BastaBugie n�8 del 21 dicembre 2007

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1 LA RU486: UN PESTICIDA PER ELIMINARE ESSERI UMANI

Autore: Mario Palmaro - Fonte: Verità e Vita
2 IL PAPA CONDANNA L'IDEOLOGIA ECOLOGISTA

Autore: Riccardo Cascioli - Fonte:
3 VERITÀ E BUGIE SULLA SANITÀ AMERICANA

Autore: Rino Cammilleri - Fonte:
4 FEMMINISMO E NUOVI TABÙ
Divorzio
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Antidoti
5 LA VERGINE MARIA CI INVITA A COMBATTERE CONTRO LE FORZE DEL MALE

Autore: Cardinale Ivan Dias - Fonte:
6 CONFERENZA ONU: A BALI GLI USA RAFFREDDANO IL CLIMA

Autore: Antonio Gaspari - Fonte:
7 IL PRESEPE OFFENDE I MUSULMANI? È SOLO UNA SCUSA!
Un presepe anche nel Natale dei musulmani Canti cancellati, bambinelli rimossi. «Battaglia che ci danneggia»
Autore: Magdi Cristiano Allam - Fonte: Corriere della Sera
8 PROCESSO A DARWIN
L'ideologia con pretesa di oggettività è accusata di incongruenze, falsità e luoghi comuni
Autore: Maurizio Stefanini - Fonte: Il Foglio
9 LE MEZZE VERITÀ DI TERZO PIANETA SU RAI 3
Mario Tozzi cade sul Lago Chad
Autore: Maurizio Morabito - Fonte:

1 - LA RU486: UN PESTICIDA PER ELIMINARE ESSERI UMANI

Autore: Mario Palmaro - Fonte: Verità e Vita, 18 Dicembre 2007

Verità e Vita stimmatizza come gravissimo ulteriore attentato alla vita umana innocente il tentativo di introdurre in Italia l'uso della pillola abortiva nota come RU 486. Si tratta di un prodotto tristemente noto da anni, perché provoca la morte intenzionale del concepito mediante aborto chimico. Verità e Vita si oppone pertanto con tutte le sue forze all'uso di questo autentico pesticida, studiato allo scopo di trattare l'essere umano non ancora nato come un parassita da espellere dal corpo della donna.
Nel dibattito di questi giorni è stato fra l'altro ricordato – e giustamente – che la RU486 implica rischi rilevanti per la salute della donna. Un dato oggettivo che dimostra l'intento ideologico che anima i sostenitori dell'aborto chimico.
Tuttavia, tali considerazioni non devono farci dimenticare che il no alla RU 486 va motivato innanzitutto con la necessità di rifiutare ogni forma di aborto come ingiusta e ingiustificabile uccisione intenzionale del concepito. In questo senso, l'aborto chirurgico attuato ogni giorno negli ospedali italiani con il beneplacito della legge 194 del 1978, e con il ricorso ai soldi pubblici, non costituisce in alcun modo una pratica "migliore" o "più accettabile" rispetto all'aborto chimico. Altrimenti, si corre il rischio di considerare un valore positivo il fatto che una certa forma di aborto sia "buona" perché più facile e sicura. Ma la società non ha, mai, il compito di rendere più facile e sicuro un determinato tipo di delitto, come ha preteso di fare la 194 per eliminare l'aborto clandestino.
Il mezzo utilizzato per uccidere non modifica la sostanza dell'atto che si compie. Si può ad esempio erogare una sentenza di morte con un'iniezione letale, oppure con l'uso della sedie elettrica, e si può aprire un dibattito su quale dei due sistemi sia il meno disumano. Ma se qualcuno ritiene la pena di morte un atto intrinsecamente ingiusto, non sarà certo il tipo di esecuzione a modificare il giudizio negativo nei confronti del boia. Allo stesso modo, l'aborto procurato esprime la medesima sostanziale ingiustizia, sia esso consumato con i ferri del medico aborzionista, o per via orale con la somministrazione di un principio attivo.
La RU 486 è in questo senso solo il segno di una ulteriore involuzione, un imbarbarimento della nostra civiltà giuridica che ha le sue premesse nella legalizzazione dell'aborto. Sarà difficile, anzi impossibile, "fermare" questa deriva se si accetta come un dato ineluttabile il diritto all'autodeterminazione della donna nel decidere la vita o la morte di suo figlio.

Fonte: Verità e Vita, 18 Dicembre 2007

2 - IL PAPA CONDANNA L'IDEOLOGIA ECOLOGISTA

Autore: Riccardo Cascioli - Fonte:

"L'essere umano, ovviamente, ha un primato di valore su tutto il creato. Rispettare l'ambiente non vuol dire considerare la natura materiale o animale più importante dell'uomo (…) Oggi l'umanità teme per il futuro equilibrio ecologico. È bene che le valutazioni a questo riguardo si facciano con prudenza, nel dialogo tra esperti e saggi, senza accelerazioni ideologiche verso conclusioni affrettate".
Con queste parole il papa Benedetto XVI ha chiaramente condannato la corrente ambientalista dominante (quella che in Italia, tanto per intenderci, va da Legambiente ai Verdi, dal WWF a Greenpeace), responsabile – tra l'altro – dell'isteria sul clima che stiamo oggi vivendo.
I passaggi citati sono contenuti nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace che si celebrerà il 1° gennaio 2008 e che è titolato "Famiglia umana, comunità di pace". E' un documento importante perché la questione ambientale viene posta nel contesto più ampio della difesa e della valorizzazione della famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Dal che si deduce, ad esempio, che chi mina la famiglia (vedi divorzio, legalizzazione delle coppie di fatto, unioni tra persone dello stesso sesso) non solo minaccia la pace ma anche l'ambiente. Chissà se anche stavolta il ministro Pecoraro Scanio sarà capace di dire che il Papa è d'accordo con lui e che quindi bisogna prendere sul serio l'appello di Benedetto XVI?
Ma a parte le questioni polemiche, è importante rilevare alcuni punti chiave del passaggio dedicato alla cura dell'ambiente:
1. La terra è la casa che Dio ha dato all'uomo, per questo è fondamentale prendersi cura del creato: "Esso è stato affidato all'uomo, perché lo custodisca e lo coltivi con libertà responsabile, avendo sempre come criterio orientatore il bene di tutti". Proprio dall'ordine voluto da Dio, sappiamo che "l'essere umano ha un primato di valore su tutto il creato". Il Papa rilancia quindi il concetto di "ecologia umana", di cui abbiamo parlato più volte su questa agenzia. L'uomo è al centro del creato e non è un inquilino molesto. Lo squilibrio ecologico si ha quando si dimentica l'ordine voluto da Dio e Dio stesso: allora si ha lo sfruttamento selvaggio dell'ambiente o l'idolatria della natura, entrambe due posizioni che non fanno bene al creato.
2. Nessun problema ambientale – vero o presunto – può portare al sacrificio degli uomini, anzi si deve andare verso "un modello di sviluppo sostenibile, che garantisca il benessere di tutti nel rispetto degli equilibri ecologici". Il riferimento è evidente a chi – dalle agenzie dell'ONU alle ONG locali – agisce invece nel senso di ridurre la popolazione per poter guarire la terra, a cominciare dai Paesi poveri. Il Papa chiede invece che si faccia di tutto per aiutare lo sviluppo di questi popoli, "i poveri, esclusi in molti casi dalla destinazione universale dei beni del creato".
3. La necessità che tutti i governi, tutti i popoli, collaborino responsabilmente senza "decisioni unilaterali", magari creando altri "luoghi istituzionali a livello internazionale". Anche se quando si parla di "decisioni unilaterali" in Europa si pensa immediatamente agli Stati Uniti, sulla questione ambientale il principale protagonista delle decisioni unilaterali è l'Unione Europea, che sta cercando di imporre la propria ideologia "verde". La UE, ad esempio, è ormai l'unica entità di rilievo a sostenere il Protocollo di Kyoto e la necessità di un Kyoto 2 che coinvolga i Paesi in via di sviluppo, e sta cercando di imporlo a forza di ricatti  o magari strizzando incoscientemente l'occhiolino a regimi "pericolosi"; è ancora la UE a boicottare di fatto i prodotti agricoli dei Paesi africani che – sostenuti anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità – intendono usare il DDT per combattere la malaria: in questo modo si condanna l'Africa a morire: di malaria o di povertà.
4. La questione energetica. E' un tema che in questo primo periodo di pontificato Benedetto XVI ha toccato diverse volte, e sempre pensando ai Paesi più poveri. Anche in questo caso, c'è un richiamo ai Paesi tecnologicamente avanzati (perché agiscano sui consumi e sulla differenziazione delle fonti energetiche) e ai Paesi emergenti (perché non soddisfino la loro fame di energia a danno dei Paesi più poveri), ma l'obiettivo è che tutti abbiano accesso a fonti sicure e poco costose di energia per permettere l'emancipazione dalla povertà. Nel mondo infatti circa 2 miliardi di persone vivono senza elettricità, e la mappa della povertà energetica coincide perfettamente con la mappa del sottosviluppo, della denutrizione, dell'analfabetismo. La questione energetica è dunque il punto chiave per il futuro dell'umanità. Tenendo sempre conto che non un solo uomo va sacrificato in nome dell'ambiente.


3 - VERITÀ E BUGIE SULLA SANITÀ AMERICANA

Autore: Rino Cammilleri - Fonte:

La distribuzione in Dvd del film Sicko di Michael Moore richiede che ci si chiarisca una buona volte le idee sulla sanità americana, perché sono in tanti a credere che negli Usa chi non ha i soldi per curarsi muore.
Maria Giovanna Maglie, su «Il Giornale» del 3 settembre 2007, le ha cantate chiare: «Negli Stati Uniti, gli ospedali pubblici forniscono gratuitamente le cure necessarie a chi non è assicurato o non ha i mezzi per pagarsele, e dal 1986, presidente Ronald Reagan, con l'Emergency medical treatment and active labor act, anche le cliniche private devono fornire gratuitamente tutte le cure di emergenza di cui dispongono a chiunque si presenti, fino al momento in cui può essere trasferito in sicurezza alle strutture pubbliche. Questo vale anche per gli immigrati clandestini».
Ancora: «Basta un impiego qualunque fisso per farsi pagare l'assicurazione dal datore di lavoro, i più abbienti se la scelgono da soli, delle migliori, e la detraggono dalle tasse. I poveri, infine, hanno un programma gratuito che si chiama Medicaid». Però c'è «una frangia di irregolari che avrebbero diritto al Medicaid, ma non si iscrivono».
E c'è anche «una categoria di giovani professionisti» che guadagna bene «ma che non ne vuole sapere di preoccuparsi del futuro, e non stipula assicurazioni». La nostra realtà, invece, è fatta delle «code, spaventose in Europa, e inesistenti negli States; dei feti scambiati, delle gambe sane operate, dei tanti episodi di incuria, fretta, scarsa igiene, che qua sono molto frequenti, laggiù pressoché inesistenti».
Si potrebbe anche parlare «dei bambini italiani salvati in posti benedetti come lo Sloan Kettering Center di Manhattan, le loro madri ospitate per mesi nelle residenze, senza nemmeno un dollaro di garanzia, solo la stretta di mano e la promessa che a casa si stavano raccogliendo soldi». Ma Michael Moore (Bowling for Columbine, Fahrenheit 9/11) non è nuovo a sputare nel piatto (americano) in cui mangia.


4 - FEMMINISMO E NUOVI TABÙ
Divorzio
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Antidoti, 15/12/2007

Tra le tante cose che non si possono dire in tempi di libertà di parola c'è quanto scrive lo psicologo Claudio Risé nella sua rubrica «Il buon selvatico» sul settimanale «Tempi» del 13 dicembre 2007 a proposito di separazioni e divorzi.
Risé parla delle «tragedie del mondo sommerso dei separati, uomini che dopo aver ricevuto l'atto giudiziario della moglie che chiedeva la separazione, hanno perso tutto, sposa, figli, beni, lavoro, in situazioni di palesi ingiustizie giuridiche, falsità peritali di illustri professionisti, sciocchezze sottoscritte da operatrici sociali incompetenti o di parte».
Già, un ministero per le pari opportunità maschili è quel che forse, ormai, ci vorrebbe. Ma Risé osa il massimo del politicamente scorretto: «Come gli psicologi sanno, alla violenza maschile, più fisica, si contrappone una (sovente assai più sistematica) violenza femminile, psicologica e verbale, intrisa di doppi messaggi, i cui effetti sulla psiche dell'uomo sono spesso devastanti».
Quando possa essere vendicativa una donna, poi, lo sanno anche i proverbi. Quanto possa essere adorabilmente capricciosa e dolcemente ricattatrice una donna durante il fidanzamento, e quanto possa rivelarsi cattiva, meschina, petulante, cocciuta e malignamente stupida, nonché capace di portare al parossismo dell'esasperazione in corso di matrimonio lo sa solo chi c'è cascato. Ma, come si è detto, in tempi di «quote rosa» tutto ciò è tabù.
Non c'è nulla che possa moltiplicare i tabù come il relativismo agnostico; non c'è nulla di meglio dell'ateismo per centuplicare l'inquisizione. Infatti, che da quando le donne hanno ottenuto la c.d. «parità» si è aperto il Vaso di Pandora della conflittualità, non si può dire. Perciò non lo diciamo.

Fonte: Antidoti, 15/12/2007

5 - LA VERGINE MARIA CI INVITA A COMBATTERE CONTRO LE FORZE DEL MALE

Autore: Cardinale Ivan Dias - Fonte:

Nel 150° anniversario delle apparizioni a Lourdes Ci siamo riuniti ai piedi della Vergine Maria per inaugurare l'anno Giubilare in preparazione per il 150° compleanno delle sue apparizioni in questo luogo benedetto. Vi porto un saluto molto cordiale di Sua Santità il Papa Benedetto XVI che mi ha incaricato di esprimervi il suo amore e sollecitudine paterna, di assicurarvi delle sue preghiere e di darvi la sua benedizione apostolica. Come pellegrini riuniti nell'amore del Cristo, vogliamo ricordare con gratitudine ed affetto le apparizioni che hanno avuto luogo qui nel 1858. Cerchiamo insieme di sentire le palpitazioni del cuore materno della nostra cara Mamma celeste, di ricordare le sue parole e di ascoltare il messaggio che ci propone ancora oggi. Conosciamo bene la storia di queste apparizioni. La Madonna è scesa dal Cielo come una madre molto preoccupata per i suoi figli e ragazze che vivevano nel peccato, lontano dal suo Figlio Gesù. È apparsa alla Grotta di Massabielle che all'epoca era una palude dove pascolavano i maiali, e è precisamente là che ha voluto fare alzare un santuario, per indicare che la grazia e la misericordia di Dio devono superare sulla miserabile palude i peccati umani. Nel luogo vicino alle apparizioni, la Vergine ha fatto sgorgare una sorgente di acqua abbondante e pura, che i pellegrini bevono e portano nel mondo intero con tanta devozione, significando il desiderio di nostra Madre affettuosa di fare spargere il suo amore ed il saluto di suo Figlio fino all'estremità della terra. Infine, da questa Grotta benedetta la Vergine Maria ha lanciato una chiamata pressante a tutti per pregare e fare penitenza per ottenere la conversione dei poveri peccatori. Il messaggio della Vergine oggi Ci si può chiedere: quale significato può avere il messaggio della Vergine di Lourdes per noi oggi? Io desidero localizzare queste apparizioni nel più largo contesto della lotta permanente e feroce esistente tra le forze del bene e del male fin dal principio della storia dell'umanità, nel Giardino del Paradiso, e che continuerà fino alla fine dei tempi. Le apparizioni di Lourdes sono, difatti, tra le prime della lunga catena di apparizioni della Madonna che hanno avuto inizio 28 anni prima, nel 1830, a Rue du Bac, a Parigi, annunciando l'entrata decisiva della Vergine Maria nel cuore delle ostilità tra lei ed il demonio, come è descritto nella Bibbia, nei libri della Genesi e dell'apocalisse. La Medaglia, detta miracolosa, che la Vergine fece incidere in questa circostanza la rappresentava con le braccia aperte da dove uscivano dei raggi luminosi, significando le grazie che distribuiva al mondo intero. I suoi piedi si posavano sul globo terrestre e schiacciavano la testa del serpente, il diavolo, indicando la vittoria che la Vergine portava sul mentitore e sulle forze del male. Intorno all'immagine si leggeva l'invocazione: "Oh Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te". È da notare che questa grande verità della concezione immacolata di Maria sia stata affermata qui 24 anni prima che il Papa Pio IX l'abbia definita come dogma di fede (1854): quattro anni più tardi qui a Lourdes, Nostra Signora ha voluto lei stessa rivelare a Bernadette che era l'immacolata Concezione. Dopo le apparizioni di Lourdes, la Madonna non ha smesso di manifestare nel mondo intero le sue vive preoccupazioni materne per la sorte dell'umanità nelle sue diverse apparizioni. Dovunque, ha chiesto preghiere e penitenza per la conversione dei peccatori, perché prevedeva la rovina spirituale di certi paesi, le sofferenze che il Santo Padre avrebbe subito, l'indebolimento generale della fede cristiana, le difficoltà della chiesa, la venuta dell'anticristo ed i suoi tentativi per sostituire Dio nella vita degli uomini: tentativi che, malgrado i loro successi splendenti, sarebbero destinate tuttavia all'insuccesso. Qui, a Lourdes, come dovunque nel mondo, la Vergine Maria sta tessendo un'immensa rete nei suoi figli e figlie spirituali per lanciare una forte offensiva contro le forze del Maligno nel mondo intero, per chiuderlo e preparare così la vittoria finale del suo divin Figlio, Gesù Cristo.
La Vergine Maria oggi ci invita ancora una volta a fare parte della sua legione di combattimento contro le forze del male. Come segno della nostra partecipazione alla sua offensiva, Ella chiede fra l'altro la conversione del cuore, una grande devozione alla Santa Eucaristia, la recita quotidiana della corona, la preghiera senza tregua e senza ipocrisia, l'accettazione delle sofferenze per la salvezza del mondo. Queste potrebbero sembrare delle piccole cose, ma sono potenti nelle mani di Dio al quale niente è impossibile. Come il giovane Davide che, con una piccola pietra ed una fronda, ha abbattuto il gigante Golia venuto al suo incontro armato di una spada, di una lancia e di un giavellotto, cf. 1 Sam 17, 4-51, anche noi, coi piccoli grani della nostra corona, potremo affrontare eroicamente gli assalti del nostro avversario temibile e vincerlo. Come Bernadette e con lei La lotta tra Dio ed il suo nemico è sempre rabbiosa, ancora più oggi che al tempo di Bernadette, 150 anni fa. Perché il mondo si trova inghiottito terribilmente nella palude di un secolarismo che vuole creare un mondo senza Dio; di un relativismo che soffoca i valori permanenti ed immutabili del vangelo; e di un'indifferenza religiosa che resta imperturbabile di fronte ai beni superiori e alle cose che riguardano Dio e la chiesa. Questa battaglia fa delle innumerevoli vittime nelle nostre famiglie e tra i nostri giovani. Alcuni mesi prima dell'elezione di Papa Giovanni Paolo II, 9 novembre 1976, il Cardinale Karol Wojtyla diceva: "Ci troviamo oggi di fronte al più grande combattimento che l'umanità abbia mai visto. Non penso che la comunità cristiana l'abbia compreso totalmente. Siamo oggi davanti alla lotta finale tra la Chiesa e le Anti-Chiesa, tra il Vangelo e gli Anti-Vangelo". Una cosa è tuttavia certa: la vittoria finale appartiene a Dio e ciò si verificherà grazie a Maria, la Donna della Genesi e dell'apocalisse che combatterà alla testa dell'esercito dei suoi figli e figlie contro le forze del nemico, di Satana, e schiaccerà la testa del serpente. Alla Grotta di Massabielle la Vergine Maria ci ha insegnato che la vera felicità si troverà unicamente al cielo. "Non vi prometto di rendervi felice in questo mondo, ma nell'altro," ha detto a Bernadette. E la vita di Bernadette ce l'ha illustrato molto chiaramente: lei che aveva avuto il privilegio singolare di vedere la Madonna, è stata segnata profondamente dalla croce di Gesù, fu consumata interamente dalla tubercolosi, ed è morta giovane, all'età di 35 anni. In questo Anno Giubilare, ringraziamo il Signore per tutte le molte grazie corporali e spirituali che ha voluto concedere a tante centinaia di migliaia di pellegrini in questo luogo santo, e per l'intercessione di Santa Bernadette, preghiamo la Madonna perché ci fortificarci nel combattimento spirituale di ogni giorno affinché possiamo vivere in pienezza la nostra fede cristiana mettendo in pratica le virtù che distinguevano la Vergine Maria, il fiat, il magnificat e lo stabat: questo vuol dire una fede intrepida (fiat), una gioia senza misura, magnificat, ed una fedeltà senza compromessi (stabat). Oh Maria, Nostro Signora di Lourdes, sei benedetta tra tutte le donne, e Gesù il frutto delle tue viscere è benedetto. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi, poveri peccatori, adesso ed all'ora della nostra morte. Amen."


6 - CONFERENZA ONU: A BALI GLI USA RAFFREDDANO IL CLIMA

Autore: Antonio Gaspari - Fonte:

Dopo 13 giorni di intenso dibattito, con il rischio di non raggiungere nessun accordo comune, le delegazioni di 190 paesi presenti a Bali, hanno chiuso, il 15 dicembre, la XIII Conferenza Onu sui cambiamenti climatici. La conferenza ha approvato un documento minimo, e cioè una "road map" negoziale per avviare due anni di trattative mondiali e arrivare, per il summit sul clima del 2009 fissato a Copenaghen, a varare un nuovo eventuale accordo di riduzione dei gas serra per il dopo 2012, a partire cioè dalla scadenza del Protocollo di Kyoto. Nel documento finale non sono indicati gli obiettivi dei tagli alle emissioni, e non sono menzionate misure coercitive in termini di tasse o multe, come invece promossi dal Protocollo di Kyoto. Benché minimale, il documento finale è stato salutato da scroscianti applausi, e questo perché la conferenza era giunta alla fine senza nessun accordo, tant'è che le conclusioni sono state rinviate di un giorno. I lavori sono stati contrassegnati da un dibattito acceso e franco, con l'Europa e la burocrazia delle Nazioni Unite intenzionate a far accettare una riduzione tra il 25 ed il 40 % delle emissioni di anidride carbonica entro il 2020. Cifre buttate al vento, perché i Paesi industrializzati che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto, soprattutto quelli europei, non riusciranno neanche a raggiungere la quota di riduzione del 5 % entro il 2012, come previsto dal Protocollo stesso. Mentre la maggior parte dei media si è accanita contro gli Stati Uniti, per non aver ratificato Kyoto e per la resistenza contro un nuovo accordo ancora più impegnativo, nella realtà gli USA hanno fatto valere le loro ragioni, condizionando l'intero dibattito, facendo passare un documento finale in cui si promuove la ricerca e l'utilizzo di tecnologie pulite in maniera volontaria. Pur sembrando isolati all'inizio della conferenza, gli USA hanno dunque finito per determinarla in maniera decisiva, trovando l'appoggio di Giappone, Canada, e Russia, che pure avevano ratificato il Protocollo di Kyoto, ma che non hanno nessuna intenzione di accettare nuove eventuali imposizioni in termini di quote, tasse ed eventuali multe. In merito al documento finale, il comunicato del Dipartimento di Stato americano, manifesta una certa soddisfazione soprattutto a proposito dei punti del documento finale in cui si riconosce «l'importanza dello sviluppo di tecnologie pulite, il finanziamento dello sviluppo di queste nuove tecnologie nei Paesi emergenti» e per tutte le misure che prevedono di «assistere questi Paesi nei piani di adattamento ai cambiamenti climatici e di miglioramento delle attività industriali per ridurre le emissioni e incrementare la riforestazione». Per quanto riguarda il procedere dei negoziati, la delegazione statunitense ha chiesto un approccio graduale per i Paesi in via di sviluppo. Secondo il Protocollo do Kyoto infatti, Paesi che emettono gran quantità di CO2 come Cina e India, sono esenti da misure restrittive fino al 2020.
Mentre gli USA chiedono che in un eventuale accordo globale Cina, India e altri Paesi in via di sviluppo che conoscono una forte crescita partecipino ai piani che impegnano i paesi industrializzati.
Da questo punto di vista Cina, India, Messico e Sudafrica hanno ribadito la loro «non disponibilità» a tagli delle emissioni che potrebbero compromettere i processi di sviluppo economico. E hanno riaffermato che la responsabilità dei tagli alle emissioni tocca ai Paesi industrializzati.
In occasione del documento finale, questi Paesi si sono detti disponibili ad eventuali discussioni per un nuovo trattato solo a condizione di ricevere aiuti finanziari per nuove tecnologie e progetti per la riduzione delle emissioni.
Tale disponibilità sembra essere stata sollecitata dall'Unione Europea e dai sostenitori dell'IPCC dell'ONU, con promesse di aiuti finanziari. Sta di fatto che i Paesi emergenti anche se si sono detti pronti a discutere un eventuale nuovo accordo, sanno che loro non pagheranno nessuna "carbon tax, e stanno alla finestra per vedere cosa accadrà.
Le uniche veramente deluse di come si è conclusa la XIII Conferenza Onu sui cambiamenti climatici, sono state le associazioni ambientaliste.
I verdi ci sono rimasti malissimo, lamentando l'inesistenza degli impegni assunti e criticando aspramente il ruolo svolto dagli Stati Uniti.
Per sostenere un accordo più restrittivo e vincolante di quello di Kyoto, Al Gore in particolare è arrivato a dire con toni isterici che «la lotta contro il riscaldamento globale è simile a quella contro il nazismo».
La "lobby catastrofista", favorevole soprattutto al mercato speculativo della "carbon tax" e dei titoli sull'aria calda (cioè i "carbon credits"), spera che alle prossime elezioni presidenziali la politica di Bush venga sconfitta e che, se il nuovo presidente americano sarà democratico, sposi la linea di Al Gore.
Anche se bisogna ricordare che la ratifica degli USA al protocollo di Kyoto venne respinta quasi all'unanimità dal Senato USA, proprio quanto era presidente il democratico Bill Clinton.


7 - IL PRESEPE OFFENDE I MUSULMANI? È SOLO UNA SCUSA!
Un presepe anche nel Natale dei musulmani Canti cancellati, bambinelli rimossi. «Battaglia che ci danneggia»
Autore: Magdi Cristiano Allam - Fonte: Corriere della Sera, 18 dicembre 2006

Quest'anno ho deciso di rinnovare il Natale allestendo in casa mia, io unico musulmano laico della famiglia, un presepe e un albero più belli e più grandi per condividere con i miei cari la gioia e la meditazione sul mistero della Natività. Così come ho deciso di presenziare il 26 dicembre al «Presepe vivente dei bambini», allestito al Castello di Giulia Farnese a Carbognano, un comune di 2.070 anime in provincia di Viterbo, per testimoniare la mia partecipazione ai sentimenti di fratellanza e amore tra le persone di buona volontà che il Santo Natale ispira.
Ed è proprio perché la Vergine Maria e suo figlio Gesù, venerati anche dall'islam, incarnano il miracolo della vita, che il Natale dovrebbe diventare una festa comune per onorare lo stesso Dio ed elevare il valore della sacralità della vita a fondamento della nostra umanità. Uso il condizionale avendo in mente la schiera dei laicisti nostrani che vorrebbero trasformare l'Italia in un ennesimo laboratorio del multiculturalismo, eliminando i simboli religiosi e umani che s'ispirano al cristianesimo, relativizzando e uniformando le fedi, i valori, le culture e persino la realtà manifesta della nostra diversità. Ma penso anche ai quei musulmani che sono ideologicamente avversi alla condivisione con il cristianesimo e l'ebraismo dei valori assoluti, universali e trascendentali che rappresentano l'essenza della nostra umanità, perché immaginano di essere i detentori dell'unica e indiscutibile Verità a cui tutta l'umanità dovrebbe sottomettersi.
E pensare che mentre in Italia, Gran Bretagna e Canada c'è chi, perfino a livello di autorità politiche e giuridiche, ha assunto dei provvedimenti anti-natalizi per non «urtare la suscettibilità dei musulmani», in 25 Paesi a maggioranza musulmana il Natale cristiano (25 dicembre) o il Natale ortodosso (7 gennaio) è considerato festa nazionale. «Consiglio alle insegnanti italiane che hanno deciso di non allestire i presepi e di vietare agli studenti le canzoni di Natale, di andare a vedere come in Marocco le scuole rimangano chiuse e la gente sia partecipe della festività cristiana», dice Souad Sbai, presidente della Confederazione delle Associazioni della Comunità marocchina in Italia. «Anche per noi musulmani la figura di Gesù e quella di Maria sono importantissime e più volte ricordate dal Corano stesso.
Quindi non vedo perché i bimbi musulmani non possano cantarle. I nostri bambini in Italia hanno sempre festeggiato il Natale e tutte le festività. Condanniamo questa strumentalizzazione della presenza islamica in Italia e del nostro rapporto con la società che si registra in questi giorni da parte di chi vuole mettere i nostri figli in prima linea in una battaglia laicista che non ci riguarda e ci danneggia ». Ali Younis, medico anestesista dell'ospedale di Pescara, italiano di origine libanese, ha chiesto alla maestra della scuola elementare frequentata dalla sua figliola di illustrare ai bambini la verità del rapporto tra il Natale e l'islam: «Ho spiegato loro che Gesù è un profeta molto rispettato dall'islam e che Maria è la donna più venerata.
Chi dunque non crede nella nascita miracolosa di Gesù, non è musulmano». «A casa mia abbiamo allestito il presepe e l'albero di Natale», ci dice Ali che è sposato con un'italiana cattolica, «e a mezzanotte vado in chiesa ad accompagnare mia moglie e i miei figli per festeggiare insieme la nascita di un profeta dell'islam». Perfino Dacia Valent, portavoce della Iadl (Islamic Anti-Defamation League), ha invitato per il 25 dicembre «tutte le moschee d'Italia a festeggiare la nascita del Messia e così, nel contempo, consacrare il ruolo di Maria (Mariam) come la donna più importante del Corano». «Puntuale, come ogni anno, si ripresenta la polemica stupida e sterile sul Natale », si legge in un documento della Iadl; «Gesù è il Profeta amatissimoda Dio. Consentire ai detrattori della nostra religione di continuare nella mistificazione di una nostra presunta avversione alla figura di Gesù non solo è stupido, ma è addirittura suicida».
Come non dare ragione ad Avvenire quando scrive che «il sospetto, sempre più concreto, è che il cosiddetto rispetto delle religioni sia solo un pretesto per mascherare fini bassamente ideologici»? I nemici del presepe, dei canti natalizi o comunque della festa della nascita di Gesù, abbiano il coraggio di dire che sono nemici di questa civiltà occidentale e cristiana, sappiano che di fatto sono alleati degli integralisti e degli estremisti islamici,mala smettano di tirare in ballo i musulmani impegnati a condividere un'identità italiana e una comune civiltà dell'uomo.

Fonte: Corriere della Sera, 18 dicembre 2006

8 - PROCESSO A DARWIN
L'ideologia con pretesa di oggettività è accusata di incongruenze, falsità e luoghi comuni
Autore: Maurizio Stefanini - Fonte: Il Foglio, 8 dicembre 2007

Avremo un paragone valido se pensiamo alla paleoantropologia come a una 'moviola' che ricostruisce le fasi di una partita di calcio, supponendo che disponiamo di pochi fotogrammi, che questi inquadrino solo un piccolo frammento dell'immagine e che per giunta siano stati sfigurati dal tempo (tempo che, in questo caso, si conta in migliaia, centinaia di migliaia e milioni di anni). In simili condizioni di lavoro gli studiosi devono mescolare il talento e le cognizioni di molte scienze con il curioso atteggiamento di chi si vede obbligato a indovinare fatti remoti guardando in una magica sfera di cristallo".
La frase non è originale dell'autore, ma del sacerdote, fisico e filosofo della scienza, lo spagnolo don Mariano Artigas. Da lui citata, riassume però bene il tipo di problemi su cui si basa questo "Processo a Darwin". Che poi non riguarda se non marginalmente il pensatore ottocentesco, pur oggetto di un'altra fulminante battuta ripresa da Artigas: "in effetti Darwin non ha dimostrato la verità delle sue teorie, ma è stato convincente". E cura di distinguere anche tra la microevoluzione, "osservazione empirica delle diversità qualitative e quantitative esistenti tra le specie viventi derivante dalla combinazione diversa degli stessi caratteri", e macroevoluzione, "l'affermazione secondo cui in una specie vivente compaiono organi e funzioni nuove prodotte da una nuova e più complessa informazione genetica".
Una precisazione che rimanda poi a quell'altra tra il dato dell'evoluzione, l'ideologia dell'evoluzionismo, e tutti i tentativi che sono stati fatti per presentare come scienza quella che è appunto un'ideologia.
Insomma, il processo è piuttosto al darwinismo: ideologia con pretesa di oggettività che è accusata di "incongruenze, falsità e luoghi comuni". "Affermare categoricamente l'assoluta validità delle teorie dell'evoluzionismo darwiniano e neodarwinista, basandosi sul fatto che metterle in discussione significa essere antiscientifici per definizione, è la prova peggiore che la ragione umana possa dare di sé", scrive Respinti. Per questo, prima ancora di dibattere sulla biologia il libro affronta dunque il nodo epistemologico: la definizione di metodo scientifico da Aristotele a Lakatos, Feyerabend e Kuhn, con attenzione particolare alla contrapposizione tra Galileo e Popper. E nel finale chiama a giudizio gli stessi lettori.

Fonte: Il Foglio, 8 dicembre 2007

9 - LE MEZZE VERITÀ DI TERZO PIANETA SU RAI 3
Mario Tozzi cade sul Lago Chad
Autore: Maurizio Morabito - Fonte:

Nella puntata del 15 dicembre di "Terzo Pianeta" (la nuova trasmissione di Mario Tozzi il sabato sera su Rai3) è stato trasmesso un piccolo pezzo per mostrare come il Lago Chad si stia prosciugando a causa del cambiamento climatico (e delle irrigazioni umane).
Peccato che non ci sia stato tempo per dire che quello stesso lago si e' prosciugato gia' nell'8500 aC, nel 5500 aC, nel 2000 aC, nel 100 aC e ultimamente anche nel 1908.
E perche' non c'e' stato tempo? Perche' un'informazione del genere avrebbe minato l'idea di "Tristia" (il nome Gaia forse era troppo allegro) che ci sia qualcosa di particolarmente preoccupante nel fatto che il Lago si stia prosciugando di nuovo. Difficile immaginare che le emissioni di anidride carbonica e l'ammontare delle irrigazioni fossero gia' dietro quanto successo ben sei volte negli ultimi diecimila anni.
Il Tozzi ha poi introdotto un servizio sui futuri "conflitti sull'acqua". Si e' parlato di vari posti nel mondo dove l'utilizzo di fiumi da parte di una nazione potrebbe portare a eventuali guerre.
Di nuovo, e' stato un peccato che non si sia trovato alcun minuto in cui portare analogie con il passato. In questo caso, pero', la spiegazione e' piu' facile: non esiste memoria storica di "guerre dell'acqua". Semplicemente, non sono mai successe.
Dobbiamo allora evincere che il messaggio di fondo di "Terzo Pianeta" e' che il mondo va abbastanza bene, visto che per intrattenere i telespettatori adesso bisogna addirittura inventarsi i problemi?


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