BastaBugie n�779 del 27 luglio 2022

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1 LA CLAMOROSA CONVERSIONE DEL DETECTIVE ATEO
James Warner Wallace è un ex agente dell'FBI che ha applicato al Vangelo le tecniche usate nei processi veri ed ha scoperto che gli autori sacri sono testimoni molti attendibili e vicinissimi ai fatti che hanno narrato (VIDEO: Wallace in God's not dead 2)
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 LA LOBBY GAY IMPEDISCE CHE SIANO DETTE LE VERITA' SCIENTIFICHE PERFINO ALL'UNIVERSITA'
Intanto in Germania arriva il topless in piscina con la scusa del fatto che i maschi possono stare a petto nudo liberamente e allora perché chi si sente maschio (pur essendo femmina) non potrebbe fare altrettanto?
Autore: Fabrizio Cannone - Fonte: Provita & Famiglia
3 VISTO QUANTO SANGUE VIENE VERSATO IN UNA GUERRA, E' GIUSTO COMBATTERE CON LE ARMI?
Qualsiasi conflitto genera una scia di violenza che non risparmia donne e bambini, per questo è una decisione da adottare solo come extrema ratio (VIDEO IRONICO: Le sanzioni alla Russia sono un boomerang)
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
4 L'URGENZA DELLA VERA SCUOLA CATTOLICA
Prima lo Stato si dichiara neutro dai principi, poi colpisce chi rimane convinto dei propri principi, quindi educa secondo i suoi principi... non resta che uscire dal sistema (VIDEO: L'educazione cattolica)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: Osservatorio Card. Van Thuân
5 UN MUSULMANO UCCIDE UN CATTOLICO BIANCO, MA NON SI PUO' DIRE
Il terrorismo islamico fa l'ennesima vittima a Marsiglia nel silenzio dei media francesi (a Marsiglia il 45% dei cittadini sotto i 30 anni è di fede musulmana)
Autore: Lorenza Formicola - Fonte: Blog di Porro
6 TRUMP ALLA PUBBLICA GOGNA PERCHE' SANNO CHE VINCERA' NEL 2024
Intanto il Partito Democratico ha approvato alla Camera due disegni di legge sull'aborto fino al 9° mese (che saranno bloccati al Senato), ma la maggioranza dei cittadini è contraria
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 LETTERE ALLA REDAZIONE: SULLE PUNIZIONI DI DIO MI SEMBRATE FERMI AL VECCHIO TESTAMENTO
Eppure Dio punisce anche nel Nuovo Testamento come dimostra l'episodio di Anania e Saffira (mettere in contrapposizione il Dio del Vecchio e quello del Nuovo Testamento è stato l'errore dell'eretico Marcione)
Autore: Pietro Guidi - Fonte: Redazione di BastaBugie
8 OMELIA XVIII DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 12,13-21)
Anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - LA CLAMOROSA CONVERSIONE DEL DETECTIVE ATEO
James Warner Wallace è un ex agente dell'FBI che ha applicato al Vangelo le tecniche usate nei processi veri ed ha scoperto che gli autori sacri sono testimoni molti attendibili e vicinissimi ai fatti che hanno narrato (VIDEO: Wallace in God's not dead 2)
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 12-06-2022

Un caso irrisolto. Così si è presentata la vita, morte e risurrezione di Gesù, come viene narrata dai Vangeli, agli occhi di J. Warner Wallace. Detective investigativo dei casi di omicidi irrisolti, divenuto popolare negli Stati Uniti per la sua presenza alla trasmissione Dateline della NBC, una versione più "professionale" del nostro Chi l'ha visto?, aveva deciso di indagare il grande caso irrisolto della storia umana che per lui, sostanzialmente ateo, era l'esistenza di Dio. Ovviamente adottando il metodo investigativo a lui familiare, per mettersi alle calcagna della figura di Gesù di Nazareth e della pretesa della sua divinità. L'esito della sua ricerca lo porta alla conversione al cristianesimo [...] nel 1996, quando aveva 35 anni. E da allora le sue abilità di detective vengono messe a servizio dell'evangelizzazione.
Wallace ha all'attivo diverse pubblicazioni, ciascuna delle quali ha la sua corrispettiva edizione per i ragazzi, che imparano così a diventare dei piccoli detective-apologeti, interrogando i testimoni, soppesando le prove, ricercando le evidenze. Perché per Wallace i Vangeli sono degni di credibilità, in grado di mostrare la propria attendibilità. La sua adesione a Cristo è stata un arrendersi di fronte alla capacità di questi quattro testi antichi di rispondere positivamente alle investigazioni di un detective. Alla domanda se sia possibile fidarsi dei Vangeli, la risposta di Wallace è positiva.
Una delle piste di ricerca della sua indagine, che ritroviamo sul suo sito coldcasechristianity.com, riguarda la prossimità temporale dei Vangeli ai fatti narrati. La ragione di questo interesse? Se i Vangeli iniziarono a circolare nel periodo in cui i testimoni oculari - favorevoli o avversi alla persona di Gesù, poco importa - erano ancora vivi, allora il loro contenuto dev'essere vero; diversamente, chiunque avrebbe potuto smentire i fatti narrati, tanto più che si tratta di fatti inauditi e scomodi. Al detective interessa dunque capire quanto gli autori di questi scritti siano effettivamente vicini alle persone, ai luoghi e agli eventi di cui parlano.

QUANDO SONO STATI SCRITTI I VANGELI
Wallace intraprende così un'investigazione per capire quando i quattro Vangeli sono stati scritti, partendo dal 200-250 d.C. circa, metà di secolo che corrisponde alla datazione dei Papiri Chester Beatty, provenienti dal Medio Egitto e resi noti nel 1931. Si tratta di undici manoscritti di papiro, (non rotoli, ma codici!), contenenti testi dell'Antico e del Nuovo Testamento, oltre che frammenti del libro di Enoch e di un'omelia di Melitone di Sardi. In particolare il Chester Beatty I (p. 45) contiene delle parti dei quattro Vangeli e degli Atti. Dunque, conclude Wallace, i Vangeli devono essere necessariamente stati scritti prima.
Ancora Egitto e ancora papiri. I papiri Bodmer, scoperti nel 1952, che profumano di monachesimo antico, in quanto ritrovati a Pabau, dove sorgeva un monastero fondato da San Pacomio e dove il santo è morto nel 348; datati tra il 200 e il 225, contengono il quarto Vangelo. Occorre dunque spingere ancora più indietro, nella linea temporale la ricerca. Si ritrova così il Diatessaron, un'armonizzazione dei Vangeli ad opera di Taziano, che risale all'incirca al 172, ma certamente non dopo il 180, anno della morte dell'autore.
Altre testimonianze antiche antecedono sempre di più la collocazione temporale: nella sua Prima Apologia (150 d. C. circa), San Giustino cita il Vangelo di Giovanni; Eusebio di Cesarea riporta Papia di Gerapoli (+ 130 ca) che menziona i Vangeli di Marco e Matteo. San Policarpo, nella sua lettera alla chiesa di Filippi, cita diversi passi dei Sinottici; Sant'Ignazio di Antiochia, nelle lettere databili intorno all'anno 110 cita Matteo, come fanno anche la Didaché (100 d. C) e la prima lettera di San Clemente I, papa, composta nel 95 o nel 96.
Dunque, le varie testimonianze esterne esaminate ci portano progressivamente a collocare temporalmente i Vangeli antecedentemente all'anno 95 d. C. Ma ci sono ulteriori elementi che spingono indietro di almeno altri quarant'anni. Wallace mette in fila una serie di considerazioni che i lettori di questi approfondimenti di apologetica già conoscono e che risultano rilevanti anche per l'investigazione del detective.

LA PROFEZIA DELLA DISTRUZIONE DEL TEMPIO DI GERUSALEMME
Anzitutto, la data fatidica dell'anno 70, anno della distruzione del centro della vita religiosa del popolo ebraico: il Tempio di Gerusalemme. Gli evangelisti riportano la profezia di Gesù, ma la lasciano con contorni non definiti; Gesù infatti afferma che del Tempio non resterà pietra su pietra che non sia distrutta e null'altro. Ancor più significativo è il totale silenzio di tutti gli altri scritti del Nuovo Testamento. Il che significa che questi testi devono essere stati scritti prima del 70, e quella di Gesù era effettivamente una profezia. Silenzio anche sui fatti che accaddero dopo il 61/62 d. C., anno del martirio di san Giacomo, il Minore, seguito dal martirio delle colonne della Chiesa, gli Apostoli Pietro e Paolo. Impossibile che un'opera attenta come gli Atti degli Apostoli abbia tralasciato l'accaduto. L'unica spiegazione plausibile è che gli Atti siano stati ultimati prima.
Wallace sostiene infine che San Paolo, narrando l'istituzione dell'Eucaristia nella prima lettera ai Corinti (11, 23-26), composta tra il 53 e il 57, attinga dal Vangelo di Luca, retrodatando dunque i Sinottici antecedentemente a questa data. In effetti la somiglianza tra i due testi non può lasciare indifferenti. Luca e Paolo sono infatti gli unici a riportare il comando: «Fate questo in memoria di me». Così come entrambi omettono il duplice comando del Signore: «Prendete e mangiate... Bevetene tutti», presente in Matteo (26, 26. 27), e «Prendete» in Marco (14, 22). Tuttavia questa stretta somiglianza dei due testi non spiega se sia Paolo ad aver attinto da Luca o viceversa. La validità di questo argomento appare invece convincente se considerata assieme al riferimento di Paolo a Luca e al suo Vangelo, presente nella seconda lettera ai Corinti, scritta tra il 54 e il 56 d. C. [...]
L'indagine del detective menziona anche l'indizio del frammento 7Q5 e si conclude con una constatazione logica: «Quando leggiamo quest'elenco di evidenze, ci rendiamo conto come la prima evidenza che viene dall'anno 250 d.C. è verificata dalla seconda evidenza che viene dal 200 d.C. Tutte le evidenze successive continuano così a confermare quelle precedenti. Noi abbiamo veramente un'argomentazione convincente che ci porta ad affermare che i vangeli furono scritti pochi anni dopo gli avvenimenti che essi riportano e ancora durante le vite dei testimoni oculari che potevano confermarli o confutare qualsiasi falsità o esagerazione».

Nota di BastaBugie: James Warner Wallace è un ex agente dell'FBI che ha applicato al Vangelo le tecniche usate nei processi veri ed ha scoperto che gli autori sacri sono testimoni molti attendibili.
Nel seguente video (durata: 6 minuti) si vede quando ha recitato nella parte di "se stesso" nel film di successo "God's not dead 2". Ha dichiarato: "Non ero cristiano, ma lo sono diventato perché ho verificato che ciò che è scritto nei vangeli è evidentemente tutto vero!".
Ecco l'imperdibile scena dell'imperdibile film (per approfondire il film God's not dead 2 e per vedere il trailer, clicca qui).


https://www.youtube.com/watch?v=-0kwNPavsY8

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 12-06-2022

2 - LA LOBBY GAY IMPEDISCE CHE SIANO DETTE LE VERITA' SCIENTIFICHE PERFINO ALL'UNIVERSITA'
Intanto in Germania arriva il topless in piscina con la scusa del fatto che i maschi possono stare a petto nudo liberamente e allora perché chi si sente maschio (pur essendo femmina) non potrebbe fare altrettanto?
Autore: Fabrizio Cannone - Fonte: Provita & Famiglia, 14 luglio 2022

Che la censura non sia uno spettro del passato, ma una tristissima realtà del presente, purtroppo non è una fake news.
Un ennesimo episodio è accaduto qualche giorno fa in Germania. Una dottoranda in biologia, Maria-Luise Vollbrecht, avrebbe dovuto tenere, come ci informa MicroMega, una conferenza presso la Humboldt Universität, la più antica università di Berlino. Il tema era di tipo scientifico: né politico, né etico, né ideologico.
Ma il titolo della relazione - "Perché in biologia ci sono 2 sessi" - ha provocato lo sdegno e la reazione violenta di un fantomatico "Gruppo di lavoro dei giuristi critici". Il gruppo ha sostenuto che l'affermazione-titolo della conferenza non sarebbe scientifica, oltre ad essere "disumana e ostile alle persone queer e trans".
La cosa più grave, come nota giustamente la rivista, sta nel fatto che la facoltà, invece di difendere la ricercatrice, "ha cancellato la lezione per motivi di sicurezza". Immaginate se tutti coloro che si credessero criticati o non rispettati da un docente iniziassero a fare sit-in facoltà: le università diverrebbero caserme per far rispettare il diritto allo studio dei cittadini.
Si noti poi che la Vollbrecht, oltre a essere una donna di scienza, è anche secondo la sua stessa definizione, "molto di sinistra" e "femminista". Non si tratta quindi del classico docente - maschio ed eterosessuale - che certe minoranze Lgbt paiono contente di criticare, bullizzare o mettere in ridicolo.
Ma al di là di ciò, la difesa della scienza e della libertà di espressione, in teoria due pilastri della democrazia e della civiltà moderna, oltre che della Costituzione (anche tedesca) dove vanno a finire? Scompaiono nel nulla. E sempre più spesso a causa di certe minoranze ideologizzate, ma ben sostenute e remunerate dall'alto, le quali pretendono di imporre le loro idee a discapito dei dati scientifici più certi e acclarati. Come stavolta la dualità biologica dei sessi (o, in altro casi, il fatto che la vita inizi dal concepimento).
Giustamente la Vollbrecht dichiara che "l'ideologia non ha posto nella scienza". Fosse pure un'ideologia che si ammanta delle belle parole di pluralismo, uguaglianza, inclusione o altro. "Se una donna si ribella a questa ideologia - continua la biologa - sia perché non crede che gli uomini possano diventare donne con un mero atto linguistico, sia perché insiste nel praticare una militanza centrata sull‘essere donna, allora, secondo la concezione femminista queer, è contro il senso di umanità".
Credi che i sessi siano 2 e che un uomo non divenga donna mettendo una gonna e lo smalto alle unghie? Sei contro la concezione "queer" e dunque non hai umanità. E se provi a spiegare pubblicamente che la tua è una posizione assolutamente scientifica, non ti fanno parlare.
Se alcune lobby vogliono decidere chi debba parlare e chi no, allora il problema è serio. E la prima vittima di questa arroganza è proprio la scienza. Le cui conclusioni vengono ammesse (o negate) in nome di teorie astruse, liquide e variabili, e in ogni caso extra-scientifiche. Come la teoria del gender o l'autodeterminazione sessuale.

Nota di BastaBugie: Luca Marcolivio nell'articolo seguente dal titolo "Le derive dell'identità di genere: ora arriva il topless in piscina" spiega che la parità di genere arriva nelle piscine tedesche concedendo alle bagnanti di nuotare a petto nudo in piscina per non discriminarle rispetto ai maschi che possono farlo liberamente.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Provita & Famiglia il 2 maggio 2022:

L'ennesimo regalo dell'identità di genere arriva dalle piscine tedesche. La disputa, quasi surreale, sembra quasi riportarci indietro di sessant'anni, quando sulle spiagge di mezzo mondo, apparivano i primi "scandalosi" topless. Ebbene, è degli scorsi giorni, la decisione della città di Gottinga (Bassa Sassonia), nel cuore della Germania, di concedere alle bagnanti di nuotare a petto nudo in piscina a partire dal 1° maggio.
La rivendicazione da cui nasce l'amena concessione non ha nulla di "femminista". Tutto è nato dalla richiesta di una donna di poter stare liberamente in topless in piscina e a bordo vasca. Il suo comportamento non era stato gradito dagli altri bagnanti. La cliente aveva così usato il passe-partout, ormai pressoché infallibile dell'identità di genere, per esercitare il suo "diritto": se mi sento un uomo, sono autorizzata a comportarmi come uomo, quindi eventualmente a stare a petto nudo in piscina.
La nuova regola è stata così adottata dal comitato sportivo cittadino, che ha permesso a tutti i nuotatori di Gottinga di fare il bagno "oben-ohne", ovvero senza il top, nei fine settimana a partire dall'1° maggio.
In Germania, il movimento nudista, che prende il nome di Frei-Koerper-Kultur (cultura del corpo libero) è piuttosto popolare e diffuso ed è arrivato ad ottenere le saune miste, nella maggior parte delle strutture. Intanto, altri cittadini stanno protestando per la limitazione del topless ai soli weekend: la decisione sarebbe stata presa per non turbare bambini e ragazzi durante le lezioni di nuoto in mezzo alla settimana.
Una decisione, quella presa a Gottinga, solo apparentemente "locale": molto spesso, ciò che viene stabilito in un singolo comune o territorio tende a fare effetto domino nel resto del Paese. È un po' quanto sta avvenendo in Italia, ad esempio, con la cosiddetta "carriera alias", lanciata dapprima come esperimento isolato in un numero limitato di scuole e università che, però, in poco tempo, stanno diventando svariate decine. Gli stessi parlamenti e istituzioni locali non sono più di tanto propensi a legiferare su queste materie e tendono, piuttosto, a recepirle quando ormai la "nuova consuetudine" è consolidata.
L'altro aspetto rilevante, nella vicenda della piscina tedesca è che, banalmente, rischia di passare come lo "sdoganamento" del topless femminile, quando dietro c'è qualcosa di molto più grosso. Per una sola donna che si identifica come uomo, sono cambiate le regole: le nuove norme varranno solo per quella bagnante o per tutte le donne? Come sempre, una grande confusione regna sotto il cielo. I grandi cambiamenti antropologici non procedono in modo monolitico ma avanzano per piccoli "dettagli" come questi. Rivendicazioni apparentemente insignificanti che qualcuno, tuttavia, avrà l'impudenza di spacciare come conquiste di civiltà: di quale civiltà parliamo, però, visto che abbiamo smarrito l'identità dell'uomo?

Fonte: Provita & Famiglia, 14 luglio 2022

3 - VISTO QUANTO SANGUE VIENE VERSATO IN UNA GUERRA, E' GIUSTO COMBATTERE CON LE ARMI?
Qualsiasi conflitto genera una scia di violenza che non risparmia donne e bambini, per questo è una decisione da adottare solo come extrema ratio (VIDEO IRONICO: Le sanzioni alla Russia sono un boomerang)
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19-07-2022

La notizia circolava già da un po' di tempo, ma ora è confermata: gli uomini della SAS (Special Air Service, un corpo speciale dell'esercito britannico) avrebbero ucciso a sangue freddo alcuni uomini afghani disarmati. Per ultime sono giunte le prove balistiche: «I bersagli erano bassi al suolo, proni o in posizione seduta o accovacciata vicino al muro - una posizione insolita se erano attivamente coinvolti in uno scontro a fuoco». Si è trattato, con ogni evidenza, di omicidi premeditati e a sangue freddo. Il movente? Una specie di «gioco»: «Diverse persone che hanno prestato servizio con le forze speciali hanno affermato che gli squadroni SAS stavano gareggiando tra loro per ottenere il maggior numero di uccisioni e che lo squadrone esaminato dalla BBC stava cercando di ottenere un numero di vittime più alto di quello che aveva sostituito».
La notizia è francamente scioccante ma si aggiunge a una serie altrettanto terrificante. Ad esempio, il traffico di organi umani durante e immediatamente dopo la guerra del Kosovo (1998-1999): come dimostra un documento dell'ONU: in quell'occasione centinaia di persone sarebbero state uccise per predarne gli organi vitali e venderli sul mercato internazionale. Anche in occasione dell'attuale guerra in Ucraina ci sono stati episodi di traffico di esseri umani (donne e bambini) e di organi; per non parlare dei civili usati come scudi umani e dei bombardamenti sulle città passate sotto il controllo russo.
Tutto questo tacendo, ovviamente, del fenomeno della prostituzione di guerra, del traffico di armi e dell'uso massiccio di droghe di ogni tipo da parte dei combattenti.

LE CONDIZIONI PER LA GUERRA GIUSTA
Insomma: la guerra è una sciagura immensa da evitare in qualunque modo. Per questo motivo la Chiesa ha sempre accettato la guerra esclusivamente come extrema ratio (ultima soluzione, estremo rimedio) e a determinate condizioni. Tradizionalmente: legitima auctoritas (la guerra dev'essere dichiarata da una autorità legittima); debitus modus (in modo proporzionale all'offesa ricevuta); iusta causa (causa giusta). Il Catechismo della Chiesa Cattolica aggiorna questa dottrina così: «Si devono considerare con rigore le strette condizioni che giustificano una legittima difesa con la forza militare. Tale decisione, per la sua gravità, è sottomessa a rigorose condizioni di legittimità morale.
Occorre contemporaneamente:
1) che il danno causato dall'aggressore alla nazione o alla comunità delle nazioni sia durevole, grave e certo;
2) che tutti gli altri mezzi per porvi fine si siano rivelati impraticabili o inefficaci;
3) che ci siano fondate condizioni di successo;
4) che il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare. Nella valutazione di questa condizione ha un grandissimo peso la potenza dei moderni mezzi di distruzione. Questi sono gli elementi tradizionali elencati nella dottrina detta della “guerra giusta”» (§ 2309).
Anche la Costituzione italiana, scritta con il concorso di illustri esponenti del mondo cattolico, recita: «L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo» (Art. 11).

LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA IN UCRAINA
Ultimamente, alcuni giustificano la partecipazione italiana alla guerra in Ucraina (tramite invio di armi) interpretando la costituzione in modo tendenzioso: l'articolo sopra citato si riferirebbe esclusivamente alla guerra «offensiva», mentre la guerra «difensiva» non è esclusa dalla carta costituzionale. Dando per scontato che l'Italia sia alleata dell'Ucraina (che non è nella NATO), l'intervento indiretto italiano sarebbe giustificato in quanto difensivo. La Costituzione, tuttavia, è chiarissima: ««L'Italia ripudia la guerra [...] come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». In altri termini, l'Italia dovrebbe rivestire, anche in questo caso, il ruolo che ha rivestito (a quanto pare con buoni risultati) negli ultimi settanta e passa anni: l'evangelico operatore di pace, mediante la diplomazia e un utilizzo umanitario delle forze armate. Tra l'altro, Gesù promette agli operatori di pace il titolo di «figli di Dio» (Mt 5, 9). Quindi, se gli Stati Uniti vogliono combattere la Russia «fino all'ultimo ucraino», l'Italia - se ancora conta qualcosa - dovrebbe fare di tutto perché le armi tacciano e si trovino soluzioni pacifiche alla controversia ucraina.
A questo punto, però, emerge un problema: come mai in Italia, dove questa tradizione pacifica di successo è radicata da decenni e condivisa dagli ambienti più diversi (cattolici, sinistra ex PCI...), si è diffusa questa visione superficiale della guerra, al punto da stravolgere la Costituzione (e, in alcuni casi, il Vangelo e il Magistero)? Come mai la politica e i media (con alcune eccezioni) sostengono unanimemente l'intervento italiano in Ucraina e il dibattito è talmente impensabile da veder comparire «liste di proscrizione» che includono persino i «tiepidi»? Come mai, tra i più accaniti sostenitori della linea interventista, troviamo Emma Bonino (+Europa), appartenente storica al Partito Radicale, da sempre pacifista? In compagnia di Enrico Letta, segretario non eletto del PD, erede del PCI, che per decenni ha fatto professione (forse un pochino pelosa) di pacifismo? È una questione psicologica o forse... stanno cadendo alcune maschere?
Preghiamo Maria, Regina della pace, perché disperda i superbi nei pensieri del loro cuore e rovesci i potenti dai troni, affinché sulla terra, in Europa in particolare, cessi ogni guerra e, con essa, le malvagità che sempre l'accompagnano.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 4 minuti) dal titolo "Sanzioni a tutto gas!" Silver Nervuti ci ricorda che mentre noi ci sveniamo, Mosca incassa grazie alle forniture di petrolio via nave a India e Cina. Il risultato delle sanzioni sarà la recessione di Germania, Francia e Italia, con danni limitati per la Russia che compenserà con l'aumento di esportazioni verso altri paesi.


https://www.youtube.com/watch?v=5cOjBhV8BeU

DOSSIER "GUERRA RUSSIA-UCRAINA"
L'offensiva di Putin nel 2022

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19-07-2022

4 - L'URGENZA DELLA VERA SCUOLA CATTOLICA
Prima lo Stato si dichiara neutro dai principi, poi colpisce chi rimane convinto dei propri principi, quindi educa secondo i suoi principi... non resta che uscire dal sistema (VIDEO: L'educazione cattolica)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: Osservatorio Card. Van Thuân, 7 giugno 2022

150 persone provenienti da una decina di provincie italiane dal Piemonte al Lazio, otto sacerdoti presenti, molte scuole parentali cattoliche ed esperienze di homeschooling, pedagogisti, insegnanti e genitori di scuola paritaria e statale desiderosi di togliersi la camicia di forza, tre relazioni di contenuto e poi una fitta rete di contatti e scambio di esperienze. Questa in sintesi la riuscita Giornata nazionale sull'Educazione cattolica realizzata dall'Osservatorio cardinale Van Thuân sabato scorso 4 giugno a Lonigo (VI) nella ospitalità del convento di San Daniele dei Frati Minori.
Il titolo del convegno era allarmante e propositivo: "È il momento della vera scuola cattolica", illustrato ancora meglio dal sottotitolo: "Uscire dal sistema per essere se stessi". Le tre relazioni di Stefano Fontana, don Samuele Cecotti e don Marco Begato sono state concordi nel constatare che esiste ormai un sistema ben collaudato e che si muove con coerenza non per educare ma per diseducare, per togliere i figli ai genitori, per impedire alla Chiesa di continuare a considerarsi primario soggetto educativo e non solo collaboratrice esterna e occasionale dopo aver delegato l'educazione ad altri e soprattutto allo Stato. Questo sistema si chiude a riccio per impedire vie di fuga, approfitta delle emergenze per implementare forme di controllo educativo, [...] interviene massicciamente sull'educazione perché da lì si controlla poi l'intera società e la politica.
Nella platea del convegno molti insegnanti che hanno lottato, subendone le conseguenze, per la libertà di educazione durante il Covid, di genitori che hanno iniziato esperienze coraggiose di homeschooling per "salvare l'anima" ai loro bambini, di gruppi di mamme e papà cattolici che hanno adibito clandestinamente un sottotetto ad una scuola parentale per un gruppettino di loro figlioli. Era presente anche qualche istituto religioso che ha sentito l'impellente chiamata di dare vita ad una scuola parentale veramente cattolica e veramente libera, con la pronta adesione di molte famiglie. Molte e diverse le esperienze, alcune già collaudate altre sulla linea di partenza: in tutti la convinzione che la strada è quella giusta, la strada della vera libertà sia secondo ragione che secondo fede.

USCIRE DAL SISTEMA
Uscire dal sistema significa uscire dallo Stato e anche dalle strutture della Chiesa quando queste sono funzionali al nuovo regime educativo statalista. Come spesso purtroppo accade. La Chiesa oggi, è stato detto al convegno, è ancora interessata all'educazione, ma non più all'educazione cattolica. Qui la testimonianza dei partecipanti è stata unanime: nessun aiuto dalle istituzioni ecclesiastiche, quando va bene c'è il silenzio e quando va peggio l'ostilità.
La Chiesa sembra aver stabilito di non avere nessun dovere/diritto originario di educare tutte le genti fino agli estremi confini della terra, ha cominciato a pensare di averlo fatto in passato per spirito di supplenza e che ora è giusto che siano le pubbliche istituzioni a provvedervi. In questo modo, però, la Chiesa rinuncia a quanto le è proprio per natura: come ha segnalato al convegno don Cecotti, la Chiesa insegna la verità rivelata, però questa si basa sulla ragione e quindi ha titolo originario anche per educare la ragione, in un unico progetto educativo perché unico, anche se distinto, è il progetto salvifico. Purtroppo, l'influenza di tante correnti della teologia contemporanea condizionate dalla prospettiva protestante ha rotto il rapporto tra fede e ragione sicché oggi si pensa che alla ragione debba pensare lo Stato e alla fede la Chiesa. Da qui il ritiro di quest'ultima dalla pubblica piazza.

LO STATO MAMMA
Che poi magari lo Stato insegnasse ad usare la ragione. Oggi, anche se non da oggi, avviene il contrario. Come hanno segnalato le relazioni mattutine al convegno, dapprima lo Stato si è dichiarato neutro da principi e valori, poi ha cominciato a combattere coloro che pretendevano ancora di tenere formi principi e valori pubblici, quindi ha iniziato a fare violenza imponendo i propri principi e i propri valori. Come è avvenuto da qualche tempo con l'istituzione dell'insegnamento dell'Educazione Civica in ogni ordine di scuola pubblica. Lo spunto del convegno nazionale di sabato scorso è stata proprio la pubblicazione del libro dell'Osservatorio "Manuale per la buona Educazione Civica" che intende contrapporsi alla nuova religione civile con la quale il potere intende plagiare e rieducare i nostri giovani ad un concetto di cittadinanza da esso artificialmente prodotto. Il libro - e il convegno che ne è nato - si vuole opporre allo Stato Educatore, Formatore, Plasmatore... allo Stato Mamma.
I poteri reali però sono oggi più grandi dello stesso Stato, che impone l'educazione all'ideologia ambientalista per soddisfare le esigenze politiche ed economiche di chi vuole la transizione ecologica globale, che impone l'educazione digitale per soddisfare equivalenti esigenze politiche ed economiche di controllo globale dei movimenti, dei pensieri e dei desideri.
È il sistema, bellezza! Sì, ma bisogna uscirne.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 21 minuti) dal titolo "L'educazione cattolica secondo la Dottrina sociale della Chiesa: punti chiave" si può vedere l'intervento di don Samuele Cecotti al convegno di cui si parla nel precedente articolo. Cliccando il link dopo il video si può leggere il manifesto sull'educazione "E' IL MOMENTO DELLA VERA SCUOLA CATTOLICA" che è stato pensato dopo il convegno di Lonigo e a cui si può aderire inviando una mail all'Osservatorio.


https://www.youtube.com/watch?v=XAbc8uk2RVw

E' IL MOMENTO DELLA VERA SCUOLA CATTOLICA
Manifesto dell'Osservatorio cardinale Van Thuân per genitori che fanno homeschooling, scuole cattoliche parentali o paritarie e docenti cattolici nella scuola statale (AUDIO: Trasmissione di Radio Maria sull'insegnamento parentale)
da Osservatorio Card. Van Thuân
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7059

Fonte: Osservatorio Card. Van Thuân, 7 giugno 2022

5 - UN MUSULMANO UCCIDE UN CATTOLICO BIANCO, MA NON SI PUO' DIRE
Il terrorismo islamico fa l'ennesima vittima a Marsiglia nel silenzio dei media francesi (a Marsiglia il 45% dei cittadini sotto i 30 anni è di fede musulmana)
Autore: Lorenza Formicola - Fonte: Blog di Porro, 17 giugno 2022

Il 27 maggio, un dispaccio dell'Agence France-Presse annunciava la morte di un "tale gravemente ferito perché accoltellato davanti alla scuola dei suoi figli, a Marsiglia". L'Afp specificava che la vittima era un medico militare, che l'aggressore era "di nazionalità francese" e che pare avesse agito "in nome di Dio", aggiungendo che "l'ipotesi terroristica era stata esclusa dagli inquirenti" e che "l'uomo soffriva solo di disturbi psicologici". Compreso il messaggio di cordoglio del ministro delle Forze Armate e del Sindaco di Marsiglia, l'agenzia aveva speso 225 parole per raccontare l'omicidio. Pochi giorni dopo, sempre l'Afp raccontava una rissa tra cicogne e dell'intensa emozione che la cosa aveva suscitato sui social. Per il cicognicidio erano state dedicate 352 parole. Una cicogna fa più notizia di un padre di famiglia assassinato in nome di Allah.
Se, infatti, Alban Gervaise è un nome che non ti dirà nulla, è perché come Samuel Paty, Jacques Hamel o Arnaud Beltrame questo medico militare è una delle troppe vittime del terrorismo islamico che funesta l'Europa, ed in particolare la Francia, ma di cui non si può, non si deve parlare. Tant'è che le agenzie di stampa francesi non hanno voluto diffondere i dettagli di quello che è terrorismo islamico a tutti gli effetti. Gervaise era un medico di quarant'anni, era andato a prendere due dei suoi tre figli - uno di 3 e l'altro di 7 anni - alla scuola privata cattolica Sévigné, a Marsiglia. Aspettava seduto su una panchina, quando ad un tratto Mohamed L., 23 anni, ha iniziato ad accoltellarlo in petto al grido di "Allahu Akbar".
Alban Gervaise era colpevole di essere un cattolico bianco in una città dove i cattolici sono sempre meno vista l'imperante l'islamizzazione. E ha dovuto scontare anche il fatto di essere accoltellato nel bel mezzo della campagna elettorale per le legislative francesi: ecco perché il caso è stato insabbiato e, dai media alla politica, è stata imposta una coltre di silenzio. Ancora un'aggressione islamica avrebbe disturbato troppe narrazioni e magari influenzato qualche voto. Dieci coltellate in petto e alla gola, per morire davanti a dei bambini e ai propri figli, perché lo vuole Maometto, non sono una notizia per la Francia di Macron.

L'ASSASSINO: IMMIGRATO DI SECONDA GENERAZIONE
Mohamed L., 23 anni, nato a Brignoles (Provenza-Alpi-Costa Azzurra), immigrato di seconda generazione, e che in Francia aveva trovato il modo per radicalizzarsi, era già noto alla polizia, ma non all'intelligence territoriale. E quando Mohamed ha accoltellato il medico militare, non s'è risparmiato dal spiegare a tutti che stava agendo in nome di Allah, e di voler semplicemente punire gli "infedeli". Né titoli, né prime pagine, né conferenze stampa, né visite di Stato per un cattolico ucciso da un musulmano. Con la notevole eccezione de L'Union, quotidiano dell'Ardenne, che il 31 maggio ha pubblicato un editoriale intitolato "Alban Gervaise, un nome che per te non significa niente", indignandosi per il trattamento mediatico riservato all'assassinio. Anche Le Figaro ha provato ad occuparsi del caso, ma se la politica ignora e non condanna, è normale che le notizie spariscono in un amen. "Vorrei capire perché il barbaro omicidio del nostro collega, Alban Gervaise, è stato così poco considerato dalla stampa", dice un alto ufficiale dell'esercito parigino. "Perché era un soldato? Per ideologia o per negare la realtà? Ci poniamo la stessa domanda. E vogliamo una risposta perché questo silenzio mediatico è come una seconda morte".
Solo Julien Dray, ex deputato socialista che ha appena lanciato il suo movimento, Reinvent!, ha osato affermare pubblicamente che "volevamo nascondere le cose", chiedendosi se questo tipo di atteggiamento è dipeso dal "dalla stampa locale, che non ha voluto dare i primi elementi che aveva, o da autorità e magistratura che si sono risparmiate i dettagli". Neanche il fatto che dei bambini abbiano dovuto assistere al massacro del padre, ha commosso la Francia. Sono finiti i giorni in cui, di fronte a tragedie di questo tipo, un Presidente della Repubblica riceveva sistematicamente i parenti delle vittime al Palazzo dell'Eliseo per manifestare la sua compassione e solidarietà nazionale. Sono finiti i tempi della condanna plateale al terrorismo islamico.

44 MILA VITTIME DI ACCOLTELLAMENTI
Dopo le sanguinose tragedie dell'affaire Mehra, Charlie Hebdo e il negozio kosher di Porte de Vincennes, Bataclan, Nizza, Saint-Etienne de Rouvray, tanti altri, il fenomeno a cui assistiamo non è semplicemente di una banalizzazione del male, ma dell'islamismo. Secondo lo studio del 2020 dell'Osservatorio nazionale della delinquenza e delle risposte criminali (ONDRP), tra il 2015 e il 2017, in Francia sono state registrate 44 mila vittime di accoltellamenti, ovvero più di 120 al giorno: epidemia di crimini da coltello importata dalla Gran Bretagna e che ha nei musulmani gli attori protagonisti. La Francia ha contato, per dieci anni, più di 250 vittime del terrorismo islamista. E il fatto che l'omicidio del medico cattolico non rientri nel terrorismo è perché i criteri utilizzati dai media, e della politica interna, sono incapaci - o si rifiutano! - di inquadrare la realtà dei fatti.
Tutti gli studi sul jihadismo europeo hanno dimostrato che l'esistenza o meno di una sigla poco importa. Il modus operandi pensato dal al-Qaeda, e po' più estraneo a Daesh, lavora alla radicalizzazione puntando sulle carceri e sui centri islamici. Legando insieme imam, fedeli e jihadisti già formati si fa proselitismo a scopo di islamizzare l'Occidente che necessita di essere ripulito da "infedeli", i cristiani e i bianchi. La minaccia è mutata nel corso del tempo, poiché dagli attacchi relativamente complessi e spettacolari di qualche anno fa, siamo arrivati a metodi decisamente meno sofisticati (coltello, attentati con autoveicoli e speronamento, incendi) che inoltre sono molto più difficili da prevenire per le forze di sicurezza.
I cosiddetti "attentati a bassa capacità", gli ordigni esplosivi improvvisati (IED), gli attentati con veicoli presi in affitto o rubati, i furgoni, i crimini da coltello e, più in generale, le aggressioni con armi leggere, fanno da corollario ad un teorema che ci spiega come poco importa se il "Califfato" sia in forma o meno: il credo jihadista si è così tanto radicalizzato in Occidente che individui e piccole cellule sono pronti a colpire senza alcun coordinamento con la cellula madre. L'islam, che ha in sé le caratteristiche proprie di un progetto politico, è privo di un'autorità con cui negoziare a nome di tutta la comunità religiosa, pertanto i suoi discepoli agiscono anche liberamente in nome di un'ideale a cui sono stati educati fin da bambini.

EUROPA SOTTO MINACCIA
Il terrorismo islamico è ibrido. E le sue piccole cellule, dimostrano, come i recenti fatti francesi, di avere piena conoscenza del terreno in cui operano: ricorrono alla strategia del raid muovendosi in piccoli gruppi e usano armi leggere, per colpire e ritirarsi immediatamente senza permettere una risposta efficace e senza trasformarsi in un obiettivo statico. Spesso queste azioni potrebbero apparire disorganizzate e di basso profilo, ma sono l'effetto di una strategia più articolata che mira a indebolire la presa del governo sulla popolazione. L'omicidio del medico cattolico né è la prova: se i media e la politica si dimostrano esautorati e vittime di un politicamente corretto che impone il silenzio, chi avrà paura di uccidere ancora in nome di Allah e di non sentirsi conquistatore d'Europa?
Quattro dei dieci lupi solitari che hanno agito nella Ue, negli ultimi due anni, erano in possesso della cittadinanza europea. Cinque di loro erano entrati nell'Ue come richiedenti asilo o migranti irregolari; in quattro casi, si trattava di soggetti entrati nell'Ue diversi anni prima di portare a termine il loro attacco. Ciò dimostra la necessità di un maggiore controllo sui flussi migratori, ma anche della pervasività della minaccia jihadista in Europa: nel 2020 nell'Unione Europea sono stati compiuti 10 attacchi terroristici (senza contare quelli sventati e/o falliti), con un totale di 12 morti e 47 feriti. Quello che è accaduto a Marsiglia è drammatico e deplorevole. Specie per il silenzio che ha coperto i fatti. Ma è difficile restarne stupiti poi troppo.
Dal 2005 le banlieue di Parigi sono comparse sulle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo: grandi quartieri periferici con un'alta densità demografica di musulmani, molti dei quali radicalizzati che si moltiplicano per numero e densità. Per intenderci, basta pensare alla banlieue di Saint-Denis, nascondiglio dei terroristi del 13 novembre 2015.
A Marsiglia dei circa 850 mila abitanti, il 45 per cento dei cittadini sotto i 30 anni è di fede musulmana e le proiezioni da qui ai prossimi 40 anni sono drammatiche. È la città con la più alta percentuale di fedeli musulmani di tutta la Francia. Con molti problemi di disoccupazione giovanile e povertà, secondo alcune statistiche, Marsiglia potrebbe diventare la prima città a maggioranza musulmana dell'Europa occidentale. Come può non accadere, quindi, che un bianco cattolico non disturbi un fedele di Allah? Ma come può accadere che nessuno ne parli, quello sì che inquieta, forse, ancor di più.

Fonte: Blog di Porro, 17 giugno 2022

6 - TRUMP ALLA PUBBLICA GOGNA PERCHE' SANNO CHE VINCERA' NEL 2024
Intanto il Partito Democratico ha approvato alla Camera due disegni di legge sull'aborto fino al 9° mese (che saranno bloccati al Senato), ma la maggioranza dei cittadini è contraria
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23-07-2022

Le prime pagine dei giornali anglo-sassoni, non solo americani, ieri titolavano sulle nuove rivelazioni della Commissione sui fatti del 6 gennaio, negli Stati Uniti. Dunque, sul processo informale a cui membri del Congresso stanno sottoponendo l'ex presidente Donald Trump, sospettato di aver incoraggiato l'assalto al Campidoglio, il 6 gennaio dell'anno scorso, mentre veniva certificata la vittoria elettorale di Joe Biden. La novità è che l'allora presidente passò le quattro ore della crisi di fronte al televisore della sala da pranzo della Casa Bianca, ignorando chi lo "supplicava" di intervenire per fermare i manifestanti e, anzi, facendo il tifo per loro. «Ha scelto di non agire», ha dichiarato Adam Kinzinger, uno dei due Repubblicani membri della Commissione.
L'ottava sessione della Commissione, questa volta si è dunque concentrata sui "187 minuti di crisi" e sulle azioni dell'ex presidente, passate al vaglio minuto per minuto. La conclusione della Commissione è che Trump non abbia fatto alcuna chiamata alla polizia e a qualsiasi altro servizio di sicurezza, benché consapevole di quel che stava accadendo al Campidoglio. Il tutto perché motivato dal suo «desiderio egoista di restare al potere».

ACCUSE POLITICHE SENZA PROVE
Questo è il messaggio che passa: Trump era sostanzialmente un golpista che non ha accettato l'esito di libere elezioni. La Commissione, voluta dalla presidente della Camera Nancy Pelosi, è un organo parlamentare e non può spiccare sentenze con valore legale, ma le sue conclusioni potrebbero avere un forte impatto sui media, soprattutto in campagna elettorale (si voterà a novembre per le Medio Termine). Ma siamo veramente sicuri di parlare di un'inchiesta vera? O non è piuttosto un'operazione politica?
La scelta delle accuse e le testimonianze sono quelle di un tipico processo alle intenzioni. Nessuno, finora, ha infatti dimostrato l'esistenza di una pianificazione della protesta e poi dell'assalto dei manifestanti più estremisti al Campidoglio. E non c'è alcuna prova che sia stato l'ex presidente a organizzarlo. L'accusa di golpe è già esclusa, perché quello del 6 gennaio non fu un golpe. Fu una protesta, disarmata, violenta quanto si vuole (anche se l'unica vittima fu tra le fila dei manifestanti), ma non un tentativo di espugnare le istituzioni americane, men che meno di prendere il potere. I manifestanti condussero una protesta non autorizzata, sfregiarono la sede del potere legislativo statunitense, dileggiarono, dissacrarono, si ripresero in atteggiamenti provocatori, poi se ne andarono. Non fu un golpe.

UNA COMMISSIONE DI PARTE
Se non fu un golpe e non ci sono prove che fosse una protesta organizzata da Trump, allora cosa resta? Solo il tentativo di distruggere l'immagine dell'ex presidente. Ma anche in questo caso, le accuse e le testimonianze vanno prese con beneficio di inventario. I testimoni sono selezionati da una Commissione che è costituita interamente da Democratici, salvo due membri che però sono dei Repubblicani dichiaratamente contrari a Trump. Non ci sono troppi controlli incrociati sul contenuto delle testimonianze, alcune delle quali dubbie. Cassidy Hutchinson, ex assistente di Trump, ad esempio, aveva descritto un presidente fuori controllo che, nell'auto presidenziale, lottava con il capo del servizio di sicurezza e voleva addirittura catturare il volante, per dirottare il percorso e andare a unirsi ai manifestanti del Campidoglio. Non ci sono conferme dirette su questo episodio ed ex agenti della sicurezza, membri fidati dei servizi segreti, hanno però espresso più di un dubbio: The Beast, l'auto blindata presidenziale ha un divisorio che separa il conducente dai passeggeri sui sedili posteriori. Gli spazi sono ristretti e, solo per la sua mole, Trump avrebbe avuto forti difficoltà a lottare con l'agente per arrivare al volante. I dubbi passano, quel che resta, invece, è l'immagine del presidente canaglia che vuole addirittura dirottare l'auto presidenziale per compiere un ultimo atto sovversivo.
Perché cercare di infangare l'immagine di un ex presidente? Perché potrebbe ripresentarsi nelle presidenziali. E i numeri gli stanno dando ragione. In vista delle elezioni di Medio Termine, per il rinnovo di gran parte del Congresso e dei governatori, la maggioranza schiacciante dei candidati repubblicani che hanno vinto le elezioni primarie, sono quelli sostenuti da Trump, uomini di sua fiducia: ad oggi, sono 147 su 158. L'ex presidente, che comunica solo sul suo social network Truth, sta girando per gli Stati, in comizi molto affollati di pubblico. Ormai è quasi certa la sua candidatura per il 2024, resta solo da capire quando sarà annunciata. La Commissione sul 6 gennaio, che dovrebbe concludere i lavori entro settembre (due mesi prima del voto, forse anche meno) può sbarrargli la strada, soprattutto se riuscisse a trarre delle conclusioni che possano tradursi in un'incriminazione.

Nota di BastaBugie:
Luca Volontè nell'articolo seguente dal titolo "L'aborto è la fissa dei Dem USA. Il Paese non li segue" parla del Partito Democratico che ha approvato alla Camera due disegni di legge radicali (aborto fino alla nascita incluso) che però hanno scarsissime possibilità di passare al Senato. Aumenta la frattura con la maggioranza dei cittadini, poco inclini all'abortismo estremo dei Dem e sempre più preoccupati per l'inflazione e le altre difficoltà quotidiane.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 19 luglio 2022:

Non saranno le polemiche e le misure imbracciate dai Democratici a favore dell'aborto, dopo la sentenza Dobbs della Corte Suprema, a far vincere le elezioni del prossimo novembre al partito di Joe Biden. I cittadini americani sono molto preoccupati per l'andamento dell'economia, l'inflazione e le difficoltà che incontrano nella vita di tutti i giorni. A dirlo, con un editoriale, è Politico, la rivista online da sempre al fianco dei liberal americani.
I disegni di legge approvati dalla Camera venerdì 15 luglio, orgogliosamente presentati alla stampa dalla "devota" Nancy Pelosi, non faranno che peggiorare la popolarità dei Dem. Le due proposte mirano a legalizzare l'aborto a livello federale. La prima è il Women's Health Protection Act, che mira a garantire alle donne la possibilità di abortire durante tutti i nove mesi di gravidanza (cioè sino alla nascita) e in tutto il Paese. Una legge simile non era riuscita a passare al Senato né a maggio né a febbraio e, molto probabilmente, non verrà approvata nemmeno stavolta, visto che servono almeno 60 voti. Nel testo votato alla Camera si legge: "Non ci sarà alcun divieto di aborto in uno o più momenti precedenti la possibilità di sopravvivenza del feto, incluso un divieto o una restrizione su una particolare procedura abortiva", e nessun "divieto di aborto dopo la possibilità di sopravvivenza del feto quando, secondo il giudizio del medico curante, la continuazione della gravidanza comporterebbe un rischio per la vita o la salute della paziente incinta".
L'altra proposta di legge, l'Ensuring Access to Abortion Act, intende favorire le donne che si recano in un altro Stato per abortire, se l'aborto è illegale nel loro Stato di origine. Il testo include anche la protezione legale per coloro che assistono le donne nel ricevere un aborto in uno Stato in cui non risiedono e il trasporto da Stato a Stato dei farmaci abortivi che hanno ricevuto l'approvazione della FDA. Ma anche in questo caso si tratta di una misura "bandiera", che difficilmente passerà al Senato. Di contro, nel frattempo, i senatori Repubblicani Rubio, Cassidy e Cramer hanno presentato ottime proposte a sostegno di maternità e famiglie.
Le proposte pro aborto dei Dem rimangono impopolari e, secondo l'ultimo sondaggio Harvard/Harris, l'aborto sino alla nascita è sostenuto solo dal 10% degli americani. La maggioranza dei cittadini, il 72%, è favorevole a divieti sull'aborto almeno dopo le 15 settimane di gestazione e anche il 60% degli elettori Dem sostiene i divieti all'aborto dopo la 15° settimana. Ancora recentemente, un sondaggio condotto dal New York Times/Siena College ha chiesto quali siano i temi più importanti per i cittadini elettori: solo il 13% si dice convinto che l'Amministrazione Biden stia portando il Paese nella giusta direzione. Lo sbandamento dei Dem si sta aggravando anche per la perdita di credibilità presso l'elettorato ispanico e cattolico. Tra la popolazione di origine ispanica si registra un significativo abbandono del Partito Democratico e una chiara preferenza verso i Repubblicani. Una disaffezione marcata emerge anche dal sondaggio commissionato da EWTN News, il più diffuso network cattolico degli USA, e condotto da Real Clear Opinion Research e da poco pubblicato: la maggioranza dei probabili elettori cattolici è insoddisfatta del presidente Joe Biden e dei Democratici al Congresso. Il 45% dei cattolici intervistati afferma di avere un'opinione favorevole di Biden, mentre il 53% afferma di avere un'opinione sfavorevole del presidente (Biden aveva ottenuto il 52% dei voti cattolici nel 2020). L'indice di gradimento dei Democratici al Congresso è passato da positivo a negativo tra i cattolici e anche la percentuale di cattolici che ritiene che la nazione sia "diretta nella giusta direzione" è diminuita rispetto a due anni fa.
I leader pro vita americani hanno duramente criticato le proposte approvate la scorsa settimana dai Dem alla Camera. Sono proposte che certamente fanno perdere voti, anche se potrebbero portare molti finanziamenti nelle casse dei Democratici per la campagna elettorale, come promesso nelle scorse settimane da George Soros e Planned Parenthood. Tuttavia, i sondaggi vedono i Repubblicani in vantaggio dell'8% nei confronti dei Dem; gli indici economici peggiorano sempre di più, con un'inflazione salita al 9,1%, il carburante dell'11,2%, l'energia elettrica del 3,5% (da giugno) e i prezzi alimentari del 10,5% in un anno. Sono tornate le lunghe file ai banchi alimentari di tutti gli Stati Uniti, un fenomeno in crescita.
I Dem che guidano Camera, Senato e Governo pensano però all'aborto e anzi chiedono - con in testa la senatrice Elizabeth Warren - di chiudere ed espropriare i centri di aiuto alla gravidanza in tutto il Paese. Non a caso la "task force per i diritti riproduttivi" del Dipartimento di Giustizia, già descritta sulla Bussola, proteggerà l'aborto e trascurerà la sicurezza dei centri di gravidanza.
Nel frattempo il procuratore generale del Texas ha fatto ricorso contro tutte le misure adottate da Biden e dalla sua Amministrazione nelle ultime settimane, perché "affievoliscono e distorcono" le leggi pro vita del proprio Stato. I Dem continuano a ignorare sia le violenze contro i centri pro life (vedi le ultime gravi minacce in California) sia le difficoltà economiche crescenti di milioni di famiglie, illudendosi che la guerra per l'aborto possa distrarre il popolo dai propri affanni e dalle proprie convinzioni pro vita.

DOSSIER "DONALD TRUMP"
Il presidente nemico del politicamente corretto

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23-07-2022

7 - LETTERE ALLA REDAZIONE: SULLE PUNIZIONI DI DIO MI SEMBRATE FERMI AL VECCHIO TESTAMENTO
Eppure Dio punisce anche nel Nuovo Testamento come dimostra l'episodio di Anania e Saffira (mettere in contrapposizione il Dio del Vecchio e quello del Nuovo Testamento è stato l'errore dell'eretico Marcione)
Autore: Pietro Guidi - Fonte: Redazione di BastaBugie, 27 luglio 2022

Gentile redazione di BastaBugie,
leggo il vostro sito da circa un anno, ma oggi mi sono imbattuto in un articolo a dir poco raccapricciante. Prendendo spunto dall'episodio di Anania e Saffira si sostiene che Dio punisce senza usare misericordia, senza dare il tempo di pentirsi [leggi qui]. Ma questo è in contrasto con il messaggio di amore che Gesù veicola in tutto il vangelo. Voi invece siete ancora fermi all'Antico Testamento. Potrei citare numerosissimi esempi del Nuovo Testamento, ma mi limiterò a quelli del Vangelo, come la guarigione del cieco che troviamo nel Vangelo di Giovanni al capitolo 9. All'inizio di questo capitolo i discepoli chiedono a Gesù: "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?" e Gesù gli risponde: "Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio". Come si vede, contro l'interpretazione dei suoi contemporanei, e mi sembra di capire anche la vostra, Gesù contesta il pensiero di chi pensa che se uno ha una malattia questa derivi per forza da una colpa personale.
Un altro esempio di quello che dice Gesù contro le punizioni immediate dei cattivi, sempre nel vangelo, si trova la parabola del grano e della zizzania, dove il padrone del campo, che rappresenta Dio, invita i suoi servi a non strappare dal suo campo la zizzania, che rappresenta gli uomini malvagi, per non danneggiare anche il grano buono.
Ecco voi mi sembrate proprio quei servi della parabola a cui piacerebbe estirpare subito la zizzania.
Scusate il tono acceso, ma questa mancanza di rispetto per la Divina Misericordia mi manda su tutte le furie. Spero che vogliate abbandonare la vostra visione di Dio, ancorata all'Antico Testamento dove le punizioni di Dio non si facevano attendere. Il Vangelo ci parla invece di amore e misericordia come ho dimostrato.
Attendo una risposta.
Marcello

RISPOSTA DELLA REDAZIONE

Caro Marcello,
grazie per la franchezza con cui ci scrivi. Innanzitutto mi preme far notare come l'accusa a noi rivolta di essere fermi al Vecchio Testamento è inconsistente visto che l'episodio di Anania e Saffira che abbiamo commentato è tratto dal Nuovo Testamento. Precisamente dagli Atti del Apostoli che sono, per così dire, la seconda parte del Vangelo di Luca in quanto scritti proprio da lui come continuazione dell'opera di Cristo attraverso la sua Chiesa, cioè attraverso gli Apostoli. Va notato, tra l'altro, che San Luca è colui il quale nel suo vangelo ha scritto parabole bellissime sulla Misericordia Divina, come quella del figliol prodigo. Evidentemente non riteneva contraddittorio parlare del perdono di Dio ed anche delle sue punizioni. Entrambi facevano parte dell'insegnamento di Gesù che Luca con accuratezza voleva trasmettere.
Non è citato a proposito nemmeno l'episodio del cieco nato in quanto Gesù spiega che il cieco non ha peccato, altrimenti la punizione poteva anche esserci, e nemmeno ci sono colpe dei genitori. E infatti Anania e Saffira non sono puniti per colpe dei genitori, ma proprie e particolarmente gravi, come ho spiegato nell'articolo da te criticato.
Chiarito questo passiamo ad analizzare la parabola del grano e della zizzania da te citata come argomento "forte" tanto da equipararci ai servi che vogliono strappare subito la zizzania. Nella parabola il padrone del campo, che rappresenta Dio, invita i suoi servi a non strappare dal suo campo la zizzania, che rappresenta gli uomini malvagi, per non danneggiare anche il grano buono. Così Gesù spiega che non sempre i cattivi vengono puniti immediatamente. Ma questo non vuol dire che in alcuni casi lo siano, come appunto è capitato ad Anania e Saffira.
Infine non va dimenticato che il finale di questa parabola non è proprio rose e fiori perché nel giorno della mietitura, cioè del giudizio, il grano viene messo nel granaio, ma la zizzania viene legata in fastelli e bruciata, con una chiara allusione alle fiamme dell'inferno. Se ci pensiamo bene tutte le punizioni del Vecchio Testamento impallidiscono di fronte al tormento eterno che Gesù promette ai malvagi. La morte dei primogeniti d'Egitto in confronto non è che una vaga anticipazione della punizione ultraterrena in quanto l'inferno è eterno e comporta sofferenze indicibili.
La predicazione sull'eternità beata per i buoni e sulla dannazione eterna per i cattivi è uno dei temi più ricorrenti di tutto il Vangelo, alla faccia di chi dice che da Gesù in poi non si parli più di ira divina. San Giovanni Battista stesso quando presenta Gesù come il Messia tanto atteso lo descrive così: "Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile".
Siccome Gesù parla spesso della punizione che potrebbe toccarci nell'altra vita, si potrebbe pensare che le punizioni su questa terra fossero superate. In realtà Gesù parla anche di castighi temporali, come quando profetizza la distruzione del tempio di Gerusalemme a causa del fatto che gli ebrei non lo hanno accolto come Messia. Sentiamo le parole che dice Gesù agli abitanti di Gerusalemme che non lasciano spazio ad interpretazioni: "Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata" (Lc 19,43-44). E in effetti, a pochi anni di distanza (70 d.C.) gli ebrei sono stati massacrati dai romani, gli è stato distrutto il tempio (mai più ricostruito fino ad oggi) e sono stati cacciati dalla loro nazione (diaspora) come castigo di Dio, perché non hanno riconosciuto il Messia. Gesù aveva predetto esattamente questo castigo.
L'errore di mettere in contrapposizione il Dio del Vecchio e quello del Nuovo Testamento è stata la posizione dell'eretico Marcione nel II secolo. Marcione riteneva che il "Dio giusto" che minacciava e realizzava le punizioni nel Vecchio testamento non potesse identificarsi con il Dio buono e misericordioso del Nuovo testamento. Visto che veniva contraddetto da tutti quei passaggi del Nuovo Testamento che si basavano sull'Antico Testamento tagliò tutti i testi che erano contrari alle sue posizioni creando un suo Nuovo Testamento basato su una riduzione del Vangelo secondo Luca e alcune epistole di San Paolo. Basandosi sull'insegnamento dei Padri della Chiesa il marcionismo è stato condannato dalla Chiesa come una eresia visto che Gesù stesso dice di essere venuto non ad abolire il Vecchio Testamento, ma a portarlo a pieno compimento. Tuttavia, scansata l'eresia marcionista, ecco che l'errore si ripresenta oggi sotto una forma diversa, ma sempre con lo scopo di considerare superata l'idea di punizione di Dio tanto cara al Vecchio Testamento.
La verità proclamata dalla Chiesa in opposizione a Marcione è che il Vecchio Testamento è Parola di Dio e per questo va tenuta in massima considerazione. Certo va detto che il Nuovo Testamento è gerarchicamente superiore al Vecchio, infatti quello che non viene confermato nel Nuovo può essere considerato superato. Facciamo un esempio di questo superamento: la circoncisione. All'inizio c'era discussione se fosse ancora obbligatoria oppure no. Per risolvere questo dilemma c'è stato bisogno del concilio di Gerusalemme. Gli apostoli stessi per bocca di Pietro aboliscono l'obbligatorietà della circoncisione. Essendo la Chiesa apostolica, cioè basata sull'insegnamento degli apostoli, non si può pensare che abbiano traviato l'insegnamento di Gesù che pure aveva parlato di compimento e non di abolizione dei precetti validi fino ad allora.
Alla luce di questo i teologi moderni hanno cercato di far passare come superate le punizioni del Vecchio Testamento. Esse potevano andare bene per un'umanità retrograda, ma secondo loro sarebbero superate nel Nuovo Testamento. Ma ecco che arriva il brano di Anania e Saffira a sconvolgere questa falsa concezione visto che Dio punisce alla maniera del Vecchio Testamento, pur essendo nel Nuovo. La loro storia rappresenta una vera e propria pietra di scandalo per tutti quelli che dicono che le punizioni divine erano una cosa del Vecchio Testamento, che dovevano essere considerate sorpassate alla luce dell'insegnamento di Gesù. Quindi per alimentare una certa falsa teologia, che non parla più di castigo, è stato necessario toglierlo dalle letture della Messa.

ANANIA E SAFFIRA: DIO PUNISCE ANCHE NEL NUOVO TESTAMENTO
Un clamoroso taglio della Parola di Dio alla Messa nel periodo pasquale rivela quello che non si può più dire: Dio è amore, ma punisce chi lo prende in giro
di Pietro Guidi
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7034

DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE"
Le risposte del direttore ai lettori

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 27 luglio 2022

8 - OMELIA XVIII DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 12,13-21)
Anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Tutti gli uomini vogliono arricchire, ma pochi sono quelli che desiderano accumulare i veri tesori, non quelli che sono destinati a passare, ma quelli che rimarranno per sempre, per la Vita eterna. Nella lettura del Vangelo abbiamo ascoltato la parabola dell'uomo ricco che aveva avuto un raccolto abbondante. Egli pensava di demolire i vecchi magazzini e di costruirne di più grandi, per accumulare sempre di più e godersi la vita. Ma non pensava a una cosa, la cosa più importante: i nostri giorni sono contati e, quando meno ce lo aspettiamo, dobbiamo presentarci al Giudice divino per ricevere la giusta ricompensa per il bene o il male che abbiamo fatto e anche per tutto quel bene che abbiamo trascurato di compiere. L'uomo ricco della parabola non pensava minimamente a tutto questo e andava spensierato incontro alla sua perdizione.
Gesù ci dice che «così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio» (Lc 12, 21). Questa parabola sembra proprio una fotografia della nostra società, così dimentica dei beni soprannaturali e perduta dietro la materia. Gesù ci insegna a non farci dominare dalla cupidigia, ovvero dalla ricerca smodata dei beni materiali: un uomo non vale per quello che ha, ma per quello che è. Così il Signore afferma: «Fate attenzione e tenetevi lontano da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede» (Lc 12, 15).
Dobbiamo dunque arricchire «presso Dio», dobbiamo dunque accumulare meriti per la vita eterna. Pensiamo ad un uomo ricco che giace infermo e che sta per lasciare questa vita: che ne è di tutte le sue ricchezze? Saranno molto probabilmente causa di liti tra i suoi eredi! Proprio come il Vangelo di oggi: un uomo andò da Gesù e disse: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità» (Lc 12, 13). Gesù si rifiutò di intervenire in quella lite familiare, non certo per disprezzo della giustizia umana, ma perché evidentemente vedeva che quei fratelli erano attaccati ai beni materiali e non si davano cura di arricchire presso Dio.
Ben a ragione, San Paolo, nella seconda lettura di oggi, ci esorta in questo modo: «Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio, rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3, 1-2). Questi sono i beni che valgono davvero; tutto il resto, come abbiamo ascoltato nella prima lettura, «è vanità» (Qo 1, 2).
Nel Salmo responsoriale abbiamo inoltre pregato: «Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio» (Sal 89). La vera saggezza viene proprio da questa riflessione, dal pensare che qui siamo solo di passaggio e che un giorno ci presenteremo a Gesù per essere giudicati. In questo viaggio, da questa all'altra vita, ci accompagneranno solo le preghiere e le buone opere da noi compiute. Sforziamoci dunque di accumulare questi tesori e di essere ricchi della vera ricchezza.
Si racconta che san Francesco d'Assisi era così staccato dai beni materiali al punto che bramava la povertà più di quanto un ricco poteva desiderare i tesori di questo mondo. La sua vita fu una continua ricerca dei beni di lassù, e quando ormai stava per morire, ai confratelli che erano radunati attorno a lui, disse: «Fratelli, iniziamo a far del bene, perché finora non abbiamo fatto nulla». Alla luce dell'eternità, nella quale stava ormai entrando, san Francesco, in quel momento, si rendeva sempre più conto che l'unica nostra vera ricchezza è il bene che riusciamo a compiere.
Sforziamoci di arricchire anche noi «presso Dio»!

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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