BastaBugie n�677 del 12 agosto 2020

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1 L'AVVERSARIO DI TRUMP, L'ABORTISTA JOE BIDEN, E' INVOTABILE PER UN CATTOLICO
Il candidato del Partito Democratico alla Casa Bianca è a favore dell'aborto fino al 9° mese e dell'ideologia Lgbt in ogni ambito, incluso quello scolastico, al contrario di Trump che all'Onu ha rimproverato che...
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 L'UOMO PRIMITIVO NON E' MAI ESISTITO... INFATTI I PRIMI UOMINI NON ERANO ''PRIMITIVI'', MA CI HANNO LASCIATO AUTENTICHE OPERE D'ARTE
''Non è che le scimmie abbiano iniziato delle pitture e gli uomini le abbiano finite... nessuna scimmia disegnò una renna neanche alla peggio, l'uomo la disegnò e bene'' G.K. Chesterton
Fonte: I Tre Sentieri
3 FAMIGLIA CON SEI FIGLI FA IL CAMMINO DI SANTIAGO
Michele ed Elena per festeggiare i 10 anni di matrimonio hanno deciso di percorrere 230 chilometri a piedi: una follia per figli così piccoli o un atto di eroismo? (VIDEO: Il vero problema di chi fa HomeSchooling)
Autore: Giulia Tanel - Fonte: Sito del Timone
4 PROVE DI TOTALITARISMO IN OCCIDENTE
La libertà c'è solo per chi si allinea al politicamente corretto: in Spagna 3 anni di carcere per il sacerdote che critica l'islam, mentre negli USA si censurano i medici che diffondono la cura contro il Coronavirus
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana
5 UN DIO CHE NON PUNISCE MAI E' UN DIO CATTIVO
Non esiste un Dio buono che perdona sempre e comunque (anche se nessuno può dire quando una catastrofe naturale o una malattia sia un castigo, però nessuno può dire che non possa mai essere un castigo)
Fonte: I Tre Sentieri
6 DAI VERBALI SEGRETI EMERGE L'INCOMPETENZA DEL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO DEL CORONAVIRUS
Il comitato ha favorito il lockdown come esperimento sociologico ed ha imposto uno Stato totalitario che insegna a mamma e papà a fare i genitori
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 LA MIGLIOR DIFESA E' L'ATTACCO... ANCHE CONTRO LA DITTATURA GAY
Su richiesta degli Avvocati Cristiani il tribunale di Cadice ha ordinato di ritirare la bandiera Lgbt dalla facciata del Municipio (intanto in Gabon l'arcivescovo dichiara che l'omosessualità nuoce gravemente all'umanità)
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana
8 OMELIA ASSUNZIONE DI MARIA - ANNO A (Lc 1,39-56)
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
9 OMELIA XX DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 15,21-28)
Donna, grande è la tua fede!
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - L'AVVERSARIO DI TRUMP, L'ABORTISTA JOE BIDEN, E' INVOTABILE PER UN CATTOLICO
Il candidato del Partito Democratico alla Casa Bianca è a favore dell'aborto fino al 9° mese e dell'ideologia Lgbt in ogni ambito, incluso quello scolastico, al contrario di Trump che all'Onu ha rimproverato che...
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11/08/2020

Joe Biden è invotabile ma potrebbe diventare il presidente più abortista e anticristiano della storia americana. Dopo le accuse scatenatesi verso di lui e la sua campagna, il candidato Democratico cerca di giustificare la sua 'fede', ma aggiunge sconcerto alle preoccupazioni. Joe Biden vuole promuovere ogni forma di liberalizzazione dell'aborto, e vuole farlo negli Usa e in tutto il mondo. Proprio una proposta di legge dei Democratici dei giorni scorsi vuole usare il finanziamento pubblico per favorire aborti in tutto il mondo.
Dopo una lunga serie di polemiche e i persistenti silenzi sugli atti di vandalismo contro edifici e statue cattoliche, lo scorso 6 agosto Joe Biden ha rilasciato dichiarazioni sulla sua fede cattolica. Tuttavia, le parole di Biden non hanno per nulla rincuorato coloro che sono molto preoccupati per la sua determinazione a favore dell'aborto libero (sino al 9° mese) e dell'ideologia Lgbt in ogni ambito, incluso quello educativo. Nessuno ha mai voluto giudicare la fede personale di Biden; le sue scelte e i suoi propositi sono però opposti agli insegnamenti della Chiesa. La Nota Dottrinale firmata nel 2002 da Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, è chiara in materia, sia per i laici in politica sia per gli elettori.

IL SOSTEGNO DIABOLICO ALL'ABORTO
Qualunque cattolico, laico o chierico, affermi che Biden debba essere votato o sia il miglior candidato per gli Usa dice il falso e commette una grave mancanza. Biden è stato pro life in passato, ma negli ultimi tempi ha assicurato di voler imporre (se eletto alla presidenza nel prossimo novembre) le più feroci misure pro aborto della storia americana. Dal 1976 e per diversi anni, aveva promosso, sostenuto e votato molte misure pro vita. Peccato che ora, dopo i silenzi assordanti sull'argomento durante la sua vicepresidenza al fianco di Obama, Biden sia divenuto un abortista estremo. La folle corsa al potere e al sostegno diabolico dell'aborto e contro la tutela della vita umana è proseguita sino ad oggi.
Dal giorno della sua nomination (di fatto) alla corsa dei Democratici alla Casa Bianca, Biden afferma ad ogni occasione le sue convinzioni pro aborto e promette il suo incondizionato impegno a finanziare le multinazionali del genocidio degli innocenti. La potentissima Planned Parenthood ha ufficialmente dichiarato il proprio sostegno a Biden lo scorso 15 giugno e ha annunciato una spesa di 45 milioni di dollari per le elezioni. Biden, oltre a ringraziare, ha promesso di ricompensare, con i soldi di tutti i cittadini americani, lo sforzo di Planned Parenthood a suo favore, promettendo di reintrodurre i finanziamenti federali per PP legati al Titolo X, che solo nell'anno 2018 (prima del provvedimento firmato da Trump) erano stati pari a 60 milioni di dollari.

FIUMI DI SOLDI DALLE MULTINAZIONALI DELLA MORTE
Di questo e di altri impegni pubblici presi da Biden beneficerà anche la Naral. L'influente lobby pro aborto, che rappresenta le maggiori multinazionali della morte degli innocenti nelle istituzioni americane, ha già annunciato il proprio sostegno a Biden e ai candidati Democratici. Nella sua "Agenda per le Donne", presentata il 27 luglio scorso, Biden ha messo al centro delle promesse proprio il finanziamento pubblico e incondizionato all'aborto (abolizione dell'emendamento Hyde); il divieto federale, vincolante per ogni Stato federato, di violare il diritto all'aborto così come codificato nella sentenza Roe vs Wade; l'abolizione della Mexico City Policy (che vieta finanziamenti a gruppi che promuovono l'aborto all'estero come metodo di pianificazione familiare) intanto ampliata da Trump e la reintroduzione dell'obbligo per tutte le strutture sociali e sanitarie di fornire servizi contraccettivi, senza eccezioni per le istituzioni di ispirazione religiosa. Esattamente il contrario, insomma, dell'impegno politico dello stesso Biden negli anni Settanta e Ottanta.
Oggi per Biden le donne e i bimbi concepiti sono oggetti e non persone con una propria dignità umana. Le donne Democratiche candidate alla vicepresidenza non sono meglio di Biden, ormai divenuto paladino indiscusso dell'aborto libero, al punto che oltre cento leader di chiese e congregazioni cristiane e di altre religioni, sostenitori del Partito Democratico, hanno inviato una lettera pubblica al partito e chiesto di porre fine all'estremismo abortista e proteggere sia le donne che i bambini. Il cuore di una persona lo conosce solo Dio, ma, per gli impegni presi sin qui, Joe Biden è semplicemente invotabile.

Nota di BastaBugie: Tommaso Scandroglio nell'articolo seguente dal titolo "Trump vs aborto, una lezione per i nostri politici" spiega che i repubblicani hanno la lotta all'aborto nella loro agenda e anche per questo sono apprezzati dagli elettori non di sinistra.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 21 giugno 2020:
Ennesimo punto a favore per l'amministrazione Trump in tema di difesa della vita nascente. Durante il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, l'amministrazione Trump ha criticato il segretario generale delle Nazioni Unite per aver promosso l'aborto usando pretestuosamente l'emergenza Covid. Più precisamente il governo a stelle e strisce ha condannato l'«uso ingiustificabile di una crisi per far avanzare un'agenda politica che non gode del consenso degli Stati membri, che è controversa e che è in contrasto con le politiche statunitensi».
Si tratta dell'ultimo capitolo di una relazione burrascosa tra Usa e Onu in materia di aborto. In tempi recenti il primo capitolo lo scrisse il responsabile dell'Agenzia per lo sviluppo internazionale degli Stati Uniti, John Barsa, che, in una lettera indirizzata al segretario generale dell'Onu, lo rimproverò per aver finanziato l'aborto durante l'epidemia vendendolo come «servizio essenziale» per la salute delle donne. Infatti, nei servizi finanziati per rispondere all'emergenza in corso, rientranti nel «Piano di risposta umanitaria globale delle Nazioni Unite», figura anche l'aborto.
Successivamente gli Usa hanno bloccato una risoluzione che avrebbe qualificato «la salute sessuale e riproduttiva», ossia l'aborto, come «bisogno umanitario di base». Inoltre, l'amministrazione Trump rese noto in quell'occasione che rifiutava l'espressione «salute sessuale e riproduttiva» perché locuzione perlomeno ambigua. [...]
Trump ha voluto specificare che «non esiste alcun diritto internazionale all'aborto, né vi è alcun obbligo da parte degli Stati di finanziare o facilitare l'aborto». Aggiungendo poi che «gli Stati Uniti sono pronti ad aiutare chi è nel bisogno, ma non comprometteranno i propri valori, le proprie leggi e politiche di fronte a una crisi».
Una riflessione tra le molte. Tutti colgono la distanza siderale che esiste, sulla tematica aborto, tra classe politica repubblicana vicina a Trump e classe politica destrorsa italiana. Oltreoceano ci si batte a viso aperto contro l'aborto: chiamando le cose con il loro nome e non arrischiandosi in pericolosi equilibrismi sul tema della salute delle donne, togliendo fondi alle organizzazioni abortive, bloccando risoluzioni, marciando pubblicamente a favore della vita. Qui da noi, se va bene, si dà un colpo al cerchio e una alla botte. Si partecipa al Congresso di Verona e contemporaneamente si dice che la 194 non verrà toccata. A questo proposito è sintomatico dei tempi presenti che il politico che viene dipinto dai media come cattolico integralista affermi che la 194 debba essere applicata integralmente: due "integrità" impossibili da conciliare.
Inoltre, la difesa della vita nascente, da parte dei partiti di destra, non è mai entrata formalmente nell'agenda politica: non diciamo nell'agenda di governo, ma perlomeno nel programma elettorale (sappiamo tutti che il programma elettorale non corrisponde al piano di governo). Se appoggi ne vengono, sono solo a spot, quando serve, quando l'attualità tira per la giacchetta, quando ovviamente conviene.
E sulla convenienza vogliamo soffermarci un poco. I nostri politici, anche quelli che privatamente sono più sensibili al tema dell'aborto, in genere non sono adeguatamente formati su questa materia, come, in modo più esteso, sui temi di bioetica. Il loro giudizio personale, quando ben orientato, è perlopiù dettato da vaghe intuizioni. Dunque, se si vuole portare a casa un risultato pratico in tempi ragionevoli, non serve intavolare con costoro discorsi sui massimi sistemi perché sarebbe come tentare di suonare un tasto muto del pianoforte. Occorre invece suonare i tasti giusti, giusti per loro, magari non quelli decisivi dal punto di vista morale (il nascituro è un essere umano, quindi non è lecito ucciderlo), però quelli decisivi dal punto di vista politico, quelli maggiormente motivanti per costoro. E un tasto decisivo è il seguente: la difesa dei principi non negoziabili conquista voti, non fa perdere le elezioni ma contribuisce a vincerle.
Negli Usa - al di là del fatto che, a differenza dell'Italia, c'è una maggior sensibilità pro life dei politici - hanno compreso che la difesa della vita, della famiglia, della religione, della libera educazione, paga in termini elettorali perché i cittadini, pur immersi in una cultura fortemente progressista, non sono tutti giacobini pronti a spazzar via un portato culturale fatto di tradizioni e valori condivisi, ma una buona fetta di costoro ha a cuore la vita nascente e quella morente, l'educazione dei figli fondata su principi sani, una vita ispirata a valori religiosi. Trump ha intercettato le esigenze di questo esteso sottobosco sociale. Quando avverrà anche qui da noi in Italia?

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11/08/2020

2 - L'UOMO PRIMITIVO NON E' MAI ESISTITO... INFATTI I PRIMI UOMINI NON ERANO ''PRIMITIVI'', MA CI HANNO LASCIATO AUTENTICHE OPERE D'ARTE
''Non è che le scimmie abbiano iniziato delle pitture e gli uomini le abbiano finite... nessuna scimmia disegnò una renna neanche alla peggio, l'uomo la disegnò e bene'' G.K. Chesterton
Fonte I Tre Sentieri, 2 agosto 2020

«Al principio del paleolitico superiore, a partire dagli Aurignaciani, e più ancora tra le popolazioni magdeleniane, ci troviamo di fronte a un numero immenso di opere d'arte, che suscitano la nostra ammirazione. Soprattutto nelle caverne del sud-ovest della Francia e della Spagna Settentrionale, ma anche in altri punti del mondo, gli studiosi di preistoria raccolsero e raccolgono tuttora una larga messe. La scultura già nell'epoca aurignaciana rappresentava alcune figurine. Il modellamento dell'argilla lasciò, tra il resto, la magnifica scena dei bisonti di Fuc d'Audubert; l'incisione era praticata su pezzi d'osso e placche di scisto; infine l'incisione con la pittura mono o policroma, per esempio nel magdaleniano, negli affreschi ben noti di Conbarelles o Altamira, riesce a riprodurre scene della vita di animali degni dei nostri migliori pittori d'animali. Bisogna pensare che queste pitture venivano fatte a memoria, in fondo a gallerie oscure, alle volte lungo duecentotrenta metri (Combarelles) e con l'illuminazione delle primitive lampade a olio! È probabile che alcuni di questi disegni siano stati eseguiti spontaneamente dall'artista, come il bambino già ben dotato, che si occupa nel disegnare a memoria cavalli o cani; è anche verosimile che molti potessero avere significati magici (malefizi, riti di "mani" per assicurare il successo della caccia) come suggerisce sia il fatto che sono posti in fondo a corridoi oscuri, veri rifugi da stregoni, sia il loro avvicinamento con certi attuali di popolazioni selvagge» (AA. VV., Enciclopedia Apologetica, IV Edizione, trad. it., Alba [Cuneo] 1948, pp. 1230-1231).
Dunque, l'arte è già abbondantemente presente nel paleolitico. Altro che uomo interessato a soddisfare solo i suoi bisogni primari!
C'è discussione sul significato delle decorazioni. Per alcuni studiosi ci sarebbe solo un significato ornamentale; per altri un significato religioso e propiziatorio. In realtà le cose potrebbero benissimo combinarsi.
La ricerca della bellezza è un senso innato nell'uomo che scaturisce da due elementi, da una parte la sua capacità raziocinativa e concettuale; dall'altra il bisogno di rispondere alla meraviglia della natura.
Nel primo caso, l'uomo, come essere simbolico, cioè come essere che crea simboli, ordina armonicamente la sua conoscenza conferendole non solo delle simmetrie concettuali e argomentative, ma anche orientando queste verso una lettura estetica, cioè di armonica bellezza. Insomma, l'uomo non solo produce sapere, ma tende anche ad adornare questo sapere, cioè a renderlo bello, armonico, discorsivo.
Nel secondo caso l'uomo, contemplando non passivamente bensì attivamente la natura, sperimenta nella natura stessa il piacere dello sguardo e, da questo piacere, vien fuori il desiderio di produrre da sé cose che possano suscitare un piacere analogo. D'altronde è per questo che la più naturale espressione figurativa è quella di rappresentare ciò che si ammira nella natura: una montagna, un fiume, degli alberi, degli animali...
Ora, tutto questo avviene già nell'uomo preistorico: significato ornamentale e religioso-propiziatorio poco importa. Insomma, in entrambi i casi questi prodotti artistici attestano il fatto che l'uomo preistorico si poneva (eccome!) problemi profondi. L'esigenza di decorare è il segno di un bisogno di ordine e di bellezza che esprime desideri tutt'altro che "materiali".

Fonte: I Tre Sentieri, 2 agosto 2020

3 - FAMIGLIA CON SEI FIGLI FA IL CAMMINO DI SANTIAGO
Michele ed Elena per festeggiare i 10 anni di matrimonio hanno deciso di percorrere 230 chilometri a piedi: una follia per figli così piccoli o un atto di eroismo? (VIDEO: Il vero problema di chi fa HomeSchooling)
Autore: Giulia Tanel - Fonte: Sito del Timone, 04/08/2020

Michele ed Elena sono due giovani sposi bolognesi, genitori di sei figli: Gregorio di 8 anni, Benedetta di 7, Maria Marta di 5, due gemellini di 3 e infine Anna, di appena 7 mesi.
Per festeggiare i 10 anni di matrimonio, la coppia ha deciso di percorrere un tratto del cammino di Santiago con tutti i bimbi al seguito: circa 230 chilometri a piedi, da Vila Do Conde, in Portogallo, a Santiago de Compostela, dal 17 luglio al 2 agosto. Una follia? Una richiesta esagerata da fare a dei figli così piccoli? Un atto di eroismo? Il Timone ne ha parlato con la mamma della truppa, Elena.
Elena, come mai avete deciso di festeggiare in questo modo il vostro decimo anniversario di matrimonio?
«L'idea è venuta a Michele durante un momento di adorazione. Entrambi lo abbiamo poi messo in preghiera, con una novena a San Giacomo, che ha fatto sì che incontrassimo tutta una serie di persone "esperte" del cammino che ci hanno dato diverse indicazioni, che peraltro hanno stravolto l'idea che ci eravamo fatti noi: questo però ci ha confermato che il progetto non era frutto della nostra vanagloria.
Il pellegrinaggio in occasione dell'anniversario, infatti, ci è sembrato la modalità perfetta per ringraziare per questi 10 anni passati assieme e per tutte le grazie che abbiamo ricevuto, nella certezza che il cammino ne sarebbe stato ulteriormente pieno, e nel contempo per chiedere perdono per quando ci siamo allontanati dalla volontà del Signore. Qui, nel percorso, è stata fortissima questa impronta spirituale perché le frecce che indicano la direzione sono tutte poste e sono tutte chiare, non c'è mai motivo per dubitare: questo secondo me è un parallelismo stupendo di come non si debba mai dubitare della volontà di Dio, ma invece seguirla nella letizia».
Cosa avete scoperto di voi, della vostra famiglia, durante il cammino?
«Innanzitutto, il cammino unisce molto. Poi abbiamo potuto realizzare che in questi 10 anni non ci siamo mentiti come marito e moglie: il cammino ti spoglia di ogni tipo di remore, c'è poco da fare, ma non ci siamo scoperti diversi da come ci conoscevamo, rispetto alle "mancanze". Invece, abbiamo scoperto reciprocamente che l'altro (ma anche noi in prima persona!) è molto più grande, più bello e più forte di quello che a volte la maschera della quotidianità fa percepire. Anche i bimbi ci hanno stupito molto per come ci sono stati, si sono dimostrati più grandi e più forti di quello che già sapevamo».
E come siete stati nelle inevitabili fatiche e stanchezze?
«Chiaramente a un certo punto, nella giornata, tutti a turno avevamo un momento di cedimento psicologico e abbiamo scoperto che non sapevamo starci a fianco, volendoci bene, nella maniera migliore: è un dono che va chiesto al cielo. Abbiamo così capito che la letizia non è una cosa che si può "costruire", ma che è un dono che ti viene dato, e che quindi va chiesto.
Abbiamo anche visto che ci è stato dato tutto il necessario, dal cibo, al letto, alle idee per fare le scelte migliori nel momento migliore... Quindi quello che abbiamo fatto è stato chiedere al cielo di farsi presente, di incarnarsi nella nostra realtà, perché anche se abbiamo già fatto esperienza di Dio, "il solo ricordo non ci è sufficiente", abbiamo bisogno che ci salvi oggi, e continuamente».
Il pellegrinaggio ha portato un di più alla vostra famiglia dal punto di vista spirituale?
«Sì, [...] ci è sorto ancora di più il desiderio di una vita grande, di una vita santa, da proporre anche ai figli, basata sulla preghiera, sui sacramenti e sulla parola di Dio».

Nota di BastaBugie: la famiglia di Michele ed Elena non è straordinaria solo per il pellegrinaggio a Santiago, ma anche per lo stile di vita adottato con la mamma casalinga che, tra le altre cose, fa anche scuola ai suoi figli (con l'aiuto indispensabile anche del padre, ovviamente).
Nel seguente video (durata: 6 minuti) dal titolo "Il vero problema di chi fa HomeSchooling" Michele smonta tutte le presunte difficoltà nel fare scuola ai figli, dimostrando invece come sia vincente la scelta di non mandare a scuola i figli. Chi lo desidera può scrivere domande a loro attraverso il loro sito (si prega di NON inviare le domande per Michele ed Elena a noi di BastaBugie).


https://www.youtube.com/watch?v=W4NJFPpRSIY

IL CAMMINO DI SANTIAGO DI COMPOSTELA
Per vedere i racconti giornalieri, le foto e ei video di Michele ed Elena del pellegrinaggio che hanno fatto quest'anno con i figli a Santiago di Compostela, visita il loro sito cliccando nel seguente link:
http://imparoinfamiglia.it/

Fonte: Sito del Timone, 04/08/2020

4 - PROVE DI TOTALITARISMO IN OCCIDENTE
La libertà c'è solo per chi si allinea al politicamente corretto: in Spagna 3 anni di carcere per il sacerdote che critica l'islam, mentre negli USA si censurano i medici che diffondono la cura contro il Coronavirus
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana, 05/08/2020

Ora è chiaro: in Occidente c'è libertà di pensiero, di parola e di credo, ma solo per chi canti col coro, per chi cioè si allinei al «politicamente corretto». Zero per tutti gli altri. Sono continue ed incessanti le tristi conferme e tutte portano a questa conclusione.
A dimostrarlo, sono ancora una volta i fatti. Come l'inaudita decisione assunta dall'Unione europea di negare i fondi a sei Comuni polacchi, "colpevoli" di essersi dichiarati «Lgbt-free» ed a favore dei «diritti della famiglia». Ciò non costituisce solo un'ingiustificata sanzione, bensì anche un'ingiusta penalizzazione, oltre a rappresentare un chiaro monito inviato al governo di Varsavia, accusato d'aver tutelato i propri cittadini dall'imposizione di ideologie e dalle pressioni di Bruxelles, che vieta, oltre tutto sventolando ipocritamente la bandiera delle "libertà": il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen della Cdu tedesca, ha dichiarato infatti d'esser intervenuta sui sei Comuni, escludendoli da un programma di gemellaggi e dai relativi finanziamenti, in quanto «i nostri trattati garantiscono ad ognuno in Europa la libertà di essere ciò che è, di vivere come voglia, di amare chi gli pare e di puntare in alto come desideri». Purché non si dichiari pro-family ed «Lgbt-free», per l'appunto. Perché in tal caso l'Ue smette di garantire ed inizia a censurare, punire, discriminare. Insomma, ciascuno di noi è libero di pensare, di volere e di credere in qualunque cosa, cui però pensi, voglia e creda anche Bruxelles. Non ad altro.
Il che corrisponde ad una versione alquanto totalitaria del libero pensiero, come ha evidenziato il ministro di Giustizia polacco, Zbigniew Ziobro, che ha condannato la decisione dell'Ue, annunciando di voler ripristinare il primato della legge su questi abusi: «Non possiamo permettere che l'Unione europea discrimini i cittadini polacchi ed i governi locali - ha postato su Facebook -. L'Unione deve rispettare l'uguaglianza di tutti, riconoscendo a tutti il diritto di avere le proprie opinioni e di esprimerle liberamente». Esattamente ciò che oggi non avviene.

3 ANNI DI CARCERE PER IL SACERDOTE CHE CRITICA L'ISLAM
E sempre all'Unione europea, nello specifico all'inviato speciale per la promozione della libertà religiosa, lo slovacco Jan Figel, si è rivolta l'associazione spagnola HazteOir.org, che ha già raccolto decine di migliaia di firme in difesa di don Custodio Ballester, sacerdote pro-life accusato d'aver commesso un «crimine d'odio», per aver scritto un articolo in cui mette in guardia dai pericoli dell'islam. In particolare, a scatenare l'ira della magistratura iberica, è stato questo passaggio del testo: «Non inganniamo noi stessi, l'islam di oggi e di sempre, quello che stiamo tentando di far convivere col Cristianesimo, con una mano guida le opere di carità, ma con l'altra arma chi annienti quanti si rifiutino di riconoscere Allah e di considerare Maometto come l'ultimo e definitivo profeta di Dio».
Che è poi ciò che dice espressamente il Corano, nulla di particolarmente nuovo... Eppure, niente da fare. Nonostante Isis, Boko Haram, al-Qaeda e via elencando, col loro pesantissimo carico di sangue e di terrore versato in nome di Allah, interrogarsi sui pericoli dell'islam è configurato come un reato. Almeno secondo la Procura della Repubblica di Malaga, che ha chiesto per don Ballester una condanna a 3 anni di carcere, 3 mila euro di multa, l'interdizione dall'esercizio del diritto di voto per tutta la durata della pena, nonché l'interdizione dall'insegnamento e da qualsiasi ruolo educativo per otto anni, oltre ad altre spese accessorie a suo carico. Niente meno. Una richiesta pesantissima e sproporzionata.
Ancora una volta sotto accusa ci sono un'opinione ed il fatto d'esprimerla. Ancora una volta, come già nel caso dell'omofilia, esiste un pensiero «politicamente corretto» ed è islamofilo. Chiunque vi si opponga, va fermato, censurato, punito. È quanto dichiara HazteOir.org: occorre «fermare il rullo compressore del politicamente corretto. Se non ci opporremo a questa ingiustizia, avremo spalancato la porta ad altri, futuri attacchi alla libertà d'espressione contro una parte soltanto della cittadinanza, quella che la Sinistra decide che non possa esprimersi liberamente».

UNA STRATEGIA LIBERTICIDA
Ormai la censura è globale, per cui riguarda anche il mondo digitale, come è accaduto negli Stati Uniti, dove i social (nello specifico, Facebook, Twitter e YouTube) hanno censurato un video, trasmesso dal gruppo «Medici americani in prima linea», video in difesa dell'uso dell'idrossiclorochina nel trattamento del Covid, poiché esso avrebbe violato le politiche contro «la disinformazione» in merito al Coronavirus. I padroni del web non hanno guardato in faccia a nessuno, tant'è vero che Twitter ha avuto l'impudenza di censurare anche alcuni tweet del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che si è "permesso" di riprendere alcuni estratti del video "incriminato". Bavaglio anche per suo figlio, Donald Trump jr., "reo" di aver fatto la stessa cosa: il suo account è stato sospeso addirittura per 12 ore. Secondo il suo portavoce, i social rappresentano oggi «la più grande minaccia alla libertà di parola in America, con le loro interferenze, peraltro nemmeno dissimulate, in piena campagna elettorale».
In un secondo video «Medici americani in prima linea» hanno spiegato come non serva a nulla farsi prendere dal panico, poiché è già disponibile un trattamento di provata efficacia contro il Covid-19 ovvero un cocktail di idrossiclorochina - sostanza da tempo approvata dalla Fda-Food and Drug Administration -, zinco ed azitromicina. Ed hanno aggiunto che lo studio apparso sulla rivista scientifica Lancet che riuscì a far bandire il ricorso all'idrossiclorochina, in realtà è stato successivamente screditato. Nel silenzio generale.
Ovviamente l'ardire di questo gruppo di medici ha avuto immediate conseguenze: il loro sito è stato completamente smantellato, per il fatto - questo il pretesto... - di diffondere accuse fraudolente.
La posta in gioco, come si può capire, è molto, molto alta. Molto più di quanto si voglia far credere e far passare, possibilmente, sotto silenzio, narcotizzando le coscienze. Non si tratta delle bizzarrie di qualcuno, bensì della strategia liberticida e globale di molti.

Fonte: Corrispondenza Romana, 05/08/2020

5 - UN DIO CHE NON PUNISCE MAI E' UN DIO CATTIVO
Non esiste un Dio buono che perdona sempre e comunque (anche se nessuno può dire quando una catastrofe naturale o una malattia sia un castigo, però nessuno può dire che non possa mai essere un castigo)
Fonte I Tre Sentieri, 12 agosto 2019

Dio può castigare? Prima di rispondere, bisogna tener presente la distinzione tra male morale e male fisico. Il primo è il peccato, il secondo è la sofferenza che può toccare indipendentemente dalla propria volontà. Mentre il male morale è solo permesso, ma mai può essere voluto da Dio, il male fisico non solo è permesso, ma in molti casi può anche essere voluto da Dio. E ciò perché, dopo il peccato originale (con conseguente perdita del dono dell'integrità, per cui l'uomo tende più al male che al bene), il male fisico può servire per scongiurare il male morale.
Il male fisico può essere un castigo, ma non necessariamente. Può essere un castigo, perché se Dio sa che la più grande tragedia è il male morale e quindi la perdita definitiva della gioia eterna, farà di tutto perché questo non avvenga. Può anche castigare pur di far capire, come fa un bravo genitore per evitare che un figlio prenda una cattiva strada. In tal caso il castigo si configura come una grazia.
A riguardo c'è un interrogativo che molti si pongono: ma come mai Dio può permettere che soffra un bambino innocente, mentre un criminale può avere una vita senza problemi ed eventualmente morire anche ad una veneranda età? La risposta è molto semplice: Dio castiga quando ancora c'è una speranza. Ma quando non ci sono più speranze, Dio non castiga più.
San Tommaso d'Aquino afferma: «Dio, volendo sopra ad ogni cosa la sua bontà, rigetta il male morale che è ad essa direttamente contrario. Ma, relativamente agli altri mali, volendo tutto in ordine alla sua natura che è somma bontà, può anche volere il male di pena in ordine alla giustizia e il male naturale in ordine alla provvidenza». Il male fisico può essere anche una purificazione. Basta leggere la vita dei santi. Non c'è n'è uno che non sia diventato tale senza percorrere la via della Croce.

RITORNIAMO ALLA QUESTIONE DEL CASTIGO
Dunque, Dio può castigare. Certamente nessuno può dire (a meno che non abbia avuto da Dio particolari rivelazioni) quando una catastrofe naturale o una malattia sia un castigo. Nello stesso tempo però nessuno può dire che una catastrofe naturale o una malattia non possa mai essere un castigo.
La convinzione secondo cui non è ammissibile che Dio possa castigare è facilmente confutabile e manifesta una palese contraddizione. Viene da chiedersi: perché Dio non potrebbe castigare gli uomini, se poi è arrivato, per i peccati degli uomini, a "castigare" perfino Suo Figlio, l'Innocente per eccellenza?
Alcuni distinguono il castigo dall'ammonimento, arrivando a dire che le catastrofi naturali non possono mai essere un castigo, ma tutt'al più un ammonimento. Se letteralmente i due termini non sono identici, resta il fatto che il castigo che viene ammesso teologicamente figura sempre come un ammonimento, nel senso che Dio non castiga sadicamente, cioè per il gusto di castigare, ma perché questo possa essere occasione di ripensamento. Il verbo castigare, che deriva dal latino castus, cioè "puro", nel suo significato originario significa "correggere", "purificare". Il verbo "ammonire", deriva anch'esso dal latino, precisamente da ad-monere, cioè avvertire, avvertire per evitare che si vada incontro a qualcosa di più grave.
Di citazioni del Magistero che parlano della possibilità che Dio castighi ce ne sono tantissime. Ci limitiamo a citare papi cosiddetti "postconciliari" per essere al di sopra di ogni sospetto. Giovanni XXIII in un radiomessaggio del 28 dicembre del 1958 dice: «(...) l'uomo, che semina la colpa, raccoglie il castigo. Il castigo di Dio è la risposta di Lui ai peccati degli uomini»; perciò «Egli (Gesù) vi dice di fuggire il peccato, causa principale dei grandi castighi». Paolo VI, in un'omelia del 13 marzo 1966, afferma: «Come siamo meschini, come siamo davvero colpevoli al punto da meritare i castighi del Signore!» Giovanni Paolo II in un'omelia del 22 febbraio 1987 spiega che Dio «(...) esige sì soddisfazione, e tuttavia è anche clemente, e non ci punisce tanto quanto meriteremmo». E ancora Giovanni Paolo II in una udienza generale del 13 agosto 2003: «Dio ricorre al castigo come mezzo per richiamare sulla retta via i peccatori sordi ad altri richiami».

LA MORTE DEGLI INNOCENTI
Quando si parla della possibilità dei castighi divini, vien naturale un'obiezione: ma con le catastrofi a morire sono anche gli innocenti, per esempio anche i bambini. Sentiamo cosa ha da dirci san Tommaso d'Aquino a riguardo: «L'ignoranza causa involontarietà. Ma talora la vendetta raggiunge anche chi è nell'ignoranza. Infatti i bambini dei Sodomiti, sebbene fossero nell'ignoranza invincibile, perirono insieme ai loro genitori, come si legge nella Scrittura. Parimenti per il peccato di Datan e di Abiron furono ingoiati anche i loro piccoli. Anzi, per il peccato degli Amaleciti, Dio comandò di uccidere persino gli animali bruti privi di ragione. Perciò la vendetta talora va esercitata anche contro le colpe involontarie» (Summa IIª-IIae q. 108 a. 4 arg.3).
A chi dice che, poiché il castigo è dovuto al peccato, la vendetta debba esercitarsi solo su coloro che hanno voluto la colpa, san Tommaso risponde: «La pena, o castigo, può essere considerata sotto due aspetti. Primo, sotto l'aspetto di punizione. E come tale, la pena è dovuta solo al peccato (...). Secondo, una pena può essere considerata come medicina, non solo per guarire dai peccati già commessi, ma per preservare dai peccati futuri, e per spingere al bene. E sotto quest'aspetto uno può essere castigato anche senza colpa: però non senza una causa. (...) Poiché i beni spirituali sono i beni supremi, mentre quelli temporali sono tanto piccoli; talora uno viene castigato nei beni temporali senza alcuna colpa, ed è così che Dio infligge molte penalità della vita presente come prove e umiliazioni: nessuno invece viene mai punito nei beni spirituali, sia nel tempo presente che nella vita futura, senza sua colpa; poiché codeste punizioni non sono medicinali, ma accompagnano la dannazione dell'anima» (Summa, IIª-IIae q. 108 a. 4 co). Per chi dovesse obiettare che san Tommaso è superato, ricordiamo che nel Concilio Vaticano II il suo pensiero è raccomandato per ben due volte alle scuole cattoliche.
Concludiamo richiamandoci alla logica. Negare che Dio possa castigare per salvaguardare la "bontà" di Dio è un'assurdità. È un'assurdità, perché è proprio il contrario. Un Dio che non castiga non spiega la sua permissione della sofferenza. Per cui a riguardo si dovrebbe ipotizzare o che Dio sia impotente dinanzi alle catastrofi e alla morte (convinzione, questa, di teologie gnostiche che parlano della "debolezza" di Dio) oppure che, pur potendo intervenire, sia indifferente dinanzi a ciò che accade. Come potete ben capire, sarebbe blasfemo convincersi tanto della prima quanto della seconda ipotesi.

Nota di BastaBugie: sul tema dei castighi di Dio si possono leggere seguenti articoli da noi rilanciati qualche mese fa.

IL CORONAVIRUS E' UN CASTIGO DI DIO?
Le epidemie, come gli altri mali fisici e morali, sono conseguenze del peccato originale, quindi...
di Rodolfo Casadei
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6046

IL CORONAVIRUS E' UNA PUNIZIONE DELLA MADRE TERRA?
Un clamoroso video ambientalista invoca misure coercitive per cambiare le nostre abitudini per sempre, ovviamente per il bene di tutti e sotto la guida sicura degli ''esperti'' (VIDEO: la prossima emergenza da combattere dopo il Covid-19)
di Paolo Gulisano
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6113

Fonte: I Tre Sentieri, 12 agosto 2019

6 - DAI VERBALI SEGRETI EMERGE L'INCOMPETENZA DEL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO DEL CORONAVIRUS
Il comitato ha favorito il lockdown come esperimento sociologico ed ha imposto uno Stato totalitario che insegna a mamma e papà a fare i genitori
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 07/08/2020

Dai primi 5 verbali del Comitato Tecnico Scientifico desecretati ieri su richiesta di diversi soggetti, emerge che il Cts aveva suggerito il 7 marzo scorso una chiusura del Paese a due livelli, ma due giorni dopo, col Dpcm del 9 marzo, il Governo decise il lockdown di tutta l'Italia. È un elemento succoso, che fa comprendere come la decisione politica finale sia stata più drastica di quella suggerita dagli "scienziati", ma non decisivo. In fin dei conti, del lockdown totale e dei danni economici che esso ha provocato al Paese, oltre ai discutibili risultati sul fronte epidemiologico, dovranno rispondere il Governo Conte e la sua maggioranza Pd, 5 Stelle, Italia Viva.
Ma questo non significa che il consesso degli."scienziatoni" non abbia condiviso col governo tutto l'impianto del lockdown così come è stato imposto, ossia come un grande esperimento sociologico di sequestro di persona di massa.
C'è un aspetto infatti molto più interessante che è emerso e che è decisivo per far capire su quali basi culturali e mentali sia stata decisa la soppressione della libertà di questi mesi. È il criterio già denunciato secondo il quale bisogna normare ogni aspetto della nostra vita, che abbiamo visto espresso in mille rivoli in questi mesi, dalle corse a perdifiato degli agenti sulla spiaggia alla ricerca di runner scappati dal manicomio domiciliare o con le multe ai fedeli che di nascosto si recavano in chiesa a pregare.
È contenuto nel verbale del 30 marzo ed è così grottesco da non sembrare vero. Eppure, è stato scritto da quel drappello di espertoni che in questi mesi, con una parola, ha praticamente tenuto in pugno le redini del Paese, da Silvio Brusaferro a Walter Ricciardi, solo per fare i nomi più esposti.
È un daily plan di come si dovrebbe svolgere la giornata tipo per un bambino chiuso in casa causa lockdown. Un modello di giornata proposto dagli scienziati al governo da far applicare, non si sa con quali misure coercitive e di verifica, a dire il vero.

IL COMITATO DEGLI SCIENZIATONI
Eccolo, in rigoroso ordine cronologico:
- Sveglia
- Bagno
- Colazione (compreso sparecchiare, mettere in ordine e lavaggio denti)
- Igiene personale
- Attività domestiche
- Attività scolastiche
- Contatto telefonico e/o video con amici e parenti (nonni, cugini, zii)
- Pranzo (compreso sparecchiare e mettere in ordine)
- Attività libera (televisione, computer etc...)
- Attività scolastiche
- Merenda (compreso sparecchiare, mettere in ordine e lavaggio denti)
- Uscita di casa (dal cortile, alla spesa)
- Attività ludico/ricreativa (hobby)
- Cena (compreso sparecchiare, mettere in ordine e lavaggio denti)
- Igiene personale
- A letto (lettura/o favola)
Ora, a parte la presa per i fondelli dell'uscita di casa quando lo stesso comitato, insieme al governo, ha condiviso la necessità anche per i bambini di murarsi tra le mura domestiche per due mesi, non si capisce quale sia il bisogno di un consiglio del genere, che tra l'altro non ha al suo interno nessuna misura igienico-sanitaria Covid-repellente. È soltanto lo svolgimento della giornata tipo di qualunque bambino o ragazzino. È una non notizia, un lapalissiano e scontato rendiconto di una ovvietà.
Però - e qui sta la cosa inquietante - è stato inserito in un documento volto a indurre il governo a prendere misure coercitive nei confronti dei cittadini, come poi ha fatto.
Un concetto ribadito nel verbale del 9 aprile: «La popolazione deve recepire le misure preventive come norma sociale in cui ciascun individuo ha una responsabilità precisa». Insomma: le misure da Covid dovevano diventare un habitus socialmente accettato, in grado di incidere proprio sulla società. E così è stato: un riuscitissimo esperimento sociologico di panico, difesa e intruppamento collettivo sotto l'egida della mascherina di Stato.
Forse che le famiglie intrappolate a casa da un provvedimento più che discutibile non sapevano come dovevano comportarsi con i loro figli alle prese con l'impossibilità di uscire fuori a fare una corsa? Certo che lo sapevano, ma la presunzione di sentirsi al di sopra anche dei genitori, e di dettare a loro i compiti da svolgere, fa il paio con il tentativo che vediamo continuamente di uno Stato totalitario che entra pesantemente nella vita delle famiglie dettando l'educazione e i contenuti del sapere, abusando così del suo potere.

LA PERMANENZA A CASA
Lo schema del CTS è contenuto nella più ampia lista di raccomandazioni ai bambini «al fine di migliorare la qualità della vita durante la permanenza a casa». Si va dall'evitare di tenere sempre accesa la televisione al correre distanziati nel terrazzo, sempre che la famiglia ne abbia uno. Ma anche «coinvolgere i bambini nelle attività domestiche, insegnare a cucinare e fare la doccia». Anche qui: banalità sconcertanti e paternalistiche disposizioni per le quali però esperti sedicenti scienziati si sono ritrovati, hanno discusso, elucubrato e per questa elucubrazione di altissimo livello sono stati anche pagati.
Ecco dove nasce la drammatica sospensione della libertà che abbiamo vissuto e che viviamo ancora oggi. Nasce dall'idea giacobina e tipica dei comitati di salute pubblica di sentirsi migliori del popolo. Nasce dall'orgoglio scientista di sentirsi dei padreterni in virtù di un titolo di scienziato per il solo fatto di essere stati nominati da un governo neanche scelto dagli italiani.
Un orgoglio che però mostra anche tutta la sua inadeguatezza e incompetenza. Nel verbale del 9 aprile il comitato esprime pareri sui ventilatori presenti nelle terapie intensive di tutto il Paese. A proposito del ventilatore Flight 60 si nota con disappunto che «la documentazione è tutta in lingua cinese pertanto non è possibile esprimere nessun giudizio». Insomma: eravamo in mano a gente che ha gestito la salute del Paese alla maniera di Totò: "Noio volevam saver l'indiriss...".
Ma da un Cts espresso da un governo in cui il ministro degli Esteri Di Maio si rivolgeva al presidente cinese chiamandolo Ping effettivamente è un effetto collaterale che possiamo aspettarci. In una pandemia esportata dalla Cina, poi, nella quale le prime informazioni cliniche arrivavano in mandarino stretto, per giunta, il nostro Comitato Tecnico Scientifico non aveva con sé traduttori cinesi.
Certo, noi almeno sappiamo a chi rivolgere i nostri strali. Agli spagnoli è andata peggio, dato che ieri si è scoperto che loro il Cts non ce l'avevano nemmeno nonostante quei comunisti al governo continuassero a dire che era operativo.
Tornando al vademecum: che cosa sarebbe successo se il bambino non avesse sparecchiato? Sarà cresciuto male? E il papà che non lo aveva educato a tale compito sarebbe stato giudicato irresponsabile nell'affrontare la quarantena? E se invece delle favole la mamma avesse recitato un t'adoro mio Dio, ti amo con tutto il mio cuore, sarebbe valso lo stesso o sarebbe venuta meno - la poveretta - al compito di accompagnare a letto il bambino secondo il vademecum Covid-corretto?
Questo daily plan andrebbe studiato nelle università di tutto il mondo perché è la prova che il Cts altro non era che una scusa per disporre della nostra libertà e intelligenza. È un insulto alla nostra pazienza, un'insopportabile e moralistica presa per il naso da parte di signorinessuno che hanno la grande responsabilità di aver dettato al governo l'azzoppamento di questo Paese, togliendogli prima di tutto la dignità della responsabilità di fronte alle sciagure.

Nota di BastaBugie: già qualche mese fa avevamo messo in guardia i nostri lettori dal comitato degli espertissimi.

CORONAVIRUS E I PIENI POTERI DEL COMITATO TECNICO-SCIENTIFICO
Ormai le fakenews di Stato sono nuovi dogmi intoccabili: ecco perché, per mantenere il panico tra la popolazione, anche la ''fase due'' sarà caratterizzata da nuove paure (ad es.: la seconda ondata)
di Aldo Maria Valli
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6121

DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 07/08/2020

7 - LA MIGLIOR DIFESA E' L'ATTACCO... ANCHE CONTRO LA DITTATURA GAY
Su richiesta degli Avvocati Cristiani il tribunale di Cadice ha ordinato di ritirare la bandiera Lgbt dalla facciata del Municipio (intanto in Gabon l'arcivescovo dichiara che l'omosessualità nuoce gravemente all'umanità)
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana, 1° Luglio 2020

Questa volta è stata la Giustizia ad intervenire. E ad ordinare all'amministrazione comunale di Cadice di ritirare la bandiera Lgbt, esposta sulla facciata del Municipio. Illegalmente. Decisiva, ai fini del provvedimento, è stata la richiesta esplicitamente formulata dagli Avvocati Cristiani e da AcTÚa FAMILIA. Segno di come giocare d'attacco e non perennemente in difesa serva e porti a risultati concreti. Eccome.
Il tribunale non ha avuto alcun dubbio: le sedi istituzionali non possono esporre altri drappi, che non siano quelli istituzionali. Lo prescrive la legge, lo ha confermato già in passato la Corte Suprema, ora una nuova conferma è giunta con questa sentenza. Una sentenza definita «storica» da Pedro Mejías di AcTÚa FAMILIA, in quanto essa restituisce ai cittadini la libertà di non doversi obbligatoriamente sorbire alcuna forma di «indottrinamento pubblico»
Indottrinamento, quale quello viceversa sognato (e tentato) dal Forum economico mondiale, organizzazione non governativa con sede a Davos, in Svizzera. Secondo tale Forum, che riunisce centinaia di grandi aziende, «il segreto del successo post-pandemia nelle città» dipenderebbe semplicemente da una maggiore disponibilità "inclusiva" verso individui transgender e gay. Non a caso, ha dedicato un'intera sezione del suo sito web al «Mese dell'Orgoglio 2020», in concomitanza ai vari Pride Lgbt promossi in Occidente.
Sconcertante quanto scrive il Forum in un intervento impregnato di ideologia: «Vi sono sempre più prove - scrive, senza però citare quali...  - che le città Lgbt+ inclusive hanno degli "ecosistemi d'innovazione" più forti, dei livelli d'imprenditorialità più elevati e sono maggiormente in grado di attirare talenti, nonché di fornire una qualità di vita elevata - il che le rende ben posizionate in termini di ripresa economica». Ed ancora: «Una nuova analisi della resilienza economica offre un indice potenziale, su cui le economie potrebbero essere in grado di recuperare più rapidamente: l'inclusione Lgbt è correlata alla resilienza economica di un Paese».

INCLUSIONE LGBT PER TUTTI
«L'analisi condotta da Open for Business, una coalizione d'imprese che promuove l'uguaglianza Lgbt+, mostra una forte correlazione positiva (0,67) tra la resilienza economica e l'accettazione degli individui Lgbt+», ha scritto Jon Miller, che, guarda caso, è il fondatore di Open for Business...  Tutte voci, che ormai fan parte del coro del politically correct, come dimostra il fatto che lo stesso mantra, la stessa parola d'ordine vadano sostenendo Banca Mondiale, Ocse - l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico -, Fmi - il Fondo Monetario Internazionale - ed Onu col rapporto Habitat.
Dati a supporto: zero. Prove scientifiche: zero. Riscontri oggettivi: zero. Solo una serie di chiacchiere, totalmente prive di un chiaro fondamento. L'analisi, alla fine, non ha dimostrato alcun nesso di causalità tra «inclusione Lgbt» e «resilienza economica», resilienza che, viceversa, stando alla stessa classifica del Forum di Davos, apparterrebbe piuttosto agli Stati con un sistema capitalistico avanzato e forte quali Usa e gran parte dell'Europa, non certo all'Iran, al Marocco, al Qatar, all'Indonesia o alla Bielorussia. A dimostrazione di come siano ben altri i fattori vincenti, per reggere all'impatto pandemico, non certo le simpatie o antipatie gender di una nazione.
Già nel gennaio 2019 diverse grandi aziende, come MasterCard e Microsoft, lanciarono peraltro un «Partenariato per l'eguaglianza Lgbt», proprio in occasione dell'incontro annuale del Forum economico mondiale, riproponendosi di "reclutare" nel giro di un anno almeno altre cento imprese, con cui condividere questo progetto. Secondo l'agenzia francese Médias-Presse.Info, a giugno avrebbero raggiunto solo quota 17 - tra le quali, però, colossi come Coca-Cola, PepsiCo e Procter&Gamble -, ma dicembre 2020 è ancora lontano...
L'obiettivo è quello di serrare le fila, compattarsi ed aiutarsi nell'uniformare le proprie reciproche strategie, facendo fronte unico nel promuovere l'«inclusione Lgbt» alla propria clientela mondiale, volente o nolente, cosciente o meno. In particolare, i membri di tale «Partenariato» mirano a rendere operative «le cinque norme di condotta delle Nazioni Unite per combattere la discriminazione contro gli individui Lgbt, fornendo strumenti e risorse alle aziende, per far progredire ed implementare la loro inclusione a livello mondiale». In una parola, una vera e propria macchina da guerra ideologica. È chiaro, dunque, come la pretesa «resilienza» Lgbt non derivi quale conseguenza di un'analisi corretta, bensì rappresenti un a priori ideologico, rivendicato come apodittico, indipendentemente da tutto e da tutti.

C'È CHI DICE NO... AD ESEMPIO LA CHIESA CATTOLICA DEL GABON
C'è però chi si oppone a queste forti pressioni internazionali. Come la Chiesa cattolica del Gabon. Qui la Camera bassa del Parlamento nei giorni scorsi ha approvato la revoca d'una legge del 2019, legge che puniva l'omosessualità con una sanzione e con la reclusione sino a 6 mesi, in quanto biasimava condotte, che, di fatto, minano alla radice la famiglia naturale quale cellula fondamentale della società ed, in particolare, il suo ruolo sociale, anche di ricambio generazionale.
Tale revoca è stata votata, per la verità, contro il sentire popolare. Per questo, a nome di tutti i vescovi del Gabon, è intervenuto con una nota dello scorso 24 giugno mons. Jean-Patrick Iba-Ba, arcivescovo metropolita di Libreville, lanciando «un grido di dolore nel constatare, ancora una volta, la frattura creatasi tra i rappresentanti del popolo, le istituzioni e la Nazione tutta intera». Partendo da qui, ha espresso l'indignazione della Chiesa circa la decisione parlamentare di cancellare una legge a tutela della famiglia naturale, fondata sull'unione di un uomo con una donna: «In nome della saggezza dei nostri antenati, contenuta nelle nostre diverse culture - scrive - culture che celebrano la vita, l'amore e la famiglia, noi diciamo NO alla depenalizzazione dell'omosessualità. In nome della nostra Costituzione, che proclama l'attaccamento ai nostri valori sociali profondi e tradizionali, al nostro patrimonio culturale, materiale e spirituale, noi diciamo NO alla depenalizzazione dell'omosessualità. In nome della considerazione che noi abbiamo per la Famiglia definita come la cellula-base naturale della società e del matrimonio, unione tra due persone di sesso diverso, noi diciamo NO alla depenalizzazione dell'omosessualità».
Ha proseguito l'arcivescovo: «La Bibbia dichiara che "uomo e donna Egli li creò" (Gen 1, 27). L'omosessualità falsifica l'antropologia e banalizza la sessualità, il matrimonio e la famiglia, fondamento della società. Ed è in nome della nostra fede cristiana che noi diciamo NO alla depenalizzazione dell'omosessualità».

L'OMOSESSUALITÀ NUOCE GRAVEMENTE ALL'UMANITÀ
Il motivo di tale rifiuto è dunque preminentemente sociale e pastorale, non rappresenta in alcun modo una mancanza di rispetto verso le singole persone, come del resto precisa lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica (nn. 2357 e 2358): «Non si tratta di demonizzare chicchessia, né di scagliare pietre - spiega mons. Iba-ba - bensì di aprirci alla Verità. A questo punto la Bibbia ci illumina, affermando che l'omosessualità non è un diritto umano, bensì un'alienazione, che nuoce gravemente all'umanità, poiché non fondata su alcun valore proprio all'essere umano: «Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio» (Lev 18, 22). Respingere l'omosessualità è un dovere, significa proteggere i valori millenari delle nostre civiltà e non è pertanto una discriminazione».
Poi un attacco alle forti ed indebite pressioni internazionali: «Dispiace che talune organizzazioni internazionali tendano a condizionare il loro aiuto all'accettazione di stili di comportamento estranei ai nostri costumi. In merito noi esortiamo chi sia chiamato a decidere ad insorgere contro tali metodi malsani».
Da qui l'attacco ad un falso concetto di democrazia, che in Gabon come in Occidente cerca di imporre l'ideologia a colpi di legge: «Questo voto, in contraddizione con la maggioranza della popolazione gabonese, potrebbe non soltanto trascinare coscienze fragili nell'assunzione di comportamenti devianti, ma, allo stesso modo, esporre gli omosessuali a reazioni ostili, alla discriminazione».
Si noti solo questo: a differenza di quanto avviene in un Occidente ormai privo di radici spirituali e culturali, nell'arcidiocesi di Libreville il numero dei cattolici è in forte crescita, passando dal 34,3% della popolazione nel 1950 al 59,7% del 2016. Ma qui la proposta e la testimonianza avanzate dalla Chiesa cattolica sono credibili e coerenti con la Parola di Dio. A differenza di quanto avviene in Occidente. Chiaro, no?

Fonte: Corrispondenza Romana, 1° Luglio 2020

8 - OMELIA ASSUNZIONE DI MARIA - ANNO A (Lc 1,39-56)
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Oggi la Chiesa celebra l'Assunzione della Beata Vergine Maria. È una delle feste mariane più importanti e più antiche. Dopo aver vissuto su questa terra, la Madonna è stata assunta in anima e corpo alla gloria del Cielo. Era ben giusto che la Madonna raggiungesse la pienezza della gloria senza aspettare la fine dei tempi. La fede ci insegna che al termine della nostra vita l'anima riceve immediatamente la giusta retribuzione, mentre il corpo si dissolve nella tomba e solo alla fine dei tempi risorgerà per riunirsi all'anima. Per la Madonna non fu così: il suo corpo immacolato entrò subito nella gloria insieme all'anima. Pertanto, nella Vergine Maria assunta in Cielo noi contempliamo quella che sarà la sorte futura di tutti i redenti.
Era ben giusto che la Madonna fosse assunta in Cielo in anima e corpo, e questo per diversi motivi. Prima di tutto la Madonna è l'Immacolata, Colei che è stata concepita senza il peccato originale. Si sa che la corruzione del corpo che avviene dopo la morte è una conseguenza del peccato d'origine che ha lasciato delle conseguenze in ciascuno di noi. Gli unici ad essere esenti da questo peccato dei Progenitori furono Gesù, ovviamente, perché è il Figlio di Dio, la seconda Persona della Santissima Trinità, ed è quindi la stessa Santità; e Maria Santissima, l'Immacolata, la quale fu preservata dal peccato originale in vista della Redenzione operata dal Figlio.
Essendo immacolata, la Madonna non sarebbe dovuta nemmeno morire, dato che anche la morte è una conseguenza del peccato originale. Tuttavia, la Vergine Maria assomigliò in tutto al Figlio Gesù, il quale volle morire in croce per noi. Così anche Lei passò per la morte, ma la sua fu una morte unica, del tutto particolare, fu una morte d'amore. Era talmente grande l'amore che portava a Dio, amore che cresceva di giorno in giorno, che la sua anima benedetta non riusciva più a contenerne la piena, così che si staccò dal corpo e raggiunse il suo Gesù. Il suo corpo immacolato, secondo un'antica tradizione, fu posto in un sepolcro ma non conobbe la corruzione e, dopo pochi giorni, risorse glorioso ad immagine del corpo del Risorto Redentore, così da riunirsi all'anima ed entrare nella gloria eterna.
Vi sono altri motivi che resero sommamente conveniente l'Assunzione della Beata Vergine Maria in anima e corpo. Un motivo è quello della Maternità divina. Era ben giusto che Colei che diede alla luce Gesù nella povera grotta di Betlemme; che lo nutrì e allevò con tanto amore; che lo seguì fedelmente durante tutto il tempo della sua predicazione; che fu la sua più fedele discepola; e che stette intrepida ai piedi della croce, condividesse in corpo e anima la gloria del Figlio suo risorto.
Un altro motivo riguarda la sua radiosa Verginità. Per essere piena e profonda, la verginità della "Tutta Santa" non doveva conoscere il disfacimento del sepolcro. Il giglio purissimo della purezza di Maria non ha mai cessato di esalare il suo profumo ed anche ora, in Paradiso, è la gioia degl'Angeli e dei Santi.
La solennità di oggi è ricca di insegnamenti anche per la nostra vita cristiana. Innanzitutto, l'Assunzione di Maria al Cielo ci insegna l'altissima dignità che ha il nostro corpo: anch'esso è chiamato alla gloria del Paradiso. Il nostro corpo risorgerà solamente alla fine dei tempi, quando ci sarà il Giudizio universale, e si unirà all'anima per condividerne la sorte eterna: se l'anima è dannata, il corpo seguirà quella condanna; se l'anima è beata, esso risorgerà glorioso.
Impariamo fin da adesso a rispettare il nostro corpo e a non degradarlo con il peccato. L'uomo d'oggi esalta il corpo e i piaceri della carne. In realtà egli rende il proprio corpo schiavo delle passioni che lo abbruttiscono sempre di più. Contemplando l'Immacolata Assunta in Cielo, noi possiamo vedere la grande dignità dell'uomo e della donna. Se vogliamo raggiungere la gloria che già da ora risplende in Maria, dobbiamo amare e praticare la bella virtù della purezza.
Questa virtù forse è "fuori moda", ma rimane l'unica via per giungere alla comunione eterna con Dio. Quando a san Domenico Savio, giovane discepolo di Don Bosco, dicevano che non occorreva essere così mortificato negli occhi e che poteva anche vedere i divertimenti delle giostre, egli rispondeva che voleva mantenere puri gli occhi per poter vedere Gesù e Maria in Paradiso.
Un tempo si arrossiva anche per la più piccola immodestia, ora l'indecenza imperversa e a molti sembra quasi una cosa normalissima. Si è perso il senso del pudore e i mezzi di comunicazione (televisione, stampa, internet) propongono molto spesso "immondizia a basso costo". Per recuperare il senso cristiano della vita guardiamo con gli occhi del cuore la gloria della "Tutta Santa" Assunta in Cielo. Chiediamo a Lei un grande amore alla virtù della purezza e la grazia di rimanere fedeli in mezzo alle tante insidie di questa odierna società.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

9 - OMELIA XX DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 15,21-28)
Donna, grande è la tua fede!
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Gesù si recò verso la zona di Tiro e Sidone, fuori da Israele, e ascoltò la preghiera di una donna pagana, una Cananea, la quale gridò con fiducia: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molta tormentata da un demonio» (Mt 15,22). Inizialmente sembrava che Gesù non volesse ascoltare la supplica di quella donna; il Vangelo dice che Gesù non le rivolse neppure una parola (cf Mt 15,23), e furono i Discepoli ad implorare il Signore di ascoltarla. In un primo momento non vennero ascoltati neppure i Discepoli, e, alla ulteriore insistente richiesta della donna che si paragonava ad un cagnolino che mangia le briciole che cadono dal tavolo dei padroni, Gesù esclamò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri» (Mt 15,28).
Questo episodio è ricco di insegnamenti. Per prima cosa ci insegna a non desistere nella preghiera. Anche se sembra che la nostra supplica non venga esaudita, non dobbiamo perderci d'animo. Imitiamo l'insistenza della donna Cananea e non temiamo di essere importuni.
Un secondo insegnamento riguarda l'intercessione dei Santi e dei fratelli nella fede. I Discepoli supplicavano Gesù di ascoltare la preghiera di quella donna, in un certo senso, essi intercedevano per lei presso il Cuore del Salvatore. Così, per noi intercedono gli Angeli e i Santi, pregano le anime buone che su questa terra elevano al Cielo suppliche per i vivi e per i defunti, e, soprattutto, intercede la Beata Vergine Maria, nostra amatissima Madre. La preghiera di intercessione è una meravigliosa grazia che Dio mette nelle nostre mani: anche noi possiamo beneficare tanti nostri fratelli, pregando per loro.
Un terzo insegnamento, il più bello, riguarda la bontà del Cuore di Gesù. Egli non esaudisce la nostra preghiera perché noi siamo santi – la donna Cananea era addirittura una pagana – ma perché Lui è buono e desidera ardentemente farci del bene. Ma, per far questo, Egli vuole vedere una condizione: quella dell'umiltà e del riconoscimento della nostra miseria. La donna Cananea riconobbe candidamente la sua miseria e si paragonò ad un cagnolino indegno di cibarsi alla tavola, ma che si sfama con quanto cade per terra.
L'episodio della donna Cananea ci insegna inoltre che Dio vuole che tutti conoscano il Vangelo e giungano alla salvezza. Gesù si reca appositamente fuori da Israele, in pieno territorio pagano, per far comprendere che tutti i popoli sono chiamati a far parte della Chiesa da Lui fondata. Per gli ebrei, questo, era un discorso un po' ostico da comprendere; essi credevano di essere i soli ad avere questo privilegio e rimanevano chiusi nel loro nazionalismo.
Gesù insegna agli Apostoli ad uscire dal loro angusto guscio e ad aprirsi all'universalità della salvezza. Di questo fu pienamente convinto san Paolo, il quale, nella seconda lettura di oggi, si proclama «apostolo delle genti» (Rm 11,13), ovvero colui che è stato mandato ad annunciare ai pagani il lieto annuncio della salvezza. Egli desiderò ardentemente che tutti conoscessero Gesù, l'unico Salvatore del mondo, e ricevessero il dono del Battesimo.
Già nella prima lettura di oggi troviamo questo messaggio di speranza. Il profeta Isaia, parlando degli stranieri, ovvero di coloro che non appartenevano al popolo d'Israele, diceva: «Li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera» (Is 56,7).
Ma come potranno i pagani udire il Vangelo se nessuno lo annuncia a loro? Per questo motivo è necessario che ci siano i missionari. Ogni cristiano è missionario per il Battesimo; ma alcuni lo sono in modo speciale in forza di una chiamata particolare da parte di Dio. San Paolo avvertì chiaramente questa chiamata da parte del Signore e consumò la sua vita per illuminare i popoli, annunziando loro il Vangelo della salvezza. Egli intraprese diversi viaggi missionari sospinto dall'ansia di portare a Cristo i fratelli. Sulla sua scia, lungo i duemila anni della Chiesa, numerosi missionari hanno percorso le vie di questo mondo animati dallo stesso zelo per la salvezza delle anime.
Dio, il quale vuole la salvezza di tutti, certamente chiama molti alla vita missionaria, ma purtroppo sono sempre pochi quelli che rispondono a questo appello. Uno dei più grandi missionari è stato san Francesco Saverio. Egli raggiunse l'estremo oriente, ove morì nel tentativo di raggiungere la Cina, dopo aver evangelizzato il Giappone. Egli era tormentato dal pensiero che in Europa molti giovani sciupavano la loro vita inutilmente, mentre avrebbero potuto essere molto utili nell'opera missionaria. Lo stesso pensiero lo possiamo fare anche noi oggi: la messe è molta, ma gli operai sono pochi. Non ci rimane che pregare, affinché molti giovani ardimentosi ascoltino la chiamata del Signore, divengano zelanti missionari del Vangelo e, sull'esempio di san Paolo Apostolo delle genti e sull'esempio di tanti Santi missionari, sappiano lasciare tutto per guadagnare a Cristo i fratelli.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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