BastaBugie n�678 del 19 agosto 2020

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1 MILANO: MOSCHEA SENZA DISTANZE E MASCHERINE
I musulmani violano le regole e il Comune gli offre gratis l'energia elettrica... invece nelle chiese sembra di entrare nel reparto malattie infettive (VIDEO: in moschea senza mascherine)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 ECCO PERCHE' SIAMO IN UN REGIME (ANCHE SE IN POCHI SE NE ACCORGONO)
La procura della Repubblica ha trasmesso denunce a carico del premier Conte e di sei ministri per gravi reati (dall'epidemia colposa all'attentato contro la Costituzione), ma nessuna prima pagina nei giornali allineati al regime
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
3 BAMBINI IN VENDITA IN ITALIA A 8.995 EURO
Pubblicità shock: un bimbo di pochi mesi sdraiato su un divano, in jeans, bretelle e occhiali da sole per pubblicizzare una clinica di fecondazione eterologa in Lombardia (con garanzia: soddisfatti o rimborsati)
Autore: Raffaella Frullone - Fonte: Sito del Timone
4 I CRISTIANI SONO I PIU' PERSEGUITATI AL MONDO... MA NESSUN TELEGIORNALE NE PARLA
Anche in questo mese chiese sotto attacco in tutto il mondo con profanazioni, attentati ed atti vandalici (in un solo anno in Francia 1.052 attacchi anticristiani)
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana
5 QUAL E' IL PROBLEMA PIU' GRAVE OGGI? IL PECCATO MORTALE!
Eppure molti che si dicono cattolici risponderebbero invece: la povertà, la mancanza di lavoro per tutti, l'omofobia, i porti chiusi ai poveri immigrati, il non rispetto delle distanze e dell'indossare mascherine, ecc.
Autore: Piefrancesco Nardini - Fonte: I Tre Sentieri
6 LE EFFUSIONI GAY SULLA SPIAGGIA DI FREGENE DIMOSTRANO IL TRIONFO DELL'IDEOLOGIA GAY
Denunciate le effusioni oscene tra giovani gay, ma il problema è che chi ha denunciato quella condotta dimostra purtroppo di aver accettato la normalizzazione dell'omosessualità
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 ISTITUITO A MARSALA IL REGISTRO DEI BAMBINI MAI NATI
Con 23 voti su 26 il Comune di Marsala approva la proposta della consigliera Giusi Piccione per promuovere la cultura della vita (VIDEO: il padre e l'aborto)
Autore: Salvo Cataldo - Fonte: Agenzia Dire
8 LA MORTE DI MARIA E L'ASSUNZIONE IN CIELO
La Madonna morì con dolcezza e felicità in quanto non aveva nessuna delle tre cose rendono amara la morte a noi poveri peccatori: l'attaccamento alle cose della terra, il rimorso dei peccati, l'incertezza della salvezza eterna
Autore: San Giovanni Paolo II - Fonte: Sito del Vaticano
9 OMELIA XXI DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 16,13-20)
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - MILANO: MOSCHEA SENZA DISTANZE E MASCHERINE
I musulmani violano le regole e il Comune gli offre gratis l'energia elettrica... invece nelle chiese sembra di entrare nel reparto malattie infettive (VIDEO: in moschea senza mascherine)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17-08-2020

Milano, venerdì 14 agosto, ore 13.30. Dalla stazione degli autobus di Lampugnano si sente distintamente la preghiera islamica diffusa dagli altoparlanti. Fedeli ritardatari, da soli o a gruppetti di due o tre, attraversano velocemente la stazione per raggiungere il luogo della preghiera. Sono molti. Incuriosito, sbrigate le mie faccende personali, seguo anch'io il passaggio. Neanche cento metri ed ecco l'ingresso dell'area del PalaSharp, il palazzetto dello sport che negli anni '80 e '90 del XX secolo è stato il più importante centro di eventi sportivi, musicali e culturali del capoluogo lombardo. La tensostruttura è abbandonata dal 2011, ma a fianco è stato piazzato un tendone che da dieci anni ospita la comunità islamica più grande di Milano per la preghiera del venerdì.
Arrivano sempre in diverse centinaia e le presenze non sembrano subire contraccolpi a causa delle festività estive. Mi avvicino alla cancellata d'ingresso, che nasconde parzialmente la struttura; la voce dell'imam che guida la preghiera, in arabo, arriva forte in tutta l'area. All'esterno, su un tavolo, qualche bottiglia di liquido igienizzante per le mani; sulla porta del cancello un avviso stampato che ricorda le precauzioni anti-Covid, valido per tutte le moschee, con la rassicurazione che «il numero dei fedeli non supererà la capienza del luogo».
E infatti il tendone-moschea era pieno, almeno 5-600 persone a giudicare dal flusso alla fine della preghiera: tutti i presenti vicini l'uno all'altro (come si vede dal video quando gli uomini in preghiera si alzano), pochissime le mascherine. E pensare che il protocollo firmato lo scorso 15 maggio dal governo e da tutte le associazioni islamiche in Italia, era chiaro: «Come per le chiese, sono obbligatorie le mascherine ed è necessario mantenere le distanze, mentre il tappeto per preghiera deve essere personale. Inoltre bisogna individuare una persona che dovrà gestire il flusso delle persone».
Non una di queste condizioni è rispettata nel tendone-moschea di Lampugnano: nessuno a gestire il flusso delle persone, nessuna distanza tra una persona e l'altra, nessun tappeto personale, nessuna mascherina.

MUSULMANI DISOBBEDIENTI E NESSUNO CONTROLLA?
Molto peggio: a garantire la trasgressione del protocollo sono la Protezione Civile e il Comune di Milano, qui presenti con un camion all'interno dell'area (un'altra auto arriva verso la fine della preghiera) e due uomini con la divisa della Protezione civile: «Siamo qui con un generatore per garantire l'energia elettrica durante la preghiera», mi spiega il più giovane. E infatti, alle 14.15, quando la preghiera finisce e le centinaia di musulmani escono dall'area del Palasharp e si riversano nella vicina stazione della metropolitana, gli uomini della Protezione Civile rimettono tutto a posto.
Chissà come mai costoro non rilevano alcuna irregolarità, quando tutti gli altri cittadini da mesi sono sottoposti a propaganda martellante e a un controllo poliziesco anche grazie ai vertici della stessa Protezione civile. Per non parlare delle chiese: ormai ci si è abituati ad andare a messa come si entrasse nel reparto malattie infettive di un ospedale.
E tanto per dare ancor più il senso della farsa, proprio il 14 agosto il ministero dell'Interno si è degnato di rispondere ai quesiti che la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) aveva inviato lo scorso 29 giugno a proposito delle messe. E udite, udite: dopo ben 46 giorni di riflessioni il governo ha concesso: «la reintroduzione dei cori e dei cantori» (mantenendo ovviamente le distanze, 1 metro di lato e due di fronte e dietro), e la possibilità che moglie, marito e figli possano sedersi vicini in chiesa senza rispettare le distanze. Che conquiste!
È una vera e propria presa in giro, a cui purtroppo si presta anche la CEI, che mendica dallo Stato ciò che è in suo potere decidere e che fa rispettare delle norme totalmente irragionevoli, come più volte abbiamo dimostrato. E il tutto mentre invece nelle moschee è lo stesso Stato italiano a garantire la trasgressione.

LE AUTORITÀ CIVILI NON HANNO ALCUNA CREDIBILITÀ
Accade perché le comunità islamiche sono al di sopra delle leggi italiane (vedi anche la macellazione rituale degli animali, tanto per fare un esempio) o anche perché tutto questo rischio del Covid non è così reale come si vorrebbe far credere? In effetti, fossero veri certi allarmi, la comunità islamica, che usa assembrarsi, dovrebbe già essere stata decimata dal virus, cosa che però non risulta. Invece da oggi si impongono nuove restrizioni anche in tutte le piazze italiane, oltre che dentro e fuori i locali da ballo, mentre in moschea ci si può assembrare senza problema.
E al proposito sarebbe interessante sapere cosa ha da dire il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che non perde occasione per lanciare anatemi contro chi prova a recuperare un minimo di vita normale. Lo scorso 5 aprile si schierò decisamente contro la possibilità di aprire le chiese per la celebrazione della Pasqua: «Io non sono d'accordo perché penso che in questi momenti la propria fede possa e debba essere anche un fatto personale e privato», disse allora. Ma evidentemente vale solo per i cattolici, per gli islamici invece la preghiera deve essere un momento comunitario e pubblico. E ancora Sala lo ricordiamo l'8 maggio inveire minacciare la chiusura dei Navigli, causa aperitivi, e poi il 30 maggio denunciare i gilet arancioni che avevano manifestato in centro a Milano (peraltro autorizzati). Invece ai musulmani garantisce addirittura l'invio di un camion con il generatore elettrico perché possano trasgredire meglio le sue stesse indicazioni.
È il trionfo dell'ipocrisia, la dimostrazione che le autorità civili non hanno alcuna credibilità e agiscono per interessi particolari e spesso inconfessabili. Si sveglino anche i nostri pastori e guardino cosa accade nella realtà, invece di continuare questo patetico gioco a domande e risposte con il governo. Con la scusa del Covid soffocano la Chiesa e promuovono la crescita dell'islam. Volete esserne complici?

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 10 secondi) dal titolo "Per gli islamici le regole Covid NON esistono" si vede l'assembramento per la preghiera islamica di cui si parla nell'articolo.


https://www.youtube.com/watch?v=nmeVV6ocKkY

DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17-08-2020

2 - ECCO PERCHE' SIAMO IN UN REGIME (ANCHE SE IN POCHI SE NE ACCORGONO)
La procura della Repubblica ha trasmesso denunce a carico del premier Conte e di sei ministri per gravi reati (dall'epidemia colposa all'attentato contro la Costituzione), ma nessuna prima pagina nei giornali allineati al regime
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 15 agosto 2020

Se qualcuno in futuro scriverà la storia del giornalismo italiano attorno al 2000, certe prime pagine dei quotidiani di ieri meriteranno una menzione nella categoria "stravaganze surreali" (o forse "Socialismo surreale").
Infatti giovedì è uscita una notizia non proprio irrilevante. Palazzo Chigi ha comunicato: "Il Presidente del Consiglio Conte e i Ministri Bonafede, Di Maio, Gualtieri, Guerini, Lamorgese e Speranza hanno ricevuto una notifica riguardante un avviso ex art. 6, comma 2, legge cost. n. 1/1989 da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. L'avviso riguarda la trasmissione al Collegio (...) degli atti di un procedimento penale iscritto per i delitti di cui agli artt. 110, 438, 452 e 589, 323, 283, 294 c.p., che origina da varie denunce da parte di soggetti terzi provenienti da varie parti d'Italia".
Cioè la procura della Repubblica di Roma ha trasmesso al Tribunale dei ministri denunce a carico del premier e di sei ministri per ipotesi di reato che vanno dall'epidemia colposa ai delitti contro la salute pubblica, dall'abuso d'ufficio all'attentato contro la Costituzione e ai delitti contro i diritti politici dei cittadini.
Ovviamente ieri "Libero", come pochissime testate non allineate, ha aperto la prima pagina su questo. Se avessimo un governo di centrodestra tutti i quotidiani lo avrebbero fatto con grande clamore, anche perché, comunque la si giudichi nel merito, è una notizia importante.
Ma i maggiori giornaloni ieri sulle loro prime pagine - che sono la vetrina di ogni quotidiano - a questa notizia non hanno voluto dedicare il titolo d'apertura e neanche un titolo secondario (solo qualche minuscolo e invisibile occhiello).

QUAL È LA SPIEGAZIONE DI UN COSÌ SINGOLARE FENOMENO?
Com'è che tutto quello che può essere usato contro il centrodestra, e i suoi leader, diventa un titolone di prima pagina, anche quando è una fesseria o comunque una cosa da poco, mentre ciò che può essere scomodo o imbarazzante per l'attuale governo e per i partiti di sinistra evapora e diventa minuscolo su quelle pagine?
Evidentemente ritengono che la sinistra debba essere trattata con i guanti bianchi. E in particolare, umanitari come sono, quei giornali non avranno voluto dare un dolore a Giuseppi e ai suoi ministri.
Probabilmente - a richiesta - risponderebbero che hanno escluso questa "trascurabile" notizia dalle prime pagine perché altre e più importanti notizie premevano. Vediamo.
Il "Corriere" ieri lanciava in prima pagina una fondamentale intervista al vicesindaco di Roma, tal Bergamo, che ha detto la sua sulla ricandidatura della Raggi. Cose grosse.
"Repubblica" aveva in prima - per dire - un pezzo intitolato: "Se tramonta la stagione d'oro degli chef". Sarà stato un articolo di enorme importanza per le sorti dell'umanità, ma era fondamentale pubblicarlo (e in prima) proprio ieri? Di fatto non hanno trovato spazio sulla prima per un titolo sulla notizia riguardante il premier e sei ministri.

UN'INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
"La Stampa" è il caso più singolare perché ha aperto la prima pagina addirittura con un'intervista al presidente del Consiglio. Un'occasione d'oro, proprio nel giorno in cui è uscita quella notizia, per porgli una domanda (una!) in merito. Ma purtroppo in un'intera pagina di intervista al premier quella domanda non ha trovato spazio.
Certo, Conte nell'intervista ci rassicura - a proposito del crollo del ponte Morandi - che "i colpevoli saranno puniti" e questa ci sembra di averla già sentita. Ma di sentire un suo commento sui documenti inviati al tribunale dei ministri su di lui, proprio ieri, non c'è stato modo. Chissà perché.
I maligni ricorderanno che proprio su questi giornali da anni ci tocca leggere predicozzi e supercazzole contro le fake news che ovviamente sono sempre addebitate ad altri. Ma la sparizione dalle prime pagine di una tale notizia sul premier e i sei ministri come si potrebbe definire?
Naturalmente la notizia non poteva essere totalmente ignorata e i giornali l'hanno data nelle pagine (molto) interne in questi termini: "Conte e sei ministri indagati per il Covid. I pm: archiviare tutto" (Repubblica, p. 8). "Avviso di garanzia a Conte e a sei ministri. I pm: accuse infondate" (Corriere della sera p. 5). "Avviso di garanzia per Conte. I pm: Accuse da archiviare" (La Stampa, p. 7).
A leggere questi titoli verrebbe da dire: altro che giustizia lenta, è velocissima: la trasmissione degli atti al tribunale dei ministri arriva insieme alla richiesta di archiviazione e quasi si crede che sia già tutto archiviato. Il governo sembra voler far credere questo.
Ma le cose non stanno così. Come ha spiegato ieri Pietro Senaldi su queste colonne, se è vero che la procura ha proposto l'archiviazione, la decisione spetta al tribunale dei ministri (anche per Salvini il pm di Catania aveva chiesto l'archiviazione e poi le cose sono andate diversamente).
Di sicuro questa vicenda appare alquanto confusa, ma è tuttora aperta e non è una quisquilia: riguarda i drammi vissuti da milioni di italiani e potrebbe anche terremotare il governo.

Fonte: Libero, 15 agosto 2020

3 - BAMBINI IN VENDITA IN ITALIA A 8.995 EURO
Pubblicità shock: un bimbo di pochi mesi sdraiato su un divano, in jeans, bretelle e occhiali da sole per pubblicizzare una clinica di fecondazione eterologa in Lombardia (con garanzia: soddisfatti o rimborsati)
Autore: Raffaella Frullone - Fonte: Sito del Timone, 11 agosto 2020

Il primo impatto fa pensare a uno scherzo. L'advertising compare così, tra i contenuti proposti da Facebook, come tanti, come fosse un profumo, una palestra a cui iscriversi, un prodotto da supermercato.
Ma qui il "prodotto" proposto è... un essere umano. La fotografia mostra un bimbo di pochi mesi sdraiato su un divano, jeans, sneakers, bretelle e occhiali da sole. Sulla destra un bollino con scritto: «A partire da 8.995 euro» e accanto: «Il tuo transfer embrionario in Italia. Garanzia di gravidanza e nascita». A questo punto qualunque persona abbia conservato un minimo di buon senso pensa ad un meme di cattivo gusto, a un fake, come si dice oggi, e invece no. Il contenuto esiste veramente ed è della pagina Fiv Milano, accompagnato da poche righe: «La tua clinica di eterologa in Lombardia. In un momento ancora così incerto abbiamo la soluzione per te. Fiv Milano non lascia soli e da oggi sarà possibile realizzare i transfer anche in Italia. La tranquillità di sapere che insieme a noi ce la farai». Sulla pagina Facebook collegata, nella presentazione, si legge: «Nuovo concetto di clinica di riproduzione assistita, un gruppo multidisciplinare di professionisti uniti ad un unico fine, raggiungere la tua maternità».

I DESIDERI DIVENTANO DIRITTI
Evidentemente il «nuovo concetto di clinica» prevede che un bambino possa essere pubblicizzato e soprattutto tariffato come fosse un prodotto in saldo. Con tanto di prezzo in promozione.
È il progresso, bellezza, dove i desideri diventano diritti. Il desiderio di avere un bambino come quello di non averlo, desiderio che passa sopra alla più indifesa delle vite, che adesso in Italia può essere eliminata con una pillola anche fuori dall'ospedale, a casa o in qualunque altro luogo si trovi la madre, in modo che quella vita sia la meno visibile possibile per la società intera, solo perché ha avuto la "sfortuna" di essere generata dentro il ventre di una donna che "non lo desidera", per i motivi più diversi. È sempre comunque il desiderio che ha la meglio, sia quando il bambino lo si vuole, sia quando non lo si vuole. Come se fosse appunto un prodotto, come se avesse un prezzo.
Non stupisce che qualche giorno fa il quotidiano britannico Times  abbia pubblicato un articolo dal titolo «Possiamo e dobbiamo dare un prezzo alla vita umana», occhiello: «Questa pandemia ha messo a fuoco una questione che i cristiani da secoli ci spingono a eludere».

TUTTO POSSIBILE
Nell'articolo Matthew Parris sostiene che sia «del tutto possibile che, con il senno di poi, arriveremo a capire che le misure per controllare la diffusione del virus abbiano accorciato o terminato più vite nel lungo periodo di quante ne abbiano salvate nel breve periodo». Di fatto, secondo l'editorialista, tendiamo a far prevalere il nostro lato emotivo quando, più o meno inconsciamente, preferiamo salvare persone, anziane o fragili, che percepiamo in pericolo in questo momento, piuttosto che pensare ad una persona astratta che non conosciamo e che potrebbe aver bisogno di essere salvata domani. Secondo Parris questo di fatto costituisce il presupposto di un compromesso che siamo chiamati ad accettare, ovvero che le vite valgono in maniera diversa, e quindi anche... costano diversamente. Concetto che già oggi viene concretizzato nel modus operandi di diversi sistemi sanitari e che è diametralmente opposto a quello che pensa un cristiano, ovvero che la vita, qualunque vita, abbia un valore incommensurabile.
L'articolo è lungo e articolato, forse anche meno spietato di come può sembrare dal titolo, ma con un tocco cinico quel tanto che basta per farci comprendere che l'idea di dare un prezzo alla vita umana non solo non è fantascientifico, ma è molto più vicino alla realtà di quanto possa sembrare.

Fonte: Sito del Timone, 11 agosto 2020

4 - I CRISTIANI SONO I PIU' PERSEGUITATI AL MONDO... MA NESSUN TELEGIORNALE NE PARLA
Anche in questo mese chiese sotto attacco in tutto il mondo con profanazioni, attentati ed atti vandalici (in un solo anno in Francia 1.052 attacchi anticristiani)
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana, 18 Agosto 2020

Cristianofobia: si moltiplicano profanazioni, attentati ed atti vandalici ai danni delle chiese cattoliche in tutto il mondo. Compreso l'Occidente cristiano.
Negli Stati Uniti il senatore della Louisiana John Neely Kennedy, repubblicano, ha inviato lo scorso 11 agosto una lettera al procuratore generale William Barr, lettera in cui chiede di intensificare gli sforzi, per contrastare questa esplosione di violenza, scatenata da maggio contro edifici sacri, proprietà, strutture, parrocchie, cimiteri e persino contro numerose statue raffiguranti Santi, imbrattate, sradicate ed abbattute.
«I cattolici sono sotto attacco negli Usa», ha dichiarato il sen. Kennedy. In luglio la chiesa di Ocala, in Florida, è stata data alle fiamme, mentre all'interno i fedeli si stavano preparando per la S. Messa del mattino. Doloso è stato anche l'incendio appiccato ad una missione californiana, fondata da San Junipero Serra, mentre in una parrocchia di Chattanooga, nel Tennessee, una statua della Vergine Maria è stata decapitata, un'altra a Boston è stata data alle fiamme, una terza a Brooklyn è stata imbrattata con la scritta «Idolo», impressa con vernice spray nera. Atti analoghi sono stati registrati anche nel Colorado e nel Missouri. In alcuni casi gli autori sono stati identificati, in altri non ancora: sul banco degli imputati finiscono tanto singoli esagitati quanto gruppi organizzati e con finalità politiche.

I CRISTIANI SONO I PIÙ PERSEGUITATI AL MONDO
«I cristiani sono stati e restano purtroppo uno dei gruppi religiosi storicamente più perseguitati al mondo - ha ricordato il sen. Kennedy - Per sfuggire alla persecuzione religiosa, gruppi di rifugiati hanno compiuto un insidioso viaggio attraverso l'Atlantico verso l'America», salvo poi ritrovarsi anche qui facili obiettivi nel mirino di bande di facinorosi.
Per questo, il senatore ha chiesto al procuratore generale Barr di agire in fretta, per perseguire i responsabili degli atti criminali compiuti ed anche per prevenire ulteriori atti di intolleranza e persecuzione religiosa.
Dall'altra parte del mondo, in Europa, la situazione purtroppo non è diversa. In Francia, nella notte tra il 10 e l'11 agosto, una vera e propria profanazione è avvenuta presso la chiesa intitolata a San Pietro, a Montendre: le ostie consacrate sono state sottratte, la grande Croce centrale è stata spezzata e fatta letteralmente in mille pezzi ed il tabernacolo è stato distrutto e scaraventato al di fuori del sacro edificio. In un comunicato, la diocesi di La Rochelle e Saintes, nella cui giurisdizione rientra la chiesa colpita, ritiene che l'obiettivo dei criminali sacrileghi fosse «Cristo stesso», non essendo stati cagionati altri danni alla struttura, né essendo stato sottratto altro. È già stata sporta denuncia alla Polizia, che ha avviato le indagini del caso. Ma resta il dolore profondo presso la comunità dei fedeli a fronte della grave profanazione perpetrata: «Questo nuovo colpo di lancia nel costato di Cristo ferisce l'intera Chiesa cattolica del dipartimento di Charente Maritime», ha dichiarato mons. Georges Colomb, vescovo di La Rochelle e Saintes. Il vicario episcopale, Padre Bernard de Lisle, celebrerà alle ore 18 di mercoledì 19 agosto una S. Messa di riparazione.

SFREGI SENZA FINE
Sempre nella notte tra il 10 e l'11 agosto, il grande Crocifisso eretto nel parcheggio del Carrefour di Rivière-Salée è stato lordato con vernice nera, sul volto è stato messo un bavaglio ed un telo con la scritta «La fede uccide» è stato annodato ai fianchi della statua. Più o meno nelle stesse ore è stata sottratta la statua alta circa un metro, raffigurante la Vergine Maria, sistemata sulla terrazza lato mare della Casa di Cura «Villa Nostra Signora». Del caso si sta occupando la Gendarmeria. Lo scorso 11 agosto è stata inoltre profanata anche la chiesa dell'Assunzione e di San Michele di Verdun-sur-Garonne, l'8 agosto quella di San Giorgio a Chavanges, da cui sono stati sottratti 2 grandi calici, 5 ciborii ed una patena, oltre alla chiave del tabernacolo dell'altare maggiore. A febbraio nel mirino finì la chiesa di San Saturnino a Port d'Envaux e nel novembre scorso quella di Santo Stefano a Tonnay-Charente. È un elenco davvero triste, questo, un elenco che potremmo continuare...
Secondo i dati ufficiali del Ministero dell'Interno, nella sola Francia l'anno scorso sono stati segnalati 1.052 attacchi cristianofobici. Nel 2020 potrebbero essere molti di più. Ma nessuno ne parla... E qui come altrove si tende a derubricarli come semplici vandalismi...

Fonte: Corrispondenza Romana, 18 Agosto 2020

5 - QUAL E' IL PROBLEMA PIU' GRAVE OGGI? IL PECCATO MORTALE!
Eppure molti che si dicono cattolici risponderebbero invece: la povertà, la mancanza di lavoro per tutti, l'omofobia, i porti chiusi ai poveri immigrati, il non rispetto delle distanze e dell'indossare mascherine, ecc.
Autore: Piefrancesco Nardini - Fonte: I Tre Sentieri, 9 febbraio 2020

«Qual è il problema più grave?». Quale risposta dovremmo dare da cattolici a questa domanda? La logica e la coerenza vorrebbero questa risposta: «il peccato mortale».
Ponete però questa domanda a chi si professa cattolico ai nostri giorni. Quanti vi risponderebbero così?
Il timore che siano veramente in pochi è più che fondato: è la realtà attuale a dircelo, non la presunzione.
Un gran numero di persone che si professano cattoliche vi risponderebbe ad esempio con cose tipo «la povertà», «la mancanza di lavoro per tutti», «le diseguaglianze sociali», «i bimbi che muoiono di fame», ecc...
È chiaro che tutte queste cose, intese in modo giusto, sono di certo questioni importanti e da risolvere, a volte vere e proprie emergenze.
Non dovrebbero però essere la risposta principale, la più grande preoccupazione per un cattolico.
Anticipiamo la critica: non vuol dire disinteressarsi delle cose materiali e dei problemi del mondo, come se si fosse estraniati dalla realtà in cui si vive. Ci sono, anzi, delle situazioni in cui è preciso dovere di stato di un cattolico quello di impegnarsi nella vita terrena.
Il cattolico si dovrà impegnare per rendere migliore il mondo in cui vive, ma sempre tenendo ferma la sua meta principale: il Paradiso.

DUE PROBLEMI
I problemi delle risposte sopra elencate sono due. Il primo più superficiale, il secondo più profondo.
Il primo è l'assoluta mancanza di visione soprannaturale, l'immanentizzazione totale dello sguardo sulla vita.
Si fa fatica ad avere una risposta che riguardi la parte spirituale della vita, che riguardi il rapporto della società con Dio, con Cristo, Re di tutto. Solo aspetti meramente materiali.
Oramai si pensa solo a questa vita, raramente ci si sofferma su quelli che sono i Novissimi, anche solo in maniera semplice e superficiale. La vita eterna, quel che succederà dopo la morte, non è minimamente nei pensieri della maggior parte delle persone. Si vive come se non ci fosse. Una sorta di nichilismo pratico, nel senso che non si è realmente e consapevolmente nichilisti, ma all'atto pratico si vive come tali.
In questo modo è ovvio che l'unico vero problema sia quello materiale e non quello spirituale.
Il secondo problema che si evince è probabilmente la causa del primo.
Lo si espone con una domanda: ai nostri giorni quanti cattolici sanno realmente cos'è il peccato mortale? Quanti conoscono la differenza con quello veniale? E, soprattutto, quanti credono realmente alla realtà di questa verità?
Vi sembra si stia esagerando? Vi sembra che possa essere una forzata ricerca di qualcosa che non c'è?
Andate in giro a chiedere queste cose a chi si professa cattolico, provate. E vedrete, ahinoi, che alla fine queste domande non sono esagerate.
Molte sono le volte in cui si è sentito parlare di azioni peccaminose come se non lo fossero, come se, anzi, fossero la normalità. Molte volte si parla con persone che, proclamatesi cattoliche, non conoscono la propria fede, almeno non in maniera completa e, soprattutto, autentica.
Il problema è la mancanza di conoscenza della propria fede da parte di oramai troppi cattolici.

IL PECCATO MORTALE
Il peccato mortale è «una disobbedienza alla legge di Dio, in cosa grave, fatta con piena avvertenza e deliberato consenso» (Catechismo San Pio X, n. 143) e «si chiama mortale, perché priva l'anima della grazia divina» (n. 144). In questi casi si parla di "membra morte" della Chiesa, che mantengono i vincoli esterni (professano la stessa fede, comunicano agli stessi Sacramenti ecc...), ma in esse «come in rami secchi non fluisce più la linfa vitale». Tornerà a scorrere dopo la Confessione.
Perché la risposta normale alla domanda iniziale per un cattolico dovrebbe essere "il peccato mortale"?
Intanto perché l'uomo è stato creato da Dio «per conoscerLo, amarLo e servirLo in questa vita, e per goderLo poi nell'altra in paradiso» (Catechismo San Pio X, n. 13). Queste è il fine ultimo dell'uomo, e lo è anche se si crede che non ci sia un aldilà, che la vita terrena è tutto.
Il peccato grave è dunque l'ostacolo che non permette all'uomo di raggiungere il suo fine. Questo, per quanto si voglia sminuire la portata del fine ultraterreno, è realtà insita, istintiva dell'umanità: l'uomo tende istintivamente a qualcosa di trascendente. Vale anche per chi non crede alla realtà del peccato grave e per chi (per comodità, per ideologia, per altro) vuol credere che non porti alla dannazione eterna (se non ci si confessa).
Incide però, anche qui nonostante l'incredulità di alcuni, anche sulla vita quotidiana dell'uomo.

EFFETTI DELETERI
È stato sempre ben spiegato dai maggiori teologi morali e dai più disparati santi della Chiesa che il peccato grave, oltre alla dannazione eterna come effetto definitivo, ha anche un altro effetto durante la vita: quello di trattenere sempre più in esso le persone.
Se Tizio cade in peccato grave e non si confessa subito (o prima possibile), è certo che inizierà a conviverci sempre più, allentando in modo esponenziale il suo essere ricettivo alla coscienza e passerà periodi sempre più lunghi in quello stato. Ci si adagia, si inizia a pensare che tanto non cambia molto confessarsi oggi o tra tre giorni alla Messa domenicale, così i tre giorni diventano cinque e poi sette. E, nel frattempo, si continua magari a commettere altri peccati gravi, pensando che tanto oramai si è già in peccato e non cambia nulla farne un altro. Il Nemico è maestro in questi giochetti, che trascinano sempre più dentro le sabbie mobili del peccato.
Perché questo incide sulla vita quotidiana dell'uomo?
Chi vive in uno stato di peccato grave e di lassismo spirituale sarà più propenso ad ammettere come tollerabili determinati comportamenti socialmente non ammissibili e correrà il rischio di fare cose che non avrebbe fatto se in stato di grazia e con Confessione frequente e direzione spirituale o di aumentarne la quantità, se già abituato a compierne.
Se Tizio (sempre lui...) si lascia inguaiare dalle sabbie mobili del peccato grave, la sua coscienza si anestetizza e magari, in una situazione di difficoltà con la moglie, sarà più aperto e spinto al tradimento che mai avrebbe preso in considerazione in stato di grazia. Se sempre lui è un piccolo delinquente, potrebbe aderire più facilmente, per la coscienza annebbiata dal peccato, a crimini ancora più gravi o reiterare con maggior frequenza quelli a cui è abituato, quando invece confessatosi più facilmente potrebbe avvicinarsi al chiudere con quella vita, se non addirittura costituirsi.

Fonte: I Tre Sentieri, 9 febbraio 2020

6 - LE EFFUSIONI GAY SULLA SPIAGGIA DI FREGENE DIMOSTRANO IL TRIONFO DELL'IDEOLOGIA GAY
Denunciate le effusioni oscene tra giovani gay, ma il problema è che chi ha denunciato quella condotta dimostra purtroppo di aver accettato la normalizzazione dell'omosessualità
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26-07-2020

Sicuramente conoscete la storia della Piuma della gallina Pina. La gallina Pina perde una piuma, la notizia fa il giro del pollaio e alla fine la storia, passando di becco in becco, è così stravolta che racconta di ben cinque galline morte. A Fregene è accaduto come alla gallina Pina, ma solo al contrario: si narra di una piuma persa, invece c'è di mezzo una gallina morta.
Partiamo dal racconto quando ormai ha concluso il giro del pollaio mediatico: due ragazzi omosessuali stavano prendendo il sole presso lo stabilimento balneare della Marina Militare di Fregene. Si scambiano un bacio e immediatamente un vicino di ombrellone li intima di smettere altrimenti avrebbe chiamato il «maresciallo dirigente per farli cacciare». Fabrizio Marrazzo, responsabile del Gay Center, che va a nozze (anzi, ad unioni civili) ogni volta che fiuta aria di omofobia, così ha commentato il fatto: «Quanto accaduto è molto grave perché ancora oggi una coppia Lgbt non è libera di passare qualche ora di svago in serenità, senza sentirsi offesa o minacciata. Pertanto chiediamo ai gestori dello stabilimento di prendere le distanze dai fatti e di proporre ai bagnanti di farsi dei selfie dove si baciano in segno di solidarietà alla giovane coppia».

I FATTI VERI
Ora riportiamo i fatti per come sono realmente accaduti, ossia il fatto prima che fosse edulcorato dagli abitanti del pollaio. Citiamo le parole, così come riportate da Fregene on line, di un responsabile dello stabilimento il quale ha raccolto la testimonianza del vicino di ombrellone che ha protestato:
«Ho assistito a quanto segue: due ragazzi di giovane età, poco distanti da noi, provvedevano a spalmarsi la crema protettiva reciprocamente in modo ambiguo e fuori luogo, con massaggi ben visibili che arrivavano anche alle parti intime, con lo stupore dei bambini che assistevano a quanto stava accadendo.
Dopodiché si sono stesi sul lettino e uno dei due, allungando in maniera ripetuta il piede lateralmente, andava a toccare le parti intime dell'altro con insistenza e con l'intento di stimolarlo. Noncuranti della presenza dei bambini, i due giovani hanno iniziato a scambiarsi effusioni amorose in maniera sempre più spinta, toccandosi le parti intime di fronte a tutti i bagnanti.
Valutato quanto detto, nel rispetto del buon costume, della serietà istituzionale dello stabilimento e nella tutela dei minori, ho sollecitato educatamente i due ragazzi a mantenere un atteggiamento consono all'ambiente, nel rispetto del decoro e indiscriminatamente in relazione al loro orientamento sessuale, smentendo dunque l'accusa rivolta al sottoscritto di aggressione omofoba.
Nel ribadire quanto affermato, preciso che, nell'eventuale insistenza del comportamento suddetto, avrei provveduto a chiamare chi di dovere per farlo intervenire. Dichiaro quindi quanto detto e prendo le distanze dal racconto distorto e menzognero esposto dai due ragazzi o chi per loro, avente scopo di strumentalizzazione e scalpore mediatico».

QUALCHE RIFLESSIONE A MARGINE DI QUANTO ACCADUTO
Lo spirito di delazione che innerva il Ddl Zan è già ben presente non solo nella comunità LGBT, ma anche nei media. In buona sostanza già da tempo tira un brutto vento che sibila così: dagli all'omofobo. Se una coppia etero amoreggia in modo sconcio forse emetteremo qualche colpetto di tosse per ammonirli. Se è una coppia gay a farlo e abbiamo la raucedine faremo di tutto per non tossire.
Viviamo in un clima di intimidazione dove chi dimora nell'aurea sigla LGBT può sentirsi un privilegiato e chi ne è fuori è un perenne candidato alla persecuzione. E infatti avrete notato che quando qualcuno vuole accennare una critica all'omosessualità spesso fa questa premessa: «Io, comunque, ho molti amici omosessuali». Una sorta di giustificazione non richiesta, ma assai sintomatica del fatto che se critichi il mondo LGBT già parti in svantaggio, già ti metterai contro il tuo uditorio e quindi devi recuperare sin da subito questo gap.
In secondo luogo la vicenda balneare appena raccontata conforta ancor più nella considerazione che è ormai scontato qualificare le persone omosessuali e transessuali come vittime – vittime a priori - e tutti gli altri come presunti colpevoli. Con l'aggravante che a te presunto colpevole pesa l'onere della prova in merito alla tua innocenza.
Terzo pensierino, forse quello più inquietante. La narrazione di come sono andati realmente i fatti porta il lettore a pensare: giusto indignarsi di fronte ad avances così esplicite e così offensive del comune senso del pudore. In breve quello che fa problema è il grado delle dimostrazioni di affetto (oltre ad una certa soglia infrangiamo i limiti della decenza), non lo scambio di effusioni tra due persone omosessuali, non l'omosessualità in quanto tale. Infatti cosa ha detto il vicino di ombrellone accusato di omofobia? «Ho sollecitato educatamente i due ragazzi a mantenere un atteggiamento consono all'ambiente, nel rispetto del decoro e indiscriminatamente in relazione al loro orientamento sessuale».

TENTIAMO DI SPIEGARCI MEGLIO
Se una coppia eterosessuale si bacia in pubblico in modo conveniente nulla quaestio. Se esagera, è bene riprenderli. Se una coppia omosessuale si bacia in pubblico è sempre sconveniente, non serve aspettare che l'uno solletichi gli ardori lombari dell'altro. Nel caso di effusioni omosessuali non fa problema in prima istanza il grado di espressione di tali effusioni, ma fanno problema le effusioni stesse (semmai l'immoralità dell'atto può essere aggravata dal grado delle dimostrazioni di affetto).
Detto ciò, la comunità LGBT dovrebbe rallegrarsi dell'avvenuto chiarimento: nessuno infatti si è permesso di dire che due ragazzi gay non possono baciarsi in pubblico, ma solo che è bene che temperino il loro trasporto emotivo, così come è richiesto per una coppia etero. Si tratta di perfetta equiparazione. È una classica vittoria del pensiero rivoluzionario che procede per tappe: lo scontro non è più sulle effusioni tra due persone omosessuali, bensì sulla soglia di tollerabilità di queste. Domani anche questa meta sarà conquistata e il dibattito si sposterà un poco più avanti, ad esempio su quante persone omosessuali potranno contemporaneamente esternare fisicamente le proprie intime eccitazioni. E così via in un climax involutivo inarrestabile.
Dunque ancora una vicenda che conferma che l'omosessualità è assolutamente ben accetta dai più. Anzi forse più che accettata, è temuta. Temuta perché è foriera di conseguenze giudiziarie, di gogne mediatiche, di insulti via social, di discriminazione sociale. Per paradosso questa è la vera omofobia: la paura dell'omosessuale che ti potrebbe mettere nei guai. Ma se stanno così le cose, vuole dire che gli artefici di questa omofobia sono proprio i gay militanti. Un caso paradigmatico di eterogenesi dei fini. Anzi, di omogenesi dei fini.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26-07-2020

7 - ISTITUITO A MARSALA IL REGISTRO DEI BAMBINI MAI NATI
Con 23 voti su 26 il Comune di Marsala approva la proposta della consigliera Giusi Piccione per promuovere la cultura della vita (VIDEO: il padre e l'aborto)
Autore: Salvo Cataldo - Fonte: Agenzia Dire, 13/08/2020

Il consiglio comunale di Marsala, in provincia di Trapani, ha approvato una modifica del regolamento cimiteriale istituendo il 'Registro dei Bambini mai nati'. Si tratta di una modifica che sostituisce la dicitura "prodotti abortivi", utilizzata per i feti partoriti prima della 28esima settimana di concepimento, con quella di "bambini mai nati". Sul registro, secondo quanto prevede la delibera approvata con 23 voti favorevoli e tre contrari, verrà annotato un nome di fantasia per il feto. Prevista anche l'individuazione di uno spazio cimiteriale destinato alla sepoltura, con un cippo che reca il relativo numero assegnato nel registro.
Scontro in Aula sulla modifica del regolamento, che è stata proposta dalla consigliera d'opposizione Giuseppa Valentina Piccione, secondo cui l'atto "rappresenta l'importanza che la politica ha nel promuovere la cultura della vita". Sul fronte opposto la consigliera del gruppo Misto Luana Alagna: "L'atto è una intromissione nelle scelte individuali - ha affermato -, divisivo perché discrimina chi sceglie legalmente di abortire. Un'ingerenza nella libera autodeterminazione delle donne: cambiare la dicitura di embrione in bambino, indirettamente c'è una stigmatizzazione del soggetto che interrompe la gravidanza". [...]

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 3 minuti) dal titolo "La legge 194 e la figura del padre" lo psicologo Roberto Marchesini analizza la legge sull'aborto. La legge 194 ha due soggetti (la donna e il medico), un oggetto (così viene considerato il bambino) ed un grande assente: il padre. Un fatto gravissimo, che però non stupisce. Questa legge infatti è figlia della rivoluzione del '68 che è stato un movimento di rifiuto proprio della figura paterna come simbolo dell'autorità. Ma se si elimina il padre, si elimina anche la legge morale e religiosa dalla società. In pratica si elimina Dio.


https://www.youtube.com/watch?v=GfW0np6E9AU

Fonte: Agenzia Dire, 13/08/2020

8 - LA MORTE DI MARIA E L'ASSUNZIONE IN CIELO
La Madonna morì con dolcezza e felicità in quanto non aveva nessuna delle tre cose rendono amara la morte a noi poveri peccatori: l'attaccamento alle cose della terra, il rimorso dei peccati, l'incertezza della salvezza eterna
Autore: San Giovanni Paolo II - Fonte: Sito del Vaticano, 25 giugno 1997

Circa la conclusione della vita terrena di Maria, il Concilio riprende i termini della Bolla di definizione del dogma dell'Assunzione ed afferma: "L'Immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria in corpo e anima" (Lumen Gentium, 59). Con questa formula la Costituzione dogmatica Lumen gentium, seguendo il mio Venerato Predecessore Pio XII, non si pronuncia sulla questione della morte di Maria. Pio XII tuttavia non intese negare il fatto della morte, ma soltanto non giudicò opportuno affermare solennemente, come verità che doveva essere ammessa da tutti i credenti, la morte della Madre di Dio.
Alcuni teologi, in verità, hanno sostenuto l'esenzione della Vergine dalla morte e il suo passaggio diretto dalla vita terrena alla gloria celeste. Tuttavia questa opinione è sconosciuta fino al XVII secolo, mentre in realtà esiste una tradizione comune che vede nella morte di Maria la sua introduzione alla gloria celeste.
È possibile che Maria di Nazaret abbia sperimentato nella sua carne il dramma della morte? Riflettendo sul destino di Maria e sul suo rapporto con il divin Figlio, sembra legittimo rispondere affermativamente: dal momento che Cristo è morto, sarebbe difficile sostenere il contrario per la Madre.

I PADRI DELLA CHIESA NON HANNO AVUTO DUBBI
In questo senso hanno ragionato i Padri della Chiesa, che non hanno avuto dubbi al riguardo. Basti citare san Giacomo di Sarug (+ 521), secondo il quale "il coro dei dodici Apostoli" quando per Maria giunse "il tempo di camminare sulla via di tutte le generazioni", la via cioè della morte, si raccolse per seppellire "il corpo virgineo della Benedetta". San Modesto di Gerusalemme (+ 634), dopo aver ampiamente parlato della "beatissima dormizione della gloriosissima Genitrice di Dio", conclude il suo "encomio" esaltando l'intervento prodigioso di Cristo che "la risuscitò dal sepolcro" per assumerla con sé nella gloria. San Giovanni Damasceno (+ 704), per parte sua, si chiede: "Come mai colei che nel parto passò sopra tutti i limiti della natura, ora si piega alle sue leggi e il suo corpo immacolato viene sottoposto alla morte?". E risponde: "Bisognava certo che la parte mortale venisse deposta per rivestirsi di immortalità, poiché anche il padrone della natura non ha rifiutato l'esperienza della morte. Egli, infatti, muore secondo la carne e con la morte distrugge la morte, alla corruzione elargisce l'incorruttibilità e il morire lo fa sorgente di risurrezione".
È vero che nella Rivelazione la morte è presentata come castigo del peccato. Tuttavia il fatto che la Chiesa proclami Maria liberata dal peccato originale per singolare privilegio divino non porta a concludere che Ella abbia ricevuto anche l'immortalità corporale. La Madre non è superiore al Figlio, che ha assunto la morte, dandole nuovo significato e trasformandola in strumento di salvezza.
Coinvolta nell'opera redentrice e associata all'offerta salvatrice di Cristo, Maria ha potuto condividere la sofferenza e la morte in vista della redenzione dell'umanità. Anche per Lei vale quanto Severo d'Antiochia afferma a proposito di Cristo: "Senza una morte preliminare, come potrebbe aver luogo la risurrezione?". Per essere partecipe della risurrezione di Cristo, Maria doveva condividerne anzitutto la morte.

LA MORTE DI MARIA COME UN TRASPORTO D'AMORE
Il Nuovo Testamento non fornisce alcuna notizia sulle circostanze della morte di Maria. Questo silenzio induce a supporre che essa sia avvenuta normalmente, senza alcun particolare degno di menzione. Se così non fosse stato, come avrebbe potuto la notizia restare nascosta ai contemporanei e non giungere, in qualche modo, fino a noi?
Quanto alle cause della morte di Maria, non sembrano fondate le opinioni che vorrebbero escludere per Lei cause naturali. Più importante è la ricerca dell'atteggiamento spirituale della Vergine al momento della sua dipartita da questo mondo. A tale proposito, san Francesco di Sales ritiene che la morte di Maria sia avvenuta come effetto di un trasporto d'amore. Egli parla di un morire "nell'amore, a causa dell'amore e per amore", giungendo perciò ad affermare che la Madre di Dio morì d'amore per suo figlio Gesù.
Qualunque sia stato il fatto organico e biologico che causò, sotto l'aspetto fisico, la cessazione della vita del corpo, si può dire che il passaggio da questa all'altra vita fu per Maria una maturazione della grazia nella gloria, così che mai come in quel caso la morte poté essere concepita come una "dormizione".
In alcuni Padri della Chiesa troviamo la descrizione di Gesù stesso che viene a prendere sua madre nel momento della morte, per introdurla nella gloria celeste. Essi presentano, così, la morte di Maria come un evento d'amore che l'ha condotta a raggiungere il suo divin Figlio per condividerne la vita immortale. Alla fine della sua esistenza terrena, Ella avrà sperimentato, come Paolo e più di lui, il desiderio di essere sciolta dal corpo per essere con Cristo per sempre (cfr Fil 1, 23).
L'esperienza della morte ha arricchito la persona della Vergine: passando per la comune sorte degli uomini, Ella è in grado di esercitare con più efficacia la sua maternità spirituale verso coloro che giungono all'ora suprema della vita.

Nota di BastaBugie: nell'articolo seguente dal titolo "La Dormizione della Beatissima Vergine Maria" si ricorda l'insegnamento di sant'Alfonso che spiega che Maria morì nella dolcezza e felicità in quanto non aveva nessuna delle tre cose rendono amara la morte a noi poveri peccatori.
Ecco l'articolo pubblicato su Radio Roma Libera il 8 e 15 Agosto 2020:
In questa meditazione vogliamo considerare il carattere della morte della Beatissima Vergine Maria. In virtù dell'eccellenza e dell'eccelsa santità della Beatissima Vergine Maria ella è morta come uno che si addormenta. Perciò la sua morte viene descritta più precisamente come 'dormizione'. Se si chiedesse perché non avrebbe potuto evitare completamente la morte, la risposta deve essere perché Iddio voleva la Madonna tutta simile a Gesù, essendo morto il Figlio, conveniva che ancor morisse la Madre. Ora questa morte fu caratterizzata da due tratti: dalla sua dolcezza e dalla sua felicità.
A questo riguardo insegna sant'Alfonso che ci sono tre cose rendono amara la morte: "l'attaccamento alla terra, il rimorso dei peccati, l'incertezza della salute". Mentre la Beatissima Vergine "morì tutta distaccata, come sempre visse, dai beni mondani; morì con somma pace di coscienza; morì con certezza della gloria eterna".
1. IL DISTACCO DALLE COSE DI QUESTA TERRA [...]
La Madonna fu l'esemplare il più insigne di tutti di questo spirito di distacco. Sant'Alfonso scrive: "Sin dall'età di 3 anni lasciò i suoi parenti ed andò a rinserrarsi nel Tempio per attendere solamente a Dio, distaccato dalle robe, contentandosi di vivere sempre povera, sostentandosi colle fatiche delle mani, distaccata dagli onori, ed amando la vita umile ed abietta - benché le toccasse l'onor di regina per ragione della discendenza che traeva dai re d'Israele. Rivelò la stessa Vergine a sant' Elisabetta benedettina, che quando fu lasciata nel Tempio dai suoi parenti stabilì nel cuore di non aver altro padre, e non amar altro bene, che Dio". [...]
In breve, la Madonna era distaccata dalle cose di questo mondo e quindi la sua morte era dolce.
2. LA PACE DI COSCIENZA
Per citare ancora sant'Alfonso: 'I peccati fatti nella vita sono quei vermi che maggiormente affligono e rodono il cuore dei poveri peccatori moribondi, i quali, dovendo allora tra breve presentarsi al divino tribunale, si vedono circondati in quel punto dai loro peccati che lo spaventano e lor gridano intorno al dir di san Bernardo: 'Siamo opera tua. Non ti abbandoniamo.' Si può aggiungere che questo vale soprattutto per i peccati non perdonati, ma anche per quelli perdonati, perché anche questi affliggono la coscienza col rimorso, col rimorso per tempo perso o persino per tutta una vita sprecata, per occasioni mancate per amare Dio e progredire nella santità. Tutti questi peccati divengono vermi, come anche la coscienza stessa diviene verme all'ora della morte, e per i dannati diviene il verme che non muore mai.
La Santissima Vergine Maria invece non poteva essere afflitta da alcun rimorso di coscienza perché era completamente libera dal peccato: sia originale che attuale. [...]
3. LA CERTEZZA DI ANDARE IN PARADISO
I peccatori che muoiono con dubbio della loro salute temono con un grande spavento di passare ad una morte eterna, mentre i santi si rallegrano nella loro grande speranza di andare a possedere Iddio nel cielo. "San Lorenzo Giustiniani, stando vicino alla morte e sentendo i suoi famigliari che piangevano intorno disse: 'Andate altrove a piangere: se volete stare qui con me, avete da godere come godo io in vedermi aprire la porta del paradiso ed unirmi col mio Dio". Similmente san Luigi Gonzaga, quando ricevette le notizie della morte, esclamò: "Mi sono rallegrato quando mi hanno detto: andremo nella casa del Signore".
Eppure gli altri santi non avevano la certezza della divina grazia, né della propria santità, come ne era la Madonna, che già dalla parola dell'Arcangelo Gabriele aveva somma certezza di essere l'oggetto del sommo favore di Dio. Quanta era la sua certezza della propria salvezza, tanta era la sua allegria alle notizie della morte, del suo transito imminente al possesso pieno e definitivo di Dio. [...]

Fonte: Sito del Vaticano, 25 giugno 1997

9 - OMELIA XXI DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 16,13-20)
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Sul brano del Vangelo di oggi si fonda la dottrina del "Primato dell'Apostolo Pietro". Pietro è stato scelto da Gesù come capo visibile della Chiesa, come suo fondamento, e tale primato viene trasmesso a tutti i suoi successori, che sono i Papi, fino ad arrivare all'attuale Pontefice. Gesù usa delle parole molto chiare per esprimere questa verità.
Prima di tutto Egli dice: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16,18). Subito dopo aggiunge: «e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa» (ivi). Soltanto dove c'è questo saldo fondamento, questa solida roccia di Pietro, le forze del male non potranno trionfare. Dove non c'è Pietro la verità si mescolerà con l'errore e la menzogna, e la purezza del dogma lascerà il posto al veleno dell'eresia. Dove non c'è Pietro la stessa cristianità è messa a repentaglio, e la storia insegna che dove non si è riconosciuto il Papa come fondamento della Chiesa, il Cristianesimo ha ceduto il passo ad altre religioni o, come ai giorni d'oggi, ad un neo-paganesimo. Questo pericolo non lo corrono solo quelli che non riconoscono il Papa, ma anche tutti quelli che, praticamente, rifiutano il suo Magistero.
Alla domanda di Gesù, «ma voi chi dite che io sia?» (Mt 16,15), Pietro rispose a nome di tutti: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). Nel dare questa risposta, Pietro fu illuminato dall'Alto, secondo le parole dette da Cristo stesso: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli» (Mt 16,17). Oggi come allora, è sempre Pietro, ovvero il Papa, ad essere illuminato sulle verità di fede e ad istruirci. Ascoltando lui, non possiamo sbagliare e rimaniamo nella verità insegnata da Gesù Cristo.
Tra le tante opinioni dei vari interlocutori, solo la parola di Pietro risultò secondo la verità. Così, ai giorni d'oggi, tra le tante voci discordi che tendono a prevalere sulle altre, il cristiano deve ascoltare con tutta sicurezza l'insegnamento del Papa: solo lui non può errare quando insegna in materia di fede e di morale.
Inoltre, Gesù dice a Pietro: «A te darò le chiavi del regno dei cieli» (Mt 16,19). Possedere le chiavi di una casa, soprattutto un tempo, significava avere autorità su quella casa. Gesù dà a Pietro le chiavi del Regno dei cieli; ciò significa conferire a Pietro un potere e una autorità particolari, superiori a quelli dati agli altri Apostoli.
Infine, Gesù dice: «tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (ivi). Queste parole, nel linguaggio dei rabbini, significavano proibire o permettere, dichiarare lecito o illecito, e quindi si riferiscono al compito del Papa di insegnare in materia di morale, ovvero di istruire i cristiani su come devono comportarsi e su cosa devono evitare.
Qualcuno potrebbe obiettare che tali prerogative appartenevano solamente a Pietro e non ai suoi successori. Tale obiezione si risolve molto facilmente: se la Chiesa, secondo le parole di Gesù: «io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20), non verrà mai meno, è chiaro che le potenze degli inferi non prevarranno mai, e sino alla fine dei tempi la Chiesa con a capo il Papa sarà difesa contro tutti gli attacchi del maligno, e le prerogative di Pietro saranno estese a tutti i suoi successori. La Chiesa è quella casa fondata sulla roccia di cui parla il Vangelo. Anche se infuria la tempesta della persecuzione, se questa casa è fondata sulla salda roccia di Pietro non potrà vacillare.
Il Vangelo di oggi è un invito a ripensare all'insostituibile e provvidenziale funzione del Magistero ecclesiastico, il quale trasmette fedelmente gli insegnamenti di Gesù Cristo, il suo pensiero e la sua volontà. Onorando il Magistero della Chiesa, onoriamo Cristo Maestro. Solo grazie a tale insegnamento noi possiamo arrivare alla certezza della verità rivelata e all'unità della medesima fede. Tutto quello che noi conosciamo di Gesù e degli altri misteri di fede noi lo conosciamo grazie all'insegnamento della Chiesa. Uno non potrebbe nemmeno appellarsi all'autorità suprema della Sacra Scrittura, dal momento che, in fin dei conti, noi sappiamo quelli che sono i libri ispirati che compongono la Bibbia solo grazie alla Chiesa e al suo costante insegnamento. Tra tanti libri scritti che narravano la vita di Gesù e gli atti degli Apostoli, la Chiesa ne ha scelto solo alcuni indicandoli a tutti come ispirati da Dio. Inoltre, nel comprendere questi libri ispirati che compongono la Sacra Scrittura, noi ci rifacciamo all'interpretazione accolta dalla Chiesa. Se ci manca questa "chiave di lettura" non riusciremo a intenderne il senso voluto da Dio.
Da tutto ciò deriva il dovere di rimanere uniti al Papa, successore di Pietro, nella fede, nell'amore, nell'obbedienza, per costruire insieme il Regno di Dio sulla terra.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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