BastaBugie n�787 del 21 settembre 2022

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1 LAURA PAUSINI SI RIFIUTA DI CANTARE BELLA CIAO
La cantante afferma che è una canzone troppo politica e così si scatena uno tsunami mediatico... eppure sempre lei nel 2016 a Sanremo si era schierata a favore delle unioni civili (VIDEO MUSICALE: Italia ciao di Povia)
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone
2 IL CRITERIO PER IL VOTO E' IL RISPETTO DELLA LEGGE NATURALE
Non è moralmente lecito votare partiti che propongono aborto, eutanasia, fecondazione artificiale o nozze gay (ma vanno valutate anche le omissioni e la condotta tenuta fino ad oggi)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 L'AMICO DI PEPPA PIG HA DUE MAMME LESBICHE
Letta, Calenda e Boldrini difendono la propaganda lgbt, eppure la sinistra negli anni '70 voleva censurare Goldrake per non delegare alla Rai l'educazione dei bambini
Autore: Clemente Sparaco - Fonte: Provita & Famiglia
4 VIETATO MOSTRARE IN TV DOWN FELICI
La Corte Europea dei Diritti Umani dà ragione al governo francese che nel 2014 vietò di trasmettere in tv un video sull'accoglienza dei bambini down (VIDEO: Cara futura mamma)
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 I 4 ERRORI DI DESMOND DOSS, IL PROTAGONISTA DELLA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE
Un film di Mel Gibson che parla della storia vera di un soldato obiettore di coscienza che ha ricevuto la medaglia d'onore per aver salvato 75 soldati
Autore: Pietro Guidi - Fonte: Redazione di BastaBugie
6 LA PROPAGANDA PIU' POTENTE A DISPOSIZIONE DEI GOVERNI E' IL CINEMA
La Mostra del Cinema di Venezia dal fascismo fino ad oggi fa sempre lo stesso (e dall'America: Disney, Netflix, Warner Bros, Discovery, Amazon propagandano aborto, Lgbt, orrori vari tra cui paganesimo e satanismo, ecc.)
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera
7 LETTERE ALLA REDAZIONE: SONO GIOVANE ED HO DECISO DI NON VOTARE... FACCIO PECCATO?
C'è chi andrà a votare, chi no: l'importante è evitare candidati o partiti con posizioni contrarie ai principi non negoziabili: vita, famiglia, libertà di educazione
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
8 OMELIA XXVI DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 16,19-31)
Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - LAURA PAUSINI SI RIFIUTA DI CANTARE BELLA CIAO
La cantante afferma che è una canzone troppo politica e così si scatena uno tsunami mediatico... eppure sempre lei nel 2016 a Sanremo si era schierata a favore delle unioni civili (VIDEO MUSICALE: Italia ciao di Povia)
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone, 16 settembre 2022

In queste ore, anzi, in questi giorni (curioso che una notizia così, tenga occupato il mainstream per tanto tempo!) la nota cantante Laura Pausini si trova a dover fare i conti con la bufera di polemiche scatenatasi sui social e non solo, dopo il suo rifiuto di cantare, durante un popolare programma spagnolo El Hormiguero, la canzone "Bella Ciao".
Il canto, simbolo della Resistenza partigiana (seppure dalle origini difficili da ricostruire) fa riferimento ad un generico e apparentemente anonimo "invasore", ma poi, nel tempo, è diventata di fatto, l'inno della lotta al fascismo. La Pausini avrebbe, infatti, motivato il suo rifiuto in modo netto: «È una canzone troppo politica».
Apriti cielo! Cinque parole che hanno scatenato uno tzunami mediatico! Per una volta che un cantante non approfitta di un palco reale o virtuale per elargire pillole di saggezza su questo o quel programma politico, prendendone, a volte anche le distanze e mostrandone persino i presunti lati oscuri, che, in alcuni casi, fanno, addirittura, «paura»(ogni riferimento alla cantante Elodie ex cubista romana, già ribattezzata da qualcuno "Elochi' ?" scagliatasi così tante volte contro la leader di Fratelli d' Italia e il suo programma, che ormai si parla addosso, è puramente casuale!).
E allora... tutti contro Laura! E così è sceso in campo anche Pif (pseudonimo di Pierfrancesco Diliberto) sceneggiatore, regista e autore televisivo che, non solo ha condannato duramente l'affermazione della Pausini - «Non cantare bella ciao, è già prendere posizione»-, ma ha affondato il colpo e con un'uscita dal taglio un po' teatrale (deformazione professionale?), dichiarando che vorrebbe che l'inno partigiano fosse intonato anche al suo funerale, perché anche da morto continuerebbe a pensarla in quel modo.
Eppure le parole di Pif, seppure schierate col mainstream, toccano un punto nodale. Quale sarebbe stato il peccato originale della Pausini, dunque, quello di non aver preso una posizione, ovvero, quella che ci sia aspettava e proprio nel momento in cui le si offriva su un piatto d'argento l'occasione di ricollocarsi nel solco del pensiero liberal, che attraversa in modo decisamente vibrante l'ambiente dello spettacolo e guai a starne fuori?
Quel pensiero, diciamolo, che aiuta tanti cantanti a venire ad una qualche esistenza artistica solo perché hanno dato fiato alle trombe, contro questo o quel politico inviso a molti, ricavando applausi facili. La conferma sembra provenire proprio da un altro episodio che ha riguardato in passato, sempre la Pausini.
Nel 2016 la cantante che si è ripetutamente e apertamente schierata a favore delle unioni civili, presentandosi al Festival di Sanremo, insieme ad altri artisti, con il nastro arcobaleno, per manifestare il suo endorsment alla legge Cirinnà sulle unioni civili, interrogata a riguardo, aveva candidamente affermato: «Non mi sposo finché non potrà farlo la mia amica lesbica». Una posizione decisamente politica, di fronte alla quale, la cantante aveva ricevuto solo ovazioni. E come mai, "W la libertà di pensiero", allora, ma non "W", oggi?
Il doppiopesismo dev'essere sempre, proprio, così evidente da parte di chi si fa paladino dei diritti che deriverebbero dalla "libertà personale" e addirittura dell'"autodeterminazione"? E la Pausini in nome, appunto, della propria autodeterminazione non sarebbe decisamente libera anche di non schierarsi, contrariamente ai più?
Che ne sarà, allora, della cantante che, in un singolare sondaggio della Rai di qualche tempo fa era stata definita come «il più grande italiano di tutti tempi», scavalcando persino Leonardo da Vinci (che ci perdoni!)? La sua popolarità subirà un deciso calo, al punto che saremo tutti costretti ad unirci al coro dei vari... "Bella ciao!!!"?

Nota di BastaBugie: Marinellys Tremamunno nell'articolo seguente dal titolo "Di comunisti e di violenti: la triste parabola di Bella Ciao" parla della vicenda della Pausini ricordando che la canzone della sinistra ora è diventata perfino un canto simbolo contro l'establishment nelle violenze in Latinoamerica.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 16 settembre 2022:

Laura Pausini è al centro della bufera, dopo il rifiuto a intonare la canzone Bella Ciao durante il programma televisivo spagnolo El Hormiguero. «No no, è una canzone politica e io non voglio cantare brani politici", ha detto per giustificarsi. E subito dopo si sono accesi i social tifando a favore e contro la cantante, anche con commenti di personaggi politici spagnoli e italiani che hanno alimentato la tormenta.
Il polemico episodio è accaduto lo scorso 12 settembre, durante un gioco musicale del programma di intrattenimento di punta dell'emittente Antena 3, con una media di 2.3 milioni di spettatori. Il conduttore dello show, Pablo Motos, sperando di coinvolgere la cantante emiliana, ha intonato spontaneamente il ritornello del canto partigiano, molto famoso in Spagna grazie all'associazione con la popolarissima serie tv La Casa di Carta.
Bella Ciao pretende di essere l'inno della Resistenza italiana antifascista, ma è invece un canto promosso soprattutto dai comunisti, per cui il gesto della Pausini non è piaciuto in primo luogo ai socialisti. "Rifiutarsi di cantare una canzone antifascista dice molto della signora Laura Pausini e niente di positivo", ha sentenziato con un tweet la deputata spagnola Adriana Lastra.
E tre giorni dopo è arrivato il comunicato della Pausini: "Vorrei esporre il mio punto di vista dopo le polemiche di questi giorni. In una situazione televisiva estemporanea, leggera e di puro intrattenimento, ho scelto di non cantare un brano inno di libertà ma più volte strumentalizzato nel corso degli anni in contesti politici diversi tra loro. Come donna, prima che come artista, sono sempre stata per la libertà e i valori ad essa legati. Aborro il fascismo e ogni forma di dittatura. La mia musica e la mia carriera hanno dimostrato i valori in cui credo da sempre. Volevo evitare di essere trascinata e strumentalizzata in un momento di campagna elettorale così acceso e sgradevole, purtroppo non è stato così. Rispetto il mio pubblico e continuerò a farlo, con la libertà di scegliere come esprimermi", ha scritto ieri sul suo Twitter.
Effettivamente, la cantante emiliana ha riconosciuto che il popolare canto è stato "più volte strumentalizzato". In primo luogo, dai comunisti che tentano di appropriarsi del movimento partigiano, quando invece parteciparono anche combattenti, azionisti, monarchici, socialisti, cristiani, liberali, repubblicani e anarchici. Dopo, con La Casa di Carta, l'inno è diventato popolare a livello internazionale, ma associato a un gruppo di ladri che fanno una rapina alla Banca di Spagna, quindi come un moto di ribellione contro l'establishment.
Così, Bella Ciao è diventata anche un simbolo delle proteste promosse dalla sinistra sudamericana. Per confermarlo, basta guardare le proteste contro Ivan Duque a Bogotà o nell'Oriente di Antiochia, o le rivolte a Santiago del Cile contro Sebastian Piñera, tutte e due segnate dalla violenza. In Ecuador, l'ex presidente socialista Rafael Correa intona la canzone italiana in un video di protesta contro il presidente in carica Lenin Moreno. E la popolare canzone è diventata un moto degli operai e dei movimenti socialisti in Argentina.
Poi Laura Pausini ha ribadito "aborro il fascismo", ma cosa ne pensa del comunismo? La risposta la troviamo in una notizia dello scorso maggio, quando i cubani a Miami sono scesi in piazza contro una sua esibizione, ulteriormente cancellata, a causa della sua vicinanza al regime comunista de L'Avana.
Infine, la vicenda della Pausini è l'ennesima conferma che Bella Ciao non è un canto eroico che unisce tutti gli italiani, in realtà è un canto strumentalizzato, soprattutto dalla Sinistra, e ora è diventato perfino un canto simbolo contro l'establishment.

VIDEO: ITALIA CIAO di Povia
Un aggiornamento al 2021 di Bella ciao del cantante Giuseppe Povia che scrive nel suo canale YouTube: "L'Italia uscì distrutta dalla 2ª guerra mondiale. Fu liberata dal Nazi-Fascismo, scrisse la Costituzione del 1948 per non ripetere più gli stessi errori. Invece oggi ci ritroviamo in una terza guerra commerciale e per noi in Unione Europea, anche finanziaria, burocratica e tecnocratica, dove Roma ha perso ogni potere compreso quello monetario. Comandano Bruxelles, Francoforte (Bce) e soprattutto Berlino. È un nuovo nazismo sempre a trazione tedesca e la cosa allucinante è che ogni governo italiano sostiene questo scempio con la scusa che non c'è più guerra da 70 anni. Insomma, la guerra è finita nel 1945 quindi perché siamo entrati nell'euro e abbiamo firmato trattati su trattati se poi i problemi si sono triplicati? ps non lo dico io ma la realtà dei fatti".


https://www.youtube.com/watch?v=iyhuH8w2Jw8&

Fonte: Sito del Timone, 16 settembre 2022

2 - IL CRITERIO PER IL VOTO E' IL RISPETTO DELLA LEGGE NATURALE
Non è moralmente lecito votare partiti che propongono aborto, eutanasia, fecondazione artificiale o nozze gay (ma vanno valutate anche le omissioni e la condotta tenuta fino ad oggi)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 9 settembre 2022

Per il cattolico votare è sempre un dramma ed è fonte di un dissidio interiore, spesso assai acuto, dato che nessun partito o coalizione soddisfa appieno le sue aspettative. Di fronte a questo scenario quindi per chi votare?
Il riferimento generale è dato dal bene comune. Occorre votare per coloro i quali propongono le soluzioni più efficaci per tutelare il bene comune e accrescerlo. Cosa è il bene comune? Vi sono più definizioni corrette di bene comune presenti nella tradizione aristotelica-tomista, ma qui ne evidenziamo una: il bene comune è quell'insieme di condizioni (bene comune in senso strutturale) che permettono al singolo, alla famiglia e altre realtà sociali di vivere i principi della legge naturale (bene comune in senso sostanziale). Dunque queste condizioni devono permettere all'uomo di vivere virtuosamente.
Da ciò consegue che non è lecito dare il proprio voto a quei partiti che nei due dei tre ambiti classici di ripartizione del potere pubblico (potere legislativo ed esecutivo) propongono soluzioni inique, cioè contrarie alla legge naturale. Esemplifichiamo, accennando, per motivi di spazio, solo all'ambito legislativo. Non sarebbero meritevoli di essere votate quelle coalizioni che promuovono normative inique. Tali sono, ad esempio, leggi che comandano atti contrari alla legge naturale: pensiamo ai sindaci che devono per legge celebrare le unioni civili, ai giudici minorili che devono decidere se la minore ha preso la decisione di abortire con maturità, ai farmacisti obbligati a vendere pillole potenzialmente abortive, ai medici che devono praticare l'eutanasia su richiesta. Un partito che quindi fosse contrario all'obiezione di coscienza dei medici in tema di aborto sarebbe un partito che non meriterebbe il nostro voto. Una legge ingiusta è anche quella che comanda condotte sì in se stesse giuste perché consone alla legge naturale, ma sproporzionate. Pensiamo ad imposte troppo esose rispetto al potere contributivo e ai bisogni.

ANCHE SOLO UNO
Passando dai comandi ai divieti, un partito agirebbe contrariamente alla legge naturale se si rifiutasse di vietare mala in se lesivi del bene comune, come aborto, eutanasia, divorzio, "matrimoni" gay, etc., perché condotte ritenute invece buone (sul punto ritorneremo tra poco). Altre legislazioni inique sarebbero quelle che vietano atti commissivi consoni alla legge naturale in modo sproporzionato ossia irragionevole: vietare la libertà di parola e di religione come previsto dal Ddl Zan. Un'altra tipologia di leggi ingiuste sono quelle norme che legittimano condotte intrinsecamente malvagie: aborto, eutanasia, divorzio, omosessualità, uso di droghe, fecondazione artificiale, etc. A questo proposito teniamo conto che attualmente molti partiti di area levantina vogliono appoggiare alcuni disegni di legge a favore del suicidio assistito, della liberalizzazione delle cosiddette droghe leggere e di un ampliamento dell'ambito normativo delle unioni civili (in particolare dell'omogenitorialità).
Domanda necessaria a questo punto: come facciamo a capire se il partito X è favorevole alla legittimazione dell'aborto, al divieto dell'obiezione di coscienza, etc.? Si tratta del tema delle fonti dell'azione politica. È un terreno scivoloso perché vedremo che è difficile precisare al millimetro il contenuto delle proposte politiche. Dunque i criteri qui indicati devono essere presi cum grano salis. Partiamo dalla fonte più importante, perché più oggettiva: il programma politico, la vera carta d'identità del partito.
Quesito: se nel programma c'è solo un punto contrario alla legge naturale e tutti gli altri sono leciti? È sufficiente un solo punto programmatico che legittima o comanda una condotta contraria alla legge naturale o vieta in modo irragionevole una condotta consona alla legge naturale perché non si possa votare per quel partito, dal momento che il cittadino darebbe il suo voto anche a quel punto programmatico. Dionigi l'Areopagita nella sua opera I nomi divini così scrive: "Il bene è causato da una integrità di cause, il male invece anche da particolari difetti" (cap. IV). Parimenti Tommaso d'Aquino così si esprime: "Per rendere cattiva un'azione basta un solo difetto: invece perché sia buona in senso assoluto non basta un particolare aspetto di bene, ma si richiede una bontà integrale" (Summa Theologiae, I-II, q. 20, a. 2 c.). Dare il proprio voto a simile programma politico infettato anche in un solo punto da una proposta iniqua sarebbe come apporre la propria firma ad un contratto a piè di pagina dove ci fosse anche una sola clausola ingiusta. Con quella firma accetterei tutte le condizioni e clausole contenute in quel contratto.

NON DIMENTICARE IL PASSATO
Come invece valutare l'omissione nel programma politico ad esempio di un comando necessario (medico cura il nascituro), di una iniziativa altrettanto necessaria (abbassare le tasse) o di un riconoscimento di un diritto (obiezione di coscienza nella legge sull'eutanasia già vigente)? Dipende dal motivo per cui non si è voluto inserire tale proposta. Se, come già accennavamo, l'omissione è data dalla volontà di non riconoscere ad esempio l'obiezione di coscienza in materia di eutanasia, questa omissione non sarebbe accettabile. Se invece l'omissione fosse dettata da necessità - è impossibile proporre e ottenere ora l'abrogazione della 194 - oppure da opportunità - sarebbe controproducente fare una simile proposta ora, ma non in futuro - allora il voto a tale partito sarebbe lecito.
Un'altra fonte per comprendere le finalità di un partito o di una coalizione è data dalle azioni pregresse, dalla sua storia. Ad esempio non si potrebbe mai votare per un partito che ha dato il suo voto alla legge sulle unioni civili, sul divorzio breve, sull'eutanasia, sulla "Buona scuola" dove è previsto l'insegnamento del gender, sulla legittimazione dei figli incestuosi e ha appoggiato i disegni di legge relativi alla legalizzazione delle droghe, all'omofobia, al suicidio assistito. Rientra nello storico di un partito, poi, se i suoi leader si sono dichiarati a favore della maggiore accessibilità delle pillole abortive, della reclusione in casa di milioni di cittadini durante la pandemia, della vaccinazione obbligatoria, dell'utero in affitto, dell'omogenitorialità, dei gay pride, dell'immigrazione senza regole, della rivoluzione green indiscriminata, etc.
Inoltre occorre valutare il divario tra promesse fatte nel passato e risultati ottenuti tenendo conto dei motivi per cui non si è ottenuto quel risultato: difficoltà oggettive non prevedibili, tornaconto, atteggiamento menzognero, etc. Le azioni del passato da valutare sono anche quelle omissive: non aver votato contro una legge ingiusta o a favore di una giusta, aver evitato di riparare ad alcune sentenze inique (vedasi la sentenza della Consulta che ha aperto all'aiuto al suicidio), o semplicemente non aver reso noto la propria contrarietà ad esse, etc.
Dopo il programma politico e il passato di un partito, un'altra fonte da tenere in considerazione, è la condotta, sia pubblica che privata, del singolo candidato. Ma su questo tema, semmai, torneremo un'altra volta.

Nota di BastaBugie: in merito alla scelta del partito da votare, quanto incideranno nelle prossime elezioni politiche in Italia i cosiddetti principi non negoziabili? Purtroppo quasi zero. Non spostano il voto non solo perché non sono argomenti centrali nei vari programmi politici, ma perché non interessano all'elettore medio e dunque nemmeno i partiti. Negli Usa le tematiche legate alla vita e alla famiglia sono comunque ritenute importanti dai cittadini e da decenni sono entrate nelle agende dei politici. Per approfondire, clicca sul seguente link e leggi l'articolo dello stesso autore del precedente.

LE DIFFERENZE TRA ITALIA E STATI UNITI NELLE ELEZIONI 2022
Mentre negli Usa le tematiche legate alla vita e alla famiglia sono ritenute importanti da cittadini e politici, in Italia i principi non negoziabili non sono rilevanti
di Tommaso Scandroglio
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7136

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 9 settembre 2022

3 - L'AMICO DI PEPPA PIG HA DUE MAMME LESBICHE
Letta, Calenda e Boldrini difendono la propaganda lgbt, eppure la sinistra negli anni '70 voleva censurare Goldrake per non delegare alla Rai l'educazione dei bambini
Autore: Clemente Sparaco - Fonte: Provita & Famiglia, 14 settembre 2022

Un tempo si raccontava che i bambini nascevano sotto i cavoli.
Allora i cavoli erano l'unico alimento con vitamine e minerali di cui si potesse disporre d'inverno ed erano raccolti nove mesi dopo la semina prevalentemente da donne le quali ne recidevano la radichetta, che, come un cordone ombelicale, li legava alla madre terra.
Ma oggi che nessuno crede più alle favole si narrano cose diverse. Così il magico mondo della Disney, i programmi per bambini di Netflix, la Barbie trans, l'edizione Lego arcobaleno, raccontano piuttosto di coppie dello stesso sesso e di bambini felici.
E anche Peppa Pig si omologa a tale modello, dovendo l'editore rispondere alle richieste pressanti delle famiglie arcobaleno. Così vi fa la sua comparsa un nuovo amico, Penny Polar Bear, che, descrivendo la sua famiglia, dice di vivere con la mamma e l'altra mamma e che una fa il dottore, mentre l'altra cucina gli spaghetti.
Si sa, non è più tempo di favole, né di cavoli o cicogne, ma è tempo di ideologia. Le favole sono fantastiche e immaginifiche, ma a loro modo dicono la verità e sono immediate e in armonia con la natura. L'ideologia invece ha un rapporto rovesciato con la natura e anche con la biologia e, per quanto ostenti modi suadenti, è menzognera. Si costruisce infatti su premesse sottratte alla prova e l'assenso che le si dà si dimostra non censurabile criticamente e trasfigurato emozionalmente.
Ed è violenta almeno quanto è mistificante.
Così quello che riscontriamo in questa disincantata favola moderna è, come scrisse Grégor Puppinck, direttore del Centro Europeo per la Legge e la Giustizia, commentando anni fa un caso di adozione da parte di una coppia lesbica, «l'estensione del potere degli adulti sui bambini. Non basta più che i bambini siano in balia delle fluttuazioni sentimentali degli adulti, che siano separati dalle loro madri o padri dal divorzio; adesso gli adulti vorrebbero falsificare la loro filiazione all'estremo per soddisfare i propri desideri».
La verità è che due donne non possono avere un bambino. Pertanto, la mistificazione si annida nel non dire che, per averlo, devono comprare il seme di un venditore (che chissà perché tutti chiamano donatore), fecondare l'ovulo di una delle due e impiantarlo in un utero il più delle volte neanche loro; quindi nell'occultare almeno uno dei genitori biologici.
La violenza si determina, poi, nel momento in cui si carpisce l'innocenza infantile e si costringe il bambino ad adeguarsi alle scelte affettive dei pretendenti genitori.
Ma la cavolata più grande sta nel fidare indiscriminatamente nella tecnica e nel suo potere manipolatorio per travalicare la natura.
L'elemento dirimente è, in tal caso, la rivoluzione biomedica che ha modificato lo status della generazione fino a determinarla come atto medico artificiale, programmato, controllato. Così, trasformato il figlio in oggetto biologico, sono spariti mamma e papà e sono subentrati oociti e spermatozoi con il supporto di siringhe e sonde. Sono state quindi indotte situazioni non corrispondenti alla realtà naturale e biologica, che hanno fatto insorgere l'idea innaturale di avere figli senza l'altro sesso. Le difficoltà che hanno i legislatori nell'adeguare la terminologia a queste inconsuete pretese ne dimostrano l'assurdità e per certi versi, la mostruosità: non più Padre e Madre o Papà e Mamma, ma Genitore 1 e Genitore 2.
Ciò ha avviato un processo che porta, se non regolato, verso l'ennesima degradazione, verso il post-umano, il quale si rivela disumano nel momento in cui si misconosce il diritto del bambino ad avere i riferimenti sicuri di cui ha bisogno per crescere (mamma e papà).

Nota di BastaBugie: Federico Cenci nell'articolo seguente dal titolo "La Sinistra difende Peppa Pig con due mamme, ma odiava Goldrake" ricorda che la sinistra negli anni '70 voleva censurare Goldrake perché violento e fascista.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Provita & Famiglia il 16 settembre 2022:

Enrico Letta ha parlato di «destra arretrata», Carlo Calenda di un dibattito «delirante», Laura Boldrini ha persino agitato lo spettro dell'«oscurantismo» definendo «inaccettabile» il tentativo di «censura». Un tale subbuglio tra le fila della Sinistra è stato provocato dalla polemica seguita alla scelta della Rai di mandare in onda una puntata del cartone animato Peppa Pig con "due mamme".
Secondo gli esponenti politici progressisti, insomma, sarebbe arretrata, delirante e censoria la richiesta al servizio pubblico radiotelevisivo da parte dei genitori italiani di non veicolare l'ideologia gender ai propri figli. Eppure, andando a ritroso nel tempo si scopre che proprio la Sinistra, in Italia, ha inaugurato la tagliola moralizzatrice sotto la quale far passare cartoni animati a lei sgraditi. L'idiosincrasia politica verso un programma per giovanissimi risale al 1979. In quell'anno, mentre l'Italia annaspava tra problemi vecchi e nuovi, l'allora deputato di Democrazia Proletaria e membro della Commissione Vigilanza Rai Silverio Corvisieri lanciò un'offensiva contro il cartone animato giapponese Goldrake.
A chi è stato bambino negli anni '70 e '80 ne è nota la trama: il pianeta Terra è minacciato da un manipolo di potenti e reprobi personaggi, così un ragazzo dall'animo audace e gentile, Actarus, si dota di un formidabile robot per combatterli. Possiamo affermare che Goldrake non faceva altro che riproporre, nella versione di un moderno anime nipponico, la più classica contrapposizione tra un eroe buono e un antieroe cattivo. Dietro lo scontro tra macchine si celava l'eterna battaglia tra bene e male. D'altronde favole, poemi epici, romanzi e poi film e appunto cartoni animati hanno avuto nel corso dei secoli l'obiettivo di erudire intere generazioni a valori positivi.
Non era così per Corvisieri, il quale spiegò la sua accusa in un articolo pubblicato su Repubblica dal titolo Un ministero per Goldrake. L'esponente di Democrazia Proletaria sosteneva che con il famoso robot giustiziere «si celebra dai teleschermi, con molta efficacia spettacolare, l'orgia della violenza annientatrice, il culto della delega al grande combattente, la religione delle macchine elettroniche, il rifiuto viscerale del "diverso"». Ne seguì un'interpellanza parlamentare per proporre l'eliminazione di Goldrake dal palinsesto dei programmi Rai. L'azione a Montecitorio scivolò nell'oblio, al contrario dell'articolo di Repubblica.
A dare man forte al deputato di Sinistra fu il suo compagno Dario Fo, che definì il robot guidato da Actarus «fascista». Si racconta che in quegli stessi giorni il sempreverde epiteto dispregiativo in uso alla Sinistra sia stato lanciato da Nilde Iotti all'indirizzo di tutti i cartoni animati giapponesi: fascista quindi Goldrake, ma fascisti anche Mazinga Z, Jeeg Robot d'Acciaio, Daitarn 3, per non parlare di Capitan Harlock con il suo vessillo nero e il teschio che ricorda quello della X Mas.
Invitiamo pertanto la Sinistra che oggi si scandalizza per i tentativi di "censura" a sfogliare il proprio album di famiglia. E magari, leggendo la conclusione dell'articolo di Corvisieri su Repubblica, potrebbe raccogliere uno spunto di riflessione. «È possibile», scriveva, «delegare alla Rai, che poi provvede rivolgendosi alle multinazionali americane e giapponesi, l'educazione dei nostri figli?». La risposta è no, l'educazione dei figli spetta ai genitori. Che hanno il diritto di opporsi ai tentativi di indottrinamento gender.

VIDEO: SIGLA INIZIALE DI GOLDRAKE


https://www.youtube.com/watch?v=xLT3vUW5HHs

Fonte: Provita & Famiglia, 14 settembre 2022

4 - VIETATO MOSTRARE IN TV DOWN FELICI
La Corte Europea dei Diritti Umani dà ragione al governo francese che nel 2014 vietò di trasmettere in tv un video sull'accoglienza dei bambini down (VIDEO: Cara futura mamma)
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 8 settembre 2022

Bimbi e adulti affetti dalla Sindrome di Down non possono sorridere, né apparire felici quando lo sono. Ovvero: ecco come l'eugenetica radicale è dottrina dello Stato francese, condivisa dalla Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu). Progressivamente da almeno un ventennio, l'intero continente europeo si burla e calpesta la dignità umana e mistifica, solo nell'interesse delle lobby di potere, il concetto di diversità.
Però, ciò che è accaduto in Francia e, successivamente assecondato con un gesto di pavida compiacenza dalla Corte di Strasburgo, supera di gran lunga ogni prevedibile malignità. Il caso su cui la Cedu ha rifiutato di discutere lo scorso 1° settembre e, in questo modo, dato ragione al Governo francese, riguarda un video breve, "Dear Future Mom". Il video prodotto dai sostenitori dei bimbi affetti da sindrome di Down in collaborazione con la Fondazione Jérôme Lejeune, uno dei principali centri mondiali di ricerca e assistenza per le persone con sindrome di Down.
Le immagini incriminate iniziano citando un'e-mail di una madre incinta, in cerca di consigli: "Aspetto un bambino. Ho scoperto che ha la sindrome di Down. Ho paura: che tipo di vita avrà il mio bambino?". Seguono i messaggi di 15 adulti e bambini con sindrome di Down che, in diverse lingue, sereni e sorridenti, rassicurano la madre preoccupata: la vita con la sindrome di Down può essere felice e appagante.
Nel 2014, l'autorità radiotelevisiva francese, sotto il "regno" del presidente socialista François Hollande, aveva emesso un avvertimento di allarme, sostenendo che il video "disturbava la coscienza delle donne che, in conformità con la legge, avevano fatto scelte di vita personali diverse". Ai tre canali televisivi che avevano trasmesso il video era stata inviata una lettera in cui si intimava loro di non trasmetterlo più nelle fasce orarie riservate ai "messaggi di interesse generale", con conseguente ordine di censura effettiva.

MILIONI DI VISUALIZZAZIONI
Sconcertati, i promotori del video e la Fondazione Lejeune si erano rivolti ai canali televisivi per trasmettere nuovamente il video, senza ottenere risposta positiva. In poche parole, i bimbi Down non dovevano essere felici e se lo erano, e la loro vita lo dimostrava, non avrebbero dovuto comunque farlo sapere alle future mamme che, si presumeva, era preferibile che abortissero. Paradossalmente, il video aveva ottenuto diversi riconoscimenti (2 Leoni d'oro e 2 d'argento) al Festival Internazionale della Creatività di Cannes e dall'Art Directors Club of Europe ed è stato ampiamente condiviso in tutto il mondo dal 2014 ad oggi. Solo su YouTube è stato visualizzato oltre 8,4 milioni di volte.
La Fondazione Lejeune aveva dunque contestato la lettera di censura dell'autorità francese, ma "i tribunali transalpini non avevano riscontrato alcun errore di diritto nel parere dell'autorità", perciò si era deciso di presentare il ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo, e di farsi rappresentare da ADF International. Nel ritenere irricevibile il ricorso, la Corte non ha riscontrato una violazione del diritto alla libertà di espressione della Fondazione.
Questa sentenza è arrivata nonostante il fatto che lo stesso governo francese avesse riconosciuto, sia nel procedimento nazionale (2014-2017) che davanti alla Corte durante il 2022, che la lettera dell'autorità radiotelevisiva aveva impropriamente "influenzato in modo significativo il comportamento dei canali televisivi, invitandoli a evitare la futura trasmissione del messaggio in questione".
Più in particolare, si spiega nella nota dettagliata sul caso di Adf International, la Corte ha stabilito che la Fondazione Lejeune non può affermare di essere una "vittima", ai sensi della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, perché il video sulla sindrome di Down era stato trasmesso più volte prima dell'intervento dell'autorità francese. Inoltre, la Corte non ha trovato prove sufficienti di un legame diretto tra la lettera inviata dall'autorità radiotelevisiva e il successivo rifiuto del canale televisivo di trasmettere il film.

XXI SECOLO: NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE
Una minaccia di censura, che ha prodotto l'esito chiaro e univoco dell'autocensura, non è una chiara 'correlazione' tra la lettera e il conseguente comportamento? La decisione della Corte, di dichiarare irricevibile la giusta denuncia della Fondazione Lejeune, invia un doppio segnale ai governi europei: in primis, essi possono esercitare pressioni, direttamente o per interposta istituzione, per mettere a tacere le voci delle persone con sindrome di Down nella sfera pubblica. Inoltre, con la marcatamente pavida decisione, la Corte autorizza i governi ad agire, direttamente o indirettamente, con censure nei confronti di chiunque possa in qualche misura indurre gli utenti a riflettere sulle ragioni della vita umana e sulle prospettive di vita felice per i bimbi diversamente abili.
"Questa decisione è deludente, ma anche molto rivelatrice del modo in cui il rispetto per i più vulnerabili viene trattato nei tribunali", ha dichiarato Jean-Marie Le Méné, presidente della Fondazione Lejeune. "Ciò contribuisce a creare una cultura della discriminazione, contro la quale dobbiamo opporci. I bambini e gli adulti con sindrome di Down meritano di essere ascoltati e visti nella società", ha dichiarato Jean-Paul Van De Walle, di Adf international. La decisione ha avuto una vasta eco (Le Figaro) e provocato un grande sconcerto in Francia, non solo tra i mass media cattolici (Famille Chretienne), ma anche sui siti di organizzazioni che si occupano di persone con handicap. Il XXI secolo avanza come il XX, guerra, anticristianesimo, epidemie e molte delle stesse ideologie totalitarie e mortali, in primis l'eugenetica pratica.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 2 minuti) dal titolo "Cara futura mamma" si può vedere lo spot trasmesso in tv dalla Fondazione Lejeune per rassicurare le donne incinte sull'accoglienza dei bambini con Sindrome di Down e vietato dal governo francese.


https://www.youtube.com/watch?v=xNndLBZpToc

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 8 settembre 2022

5 - I 4 ERRORI DI DESMOND DOSS, IL PROTAGONISTA DELLA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE
Un film di Mel Gibson che parla della storia vera di un soldato obiettore di coscienza che ha ricevuto la medaglia d'onore per aver salvato 75 soldati
Autore: Pietro Guidi - Fonte: Redazione di BastaBugie, 21 settembre 2022

La battaglia di Hacksaw Ridge è un film di Mel Gibson che racconta la vera storia di Desmond Doss, un soldato obiettore di coscienza. La sua vita è segnata da due grandi desideri: quello di servire la propria patria nella seconda guerra mondiale e quello di non uccidere nessuno. Questi desideri sono apparentemente inconciliabili, ma grazie all'aiuto di suo padre, che aveva combattuto nella prima guerra mondiale, riesce a farsi riconoscere come soldato obiettore di coscienza e a prestare il suo servizio come medico militare. Desmond dice: "In un mondo impegnato a farsi a pezzi da solo, non mi sembra una cattiva idea tentare di rimetterlo insieme pezzo dopo pezzo".
A causa della sua determinazione nel rifiuto di uccidere, nemmeno il nemico, viene preso in giro dai superiori e dai commilitoni, che arrivano a mettergli le mani addosso. Ma nella battaglia di Hacksaw Ridge dimostra il suo valore e il suo coraggio salvando circa settantacinque persone ferite portandole fuori dal campo di battaglia e meritandosi il rispetto degli altri soldati.
In questo film Mel Gibson mette tutta la sua esperienza nel descrivere realisticamente la guerra che è terribile e spettacolare allo stesso tempo. Inoltre alcuni valori cristiani sono ben messi in luce: la verginità prima del matrimonio del protagonista (introvabile nei film di oggi), la carità cristiana che arriva a donare la vita per i propri amici e infine l'importanza della preghiera in ogni azione quotidiana che per Dodd tocca un vertice nella richiesta a Dio di trovare ancora un soldato ferito, sia amico che nemico. Azzeccata anche la presa in giro dei culturisti che mostrano con orgoglio i loro muscoli, ma nascondono debolezze interiori come la paura che blocca ogni azione.
Il film quindi è senz'altro da vedere, nonostante quattro errori che forse, a causa della cultura moderna in cui siamo immersi, potrebbero passare inosservati.

1) L'INGIUSTA OBIEZIONE DI COSCIENZA
Il primo di tutti è l'obiezione di coscienza. Essendo questo il cardine del film bisogna capire che cosa è veramente e se sia una cosa buona. Il mondo di oggi non avrà problemi a giustificare l'obiezione di coscienza di Doss, forse ne avrà chi ha visto i precedenti film di Mel Gibson sulla guerra dove la figura del guerriero è indubbiamente positiva. Basti pensare a William Wallace di Braveheart. Le convinzioni religiose di Desmond sono state molto importanti per far maturare in lui il sentimento di avversione nei confronti delle armi. Naturalmente ha contribuito a questa convinzione anche la traumatica esperienza avuta in casa quando ha minacciato suo padre con una pistola per difendere sua madre. In realtà Doss in questa occasione ha fatto esattamente quello che ogni figlio deve fare e quindi non avrebbe nulla da rimproverarsi. Però nel film questo episodio gli genera dei sensi di colpa. Ma tralasciando questo elemento soggettivo del protagonista, parliamo invece dell'elemento oggettivo della compatibilità tra religione e servizio militare. L'elemento religioso è stato quello decisivo nella sua scelta, perché la setta protestante a cui appartiene, cioè gli avventisti del settimo giorno, negano in ogni caso la legittimità della guerra giusta appellandosi ad una interpretazione assoluta e distorta del comandamento "non uccidere". Sarebbe curioso chiedere a uno di loro se si possa uccidere chi sta cercando di violentare tua moglie o di rapire i tuoi figli, ma sappiamo già la risposta. La Chiesa cattolica invece, coerentemente con la Bibbia, ricchissima di storie di santi guerrieri, e con l'insegnamento di Gesù e degli apostoli, ha sempre affermato la possibilità della legittima difesa e della guerra giusta (che comunque non può essere offensiva). Re Davide era un guerriero, Mosè aveva applicato la pena di morte verso tremila Israeliti che avevano adorato il vitello d'oro e non si erano pentiti e l'elenco potrebbe andare avanti a lungo. Dio stesso veniva invocato come "Signore degli eserciti". Anche nel Nuovo Testamento, pur non essendoci guerre visto che ancora non c'era una civiltà cristiana da difendere, sono state dette molte frasi che approvano il servizio militare. Per esempio san Giovanni Battista esortava i soldati ad accontentarsi delle loro paghe e a non estorcere nulla alle persone, considerandolo un mestiere lecito come gli altri. Quando un centurione andrà da Gesù a chiedere un miracolo farà una professione di fede militare, dicendo che come lui aveva dei sottoposti che gli obbedivano così tutto il mondo era sottoposto all'autorità di Gesù. E Gesù loda molto questo centurione romano, che continuerà a fare il suo lavoro anche dopo la conversione. San Paolo, riassumendo nella lettera ai romani il concetto cristiano di autorità dice che essa non invano porta la spada: "Vuoi non aver da temere l'autorità? Fa' il bene e ne avrai lode, poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male". Quindi il quinto comandamento significa che non si può uccidere l'innocente, ma nel caso di legittima difesa e di guerra giusta è lecito e, a volte, anche doveroso uccidere. Chi non volesse uccidere per principio permetterebbe al male di continuare a far danno e di distruggere l'ordine della società, che viene protetto dalla spada come insegna san Paolo, ma anche la semplice ragione umana.

2) LA NONVIOLENZA
Da questo errore deriva anche quello sull'interpretazione letterale della frase evangelica: "Porgi l'altra guancia". Nel film infatti si può vedere come Desmond non si difenda quando viene picchiato dai commilitoni e nemmeno quando fanno battute pesanti su sua moglie. Ma questo non è essere cristiani, bensì zerbini degli altri. Gesù stesso, che ha pronunciato questa frase, non ha porto l'altra guancia quando è stato schiaffeggiato dal servo del sommo sacerdote, ma ha risposto con durezza: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?" (Gv 18,23). Gesù non si difende nella Passione perché ha una missione da compiere: era venuto sulla terra proprio per morire e così salvare tutti gli uomini. Non lo fa perché crede che non dobbiamo difenderci con la forza quando siamo minacciati. Infatti, quando Gesù stava per essere catturato nell'orto degli ulivi, san Pietro proverà a difenderlo con la spada, ma Gesù lo fermerà spiegandogli perché, in quel caso, non bisognava combattere: "Credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?" (Mt 26,53). Se Gesù avesse voluto avrebbe potuto salvarsi e sconfiggere chi lo catturava, ma siccome aveva una missione da compiere non l'ha fatto. Non erano i soldati a catturare Gesù, ma era lui che si offriva a loro per essere sacrificato sull'altare della croce.

3) IL RIFIUTO DELLA CARNE
In una scena del film vediamo inoltre Desmond che, sul campo di battaglia, dà una scatoletta di carne ad un altro soldato perché lui non la può mangiare. Per gli avventisti del settimo giorno infatti è vietato mangiare carne di animali, a causa del loro concetto distorto di rispetto della vita. Facendo così vanno contro l'insegnamento di Dio che nella Genesi dà all'uomo tutti gli animali perché se ne cibi. Diverse volte il vangelo ci racconta che Gesù mangiava pesce e che andava a Gerusalemme per sacrificare e mangiare l'agnello pasquale. Inoltre ha anche insegnato che si possono mangiare tutti gli alimenti, contrariamente alle prescrizioni alimentari dell'epoca: "Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna? Così rendeva puri tutti gli alimenti" (Mc 7,18-19). Per convincere san Pietro che è lecito cibarsi di tutti gli animali Dio stesso gli mostra in visione una grande tovaglia con sopra animali di ogni specie. E Dio gli comanda: "Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!". Più chiaro di così! Ma il nostro Desmond probabilmente avrebbe rifiutato questo allettante comando.

4) IL RIPOSO FESTIVO ASSOLUTO
Infine Desmond si rifiuta di combattere in giorno di sabato perché è un giorno di riposo assoluto. La sua setta protestante, infatti, non festeggia la domenica, come giustamente fanno i cattolici per commemorare la resurrezione di Cristo, ma sono rimasti al vecchio culto ebraico del giorno del sabato. Infatti si chiamano "avventisti del settimo giorno", cioè del sabato. A parte quale giorno festeggiare, è opportuno notare quanto sia sbagliato questo formalismo nel rispetto del giorno di riposo. Infatti la Chiesa ha sempre insegnato la necessità del riposo domenicale dal lavoro, ma non ne ha fatto un assoluto morale. In casi gravi (sottolineo in casi gravi, non per arrotondare) infatti è possibile lavorare di domenica. Se c'è siccità e un contadino ha bisogno di irrigare i suoi campi altrimenti perde il raccolto lo può legittimamente fare anche in giorno di domenica. Invece per gli avventisti del settimo giorno no. Nemmeno un poliziotto e un medico possono lavorare di sabato per salvare vite. E neanche ti puoi difendere da un nemico che ti attacca perché violi il riposo festivo. Si capisce bene che è un'assurdità. È un atteggiamento formalistico nei confronti della legge già condannato da Gesù ai suoi tempi. A quelli che gli rimproveravano le sue guarigioni operate in giorno di sabato Lui rispondeva: "Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?" (Lc 14,5). Desmond Doss, potremmo rispondere! Invece Gesù invitava a non assolutizzare una cosa relativa. Il riposo festivo è fatto per l'uomo, non il contrario. Se l'uomo si fa uccidere per salvare il giorno di riposo evidentemente c'è qualche problema. E non si può mica chiedere ai nemici di attaccare a comando.

CONCLUSIONE
Nonostante questi aspetti negativi, il film resta da vedere in quanto Mel Gibson ha raccontato fedelmente la storia di Desmond Doss per quello che era, sia in bene che in male. Quindi non si può idealizzare questa storia, perché è vero che il protagonista ha potuto fare del bene senza uccidere, ma se tutti facessero come lui non sarebbe possibile difendere la propria nazione. Tra l'altro se Desmond ha potuto fare quello che ha fatto è grazie ai soldati che combattevano con lui. Bisogna smettere di criminalizzare il glorioso mestiere del militare in quanto la forza può e deve essere usata per difendere i deboli.
La Chiesa annovera una grande schiera di santi tra i militari: da san Longino a san Luigi IX re di Francia, che ha combattuto le crociate. Un mondo senza soldati è possibile solo nelle fiabe. Nella realtà invece per difendere le cose buone e belle c'è bisogno della forza. Onore ai militari.

Nota di BastaBugie:
per approfondimenti sul film visita il sito FilmGarantiti, clicca qui!
Qui sotto trovi il trailer del film La battaglia di Hacksaw Ridge


https://www.youtube.com/watch?v=kYf3Wxb7-0Y

Fonte: Redazione di BastaBugie, 21 settembre 2022

6 - LA PROPAGANDA PIU' POTENTE A DISPOSIZIONE DEI GOVERNI E' IL CINEMA
La Mostra del Cinema di Venezia dal fascismo fino ad oggi fa sempre lo stesso (e dall'America: Disney, Netflix, Warner Bros, Discovery, Amazon propagandano aborto, Lgbt, orrori vari tra cui paganesimo e satanismo, ecc.)
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera, 19 settembre 2022

La Disney tradisce sempre di più la propria vocazione all'intrattenimento, per far proprie le derive etiche imperversanti a livello sociale: dopo le proteste per la "svolta" Lgbtqi+, ora la Walt Disney Studios, assieme alla Nbc Universal, a Google, alla Sony Pictures e ad altre grandi aziende, figura tra i partner dell'Anneberg Inclusion Initiative, il think tank voluto dalla University of Southern California per «studiare - come recita il sito ufficiale - la diversità e l'inclusione nell'intrattenimento attraverso ricerche originali e progetti sponsorizzati».
Che cosa significa, al di là dei termini roboanti, nello specifico? Non si tratta solo di una ricerca teorica, di una fotografia dell'esistente, bensì di un coinvolgimento attivo e militante degli studenti (soprattutto, ma non solo), affinché producano cortometraggi e film, che promuovano tematiche quali gender, femminismo ed aborto. Per farlo, sono stati messi a punto (e finanziati) strumenti quali, ad esempio, i cosiddetti «programmi di accelerazione». In particolare, il «Reproductive Rights Accelerator», annunciato lo scorso 17 agosto, rappresenta un sostegno per un minimo di tre studenti di cinematografia, che abbiano «una storia da raccontare sui diritti riproduttivi. Il premio offre uno stipendio di 25.000 dollari per la produzione e lo sviluppo di un cortometraggio incentrato sulla salute riproduttiva». Oppure «The Inclusion Rider» ovvero integrazioni contrattuali per contrastare «i pregiudizi» nei casting e nelle assunzioni nell'industria dell'intrattenimento, incrementando, ad esempio, la presenza percentuale sullo schermo di donne, persone di colore, disabili e membri della comunità Lgbt, come ha specificato la professoressa Stacy L. Smith, docente associato di comunicazione presso l'University of Southern California Annenberg School for Communication and Journalism. Circa l'aborto, la professoressa Smith ha precisato di aver pensato al Reproductive Rights Accelerator Program ed al modo per sovvenzionarlo, dopo la decisione della Corte Suprema americana di escludere l'aborto dall'elenco dei "diritti": «Con le limitazioni ai diritti riproduttivi - ha affermato - non solo è necessario trovare soluzioni legali per proteggere le comunità emarginate, ma è essenziale educare e informare il pubblico su questi temi. L'intrattenimento ha la capacità unica di raggiungere gli spettatori e di fornire questa educazione. Il nostro obiettivo è quello di far capire quante opportunità ci siano di usare lo storytelling come strumento per ampliare la conversazione e creare un cambiamento sostanziale negli atteggiamenti e nelle politiche». Secondo l'Università - precisa l'agenzia InfoCatólica -, anche noti attori di Hollywood e la multinazionale dell'aborto Planned Parenthood sovvenzionerebbero l'iniziativa.
Dunque, nulla di improvvisato o di casuale, bensì un disegno preciso, meditato a tavolino, per promuovere l'aborto assieme a Lgbt, femminimo e dintorni. L'elenco delle iniziative concrete è lungo, è sufficiente consultare il sito dell'USC Annenberg, per rendersene conto. E grandi aziende lo sostengono anche economicamente, come la Disney, che, come Netflix, Warner Bros, Discovery, Amazon, già ha annunciato di farsi carico dei costi delle trasferte delle proprie dipendenti, decise ad abortire, benché residenti negli Stati dove l'aborto oggi è illegale. Ma non solo: un'indagine condotta dalla Society for Human Resource Management ha rilevato come molte aziende stiano, di contro, tagliando i congedi di maternità alle donne, che scelgano la vita o dando alla luce il figlio in grembo o adottando bambini. Incredibile e disumano!
E non è ancora tutto... Sempre la Disney ha recentemente scatenato accese polemiche con la nuova serie per adulti Little Demon, lanciata lo scorso 25 agosto. Questa la trama: tredici anni dopo essere stata ingravidata da Satana, Laura e la figlia Chrissy, riconosciuta come anticristo, cercano di vivere una vita normale nel Delaware, ma forze mostruose le perseguitano, guidate dallo stesso Satana, che vuole custodire l'anima della figlia.
Per quanto aberrante sia l'impianto della serie, uno dei creatori, Seth Kirschner, oltre ad annunciare la presenza di scene di nudo, ha mostrato di non aver scrupoli in merito: «Continueremo finché non ci diranno di smettere», ha dichiarato, come riportato dall'agenzia InfoCatólica.
La serie, commercializzata e distribuita dalla Disney, che ne è la proprietaria, viene prodotta, tra gli altri, dalla Evil Hag Productions, la «Strega cattiva», tanto per restare in tema... Aubrey Plaza, che presta la voce alla madre, Laura, durante la presentazione, ha dichiarato, tenendo in mano un tridente rosso: «Mi piace il fatto che si stia normalizzando il paganesimo. Laura è una strega, che lo pratica». Sconcertante. Ma non basta. Nel calderone esoterico, non si è voluto far mancare neppure il richiamo al gender: Satana si rende conto ad un certo punto che suo figlio Chrissy, l'anticristo, considerato un maschio, in realtà è una femmina, per cui sentenzia: «Il futuro è al femminile». Bandiere transgender si alternano a parallelismi satirici tra Bibbia e media ed a scene, in cui si promuovono i pessimi esempi, come le congratulazioni rivolte alla giovane per aver insultato sua madre Laura.
Molte le proteste e le reazioni negative scatenate dalla serie demoniaca, per la cui cancellazione molte organizzazioni, cattoliche e non, hanno già avviato raccolte-firme, subito giunte a decine di migliaia di adesioni. Mike Johnson, repubblicano, rappresentante degli Stati Uniti per il quarto Distretto congressuale della Louisiana, ha commentato sulla propria pagina Facebook: «Non sono riuscito a raggiungere il telecomando abbastanza velocemente per proteggere mio figlio di 11 anni dall'anteprima e mi chiedo quanti altri bambini vi siano stati esposti e quanti altri milioni si sintonizzeranno sulla nuova serie. Disney e FX hanno deciso di abbracciare e commercializzare ciò che è chiaramente malvagio, statene alla larga!».
Attenzione, quindi, perché ormai il male è a portata di un click. Teniamolo presente.

Nota di BastaBugie: Roberto Marchesini nell'articolo seguente dal titolo "Venezia trans, il cinema si fa propaganda. Come previsto" spiega perché i film sono una delle armi di propaganda più potenti a disposizione degli Stati. Infatti a Venezia è tutto un fiorire di pellicole sul mondo trans. Non c'entra la cultura, non c'entra l'arte. È solo propaganda e così è sempre stato dal fascismo in poi.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 7 settembre 2022:

Partito il Festival del Cinema di Venezia, partiti gossip e polemiche. Tra le polemiche che ci interessano ci sono quelle che lamentano una sovra-rappresentazione di temi LGBTQ+ nei film in concorso. C'è, ad esempio, Tar, con Cate Blanchett che interpreta Lydia Tar. Costei è stata la prima direttrice d'orchestra tedesca, lesbica, che nel film molesta diverse musiciste della propria orchestra.
C'è L'immensità, del[la] regista transessuale Emanuele Crialese. Protagonista del film è Penelope Cruz, che veste i panni della madre di una ragazza di 12 anni convinta di essere maschio. Il padre, ovviamente, è ottuso e violento. E poi c'è Monica, di Andrea Pallaoro, che racconta la storia di una donna che torna a casa per occuparsi della madre. Il punto è che l'attor* protagonista è Trace Lysette, transessuale e attivista per i diritti LGBTQ+.
Infine c'è Le favolose, di Roberta Torre, dedicato all'incontro di sette amic* trans per commemorare l'ottav*, Antoni*, morta e sepolta dalla famiglia con abiti maschili. Apriamo una parentesi, prima di tornare a Venezia: anche alla Notte della taranta (dal minuto 22:15) è comparso un* transessuale sul palco. Chiusa parentesi, torniamo al Festival di Venezia.
Insomma: transessualità come se piovesse. E arriviamo al punto.
Consideriamo scandalose queste pellicole perché, essendo il Festival del Cinema di Venezia una manifestazione culturale di livello internazionale, dovrebbe essere un momento qualitativamente e artisticamente elevato. Dovrebbe, insomma, presentare il meglio - dal punto di vista culturale - della produzione cinematografica italiana, europea e mondiale. Non solo: consideriamo il cinema arte, appunto, ma anche intrattenimento di livello elevato. Ma se queste premesse fossero sbagliate? Se il cinema non fosse altro che una forma - particolarmente efficace - di propaganda? Mussolini, nel 1922, affermò che «il cinema è l'arma più forte dello stato», perché le immagini, la musica e i dialoghi hanno una capacità impressionante di far presa sul popolo. Ecco, nel 1936, perché decise di fondare gli studios di Cinecittà; ecco perché, nel 1932, decise di inaugurare la prima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, in occasione del decennale della marcia su Roma. Tra i premi distribuiti, dal 1938 ci fu la Coppa Mussolini per il miglior film.
Ma non solo il fascismo considerò il cinema come un'arma propagandistica: in un testo del 1943, intitolato The Motion Picture as a Weapon of Psychological Warfare (Il film come arma di guerra psicologica), nella prima pagina leggiamo: «I film sono una delle armi di propaganda più potenti a disposizione degli Stati Uniti». Per questo motivo, anziché distruggere Cinecittà e azzerare la Mostra del Cinema di Venezia, nel dopoguerra vengono rivitalizzati: per sfruttare - questa volta in chiave antifascista - il loro potenziale propagandistico.
Perché, piaccia o meno, il cinema è stato e continua ad essere un'arma tra le più potenti nella guerra culturale che infiamma il mondo. Per questo motivo è riduttivo, quando si approccia una pellicola, soffermarsi unicamente su eventuali contenuti scabrosi e, al massimo, considerare quelli tecnici; se un film è un'opera propagandistica, è quello l'aspetto da considerare prima e più di ogni altro.
Così non stupisce se, alla Mostra del cinema di Venezia, compare Giorgia Soleri che non ha nulla a che fare con il cinema (anzi, pare aver dichiarato che il cinema non le piace per niente) ma è la fidanzata di Damiano David, frontman dei Måneskin, il gruppo musicale che ha vinto il Festival di Sanremo, l'Eurovision e innumerevoli altre manifestazioni per motivi di fluidità di genere. Oppure che ben tre pellicole in concorso si occupino, direttamente o indirettamente di transessualità.
La battaglia attuale si svolge su questo terreno. Le armi sono schierate, i grossi calibri hanno cominciato a tuonare.

Fonte: Radio Roma Libera, 19 settembre 2022

7 - LETTERE ALLA REDAZIONE: SONO GIOVANE ED HO DECISO DI NON VOTARE... FACCIO PECCATO?
C'è chi andrà a votare, chi no: l'importante è evitare candidati o partiti con posizioni contrarie ai principi non negoziabili: vita, famiglia, libertà di educazione
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 21 settembre 2022

Gentilissima redazione di BastaBugie,
ultimamente si sente parlare in continuazione di elezioni. Sono giovane ed è la seconda volta che ho diritto di votare alle politiche. Ovviamente mi sono posto seriamente davanti alla questione ed ho anche dibattuto con quelli che conosco.
In queste infinite discussioni anche i miei amici cattolici più tradizionalisti vogliono convincermi a votare Giorgia Meloni. Ma io non ci casco più. Infatti l'altra volta, che per me era la prima, ho votato Salvini. L'ho fatto perché in campagna elettorale sembrava il nuovo messia arrivato per salvarci (per esempio dall'immigrazione musulmana). Invece ce lo siamo ritrovati al governo con Di Maio, Conte e Draghi. Non so chi di questi tre sia più imbarazzante. Ho chiesto a gente più grande di me e diversi mi hanno confermato che a tutte le elezioni c'è sempre la stessa storia: viene presentato un nuovo salvatore dell'umanità che immancabilmente non combinerà proprio niente. Quindi a queste elezioni ho deciso che non andrò a votare. E questo per seri motivi.
Innanzitutto il potere non lo dà il popolo. E non mi sto riferendo al fatto che negli ultimi anni ci siamo ritrovati al governo gente che non avevamo votato. Io sto parlando del fatto che il popolo non dovrebbe avere, e di fatto non ha, nessun diritto a decidere chi lo governa. Il potere ti può essere dato soltanto da un'autorità superiore, non dal basso. È il capo dell'azienda che nomina i vari capo-reparto. Non sono i sottoposti a fare delle libere elezioni. Funziona così in tutte le realtà e, in tempi più sani, anche nella politica. Nel medioevo l'imperatore nominava i suoi feudatari, dandogli così il potere sul feudo. A loro volta i grandi feudatari (chiamati vassalli) potevano nominare dei valvassori a cui affidavano parti del loro terreno. E questi potevano ripartire ulteriormente il loro terreno consegnandolo a dei valvassini. Era chiaro che il potere veniva dato da chi lo aveva e non dal popolo. E l'imperatore chi lo nominava? Semplice, lo approvava l'autorità ancora superiore cioè il Papa, che rappresenta il governo di Dio sulla terra. Quindi ogni potere deriva in ultima analisi da Dio.
Per questo non mi auguro che ritorni la democrazia e che al governo ci stia chi è stato eletto dagli italiani, ma mi auguro che vengano aboliti i partiti e abbattuto il parlamento e torni a regnare sull'Italia un re incoronato dal Papa. Questo non è chiaro a nessun politico, né di sinistra né di destra (lo so che fa un po' ridere chiamarla destra).
Avrei accettato il compromesso di andare a votare, nonostante abbia in odio il concetto stesso di elezioni, se questo fosse servito per la difesa dei principi non negoziabili di vita, famiglia e libertà di educazione, come saggiamente aveva indicato Papa Benedetto XVI in un mirabile discorso al Partito Popolare Europeo. Per esempio in America voterei per Trump perché con le tre nomine alla Corte Suprema ha permesso l'abolizione o comunque una forte restrizione dell'aborto in diversi stati. Invece in Italia non c'è nessun partito che voglia combattere seriamente l'aborto, il divorzio, l'eutanasia, i matrimoni gay, ecc.
Giorgia Meloni ha da poco affermato che la legge 194 (cioè la legge che permette l'aborto in Italia) non va toccata e ha fatto uscite a favore delle unioni civili fra omosessuali. Ovviamente in nome della libertà. Ma il loro concetto di libertà è pericoloso perché è sganciato dalla verità. In nome della libertà così male interpretata si può difendere sia la giustizia che l'errore. E questo non è accettabile. In nome della libertà milioni di bambini in tutto il mondo continueranno a morire con l'aborto, le famiglie continueranno a sgretolarsi per la piaga del divorzio, è consentito di scegliere il proprio sesso, ora anche ai bambini e tante altre aberrazioni.
Però quando dico queste cose, anche a chi la pensa in maniera più simile a me, molti insistono sul fatto che andare a votare è un dovere e che dovrei scegliere il partito meno peggio. Qualcuno, anche di area tradizionale, è arrivato a dire che non andare a votare è peccato.
Cosa ne pensate voi di BastaBugie?
Ivano

Stimato direttore di BastaBugie,
si avvicina la data del 25 settembre e, per la prima volta in vita mia, quando sono state indette le elezioni mi sono detta: stavolta non voterò.
Ho sempre esercitato questo diritto e puntualmente ho visto governare chi non era effettivamente legittimato dai cittadini, con scuse più o meno accampate di crisi, emergenze, ecc., pertanto man mano che passavano gli anni, i politici perdevano la mia già scarsa fiducia.
Ad ogni tornata elettorale ero indecisa se andare alle urne o meno e mi sono trovata più volte a scegliere all'ultimo chi votare. E puntualmente sono rimasta delusa.
L'ultimo governo poi, in cui tutti i grandi partiti si sono coalizzati appoggiando Draghi... Certo, la Meloni no, mi si dirà, ma resta il fatto che ha appoggiato vaccini e green pass, salvo poi cancellare tutti i post a elezioni indette, per recuperare dignità. Quindi per me lei è invotabile come tutti gli altri.
Poi però ho visto che nonostante tutto c'è chi ha provato a resistere, cercando di creare un nuovo partito, organizzando in tempi record raccolte firme dagli esiti poco probabili, visto che è tutto stato studiato per non ostacolare la classe politica regnante, in questi nuovi partiti ho visto mobilitate persone che in pandemia hanno combattuto contro la dittatura sanitaria, si sono esposte e per questo sono state radiate, criticate, dileggiate ecc... insomma ci hanno messo (e rimesso) del loro. Pertanto, il primo sabato di agosto ho fatto 3 ore e mezza in fila sotto il solleone, insieme a mio marito per dare la mia firma per la nascita di un partito che, almeno in apparenza, promette di rispettare i miei valori.
Quindi, alla fine, anche stavolta voterò. Magari non servirà a niente, ma ho l'impressione che sia l'ultima possibilità... dopodiché, davvero mi arrenderò.
Teresa

RISPOSTA DEL DIRETTORE

Cari Ivano e Teresa,
le vostre mail testimoniano che i nostri lettori sono divisi e, vi confesso, anche noi della redazione. C'è chi andrà a votare e chi no. Ognuno ha le sue motivazioni e non è giusto dividersi per queste. A forza di divisioni il tessuto sociale si lacera ed anche le relazioni con le persone che frequentiamo. Ultimamente lo abbiamo visto con la pandemia: vaccino si, vaccino no. Accuse reciproche: "Se non fai come me, sbagli, fai peccato". E lo dicevano entrambi gli schieramenti. Poi la guerra alla Russia: alcuni dicevano "Putin è un santo", altri "Putin è un delinquente". E di nuovo accuse reciproche: "Se non la pensi come me sei un nemico".
Anche in queste elezioni ho sentito dire che sarebbe peccato non andare a votare, oppure che, viceversa, sarebbe peccato andarci. Almeno su quest'ultimo punto vorrei rassicurare tutti: nessun peccato se si va a votare e nemmeno se non ci si va. Tra l'altro non votare non è nemmeno sanzionato dalle leggi civili e non è più un dovere civico perché è stato abolito diversi anni fa. Questo per quanto riguarda le leggi degli uomini. Per la Legge di Dio è chiaro che si può andare a votare e mettere una croce per il candidato che si conosce e che si apprezza, anche se il suo leader o il suo partito non è esattamente quello che ci si aspetterebbe, come è il caso di Fratelli d'Italia. Però diventa cooperazione al male scegliere candidati o partiti che assumano nel programma, o abbiano approvato in passato, posizioni contrarie alla Legge di Dio in particolar modo sui principi non negoziabili: vita, famiglia, libertà di educazione.
In conclusione come BastaBugie abbiamo pubblicato ultimamente alcuni articoli che possono permettere di approfondire meglio alcuni aspetti e poi decidere secondo coscienza se andare o no a votare e, nel caso, per chi votare.
Ovviamente tutto quello che ho detto è valido vista la situazione attuale. Nel 1948 avrei detto che non andare a votare avrebbe contribuito a far diventare l'Italia un satellite dell'Unione Sovietica. In quel caso l'astensione sarebbe stato un peccato grave. Come diceva Guareschi per bocca di Don Camillo: "Nel segreto dell'urna Dio ti vede, Stalin no".

IL CRITERIO PER IL VOTO E' IL RISPETTO DELLA LEGGE NATURALE
Non è moralmente lecito votare partiti che propongono aborto, eutanasia, fecondazione artificiale o nozze gay (ma vanno valutate anche le omissioni e la condotta tenuta fino ad oggi)
di Tommaso Scandroglio
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7144

LE DIFFERENZE TRA ITALIA E STATI UNITI NELLE ELEZIONI 2022
Mentre negli Usa le tematiche legate alla vita e alla famiglia sono ritenute importanti da cittadini e politici, in Italia i principi non negoziabili non sono rilevanti
di Tommaso Scandroglio
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7136

ELEZIONI POLITICHE DEL 2022: DOVE SONO I CATTOLICI?
I cattolici sono ormai irrilevanti nella politica italiana, ecco perché molti non andranno a votare (VIDEO: Criteri cattolici per un voto cattolico)
di Stefano Fontana
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7126

PUO' UN CATTOLICO VOTARE IL CENTRODESTRA?
Le recenti risposte della Meloni ad attivisti Lgbt mettono in evidenza la debolezza della posizione del centrodestra su vita e famiglia
di Stefano Fontana
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7138

LA MOSSA DI LETTA PER RIPORTARE IL PD AL GOVERNO
Il segretario del Partito Democratico sa già di perdere le elezioni e per questo sta mirando a ben altro
di Rino Cammilleri
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7137

ENRICO LETTA (PD): ASILO OBBLIGATORIO PER TUTTI... COME NEI ''MIGLIORI'' REGIMI TOTALITARI
L'asilo obbligatorio fu introdotto della comunista Germania dell'Est (eppure la scuola materna pone problemi per la crescita dei figli)
di Giuliano Guzzo
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7124

PERCHE' CI SONO POLITICI E PARTITI CHE VOGLIONO LIBERALIZZARE LA DROGA?
Il motivo è semplice: è molto più facile governare un popolo drogato, infiacchito e sballato (per rendercene conto diamo un'occhiata al traffico di droga internazionale e a importanti vicende geopolitiche)
di Roberto Marchesini
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7118

DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE"
Le risposte del direttore ai lettori

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 21 settembre 2022

8 - OMELIA XXVI DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 16,19-31)
Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Il Vangelo di oggi ci presenta la famosa parabola di Lazzaro e del ricco, che tradizionalmente è detto epulone. Nell'antichità romana l'epulone era l'incaricato di preparare il solenne banchetto nell'anniversario della fondazione del tempio di Giove Capitolino. L'uomo ricco della parabola veste di bisso, cioè di finissimo lino molto apprezzato per la sua morbidezza, e ha un mantello di porpora. Sembra che tutto il suo da fare consista nell'imbandire ogni giorno lauti banchetti per gozzovigliare con gli amici tra musica e danze.
Al ricco fa riscontro il povero che, caso unico nelle parabole, ha un nome: Lazzaro, forma breve e popolare di Eleazaro. Vi è questo nome o perché Gesù si riferiva a un personaggio realmente esistito, oppure perché il nome Eleazaro, di cui Lazzaro è un diminutivo, significa "Dio soccorre" e ben si addice al senso della parabola.
Lazzaro apparteneva ai poveri più abbandonati. Ogni giorno veniva posto davanti al portone del palazzo del ricco e lì rimaneva come inchiodato dalle piaghe di cui era ricoperto. Il poveretto della parabola era ridotto a tal punto da non aver la forza per difendersi dai cani randagi che gli leccavano le piaghe. Mentre il ricco banchettava nella grande sala del palazzo, il povero aspettava che gli venissero gettati i resti del cibo, che secondo l'uso i convitati lasciavano cadere sul pavimento. Il Vangelo non dice che il ricco abbia negato a Lazzaro quei resti. Basta però la scena descritta per comprendere l'avarizia di quel ricco.
Fin qui la prima parte della parabola. Ora si apre, per così dire, la seconda scena. Sia il ricco che Lazzaro sono morti. La situazione è però capovolta: Lazzaro è portato dagli angeli in Paradiso, mentre il ricco si trova all'inferno.
Da questa parabola possiamo trarre dei preziosi insegnamenti riguardanti i cosiddetti "Novissimi", ovvero le ultime realtà che vi sono al termine della nostra vita terrena: morte, Giudizio, inferno e Paradiso. Prima di tutto apprendiamo che già al termine della nostra vita terrena, subito dopo la morte, noi veniamo retribuiti per il bene o il male che abbiamo compiuto, e, come nel caso del ricco epulone, per il bene che non abbiamo fatto. Nel nostro esame di coscienza serale, pensiamo attentamente alle omissioni, a tutto il bene che potevamo fare e non abbiamo fatto per nostra cattiva volontà.
Pensiamo che un giorno verremo giudicati e in quel momento conteranno molto le opere buone che avremo compiuto. Prepariamoci giorno per giorno a questo Giudizio che è una delle pochissime cose certe della nostra vita. Un giorno verremo giudicati! Basterebbe questo pensiero per cambiare radicalmente vita. La cosa più brutta è che non ci pensiamo affatto. Viviamo tranquillamente come se dovessimo rimanere un'eternità su questa terra. Il pensiero del Giudizio è l'inizio della vera sapienza.
Il secondo insegnamento riguarda invece l'irrevocabilità della condizione futura, l'eternità sia dell'inferno che del Paradiso. Il versetto che dimostra questa verità è il seguente: «Tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi» (Lc 16,26). Pensiamo dunque all'eternità, al fatto che sia la pena che la gloria non avranno mai fine.
Prepariamoci a questo Giudizio invocando ogni giorno la Vergine Maria. Santa Matilde, pensando con tremore al giorno del suo Giudizio, si rivolse alla Madonna, e Lei, la Vergine Santa, fece una meravigliosa promessa a tutti quelli che reciteranno ogni giorno tre Ave Maria per onorare la potenza che il Padre Celeste ha concesso a Maria, la sapienza datale dal Figlio e l'amore donatole dallo Spirito Santo. Tutti quelli che praticheranno questa piccola devozione, con il sincero proposito di vivere da veri cristiani, otterranno la particolare assistenza di Maria al momento della morte.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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