BastaBugie n�686 del 14 ottobre 2020

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1 GOVERNO E VESCOVI D'ACCORDO SU UN'ALTRA SOSPENSIONE DELLE MESSE?
Una quarantena interminabile ci priverebbe, dopo averlo fatto con la Pasqua, anche del Santo Natale
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 LA SIGNORA IN BLU CHE GRAZIE ALLA BILOCAZIONE PORTO' GESU' AI PELLEROSSA
Suor Maria di Gesù era in grado di trovarsi allo stesso tempo in due posti differenti: il monastero in Spagna e la missione dei francescani in Texas
Autore: Rino Zabiaffi - Fonte: Radio Roma Libera
3 IL PCI COMPIE CENTO ANNI ED E' AL POTERE IN ITALIA (SOTTO ALTRO NOME)
I dirigenti del Partito Comunista si sono autoassolti senza chiedere scusa, hanno accantonato la bandiera marxista, ma non l'arroganza ideologica, la pretesa superiorità morale e la demonizzazione degli avversari
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
4 BIDEN CONTRO TRUMP: I DEMOCRATICI VOGLIONO CAMBIARE LE REGOLE PER VINCERE ANCHE SE PERDONO
Vista l'inedita maggioranza alla Corte Suprema grazie alle tre nomine prolife di Trump, nel caso di vittoria, Biden aumenterà da 9 a 15 i membri per riprenderne saldamente il controllo
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 MONEY, IL PEDOFILO CHE HA INVENTATO L'IDENTITA' DI GENERE... E ROVINATO MOLTE PERSONE
Lo psicologo neozelandese fece un esperimento che doveva dimostrare che cambiare sesso porta a una vita felice: fu un disastro che portò al suicidio le sue vittime
Autore: Silvana De Mari - Fonte: Silvana De Mari Community
6 GLI EFFETTI NEGATIVI DELL'ACCORDO SEGRETO CINA-VATICANO
Sentendosi abbandonato, si dimette mons. Vincenzo Guo Xijin, vescovo coraggioso e fedele alla Santa Sede (cioè appartenente alla Chiesa sotterranea che viene tutt'ora perseguitata dal regime comunista cinese)
Autore: Aldo Maria Valli - Fonte: Radio Roma Libera
7 LE MENZOGNE DEL CORRIERE DELLA SERA SULLA SEPOLTURA DEI BAMBINI ABORTITI
Una notizia nata da uno sfogo di una donna viene utilizzata per mettere in cattiva luce chi cerca di dare una degna sepoltura ai bambini non nati
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: Sito del Timone
8 OMELIA XXIX DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 22,15-21)
Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - GOVERNO E VESCOVI D'ACCORDO SU UN'ALTRA SOSPENSIONE DELLE MESSE?
Una quarantena interminabile ci priverebbe, dopo averlo fatto con la Pasqua, anche del Santo Natale
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13-10-2020

L'insistente propaganda mediatica sul Covid, la propaganda della paura finalizzata a restringere sempre più le libertà, col pretesto di tutelare la salute pubblica dalla minaccia di un nemico che avanza inesorabile, sembra trovare un interlocutore che accoglie con zelo e pieno consenso la narrazione governativa. Si tratta, e spiace dirlo, dell'Episcopato. La Chiesa in Italia è sempre più una Chiesa patriottica, una Chiesa di Stato, ovvero una Chiesa le cui posizioni e i cui giudizi collimano perfettamente con quelli del Governo.
Circolano sempre più insistentemente le voci che la Conferenza Episcopale Italiana non avrebbe nulla da eccepire su una richiesta di parte governativa di chiusura delle chiese, di sospensione delle Messe e della celebrazione dei Sacramenti. Anzi: a leggere le dichiarazioni rilasciate negli scorsi giorni dal sottosegretario della Cei monsignor Stefano Russo, la Chiesa stessa sarebbe pronta a sacrificare nel nome della sanità pubblica le proprie attività liturgiche e pastorali. Una Chiesa in totale ritirata, più realista del re.
Il motivo sarebbe, come lo fu in occasione della prima chiusura, dall'inizio della Quaresima fino a maggio, evitare che le celebrazioni liturgiche possano diventare occasione di contagio. Ma è da credersi che questo rischio sia reale? Se così fosse, vorrebbe dire che i protocolli concordati tra Cei e governo e che sono in vigore da maggio sono insufficienti. Ma questo non è sostenibile: a maggio infatti il numero dei casi, dei ricoveri, dei decessi, era estremamente più alto dell'attuale.
Come mai ora queste Messe biocompatibili, a numero chiuso, con distanziamenti, con mascherine, con igienizzazioni, spesso senza più panche, spesso col divieto di inginocchiarsi, col divieto di ricevere la Comunione secondo quanto stabilito dalle norme canoniche della Chiesa stessa, cioè in bocca, non sarebbero più sicure, tanto da indurre alla serrata liturgica? Ci sono elementi di tipo igienico-sanitario che possano rendere necessaria questa misura? A noi addetti ai lavori non risulta. Nessun focolaio di casi ha preso il via da una Messa, da una confessione, da un Battesimo. Se i vescovi hanno dei dati epidemiologici diversi sarebbe opportuno che li rendessero noti.
Sarebbe interessante sapere come sarebbe possibile la trasmissione del virus in condizioni di limitazioni di contatti come quelli delle attuali celebrazioni che non hanno eguali in nessuna altra attività pubblica: né ai supermercati, nei bar, nei ristoranti o nei negozi o per le strade esistono misure tanto drastiche come quelle che vigono nelle chiese. Quindi, non esistono motivi e ragioni di tipo sanitario per tornare alla sospensione delle Messe, alle chiusure di quelle che un tempo vicinissimo, ma che ora sembra infinitamente remoto erano le attività pastorali.
Il timore di molti fedeli è inoltre che tale sospensione potrebbe essere a tempo indeterminato, forse addirittura fino alla messa in commercio del rimedio farmacologico tanto auspicato da ambienti ecclesiali anche di vertice. Un tempo di contumacia indefinito. Una quarantena interminabile, che ci priverebbe - dopo averlo fatto con la Pasqua - anche del Santo Natale.
Se davvero la Cei intendesse accettare questo tipo di imposizione, o addirittura volesse per prima operare una sua spontanea rinuncia, si assumerebbe una gravissima responsabilità di fronte al popolo di Dio. La responsabilità di privarlo di ciò che i cristiani hanno di più caro, cioè la presenza reale di Nostro Signore, che si realizza attraverso i sacramenti, a cominciare dall'Eucaristia.
Qualche prelato, durante il lockdown della scorsa primavera, ironizzò sulla "fame eucaristica" dei fedeli, visti come "zeloti", quasi come dei fanatici insensibili al dramma sanitario che stava andando consumandosi. Oggi sarebbe difficile continuare a sostenere questa tesi, soprattutto davanti a un quadro epidemiologico molto mutato, con un virus che si può curare e guarire.
Se una certa Chiesa crede che queste scelte, che comporterebbero il ritorno alle celebrazioni in streaming, che hanno il solo vantaggio di far sì che la casalinga possa continuare a preparare il sugo lanciando ogni tanto un'occhiata allo schermo, unisca e affratelli tutti i fragili e i disperati e li renda uguali nella stessa sorte, tutti sulla stessa barca, si sbaglia di grosso.
La sospensione del culto pubblico avrebbe il solo effetto di allontanare definitivamente la Chiesa dagli uomini, di renderla definitivamente inutile, di farla sparire per lasciare definitivamente campo libero ad una nuova, parodistica, religione dell'umanitarismo, un politeismo di fatto nel cui pantheon un ruolo determinante lo rivestirebbe la Dea Salute.

Nota di BastaBugie: proponiamo ancora una volta il video (durata: 1 ora e 46 minuti) dal titolo "Hai paura del Coronavirus?" dove il dott. Paolo Gulisano svela tutto quello che avrebbero dovuto dirci, ma non ci hanno detto sul Covid-19.


https://www.youtube.com/watch?v=yUpkkwPY_D0

DOSSIER "CORONAVIRUS"

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13-10-2020

2 - LA SIGNORA IN BLU CHE GRAZIE ALLA BILOCAZIONE PORTO' GESU' AI PELLEROSSA
Suor Maria di Gesù era in grado di trovarsi allo stesso tempo in due posti differenti: il monastero in Spagna e la missione dei francescani in Texas
Autore: Rino Zabiaffi - Fonte: Radio Roma Libera, 9 Ottobre 2020

Originaria di Ágreda, in Spagna, viene ricordata come la "signora in blu": questo era infatti il colore dell'abito che portava, quello delle Concezioniste Francescane. In tenera età ebbe una visione. Vide un'anima in stato di grazia ed un'altra in condizione di peccato mortale: un'immagine che non avrebbe dimenticato e che l'avrebbe segnata profondamente. All'età di soli 10 anni, desiderava ardentemente abbracciare la vita religiosa: un paio di anni dopo, i suoi genitori la autorizzarono a rendere questo suo progetto realtà.
A sua madre apparve, poi, il Signore, dal quale ricevette l'ordine di vestire l'abito religioso insieme alla giovane e di fare della propria casa un convento. Così fu. Insieme a loro, divenne suora anche la sorella di Maria, di nome Jeronima. Il padre, a propria volta, indossò il saio francescano e raggiunse Francesco e Giuseppe, i figli maschi, al tempo già frati.
Maria prese i voti all'età di 18 anni e brillò sempre per la forza della propria fede e per l'intensità della propria preghiera. Si disponeva a severi digiuni e a ore e ore di orazione, in solitudine. I suoi cari si mostravano preoccupati per lei, dato che già soffriva di una salute fragile: tale stile di vita, particolarmente rigido, la debilitava ulteriormente. La tenacia di Maria non venne meno e, presto, ricevette un prezioso dono divino, quello della bilocazione: era in grado di trovarsi contemporaneamente in due posti differenti. Impiegò tale nuova capacità per avviare un'importante opera di evangelizzazione fra gli indiani Jumano.
Costoro abitavano un territorio che comprendeva, fra l'altro, l'attuale Texas. Di fatto, li iniziò alla fede cattolica e alla conoscenza del Vangelo, senza mai avere messo piede in territorio americano, per un periodo di circa dieci anni. A rendere questa vicenda ulteriormente straordinaria v'è il fatto che Maria e i pellerossa fossero in grado di comprendersi senza alcuna difficoltà, nonostante parlassero lingue diverse.
Non sempre la suora fu ricevuta con favore: su istigazione degli sciamani, anzi, fu anche torturata a morte. Poco dopo, tuttavia, fece ritorno fra i pellerossa, come se nulla fosse accaduto. A quel punto, la comunità Jumano prestò attenzione a ciò che Maria andava predicando. Al di là dei nativi, primi testimoni di tale prodigio fu un gruppo di francescani, presso la missione di Sant'Antonio de la Isleta: costoro, un giorno, si videro venire incontro una cinquantina di indiani Jumano, in cerca di qualcuno che parlasse loro di Cristo. I frati erano stupiti che i pellerossa avessero già sentito nominare Gesù: non vi erano, dalle loro parti, missioni o attività promosse da Ordini religiosi, delle quali i francescani fossero a conoscenza. I pellerossa raccontarono loro di una sconosciuta "signora in blu", che li istruì per molti anni.
Due frati accompagnarono a casa il gruppo di Jumano, nella speranza di capirne qualcosa di più: chiunque facesse parte di questa tribù indiana affermò di aver effettivamente avuto in visita, per molte volte nel corso degli anni, la suora di cui parlavano. I pellerossa, quando si videro venire incontro i frati, baciarono con sommo rispetto i crocifissi che questi portavano al collo.
Per merito di Maria di Gesù, i francescani amministrarono, quel giorno, duemila battesimi. Furono invitati, inoltre, dal capo-villaggio a guarire circa 200 malati, «perché - disse - voi siete sacerdoti del Signore e potete fare molto con la Santa Croce». Effettivamente, dopo aver benedetto i degenti, dopo aver letto il Vangelo secondo san Luca e invocato la Madonna e san Francesco, ogni malanno, sofferto da queste persone, si estinse. Chiesero, poi, di essere battezzati anche altri nativi, appartenenti a comunità vicine, i quali raggiunsero i religiosi durante la loro permanenza presso la comunità Jumano e durante il viaggio di ritorno.
Da menzionare, inoltre, il ricco epistolario della Suora. Fra i suoi contatti, si contano persone appartenenti a ogni classe sociale e rango ecclesiastico: padri generali di Ordini religiosi, vescovi e persino pontefici e capi di governo. Si considerino, ad esempio, le lettere che si sono scambiati madre Maria e il re di Spagna Filippo IV, che già ebbe modo di leggere i memoriali di padre Alonso. I due mantennero la corrispondenza per oltre vent'anni ed oggi si conservano più di 600 lettere, inerenti a questioni sia temporali, sia spirituali.

Fonte: Radio Roma Libera, 9 Ottobre 2020

3 - IL PCI COMPIE CENTO ANNI ED E' AL POTERE IN ITALIA (SOTTO ALTRO NOME)
I dirigenti del Partito Comunista si sono autoassolti senza chiedere scusa, hanno accantonato la bandiera marxista, ma non l'arroganza ideologica, la pretesa superiorità morale e la demonizzazione degli avversari
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 12 ottobre 2020

Cent'anni fa, fra l'estate 1920 e il gennaio 1921, nasceva il Partito Comunista Italiano. Non è storia passata. Perché proprio dopo il crollo del Muro di Berlino (1989) e il cambio del nome del partito (1991), la sua classe dirigente è arrivata al potere in Italia e ci resta da anni sebbene minoranza nel Paese e sconfitta alle elezioni.
Al centenario del Pci hanno dedicato un libro Mario Pendinelli e Marcello Sorgi, "Quando c'erano i comunisti" (Marsilio). Stenio Solinas, sul "Giornale", si è chiesto "come è possibile che, tranne qualche frangia lunatica e qualche intellettuale freak, nessun politico oggi ex o post comunista parli più del come e del perché lo fu convintamente fino a ieri, uno ieri che arriva sino al 1989".

L'ARROGANZA IDEOLOGICA
È stato il più grosso Pc d'occidente, ma sembra che in Italia nessuno sia stato comunista. Non è stata fatta nessuna seria revisione autocritica. Quella classe dirigente non si è ritirata e non ha mai riconosciuto il marxismo-leninismo come un'ideologia malefica, né ha ammesso la vergogna di aver appoggiato totalitarismi orribili. Nessuno ha chiesto scusa.
A tutto quel popolo semplice che li aveva seguiti, che si era abbeverato all'Unità, ai milioni di compagni che avevano davvero creduto nei "paradisi" comunisti, nessuno ha dato spiegazioni serie. Nessuno ha detto loro: noi sapevamo, ma non vi abbiamo detto la verità. Nessuno ha riconosciuto, davanti a milioni di lavoratori, che era tutto una menzogna, che il comunismo è stato dovunque un orrore. Nessuno ha chiesto scusa alla propria gente a cui, un tempo, avevano fatto inneggiare perfino a Stalin. Nessuno ha riconosciuto che avevano ragione "gli altri", gli anticomunisti. Perché?
Di fatto la classe dirigente del Pci si è velocemente autoassolta, ha accantonato la bandiera comunista e l'ideologia marxista, ma non:
1) l'arroganza ideologica,
2) la pretesa superiorità morale,
3) la propensione alla demonizzazione degli avversari.
Con il 1989 i comunisti cambiarono nome e in breve passarono dall'allineamento a Mosca all'allineamento a Bruxelles/Berlino e ai Dem americani (Clinton, Obama eccetera). Dal mito del Socialismo a quello del Mercato. Come se fosse ovvio e naturale.
Così - anche per far dimenticare il passato comunista - sono diventati i più affidabili per Bruxelles e Berlino e anche per la Casa Bianca dei Dem. Dunque i (post) comunisti in Italia sono arrivati ai vertici del governo - già con D'Alema nel 1998 - e pure ai vertici dello Stato con Napolitano nel 2006. Ma i conti con la storia non si sono fatti nemmeno dopo il 2000.

SOLZENICYN E IL SILENZIO DEL QUIRINALE
Carlo Ripa di Meana (il coraggioso promotore della craxiana Biennale del dissenso del 1977) alla morte di Aleksandr Solzenicyn, nel 2008, su "Critica sociale", firmò un articolo intitolato "Solzenicyn e il silenzio del Quirinale", dove scriveva: "Avevo sommessamente suggerito, qualche mese fa, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nel 1974, allora responsabile della cultura del PCI, su Rinascita prima e poi sull'Unità, aveva rumorosamente applaudito all'esilio comminato a Solzenicyn che, va ricordato, aveva già passato otto anni nel Gulag nell'immediato dopoguerra, che in una prossima occasione, o in forma privata o nel corso di una visita di Stato, chiedesse un incontro a Solzenicyn, ormai molto in là con gli anni e malato, per chiudere una pagina nera. Così non è stato. In questi ultimi giorni, mentre in tutto il mondo si sono ascoltate voci di statisti, di rimpianto e di riconoscenza per la grandezza di quest'uomo e della sua vita, da Roma-Quirinale è venuto un silenzio arido, privo di umanità. Fausto Carioti di Libero lo ha giustamente segnalato il 5 agosto sul suo giornale".
Del resto nell' "autobiografia politica" di Napolitano, intitolata "Dal Pci al socialismo europeo", uscita nel 2005, non veniva neanche menzionato quel Solzenicyn che Raymond Aron aveva giudicato "l'homme du siècle".
E gli altri? Da parte sua Nicola Zingaretti ha iniziato la sua segreteria nel Pd con il libro "Piazza grande" dove sostiene che l'esistenza dell'Urss "aveva costituito un oggettivo deterrente a costruire un mondo unidimensionale e senza difese rispetto alle forme più estreme di sfruttamento".
E "probabilmente nel dopoguerra, non ci fosse stata l'Unione Sovietica (...) non sarebbero state possibili le lotte dei partiti di sinistra e democratici né il compromesso sociale che oggi in Europa è un esempio per tutto il mondo civilizzato".
Espressioni che fecero insorgere pure Claudio Petruccioli: "Zingaretti riporta l'orologio al 1945".
D'altra parte D'Alema, nel libro uscito quest'anno, "Grande è la confusione sotto il cielo", elogia il sistema cinese (e asiatico in generale) che "ha saputo fronteggiare questa prova (il Covid) in modo più efficace rispetto a noi". In quanto "ha fatto la differenza un grado minore di individualismo, una maggior coesione sociale e l'esistenza di reti comunitarie". E in una recente conferenza ha messo in guardia dal "partito anti-cinese" che "è all'opera anche in Europa, in un clima di nuova guerra fredda".
I partiti di Zingaretti e D'Alema sono oggi al governo in Italia e non sembra davvero che il Pci sia morto.

Nota di BastaBugie
: Andrea Zambrano nell'articolo seguente dal titolo "Stasi di Speranza" svela le quattro verità sui comunisti oggi al potere.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 12 ottobre 2020:
L'agghiacciante intervista di Fabio Fazio al ministro della Salute Speranza ("stop alle feste nelle case, confidiamo nelle segnalazioni e interverremo con le forze dell'ordine") svela quattro verità.
1) COMUNISTI
La prima è che non importa se ti chiami Speranza o Roberto o come vuoi e nemmeno se fai parte di un partito di fantasmi chiamato Liberi e uguali che oggi è già sparito dal radar politico anche se occupa ancora degli scranni in parlamento. Se vuoi controllare i cittadini fin nella camera da letto sei un comunista. E comunista della peggior specie. E se sei un comunista sei un pericolo. Almeno un pericolo per me. Puoi anche essere fascista per quanto mi riguarda, ma se ti ispiri ai colori di bandiera dell'internazionale sei un comunista.
2) ODIO
La seconda è che introdurre la delazione tipica dei regimi sovietici non farà altro che mettere i cittadini gli uni contro gli altri attraverso il meccanismo dell'homo homini lupus. La guerra di stato alle feste ci proietterà nei "due minuti d'odio" di 1984. Vi parteciperemo e dovremo stare attenti a urlare bene i nostri strali per essere convincenti perché ci sarà sempre qualcuno che userà il termometro del nostro odio.
3) STATO ETICO
La terza è che, stando alle parole di Speranza, sarà competenza del ministro pro tempore, quindi dello Stato, decidere che cosa sia "fondamentale" e che cosa non sia fondamentale per i cittadini. La scuola è fondamentale - dice lui - le feste di compleanno, di prima Comunione, di Battesimo, di anniversari di matrimonio, di addio al celibato, di laurea non sono fondamentali. Lo stato etico è già qui, non serve essere complottisti, basta mettere in fila gli eventi e conservarsi liberi da interessi, paure e convenienze.
4) SERVI
La quarta e ultima è che lo Stato etico affida ai genitori il compito di vigilare sulla loro stessa osservanza, senza un criterio oggettivo, ma invitando con paternalistica compiacenza i cittadini a essere responsabili (ci aveva già provato Conte l'altro giorno nel consigliare la mascherina in casa). Così le famiglie perdono definitivamente la loro libertà educativa per diventare servitù di uno stato totalitario che li userà come automi gendarmi. In caso contrario "manderemo" i carabinieri (ha detto così)  a casa. In 1984 erano i figli a fare le spie contro i genitori.
Di fronte a questo popo di minacce, nessuno si indigna, nessuno alza un grido. Abbiamo già tutti la pancia così piena da non capire che nella nostra opulenta comodità si sta consumando un liberticidio?

Fonte: Libero, 12 ottobre 2020

4 - BIDEN CONTRO TRUMP: I DEMOCRATICI VOGLIONO CAMBIARE LE REGOLE PER VINCERE ANCHE SE PERDONO
Vista l'inedita maggioranza alla Corte Suprema grazie alle tre nomine prolife di Trump, nel caso di vittoria, Biden aumenterà da 9 a 15 i membri per riprenderne saldamente il controllo
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13-10-2020

I sondaggi danno per vincente Joe Biden, con ampi margini. Ma i democratici stanno preparandosi a non perdere, in ogni circostanza, anche se le elezioni dovessero riservare sorprese, anche a costo di cambiare le regole del gioco. Le due proposte che potrebbero mutare il volto alla democrazia americana sono, nell'immediato, il ricorso al 25mo emendamento, dunque la rimozione di un presidente non più in grado (per motivi fisici o mentali) di ricoprire la sua carica. Nel lungo periodo, è invece la possibilità di riforma della composizione della Corte Suprema.
Partendo dai sondaggi: i Democratici, in teoria, dovrebbero dormire sonni tranquilli. Stando agli ultimi rilevamenti (12 ottobre), la media dei sondaggi effettuata da Real Clear Politics, dà Biden in vantaggio di 10,2 punti nel voto popolare (su scala nazionale) e di 4,7 punti, in media, nel voto degli Stati in bilico, che potrebbero determinare la vittoria o la sconfitta del candidato. Proprio negli Stati in bilico, Biden registra un vantaggio sostanzialmente analogo a quel che era attribuito alla Clinton 4 anni fa. Se sbagliarono allora, potrebbero sbagliarsi anche oggi nella previsione del voto negli Stati in bilico? Dev'essere questo aspetto che non permette ai Democratici di restare troppo tranquilli e che spiega l'iper-attivismo di queste settimane. Iper-attivismo dei media e dei politici del Congresso, non certo di Biden che sta continuando la sua campagna a bassissimo profilo, con pochi discorsi, nessuna apparizione dal vivo, mascherina sempre indossata.

CONTRO TRUMP
La bordata sparata da Nancy Pelosi, speaker della Camera, è sicuramente dirompente: ha chiesto di discutere ufficialmente l'invocazione del 25mo emendamento, cioè trasferimento dei poteri del presidente in caso di malattia o incapacità di intendere e di volere. Il 25mo emendamento, nella storia recente, non è mai stato invocato in questo modo dal Congresso, in opposizione ad un presidente in carica. Fu invocato dai presidenti stessi, nel momento in cui erano incapacitati di esercitare le loro funzioni, per trasferire temporaneamente il potere ai loro vicepresidenti, oppure dal Congresso per sostituire presidenti già dimissionari (per sostituire Nixon con Ford e per nominare Rockefeller vicepresidente di quest'ultimo).
Qui la situazione è completamente differente perché Trump è in carica, è stato dichiarato guarito dai medici dell'ospedale Walter Reed che lo hanno curato dal Covid-19 (da ieri non è neppure più ritenuto contagioso) non ha alcuna intenzione di cedere i poteri al suo vicepresidente. Tecnicamente si tratterebbe di un golpe bianco, dunque: un tentativo della Camera di esautorare il presidente contro la sua volontà. Il tentativo di invocare il 25mo emendamento non ha, comunque, sortito alcun effetto pratico. E difficilmente si farà qualcosa, considerando che i Democratici hanno la maggioranza solo alla Camera. Ma dopo il tentativo di impeachment, finito con un nulla di fatto nel gennaio scorso, questa è la dimostrazione che Nancy Pelosi, alla guida della maggioranza Democratica alla Camera, vuole comunque esautorare il presidente e sta usando tutti i mezzi legali per farlo. Pur sapendo di non avere i numeri, sta minando la legittimità della prossima, eventuale, amministrazione Trump. Se dovesse essere rieletto, il presidente Repubblicano avrebbe comunque alle sue spalle una procedura di impeachment e il dubbio (legale) che non sia in grado di esercitare la sua funzione. E' una destabilizzazione deliberata delle istituzioni che potrebbe ritorcersi contro gli stessi Democratici, qualora dovessero esprimere loro il presidente.

DISTRUGGERE LA CORTE SUPREMA
Ma il tentativo di destabilizzazione più grande è quello che pende sulla composizione della Corte Suprema. La prospettiva di una super-maggioranza conservatrice, con la nomina della giudice cattolica Amy Coney Barrett (per la quale sono incominciate ieri le audizioni in Senato), ha spinto senatori democratici, a partire dal leader del loro gruppo, Chuck Schumer, a proporre un'espansione del numero dei giudici della Corte Suprema. Anche in questo caso si tratta di una mossa quasi senza precedenti: occorre risalire al 1937 quando Franklin Delano Roosevelt, per contrastare il potere dei giudici supremi più anziani, propose una legge per espandere l'organo supremo della magistratura fino a 15 membri, invece dei 9 canonici. L'idea è stata rilanciata da Alexandria Ocasio Cortez in pubblico e su di essa Joe Biden sta giocando in modo ambiguo la sua campagna elettorale. Nel corso del dibattito televisivo presidenziale con Donald Trump, non ha risposto alla domanda se avesse realmente intenzione di riformare la Corte. Nel successivo dibattito, fra vicepresidenti, neppure Kamala Harris ha risposto. Venerdì scorso, incalzato dai giornalisti ("la gente ha diritto di conoscere le sue intenzioni sulla Corte Suprema"), Biden ha risposto candidamente che: la gente non ha diritto di sapere quali siano le sue intenzioni. Dunque tutte le opzioni sono sul tavolo: una volta vinta la Casa Bianca e l'eventuale maggioranza in entrambe le camere del Congresso, il nuovo presidente democratico potrebbe benissimo decidere di aumentare il numero dei giudici della Corte Suprema. Solo in questo modo, i giudici conservatori potrebbero essere messi in minoranza e non potrebbero più influire sulle sentenze che riguardano anche tutti i principi non negoziabili, a partire dal diritto alla vita dei nascituri. Kamala Harris e Biden, abortisti convinti, non vogliono permetterlo. E se il popolo dovesse ancora scegliere Trump, allora cambieranno il popolo?

Nota di BastaBugie: per approfondire l'argomento leggi i seguenti articoli

TRUMP BLINDA I PRINCIPI NON NEGOZIABILI CON LA NOMINA DI AMY BARRETT ALLA CORTE SUPREMA
Vista l'età giovane dei membri di nomina repubblicana, il tribunale si prospetta, negli anni a venire, come un baluardo contro le aggressioni ai principi non negoziabili
di Luca Marcolivio
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6314

LA DECISIONE DI TRUMP CHE CAMBIERA' IL MONDO
Con la cattolica Amy Coney Barrett alla Corte Suprema l'aborto ha le ore contate (VIDEO: Trump nomina Amy Coney Barrett)
di Ermes Dovico
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6307

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13-10-2020

5 - MONEY, IL PEDOFILO CHE HA INVENTATO L'IDENTITA' DI GENERE... E ROVINATO MOLTE PERSONE
Lo psicologo neozelandese fece un esperimento che doveva dimostrare che cambiare sesso porta a una vita felice: fu un disastro che portò al suicidio le sue vittime
Autore: Silvana De Mari - Fonte: Silvana De Mari Community, 7 ottobre 2020

L'altro gigante cui dobbiamo la nostra idea di sessualità, essendo il primo l'entomologo stupratore Kinsey, è il pedofilo Money, che ha distrutto un bambino e la sua famiglia, che ha fatto castrare un bambino sano, ha abusato di lui e del fratello ancora bambini, li ha spinti entrambi al suicidio.
Memorizzate questo nome, non è difficile, basta pensare a denaro, perché Money è presentato come un eroe del pensiero e della libertà umana sui testi attualmente usati in molte facoltà di sociologia, antropologia, psicologia e pedagogia, o forse tutte.
John William Money (1921-2006) è stato uno psicologo e sessuologo neozelandese, specializzato nella ricerca nell'ambito dell'identità di genere, in effetti l'ambito dell'identità di genere lo ha inventato lui, quindi, forse specializzato è un termine riduttivo.
Money era il sessuologo, o meglio un fuckologists, per usare il suo memorabile termine,  che ha rivoluzionato la sessuologia, rivoluzionandone anche i termini, insieme a Kinsey ne è il padre fondatore. Ne ha rifondato anche il linguaggio, come è ovvio che sia, perché dove non esistono le parole, non possono esistere i concetti. I concetti assurdi non hanno parole che li indichino,  quindi chiunque stravolga la realtà deve creare un linguaggio: quello che Orwell definisce neolingua. I termini  "orientamento sessuale", "identità di genere", e da quando questi termini esistono si è creata un'ideologia che li giustifica, "parafilia" (termine neutro che sostituisce "perversione") sono i più noti. [...] Sempre suo è fuckology, la scienza dello scopare, per indicare la sessuologia, termine che purtroppo non ha avuto successo ed è un peccato: la sessuologia non ha mai studiato il sesso, che è il più grande dono di Dio, crescete e moltiplicatevi, grazie al quale la vita nasce e dalla passione nasce la tenerezza. La cosiddetta sessuologia è fuckology, come affermato dal suo stesso fondatore, osannato come un eroe del pensiero in tutte le facoltà di sessuologia del mondo. [...]
Money vivacchiò in ambiente accademico, giocherellando con le sue strampalate idee, che il  concetto di "sesso" si riferisca esclusivamente alle caratteristiche biologiche che differenziano gli uomini e le donne, mentre il "genere" si riferisce a una costruzione sociale slegata dal sesso. La bizzarra teoria secondo la quale  che l'identità di una persona non si basa sul sesso biologico, ma sugli influssi dell'ambiente in cui cresce, compare già nel saggio di Simone de Beauvoir "Il Secondo Sesso", con l'affermazione che  "non si nasce femmina, lo si diventa",  e degli studi antropologici di Margaret Mead.

L'ESPERIMENTO DEL CAMBIO DI SESSO E LE SUE INNOCENTI VITTIME
Finalmente per lui e purtroppo per Bruce e Brain, ebbe l'occasione della sua vita. Il 22 agosto 1965 nacquero a Winnipeg, in Canada i gemelli Bruce e Brian Reimer. Erano identici e avevano entrambi la fimosi, un restringimento del prepuzio  del pene. Per risolvere il problema i genitori diedero il consenso  all'intervento di circoncisione. Un intervento semplice, ma per un incidente all'elettrobisturi il pene di Bruce subì un'ustione di quarto grado e dovette essere amputato. L'episodio fu riportato sui giornali e così anche Money ne venne a sapere .  Salì su un aereo e si precipitò. I genitore erano disperati e le persone disperate sono dannatamente manipolabili. La soluzione era: non fare nulla. Quando il ragazzo fosse stato adulto, sarebbe stato un uomo con un pene cortissimo, forse allungabile con la chirurgia plastica. Sarebbe comunque stato un uomo, un uomo sano, con ossa e muscoli sani e, sia pure con qualche aiuto, in grado di riprodursi.
Money propose ai genitori di castrare Bruce, amputare i suoi testicoli sani e "trasformarlo in femmina", secondo l'idea delirante che una donna sia un eunuco. Noi siamo donne, il nostro corpo è in grado di accogliere una creatura vivente tra le viscere, la nostra mente è strutturata su questo.   Bruce era l'occasione che aspettava, un maschio privo di pene da trasformare in femmina. Ron e Janet, i genitori di Bruce, ne furono affascinati e diedero la loro piena collaborazione. Una squadra di chirurghi e anestesisti, cui va la mia più totale disistima, violando l'ordine cardine della medicina che è Non Nuocere, accettò di eseguire il delirante intervento che ha privato  vestendo Bruce con abiti da femmina, lasciandogli crescere i capelli e trattandolo in tutto e per tutto come una bambina. È stato un esperimento. Un esperimento, un esperimento su un corpo vero, identità di genere, femmine si diventa sono parole, sillabe, quello che ha sanguinato è stato i corpo di Bruce, quello che si è insterilito è stato il suo scheletro, quello che ha deragliato sotto l'impulso di ormoni sbagliati, estroprogestinici femminili somministrati a dose da cavallo, è stato i cervello vero di un bambino vero, massacrato perché potessero essere dimostrate teorie folli. Il 3 luglio 1967 Bruce fu castrato e divenne Brenda.  Nonostante l'impegno di Ron e Janet, le cose non andavano come sperato. Brenda rifiutava le bambole, faceva a botte con i compagni di scuola e orinava in piedi.  A scuola manifestava comportamenti violenti e fu bocciata. Intanto il dottor Money presentava il caso  come la prova definitiva che non si nasce maschi e femmine ma lo si diventa. Chi espresse riserve sul caso, come il dottor Diamond, fu ignorato. La metodica di John Money per il cambio di sesso si estese negli altri ospedali.

MASCHI E FEMMINE NON SONO INTERCAMBIABILI
Brenda e Brian dovevano sottoporsi periodicamente a sedute in cui ai bambini di 6 anni venivano mostrate immagini di sesso ed erano obbligati a mimare atti sessuali. I genitori dovevano girare nudi per casa e frequentare campi nudisti. Janet tentò il suicidio e Ron divenne un alcolizzato. Brenda, a 11 anni iniziò a sviluppare tendenze suicide. Il dottor Money affermò che Brenda stava attraversando felicemente l'infanzia come una vera femmina. Scrisse un libro inventando magnificenza. Il suo libro "Uomo, donna, ragazzo, ragazza" (1972), è diventato  un testo universitario e ha contribuito a fondare quella che si chiama chirurgia di riassegnazione sessuale per individui transgender, ampolloso termine con cui si indica la castrazione accompagnata da una dolorosissima chirurgia seguita da una convalescenza infinita per l'intervento necessario a creare l'aspetto del sesso opposto. Se una persona non accetta in proprio corpo, non ne accetta il sesso, va curata la mente.
I medici e gli assistenti sociali si resero conto che qualcosa non andava, ma la fama del dottor Money era troppo vasta. Nel 1980 Ron rivelò a Brenda la verità e questo la sollevò perché si rese conto di non essere pazza come aveva creduto fino a quel momento. Brenda decise di chiamarsi Davide e di tornare ad essere maschio, si sottopose a cure ormonali ed alla ricostruzione chirurgica del pene, ma non aveva l'erezione e tentò  altre due volte il suicidio. In seguito ad un altro intervento chirurgico riuscì ad avere il suo primo rapporto sessuale. Conobbe Jane, una ragazza madre di due figli e la sposò. Il dottor Diamond, dopo aver incontrato David scrisse un articolo in cui raccontava come fosse andato a finire il caso dei due gemelli che il dottor Money continuava a rappresentare come un successo e grazie al quale continuava a ricevere cospicui finanziamenti, anche pubblici. Maschi e femmine non sono intercambiabili. Un maschio resta un maschio anche se castrato e immerso nella menzogna. Ci vollero due anni per trovare qualcuno che lo pubblicasse. La fama del dottor Money iniziò a tramontare. Un'indagine su cinquanta transessuali curati nella clinica Johns Hopkins dimostrò che nessuno ne aveva tratto beneficio. La clinica fu chiusa nonostante le proteste delle femministe. Della famiglia di David, solo il padre riuscì a riprendersi dopo un passato da alcolista, la madre di David continuò a soffrire di depressione, il fratello si suicidò nel 2002, David fu devastato dalla morte del fratello, il 4 maggio 2004 si sparò alla testa con un fucile, in un parcheggio deserto.

POI LA POLITICA SCOPRÌ LE PERSONE TRANS
Ogni persona trans costituisce un fiume di denaro, certo,  tra chirurghi e endocrinologi, la transessualità è diventata un discorso politico. Tra i numerosi diritti c'è quello di farsi castrare a spese della comunità. Nessuno si illuda, però, non è solo una questione di denaro. È un delirio di onnipotenza e un odio feroce contro la creazione. Dopo aver banalizzato e desacralizzato la sessualità, ridotto a strofinio, Kinsey, la sessuologia ha distrutto il sesso, rendendo la castrazione una festa della libertà e della volontà (Money)
Money come Kinsey era un euforico sostenitore del sesso con bambini e della sessualizzazione precoce. Se i bambini saranno iniziati precocemente alla sessualità, eight too late, a 8 anni è già tardi, il mondo perderà aggressività e sarà migliore, è la tesi del fuckologists.
Dopo l'approvazione del ddl Zan Scalfarotto questo articolo potrebbe essere punito con una detenzione fino a quattro anni. Il fatto che dica la verità è irrilevante. In nome di Bruce, del suo dolore, della sua vita annientata, combattete per Bruce: se sui vostri testi è scritto che il suo dolore e la distruzione della sua virilità e della sua vita è stato un magnifico esperimento riuscito, alzatevi e protestate.
La speranza è una delle virtù teologali, come  carità e fede. Ci ricorda Sant'Agostino che la speranza ha due bellissimi figli, lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose e il coraggio per cambiarle.

Nota di BastaBugie: per approfondire questa triste vicenda e vedere alcuni video (in lingua inglese), clicca qui!
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DOSSIER "CAMBIO DI SESSO"
I danni irreversibili della transizione

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Fonte: Silvana De Mari Community, 7 ottobre 2020

6 - GLI EFFETTI NEGATIVI DELL'ACCORDO SEGRETO CINA-VATICANO
Sentendosi abbandonato, si dimette mons. Vincenzo Guo Xijin, vescovo coraggioso e fedele alla Santa Sede (cioè appartenente alla Chiesa sotterranea che viene tutt'ora perseguitata dal regime comunista cinese)
Autore: Aldo Maria Valli - Fonte: Radio Roma Libera, 10 Ottobre 2020

"Sono incompetente", "non ho nessun talento", "non sono al passo con l'epoca", "non voglio essere ostacolo per il progresso": così monsignor Vincenzo Guo Xijin ha spiegato, durante la sua ultima Messa pubblica, la decisione di dimettersi da tutte le cariche per ritirarsi a una vita nascosta e di preghiera.
Una vicenda, quella del vescovo Guo, che può essere definita in un solo modo: un'enorme ingiustizia.
Erede legittimo di monsignor James Xie Shiguang, il vescovo della Chiesa sotterranea morto nel 2005 senza mai aver accettato di scendere a compromessi con il regime comunista di Pechino, Guo era la guida di oltre settantamila cattolici cinesi nella diocesi di Mindong, nella Cina sud-orientale, che in lui avevano visto il nuovo difensore della fede, baluardo contro le prevaricazioni del regime.
Pechino aveva tentato di imporre al posto di Guo monsignor Zhan Silu, allineato al governo e alla cosiddetta Associazione patriottica cattolica, la finta Chiesa emanazione del Partito comunista. Silu era stato scomunicato da Roma, ma due anni fa la firma dello scellerato accordo tra Cina e Vaticano per la nomina dei vescovi aveva trasformato la diocesi di Mindong in una specie di laboratorio per la verifica dell'intesa. Risultato: monsignor Zhan Silu, al quale era tolta la scomunica, veniva promosso dal papa vescovo titolare mentre monsignor Vincenzo Guo era retrocesso a vescovo ausiliario.
Per due anni Guo ha cercato di resistere, in attesa che la giustizia potesse trionfare. Ma ora che il Vaticano ha tutta l'intenzione di rinnovare l'accordo con Pechino, abbandonando di fatto al loro destino i vescovi fedeli e i cattolici della Chiesa sotterranea, ha deciso di gettare la spugna. E lo ha fatto [...] umiliandosi davanti a tutti ma anche lasciando trasparire un sarcasmo più tagliente di qualsiasi invettiva.
"Rimane il fatto - commenta la benemerita agenzia AsiaNews, grazie alla quale abbiamo notizie di prima mano dalla Cina - che egli, un grande confessore della fede, che ha subito molte volte la prigionia, per amore all'unità della Chiesa lascia lo spazio a un vescovo ex scomunicato, da tutti conosciuto come ambizioso e assetato di potere".
Tra l'altro monsignor Zhan Silu, "riconciliato con papa Francesco", non ha compiuto alcun gesto di richiesta pubblica di perdono davanti alla comunità.
Riassumendo quanto è successo a lui e alla sua comunità, nell'ultima omelia rivolta ai fedeli monsignor Guo afferma: "Tutto questo è forse il segno di una nuova epoca, una pagina nuova per la Chiesa. In un momento storico così straordinario, abbiamo bisogno di personaggi con grande talento, saggezza, virtù e conoscenza, per poter stare al passo con quest'epoca, o persino precedere i passi dell'epoca guidandola. Io sono una persona che non ha nessun talento, la mia testa è ormai obsoleta e non sa come cambiare con il mutar della società; un pastore nato in un povero villaggio che non possiede nessun talento, né virtù, né saggezza, né capacità, né conoscenza; dinanzi a questa epoca che cambia così rapidamente, mi sento quasi incapace. Ringrazio Dio per avermi illuminato facendomi capire che ormai non sono più in grado di essere al passo con quest'epoca. Nonostante ciò, non voglio neanche diventare un ostacolo per il progresso. Per questo ho deciso di dimettermi presentando le mie dimissioni alla Santa Sede già nel mese scorso".
Poi, alla fine del messaggio, il vescovo dimissionario lascia il suo breve ma significativo testamento spirituale: "Miei fedeli, dovete ricordarvi che la vostra fede è in Dio e non in un uomo. L'uomo è soggetto ai cambiamenti, ma Dio no. L'ultima raccomandazione: in ogni circostanza o cambiamento, non dovete mai dimenticarvi di Dio, non ignorare i comandamenti del Signore, non nuocere all'integrità della fede, non rallentare la salvezza dell'anima che è la cosa più importante. Nel momento in cui sto per lasciare l'incarico, vi chiedo di perdonarmi per la mia debolezza e impotenza, soprattutto per le offese recatevi durante il mio incarico! Che il Dio misericordioso sia sempre con voi, fino all'ultimo giorno della vostra vita! Il vostro incompetente pastore Guo Xijin".
La vicenda di monsignor Guo dimostra in modo evidente e drammatico come il Vaticano sia disposto ad abbandonare i pastori più fedeli in nome di un accordo iniquo e insensato, ancora oggi tenuto segreto.
L'umiliazione inflitta a un vescovo coraggioso e fedele è una ferita inferta non solo alla Chiesa cinese, ma a tutto il popolo cattolico e specialmente a quei fratelli nella fede che in ogni parte del mondo mantengono accesa la fiammella al prezzo di persecuzioni e vessazioni d'ogni genere.

DOSSIER "L'ACCORDO CINA-VATICANO"
Il disastro della nuova Ostpolitik

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Fonte: Radio Roma Libera, 10 Ottobre 2020

7 - LE MENZOGNE DEL CORRIERE DELLA SERA SULLA SEPOLTURA DEI BAMBINI ABORTITI
Una notizia nata da uno sfogo di una donna viene utilizzata per mettere in cattiva luce chi cerca di dare una degna sepoltura ai bambini non nati
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: Sito del Timone, 1 ottobre 2020

A qualcuno deve dare fastidio - e parecchio - la pratica sempre più diffusa delle sepoltura dei feti da aborto, spontaneo o volontario. È quanto si apprende dalla lettura di un articolo del Corriere della Sera a commento di una notizia nata da uno sfogo di una donna. Una mamma, per la verità, solo che già dal titolo si è stati ben attenti a calibrare al millimetro le parole per adempiere alle regole neogrammaticali della neo lingua per il neo pensiero moderno.
La storia è questa: Roma. Una mamma - si, non è solo una donna, ma è una mamma - viene a scoprire che il feto da lei abortito è pronto per la sepoltura in un area del cimitero Flaminio. Rimane sorpresa, non aveva infatti dato il benestare alla sepoltura, ma ciò che la indigna di più è scoprire che la targhetta riconoscitiva del piccolo non è altro che il nome della donna.
Sgradevole, effettivamente, tanto che la donna si appella alla privacy lesa e i soliti Radicali ne approfittano per gridare alla caccia alle streghe: «Quella donna porta il marchio dell'infamia?». È sicuramente un errore dei gestori del cimitero, in applicazione al regolamento mortuario del Comune di Roma.
Il punto è che quell'area è gestita direttamente dai servizi cimiteriali municipali. Però una indelicatezza come questa rischia di creare uno stigma verso il lavoro di quelle associazioni che si sono battute - in Lazio a livello regionale, ma anche in tutt'Italia - per dare degna sepoltura alle vittime - le prime vittime - dell'aborto e creare nei cimiteri italiani queste aree dove il piccolo spesso non viene neanche chiamato per nome, ben sapendo che secondo la pietas cristiana il suo nome è già scritto nei Cieli.
L'articolo però non è servito per denunciare solo una indelicatezza di privacy - peccato però che nessuno si stracci le vesti per l'indelicatezza di uccidere un essere umano nel grembo materno - ma anche per iniziare a puntare il focus indagatore su queste aree. L'articolo infatti spiega che questi spazi sono stati anche mappati in un sito e una rivista britannica addirittura spiega che sono gestite da gruppi di «ultracattolici». Il messaggio è molto semplice: per colpa dei cattolici le donne che abortiscono devono portare il marchio dell'infamia, ferite nella privacy e si vedono seppelliti in un cimitero i loro feti.
Eppure, nel delirio abortista, qualche cosa sfugge, soprattutto la buona fede e lo si evince proprio dalla lingua che ha regole cui spesso l'ideologia non riesce a sottostare. La lingua è in sostanza come quelle mogli che alla fine smascherano sempre il marito fedifrago.
La donna (mamma) infatti ammette che quello «era suo figlio». Come la mettiamo? E ancora. Se la donna (mamma) non voleva saperne del figlio tanto da sbarazzarsene e non occuparsene, perché poi si è dovuta scandalizzare una volta venuta a sapere che qualcun altro si era "appropriato" di quel bambino? Se qualcuno l'avesse chiamato Riccardo - ad esempio - siamo sicuri che la donna non avrebbe gridato al doppio scandalo? Probabilmente sì perché quello che dà fastidio è il continuare a dare a quel feto lo status di essere umano. Parole e convincimenti irrazionali permettono così di giocare a piacimento con la vita e con la morte.
Inutile a questo punto che la giornalista solerte camuffi il tutto come un semplice argomento che riguarda il seppellimento dei "prodotti del concepimento" perché se poco più avanti utilizza la parola cimiteri,  vuol dire che stiamo parlando di esseri umani. Esistono cimiteri di oggetti? No, si chiamano discariche o ripostigli o soffitte o robivecchi o autodemolitori. Ma non cimiteri
Da ultimo, già dal titolo è evidente che si voleva spostare l'attenzione: "Hanno seppellito il feto di mio figlio". Come se il feto fosse qualcosa di staccato dall'essere umano. Un essere umano non figlio. Come un organo. Come "il braccio di mio figlio", "la gamba di mio figlio". Neo lingua, per un neo pensiero sgamato da mamma ragione, però.

Nota di BastaBugie: per approfondire il seppellimento dei bambini non nati si possono leggere i seguenti articoli.

STORIA DI UNA PICCOLA TOMBA
Una mamma racconta la pietosa sepoltura del corpicino di suo figlio che l'ospedale non voleva dargli (eppure la legge italiana permette il seppellimento anche sotto le 20 settimane!)
da Confederazione Triarii
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5591

GARANTIRE LA SEPOLTURA DI TUTTI I BAMBINI NON NATI E' UNA BATTAGLIA DI CIVILTA'
Avere un luogo dove reincontrare il bambino abortito è una possibilità importante per la donna di elaborare il suo lutto
da Il Sussidiario
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1875

DEGNA SEPOLTURA PER I BIMBI NON NATI
E' per legge un diritto dei genitori, ma pochi lo richiedono perché non lo sanno (eppure è un gesto umano di pietà)
di Francesco Agnoli
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1892

Fonte: Sito del Timone, 1 ottobre 2020

8 - OMELIA XXIX DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 22,15-21)
Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Nessun avvenimento della storia sfugge alla Provvidenza di Dio. Così nella prima lettura di oggi vediamo come Ciro, fondatore dell'Impero persiano, pur non conoscendo il vero Dio, fu uno strumento nelle mani di Dio e servì ai suoi benevoli disegni. Ciro infatti ordinò il ritorno degli Ebrei da Babilonia e la ricostruzione del Tempio a Gerusalemme. Per bocca del profeta Isaia, Dio disse: «Per amore di Giacobbe, mio servo, e d'Israele, mio eletto, io ti ho chiamato per nome, ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca [...] Ti renderò pronto all'azione, anche se tu non mi conosci» (Is 45,4-5). Da queste parole comprendiamo come sia stato Dio stesso a dare un titolo a Ciro (cf Is 45,4), cioè a conferire a lui il potere, proprio in vista del ritorno degli Ebrei dall'esilio di Babilonia. Gesù stesso disse a Pilato che nessuno esercita un potere se questo non gli è dato dall'alto (cf Gv 19,11).
Dio si serve di tutto e di tutti per portare avanti i suoi disegni, e nulla sfugge alla sua Provvidenza. Così Dio si è servito anche delle persecuzioni contro il Cristianesimo per diffondere la parola del Vangelo ancor più efficacemente fino agli estremi confini della terra.
Questa verità deve colmarci di consolazione, al pensiero che siamo sempre nelle mani di Dio e che nessun particolare della nostra vita si sottrae alla sua Provvidenza. San Paolo dice con chiarezza che «tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8,28), anche la stessa sofferenza e la persecuzione.
Come abbiamo ascoltato dal Vangelo, i farisei cercavano di mettere in difficoltà Gesù con una domanda insidiosa: «È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» (Mt 22,17). Comunque avesse risposto, Gesù avrebbe dato degli appigli alla malizia dei farisei. Infatti, se rispondeva "sì", ciò poteva essere visto come uno sminuire il potere di Dio sul suo popolo, per gli Ebrei era infatti inconcepibile dover pagare un tributo ad una autorità che non fosse stata quella di Dio; se rispondeva "no", ciò poteva essere chiaramente visto come una ribellione al governo di Roma.
Gesù sfugge al tranello, dicendo: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22,21). Con queste parole Gesù divide quella che è l'autorità civile da quella che è l'autorità religiosa. Questi sono due ambiti differenti: l'autorità civile mira al bene pubblico temporale; quella religiosa, al bene spirituale ed eterno delle anime. Questi due poteri sono distinti, anche se l'autorità civile deve sempre rispettare i Comandamenti di Dio.
Da tutto questo ne consegue che i cittadini devono osservare le leggi dello Stato, sempre che siano giuste e non contrarie ai principi morali e religiosi e al bene comune. Lo Stato non può esigere ciò che è dovuto solo a Dio, e il cristiano deve mantenere e difendere la sua libertà di onorare Dio al di sopra di tutto.
Un esempio eroico di fedeltà a Dio ce lo offre san Tommaso Moro, Cancelliere del re d'Inghilterra Enrico VIII. Quando nel XVI secolo questo re voleva staccare l'Inghilterra dalla Chiesa Cattolica, egli, con parole umili e prudenti, volle far comprendere al monarca che un tale passo non era secondo la Volontà di Dio. Il re fece allora imprigionare il Cancelliere, il quale rimase fermo nella fede cattolica, consapevole che prima di tutto bisogna obbedire a Dio. La scure del boia staccò la testa al glorioso Martire, ma non riuscì a togliergli la retta fede.
Rispondendo ai farisei che cercavano di metterlo in fallo, Gesù impartisce una lezione di grandissima importanza. Egli ci fa comprendere l'esigenza di rendere a Dio ciò che è di Dio. La moneta che i farisei mostrarono a Gesù recava l'immagine di Cesare, ma nella nostra anima vi è un'immagine molto più preziosa: quella di Dio. Creati a sua immagine e somiglianza, dentro di noi rechiamo l'immagine del Creatore, e siamo tenuti a dargli ciò che è dovuto, ovvero la stessa vita che Egli ci ha donato.
Ai giorni d'oggi si parla molto dei doveri dei cittadini nei confronti dello Stato, ma poche volte ci si ricorda dei doveri ancor più grandi che noi abbiamo nei confronti di Dio. Si cerca, infatti, di emanciparci quanto più è possibile da Lui, rivendicando una presunta autonomia nei riguardi di chi ci ha creati e redenti. Non c'è più stolta presunzione di questa.
Impariamo dai martiri della fede che solo nell'obbedienza alla Volontà di Dio troveremo la nostra più autentica realizzazione.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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