BastaBugie n�719 del 02 giugno 2021

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1 CONTRORDINE, COMPAGNI: IL COVID E' USCITO DAL LABORATORIO DI WUHAN... COME DICEVA TRUMP
Biden spinge per il riconoscimento dell'origine artificiale del Coronavirus (da sempre sostenuta da Trump, ma avversata da Anthony Fauci, capo della task force contro il Covid... e che adesso invece ha cambiato idea)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
2 IL SENATO APPROVA UNA LEGGE SULL'AGRICOLTURA BIOLOGICA: TECNICA OBSOLETA E INSOSTENIBILE CHE SARA' PAGATA CON I SOLDI DEI CITTADINI
Eppure l'alternativa esiste e si chiama agricoltura integrata, che supera la scarsa efficienza del biologico (ma i politici non hanno tenuto conto dell'appello di 500 scienziati, esperti della materia)
Autore: Luigi Mariani - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 IL CRISTIANESIMO NON PUO' CHE ESSERE ROMANO
La romanità è un giudizio culturale e un criterio di civiltà fondamentale per il Cristianesimo che è il fondamento dell'Occidente
Fonte: I Tre Sentieri
4 LA PAURA E' UNA MALATTIA DELL'ANIMA
Se si è lontani da Dio il timore è dietro l'angolo, per questo bisogna combattere la pusillanimità affinché le nostre scelte non vengano condizionate dalla paura (VIDEO: la paura)
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: Il Timone
5 BIDEN AUTORIZZA LE BANDIERE LGBT NELLE AMBASCIATE USA
Altre notizie dal mondo gay negli USA: Biden e il nuovo regolamento sanitario pro trans, Gli Stati contro Biden sul gender, Per Usa Today maschio è una parola offensiva
Autore: Luca Volontè - Fonte: Provita & Famiglia
6 SAN DOMENICO SAVIO: ''LA MORTE MA NON I PECCATI''
Il mondo sarebbe un anticipo di Paradiso se si leggesse ai bambini la vita di questo piccolo gigante di santità cresciuto alla scuola di don Bosco
Autore: Ermes Dovico - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 LA TRINITA' CI INSEGNA COS'E' L'AMORE VERO
Meditando su Dio Padre, Figlio e Spirito Santo si capisce perché l'amore, per essere vero, deve essere giudicato dalla verità (così si sarebbero evitate le stragi di Hitler, Stalin, Rivoluzione Francese e poi aborto, eutanasia...)
Autore: Corrado Gnerre - Fonte: I Tre Sentieri
8 OMELIA CORPUS DOMINI - ANNO B (Mc 14,12-16.22-26)
Questo è il mio sangue dell'alleanza
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - CONTRORDINE, COMPAGNI: IL COVID E' USCITO DAL LABORATORIO DI WUHAN... COME DICEVA TRUMP
Biden spinge per il riconoscimento dell'origine artificiale del Coronavirus (da sempre sostenuta da Trump, ma avversata da Anthony Fauci, capo della task force contro il Covid... e che adesso invece ha cambiato idea)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 29 maggio 2021

La possibile provenienza del Covid 19 dai laboratori cinesi di Wuhan (probabilmente una fuoruscita accidentale) un anno fa era già stata illustrata, fin nei dettagli, dal professor Joseph Tritto nel libro "Cina-Covid 19. La chimera che ha cambiato il mondo" (Cantagalli). Un libro uscito ad agosto 2020 e snobbato dai media mainstream.
La ricostruzione della vicenda fatta da Tritto è stata sospettata di "disinformazione" dalla polizia del pensiero della rete, fino alla censura.
Nessuno sembrava interessato a capire se era vero o no ciò che riportava il libro. Il fatto stesso che confermasse, con argomenti scientifici, quanto andava dicendo da mesi il presidente Donald Trump, bastava a renderlo tabù.
Accennare al laboratorio di Wuhan era sufficiente per essere bollati come trumpiani o liquidati come "complottisti". Dovevamo rassegnarci tutti alla storia del pipistrello a cui era addebitato tutto lo sfacelo umanitario ed economico provocato dal Covid nel mondo intero.
Oggi d'improvviso sembra che il vento si sia messo a soffiare in senso opposto. Spazzato via Trump si riaccendono i riflettori su Wuhan.
Al punto che Joe Biden ha dichiarato di aver chiesto all'intelligence di "raddoppiare gli sforzi per arrivare entro tre mesi ad una rapporto definitivo" sull'origine del Covid e pretende che il regime cinese risponda "a domande specifiche".
Ormai da settimane autorevoli personalità sui giornali parlano della possibile origine artificiale del virus.

CLAMOROSO DIETROFRONT
Il caso più clamoroso è quello di Anthony Fauci, capo dell'Istituto nazionale americano di malattie infettive. È quell'alto consigliere della presidenza Usa (alla testa della task force contro il Covid) che per mesi è stato visto dai Dem come il controcanto a Trump stesso.
Nel maggio 2020, Fauci dichiarava: "L'evidenza scientifica indica fermamente che il virus sia evoluto in natura per poi compiere il salto di specie. E dunque non possa essere stato manipolato in laboratorio".
In questi giorni, a un anno di distanza, Fauci ha dichiarato l'opposto: "Non sono convinto che il Covid 19 abbia origine naturale. Penso che dobbiamo continuare ad indagare su cosa sia successo in Cina fino a quando troveremo le risposte più esatte".
Due settimane fa, sull'autorevole rivista "Science", diciotto importanti scienziati hanno scritto che l'inchiesta dell'Oms, in collaborazione con la Cina, non ha spiegato nulla e occorre una vera inchiesta internazionale chevaluti anche "l'ipotesi dell'incidente di laboratorio".
Quattro giorni fa il Wall Street Journal - riportando fonti dei servizi segreti - ha parlato di tre ricercatori del laboratorio di virologia di Wuhan che sarebbero stati ammalati (e ricoverati) nel novembre 2019 con sintomi "compatibili sia con il Covid, sia con l'influenza stagionale".
Per capire come il vento stia cambiando basta vedere un titolo del "Corriere della sera" di ieri: "A Wuhan esperimenti aggressivi. La Cina mente sull'origine del virus".
Questa frase virgolettata titolava un'intervista a "Jamie Metzl, collaboratore di Clinton e Biden" il quale "assegna un 85% di probabilità alla 'fuga' dal laboratorio". Metzl spiega: "Se non troviamo la verità e non affrontiamo le vulnerabilità, correremo rischi non necessari per future pandemie".
Ma il segnale più chiaro del capovolgimento di scenario è arrivato da Facebook. Infatti ha annunciato che, da ora in poi, non censurerà e non rimuoverà più i post degli utenti che parlano della possibile fuoruscita del virus dal laboratorio di Wuhan.
Il professor Benedetto Ponti, docente di Diritto amministrativo e Diritto dei media digitali all'Università di Perugia, sostiene che si dovrebbe riflettere seriamente su tutta questa vicenda e su come si è sviluppata.

FAKE NEWS?
Nonostante fin dall'inizio circolasse l'ipotesi dell'origine artificiale del virus, osserva Ponti, "il giudizio degli scienziati era descritto come compattamente schierato per l'origine naturale. Perciò la diffusione di questa fake news (così era bollata) era attivamente contrastata sia ad opera delle stesse piattaforme, sia sulla base di specifiche policy pubbliche, del governo italiano e anche a livello Ue".
Il professor Ponti si chiede: "è corretto e utile avere tante certezze, quando si ha a che fare con un fatto 'nuovo'?".
Certo, "la lotta alla disinformazione in materia di Covid 19 intende prevenire o ridurre i danni derivanti dalla diffusione di informazioni ingannevoli, che minano la fiducia del pubblico, ma che accade se una tesi, bollata come 'disinformation', riceve poi credito anche nella comunità scientifica? 'Castrare' la discussione pubblica, bollando certe tesi come false ed ingannevoli, per poi scoprire che invece meritano di essere analizzate, e non preventivamente squalificate, è un buon servizio alla salute?"
Peraltro si trattava di "contenuti del tutto leciti", quindi la censura lascia ancor più perplessi. Ponti aveva già provato, con un articolo su una rivista giuridica della primavera 2020, a mettere in guardia "dagli effetti nefastiche sarebbero derivati da un approccio 'censorio' alla discussione pubblica".
Una informazione libera - conclude lo studioso - è utile anche "per la tutela della salute (presente e futura)".
Dunque fra i tanti danni di questa pandemia c'è pure il rischio di "sinizzazione" della nostra democrazia.
Del resto il Covid 19, all'Italia e al mondo intero, è costato - in termini di vittime e di danni economici - quasi quanto una guerra perduta. Mentre, paradossalmente, la Cina sembra la meno penalizzata. Vedremo cosa si scoprirà sul laboratorio di Wuhan.
Se alle negligenze del regime comunista, nei primi mesi dell'epidemia, si dovessero aggiungere pure delle negligenze del laboratorio di Wuhan, se cioè si accertasse la fuoruscita accidentale del virus, le responsabilità della Cina sarebbero gravissime e molti paesi potrebbero porre il problema del risarcimento.

Nota di BastaBugie:
il titolo di questo articolo allude alla frase "Contrordine, compagni!", che apre la battuta di ognuna delle vignette di Giovannino Guareschi, il padre letterario di Don Camillo, tratta dalla serie "Obbedienza cieca, pronta, assoluta" che dal 1947 compare sul settimanale satirico Il Candido, diretto da Guareschi stesso.
Le vignette ironizzano sulla cieca fiducia che gli iscritti del PCI riponevano in quanto scritto su «L'Unità», il quotidiano del Partito Comunista. È una presa in giro della base comunista, capace di versare, senza neppure un tentennamento, il cervello all'ammasso del partito, senza neppure porsi il minimo dubbio su quanto dalle pagine de "L'Unità" veniva ordinato di fare.
Per questo i comunisti vi venivano raffigurati con tre narici: le prime due servivano per respirare, ma la terza narice serviva per far uscire il cervello e far entrare le direttive del partito. Per questo Guareschi chiamava "trinariciuti" i comunisti.
Ecco qui alcuni esempi delle frasi sotto alle vignette di Guareschi (è facile immaginare la divertente vignetta relativa):
Contrordine compagni! La frase pubblicata sull'Unità: "I compagni che non volano sono traditori", contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: "I compagni che non votano sono traditori. (7 marzo 1948)
Contrordine compagni! La frase pubblicata sull'Unità: "Bisogna scendere in piazza con bandiere e porci, alla testa delle masse", contiene un errore di stampa, e pertanto, spostando una virgola, va letta: "Bisogna scendere in piazza con bandiere, e porci alla testa delle masse. (14 marzo 1948)
Contrordine compagni! La frase pubblicata nell'Unità: "Tutti i lavoratori devono essere legati a un unico gatto", contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: "Tutti i lavoratori devono essere legati a un unico patto. (21 marzo 1948)
Contrordine compagni! La frase pubblicata nell'Unità: "Bisogna introdurre il nostro giornale anche nelle suole", contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: "Bisogna introdurre il nostro giornale anche nelle scuole. (27 marzo 1948)

DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

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Fonte: Libero, 29 maggio 2021

2 - IL SENATO APPROVA UNA LEGGE SULL'AGRICOLTURA BIOLOGICA: TECNICA OBSOLETA E INSOSTENIBILE CHE SARA' PAGATA CON I SOLDI DEI CITTADINI
Eppure l'alternativa esiste e si chiama agricoltura integrata, che supera la scarsa efficienza del biologico (ma i politici non hanno tenuto conto dell'appello di 500 scienziati, esperti della materia)
Autore: Luigi Mariani - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31-05-2021

Il DDL 998, approvato pochi giorni fa in Senato con una maggioranza "bulgara" di 195 favorevoli, un solo contrario (la Senatrice a vita Elena Cattaneo) e un astenuto, e che dovrà comunque effettuare un ulteriore passaggio alla Camera per l'approvazione definitiva, è solo la legge più recente a supporto del settore dell'agricoltura biologica partorita dal nostro Parlamento.
Su tale legge, il cui testo approvato in Senato è disponibile online, una parte significativa del mondo scientifico ha ingaggiato una battaglia culturale cui ha partecipato in prima persona anche il sottoscritto e che si è sostanziata in due documenti di analisi, ricchi di bibliografia e inviati ai Deputati e Senatori. Nello specifico il documento inviato a tutti i Senatori il 19 gennaio 2019 è liberamente consultabile sul sito Agrarian Sciences ove è riportata anche la lista dei 444 esperti che lo hanno sottoscritto (fra di loro molti docenti universitari, agricoltori e tecnici del settore agricolo). Tale battaglia si è conclusa appunto con uno stupefacente "195 a 1", che non mi abbatte in alcun modo in quanto ho la coscienza di aver agito per l'interesse nazionale e per la scienza, come vedrò di illustrare nel prosieguo di questo scritto e come dimostra il voto contrario della collega professoressa Elena Cattaneo, di cui ci tengo in premessa a lodare la coerenza rispetto ai propri ideali scientifici, una coerenza che peraltro nell'episodio in questione è stata vissuta nella più totale solitudine.
Premetto anche che "il marcio sta a Bruxelles", nel senso che l'Unione Europea da anni legifera a favore del biologico e che più di recente, tramite il cosiddetto "Farm to fork", ha posto il biologico al cuore della politica comunitaria dei prossimi anni.

I TANTI MOTIVI DI CONTRARIETÀ ALLE AGRICOLTURE BIO
Il DDL 998 devolve denaro pubblico alle agricolture bio (biologico e biodinamico) finanziando ricerca, innovazione, promozione, educazione alimentare al consumo di prodotti bio, insegnamento universitario e creando un sistema sementiero parallelo in cui gli agricoltori scambiano fra loro sementi senza alcun riguardo alle leggi sementiere che i comuni agricoltori sono tenuti a rispettare e che sono uno dei presupposti per un'agricoltura al passo con i tempi, in quanto fissano i requisiti di qualità a cui le ditte che commercializzano sementi sono tenute ad attenersi.
Circa l'insegnamento universitario, che è tra le cose che più mi sta a cuore, prego i lettori di immaginare lezioni in cui i professori disquisiscono dottamente delle fantomatiche "energie cosmiche" su cui si fonda il biodinamico, rovinando in tal modo generazioni di studenti. Il povero Galileo si rivolterà nella tomba così come si rivolteranno migliaia di scienziati che alla sua grande lezione (la scienza fondata sull'osservazione della realtà e la sua interpretazione) si sono per secoli ispirati.
Ogni legge che il nostro parlamento approva dovrebbe a mio avviso avere come principio ispiratore l'interesse generale, che in agricoltura si esprime come piena sostenibilità (ambientale, economica e sociale), salubrità dei prodotti e autosufficienza alimentare. In altri termini prodotti agricoli di qualità e a prezzi contenuti per il consumatore e per le filiere agro-alimentari.

BIO, OBSOLETO E INSOSTENIBILE
A tale riguardo il biologico, lungi dall'essere il modello di agricoltura per l'Europa del futuro, si presenta oggi come una tecnologia obsoleta e insostenibile, per l'elementare motivo che a fronte di una qualità dei prodotti non significativamente diversa, produce dal 20 al 70 % in meno del convenzionale. Al riguardo è fondamentale considerare i dati produttivi statunitensi e francesi di pieno campo, perché frutto di sistemi di monitoraggio delle produzioni di gran lunga più efficaci del nostro.
Si scopre così che in Francia, secondo dati INRA, l'agricoltura convenzionale offre rese medie di 77 q/ha per il grano tenero (di cui la Francia è il maggior produttore europeo) mentre il frumento tenero biologico produce 29 q/ha (il 62% in meno) e dunque convertire l'agricoltura francese al biologico significherà trasformare un grande paese esportatore di cereali in un importatore, con effetti negativi sulla sicurezza alimentare globale: la Francia sarebbe infatti costretta ad approvvigionarsi sul mercato mondiale facendo aumentare i prezzi, con risvolti negativi sui paesi in via di sviluppo che dal mercato mondiale si riforniscono (chi si ricorda delle primavere arabe del 2008 può intendere appieno cosa significhi un aumento dei prezzi dei cereali sul mercato internazionale).
A ciò si aggiunga che l'aumento di domanda sul mercato mondiale spingerebbe molti paesi che si trovano in zone del mondo ecologicamente "fragili" a dissodare per rispondere all'aumentata richiesta, come del resto sta già accadendo nei paesi del bacino del Rio delle Amazzoni: alla faccia della sostenibilità ambientale e delle polemiche contro Bolsonaro, in cui i leader europei, almeno a parole, eccellono. E non ci si venga a dire che diventando tutti vegetariani risolveremmo il problema, in quanto (a parte il fatto che fino a prova contraria siamo onnivori) gli animali domestici consumano sì il 30% dei cereali ma ci ripagano producendo il 21% delle calorie e il 25% delle proteine consumate dall'umanità.

CO2, COL BIO EMISSIONI TRIPLE
I fautori del bio lo indicano da tempo come "modello di sostenibilità, impegno per il clima e rispetto dell'ambente" ma si scordano ad esempio di dirci che le emissioni di CO2 per tonnellata di riso prodotto sono triple nel biologico rispetto al convenzionale e doppie per tonnellata di frumento. Che dire poi del rame, fitofarmaco obsoleto, con un quadro tossicologico inquietante e che non è biodegradabile per cui persiste nell'ambiente per tempi indefiniti? L'odio ideologico per la chimica e per la stessa genetica (selezione di varietà resistenti alle malattie con l'uso delle più moderne tecnologie) spingono da decenni il biologico a fondare sul rame la difesa fungicida, non proponendo alcuna reale alternativa in termini di molecole a minore impatto ambientale e/o di miglioramento genetico.
E la produzione calerà
A ciò si aggiunga che in Italia il bio non è in alcun modo una scelta strategica poiché farà calare le produzioni, aumentando la nostra dipendenza dall'estero, già oggi molto forte: importiamo il 50% del frumento per pane e pasta e il 35% dei mangimi zootecnici da cui derivano prodotti da esportazione come i formaggi-grana e i prosciutti.
Quanto detto pone dubbi fondati rispetto al panegirico sulle virtù del biologico elevato nell'art. 1, c. 2: "la produzione biologica è un sistema globale di gestione dell'azienda agricola e di produzione alimentare, basato sull'interazione tra le migliori prassi in materia di ambiente e azione per il clima e di salvaguardia delle risorse naturali e, grazie all'applicazione di norme rigorose di produzione, contribuisce alla qualità dei prodotti, alla sicurezza alimentare, al benessere degli animali, allo sviluppo rurale, alla tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, alla salvaguardia della biodiversità e al raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell'intensità delle emissioni di gas a effetto serra stabiliti...". Tale panegirico rappresenta peraltro un miglioramento, ottenuto anche grazie all'impegno del nostro gruppo di docenti, tecnici e imprenditori agricoli, rispetto al testo originario, in cui il biologico era addirittura definito "di interesse nazionale".
Dov'è l'interesse per lo Stato?
Qual è la morale di tutto ciò? Se un produttore ritiene che per sfuggire alla logica dei prezzi bassi che caratterizzano le commodities sia per lui conveniente passare al biologico è libero di farlo. Tuttavia, non vedo in base a quale interesse generale si debba pagare con denaro pubblico la minore efficienza in termini produttivi e il maggiore impatto ambientale che da ciò inevitabilmente deriva. Se il biologico è davvero più gradito al consumatore, le relative filiere debbono essere in grado di stare sul mercato godendo degli stessi contributi riservati agli altri agricoltori, contributi che già oggi sono sensibilmente inferiori a quelli riservati al biologico, nel senso che nell'agricoltura convenzionale le sovvenzioni pubbliche coprono il 31% del reddito netto contro il 45% del biologico (fonte: Bioreport 2018).

Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Luigi Mariani, nell'articolo seguente dal titolo "Agricoltura bio, c'è un substrato di pseudoscienza" spiega che l'alternativa al bio esiste e si chiama agricoltura integrata, che supera la scarsa efficienza del bio.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 1° giugno 2021:

Le agricolture del gruppo bio hanno un substrato pseudoscientifico inquietante. Pseudoscientifica è l'idea secondo cui una molecola di urea di sintesi possa isterilire il suolo mentre l'analoga molecola presente nelle urine dei mammiferi sia un ottimo concime, così come è pseudoscientifica la distinzione fra fitofarmaci "naturali" buoni e fitofarmaci "di sintesi" cattivi: in natura vi sono i peggiori veleni di questo mondo (la cicuta da Conium maculatum e l'atropina da Atropa belladonna, solo per fare due esempi) e per rendersene conto basta consultare le etichette di alcuni fitofarmaci "naturali" usati dal biologico (Azadiractina, Spinosad, rame) e confrontarle con quella del tanto vituperato Glyphosate (il Roundup di Monsanto). Le etichette sono disponibili nella banca dati dei prodotti fitosanitari presso il Ministero della salute e per i prodotti "naturali" riportano frasi del tipo "molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata" o "può provocare reazioni allergiche", assenti per il Glyphosate.
Ciò peraltro dà modo di evidenziare un paradosso del DDL 998: all'art. 9 (Fondo per lo sviluppo della produzione biologica) si dice che il fondo è alimentato dal 2% del fatturato derivante dalla vendita di prodotti fitosanitari autorizzati e che presentino caratteri di ecotossicità particolari (ad esempio i codici di pericolo H400, H410, H411, H412 e H413 che designano prodotti tossici per gli organismi acquatici). Il bello è che vari prodotti usati in biologico presentano tali caratteri di ecotossicità (ad esempio H410 e H411 per il solfato di rame, H410 per Spinosad e Azadiractina), per cui si finanzia il biologico con un fondo ricavato a partire dai prodotti ecotossici che lo stesso biologico utilizza, incentivando in sostanza l'uso di tali prodotti. È davvero un bel guazzabuglio.
A ciò si aggiunga che zolfo e solfato di rame usati in biologico hanno ben poco di naturale in quanto derivano dall'industria chimica e addirittura lo zolfo deriva dalla desolforazione dei combustibili fossili. E ancor più pseudoscientifico è affidare le nostre colture alle "energie cosmiche" come fanno i biodinamici, che per il resto sposano gli stessi preconcetti pseudoscientifici propri del biologico.
Ci tengo qui ad aprire un inciso sui fitofarmaci ("medicine delle piante" o, se preferite, "pesticidi", inglesismo spregiativo a cui come agronomo preferisco non ricorrere): il lettore si sarà forse stupito apprendendo che anche nel biologico si usano fitofarmaci e qui rimarco il ruolo deleterio dei grandi media che da sempre indicano i fitofarmaci come appannaggio esclusivo della sola agricoltura "convenzionale", senza rendersi conto che anche il biologico ricorre in molti casi a tali prodotti, in quanto senza prodotti fitosanitari molte colture registrerebbero cali produttivi enormi e la stessa salubrità sarebbe messa a repentaglio dalle sostanze naturali e ciò nondimeno molto tossiche e in vari casi cancerogene (Aflatossine, Fumonisine, Deossinivalenolo, ecc.), prodotte dai funghi nemici delle colture.
L'alternativa al biologico esiste e si chiama agricoltura integrata, vale a dire l'agricoltura che senza pregiudizi ideologici fa proprie le migliori innovazioni nei settori della genetica e delle tecniche colturali, al fine di garantire sicurezza alimentare in un quadro di sostenibilità economica, sociale e ambientale. Tale agricoltura, che dispone anche di un proprio marchio, oggi purtroppo poco noto ai consumatori (e anche in questo c'è evidentemente una ragione...), è in grado di superare il più evidente limite delle agricolture bio che è costituito dalla scarsa efficienza (scarse rese per ettaro, dal 20 al 70% in meno rispetto al convenzionale) da cui deriva in ultima analisi l'insostenibilità sul piano ambientale del bio in quanto per compensare tale inefficienza occorrerebbe il 20-70% in più di terra, di cui non disponiamo a meno che non si decida di intaccare gli ecosistemi forestali e di prateria.
Un giovane imprenditore agricolo francese, che ha recentemente convertito la sua azienda al biologico, spiegava in un'intervista televisiva che un m2 di terreno coltivato da suo padre produceva 3 baguettes (il pane francese) mentre lo stesso m2 coltivato da lui ne produce ora una sola, il che per inciso calza alla perfezione con i dati che segnalavo in precedenza (29 q per ettaro contro 77 per il grano tenero). L'intervistato spiegava inoltre che tale débâcle non lo disturbava più di tanto in quanto i contributi pubblici lo compensano a iosa della minor produzione. Morale di questa "favola" è che lo Stato, in Francia come in Italia, interviene e sempre più interverrà in futuro premiando l'inefficienza produttiva, una cosa che da che mondo è mondo non si era mai vista.
Non ho neppure grandi speranze circa il fatto che la Camera possa interrompere la "marcia trionfale" del DDL 998, anche perché, come dicevo, "il marcio viene da Bruxelles" e a ben vedere deriva dall'adesione della politica europea alle istanze del mondo ambientalistico, che per motivi ideologici sponsorizza da anni l'agricoltura biologica, senza alcuna remora di tipo scientifico circa la reale sostenibilità di tale agricoltura.
Sottolineo anche che quanto abbiamo avuto modo di vedere configura un vero e proprio naufragio culturale, con Senatori palesemente non in grado di discernere fra un approccio ai problemi su base scientifica e uno su base ideologica e che non hanno "consiglieri scientifici" in grado di tradurre loro il linguaggio della scienza. La speranza è che la prossima legislatura possa vedere sugli scranni del Parlamento rappresentanti del popolo più sensibili alle istanze di uno sviluppo tecnologico realmente fondato su presupposti scientifici.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31-05-2021

3 - IL CRISTIANESIMO NON PUO' CHE ESSERE ROMANO
La romanità è un giudizio culturale e un criterio di civiltà fondamentale per il Cristianesimo che è il fondamento dell'Occidente
Fonte I Tre Sentieri, 20 aprile 2021

La romanità è un giudizio culturale e un criterio di civiltà che è stato (ed è ancora) importantissimo.
Attenzione, importantissimo non solo per la civiltà occidentale in genere, ma anche per il Cristianesimo stesso, per la sua diffusione e quindi per il suo essere fondamento della civiltà occidentale.
San Francesco Saverio è un santo straordinario: da solo partì per le Indie per portare il Vangelo. Partì senza nulla, solo con la ricchezza della propria Grazia e della propria Fede. Un vero gigante della santità. Eppure quali sono stati i risultati della sua missione? Certamente tante conversioni, certamente il grandissimo suo esempio che ammiriamo e che ci edifica ancora adesso... ma l'Oriente e l'Estremo Oriente, purtroppo, sono rimasti culturalmente e numericamente non cristiani.
Quali invece sono stati i risultati dei vari san Patrizio, san Bonifacio, san Colombano che hanno evangelizzato il Nord Europa? Di fatto quelle terre sono diventate sia culturalmente sia numericamente cristiane.
Possiamo, pertanto, concludere che san Patrizio, san Bonifacio e san Colombano erano più santi di san Francesco Saverio? Ovviamente no. E allora dov'è la spiegazione? È nel fatto che mentre san Francesco Saverio trovò un "terreno" poco predisposto ad accogliere il Vangelo, non fu così per coloro che evangelizzarono le terre del Nord Europa.
San Francesco Saverio trovò delle terre in cui era pressoché assente la dimensione della libertà individuale e quindi la stessa consapevolezza dell'alterità tra l'individuo e il tutto. D'altronde il fondamento filosofico della religiosità orientale ed estremo-orientale è il monismo panteistico in cui non c'è spazio per la realtà individuale.
Chi invece evangelizzò l'Europa trovò un "terreno" già predisposto per l'annuncio evangelico, un "terreno" già dissodato. Da cosa? Dal diritto romano.
Certamente, nel mondo antico ancora non vi era un vero e proprio concetto di persona, ma è indubbio come nel diritto romano già vi fosse la dimensione dell'alterità tra individuo e istituzione statuale, che servirà non poco a far accettare il Cristianesimo con il suo costitutivo riconoscimento della sostanza ontologica della persona umana, della sua individualità e dei suoi inalienabili diritti.
Dante Alighieri, che con la sua Commedia sintetizza tutto il pensiero medievale, lo dice: è vero che l'Impero romano ha perseguitato i primi cristiani, ma è pur vero che esso non solo è stato criterio di civiltà, ma ha svolto anche un ruolo provvidenziale per la diffusione del Cristianesimo stesso.
Si pensi a quanto gli apostoli e i loro successori si siano avvantaggiati di un'unificazione politica, culturale e linguistica, date appunto dalla romanità.
Ma Dante giustamente va oltre il dato storico del ruolo provvidenziale che la romanità e poi l'Impero romano avrebbero avuto per il raggiungimento della civiltà cristiana, dice anche che il futuro della cristianità non può che essere nella conservazione anche della sua romanità. In Paradiso Dante dialoga con una grande aquila formata da tante anime beate.
D'altronde fu questo il senso provvidenziale di quella fatidica notte del Natale dell'anno 800 in cui proprio a Roma, per volere del Papa e di un grande re come Carlo Magno, nacque quello che non a caso si chiamò il Sacro Romano Impero.
Sacro Romano Impero voluto appunto dalla Provvidenza.
Per chi crede che la storia non è solo un succedersi di avvenimenti senza significato o di fatti che casualmente si succedono, bensì l'azione della volontà di Dio che si serve della libera collaborazione dell'uomo, allora anche certe coincidenze non possono non avere un significato.
Come mai l'Impero Romano inizia con un Romolo e finisce con un altro Romolo (Romolo Augustolo)?
E come mai anche il Sacro Romano Impero inizia con un Carlo (Carlo Magno) e finisce con un altro Carlo (il beato Carlo d'Asburgo)?
Coincidenze? È un po' difficile crederlo.

Fonte: I Tre Sentieri, 20 aprile 2021

4 - LA PAURA E' UNA MALATTIA DELL'ANIMA
Se si è lontani da Dio il timore è dietro l'angolo, per questo bisogna combattere la pusillanimità affinché le nostre scelte non vengano condizionate dalla paura (VIDEO: la paura)
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: Il Timone, marzo 2021 (n. 204)

Il timore, la pusillanimità, è una debolezza toccata in sorte, di fronte alla quale nulla si può fare, come le lentiggini o il naso storto o a patata? Ed è possibile vivere da uomini, e da uomini di fede, allorché le nostre scelte vengono determinate da questa passione?
Per i Padri, la questione è chiara e semplice: il timore è una malattia, dunque una condizione patologica non naturale dell'uomo. Certamente esistono fattori educativi che possono rendere una persona particolarmente vulnerabile a riguardo: l'idolatria della sicurezza e della salute, cui molti genitori ed educatori hanno offerto il loro incenso, si scontra frontalmente con un'educazione che invece ha sempre riconosciuto nel rischio, nella difficoltà, nella malattia, nella sconfitta, dei grandi alleati per formare degli uomini e non degli eterni bambini. Torniamo al grande insegnamento dei Maestri. Il timore paralizza l'uomo; esso s'insinua come una corrente persistente di pensieri, che presentano in modo ossessivo scenari futuri drammatici, che vengono emotivamente vissuti come se fossero reali. Da qui l'ansia, l'angoscia, il panico, quegli stati d'animo che paralizzano l'uomo, lo deprimono e lo spingono a evitare di prendere posizione, di lottare. La parola d'ordine è fare di tutto per conservare la posizione ed evitare guai, non esporsi, non correre rischi. La verità, il bene, la fedeltà a Dio e al prossimo, la Sua gloria vengono o totalmente rimossi oppure, in modo più rappacificante per la coscienza, "accomodati".
La mediocrità diventa allora la cifra del timoroso e del pusillanime; e sappiamo come il mediocre, il tiepido, venga giudicato da Dio. Occorre perciò reagire a questa passione esiziale dell'anima. E i Padri, questi grandi conoscitori dell'animo umano, forniscono delle indicazioni molto precise e alla portata di tutti: «Chi si sforza nella preghiera pura sentirà rumori e fracassi, voci e insulti; ma egli non crollerà, né perderà il suo sangue freddo, dicendo a Dio: "Non temerò alcun male, perché tu sei con me" e altre parole simili» (Evagrio, La preghiera, 97). Il cristiano deve avere sempre sulle labbra le parole di confidenza presenti nelle Scritture, perché scendano nel cuore e lo risanino in profondità da questa passione. Evagrio richiama di fatto il Salmo 23 [22], al quale si può affiancare anche il Salmo 27 [26]: «Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore? [...] Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia». E che dire del Salmo 91 [90], che san Benedetto aveva affidato alla preghiera quotidiana del monaco - nell'ora di Compieta -, affinché dal suo cuore, giorno dopo giorno, venisse allontanata ogni forma di paura?
La parola di Dio sulle labbra e il pensiero di Dio nella mente, come insegna questo apoftegma: «Un anziano diceva: "Che tu sia addormentato o sveglio, qualunque cosa tu faccia, se Dio è davanti ai tuoi occhi, anche la forza di Dio rimane in te"». I demoni fanno di tutto per portare il nostro pensiero ad arrabattarsi dietro a mille cose, a cercare sofisticate soluzioni, a sprofondare nelle preoccupazioni, pur di impedirgli di rimanere in Dio; essi sanno molto bene che quando l'attenzione dell'uomo vaga lontano da Dio, diventa molto semplice farlo precipitare nella paura. È per questo che per i Padri il timor di Dio, ossia questa costante consapevolezza di vivere sotto il suo sguardo, è la soluzione radicale alla paura. Mentre l'oblio di Dio è l'ambiente ideale dove scorrazzano i fantasmi notturni e diurni.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 3 minuti) dal titolo "La paura è una malattia" si può vedere una delle scene iniziali di Apocalypto, il film capolavoro di Mel Gibson del 2006. Nel bel mezzo di una battuta di caccia la tribù di Zampa di Giaguaro, il protagonista del film, incontra un'altra tribù. Si cominciano a intravedere le conseguenze drammatiche (per le tribù oppresse) della ricerca incessante di vittime per i sacrifici umani tipici delle grandi civiltà precolombiane. Tra l'altro è per questo che l'annuncio dei missionari cristiani ebbe un così rapido successo: era finita l'epoca della paura ed era iniziata quella della speranza. Gli spagnoli liberarono in questo modo interi popoli dall'incubo delle razzie ''sacre''. Le civiltà dei Maya, degli Incas e degli Atzechi non crollarono a causa di fattori esterni poiché, come spiega il manifesto del film Apocalypto, una civiltà viene distrutta dall'esterno solo quando si è già corrotta al suo interno.
Per approfondimenti sul film Apocalypto, clicca sul seguente link:
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=17


https://www.youtube.com/watch?v=cJZ0PrkejVE

Fonte: Il Timone, marzo 2021 (n. 204)

5 - BIDEN AUTORIZZA LE BANDIERE LGBT NELLE AMBASCIATE USA
Altre notizie dal mondo gay negli USA: Biden e il nuovo regolamento sanitario pro trans, Gli Stati contro Biden sul gender, Per Usa Today maschio è una parola offensiva
Autore: Luca Volontè - Fonte: Provita & Famiglia, 29/04/2021

Stati Uniti dalla doppia nazionalità e sempre più vincolati all'ideologia gender e alle pretese LGBTI. Sia Biden, sia il Segretario di Stato Antony Blinken, infatti, hanno dato l'autorizzazione all'esposizione della bandiera arcobaleno in tutte le ambasciate del Paese sparse nel mondo. Sugli edifici ora ci saranno due bandiere, quella a stelle e strisce e quella arcobaleno.
Secondo le direttive, la bandiera dell' "orgoglio LGBTQI" ora sventolerà come quella americana, un segnale chiaro, dunque, della doppia identità nazionale degli Usa. Trump, in precedenza, invece, aveva vietato la bandiera del Pride nelle ambasciate statunitensi. Nella nota agli ambasciatori, Blinken ha ricordato alle ambasciate che possono issare e far sventolare la bandiera arcobaleno dai giorni precedenti il 17 maggio e per tutto giugno.
Una decisione che promuove la giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia e il mese dell'orgoglio LGBTQI. Secondo il New York Times, l'autorizzazione a sventolare le bandiere Pride non è un ordine perentorio, ma - pur essendo fortemente suggerito - si lascia al diplomatico la decisione finale per decidere a favore della scelta più appropriata, "alla luce delle condizioni locali". Facile immaginare che in taluni paesi arabi non verrà esposta per paura di proteste, mentre in tutti gli altri paesi vedremo bandieroni ergersi sui pinnacoli delle ambasciate Usa.
"Il presidente Biden crede che la forza dell'America si trovi nella sua diversità. L'America è più forte, a casa e nel mondo, quando è inclusiva", ha detto un portavoce di Stato. Riportare le bandiere del 'Pride' nelle ambasciate e promuovere i diritti LGBTQI sono sempre stati due capisaldi dell'impegno di Blinken che, già durante le audizioni per la sua conferma al Congresso nei mesi scorsi, aveva detto: "Penso che gli Stati Uniti debbano difendere i diritti delle persone LGBTQI ed è qualcosa che il Dipartimento si assumerà e di cui si farà carico immediatamente".

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dagli USA sul "gaio" mondo gay... sempre meno gaio.

BIDEN E IL NUOVO REGOLAMENTO SANITARIO PRO TRANS
In una norma antidiscriminazione nei servizi sanitari, contenuta nella legge sulla protezione del paziente e sulle cure a prezzi accessibili, il sesso era stato interpretato nel suo aspetto biologico. In breve quando si parlava di «sesso» occorreva riferirsi al maschio e alla femmina in termini biologici. Questo era ciò che aveva deciso l'amministrazione Trump.
Ora con Biden la musica è cambiata. Il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani ha infatti disposto che il sesso deve intendersi come «identità di genere» ossia autopercezione di appartenere al mondo maschile o femminile.
Il nuovo regolamento, ovviamente voluto per privilegiare le persone trans, non ha carattere vincolante per gli Stati ma è comunque un ulteriore chiaro segnale di come l'amministrazione Biden sia favorevole all'agenda LGBT.
(Gender Watch News, 14 maggio 2021)

GLI STATI CONTRO BIDEN SUL GENDER
La Human Rights Campaign (HRC), una organizzazione legale che tutela le rivendicazioni del mondo LGBT, ci informa che sono 115 le leggi anti ideologia gender vigenti in una trentina di Stati negli USA. Spiccano tra queste 66 normative che vietano alle persone trans di gareggiare in competizioni riservate ad atleti o atlete non corrispondenti al loro sesso biologico e 35 leggi volte ad impedire che i minori si sottopongano a trattamenti per il «cambio» di sesso.
Negli ultimi quattro mesi otto progetti di legge simili sono stati approvati in altrettanti stati e un'altra decina è in attesa dell'approvazione dei governatori, tutte norme che entrano in rotta di collisione con l'ordine esecutivo dell'amministrazione Biden chiamato Prevenzione e lotta alla discriminazione sulla base dell'identità di genere o dell'orientamento sessuale.
Insomma Biden va in una direzione e gli Stati di cui lui è presidente vanno in un'altra.
(Gender Watch News, 30 maggio 2021)

PER USA TODAY MASCHIO È UNA PAROLA OFFENSIVA
Chelsea Mitchell, la più veloce atleta del Connecticut, perde sempre con due maschi che gareggiano con lei come trans: Terry Miller e Andraya Yearwood (nomi del dopo transizione). La Connecticut Interscholastic Athletic Conference afferma: «gli studenti che si identificano come donne devono essere riconosciuti come donne. Fare diversamente non sarebbe solo discriminatorio, ma li priverebbe della significativa opportunità di partecipare ad attività educative, compresi gli sport scolastici, basati su stereotipi sessuali e pregiudizi che si cerca di prevenire col Titolo IX».
La Mitchell non perde solo gare, ma anche borse di studio: «quando i college esaminano il mio record - scrive la ragazza - non vedono la ragazza più veloce del Connecticut, ma una seconda o terza classificata».
L'atleta allora decide di scrivere a Usa Today lamentandosi che «i corridori maschi hanno enormi vantaggi fisici». Il giornale sostituisce al termine «maschi» quello di «transgender» aggiungendo: «Nota dell'editore: questa colonna è stata aggiornata per riflettere gli standard e le linee guida di stile di Usa Today. Ci dispiace che sia stato usato un linguaggio offensivo». Proprio così: definire maschio un maschio che si crede donna è offensivo.
(Gender Watch News, 31 maggio 2021)

Fonte: Provita & Famiglia, 29/04/2021

6 - SAN DOMENICO SAVIO: ''LA MORTE MA NON I PECCATI''
Il mondo sarebbe un anticipo di Paradiso se si leggesse ai bambini la vita di questo piccolo gigante di santità cresciuto alla scuola di don Bosco
Autore: Ermes Dovico - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 06-05-2021

Il mondo potrebbe diventare un anticipo di Paradiso se solo si avesse cura di insegnare e far leggere ai bambini la vita di san Domenico Savio (1842-1857), il piccolo gigante di santità sbocciato pienamente alla scuola di san Giovanni Bosco. Don Bosco fu pure il suo primo e più grande biografo e vide in quell'anima eletta il sommo esempio di quanto desiderava per i suoi fanciulli.
Secondo dei 10 figli di Carlo, un fabbro, e Brigida, una sarta, Domenico nacque il 2 aprile e fu battezzato lo stesso giorno. Fin dalla più tenera infanzia mostrò i segni della sua profonda spiritualità, fatta di preghiera, penitenza e un grande senso del sacro, che discendeva dal suo amore per Dio e la Madonna. Una volta non volle sedersi a tavola per la presenza di un ospite che non si faceva nemmeno il segno della croce: «Non posso mangiare con uno che divora tutto come le bestie».

È VOLONTÀ DI DIO CHE CI FACCIAMO SANTI
Ricevette la Prima Comunione a 7 anni e già allora aveva le idee chiarissime, esposte in poche righe: «Mi confesserò molto sovente e farò la Comunione tutte le volte che il confessore me ne darà il permesso. Voglio santificare i giorni festivi. I miei amici saranno Gesù e Maria. La morte ma non peccati». Andava a scuola camminando per una quindicina di chilometri al giorno, lungo strade insicure, ma quando gli chiesero se avesse paura la sua risposta fu: «Macché paura! Io non sono solo. Ho l'Angelo custode che mi accompagna». Il 2 ottobre 1854 Domenico conobbe don Bosco, gli manifestò il desiderio di studiare per divenire sacerdote e il santo educatore decise di farne un suo allievo all'oratorio di Valdocco, a Torino. Una sera il maestro rivolse queste parole a lui e agli altri ragazzi. «È volontà di Dio che ci facciamo santi. Dio ci prepara un grande premio in cielo se ci facciamo santi». Chiese allora a don Bosco di aiutarlo nell'opera e si sentì rispondere di servire il Signore con allegria.
Nella sua ascesa verso la santità, Domenico prese a confessarsi ogni otto giorni e ad andare a Messa quotidianamente, ricevendo sempre l'Eucaristia. Animava i giochi, insegnava il Catechismo agli amici, faceva loro da guida e da pacificatore. Non temeva di prendere decisioni scomode, come quando strappò dei giornali osceni portati in oratorio da un ragazzo più forte di lui o ancora quando allontanò un protestante che si era avvicinato per spargere le sue idee religiose tra gli altri fanciulli. Tra coloro che si accorsero presto della sua santità vi fu la mamma di don Bosco, la venerabile Margherita Occhiena, che così disse al figlio: «Tu hai molti giovani buoni, ma nessuno supera il bel cuore e la bell'anima di Domenico. Lo vedo sempre pregare, restando in chiesa anche dopo gli altri; ogni giorno si toglie dalla ricreazione per far visita al Santissimo Sacramento. Sta in chiesa come un angelo che dimora in Paradiso».

LA COMPAGNIA DELL'IMMACOLATA
Il grande amore per la Madonna lo spinse a fondare nel 1856 la «Compagnia dell'Immacolata», a due anni dalla definizione del dogma ad opera di Pio IX. Nell'iniziativa aveva coinvolto i suoi migliori amici, ai quali aveva detto: «Uniamoci, fondiamo una compagnia per aiutare don Bosco a salvare molte anime».
Durante l'epidemia di colera del 1854-56, Domenico fu tra i 44 ragazzi che accolsero l'invito di don Bosco a offrirsi come volontari per assistere i malati. In quest'attività il fanciullo si distinse senza essere contagiato, proprio come il santo maestro aveva promesso - purché fossero «in grazia di Dio» - a tutti i volontari.
In seguito, la sua salute fragile cedette alla tubercolosi, che lo costrinse a ripetuti salassi, da lui serenamente accettati pensando «ai chiodi piantati nelle mani e nei piedi di Nostro Signore».
Quando capì che era arrivato il suo momento, disse al padre: «È giunta l'ora. Prendete il mio libro di preghiere e leggetemi le preghiere della buona morte». Rispose devotamente a ogni invocazione e alla fine pronunciò queste parole: «Che bella cosa io vedo mai!». Era il 9 marzo 1857 (uno dei due giorni in cui si celebra la sua memoria liturgica, che la Famiglia Salesiana e le diocesi piemontesi festeggiano il 6 maggio). Domenico non aveva ancora compiuto 15 anni. Don Bosco seppe poi, in sogno, il perché di quelle ultime parole terrene del suo allievo: «È stata Maria Santissima a venire a prendermi, la mia più grande consolazione in vita e in morte. Lo dica ai suoi figli che non dimentichino mai di pregarla».

Nota di BastaBugie:
San Domenico fu tra i 44 ragazzi che accolsero l'invito di don Bosco a offrirsi come volontari per assistere i malati durante la drammatica epidemia di colera del 1854. Per approfondire questo episodio, clicca nel link qui sotto.

COME DON BOSCO AFFRONTO' L'EPIDEMIA A TORINO
La gente angosciata, i negozi chiusi, molti fuggivano, nessuna cura... eppure don Bosco mandò i suoi ragazzi a soccorrere i malati garantendo che, rimanendo in grazia di Dio, nessuno di loro sarebbe morto... e così fu!
Maria Bigazzi
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6566

DOSSIER "SAN GIOVANNI BOSCO"
Il santo educatore dei giovani

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 06-05-2021

7 - LA TRINITA' CI INSEGNA COS'E' L'AMORE VERO
Meditando su Dio Padre, Figlio e Spirito Santo si capisce perché l'amore, per essere vero, deve essere giudicato dalla verità (così si sarebbero evitate le stragi di Hitler, Stalin, Rivoluzione Francese e poi aborto, eutanasia...)
Autore: Corrado Gnerre - Fonte: I Tre Sentieri, 29 maggio 2021

Il mistero della Trinità esprime chiaramente quanto l'amore debba essere giudicato dalla verità. Vediamo in che senso.
La Trinità è costituita dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Non si dice: dallo Spirito Santo, dal Figlio e dal Padre o dal Figlio, dal Padre e dallo Spirito Santo, ma: dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Il tutto in una successione logica ma non cronologica. Ciò vuol dire che senza il Figlio non ci sarebbe lo Spirito Santo e senza il Padre non ci sarebbe il Figlio. Ma - e anche questo lo abbiamo detto - non è che il Padre abbia creato il Figlio e il Figlio abbia creato lo Spirito Santo. Perché, se così fosse, il Figlio e lo Spirito Santo sarebbero delle creature e ciò non è.
Dunque una successione logica ma non nel tempo (cronologica). Il Cristianesimo ortodosso (quello dei Russi, dei Serbi, dei Greci, per intenderci) è lontano dal Cattolicesimo non solo perché non riconosce il Primato del Vescovo di Roma (il Papa), ma anche perché, a proposito della Trinità, non riconosce la dottrina cosiddetta del Filioque, cioè che lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio. Lo Spirito Santo - secondo gli ortodossi - procederebbe solo dal Padre.
Questione di lana caprina, direbbe qualcuno. Inutili pignolerie, direbbero altri. E invece no, la questione è importante, per non dire importantissima.
Didatticamente si attribuisce al Padre l'azione della creazione, al Figlio quella della redenzione, allo Spirito Santo quella della santificazione. Questo non vuol dire che nel momento della creazione il Padre agiva e il Figlio e lo Spirito Santo non partecipavano, oppure nella redenzione il Figlio agiva e il Padre e lo Spirito Santo erano assenti... Nella creazione ha agito tanto il Padre, quanto il Figlio, quanto lo Spirito Santo e così nella redenzione... ma metodologicamente si dice così: il Padre crea, il Figlio redime, lo Spirito Santo santifica.
Il Figlio è chiamato anche Verbo (Parola) per indicare il fatto che è il Dio che si manifesta, che si comunica. Il Figlio è anche il Logos, la Verità, mentre lo Spirito Santo è l'Amore. Ed ecco il punto nodale. Già in Dio è pienamente rispettata la processione logica verità-amore. L'amore deve essere sempre giudicato dalla verità, altrimenti può diventare anche la cosa più terribile.
Facciamo un esempio. Un padre di figli lascia la famiglia perché "s'innamora" di un'altra donna, fa bene? Oggi molti risponderebbero di sì e direbbero: se lo ha fatto per amore... Due uomini o due donne s'innamorano e decidono di vivere insieme, fanno bene? Se lo fanno per amore... Ma questo è il punto. L'amore se non è giudicato dalla verità diventa il contrario di sé. Facciamo un altro esempio. Perché Hitler e i suoi decisero di perseguitare gli Ebrei? La risposta può sembrare paradossale ma non lo è: per troppo "amore" nei confronti della razza ariana. Perché Stalin decise di sterminare milioni e milioni di piccoli proprietari? Per troppo "amore" nei confronti dello Stato socialista. Perché Robespierre decise di tagliare teste su teste? Per troppo "amore" nei confronti della Rivoluzione che sentiva minacciata. Ecco cos'è l'amore sganciato dalla verità!
Se si riflette bene, questo è uno degli errori più tipici dei nostri tempi. C'è chi si lamenta che oggi c'è poco amore. No, non è così, oggi ciò che manca non è l'amore, ma la consapevolezza della Verità, che è un'altra cosa! Oggi ciò che manca è la convinzione che l'amore - perché sia vero - deve essere giudicato dalla verità.
Bisognerebbe ritornare a meditare sulla natura di Dio per capire come già nella Sua intima natura è presente questa verità, e cioè che l'amore è vero se è conforme al Vero. Solo così si potrà anche capire perché mai la Chiesa Cattolica ha sempre tenuto fermo sul punto del Filioque.

Fonte: I Tre Sentieri, 29 maggio 2021

8 - OMELIA CORPUS DOMINI - ANNO B (Mc 14,12-16.22-26)
Questo è il mio sangue dell'alleanza
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Questa domenica celebriamo uno dei più grandi Misteri della fede, quello dell'Eucaristia, ovvero il Mistero del Corpo e Sangue di Cristo, donati a noi come Cibo e Bevanda spirituali. Dell'Eucaristia trattano le letture che abbiamo appena ascoltato.
Il Vangelo di oggi riporta il racconto della sua Istituzione, avvenuta durante l'Ultima Cena. Gesù, dopo aver reso grazie, spezzò il pane e lo diede ai suoi Discepoli, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo» (Mc 14,22). Poi prese il calice del vino, e disse: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti» (Mc 14,24). L'Ultima Cena è lo stesso sacrificio del Calvario: ciò che avvenne sacramentalmente durante quella Cena, si verificò di lì a pochi giorni sul Calvario, e si realizza ad ogni celebrazione della Santa Messa.
Questo è il Sacrificio della nuova ed eterna Alleanza, di cui parla la seconda lettura di oggi. L'Autore della Lettera agli Ebrei parla di questo Sacrificio che ci purifica dalle opere della morte (cf Eb 9,14) e ci dona l'eredità eterna (cf v. 15). Nell'Antico Testamento si sacrificavano animali e con il loro sangue si aspergeva il popolo. Questi sacrifici erano solamente figura del Sacrificio di Gesù, l'unico che ci purifica dai nostri peccati.
L'Eucaristia è stata definita come il Sacramento dell'amore. Gesù non poteva darci prova più grande del suo amore che donandosi a noi sotto le sembianze di un po' di pane e di un po' di vino. L'Eucaristia è Gesù vivo e vero, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Tale mutazione di sostanza avviene durante la Santa Messa, quando il sacerdote, dopo aver invocato la discesa dello Spirito Santo sul pane e sul vino, pronuncia le parole della consacrazione, dicendo: «Questo è il mio Corpo... questo è il mio Sangue». In quel momento avviene il miracolo più grande che si possa immaginare: il pane e il vino diventano il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo. E Gesù, tutto intero, è presente in ogni frammento del Pane e in ogni goccia del Vino consacrato.
Più di mille anni fa, un sacerdote stava celebrando la Messa e, proprio al momento della consacrazione, fu colto dal dubbio se veramente il pane e il vino diventano il Corpo e il Sangue del Signore. Proprio allora, Dio volle dimostrare con un miracolo evidentissimo la verità di tale Dottrina, trasformando anche visibilmente il pane in Carne e il vino in Sangue. La cosa più strabiliante è che, a distanza di oltre mille anni, si possono ancora vedere questa Carne e questo Sangue che hanno le caratteristiche di una persona viva. Questo Miracolo Eucaristico è custodito a Lanciano, in Abruzzo, ed è sempre meta di numerosi pellegrinaggi.
L'Eucaristia ci rende una sola cosa con Gesù. Al momento della Comunione, Gesù viene nel nostro cuore e quello è il momento più bello e prezioso della nostra giornata. In quel momento, come insegnava san Giovanni Maria Vianney, noi e Gesù siamo come due candele che si fondono insieme e alimentano un'unica fiamma. In quel momento, la nostra preghiera si unisce a quella che Gesù rivolge incessantemente al Padre a nostro favore, e così possiamo ottenere le grazie più grandi.
Inoltre, l'Eucaristia ci rende una cosa sola anche tra di noi. Se noi tutti siamo uniti a Gesù ne consegue che, nel Signore, siamo una cosa sola. Per questo motivo, i cristiani di santa vita, anche se si vedono per la prima volta, si sentono uniti da un vincolo di carità ed è come se si fossero da sempre conosciuti. L'Eucaristia annulla le distanze: uniti a Gesù, saremo un cuore e un'anima sola.
Quanto triste è invece lo spettacolo di tanti cristiani che tra di loro non si sopportano e parlano male l'uno dell'altro! In questo modo, nella pratica, rinnegano la loro fede. In questa solennità siamo chiamati a fare un serio esame di coscienza su quella che è la nostra carità. Se amiamo l'Eucaristia, che è il Corpo di Cristo, non possiamo non amare i nostri fratelli, che formano il Corpo mistico di Cristo. Ogni volta che riceviamo Gesù, ogni volta che ci avviciniamo a Lui, presente nel Tabernacolo, noi ci rendiamo vicini a tutti fratelli, in modo particolare a quelli più cari al nostro cuore e a quelli più cari al Cuore di Gesù.
Da questa solennità, inoltre, deve scaturire il vivo desiderio di ricevere spesso la Comunione, in grazia di Dio, premettendo la Confessione se sulla coscienza abbiamo qualche grave peccato. La Comunione frequente è la grazia più bella con cui abbellire la nostra anima ed è la gioia più grande che possiamo dare al Cuore di Gesù.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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