo fangoso ascoltavano musica rock attraverso un pessimo sistema di diffusione sonora con carenza di cibo e servizi igienici
Autore: Giulia Tanel - Fonte: Sito del Timone, 21 agosto 2019

Cinquant'anni fa, tra il 15 e il 18 agosto 1969, si svolgeva vicino a Bethel, una cittadina rurale dello Stato di New York, la Fiera della Musica e delle Arti di Woodstock. Nell'immaginario collettivo, che si è costruito una (fuorviante) idea del festival grazie al documentario - premio Oscar nel 1970 - dal titolo "Woodstock: tre giorni di pace, amore e musica", si è trattato di un festoso e pacifico raduno di giovani che ha dato slancio al movimento controculturale che ha visto nell'affermarsi della "rivoluzione sessuale" e nella conquista dei cosiddetti "diritti civili", in primis aborto e divorzio, i suoi frutti più eclatanti.
Eppure, una lettura meno disincantata e più attinente ai fatti, unita a un'analisi delle conseguenze derivate, non solo è possibile, ma è anche un dovere di verità. Ed è proprio questa l'analisi che propone K.V. Turley sul National Catholic Register, innanzitutto affermando che Woodstock, inteso appunto secondo la concezione più diffusa del fenomeno, «non è mai esistito. Era un campo fangoso con quasi mezzo milione di giovani, molti dei quali erano drogati e ascoltavano musica rock attraverso un cattivo sistema di diffusione sonora con carenza di cibo e servizi igienici. [...] Eppure, come gran parte dei miti degli anni '60, la leggenda che è stata stampata sul festival è totalmente fuorviante».
Non c'è stato solo Woodstock, naturalmente: sempre nel 1969, questa volta in California, si svolse l'Altamont Free Concert, presentato come il West Coast Woodstock, che vide i Rolling Stone suonare come primo pezzo la canzone Sympathy for the Devil, dopo che già durante la "mitica" Summer of Love del 1967 avevano registrato l'album Their Satanic Majesties Request... Le parole parlano da sé e questi eventi, rileva Turley, «non sono che i mezzi con cui gli aspetti di quella rivoluzione [sessuale, ndR] continuano ad essere glamour, anche se è stata, e continua ad essere, una rivoluzione mortale come qualsiasi guerra e, con il senno di poi di mezzo secolo, con altrettante causalità». Infatti, si domanda ancora il giornalista, «è una semplice coincidenza che il festival controculturale di Woodstock abbia avuto inizio durante la festa dell'Assunta? O se Altamont si è tenuto durante la festa dell'Immacolata Concezione? O che l'inno hippy originale dell'estate del 1967 e oltre San Francisco (Be Sure to Wear Flowers in Your Hair) è stato rilasciato il 13 maggio, festa della Nostra Signora di Fatima?».
Quanto è certo, chiosa Turley, è che quello che Woodstock rappresentava - e ancora rappresenta - continua a seminare falsità demoniache nel mondo. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, ogni giorno. Come ha recentemente dichiarato al New York Times Roger Daltrey, della rock band inglese The Who, che nell'agosto del 1969 era presente in prima persona a Bethel: «Woodstock non era pace e amore. C'erano un sacco di urla, di continuo. Quando tutto finì, i lati peggiori della nostra natura erano emersi».
Ecco perché, di fronte alle celebrazioni per il cinquantennio dell'evento clou dei "figli dei fiori", è importante, in prima istanza per i cattolici, smascherare l'errore portato subdolamente avanti dalla narrazione ideologicamente allineata e, di contro, riaffermare pubblicamente quella che è la Via, la Verità e la Vita: Gesù Cristo, il Salvatore.

Fonte: Sito del Timone, 21 agosto 2019

6 - PADRE PIO SPIEGA LA SANTA MESSA
La Messa è la ri-attualizzazione incruenta del Sacrificio di Cristo sul Calvario (VIDEO: la Messa secondo la testimonianza di Catalina Rivas)
Autore: Corrado Gnerre - Fonte: I Tre Sentieri, 26 Agosto 2019

«Il mondo potrebbe reggersi senza il sole, ma non senza la Messa»
«Se la gente sapesse cosa accade sull'altare durante la Messa, dovrebbero mettere i carabinieri dinanzi alle chiese per contenere le folle»
Queste due citazioni sono di Padre Pio da Pietrelcina, il Santo del confessionale, del Rosario e della Messa. Una vera e propria icona di risposta alla crisi del sacerdozio del XX secolo.
Chi abbia assistito alla Messa celebrata da san Pio (Messa, che arrivava a durare perfino due ore) riusciva facilmente a penetrare nel Mistero dell'azione liturgica, a capire cioè che la Messa, ogni Messa, è la ri-attualizzazione incruenta del Sacrificio di Cristo sul Calvario. San Pio riusciva facilmente e chiaramente, insomma, ad esprimerne l'aspetto sacrificale.
Dal libro L'ultima Messa di Padre Pio di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, leggiamo come il Santo del Gargano considerasse la Messa un «completamento sacro con la passione di Gesù», in cui poter leggere «tutto il Calvario»; ma anche come egli stesso soffrisse, celebrandola, «tutto quello che ha sofferto Gesù nella Sua passione, inadeguatamente» per quanto «a umana creatura» sia possibile, «contro ogni mio demerito e per sola Sua bontà», pronunziando un solo fiat, quello «di soffrire e sempre soffrire per i fratelli di esilio e per il suo Divin regno».

L'UNICO SACERDOTE STIGMATIZZATO
Prima di tutto va tenuto presente come san Pio da Pietrelcina sia attualmente l'unico sacerdote stigmatizzato. Chi volesse a riguardo obiettare che anche san Francesco d'Assisi ricevette le stigmate, dovrebbe sapere che il Santo di Assisi non fu mai ordinato sacerdote, fermandosi al diaconato. Ma non solo. Mentre il Patrono d'Italia ricevette le stigmate come «ultimo sigillo» (Divina Commedia, Paradiso, XI, Dante Alighieri) cioè al termine della sua vita, padre Pio le ricevette a 31 anni e le portò per ben cinquant'anni, dal 20 settembre del 1918 fino alla morte, avvenuta il 23 settembre del 1968. Cinquant'anni precisi, poiché le stigmate iniziarono a rimarginarsi - senza la cicatrizzazione - pochissimo tempo prima della sua morte: fu proprio per questo che il Santo sacerdote cappuccino capì ch'era ormai arrivata la chiamata al Cielo.
Il sacerdote è un alter Christus sempre; lo è ontologicamente, ma soprattutto nella celebrazione della Messa, laddove in maniera evidente si esprime questa dimensione. Durante la consacrazione eucaristica, misticamente, le mani del celebrante diventano realmente le mani di Cristo, così come il calice utilizzato diventa misticamente il calice, che Gesù stesso utilizzò nell'Ultima Cena al momento dell'istituzione del Sacramento dell'Eucaristia.
Padre Pio con le stigmate, con mani e piedi traforati, con la ferita al costato (piaghe, queste, che diventavano più dolorose e sanguinanti al momento della celebrazione eucaristica) ha rappresentato visivamente cosa sia davvero la Messa, in un tempo in cui questa dimensione sacrificale pare quasi totalmente sparita, soprattutto nella consapevolezza dei fedeli.

IL CONTRASTO CON GLI ABUSI LITURGICI
Certo, fa impressione pensare alla Messa di san Pio da Pietrelcina e vedere certi abusi liturgici al «limite del sopportabile» - come ebbe a definirli papa Benedetto XVI nella lettera di accompagnamento al motu proprio Summorum Pontificum -. Sacerdoti che ballano o fanno ballare durante le celebrazioni, altari contornati da palloncini e bolle di sapone, presbiteri con clown e majorettes. Fa impressione vedere la differenza: da una parte il Calvario dall'altra la pantomima, da una parte il Mistero dall'altra la tristezza nell'apparente allegria beota della banalizzazione.
Ad una domanda il Santo del Gargano rispose che «solo in Paradiso» potremo vedere gli innumerevoli benefici ricevuti dai fedeli durante la Santa Messa, che è il legame evidente del naturale con il soprannaturale e del soprannaturale con il naturale.
La Provvidenza anche per questo ha donato l'esempio di san Pio da Pietrelcina, per farci capire cosa sia davvero la Messa, per farci capire il suo ineffabile mistero, la sua grandezza. E questo dono è arrivato al momento giusto, proprio allorquando tutti corriamo il rischio di capire, sì, le parole della celebrazione liturgica, ma di non sapere più cosa essa davvero sia.

Nota di BastaBugie: in passato avevamo rilanciato il video "La Messa come la vedono i santi" che era un estratto (circa la metà) del video "La Santa Messa secondo la testimonianza di Catalina Rivas" (durata: 52 minuti) che si trova in fondo a questa pagina. Da vedere e consigliare a tutti.
Un altro articolo interessante sul valore della Santa Messa si può leggere cliccando sul seguente link.

OGNI SANTA MESSA HA UN VALORE INFINITO
In un piccolo villaggio, un capitano della Guardia Forestale stava conversando con il macellaio quando arrivò un'anziana signora...
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5743

VIDEO: LA SANTA MESSA SECONDO CATALINA RIVAS

Verisione estesa (durata: 52 minuti)


https://www.youtube.com/watch?v=YdYjdyT88_g

DOSSIER "PADRE PIO"
Il primo sacerdote stigmatizzato

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Fonte: I Tre Sentieri, 26 Agosto 2019

7 - LA CO2 NON È LA CAUSA DEL RISCALDAMENTO GLOBALE
L'anidride carbonica (CO2) non è un veleno, non inquina, anzi è un gas indispensabile alla vita umana e inoltre...
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26-08-2019

Quando si parla di distorsione della realtà legata alla propaganda sui cambiamenti climatici, il caso più clamoroso è quello dell'anidride carbonica (CO2). Demonizzata come causa prima del catastrofico riscaldamento globale, ormai considerata nell'immaginario collettivo un "gas satanico", ogni notizia che aggiorna il suo costante aumento di concentrazione nell'atmosfera viene vissuta con angoscia collettiva (oggi è vicina alle 415 parti per milione, ppm, contro le 315 del 1958).
In realtà l'anidride carbonica è un gas vitale per la nostra sopravvivenza. Insieme alla luce e all'acqua, la CO2 è il terzo dei nutrienti fondamentali per le piante e per il processo di fotosintesi. Vale a dire che senza anidride carbonica non ci sarebbe vita umana. Né la concentrazione attuale può essere vista come un rischio per la salute: nel rapporto "Climate Change 2001", dell'IPCC, l'organismo Onu che si occupa di cambiamenti climatici, si trova scritto, tra l'altro che la comparsa dei vegetali sul pianeta e la loro colonizzazione della Terra, corrisponde a un periodo in cui la concentrazione della CO2 nell'atmosfera era altissima, oltre le 6.000 ppm, vale a dire a livelli 15 volte superiori a quelli attuali. E a metà degli anni '90 dello scorso secolo, un rapporto che teneva conto di oltre 300 studi su questo argomento (Plant responses to rising levels of Atmosheric Carbon Dioxide), spiegava che elevando la concentrazione di CO2 fino a 650 ppm, ben 475 varietà di piante studiate registravano un incremento nella crescita di oltre il 50%.

L'ANIDRIDE CARBONICA NON È UN VELENO
Dove nasce quindi l'idea che la CO2 sia un veleno? Semplicemente per il fatto che è uno dei gas serra, responsabili - secondo la vulgata corrente - del riscaldamento globale. Ed è anche il principale gas serra su cui le attività umane incidono direttamente. Ma a parte che anche l'effetto serra è fondamentale per la vita dell'uomo (senza i gas serra non ci potrebbe essere vita sulla Terra dato che la temperatura media globale sarebbe di -18°C contro gli attuali +15), l'anidride carbonica rappresenta solo una piccolissima parte di questi gas: tra l'1 e il 5% (oltre il 90% è rappresentato dal vapore acqueo). In più la CO2 prodotta dall'uomo è a sua volta una piccolissima parte di quanto prodotto dalla natura. Già questo dovrebbe far nascere qualche dubbio sul fatto che l'incremento di CO2 nell'atmosfera sia attribuibile esclusivamente all'uomo.
Che l'aumento della temperatura globale sia correlata all'incremento di CO2 nell'atmosfera è un'ipotesi scientifica formulata per la prima volta poco più di cento anni fa dallo scienziato svedese Svante Arrhenius. Ma non ha mai avuto un riscontro certo, anzi successivi scienziati hanno attribuito alla CO2 un ruolo sia nell'aumento sia nella diminuzione delle temperature. Posizioni che a volte troviamo anche nella stessa persona. Clamoroso il caso di Stephen Schneider, professore alla Stanford University, consigliere del presidente americano Bill Clinton, uno dei massimi divulgatori della teoria del riscaldamento globale, che però all'inizio degli anni '70 scriveva saggi e addirittura un libro per spiegare che l'aumento delle emissioni di anidride carbonica avrebbe congelato il pianeta.

L'ANIDRIDE CARBONICA NON È INQUINANTE
In questa "leggenda nera" sulla CO2 si inserisce poi la sua definizione come "inquinante", per cui l'aumento di CO2 nell'atmosfera è raccontato come aumento dell'inquinamento. Tale collegamento, peraltro, viene giustificato dal fatto che l'immissione dell'anidride carbonica nell'aria sarebbe legata all'uso dei combustibili fossili, anche questi diventati "nemico numero 1" dell'umanità. Ma la CO2, come abbiamo visto, non solo non è definibile come inquinante ma non è neanche possibile stabilire un rapporto causa-effetto tra inquinamento e CO2. Tanto è vero che - e sono certo che molti saranno sorpresi - nei paesi industrializzati l'inquinamento è in drastica riduzione da decenni, al contrario dei livelli di CO2 che crescono.
Già nel 2002, nel suo rapporto dedicato alle previsioni ambientali, l'Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) affermava che nei paesi industrializzati c'era già stata una diminuzione dell'inquinamento atmosferico pari al 70% in quattro anni. E recentemente l'Agenzia Europea per l'Ambiente ha presentato un rapporto che conferma quanto già sostenuto dall'Ocse: tra il 1990 e il 2016, nei paesi dell'Unione Europea si registrano fortissimi cali nell'inquinamento, che vanno dal 23 al 91% a seconda dei gas esaminati. Questo non significa che non ci sia inquinamento atmosferico ma che, contrariamente a quello che ci viene fatto credere, non solo non è in crescita ma addirittura in drastico calo.
Quando si parla di inquinamento atmosferico nei paesi sviluppati, ci si riferisce essenzialmente a sei elementi, considerati i più importanti a livello statistico e comparativo: anidride solforosa (SO2), ozono (O3), piombo (Pb), ossidi di azoto (NOx), monossidi di carbonio (CO), polveri sottili (Pm). Tutti questi agenti inquinanti sono in diminuzione, e chiunque può fare una semplice verifica andando sui siti  delle Agenzie regionali per l'Ambiente (Arpa).
Dunque, l'inquinamento diminuisce mentre la concentrazione di CO2 nell'atmosfera aumenta. Peraltro, proprio la caccia alle streghe lanciata contro la CO2 rischia di diventare un boomerang dal punto di vista ambientale, perché concentrandosi esclusivamente sulla riduzione delle emissioni di CO2 si tolgono risorse alla ricerca e applicazione di tecnologie meno inquinanti.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26-08-2019

8 - LETTERE ALLA REDAZIONE: ANCHE COSTANZA MIRIANO PROMUOVE AMORIS LAETITIA?
Sono scandalizzata per gli articoli del suo blog in favore di legatura di tube, contraccezione e comunione ai divorziati risposati (decisi, ovviamente, caso per caso)
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 4 settembre 2019

Gentile redazione di BastaBugie,
vi seguo da tempo e stimo molto la vostra aderenza alla dottrina e al magistero cattolico. In questi giorni sono rimasta scandalizzata per quanto ho letto sul blog di Costanza Miriano, che fino a ora mi piaceva leggere per l'acutezza e l'originalità del suo pensiero.
La Miriano ha pubblicato il 5 agosto, in difesa dei docenti epurati dall'Istituto Giovanni Paolo II, un articolo in cui distingue tra dottrina e pastorale. Nel tentativo di difendere la dottrina (e i professori ingiustamente epurati) dagli attacchi in corso, finisce a mio avviso con infliggerle un colpo mortale, quando dice che è attraverso la pastorale che un vescovo può concedere la comunione a una persona divorziata e risposata. Secondo tale ragionamento, si tratterebbe di aperture concesse e anzi doverose da parte della pastorale, che lascerebbero intatta la dottrina. Insomma un po' la filosofia sottesa alla Amoris Laetitia che pure la Miriano dice di voler interpretare alla luce del magistero precedente.
Riguardo al suddetto articolo dal titolo "L'eredità di Giovanni Paolo II" ecco i brani più significativi: "Vorrei fare una piccola riflessione che penso possa servire a me e a qualche piccolo nella fede, che è rimasto scandalizzato dalla ricostruzione dei fatti uscita su Avvenire, che ha svelato la vera posta in gioco, cioè Amoris Laetitia, e i professori allontanati perché non ne hanno sottolineato abbastanza la rottura col Magistero della Chiesa, e hanno invece cercato di sottolineare gli elementi di continuità. [...] La Chiesa non potrà mai cambiare idea su cosa è il vero bene dell'uomo, perché fondata sulla Parola di Dio e sul Magistero. La pastorale invece non solo può cambiare, ma anzi deve necessariamente cambiare, tante volte quante sono le anime che cercano Dio, cambiare nel tempo, nei modi, cambiare con pazienza, studiare nuove strade. Essere elastica, morbida, creativa. [...] Conosco un vescovo rigorosissimo che già prima di Amoris Laetitia ammetteva alla comunione una persona divorziata e risposata, che aveva una storia molto particolare".
Quando ho letto queste parole scritte da Costanza Miriano ho sobbalzato sulla sedia e con me, evidentemente, devono averlo fatto in molti visto che nell'articolo successivo la Miriano stessa ammette: "Siccome alcune persone si sono scandalizzate di quello che ho scritto ieri, in merito a un vescovo che ha autorizzato una persona con una storia molto particolare a fare la comunione, pur essendo divorziata e risposata, vorrei tornarci sopra".
All'inizio pensavo volesse precisare che nell'articolo precedente non voleva in alcun modo abbracciare il principio dell'Amoris laetitia che "caso per caso" si può valutare di poter dare la comunione anche ai divorziati risposati (che poi è solo la crepa nella diga per poi farla crollare e consentire poi a tutti di comportarsi come gli va). Magari poteva spiegare che in quel caso quella coppia si era pentita ma, non potendo lasciarsi per il bene dei figli nati nel frattempo, aveva promesso di vivere senza rapporti sessuali fra loro e per non dare scandalo la comunione l'avrebbero ricevuta in altra parrocchia dove non erano conosciuti. Questo caso particolare era peraltro già previsto sotto il pontificato di san Giovanni Paolo II.
Invece con mia somma sorpresa avviene esattamente il contrario: non solo la Miriano non arretra di un millimetro, ma anzi rilancia ripubblicando un articolo che conferma in pieno la "letizia dell'amore" pur andando contro i principi della morale cattolica, ribaditi da quel san Giovanni Paolo II nell'enciclica Veritatis Splendor del 1993 dove si ribadisce che esistono dei "mali intrinseci" che per nessun motivo e in nessun caso possono essere leciti. Tra questi l'aborto, la contraccezione e la mutilazione volontaria (ad esempio la legatura delle tube e la vasectomia).
Costanza Miriano nell'articolo che avrebbe dovuto, a mio parere, correggere il tiro rispetto al vescovo (da lei definito "rigorosissimo") che dava la comunione ai divorziati risposati, rilancia scrivendo esattamente così: "vorrei tornarci sopra, ripubblicando un meraviglioso intervento che scrisse per noi Flora Gualdani, in risposta a delle sconcertanti affermazioni del professor Chiodi sulla contraccezione. Se non sapete chi sia Flora cercate notizie su di lei, per me è una vera santa, ha più santità lei in un'unghia di quella che riuscirei a raggiungere io in una vita. È una donna rigorosa e dolcissima, semplice e intelligentissima, intraprendente ma totalmente consegnata al Signore".
Certamente da una "vera santa" come la definisce la Miriano ci si aspetterebbe l'adesione alla morale cristiana di sempre, quella immutabile secondo la Legge Naturale stabilita eternamente dal Creatore... e invece nulla di tutto questo, ma il sovvertimento della legge morale ribadita autorevolmente, tra gli altri, da san Giovanni Paolo II e da san Paolo VI.
Ecco come inizia l'articolo di Flora Gualdani: "Sul campo della procreazione responsabile penso di aver qualcosa da dire alla mia amata Chiesa cattolica, poiché è uno degli argomenti su cui ho consumato tutta la mia vita. Intervengo come persona preparata ma pure come battezzata. L'ambulatorio ostetrico è una specie di confessionale più frequentato di quello dei sacerdoti".
La "vera santa" (secondo la Miriano) evidentemente non accetta pareri da sacerdoti o vescovi perché lei si ritiene al di sopra grazie al suo mestiere di ostetrica tanto da poter insegnare alla Chiesa, facendola retrocedere a semplice scolaretta, anziché "Madre e Maestra" quale è.
L'articolo della Gualdani procede così: "In cinquant'anni di esperienza, di fronte alle migliaia di donne che ho seguito, si contano nelle dita di una sola mano i casi in cui sono giunta a consigliare un male minore. In quei 4-5 casi c'è la donna partoriente che entrò in sala operatoria e poco dopo scoprimmo che il suo utero era come il velo di una cipolla. Già era un mezzo miracolo che fosse arrivata viva fino a quel punto. Conoscevo la sua storia e mi presi la responsabilità di dire ai medici di chiuderle le tube. Farla uscire dalla sala operatoria con le tube pervie sarebbe stato un comportamento irresponsabile. Nella Bibbia c'è scritto che l'uomo non deve sfidare Dio".
La teoria del "male minore" è stata riprovata anche da san Paolo VI quando affermava che "non è lecito, neppure per ragioni gravissime, fare il male, affinché ne venga il bene". Chiudere le tube è intrinsecamente un male e quindi non è mai lecito farlo, nemmeno per "ragioni gravissime". Mi chiedo con che autorità la Gualdani dica "mi presi la responsabilità di dire ai medici di chiuderle le tube". Si prende la responsabilità di fronte a chi? Alla Chiesa? A Dio? E perché si ritiene superiore alla Chiesa e in definitiva a Dio? La legatura delle tube è una mutilazione volontaria e come tale non è mai lecita secondo la morale cattolica (e naturale) ribadita esplicitamente anche dalla Veritatis Splendor di san Giovanni Paolo II.
La ciliegina sulla torta è la citazione della Bibbia. Come tutti gli eretici a partire da Lutero per arrivare fino a Pannella, la Bibbia viene citata a sproposito per giustificare il proprio comportamento contro la Tradizione della Chiesa che evidentemente si vuole contestare.
Ma andiamo avanti. La Gualdani continua scrivendo: "Oppure il caso di una gravissima malattia in cui gli interventi chirurgici e la pesante terapia oncologica cui era sottoposta la sposa non avrebbero consentito a quella coppia di usare in tranquillità i metodi naturali. L'alternativa (angelica) era la completa astinenza, contraria alla natura del matrimonio perché avrebbe amputato ai coniugi la dimensione unitiva del loro amore incarnato, caricandoli nel loro calvario di un'ennesima croce, disumana".
Innanzitutto per salvare la dimensione unitiva si priva volontariamente la dimensione procreativa (nemmeno citata nell'articolo in questione) come se il fine giustificasse i mezzi. Inoltre si irride come "angelica", cioè disincarnata, la soluzione della completa astinenza per gravi motivi di salute. L'astinenza in questi casi è la soluzione più sicura, ma la Gualdani invece va oltre affermando che la completa astinenza è, secondo lei, "contraria alla natura del matrimonio". Contraria alla natura del matrimonio? Qui si arriva perfino a offendere la Santa Famiglia e tutti gli altri matrimoni giuseppini, che sebbene come eccezione, non sono certo "contrari alla natura del matrimonio". O forse vogliamo insegnare a Giuseppe e Maria cos'è un matrimonio? L'indicazione dell'astinenza in casi eccezionali, vuol dire caricare di una "croce disumana" i poveretti che già sono provati dalla sofferenza? Non è invece l'astinenza in questi casi l'unica risposta veramente umana per evitare ulteriori sofferenze a una coppia già provata?
L'articolo della Gualdani si conclude poi nel peggiore dei modi: "nel discernimento di quella drammatica situazione, consigliai loro l'uso del condom per avere rapporti sessuali senza paura, ma con l'invito a mantenere la disciplina della continenza (cioè della castità), suggerendogli di viverla comunque mensilmente in alcuni giorni".
A parte la contraddizione di arrivare a suggerire l'astinenza (secondo la ricetta della dottoressa e cioè "mensilmente in alcuni giorni") dopo averla denigrata poco prima, appare in tutta la sua anti-scientificità la falsa teoria che "l'uso del preservativo" sia da consigliare per "avere rapporti sessuali senza paura". È evidente che il profilattico, anche solo scientificamente parlando, non dà nessuna sicurezza, ma anzi è assolutamente fallibile (oltre che condannato dalla Humanae Vitae di san Paolo VI).
Personalmente non leggerò più il blog di Costanza Miriano perché potevo tollerare il primo articolo pensando che fosse stato un errore di distrazione, ma il perseverare nell'errore, nonostante in molti glielo avessero fatto notare, indica come minimo la mala fede.
Spero che non pubblicherete più articoli della Mirano sul vostro sito. E tantomeno quelli della "vera santa" e "totalmente consegnata al Signore" (secondo la Miriano) Flora Gualdani.
Denise

Cara Denise,
grazie per l'affetto con cui ci segui.
Comprendiamo il tuo stato d'animo per le cose che hai così dettagliatamente riportato. In effetti pare strano che tali articoli siano comparsi su un sito che finora non aveva mai mostrato cedimenti dottrinali, ma anzi portava avanti la sana battaglia in difesa della fede grazie al successo editoriale di "Sposati e sii sottomessa" e seguenti, che in maniera simpatica e linguaggio moderno riproponeva riguardo al matrimonio la dottrina di sempre della Chiesa.
Conosciamo Costanza Miriano e la stimiamo come persona corretta, generosa e sincera. Non conosciamo invece l'ostetrica Flora Gualdani e sinceramente non ci sentiamo di sottoscrivere nulla del suo articolo.
Il processo logico di passare dalla prassi per giustificare con il nome di pastorale un comportamento contrario alla dottrina non ci pare un percorso corretto.
Non è illuminante l'esempio di un vescovo che fa accedere all'eucarestia una persona divorziata e risposata non pentita del proprio peccato e che continua a vivere in tale stato. Non si tratta di comprendere una storia personale complicata (quale non lo è?), ma è la Parola del Signore che ci dà la regola: "Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna" (1 Cor 11,27-29).
E' alla luce del Magistero millenario della Chiesa che la Congregazione per la Dottrina della Fede del Card. Ratzinger nel 1994 scriveva la "Lettera circa la recezione della comunione eucaristica da parte di fedeli divorziati risposati". In questa lettera al n° 4 si affermava chiaramente: "Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio e perciò non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione. (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1650; cf. anche n. 1640 e Concilio Tridentino, sess. XXIV). Questa norma non ha affatto un carattere punitivo o comunque discriminatorio verso i divorziati risposati, ma esprime piuttosto una situazione oggettiva che rende di per sé impossibile l'accesso alla Comunione eucaristica: «Sono essi a non poter esservi ammessi, dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quell'unione di amore tra Cristo e la Chiesa, significata e attuata dalI'Eucaristia» (Esort. apost. Familiaris consortio, n. 84)".
La giustificazione per mostrare la misericordia già in atto nell'applicazione del magistero dovrebbe essere l'operato di una ostetrica santificata sul campo dal racconto di Costanza?
Lungi da noi il voler mettere in dubbio la santità di una persona che non conosciamo e che con tanta veemenza viene garantita fino alle unghie... Ma non ci pare che il racconto che ella fa dei casi in cui ha concesso deroghe all'applicazione del magistero siano in linea con l'insegnamento della Chiesa.
Innanzitutto, non è la somiglianza del suo ambulatorio ostetrico con il confessionale (che lei afferma) che rende la signora un sacerdote. Meglio sarebbe stato se certi delicati aspetti spirituali fossero stati trattati da chi il Signore ha preposto a questo. Non sono cinquant'anni di esperienza che autorizzano qualcuno a dare sentenze morali contro il magistero della Chiesa.
In secondo luogo nei casi raccontati non si può parlare di "male minore" accettabile. Secondo la Veritatis Splendor e l'Humanae vitae la mutilazione (ad esempio la legatura delle tube) e la contraccezione sono mali intrinseci, mai giustificati o giustificabili neanche in vista di un bene maggiore. Ecco appunto cosa dice la Veritatis Splendor di san Giovanni Paolo II al numero 80: "Ora la ragione attesta che si danno degli oggetti dell'atto umano che si configurano come «non-ordinabili» a Dio, perché contraddicono radicalmente il bene della persona, fatta a sua immagine. Sono gli atti che, nella tradizione morale della Chiesa, sono stati denominati «intrinsecamente cattivi» (intrinsece malum): lo sono sempre e per sé, ossia per il loro stesso oggetto, indipendentemente dalle ulteriori intenzioni di chi agisce e dalle circostanze. Per questo, senza minimamente negare l'influsso che sulla moralità hanno le circostanze e soprattutto le intenzioni, la Chiesa insegna che «esistono atti che, per se stessi e in se stessi, indipendentemente dalle circostanze, sono sempre gravemente illeciti, in ragione del loro oggetto». Lo stesso Concilio Vaticano II, nel contesto del dovuto rispetto della persona umana, offre un'ampia esemplificazione di tali atti: «Tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l'aborto, l'eutanasia e lo stesso suicidio volontario; tutto ciò che viola l'integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, gli sforzi per violentare l'intimo dello spirito; [...]». Sugli atti intrinsecamente cattivi, e in riferimento alle pratiche contraccettive mediante le quali l'atto coniugale è reso intenzionalmente infecondo, Paolo VI insegna: «In verità, se è lecito, talvolta, tollerare un minor male morale al fine di evitare un male maggiore o di promuovere un bene più grande, non è lecito, neppure per ragioni gravissime, fare il male, affinché ne venga il bene (cf Rm 3,8), cioè fare oggetto di un atto positivo di volontà ciò che è intrinsecamente disordine e quindi indegno della persona umana, anche se nell'intento di salvaguardare o promuovere beni individuali, familiari o sociali» (Lett. enc. Humanae Vitae (25 luglio 1968), 14)".
Ci rammarica dover rimproverare questa leggerezza a un'autrice, Costanza Miriano, che è tra le nostre preferite per aver portato in giro per l'Italia temi matrimoniali che erano ormai diventati scomodi. Lo facciamo nella speranza che sia per lei occasione di rileggere proprio la Veritatis Splendor che dice di voler difendere.
Comunque non possiamo accogliere l'invito a non pubblicare in futuro gli articoli di Costanza. Del resto pubblichiamo da anni tutti gli autori che riteniamo opportuni quando scrivono cose in linea con la dottrina cattolica, mentre non pubblichiamo i loro articoli quando non ci sentiamo di condividerli. Insomma, almeno per quanto riguarda la scelta degli articoli da pubblicare nel nostro sito, applichiamo il principio del "caso per caso" non facendo di tutta l'erba un fascio.

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 4 settembre 2019

9 - OMELIA XXIII DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 14,25-33)
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Vi è una parola chiave nel Vangelo di questa domenica per avere la giusta lettura di tutto il brano. La parola è la seguente: riflettere. Così, nei paragoni che Gesù offre alla nostra meditazione, colui che vuole costruire una torre deve prima riflettere bene su quella che sarà la spesa per vedere se riuscirà a portare a termine l'opera; così, un re che va in guerra contro un altro re dovrà prima valutare con attenzione i mezzi di cui dispone. Allo stesso modo dovrà fare pure il cristiano. Egli, nel seguire Gesù, dovrà avere a disposizione quella virtù che gli consentirà di essere un fedele discepolo sino alla fine, in modo da non rinnegare mai il Signore.
Di quale virtù si tratta? Ce lo fa comprendere Gesù stesso nel brano del Vangelo. Quella virtù è il distacco da tutti i propri averi. Il testo, infatti, si conclude con queste parole: «Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo» (Lc 14,33). Sono parole molto esigenti che devono essere rettamente intese. Non si tratta di rinunciare materialmente a tutto, come ad esempio ha fatto san Francesco d'Assisi, ma di non essere attaccati a niente se non al Signore e alla sua volontà. I beni di questo mondo devono essere usati con cuore libero, senza diventarne schiavi.
Per arrivare a questo distacco, bisogna però amare Dio con tutto il nostro cuore. Non c'è via di mezzo: o si ama Dio, oppure il nostro cuore si attaccherà inevitabilmente ai beni di questo mondo. Quanto più si ama, tanto più ci si libera da questi legami. Per quale motivo san Francesco d'Assisi era staccato da tutto e bramava la povertà più di quanto un avaro possa desiderare le ricchezze di questo mondo? Perché amava con tutto il cuore.
L'amore farà sì che metteremo Dio al primo posto nella nostra vita, al di sopra degli affetti più cari e al di sopra della nostra stessa vita. Gesù, infatti, ci dice: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo» (Lc 14,26). E, subito dopo, ci dice: «Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo» (Lc 14,27).
Riflettiamo! Abbiamo noi questo bene così grande dell'Amor di Dio? Se siamo onesti dobbiamo dire che il nostro amore per il Signore è sempre tanto piccolo e deve ancora tanto crescere. Anzi, per dire la verità tutta intera, dobbiamo aggiungere che tante volte non amiamo per niente il Signore, quando a Lui preferiamo il peccato.
Se veramente ci rendiamo conto di non possedere questo bene inestimabile dell'Amor di Dio, adoperiamoci in tutti i modi per ottenerlo. Lo otterremo innanzitutto con una buona Confessione. Chi vive abitualmente in peccato mortale non sta facendo neppure un passo verso il Signore; anzi, si sta allontanando.
Il secondo mezzo per conseguire il bene dell'Amor di Dio è la preghiera. Cosa c'è di più bello e di più facile della preghiera! Il demonio fa di tutto per non farci pregare. Ci fa credere che sia una cosa inutile, una perdita di tempo. Ci fa venire in mente tante cose da fare, tutte urgenti e indispensabili. Così facendo perdiamo di vista l'unica cosa veramente necessaria a discapito della nostra anima. Non cadiamo in questa tentazione! Preghiamo regolarmente. Solo così riusciremo a riportare vittoria su tutte le tentazioni. Un cristiano che non prega è come un soldato che abbassa le armi di fronte al nemico: perirà miseramente. La preghiera, soprattutto, dilaterà il nostro cuore e ci consentirà di amare veramente, di amare non tanto con il nostro piccolo cuore, ma con il Cuore di Gesù.
Affidiamoci infine alla Madonna, chiediamo a Lei la grazia di mettere in pratica queste esigenti parole del Vangelo. Da soli certamente non ci riusciremo, ma, grazie alla sua potente intercessione, otterremo il bene inestimabile dell'Amor di Dio.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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