BastaBugie n�796 del 23 novembre 2022

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1 SUOR CRISTINA RINUNCIA ALL'ABITO DA SUORA E ABBANDONA IL CONVENTO
La suora vincitrice di The Voice nel 2014 viene meno alla sua vocazione e si ritrova a vivere in Spagna lavorando come cameriera (VIDEO: Altro che suor Cristina)
Autore: Stefano Chiappalone - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 TRUMP CI RIPROVA E SI CANDIDA PER IL 2024
Nelle elezioni di midterm ha portato alla riconquista della Camera dei Deputati con l'elezione di 222 candidati da lui appoggiati (solo 22 i suoi sconfitti) ed ha annunciato un programma straordinario (VIDEO: Trump ci riprova)
Autore: Roberto Mazzoni - Fonte: Mazzoni News
3 IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE RICORDA IL MALE DEL COMUNISMO
Testo integrale della lettera del ministro Giuseppe Valditara inviata il 9 novembre agli studenti in occasione del Giorno della Libertà (data in cui nel 1989 fu abbattuto il Muro di Berlino)
Autore: Roberto De Mattei - Fonte: Radio Roma Libera
4 QATAR 2022: LA COPPA DEL MONDO DELLA CORRUZIONE E DELLA FASCIA LGBT ''ONE LOVE''
Nel tentativo, non riuscito, di salvarsi la faccia il presidente Gianni Infantino dichiara con ipocrisia: ''Oggi mi sento arabo, gay e migrante'' fingendosi solidale verso i lavoratori stranieri impiegati come schiavi
Fonte: Blog di Nicola Porro
5 SAVIANO DA' DELLA BASTARDA ALLA MELONI E VIENE GIUSTAMENTE PROCESSATO
Lo scrittore, difeso dalla sinistra, fa la vittima e si trincera dietro la libertà di espressione (Sallusti lo prende alla lettera e lo copre di insulti in un editoriale con tutte le variazioni della parola bastardo)
Autore: Ruben Razzante - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 WIKIPEDIA, L'ENCICLOPEDIA LIBERA... MA SOLO IN TEORIA
Fonte di notizie gratuita e molto consultata è nelle mani di controllori che restano nell'ombra per veicolare la loro visione delle cose con contribuiti ideologizzati che tendono al monopolio del sapere
Autore: Mario A. Iannaccone - Fonte: Il Timone
7 L'ITALIA E' SCHIAVA DI UN'IDEOLOGIA CONTRO LA VITA, LA FAMIGLIA E LA FEDE CATTOLICA
Patrocini e spazi negati, regolamenti ignorati, manifesti strappati, eventi e film censurati, boicottaggi, aggressioni, relatori cancellati, organismi pubblici vietati contro qualsiasi regola, zero copertura massmediatica
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera
8 OMELIA I DOMENICA AVVENTO - ANNO A (Mt 24,37-44)
Vegliate perché non sapete in quale giorno
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - SUOR CRISTINA RINUNCIA ALL'ABITO DA SUORA E ABBANDONA IL CONVENTO
La suora vincitrice di The Voice nel 2014 viene meno alla sua vocazione e si ritrova a vivere in Spagna lavorando come cameriera (VIDEO: Altro che suor Cristina)
Autore: Stefano Chiappalone - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 22 novembre 2022

Quello di suor Cristina Scuccia non sarà il primo né l'ultimo caso di abbandono della vita religiosa, anche a voti già professati (un bilancio piuttosto tragico da qualche decennio a questa parte). Fin qui fatti suoi e "chi siamo noi per giudicare" l'ormai ex orsolina? Piuttosto sarebbe il caso di porre qualche domanda in più alle sue superiore anche, a monte, sui criteri in base ai quali oggigiorno si vive e si discerne la vita consacrata.
Cristina Scuccia, oggi 34enne, era salita alla ribalta nel 2014 con la vittoria al talent show The Voice. Oggi vive in Spagna e lavora come cameriera, dopo aver rinunciato all'abito ma non alla musica, passione presente prima, durante e dopo la sua esperienza. La "rivelazione" è giunta domenica nel programma Verissimo condotto da Silvia Toffanin. Un cambiamento, a suo dire, più che una perdita di vocazione, ma resta il dubbio su quale delle due vocazioni prevalesse sull'altra: il velo o il microfono? E a quegli anni la Scuccia guarda comunque con gratitudine: «Anni intensi, che mi hanno fatto crescere». Piuttosto si è manifestata una crisi: «Tutta l'esposizione al successo mi ha messo di fronte ad una responsabilità enorme: rappresentavo qualcosa di importante per tutti. Questo mi ha fatto fare i conti con me stessa».
Un esito non proprio sorprendente visto che gli anni trascorsi tra le Orsoline della Sacra Famiglia sono scanditi soprattutto da comparsate televisive e successi discografici. Un musical nel 2007, un disco (Sister Cristina) nel 2014, fino al successo travolgente (che cioè travolge il pubblico, ma anche lei). Tutte cose lecite per chi vive nel mondo, ma forse poco opportune per chi ha dedicato la vita a testimoniare l'eterno, poiché alle mode del presente ci pensiamo benissimo da soli. Mentre è proprio da vite interamente dedite a Dio che si va ad attingere una luce per la propria fede vacillante. Se cercassimo una popstar busseremmo altrove, non in convento.

LE RESPONSABILITÀ DELLE SUPERIORE
Le superiore oggi si trincerano dietro il no comment - «Suor Cristina? Non abbiamo nulla da dire. Non c'è proprio niente di cui parlare». Del resto, l'avevano assecondata all'inizio quando la redazione di The Voice bussò alle loro porte in cerca del fenomeno canoro già noto online, non senza ricorrere a modelli biblici. La madre superiora, ricorda Cristina Scuccia, pensò ad «Abramo quando fu chiamato a sacrificare suo figlio», vedendo nell'inedita occasione «un'opportunità di evangelizzazione». Le reverende madri l'avevano seguita fino in studio, dimenandosi in grida di giubilo, come attesta il video. «Ero impreparata io ed erano impreparate loro, hanno provato con tutte le forze a proteggermi ma l'eccesso di protezione per me si trasformava in una limitazione per come concepivo io la vita religiosa». Sull'impreparazione non ha tutti i torti.
E invece sarebbero proprio le superiore a dover rispondere a qualche domanda. Non quelle prevedibili su suor Cristina, ma quelle (valide naturalmente anche per gli ordini maschili) che davvero contano: in cosa consiste la loro vocazione? Quali sono i criteri in base ai quali ammettono oppure no una ragazza che aspira a seguire il loro cammino? Durante il noviziato, negli anni della formazione, la mettono di fronte alle esigenze rigorose della consacrazione a Dio, oppure ci vanno di manica larga (tanto più che c'è crisi di vocazioni) e poi mal che vada esce dal convento? Senza contare che l'eventuale perdita non va solo a carico dell'ordine, ma anche della ragazza che nel poi si troverà a ricominciare daccapo dopo anni. Forse anche tra le mura dei conventi c'è bisogno di più madri (o padri) e meno "amicone"...

I DISASTRI DELL'AGGIORNAMENTO POSTCONCILIARE
E qualche altra domanda si dovrebbe porre alle gerarchie, beninteso con parresia: perché continuare a insistere su un malinteso «aggiornamento» di tutto ciò che un tempo era dominio del sacro? Non è moralismo né passatismo, ma una necessità innata dell'uomo quella di varcare - attraverso un altare o un chiostro - la soglia di un altrove, respirare un po' di eternità tra le fatiche del quotidiano, levare lo sguardo verso il cielo piuttosto che verso un palcoscenico. Tanto più che - al di là delle doti canore di Cristina Scuccia, ormai laica a pieno titolo - i goffi tentativi di "avvicinarsi" alla gente, restando sempre metà e metà, il più delle volte hanno dato risultati un po' patetici, buoni solo per offrire spunto a impietose parodie, come quelle dei Valleluia.
Un'ultima nota va spesa sui talenti artistici, musicali o di qualsiasi altro tipo. È evidente che a entrare in convento o in seminario è un uomo o una donna con delle legittime passioni, che però vanno vissute in maniera differente a seconda dello stato di vita e così pure l'ambito di esibizione e il successo che ne deriva. Così come è perfettamente lecito, per esempio, giocare a bowling, ma non lo è più se per farlo si lasciano sistematicamente a casa moglie e figli. E il consacrato è sposato con Dio e ha come "figli" credenti e non credenti, che hanno bisogno di qualcuno che non indichi sé stesso, ma Dio; che non sia il protagonista ma al contrario sappia condurre al Protagonista e suscitare le domande - e il fascino - della fede anche in chi non crede. Perché se invece cerchiamo il "mondo", allora tanto vale tenersi l'originale.

Nota di BastaBugie: nel seguente video dal titolo "La storia di Suor Benedetta e della sua vocazione" (durata: 19 minuti), la giovane ragazza che ha deciso di donare la sua vita al Signore viene intervistata nel programma "Nel cuore dei giorni" su TV2000.
Ben altro spessore rispetto alla Suor Cristina di cui si è parlato nell'articolo qui sopra.


https://www.youtube.com/watch?v=DJXxLzUkurk

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 22 novembre 2022

2 - TRUMP CI RIPROVA E SI CANDIDA PER IL 2024
Nelle elezioni di midterm ha portato alla riconquista della Camera dei Deputati con l'elezione di 222 candidati da lui appoggiati (solo 22 i suoi sconfitti) ed ha annunciato un programma straordinario (VIDEO: Trump ci riprova)
Autore: Roberto Mazzoni - Fonte: Mazzoni News, 20 novembre 2022

Il 15 novembre 2022 Donald Trump ha ufficialmente annunciato la propria candidatura alla presidenza degli Stati Uniti. Nel suo lungo discorso di presentazione, tenuto nella sua residenza di Mar-a-Lago, Trump ha promesso di riportare prosperità e gloria negli Stati Uniti, ha ipotizzato che la Cina abbia avuto un ruolo importante nel manipolare le elezioni del 2020, ha criticato i ritardi e le procedure alterate delle elezioni del 2022, che tuttavia hanno comunque portato alla vittoria 222 dei candidati da lui appoggiati e allo sconfitta di solo 22 tra questi, oltre che alla riconquista della Camera dei Deputati.
Il senato è stato perso di stretto margine anche in ragione del risultato molto contestato nelle elezioni in Nevada e Arizona, dove i candidati la lui appoggiati, Adam Laxalt e Blake Masters, entrambi etichettati come "election deniers" vale a dire critici dei risultati elettorali del 2020.
Trump ha detto che la sua candidatura non è di natura politica, perché i problemi dell'America non possono più essere risolti dalla politica, ma serve un movimento di natura popolare. Il lavoro non può essere svolto da una sola persona, ma servono decine di milioni di persone.

IL PROGRAMMA ELETTORALE DI TRUMP
Trump ha proposto una piattaforma elettorale con i seguenti punti:
- Ripristinare la sicurezza del confine con il Messico e bloccare il flusso di immigrati illegali.
- Bloccare il flusso di droghe e traffico di esseri umani dai cartelli messicani con pena di morte per gli spacciatori ciascuno dei quali, negli Stati Uniti, determina la morte di almeno 500 persone nel corso della sua vita, senza contare il dolore inflitto alle rispettive famiglie. Trump ha citato l'esempio della Cina che giustizia gli spacciatori il giorno stesso che li arresta, per poi mandare il fentanol negli Stati Uniti.
- Riduzione del flusso di criminalità in alcune città degli Stati Uniti e smantellare le bande criminali.
- Eliminazione della Critical Race Theory e della "follia Gender" dalle scuole.
- Non permetterà agli uomini di partecipare negli sport femminili.
- Ripristinerà la centralità della famiglia e difenderà i diritti dei genitori nei confronti dei propri figli.
- Proporrà una modifica alle leggi per imporre limiti al tempo durante il quale i membri del Congresso possono restare in carica, per impedire loro di partecipare ad attività di lobbying per tutta la vita e per impedire l'uso dei soldi raccolti con le tasse per il finanziamento di campagne elettorali.
- Chiederà la proibizione che i membri del Congresso possano investire in borsa guadagnando così da attività di insider trading.
- Chiederà che i membri del Congresso, una volta usciti dal Parlamento o dal Senato, non possano mai partecipare ad attività di lobbying.
- Vuole riportare fiducia nel sistema elettorale americano chiedendo l'uso di documenti di identità per poter votare, voto in un solo giorno e l'uso esclusivo di schede elettorali di carta. Tutti i voti devono essere contati entro la sera del giorno delle elezioni. Ha citato l'esempio della Francia dove hanno votato 35 milioni di persone e la questione si è risolta in un solo giorno. Ha detto giustamente che le elezioni negli Stati Uniti sono peggio di quelle che si tengono in paesi del Terzo Mondo. Ha garantito che farà in modo che questo particolare obiettivo sia raggiunto perché costituisce un obiettivo molto personale.
- Abolirà tutti gli obblighi vaccinali imposti da Biden e ripristinerà la posizione dei militari che sono stati allontanati perché non volevano vaccinarsi, con rimborso dello stipendio perso nel frattempo.
- Manterrà l'America al di fuori di stupide guerre ed eviterà lo scatenarsi di una terza guerra mondiale, verso cui invece Joe Biden sembra diretto, come ha fatto per i quattro anni in cui è stato presidente.
- Farà costruire un sistema di difesa dagli attacchi missilistici che sia in grado di bloccare i missili supersonici di Russia e Cina che oggi non possono essere fermati.

PROSPETTIVE FUTURE
Le minacce più importanti per gli Stati Uniti non vengono tuttavia dall'esterno, ma dall'interno con l'uso del sistema giudiziario, dell'FBI e del Ministero della Giustizia come arma contro i cittadini dissidenti, e ripulire la corruzione rampante all'interno della città di Washington.
Trump ha citato il fatto che l'FBI ha offerto 1 miliardo di dollari a Christopher Steele, l'autore del dossier falso su Trump e la Russia, per testimoniare che il dossier era vero e Steele si è rifiutato, a dimostrazione di quanto fosse falso il dossier stesso.
L'ex presidente ha parlato del raid condotto dall'FBI sulla sua casa di Mar-a-Lago che è risultato in una bolla di sapone, visto che dopo che le elezioni di medio termine si sono concluse, l'FBI ha dichiarato che la documentazione prelevata a casa di Trump non conteneva nulla di importante.
Trump dice che gli saranno contro le forze combinate dell'establishment, dei media, dei lobbisti, dei globalisti, dei marxisti radicali della sinistra, dalle corporazioni woke, dai poteri deviati del governo federale, dalle colossali macchine politiche, dalla marea di denaro sporco, dal sistema di censura interbo più pericoloso che sia mai esistito nella storia dell'Uomo.
Lui e i suoi alleati verranno attaccati, perseguitati, calunniati, come è già capitato a lui, ma non si lasceranno intimidire e alla fine vinceranno e l'America rinascerà.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 28 minuti) dal titolo "Trump ci riprova" il giornalista italiano che trasmette dalla Florida, Roberto Mazzoni, spiega la situazione del partito repubblicano, il programma di Trump e fa capire meglio la posizione dell'ex presidente rispetto alla Cina e alla guerra in Ucraina.
Per contestualizzare la posizione di Trump bisogna tener presente che alla recente riunione del G20, che di fatto contiene le nazioni del G7 e del blocco BRICS (Brasile Russia India Cina e Sud Africa), Xi Jimping l'ha fatta da padrone e Vladimir Putin non era neanche presente.
L'interessante intervento di Tucker Carlson si può ascoltare dal minuto 33.
Per vedere il video vai sul sito Mazzoni News:
https://mazzoninews.com/2022/11/20/trump-ci-riprova-mn-192/

DOSSIER "DONALD TRUMP"
Il presidente nemico del politicamente corretto

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Fonte: Mazzoni News, 20 novembre 2022

3 - IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE RICORDA IL MALE DEL COMUNISMO
Testo integrale della lettera del ministro Giuseppe Valditara inviata il 9 novembre agli studenti in occasione del Giorno della Libertà (data in cui nel 1989 fu abbattuto il Muro di Berlino)
Autore: Roberto De Mattei - Fonte: Radio Roma Libera, 12 novembre 2022

In occasione del Giorno della Libertà, istituito dal Parlamento, per il 9 novembre, data in cui nel 1989 fu abbattuto il Muro di Berlino, il ministro della Pubblica Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, tramite i dirigenti scolastici, ha inviato a tutti gli studenti italiani una lettera in cui invita i ragazzi a riflettere sull'anniversario di questo evento che «gli storici hanno molto studiato e continueranno a studiare», ma che merita di essere giudicato anche da chi frequenta le aule scolastiche. La lettera del Ministro non è lunga ed ecco il suo testo integrale.

TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DEL MINISTRO
"Care ragazze e cari ragazzi, la sera del 9 novembre del 1989 decine di migliaia di abitanti di Berlino Est attraversano i valichi del Muro e si riversano nella parte occidentale della città: è l'evento simbolo del collasso del blocco sovietico, della fine della Guerra Fredda e della riunificazione della Germania e dell'Europa. La caduta del Muro, se pure non segna la fine del comunismo - al quale continua a richiamarsi ancora oggi, fra gli altri paesi, la Repubblica Popolare Cinese - ne dimostra tuttavia l'esito drammaticamente fallimentare e ne determina l'espulsione dal Vecchio Continente.
Il comunismo è stato uno dei grandi protagonisti del ventesimo secolo, nei diversi tempi e luoghi ha assunto forme anche profondamente differenti, e minimizzarne o banalizzarne l'immenso impatto storico sarebbe un grave errore intellettuale. Nasce come una grande utopia: il sogno di una rivoluzione radicale che sradichi l'umanità dai suoi limiti storici e la proietti verso un futuro di uguaglianza, libertà, felicità assolute e perfette. Che la proietti, insomma, verso il paradiso in terra. Ma là dove prevale si converte inevitabilmente in un incubo altrettanto grande: la sua realizzazione concreta comporta ovunque annientamento delle libertà individuali, persecuzioni, povertà, morte. Perché infatti l'utopia si realizzi occorre che un potere assoluto sia esercitato senza alcuna pietà, e che tutto - umanità, giustizia, libertà, verità - sia subordinato all'obiettivo rivoluzionario. Prendono così forma regimi tirannici spietati, capaci di raggiungere vette di violenza e brutalità fra le più alte che il genere umano sia riuscito a toccare. La via verso il paradiso in terra si lastrica di milioni di cadaveri. E si rivela drammaticamente vera l'intuizione che Blaise Pascal aveva avuto due secoli e mezzo prima della Rivoluzione russa: «L'uomo non è né angelo né bestia, e disgrazia vuole che chi vuol fare l'angelo fa la bestia».
Gli storici hanno molto studiato il comunismo e continueranno a studiarlo, cercando di restituire con sempre maggiore precisione tutta la straordinaria complessità delle sue vicende. Ma da un punto di vista civile e culturale il 9 novembre resterà una ricorrenza di primaria importanza per l'Europa: il momento in cui finisce un tragico equivoco nel cui nome, per decenni, il continente è stato diviso e la sua metà orientale soffocata dal dispotismo. Questa consapevolezza è ancora più attuale oggi, di fronte al risorgere di aggressive nostalgie dell'impero sovietico e alle nuove minacce per la pace in Europa.
Il crollo del Muro di Berlino segna il fallimento definitivo dell'utopia rivoluzionaria. E non può che essere, allora, una festa della nostra liberaldemocrazia. Un ordine politico e sociale imperfetto, pieno com'è di contraddizioni, bisognoso ogni giorno di essere reinventato e ricostruito. E tuttavia, l'unico ordine politico e sociale che possa dare ragionevoli garanzie che umanità, giustizia, libertà, verità non siano mai subordinate ad alcun altro scopo, sia esso nobile o ignobile."

LE REAZIONI
Con questa lettera Valditara assolve a un compito educativo che è proprio del Ministero di cui ha la responsabilità: istruire e formare le giovani generazioni. Le parole del Ministro si limitano a ricordare ciò che è avvenuto nei Paesi governati dai comunisti, ma la sinistra italiana ha inscenato una pretestuosa polemica contro la sua lettera. Il Partito Democratico ha accusato il ministro di "fare propaganda politica", mentre il segretario di Sinistra Italiana Fratoianni ha affermato che "oggi tocca al titolare dell'Istruzione ergersi sulle macerie del Muro di Berlino, per dare una lezione quanto mai stantia sul comunismo".
Però in questo mese di ottobre, in occasione del centenario della Marcia su Roma sono usciti una caterva di libri e di articoli rievocando e condannando, giustamente il fascismo, senza che negli ultimi trent'anni, si sia mai sentita qualsiasi condanna del comunismo. Del comunismo possono parlare solo i comunisti, i post-comunisti, i neo-comunisti, ma agli anticomunisti è interdetta la parola. Il vizio ideologico della sinistra è ancora quello che il filosofo Augusto Del Noce denunciava negli anni Ottanta del Novecento: considerare non il comunismo, ma il fascismo, il male assoluto del secolo, e su questo principio costruire una strategia di demonizzazione dei propri avversari politici. Ma mentre il fascismo è storicamente tramontato, il comunismo è ufficialmente professato dalla Cina, ed è ancora esaltato in Russia. Chi, come la sinistra italiana e internazionale, celebra l'antifascismo, ma nega il diritto di condannare pubblicamente il comunismo, dimostra con questo atteggiamento che il comunismo non è morto. Il che conferma quanto sia stata opportuna la lettera del ministro Valditara.

Nota di BastaBugie: consigliamo la visione di due film molto belli sul cupo periodo del comunismo in Germania prima del crollo del muro. Cliccando sul link si possono leggere approfondimenti e vedere il trailer e alcune clip del film.

BALLOON - IL VENTO DELLA LIBERTA'
Genere: storico - Anno: 2018 - Giudizio: stupendo (***)
La storia vera di un'incredibile fuga in mongolfiera dal ''paradiso'' comunista della Germania Est.
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=90

LE VITE DEGLI ALTRI
Genere: storico - Anno: 2006 - Giudizio: consigliato (*)
Come i comunisti nella Germania dell'est spiavano i cittadini.
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=104

Fonte: Radio Roma Libera, 12 novembre 2022

4 - QATAR 2022: LA COPPA DEL MONDO DELLA CORRUZIONE E DELLA FASCIA LGBT ''ONE LOVE''
Nel tentativo, non riuscito, di salvarsi la faccia il presidente Gianni Infantino dichiara con ipocrisia: ''Oggi mi sento arabo, gay e migrante'' fingendosi solidale verso i lavoratori stranieri impiegati come schiavi
Fonte Blog di Nicola Porro, 21 novembre 2022

Che poi non ci voleva un genio a capire che questo Mondiale, sul tema dei diritti, sarebbe stato un gran casino. Se insegui il denaro (ben venga, per carità) del Qatar è chiaro che sarai costretto a turarti il naso. Non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che negli ultimi anni l'intero mondo del pallone ha puntato tutto (o quasi) sulla campagne di non discriminazione. Fai fatica a presentarti come paladino del "respect" e dei diritti Lgbtq+ se poi sei costretto a scendere a patti con le regole un tantino stringenti dei qatarioti.
L'ultima figura barbina della Fifa, dopo l'imbarazzante intervista di Gianni Infantino e le polemiche sui 6.500 lavoratori migranti morti per costruire gli stadi, ruota attorno alla fascia da capitano. Alcune federazioni avevano espresso il desiderio di indossare una fascia diversa, diciamo arcobaleno con la scritta One Love, in sostegno ai diritti omosessuali. La Fifa però si è risentita e ha minacciato ammonizioni a gogo per chi in campo avesse indossato una fascia diversa da quella di ordinanza. "Siamo a favore dei diritti Lgbt - sostiene una nota Fifa - e sosteniamo la campagna One Love. Ma i capitani da regolamento devono vestire la fascia fornita dalla Fifa".
In sintesi: la campagna "no discrimination" si farà, però la Fifa aveva deciso di combattere razzismo e omofobia solo dai quarti di finale in poi, guarda caso (ma magari siamo maligni noi) quando al 99% la nazionale di calcio del Qatar sarebbe già stata eliminata. Le federazioni nazionali erano disposte a pagare anche una multa salata, ma la minaccia di ammonire i propri capitani - rischiando la squalifica per diffida - ha fatto fare loro marcia indietro. Con tanto di comunicato indignato. "La Fifa è stata molto chiara, imporrà delle sanzioni sportive se i nostri capitani indosseranno in campo quella fascia - si legge nella nota di Inghilterra, Olanda, Belgio, Danimarca, Germania, Svizzera e Galles - Come Federazioni, non possiamo mettere i nostri giocatori nella posizione in cui rischiano dei cartellini, per cui abbiamo chiesto ai capitani di non provare a indossare quelle fasce durante le partite dei Mondiali. Eravamo pronti a pagare le multe che normalmente si applicano quando si violano le norme legate alla tenuta di gioco ma non possiamo permettere che i nostri giocatori rischino di essere ammoniti o addirittura costretti a lasciare il campo. Siamo molto frustrati per una decisione della Fifa che crediamo non abbia precedenti".
A quanto pare la Fifa era informata sin da settembre della decisione pro Lgbt delle federazioni. Ma non ha fatto passi indietro, né ha mai risposto alle sollecitazioni, fino a stamattina. Quando di fronte al caos e alle polemiche globali, Infantino ha deciso di fare una mezza marcia indietro. Mezza. I capitani delle 32 squadre dei Mondiali 2022 in Qatar potranno indossare la fascia "No Discrimination", campagna che partirà sin da subito e non dai quarti di finale. "Ho parlato di questo argomento con la massima leadership del paese", ha detto il presidente della Fifa. "Hanno confermato e posso confermare che tutti sono i benvenuti. Se qualcuno dice il contrario, beh, non è l'opinione del Paese e certamente non è l'opinione della Fifa". Piccolo problema: la fascia "no discrimination" non è esattamente la fascia "One Love". La Fifa dice di essere "un'organizzazione inclusiva che vuole mettere il calcio al servizio della società sostenendo cause buone e legittime, ma all'interno dei regolamenti". E i regolamenti prevedono che i capitani devono indossare le fasce da capitano fornite dalla Fifa. Sarà. Ma che figura barbina.

Nota di BastaBugie: Souad Sbai nell'articolo seguente dal titolo "Mondiali in Qatar, l'ipocrisia senza frontiere di Infantino" parla del tentativo, non riuscito, di salvarsi la faccia del presidente della FIFA.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 21 novembre 2022:

La partita d'esordio giocata ieri tra Qatar ed Ecuador, non deve far dimenticare le polemiche scatenate dalle dichiarazioni del presidente della FIFA, Gianni Infantino, alla vigilia dei Mondiali. L'ipocrisia mostrata da Infantino è davvero senza frontiere. "Oggi mi sento arabo, gay e migrante", ha affermato nel tentativo di salvarsi la faccia (non certo l'anima) con un "coming out" degno della più demagogica retorica "progressista", davanti alle telecamere schierate nella sala stampa del Virtual Stadium 1 di Doha. Di quanti morti, feriti e violazioni di diritti umani quello stadio sia stato testimone Infantino non lo ha detto, ma ha pensato che fingersi solidale verso i "migranti" potesse bastare a far dimenticare che il primo responsabile di quanto accaduto a migliaia di lavoratori stranieri, asiatici in particolar modo, impiegati come schiavi nella costruzione delle infrastrutture necessarie ad ospitare la massima competizione calcistica, sia proprio lui.
Per anni, denunce basate su prove inconfutabili sono piovute da ogni cielo sull'organizzazione della Coppa, comprese le Nazioni Unite, e persino il Qatar, introducendo un programma di riforme rimasto naturalmente sulla carta, ha dovuto ammettere che in effetti qualche problemino nel trattamento dei "migranti" c'era, eccome se c'era. Ma il business must go on, deve andare avanti.
Gli orari e i carichi inumani, a dir poco insostenibili, erano infatti necessari a recuperare ritardi e inefficienze, in modo da terminare i lavori nei cantieri in tempo per l'inizio dei Mondiali. Il poco cibo era utile a risparmiare degli spiccioli a fronte di spese ultramilionarie anche in forma di tangenti e loschi finanziamenti, versati dagli emiri del clan Al Thani per ottenere (e mantenere) l'assegnazione della Coppa come paese ospitante. Per i dettagli, chiedere alla magistratura francese e a svariate inchieste giornalistiche, che hanno svelato gli imbrogli e le cointeressenze dell'ex duo Platini- Blatter, con quest'ultimo che ha recentemente scaricato ogni colpa sull'ex presidente UEFA, ammettendo l'esistenza d'irregolarità: "La Fifa non era corrotta. Le persone nella Fifa lo erano". Tra queste anche Infantino? È lecito far valere nei suoi confronti la logica del non poteva non sapere, in quanto stretto collaboratore di Platini all'UEFA all'epoca dei misfatti?
Di sicuro, Infantino si è dimostrato un resoluto e irremovibile continuatore dei piani stabiliti in precedenza, che ne fosse a conoscenza o meno. Il Mondiale viene prima e sopra di tutto. Suona pertanto falso e patetico il suo dispiacersi della vigilia, ad obiettivo finalmente conseguito sulla pelle dei "migranti", di cui sottolinea di ricordare "molto bene… le condizioni di lavoro… e come venivano trattati", riferendosi ai genitori immigrati dall'Italia alla Svizzera. Ancor peggio, allora. Perché pur avendo la consapevolezza delle terribili condizioni igieniche riservate ai "migranti" rinchiusi dei compound, ben lontane da quelle degli hotel messi a disposizioni a caro prezzo dagli amici "emiri" di Doha, si è sempre mostrato sordo alle richieste di cambiare il paese incaricato di ospitare la Coppa.
E che dire dei miseri salari non pagati per mesi e dei passaporti confiscati per impedire che potessero scappare? Vergogna, solo vergogna. Un sentimento da cui Infantino non si lascia sfiorare nemmeno minimamente, visto che si è permesso persino di dare lezioni di "accoglienza" ai paesi europei, criticati per la condotta ritenuta poco umanitaria nella crisi infinita legata ai flussi migratori clandestini.
Immedesimandosi poi con la "comunità" Lgbtq+, specie a seguito delle inopinate e sciocche dichiarazioni del delegato del regime qatarino per i Mondiali, Khalid Salman, Infantino ha poi voluto intercettare un altro trend così da sembrare politicamente corretto, dimenticandosi però dei diritti delle donne. Una semplice dimenticanza? Chissà, in ogni caso per Infantino è stato forse meglio non ricordare alla luce di quanto accaduto nel febbraio 2021, quando lo stesso presidente della FIFA, durante la cerimonia di premiazione del Mondiale per club di calcio svoltosi guardo caso a proprio Doha, sussurrò alle orecchie di due malcapitate donne arbitro di non fermarsi a salutare lo "sceicco" Joaan bin Hamad Al Thani, presidente del Comitato olimpico del Qatar e cugino dell'emiro Tamim.
L'episodio ci riporta direttamente al sostegno del Qatar al fondamentalismo dei Fratelli Musulmani, campioni del velo obbligatorio e identitario, nonché ispiratori del fenomeno jihadista (da Al Qaeda in poi) e principali sobillatori della cosiddetta Primavera Araba. Oltre a non volersi immedesimare nelle donne, è quindi comprensibile che Infantino non voglia farlo neppure con le vittime del terrorismo e delle guerre civili in Siria e Libia.
Inoltre, nella sua smielata intervista, non è certo un caso che abbia ignorato la rivolta in corso da settimane in Iran, stato canaglia vicino e sodale del Qatar, scatenata dall'uccisione della 22enne Mahsa Amini, che il velo non lo portava "correttamente". Da quel dì, di giovani donne uccise dal regime degli ayatollah e dei pasdaran ce ne sono state altre, gli arresti di manifestanti e le detenzioni arbitrarie si contano a migliaia, la macchina delle condanne a morte lavora incessantemente. Per Infantino, meglio dunque guardare dall'altra parte, poiché escludere la nazionale iraniana dai Mondiali, come invocato a più riprese e sarebbe stato giusto, avrebbe fatto storcere il naso agli emiri del clan Al Thani.
Al di là degli aspetti sportivi, priorità va data a quelli morali. Da questo punto di vista, per l'Italia va considerato un bene non partecipare a quella che passerà alla storia come la Coppa del Mondo della corruzione, del terrorismo e delle violazioni dei diritti umani.

DOSSIER "GIOCO DEL CALCIO"
I preziosi insegnamenti dello sport

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Fonte: Blog di Nicola Porro, 21 novembre 2022

5 - SAVIANO DA' DELLA BASTARDA ALLA MELONI E VIENE GIUSTAMENTE PROCESSATO
Lo scrittore, difeso dalla sinistra, fa la vittima e si trincera dietro la libertà di espressione (Sallusti lo prende alla lettera e lo copre di insulti in un editoriale con tutte le variazioni della parola bastardo)
Autore: Ruben Razzante - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19 novembre 2022

Delimitare i confini tra l'esercizio della libertà di critica e la lesione dell'onore e della reputazione è questione assai delicata. Non sempre quei confini sono nitidi e certi, spesso si entra nella sfera dell'opinabile e i punti di vista divergono. Quando poi ad essere coinvolti sono personaggi di primo piano della vita di un Paese, l'opinione pubblica si divide in fazioni e la questione rischia di sfuggire di mano.
Di sicuro, però, qualcuno tende ad abusare del suo ruolo o della credibilità che si è costruito negli anni per provare a forzare le regole e a sfuggire al giudizio dei tribunali. Ed è quello che sta facendo con disinvoltura e un tantino di sfacciataggine Roberto Saviano, imputato in un processo che si è aperto qualche giorno fa e nel quale è accusato di aver diffamato la leader di Fratelli d'Italia e presidente del consiglio, Giorgia Meloni.
Lo scrittore aveva definito "bastarda" l'attuale Presidente del Consiglio nel corso di una trasmissione tv su La7 (Piazzapulita) nel dicembre 2020. Il tema al centro della puntata erano gli arrivi irregolari e i naufragi nel Mediterraneo. Presenti in tribunale, tra gli altri, l'attrice Kasia Smutniak; gli scrittori Sandro Veronesi, Michela Murgia e Nicola Lagioia; il direttore del quotidiano La Stampa Massimo Giannini. L'udienza è durata pochi minuti ed è stata aggiornata al 12 dicembre sempre davanti al tribunale monocratico. Mentre i legali di Giorgia Meloni stanno valutando il ritiro della querela, Matteo Salvini intende costituirsi parte civile e non ha nessuna intenzione di darla vinta a Saviano. «La querela nasce dal livore utilizzato. Io ho insegnato a mio figlio che la parola "bastardo" è una offesa, valuteremo comunque se ritirare la querela», ha chiarito l'avvocato Luca Libra, legale del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. «Salvini lo avrò contro sia in questo processo sia nel processo l'anno prossimo per la frase "il ministro della malavita"», ha ricordato Saviano. «In aula si è detto che non dovevo fare il comizio ma io voglio solo difendermi. Credo di aver il record di giornalista, personalità, individuo più processato da questo governo».

IL MONOLOGO DA MARTIRE
Lo scrittore nelle ultime ore ha recitato il suo monologo da martire, ruolo che gli calza a pennello. «Mi ritrovo oggi qui e ritengo singolare che uno scrittore sia processato per le parole che spende, per quanto dure esse siano, mentre individui inermi continuano a subire atroci violenze e continue menzogne», ha spiegato Saviano, che ha poi rasentato il ridicolo accusando l'attuale maggioranza di coltivare il pensiero unico: «L'opportunità, in questo processo, non è per me, ma perché ho fiducia che si possa finalmente esorcizzare la più subdola delle paure e cioè che avere un'opinione contraria alla maggioranza significhi avere un'opinione non legittima, e che quindi avere un problema con la maggioranza di questo Governo significhi avere un problema con la giustizia - prosegue Saviano - lo sono uno scrittore: il mio strumento è la parola. L'accusa è quella di aver ecceduto il contenimento, il perimetro lecito, la linea sottilissima che demarca l'invettiva possibile da quella che qui viene chiamata diffamazione. Sono uno scrittore e quindi, avendo ottenuto la libertà di parola prima di qualsiasi altra, sono deciso a presidiarla. E lo farò non sottraendomi, non proteggendomi dietro una dialettica comoda, sicura, approvata e già per questo innocua», ha rincarato lo scrittore, dimenticando tutte le volte in cui il pensiero unico sia stato veicolato dai suoi sodali e non dai suoi avversari. La stessa Meloni, all'opposizione fino a due mesi fa, ne sa qualcosa.

FACCIO QUELLO CHE DICE SAVIANO
Dunque, in quanto scrittore, lui intende arrogarsi la licenza di "uccidere", di esercitare il diritto di critica senza limiti, usando termini decisamente "sopra le righe" per denigrare un personaggio pubblico. Un delirio di onnipotenza che cozza con quella che dovrebbe essere la prima qualità di uno scrittore: rispettare il pensiero altrui, non sentirsi depositario della verità. Ma il suo vittimismo, che pure trova dorata accoglienza in alcuni salotti televisivi, attira anche degli accaniti censori come Alessandro Sallusti che, alcuni giorni fa, in un suo editoriale in prima pagina su Libero, provocatoriamente intitolato Saviano bastardo, ha criticato aspramente lo scrittore, portando alle estreme conseguenze il suo discorso.
Il ragionamento di Sallusti non fa una grinza: «Per una volta faccio mio il Verbo del Sommo, e lo faccio avendo le carte in regola perché anch'io sono uno scrittore. E quindi, seguendo il suo consiglio di non mettere limiti al pensiero perché noi scrittori godiamo dell'immunità penale e civile, dico con chiarezza ciò che penso: Roberto Saviano sei un bastardo. Di più: Roberto Saviano sei un pezzo di m. a insultare una donna, non ne hai remora perché tu sei un figlio di buona donna, che poi questi non sono altro che sinonimi della parola "bastardo". (...) Abbassa la cresta, chiedi scusa e finiscila lì che fai pena, sempre con licenza parlando». La provocazione di Sallusti a Saviano è tutt'altro che banale: se basta essere scrittori per insultare pubblicamente un avversario politico e pretendere per questo l'immunità, allora siamo al liberi tutti.
Proprio Saviano, che ha sempre attaccato chi si sottraeva alla giustizia, ora pretende immunità e impunità, solo perché divorato da un invincibile senso di superiorità su tutti gli altri. Non è questa la libertà d'espressione che pure lui ciclicamente invoca. Quella libertà non è illimitata e priva di vincoli, ma va bilanciata con la tutela dei diritti della personalità altrui, come recitano tutte le leggi sulla professione giornalistica e, in generale, la libertà di manifestazione del pensiero. È il caso che Saviano le rilegga con attenzione.

DOSSIER "ROBERTO SAVIANO"
L'intoccabile messia della sinistra

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19 novembre 2022

6 - WIKIPEDIA, L'ENCICLOPEDIA LIBERA... MA SOLO IN TEORIA
Fonte di notizie gratuita e molto consultata è nelle mani di controllori che restano nell'ombra per veicolare la loro visione delle cose con contribuiti ideologizzati che tendono al monopolio del sapere
Autore: Mario A. Iannaccone - Fonte: Il Timone, luglio-agosto 2022 (n. 219)

Gratuita, molto consultata e utile, è una fonte spesso nelle mani di "teppisti della conoscenza", che la condizionano per veicolare una precisa visione delle cose: la loro.
Wikipedia è entrata nell'uso quotidiano di molti di noi: è un'enciclopedia gratuita, facilmente accessibile e molto estesa. Nella versione inglese, arriva a quasi 6 milioni e mezzo di voci, in quella italiana a 1 milione e 750.000. Ma, come è noto, esistono decine di versioni nelle diverse lingue. Il progetto nasce, dopo altri esperimenti - come l'enciclopedia Nupedia, dovuta agli stessi creatori, poi scomparsa - il 15 gennaio 2001, per opera di Jimmy Wales e Larry Sanger. È un'enciclopedia on-line condivisa e collaborativa, dove chiunque può contribuire nello scrivere voci. Nel corso degli anni ha avuto una crescita esponenziale, divenendo la prima fonte di informazione per chi cerchi qualunque tipo di notizia o argomento, in qualsiasi campo della conoscenza.

UN MONOPOLIO DEL SAPERE
Nata come esempio di idealismo collaborativo - in teoria le voci vengono costantemente migliorate con citazioni e nuove acquisizioni - ha assunto una funzione monopolistica nel campo della diffusione del sapere. Oggi succede che le fonti d'informazione tradizionali (giornali, televisioni, libri e riviste) attingano a Wikipedia, che a sua volta usa quei mezzi per verificare le proprie notizie: si è così creato un sistema circolare fra mezzi di informazione e divulgazione, con Wikipedia nel mezzo, che mette a rischio il pluralismo in vari settori del sapere. Su Wikipedia una voce può essere creata da chiunque, a partire dal cosiddetto link rosso che si distingue dal link blu: i blu sono collegamenti a pagine di Wikipedia già scritte, i rossi collegano a pagine vuote che nessuno ha ancora scritto ma alle quali sia stata riconosciuta una dignità enciclopedica. Le voci vanno scritte seguendo precisi criteri, piuttosto stringenti: interesse generale (questo definisce una voce «enciclopedica»), imparzialità, fonti da citare. Come si è detto, chiunque può partecipare alla compilazione dell'«enciclopedia libera»: l'utente registrato (wikipediano) o il non registrato. Entrambi compilano campi di testo, creano gerarchie e "iperlink", messi a disposizione dal software Wikipedia. Anche se un utente non è registrato, si tiene traccia dell'Ip e ogni possibile modifica la si può far risalire a qualcuno. Le voci sono rilasciate con una licenza libera detta Creative Commons e possono dunque essere stampate e inserite in altri siti; la licenza gratuita consente anche il riutilizzo a fini di lucro. Sin qui, tutto bene: il progetto è interessante, unico, riuscito e assolutamente utile.
Vediamo ora alcuni punti critici. Wikipedia presume la buona fede degli scrittori delle voci e il sistema adotta, in teoria, un punto di vista neutrale. Purtroppo così non è: gruppi organizzati di contributori con una visione ideologica, ad esempio antireligiosa, o molto orientata, ad esempio sui temi omosessualisti, modificano voci che riguardano ipotesi scientifiche, episodi storici, fenomeni sociali rovinando l'imparzialità enciclopedica della voce. Questo è accaduto, ultimamente, con Cristoforo Colombo, La Chiesa, la Reconquista, il gender e l'immigrazione clandestina. Così vengono spesso riscritte voci da contributori ideologicamente orientati che impongono il loro punto di visa e soltanto il loro, dando l'impressine che certi fenomeni (ancora, il riscaldamento climatico per causa antropica) siano ormai assodati e non sottoponibili a ulteriori discussioni. Il risultato è che, per colpa di queste minoranze organizzate di veri e propri "teppisti della conoscenza", spesso provenienti da centrali ideologiche precise (ad esempio, in Italia, l'Uaar, Unione degli atei e razionalisti), vengono riscritte voci esemplari rovinandone la neutralità. I wikipediani esperti, registrati, possono considerare una voce relativa alla religione, alla vita di un santo, a un episodio della storia della Chiesa, per qualche motivo non adatta e, quindi, chiedere che sia nascosta fintanto che non siano apportate modifiche.

CONTROLLORI NELL'OMBRA
Esiste dunque un problema di censura, non sempre motivata ma reale. IN teoria, esiste un meccanismo di controllo che dovrebbe vegliare affinché le voci non vengano "vandalizzate", oppure orientate ideologicamente in modo sottile andando contro l'intento di neutralità. Ma è un meccanismo collettivo, fatto di persone anonime, dunque non si può sapere chi controlla davvero e quanto sia onesto, mentre le voci delle enciclopedie stampate, che avevano una direzione ben conosciuta, come la Treccani o la vecchia Enciclopedia cattolica, venivano firmate. Se chiunque può intervenire su una voce già scritta, valida, approvata con l'intento di apportare ulteriori modifiche stravolgendo il senso di un articolo, chi attinge a quella voce può venire ingannato. A volte, opinioni minoritarie ed estreme vengono riportate su Wikipedia come se fossero neutre, mentre non lo sono affatto. Prima o poi qualcuno, in genere, si accorge dello stravolgimento e appone sulla stessa un simbolo speciale, un triangolino rosso che significa «voce controversa» o «voce che manca di riferimenti bibliografici». Intanto, però, qualcuno ha consultato la voce e magari ne ha usato i contenuti senza sapere di aver riportato dati errati.
Qual è il risultato di tutto ciò? Nonostante Wikipedia sia così facile, utile, a portata di mano e gratuita, in genere, non possiamo fidarci ciecamente delle sue voci. Alcune sono molto ben fatte e tanto approfondite da essere equivalenti a ottimi saggi accademici o alle migliori voci enciclopediche («voci vetrina»), altre sono rovinate dai vandali ideologici. Jimmy Wales aveva previsto che gruppi organizzati potessero intervenire a orientare le voci e a renderle meno neutrali producendo "coalizioni" ideologiche, ma aveva anche aggiunto che dette coalizioni non potevano durare in eterno, per cui per un periodo di tempo le voci potevano risultare degradate o bloccate ma nel lungo periodo il carattere generale collaborativo di Wikipedia avrebbe agito per il meglio. È la vecchia ideologia liberista che ha fiducia nell'uomo e nella società che si autoregola. In generale Wikipedia va considerata una risorsa importante, ma è sempre meglio controllare su una seconda fonte, soprattutto se le voci sono "sensibili". Le voci in inglese sono più affidabili di quelle italiane per via del coinvolgimento di università nella compilazione, ma resta il fatto che le voci riguardanti temi storici o religiosi sono in ogni caso meno affidabili di quelle relative a temi riguardanti lo spettacolo, la storia della musica, delle arti o la tecnologia. Come in tutte le cose, dunque, il consiglio è: usare sì, ma vagliare soprattutto. Confrontare, sempre.

Nota di BastaBugie: per approfondire l'argomento Wikipedia si possono leggere i seguenti articoli.

IL CO-FONDATORE DI WIKIPEDIA NE DENUNCIA LA DERIVA (ORMAI EVIDENTE DOPO COVID E TRUMP)
L'enciclopedia online più consultata al mondo fa ormai propaganda all'establishment di sinistra, a discapito delle voci conservatrici (intanto il 21 febbraio Trump lancerà il suo social ''Truth Social'')
di Michael Sfaradi
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6867

PER GOOGLE E WIKIPEDIA IL FIGLIO NELLA PANCIA NON E' UN BAMBINO E NEMMENO UNA PERSONA
Intanto Disney, Warner Bros, Netflix, Apple, Meta o Microsoft fanno pressioni sulle dipendenti, affinché abortiscano, anziché prendere un congedo per maternità (VIDEO IRONICO: Pizzeria Google)
di Mauro Faverzani
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7130

Fonte: Il Timone, luglio-agosto 2022 (n. 219)

7 - L'ITALIA E' SCHIAVA DI UN'IDEOLOGIA CONTRO LA VITA, LA FAMIGLIA E LA FEDE CATTOLICA
Patrocini e spazi negati, regolamenti ignorati, manifesti strappati, eventi e film censurati, boicottaggi, aggressioni, relatori cancellati, organismi pubblici vietati contro qualsiasi regola, zero copertura massmediatica
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera, 14 novembre 2022

Secondo l'art. 21 della Costituzione italiana, tutti avrebbero «diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione». Ma è proprio così? O anche in Italia serpeggia un «mainstream» sostanzialmente, magari subdolamente avverso alla cultura ed anche alla sola presenza cattolica nel sociale? O anche qui si cerca di mettere il bavaglio a chiunque non voglia uniformarsi al coro e preferisca ragionare con la propria testa, col proprio cuore e con la propria fede? Possibile che quelle censure, quei boicottaggi, quelle aggressioni, di cui tante volte diamo conto su Corrispondenza Romana, non avvengano soltanto all'estero, bensì anche qui, nella democraticissima, civilissima, "cattolicissima" Italia?
Quanto accaduto negli ultimi anni indurrebbe a risponder di sì a questa serie di interrogativi, inquietanti certo, ma corroborati dai fatti.

LA MARCIA NAZIONALE PER LA VITA (2014)
Ciò che disturba molto è la presenza nel sociale del mondo e dei valori cattolici, specie quando significativa. Come dimenticare quando nel 2014, a Roma, la giunta di Centrosinistra dell'allora sindaco Ignazio Marino, che pur si definiva cattolico, negò la richiesta di patrocinio alla Marcia nazionale per la Vita col risibile pretesto della mancanza di fondi...? Niente wc chimici, niente volontari della Protezione Civile e neanche la distribuzione di bottigliette d'acqua ai partecipanti, che anzi han dovuto ripulire le strade dopo l'evento. Solo poche settimane dopo lo stesso primo cittadino accordò invece il patrocinio al Gay Pride tenutosi nella Capitale e partecipò anche personalmente alla manifestazione, facendo esporre in Campidoglio ed in tutte le sedi municipali le bandiere arcobaleno. Due pesi e due misure vergognosamente ideologiche, ignobili ed inaccettabili.
E che dire dell'edizione 2019 sempre della Marcia nazionale per la Vita, seguita in diretta dall'emittente americana Ewtn, ma ignorata totalmente dalla televisione di Stato, la Rai? Si trattò di una censura scandalosa contro il maggior evento pro-life italiano, che pur fu in grado di richiamare a Roma migliaia di persone. Questo provocò il lancio di una petizione online di protesta, dimostratasi in grado di raccogliere in pochi giorni migliaia di adesioni.
Nel 2015 nuovo episodio di boicottaggio: niente patrocinio del Comune di Mogliano e niente comunicazione ai genitori degli alunni da parte dei dirigenti scolastici in merito ad un dibattito promosso dall'A.Ge.-Associazione Genitori sul tema dell'educazione all'affettività nelle scuole. Evidentemente c'è chi è convinto di poter infischiarsene di regole e regolamenti, quando si tratti di ostacolare e discriminare i fautori del no all'ideologia gender.

ASSOCIAZIONE MEDICI CATTOLICI ITALIANI (2016) E MANIFESTI CONTRO LA PILLOLA RU486 (2020)
Nel 2016 nel mirino è finito il diritto all'obiezione di coscienza all'aborto: il Consiglio d'Europa ha accolto il ricorso presentato in merito dalla Cgil, atto definito «sconcertante» ed «assolutamente intollerabile» dall'Associazione Medici Cattolici Italiani e dalla Federazione europea delle Associazioni mediche cattoliche: «È intollerabile che la democrazia diventi demagogia - hanno scritto in una memorabile nota - L'obiezione di coscienza è un diritto lecito e doveroso. Il medico non può compiere, contro la propria coscienza, azioni di soppressione della vita. Occorre ricordare che nessuna autorità politica può imporre ai medici ed agli operatori della Sanità azioni ritenute non necessarie e dannose; tanto meno nessuna legge può imporre loro di compiere azioni non condivise. Gli operatori sanitari sono chiamati dalla professione e dalla propria deontologia a curare e sostenere la vita sin dal concepimento e pretendono di essere rispettati nella propria autonomia. L'obiezione di coscienza è un diritto fondamentale della persona, costituzionalmente tutelato dall'art. 9 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, per cui l'intervento del Consiglio d'Europa si configura palesemente come violazione di una norma costituzionale e merita censura da parte dei cittadini europei».
V'è poi tutta l'azione di censura operata nel 2020 con la rimozione dei manifesti contro la pillola Ru486 già regolarmente affissi a Ravenna, a Milano e a Bergamo (circa quest'ultima, da due anni il sindaco, Giorgio Gori, non risponde all'interrogazione, presentata in merito dal consigliere comunale orobico Filippo Bianchi, che definisce tale prolungato ed ingiustificato silenzio «un'omissione di atti d'ufficio»).

UNPLANNED, LA VERA STORIA DI ABBY JOHNSON (2022)
Passiamo al mondo dei media: inutile soffermarci sulla derisione, sullo scherno, sull'aggressione, sull'ostilità, di cui nei talk show ed in molti programmi "d'informazione" presunta sono oggetto e bersaglio la morale ed i valori cattolici, poiché gli esempi sono per quantità, qualità e frequenza tanto numerosi, da non necessitare nemmeno di spiegazioni: a chiunque, accendendo il televisore, sarà prima o poi capitato d'imbattersi in casi di questo tipo. Ma anche nel cinema, benché ambiente più composto ed ovattato, non sono un mistero le difficoltà incontrate da due pellicole in particolare ovvero la prima nel 2013, Cristiada, sulle violente persecuzioni patite negli Anni Venti del secolo scorso dai cattolici messicani a causa del governo anticlericale e massonico del presidente Plutarco Elías Calles e la seconda nel 2021, Unplanned, che racconta la vera storia di Abby Johnson, ex- dipendente di una delle cliniche della multinazionale Planned Parenthood, divenuta pro-life convinta dopo aver scoperto cosa realmente accada, al di là delle menzogne, durante un aborto. Entrambi i film, pur potendo contare su cast d'eccezione e sull'impatto emotivo di vicende autentiche, benché "scomode", sono state rifiutate, boicottate, ignorate in molti, troppi casi, nelle sale e sulla stampa. Ad Unplanned, oltre tutto, il Ministero dei Beni Culturali ha inflitto un'assurda censura, vietandone la visione ai minori di 14 anni, negli stessi giorni in cui al Festival di Venezia veniva premiata col Leone d'Oro una pellicola filo-abortista, assolutamente frutto di fantasia. A 14 anni, a quanto pare, in Italia si può abortire, ma non guardare un film, che spieghi cosa sia davvero l'aborto e quali le sue conseguenze.

UNIVERSITARI PER LA VITA (2022)
Venendo ai nostri giorni è possibile annoverare tra i fatti di (triste) cronaca la Sala della Promoteca in Campidoglio negata a fine ottobre ai promotori pro-family di un convegno sui temi della disforia di genere e della riassegnazione sessuale; la vile aggressione perpetrata lo scorso 20 ottobre da una ventina di membri del Collettivo femminista di Scienze Politiche dell'Università La Sapienza di Roma ai danni di cinque studenti dell'associazione Universitari per la Vita, "rei" soltanto di aver volantinato contro l'aborto nel piazzale antistante l'ingresso dell'Ateneo, peraltro con regolare autorizzazione della Questura (riprovevole episodio, che fa il bis con quanto avvenuto nell'ottobre del 2018 nella medesima Università); l'esclusione dell'associazione ProVita&Famiglia onlus dal Consiglio delle Donne di Bergamo, organo consultivo del consiglio comunale. La sua richiesta di adesione è stata bocciata con 11 no, 6 sì e 16 astensioni: un fatto senza precedenti, un esito fortemente voluto dalle Sinistre, una decisione «molto grave - come ha commentato Filippo Bianchi, consigliere comunale di Fratelli d'Italia - Il Consiglio delle Donne, presieduto e partecipato a maggioranza dalle Sinistre, si dimostra ancora una volta strumento politico di censura, che non tollera il confronto ed il pluralismo, ma soprattutto discriminatorio nei confronti dei soggetti e delle iniziative a difesa dei valori della vita e della famiglia». Già nel febbraio 2019, però, sempre a Bergamo, all'ultimo minuto, il Consiglio delle Donne con un solo voto in più (16 sì, 15 no, 1 astenuto) escluse il presidente di FederVita Lombardia, Paolo Picco, dal novero dei relatori al convegno «Nascere a Bergamo: presente e prospettive future» con una motivazione, a dir poco, discriminatoria e aberrante: per non rendere cioè «il Consiglio delle Donne ostaggio dell'azione di conservatori e anti-abortisti, portatori di una visione retrograda e svilente della donna e dei suoi diritti», come dichiarato dalle ultrafemministe di Non una di meno, sigla che peraltro non faceva nemmeno parte di detto organismo consultivo del consiglio comunale orobico, da cui si dimisero a quel punto, prendendone le distanze, molti membri, non condividendo più il modo di procedere, dichiaratamente ideologico.
Patrocini e spazi negati, norme e regolamenti ignorati, manifesti strappati, eventi "silenziati", film censurati, boicottaggi, aggressioni, relatori "scomodi" cancellati, organismi pubblici vietati contro qualsiasi regola, zero copertura massmediatica... I casi sono due: o in Italia la democrazia è schiava di un'ideologia contraria alla vita, alla famiglia ed alla fede cattolica, il che sarebbe molto grave, configurando una situazione di dittatura de facto, di odio etico e religioso: oppure è la democrazia in quanto tale ad essere malata, avvelenata, corrotta dal cancro di un'ideologia onnipervasiva, il che sarebbe ancora più grave, ponendo un serio problema istituzionale. In entrambi i casi, possiamo davvero dire che in Italia morale, valori ed ideali cattolici non siano vittime di una persecuzione reale, sia pur fatta coi guanti di velluto (ovviamente rosso...)?

Fonte: Radio Roma Libera, 14 novembre 2022

8 - OMELIA I DOMENICA AVVENTO - ANNO A (Mt 24,37-44)
Vegliate perché non sapete in quale giorno
Fonte Il settimanale di Padre Pio

È iniziato il Tempo dell'Avvento, il tempo che ci prepara alla celebrazione del Natale. L'Avvento deve essere un tempo di silenzio e di attesa, di più intensa preghiera e di più generosa carità fraterna. Le letture di questa prima domenica d'Avvento ci danno delle preziose indicazioni per come trascorrere le quattro settimane che ci separano dal Natale.
La prima lettura ci dice: «Venite, camminiamo nella luce del Signore» (Is 2,5). Camminare nella luce del Signore significa uscire dalle tenebre del peccato e mutare completamente corso alla nostra vita. Con la prima domenica d'Avvento inizia un nuovo Anno liturgico e deve anche iniziare una vita nuova per noi: si deve rafforzare l'impegno di camminare sempre nella luce di Dio, rinunciando al peccato e a tutte le opere del maligno.
Nella seconda lettura, san Paolo apostolo ci indica chiaramente quello che deve essere il nostro impegno. Egli ci esorta a svegliarci dal nostro torpore e ci dice: «è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti» (Rm 13,11). Ben a ragione, san Paolo ci esorta a svegliarci, per il fatto che siamo addormentati: siamo cristiani ma non viviamo da cristiani. Subito dopo, egli così ci esorta: «La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce» (Rm 13,12). Cosa sono le opere delle tenebre? Sono i peccati, per i quali noi ci allontaniamo sempre di più dalla luce divina.
Quante sono le opere delle tenebre ai nostri giorni! Pensiamo all'aborto, al divorzio, alla contraccezione, al disprezzo della vita fin dal suo concepimento, alle tante impurità con cui ci degradiamo sempre più; pensiamo alle violenze, all'odio e alle molte disonestà nell'ambito della vita civile. Davvero, mai come in questo tempo stiamo brancolando nel buio. Enrico Medi, celebre scienziato morto pochi decenni fa, e di cui è in corso la causa di beatificazione, diceva che questa nostra epoca sarà ricordata nella storia come la più barbara che ci sia mai stata.
Cosa dobbiamo fare, dunque, per tornare sulla retta via illuminata dalla luce del giorno? Dobbiamo svegliarci, ovvero convertirci, per mezzo di una buona Confessione, domandando sinceramente perdono dei nostri peccati, e, come dice il Vangelo di oggi, dobbiamo poi vigilare, ossia rimanere svegli.
Gesù lo dice chiaramente: «Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà» (Mt 24,42). Vegliare significa perseverare nella Grazia di Dio, in modo da essere trovati pronti quando il Signore verrà. Il Signore è venuto una prima volta duemila anni fa; verrà poi alla fine dei tempi nella gloria della sua divinità; ma, tra queste due venute, vi è una terza venuta che avverrà per ciascuno di noi: questa venuta ci sarà al termine della nostra vita. Non sappiamo quando sarà il momento della resa dei conti. Gesù, per questo motivo, ci esorta alla vigilanza e, per farci comprendere meglio questa incertezza, adopera il paragone di un ladro che giunge all'improvviso: «Se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa» (Mt 24,43). Per questo motivo dobbiamo vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo della nostra vita e il primo della nostra conversione.
Seguendo l'insegnamento di san Bernardo, si può parlare di un'altra venuta che avviene nel silenzio e nell'ineffabile dolcezza della contemplazione. Si tratta della venuta di cui parla Gesù nel Vangelo: «Se uno mi ama conserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23). Anche noi potremo gustare la dolcezza di questa venuta di Dio nel nostro cuore se riusciremo a dedicare il dovuto tempo alla preghiera, una preghiera fatta con il cuore e con tutta l'attenzione della nostra mente. Il Tempo d'Avvento è il tempo propizio per fare più silenzio e per dedicarci a questa preghiera interiore.
Volendo perciò terminare l'omelia con un proposito pratico di miglioramento, vorrei indicare proprio questo: amare e ricercare il silenzio, perché nel silenzio si trova Dio! La Vergine Maria ci aiuti a meditare nel nostro cuore la Parola di Gesù e a sentire, per quanto è possibile, l'ineffabile presenza del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo che dimorano dentro di noi.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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