BastaBugie n�804 del 18 gennaio 2023

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1 LA CINA AMMETTE (IN RITARDO) I DATI SUI MORTI DI COVID: E' LA FINE DEL BLUFF
Tutto quel che la Cina aveva detto finora, inclusa la storia dell'origine della pandemia, era falso... eppure l'Organizzazione Mondiale della Sanità gli aveva creduto (VIDEO: I migliori anni)
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 EMBRIONI ARTIFICIALI: STA ARRIVANDO IL TRANS-UMANESIMO
Eliminata l'anima, il corpo non resta che un involucro vuoto e quindi commerciabile (l'importante è assicurare il benessere e l'incorruttibilità del corpo)
Autore: Gloria Callarelli - Fonte: Provita & Famiglia
3 SIGNS, PROGETTO DIVINO O CASO CIECO?
Un film con Mel Gibson dove la fantascienza è solo la cornice perché la sostanza è una riflessione sul significato dei segni che Dio dissemina nella nostra vita (VIDEO: trailer)
Autore: Pietro Guidi - Fonte: Redazione di BastaBugie
4 L'INIZIO DELLA FINE DI BIDEN
Il Partito democratico vuole sbarazzarsi di un presidente che ormai non solo non serve più alla causa, ma che minaccia di volersi nuovamente candidare alle presidenziali del 2024
Autore: Valerio Pece - Fonte: Sito del Timone
5 UN DURO COLPO PER LA FIDUCIA NEL GOVERNO, NEI MEDIA E NELLA SCIENZA
I nuovi Twitter Files provano come il grande social network abbia censurato medici e scienziati, ma anche semplici cittadini non allineati alla narrazione del governo (VIDEO: La verità sui twitter files)
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 LA TRAPPOLA DI MALTHUS CONDUCE ALL'ESTINZIONE IL POPOLO ITALIANO
Si pensa di risolvere il problema importando manodopera dall'estero, ma questa accoglienza si trasforma in sostituzione etnica, qualcosa di diverso che richiama ancora una volta teorie che evocano Malthus
Autore: Clemente Spartaco - Fonte: Provita & Famiglia
7 CHI ERANO E DOVE SONO FINITI I RE MAGI
Melchiorre rappresentava la razza di Sem, Gaspare la razza di Cam, Baldassarre quella di Jafet (i tre figli di Noè saliti sull'arca con lui e le proprie mogli)
Autore: Roberto De Mattei - Fonte: Radio Roma Libera
8 OMELIA III DOMENICA TEMPO O. - ANNO A (Mt 4,12-23)
Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - LA CINA AMMETTE (IN RITARDO) I DATI SUI MORTI DI COVID: E' LA FINE DEL BLUFF
Tutto quel che la Cina aveva detto finora, inclusa la storia dell'origine della pandemia, era falso... eppure l'Organizzazione Mondiale della Sanità gli aveva creduto (VIDEO: I migliori anni)
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16 gennaio 2023

La Cina ammette di aver subito quasi 60mila morti di Covid nell'ultimo mese e incassa il plauso dall'Oms: almeno una stavolta ha reso pubblico un dato reale.
L'ultima stima è il risultato del colloquio, sabato, fra il capo della Commissione Nazionale per la Salute cinese, Ma Xiaowei e il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. I morti sono 59.938, il 90% sono anziani con più di 65 anni. Finora, le autorità cinesi avevano dichiarato appena 30 morti di Covid dalla fine dei lockdown. Come mai tanta differenza fra le stime precedenti e le attuali? Il modo di contare: le autorità erano autorizzate a contare come "morto per Covid" solo il paziente che non aveva altre patologie pregresse. È questo il tipo di contabilità che risulta da una nota del Centro per la Prevenzione e il Controllo cinese del 21 dicembre scorso, trapelata alla stampa. Quindi una minoranza estrema. La stessa nota contava 250 milioni di infetti nei primi venti giorni di dicembre e dà l'idea di quanto sia già diffusa la nuova ondata.

I CONTI NON TORNANO
Certo è che, con la contabilità cinese abbiamo sempre dovuto fare i conti. La pandemia, dal gennaio 2020 al dicembre 2022, secondo le autorità di Pechino, avrebbe provocato in tutto 5.272 morti (in Italia, per fare un paragone, sono stati 185.417). Adesso, dopo questa ammissione, si scopre che i trenta morti di dicembre e gennaio erano in realtà quasi 60mila. Quindi in un solo mese sono morte 12 volte il totale delle vittime di Covid degli ultimi due anni? C'è ovviamente qualcosa che non torna.
La rivelazione di questi dati compromette la narrazione cinese, ma non solo quella. Infatti svela il bluff che c'era dietro alla politica di lockdown, volta ad eradicare il virus e non solo a contenerne la diffusione. Se appena finite le misure della strategia "zero Covid" la malattia riprende a circolare e fa decine di migliaia di vittime, vuol dire che non c'è alcuna possibilità di eradicare il virus tramite le chiusure. Neppure se imposte a tutti con le maniere brutali delle autorità della Cina, con metodi che solo un regime totalitario può permettersi. Quando Pechino ha annunciato la fine improvvisa delle chiusure lo ha fatto affermando che il virus fosse sconfitto. E invece non lo era. Motivo in più per pensare che il cambio di rotta sia avvenuto sia per motivi politici (la paura che le proteste dilagassero), sia per motivi economici (la crisi dovuta alle chiusure e i costi della politica zero Covid stavano diventando insostenibili). E questo in un Paese che già dichiarava definitivamente sconfitto il virus l'8 aprile 2020 e che ha puntato il dito contro virus "da importazione" dopo ogni caso registrato successivamente a quella data.

TUTTO SBAGLIATO, TUTTO DA RIFARE
Ghebreyesus si è complimentato con le autorità cinesi per aver accettato di condividere per la prima volta dei dati reali. Ora le prega di essere più trasparenti anche sull'origine della pandemia. Anche questa domanda svela un bluff a cui ha partecipato la stessa Oms di Ghebreyesus per almeno un anno. Prima l'Organizzazione mondiale ha aderito ai tempi dettati da Pechino, dando l'allarme solo quando il regime cinese ha deciso di proclamare l'emergenza, mentre Taiwan, soprattutto, era in allerta dal mese precedente (il 31 dicembre 2019, contro il 23 gennaio 2020, data ufficiale di inizio emergenza). Questo ritardo è risultato fatale per la diffusione del virus nel mondo. Poi, sulla causa iniziale, l'Oms non ha mai mostrato alcun dubbio sull'origine naturale del virus, come Pechino voleva. Si veniva censurati anche sui social network se si provava a parlare di una possibile origine in laboratorio. Dopo la prima ispezione dell'Oms a Wuhan del febbraio 2021, però, è diventata un'ipotesi legittima e sempre più diffusa. La Cina si è finora trincerata dietro una barriera impenetrabile di silenzio e negazione. Ma se ha mentito così clamorosamente sul numero dei morti, c'è da fidarsi quando parla della storia della pandemia?
Di fronte alle cifre che arrivano dalla Cina, ora, possiamo avere differenti reazioni, in Europa. Una reazione sbagliata è il panico: 60mila morti in un mese è un numero che incute timore, ma è poco se rapportata ad una popolazione di un miliardo e mezzo di cinesi ormai liberi di muoversi ed assembrarsi. In compenso, reintrodurre restrizioni in Europa sarebbe un errore, soprattutto considerando che proprio la Cina dimostra come le restrizioni (le più dure e dolorose del mondo) servano, al massimo, a rimandare il contagio e non a eradicare il virus. Una migliore reazione, al contrario, è quella di una sana diffidenza nei confronti delle informazioni che ci giungono da un regime totalitario comunista dove, come abbiamo appreso ancora una volta, la statistica è usata come un'arma politica. Se solo pensiamo che la risposta al coronavirus, nel 2020, è stata elaborata sulla base delle informazioni ufficiali di Pechino, possiamo ben realizzare in che mani siamo (stati).

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 9 minuti) dal titolo "I migliori anni..." Silver Nervuti ricorda che in Italia abbiamo 5.471 professionisti di virologia, ma siamo stati tenuti in scacco per due anni da un grappolo di virostar presenzialiste e senza nessun confronto.


https://www.youtube.com/watch?v=e6b22FCDwbM

DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16 gennaio 2023

2 - EMBRIONI ARTIFICIALI: STA ARRIVANDO IL TRANS-UMANESIMO
Eliminata l'anima, il corpo non resta che un involucro vuoto e quindi commerciabile (l'importante è assicurare il benessere e l'incorruttibilità del corpo)
Autore: Gloria Callarelli - Fonte: Provita & Famiglia, 30 dicembre 2022

Se avete letto "Il mondo nuovo" di Aldous Huxley non potete non rabbrividire: il nuovo progetto o "concept", dal nome "EctoLife Artificial Womb Facility" è la realizzazione dell'essere umano artificiale perfettamente descritta nel romanzo di cui sopra con la materializzazione dell'utero artificiale. Non più solo bambini in provetta: la nuova frontiera è bambini in provetta ma magari cresciuti in un incubatore artificiale. E non è un incubo ma è già nero su bianco o, per restare in tema, frame su video.
Il suo creatore è Hashem Al-Ghaili, produttore, regista e divulgatore scientifico di origine yemenita che abita a Berlino, in Germania. Biologo molecolare di professione, come si legge sul suo sito, «Hashem usa le sue conoscenze e la sua passione per la scienza per educare il pubblico attraverso i social media e i contenuti video». Ecco educare è termine significativo. 33 milioni di follower su Facebook, oltre 17 miliardi di visualizzazioni: una macchina da guerra transumanista perché i suoi video, tra un post curioso e un altro più leggero, veicolano messaggi pandigitali dove la scienza è una vera e propria fede.
Ovviamente il video sulla macchina per la gravidanza artificiale ha suscitato scandalo e clamore ma ormai il refrain lo abbiamo compreso: bene o male basta che se ne parli. Nel spiegare il progetto, Hashem Al-Ghaili è stato abbastanza esplicito: «La genetica è progredita da Dolly a oggi e andrà sempre meglio: questo è un progetto che è stato pensato per far vedere fino a dove la tecnica è arrivata oggi». Ma il punto è, al solito, che per il solo fatto che se ne parli dobbiamo cominciare a preoccuparci. Siamo già entrati nella fase "impensabile": il primo step della ormai famosa teoria di Overton.

DIVIETO MA CON QUALCHE ECCEZIONE
E vedrete che arrivare al secondo gradino, "divieto ma con qualche eccezione", sarà un attimo. «Attualmente non puoi sperimentare embrioni dopo 14 giorni - spiega - quindi è ovvio che bisogna eliminare certe restrizioni. Non è un passaggio che si può fare in pochi giorni ma direi che potremmo arrivare alla produzione in dieci, quindici anni al massimo. Ma occorre che le persone accettino questo strumento: al momento la stragrande maggioranza non è d'accordo». E grazie a Dio, potremmo veramente dire.
Infatti a farla da padrone ora è, naturalmente, lo scoglio etico che blocca qualsiasi riforma. Religione e spiritualità sono il limite più grande per questi dottor Matrix che non concepiscono la vita se non come agglomerato "di cellule": «Un bambino nell'utero artificiale avrà tutto: memoria, coscienza, come qualsiasi altro bambino. Anima o spiritualità sono concetti non scientifici: non ci sono evidenze scientifiche della presenza di un'anima in noi» si affretta a ribadire lasciando trasparire il cinismo scientifico di chi parla di esseri umani come di carne da allevamento, o se preferite, come macchine da fabbricare in serie. Eliminata l'anima, effettivamente, non resta che un involucro vuoto, commerciabile. L'importante è assicurare (l'illusione) del benessere umano eterno e di una incorruttibilità del corpo che diventa idolo. Ad ogni modo una volta che molti accetteranno l'idea transumanista (e vedrete che la propaganda farà ampiamente il suo dovere) modificare le leggi sarà solo questione di tempo. Del resto la legalizzazione è proprio l'ultimo passaggio della finestra di Overton di cui abbiamo parlato.

DALLA PADELLA ALLA BRACE
Per questi studiosi la stessa maternità surrogata (il cui problema etico non si pone minimamente, figurarsi) è già preistoria e oltre ad essere "costosa" presuppone che la donna si assoggetti alla pratica per altre donne o uomini. Quando (il se per lui è già superato) questa tecnica prenderà piede, le donne potranno «assistere alla gravidanza», controllarla. Senza fatica. Vuoi mettere la qualità del servizio dell'utero artificiale? Insomma: dalla padella alla brace.
Lo scienziato, poi, ci mette in guardia: «Noi usiamo la tecnologia per il bene: certo bisogna stare attenti che la tecnica non vada in mani sbagliate. Mercato nero di organi... ecc bisogna evitare questo». Oltre al danno, dunque, la beffa di chi si identifica innocente spostando l'attenzione su altri colpevoli.
Se pensate che nessuno asseconderà mai queste teorie folli, però, vi sbagliate: «La questione ha suscitato un tale interesse - ci fa sapere - che molti investitori si sono già fatti avanti». Ecco appunto. Se non capiamo che dobbiamo investire risorse e tempo nel combattere tali strampalate teorie, sarà dura. Il "mondo nuovo" di Huxley è dentro le parole di questo scienziato che non si inventa nulla ma solo converte il diabolico pensiero distopico in realtà: è nostro compito conoscere tutto questo e combatterlo altrimenti si materializzerà sempre più l'illusione del trionfo, le cui conseguenze le pagheremo noi, dell'uomo su Dio.

Fonte: Provita & Famiglia, 30 dicembre 2022

3 - SIGNS, PROGETTO DIVINO O CASO CIECO?
Un film con Mel Gibson dove la fantascienza è solo la cornice perché la sostanza è una riflessione sul significato dei segni che Dio dissemina nella nostra vita (VIDEO: trailer)
Autore: Pietro Guidi - Fonte: Redazione di BastaBugie, 17 gennaio 2023

Graham Hess, interpretato da Mel Gibson, è un pastore protestante la cui moglie è rimasta uccisa in un violento incidente stradale. Mentre lei stava camminando al bordo della strada il conducente di un pick up si era addormentato e l'aveva schiacciata contro un albero. Lei non era morta sul colpo, rimanendo intrappolata fra la macchina e la pianta. L'agente di polizia aveva detto non era possibile toglierla di lì perché se avessero spostato il pick up il suo corpo si sarebbe diviso in due. La macchina stava tenendo unito il suo corpo e lei non poteva fare altro che aspettare la morte in quella posizione. Graham riuscendo ad arrivare sul posto prima che lei muoia, ha avuto la possibilità di parlarle un'ultima volta. Morirà con suo marito accanto dopo avergli detto, forse in preda ad un delirio: "Dì a Merrill di colpire forte". Merrill era il fratello di Graham ed era da molto tempo che non giocava più a baseball.
Questo episodio ha segnato così tanto la vita di Graham che, a causa di esso, ha smesso di esercitare il suo ufficio di pastore ed ha perso persino la fede. Si ritira con i suoi due figli e il fratello Merrill nella sua casa di campagna, nella contea di Bucks, in Pennysylvania. I suoi due figli si chiamano Morgan e Bo. Morgan è un bambino molto timido e riservato, che soffre di asma. Bo invece è una bambina piccola con la strana paura di bere acqua contaminata. Per questo lascia in giro per la casa bicchieri d'acqua appena iniziati, convinta che ci sia entrato un granello di polvere o un capello. A parte questo, Bo è una bambina normale.
Nel frattempo Morgan trova un libro che parla di alieni e leggendolo trova scritto che i cerchi nel grano, come quello che è stato trovato vicino casa sua, sono davvero dei segnali di coordinamento per dirigere l'attacco degli alieni. Scoprirà inoltre che il loro assalto non sarà armato perché hanno paura che gli uomini inizino ad usare le armi nucleari, che renderebbero inutilizzabile il pianeta terra, ma avranno come unica arma un gas tossico. Dopo questo attimo di tregua la tensione comincia a salire, perché Graham si accorge che se non scapperà con la sua famiglia gli alieni potrebbero invadere casa sua. Tuttavia nessuno, oltre a Graham aveva intenzione di lasciare la casa, quindi rimangono lì e si barricano dentro alla casa, sigillando porte e finestre con delle assi di legno.
Da questo momento in poi il film sarà un susseguirsi di scene adrenaliniche e colpi di scena che cambieranno le carte in tavola dando un senso a tutti i segni di cui il film è sapientemente costellato. Il clamoroso finale svelerà il vero senso di tutto il film per cui emerge che la fantascienza è stata solo la cornice.

ALTRO CHE ALIENI, SONO SEGNI DI DIO
Il tema fondamentale di Signs è quello dei segni che Dio ci dà per dimostrarci la sua presenza. Prima di analizzare il dialogo centrale del film bisogna ben comprendere che se siamo in grado di leggere i segni di Dio con intelligenza, cioè non guardando solo all'apparenza delle cose, ma anche a quello che ci sta dietro, possiamo scorgere in essi il dito di Dio. Il segno più evidente è tutto il mondo che senza dire una parola ci parla dell'esistenza di un Creatore che lo ha fatto. Nella Bibbia troviamo il salmo 18 che afferma: "I cieli narrano la gloria di Dio". Da sempre la Chiesa ha insegnato che, tramite le creature, possiamo arrivare a conoscere il Creatore che le ha fatte, cioè Dio.
Altri segni dell'esistenza di Dio sono i numerosi miracoli avvenuti all'interno della Chiesa Cattolica che sono risultati inspiegabili alla scienza. Per esempio a Lourdes sono avvenute centinaia, se non migliaia di guarigioni miracolose. Fra tutte queste guarigioni, vista la grandissima cautela della Chiesa, ad oggi ne sono state riconosciute come miracolose 70. Un altro segno fu quando la Madonna a Fatima promise ai pastorelli, il 13 ottobre 1917, che avrebbe compiuto un segno prodigioso visibile da tutti i presenti. Accorsero circa sessantamila persone, fra cui molti scettici venuti apposta per sbugiardare le apparizioni. Ma, come la Madonna aveva promesso, avvenne un grande miracolo: il sole cominciò a danzare nel cielo, davanti a tutta quella folla. Erano presenti alcuni giornalisti, tra i quali Avelino de Almeida, redattore capo di O Século, un quotidiano anticlericale di Lisbona. Anche lui dovette ammettere in un articolo del 15 ottobre la veridicità del fatto. Questo articolo si può trovare ancora oggi su internet.
Un altro segno eclatante riguarda i miracoli eucaristici e le reliquie attribuite alla passione di Gesù che sono stati sottoposti all'analisi del gruppo sanguigno hanno dato come risultato sangue umano maschile di tipo AB. Siccome quando sono avvenuti questi miracoli nessuno conosceva l'esistenza dei gruppi sanguigni come possiamo spiegare questa concordanza? Le reliquie e i miracoli eucaristici appartengono a epoche e luoghi diversi e sarebbe assurdo dire che gli eventuali falsari abbiano casualmente usato sempre sangue di gruppo AB, che tra l'altro è il gruppo sanguigno più raro (solo il 5% della popolazione ce l'ha). O si inizia a credere all'assurdità che sia tutto finto oppure alla vista di questi segni bisogna ammettere che Dio esiste e che si è fatto uomo in Gesù Cristo.

DIALOGO CENTRALE DEL FILM
Questi sono segni inequivocabili, verificabili da chiunque. E allora perché c'è ancora chi non crede? La risposta a questa domanda ce la dà un importante dialogo fra Graham e suo fratello Merrill, dove l'ex pastore dice: "Gli uomini si dividono in due grandi gruppi: quando gli capita un colpo di fortuna i primi ci vedono di più che mera fortuna, che mera coincidenza, lo vedono come un segno, come la prova che esiste davvero qualcuno lassù che veglia su di loro; per i secondi è solo un caso, un fausto, concorso di circostanza. Sono sicuro che quelli del secondo gruppo guardano quelle quattordici luci con molto sospetto. Per loro questa situazione è metà e metà: può essere brutta e può essere bella. Ma nel profondo sono convinti che qualunque cosa accada essi sono soli... e questo li riempie di paura. Sì, ci sono uomini così. Ma sono molto più numerosi quelli del primo gruppo. In quelle quattordici luci essi scorgono il miracolo e nel profondo sono convinti che qualunque cosa avvenga, c'è sempre qualcuno lassù che li protegge... e questo li riempie di speranza. Ecco, quello che devi chiederti è che tipo di persona sei. Sei di quelli che vedono segni o miracoli o pensi che sia solo il caso a governare il mondo? Insomma, in altri termini: è possibile che le coincidenze non esistano?".
Graham divide il mondo in due gruppi: quelli che credono che tutto quello che accade è frutto del caso e chi vi scorge l'azione di Dio. Graham in quel momento ha perso la fede, ma la sua analisi dimostra che è comunque rimasto una persona intelligente e ragionevole. Per questo è in grado di trovare la verità, nonostante in questo momento sia lontano da essa.
Grazie al corretto modo di ragionare sarà in grado di leggere l'azione di Dio negli avvenimenti che gli capiteranno. Al contrario Merrill, considerando miracolo un banale fatto che gli era capitato con una ragazza a una festa, dimostra di non aver capito niente di quello che sono i miracoli. Chi come lui vede il soprannaturale dove non c'è in realtà non ha fede, ma è un fideista. Ed è molto più lontano dal cattolicesimo di chi non crede, ma almeno usa la ragione. Perché chi usa la ragione, partendo dalle cose che vede, può riuscire a risalire alla causa prima, cioè Dio. Chi non usa la ragione invece, anche se all'apparenza potrebbe sembrare un credente, non è in grado di fare questo e la sua presunta fede non sarà altro che un vago sentimentalismo. Infatti chi non usa la ragione non può arrivare alla fede, ma se ne costruisce una su misura, ben lontana dalla vera fede. Insomma il mondo non si divide in credenti e non credenti, ma in credenti e creduloni. Infatti chi non crede in Dio finisce per credere a tutto il resto: ai titoli dei giornali, alle promesse elettorali, a ciò che dice la televisione, fino ad arrivare a credere in tutto ciò che gli è comodo credere. Insomma alla fin fine i non credenti non si comportano in modo molto intelligente.

CREDENTI E CREDULONI
A questo punto potrebbe obiettare che lui invece conosce tante persone intelligenti che non credono in Dio. È vero, ma questa obiezione si può superare pensando che tanti corridori in questo momento sono seduti e quindi non stanno usando le gambe. Il fatto che non stiano usando le gambe non vuol dire che non abbiano in futuro la possibilità di usarle. Similmente se uno ha la ragione, non vuol dire che la userà sempre. A volte non la usa e quindi può arrivare a negare Dio, ma se la userà e saprà leggere i segni che ha davanti, può arrivare a quella fede che prima aveva negato. Quando una persona dice che Dio non esiste, in quel momento non sta ragionando. Può anche essere intelligente, ma in quel momento o per quella singola questione non sta usando la ragione.
A questo punto dobbiamo chiederci perché le persone intelligenti non sempre usano la ragione quando parlano di Dio. A pensarci bene il motivo è sempre lo stesso: la morale. In fondo in fondo le motivazioni filosofiche o teologiche non interessano più di tanto, ma sapere se potrà o no continuare a fare la vita di prima e cioè non rispettare i comandamenti, ad esempio usando contraccettivi o bestemmiare, questo sì che interessa. Siccome molti preferiscono la comodità anziché accettare la verità, si precludono la possibilità di conversione e magari si inventano, anche inconsciamente, delle argomentazioni astruse per negare l'esistenza di Dio. Ma non perché loro siano davvero convinti che non esista nessun Dio, ma perché se esistesse dovrebbero obbedirgli, quindi è per loro più comodo credere che non esista.
Graham, invece, una volta conosciuta la verità, indossa nuovamente l'abito religioso che aveva abbandonato dopo il tragico incidente della moglie e riparte nella sua vita di pastore e credente. Questo non vuol dire che non ci saranno più le difficoltà. Anzi, probabilmente saranno maggiori. Sarebbe stato più facile rimanere nel primo gruppo credendo che tutto sia frutto del caso e di conseguenza non doversi adeguare ad una volontà superiore. Ma ormai Graham non teme più le avversità perché ora fa parte del secondo gruppo. Ora sa che qualunque cosa succeda, Dio sarà con lui.

Nota di BastaBugie: per leggere le schede dei migliori film, visita il sito FilmGarantiti.it


https://www.youtube.com/embed/nDai7g80r_o

Fonte: Redazione di BastaBugie, 17 gennaio 2023

4 - L'INIZIO DELLA FINE DI BIDEN
Il Partito democratico vuole sbarazzarsi di un presidente che ormai non solo non serve più alla causa, ma che minaccia di volersi nuovamente candidare alle presidenziali del 2024
Autore: Valerio Pece - Fonte: Sito del Timone, 14 gennaio 2023

Se i motivi per i quali il presidente Biden dovrà rispondere alla legge americana sono ormai noti (al termine della sua vicepresidenza non ha consegnato alcuni documenti riservati, che da allora, in uno stillicidio senza fine, continuano ad essere ritrovati nei posti più impensati), diventa ora interessante sapere se ci sia qualcuno che ha cospirato affinché tutto ciò avvenisse. Tucker Carlson, giornalista di punta dell'emittente Fox News, è convinto che ad architettare tutto sia stato proprio il Partito democratico, desideroso di sbarazzarsi di un presidente che ormai non solo non serve più alla causa ma che minaccia di volersi nuovamente candidare alle presidenziali del 2024.
Giovedì sera, rivolgendosi a milioni di americani dal suo seguitissimo Tucker Carlson Tonight, in dodici corrosivi minuti l'anchorman ha snocciolato una tesi che sta facendo discutere molti. Ricordando in premessa l'improvviso siluramento del potente Andrew Cuomo, ex governatore di New York, altro uomo che «al partito democratico non serviva più», il primo elemento analizzato dal giornalista riguarda l'entourage del presidente Usa, che evidentemente non ha pensato nemmeno un attimo a disfarsi di documenti così ingombranti, tali da mettere il presidente Usa nelle condizioni di doversi difendere da reati penali.
Così Carlson: «Gli stessi aiutanti di Joe Biden continuano a trovare pile di crimini che ha lasciato nel suo ufficio, nella sua macchina, e invece di gettare queste prove nel caminetto, come farebbero in circostanze normali, stanno inviando questi documenti al Dipartimento di Giustizia. Non è un buon segno». Per il giornalista tutto si sarebbe però dovuto svolgere in modo da salvaguardare le elezioni di medio termine di novembre («anche se Biden non è più gradito, è pur sempre un democratico»).

GLI SCANDALI? RIGOROSAMENTE A ELEZIONI CONCLUSE
Ecco allora spiegato il perché, se già il giorno 4 novembre 2022 (quattro giorni prima delle elezioni) il Dipartimento di Giustizia sapeva che Joe Biden aveva commesso quelli che per il codice penale non sono nulla di meno che crimini, nessuno ha informato i cittadini americani, molti dei quali avrebbero probabilmente votato diversamente. Nelle recenti elezioni di medio termine i democratici hanno infatti ottenuto risultati migliori del previsto, perdendo appena nove seggi alla Camera dei rappresentanti e guadagnando un seggio al Senato. Tucker Carlson, guardando dritto nella telecamera, lo ha ricordato agli americani nel suo stile icastico e tagliente: «Il 4 novembre mancavano quattro giorni alle cruciali elezioni di medio termine, quindi, naturalmente, il DOJ [Dipartimento di Giustizia, ndr] non ha rilasciato un comunicato stampa al riguardo. Non hanno inviato l'FBI a fare irruzione nella casa di Biden [...] e a rovistare nel cassetto della biancheria intima della dottoressa Jill. Ci mancherebbe. Biden può essere un pessimo presidente, ma è pur sempre un democratico. Non è arancione».
L'anchorman ha poi aggiunto: «Quindi Merrick Garland, che [...] farà tutto ciò che il Partito Democratico gli richiede, ha tenuto segrete le notizie abbastanza a lungo da tenere gli altri Democratici fuori dalla zona dell'esplosione. Perché ferire tutti gli altri? Stanno solo cercando di ferire un ragazzo, è Joe Biden».

DOCUMENTI SEGRETI ANCHE NEL CASSETTO DELLE MUTANDE?
Si tratterebbe quindi di un'"esplosione" guidata, o, se si vuole, di una demolizione controllata, partita in sordina con i ritrovamenti di carte top secret in un ufficio privato del Presidente (il Penn Biden Center di Washington DC), e arrivata fino ai fatti di questi giorni, riguardanti nuovi documenti segreti ritrovati nel garage di casa Biden, a Wilmington, nel Delaware. Carte classificate come "riservate", accatastate dietro la sua Corvette verde scura, oggetto ormai di decine di meme satiriche. Tutto ciò senza contare che per un osservatore appena attento è difficile non notare il doppio standard che ha visto l'Fbi fare irruzione, in pieno agosto, nella residenza dell'ex presidente Donald Trump a Mar-a-Lago, in Florida, allo scopo di sequestrare documenti riservati (la notizia aveva portato Biden a definire Trump un «assoluto irresponsabile»).
La differenza di trattamento, di fronte a un caso pressoché identico, ha fatto sobbalzare molti, repubblicani in primis («Mentre Biden mandava i suoi scagnozzi del Dipartimento di Giustizia a fare irruzione nella casa del presidente Trump, aveva documenti altamente riservati nel suo garage. In scatoloni accanto alla sua Corvette!! Oltraggioso!», queste le parole del repubblicano Ronny Jackson, membro della Camera dei Rappresentanti).
C'è poi il tema delle parole in libertà e delle vere e proprie gaffe che il Presidente USA continua a inanellare da mesi. Dopo aver visto Biden dare la mano a persone inesistenti; balbettare paurosamente; sbagliare a leggere "il gobbo"; insultare i giornalisti pensando di avere il microfono spento; cadere dalla bici o dalle scalette dell'Air Force One; non riuscire a infilarsi una giacca, giovedì sera gli americani hanno assistito ad un ennesimo dialogo surreale del loro presidente. «Materiali riservati accanto alla sua Corvette? A cosa stava pensando?», ha chiesto Peter Doocy (altro giornalista di Fox News). «La mia Corvette è in un garage chiuso a chiave, ok? Quindi non è come se fossero stati lasciati per strada». Inutile dire che la risposta di Joe Biden, oltre a gettare nell'imbarazzo e nella preoccupazione gran parte dei cittadini americani, sta facendo il giro del mondo (l'ex sottosegretario al Tesoro Monica Crowley si è chiesta se il prossimo passo sarà sapere che Biden conserva «materiale riservato nel cassetto delle sue mutande»).

I DEMOCRATICI VOGLIO SBARAZZARSI DI BIDEN
Tucker Carlson afferma che se prima delle presidenziali Biden veniva spesso "protetto", tenendolo il più possibile lontano dai discorsi pubblici, oggi sarebbe invece evidente una sua maggior presenza sulle tv. Così il giornalista: «Il suo staff continua a metterlo in pubblico per parlare, cosa che, ovviamente, non può fare. Riesce a malapena a leggere una dichiarazione preparata. Si noti che non l'hanno fatto durante l'ultima campagna presidenziale nel 2020 perché sapevano che non sarebbe stato d'aiuto per prendere la Casa Bianca». Perché il suo entourage oggi lo farebbe esporre di più? L'anchorman ipotizza che i democratici vogliano farlo fuori politicamente per paura di una ricandidatura: «Subito dopo le elezioni di metà mandato di novembre, Joe Biden ha chiarito che non aveva intenzione di farsi da parte e far posto a Kamala Harris o Gavin Newsom o Michelle Obama».
La nomina, da parte del procuratore generale Merrick Garland, di un nuovo Consigliere speciale che guiderà l'inchiesta (si tratta di Robert Hur, un «repubblicano dell'establishment») si prospetta come particolarmente pericolosa per il presidente Biden, non foss'altro perché - come va ripetendo all'unisono la stampa americana - ogni volta che nella recente storia americana questa figura è stata incaricata, le indagini si sono immediatamente allargate ad altre e inaspettate piste. Fu proprio con la nomina di un Consigliere speciale che su Bill Clinton, all'epoca indagato per altro, vennero a galla gli scandali sessuali con la stagista della Casa Bianca Monica Lewinsky. Per Joe Biden, a causa del suo presunto legame con gli ambigui traffici in terra ucraina del figlio Hunter (a sua volta al centro di un'altra indagine penale), c'è il rischio che accada la stessa cosa. Ad auspicare quella che Tucker Carlson è convinto sia «l'inizio della fine di Biden» non sarebbero dunque solo i conservatori.

Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Valerio Pece, nell'articolo seguente pubblicato qualche mese fa dal titolo "Gli scheletri della famiglia Biden" parla dello scandalo che ha coinvolto il figlio di Biden e che è stato oscurato dai grandi media per evitare la sconfitta di Biden alle elezioni 2020 contro Donald Trump. Adesso la verità emerge chiara e forte, ma solo perché non può più determinare il vincitore delle elezioni.
Ecco l'articolo completo pubblicato sul Sito del Timone il 2 aprile 2022:

«Il complottismo è diventato il modo più logico per spiegare come va il mondo». È questa la cantilena su cui si appoggia un certo mainstream, ma è anche lo strumento ideologico con cui lo stesso mainstream si occupa (e si preoccupa) di dosare la qualità di informazione da lasciar arrivare all'opinione pubblica. I guai (e gli imbarazzi) nascono quando si scopre che certe notizie bollate come fake news, semplicemente non lo sono. Il caso delle scottanti e-mail trovate nel laptop di Hunter Biden (abbandonato in un'officina di riparazione nel Delaware nell'aprile 2019) è lì a dimostrarlo. Un pc che può diventare un vaso di Pandora: una tesi complottista, irrisa dai più, che si è rivelata vera, e che oggi tiene sotto scacco il rapporto USA-Russia. Con l'Europa che goffamente rimane a guardare.
Bene, con un fatale ritardo di un anno e mezzo, prima il New York Times e poi il Washington Post (i due più importanti giornali americani di area liberal), hanno ammesso che sì, lo scoop del New York Post dell'ottobre 2020, quotidiano che per primo ha raccontato i traffici opachi del figlio di Biden, è da considerarsi autentico. Bontà loro.
Non solo per tutto questo tempo i "giornaloni" (americani ed europei) hanno eliminato la notizia, ma anche i giganti Facebook e Twitter hanno fatto la stessa cosa. Ad andare a fondo e a prendere sul serio le gravissime e circostanziate ricostruzioni del New York Post sono stati perlopiù giornali e siti di ispirazione cristiana, liberi per natura. Per il sito tradizionalista The Remnant, «Facebook, seppellendo i fatti, ha fatto algoritmicamente il proprio dovere di sinistra, mentre il laptop di Hunter ha opportunamente incontrato l'abisso giornalistico proprio a partire dalle elezioni presidenziali». Il fatto che Twitter, poi, fosse addirittura arrivato a censurare l'account ufficiale del New York Post, colpevole di aver raccontato delle mail di Biden jr., Il Timone lo aveva denunciato già lo scorso settembre.
Che pochi abbiano il coraggio di scrivere nero su bianco chi abbia guadagnato da questi 17 mesi di censura, è cosa che non stupisce. Rimane il fatto che l'opinione pubblica - malgrado tutti i filtri del mondo - sappia ancora fare uno più uno. Chi può davvero pensare che le foto di Hunter Biden, nudo mentre fuma crack con una prostituta, non avrebbero cambiato le sorti delle elezioni americane se, invece di essere nascoste, fossero state mostrate agli elettori? Chi può davvero pensare che gli americani chiamati al voto sarebbero rimasti indifferenti alla notizia che l'allora candidato alla Casa Bianca avesse sfruttato il suo ruolo per favorire affari di famiglia milionari con i dirigenti cinesi della Cefc (una delle 10 più grandi compagnie private della Cina), e che questi avessero pagato la bellezza di 4,8 milioni di dollari a società controllate da Hunter Biden e da suo zio Jim, fratello del Presidente Usa? E che successivamente lo stesso Biden Jr avesse ricevuto un ulteriore milione di dollari per rappresentare e sponsorizzare negli USA Patrick Ho, manager cinese indagato per un caso di corruzione legato a Ciad e Uganda?
Oltre al buon senso, lo hanno mostrato diversi sondaggi demoscopici, ripresi in questi giorni proprio dal New York Times (ormai, evidentemente, è tardi e si può): per il blasonato quotidiano almeno l'8% degli elettori democratici non avrebbe votato Biden se avesse avuto queste notizie per tempo. Gran parte degli analisti politici, poi - in una consequenzialità autoevidente che mostra i danni irreparabili di un'informazione totalmente schierata - si dice convinta che la pragmaticità propria dell'ex Presidente USA Donald Trump («l'unico Presidente a non fare guerre negli ultimi 30 anni», così l'eurodeputato estone Jaak Madison candidandolo al Nobel per la Pace) non avrebbe permesso che nascessero i presupposti per il conflitto in corso. La lezione, a volerla intendere, è semplice: la censura, alla lunga, può costare cara. A tutti.
Proprio in queste ore, poi, assistiamo a una vera escalation sulla vicenda che per mesi è stata tacciata di cospirazionismo. È di giovedì la notizia che il Ministero della Difesa russo ha affermato di possedere una corrispondenza intercorsa tra Hunter Biden, i dipendenti della Defense Threat Reduction Agency americana (Agenzia per la riduzione delle minacce alla difesa) e alti dirigenti del Pentagono. La corrispondenza confermerebbe il ruolo cruciale del figlio del Presidente USA nel fornire finanziamenti per il trattamento degli agenti patogeni in Ucraina, cioè - udite udite - per la creazione di componenti di armi biologiche. Igor Kirillov, capo delle forze russe di protezione dalle radiazioni biologiche, ha affermato: «Il contenuto delle mail mostra che Hunter Biden è stato determinante nel fornire opportunità di finanziamento per il lavoro con i patogeni in Ucraina, assicurando finanziamenti per Black & Veach e Metabiota (società biotecnologica americana, ndr)».
Già nella stessa giornata di giovedì alcuni membri repubblicani hanno inviato un'allarmata lettera alla Casa Bianca e al direttore degli Archivi Nazionali chiedendo «le registrazioni di qualsiasi comunicazione tra Hunter Biden e la Casa Bianca durante i due mandati dell'amministrazione Obama, quando suo padre era vicepresidente». Le richieste di chiarimento, molto chiare, visto lo scenario internazionale hanno il tono dell'improcastinabilità: «Le connessioni di Hunter Biden, in tutta la sfera di influenza russa, sono ora diventate particolarmente rilevanti nella guerra in rapido sviluppo in Ucraina». Nella lettera si legge ancora: «Se il governo russo sta tentando di influenzare la politica americana in Ucraina sfruttando il legame di Hunter Biden con suo padre, il presidente degli Stati Uniti, il popolo americano merita di saperlo».
Se è vero che qualora la Casa Bianca e gli Archivi nazionali non consegnassero i documenti richiesti non è contemplata la possibilità di un ricorso da parte dei repubblicani, è altrettanto vero che se il GOP (come ampiamente ipotizzato) riprendesse il controllo di Camera e Senato nelle elezioni di metà mandato del 2022, questo intenderà trascinare Biden Jr in un'audizione pubblica. «Ci rivolgeremo a Hunter Biden», ha detto Elise Stefanik, terza carica repubblicana alla Camera, «perché dovrebbe preoccupare ogni americano il fatto che il guadagno finanziario della famiglia Biden sia avvenuto a scapito della nostra sicurezza nazionale».
Gli scheletri della famiglia Biden - censurati per 17 lunghi mesi - arrivano dunque fino all'inaudita soglia della costruzione di armi batteriologiche. Proprio in Ucraina, epicentro della guerra. Tralasciando la montagna di interrogativi che la vicenda genera, rimane la netta (e amara) sensazione che non di rado i primi a mentire sono proprio i mezzi di comunicazione, e che il confine tra informazione e propaganda sembra farsi ogni giorno più sottile.

Fonte: Sito del Timone, 14 gennaio 2023

5 - UN DURO COLPO PER LA FIDUCIA NEL GOVERNO, NEI MEDIA E NELLA SCIENZA
I nuovi Twitter Files provano come il grande social network abbia censurato medici e scienziati, ma anche semplici cittadini non allineati alla narrazione del governo (VIDEO: La verità sui twitter files)
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30 dicembre 2022

Se nei tre anni di pandemia vi siete sentiti censurati, avete constatato che una mano invisibile nascondeva i vostri post o rimuoveva del tutto il vostro account perché quel che scrivevate non era allineato al parere delle autorità sanitarie... non siete complottisti. Avete perfettamente ragione. Per quasi tre anni, infatti, Twitter e gli altri grandi social network hanno sistematicamente censurato tutti i pareri sul Covid e sui vaccini che non erano conformi con i dettami delle autorità sanitarie. Ora le prove sono state pubblicate, assieme agli altri "Twitter files" grazie agli archivi aperti dal nuovo proprietario Elon Musk.
Ad occuparsi del caso Twitter-Covid è il giornalista David Zweig che ha pubblicato i risultati della sua inchiesta su The Free Press, il giornale fondato da Bari Weiss (giornalista licenziatasi dal New York Times perché troppo poco "woke" progressista). Zweig ha seguito il tema Covid per tre anni e aveva la netta sensazione, non solo che la stampa fosse diventata un megafono dei governi, ma che anche i social network agissero sulla base di forti pregiudizi governativi contro una parte consistente dei loro utenti. Ora ha avuto la conferma di tutto quel che temeva. Dalle comunicazioni interne allo stato maggiore di Twitter a San Francisco emerge come le amministrazioni Trump e poi Biden abbiano fatto pressione sul social network perché agisse da censore contro la vera e presunta disinformazione sul Covid.
Scagli la prima pietra chi è senza peccato... anche l'amministrazione Trump, vittima di Twitter come si è visto nei precedenti Twitter files, ha fatto pressione sui social network per bloccare la disinformazione. Si era agli inizi del Covid e a Trump interessava soprattutto che non si diffondesse il panico. A Twitter è stato dunque chiesto di frenare la diffusione di notizie sugli accaparramenti: non era disinformazione, erano notizie vere, ma sono state trattate come delle fake news.

LA REPRESSIONE DEL DISSENSO SCIENTIFICO
L'amministrazione Biden, invece, si è concentrata nella repressione del dissenso scientifico e soprattutto delle tesi scettiche sui vaccini (non solo no vax). In uno dei primi incontri dell'amministrazione democratica con i vertici dei social network, il governo ha chiesto di porre maggiore attenzione agli account dei no vax e in particolar modo ha chiesto la testa del giornalista Alex Berenson, già contrario alla politica di lockdown e poi scettico sui vaccini. Insoddisfatto dalla lentezza con cui Twitter stava rispondendo alle sue richieste, il nuovo presidente americano ha lanciato il suo avvertimento, quando affermò che i social media stessero "uccidendo la gente" perché continuavano a permettere ai no vax di scrivere liberamente. Poche ore dopo, Berenson è stato sospeso.
Martin Kulldorff, epidemiologo alla Harvard Medical School è stato giudicato colpevole di aver diffuso informazioni "fuorvianti" perché, rispondendo a un utente, aveva scritto di ritenere anti-scientifica e non necessaria la vaccinazione di tutta la popolazione, inclusi i giovani e i guariti. Per questo tweet, dopo un dibattito interno (in cui l'ultima parola l'ha avuta il rispetto delle direttive della Sanità), Twitter ha deciso di limitare la sua diffusione e visibilità. «Ho trovato numerosi casi di tweet sui vaccini e sulle politiche contro le pandemie etichettati come "fuorvianti" o eliminati del tutto - scrive Zweig - a volte con la sospensione dell'account, semplicemente perché si discostavano dalle indicazioni del CDC (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie) o dalle opinioni dell'establishment».
In un altro caso eclatante, i censori di Twitter sono andati addirittura oltre le indicazioni del CDC. L'utente chiamata KelleyKga, una fact checker sanitaria, ha subìto la marcatura di "informazione fuorviante" in un tweet in cui spiegava, dati del CDC alla mano, come il Covid non fosse la principale causa di morte nei bambini. La scure censoria si è abbattuta anche su Jay Bhattacharya, uno dei firmatari della Great Barrington Declaration, con cui medici e professori chiedevano di porre fine alle politiche di lockdown per concentrarsi sulla protezione dei fragili. Per questo è stato inserito in una lista nera e la diffusione dei suoi post limitata. L'account di "Infectious Disease Ethics Twitter" ha subito la marcatura di "informazione fuorviante" sulla pubblicazione di uno studio scientifico sull'incidenza di malattie cardiache nei vaccinati giovani in Israele.

UN DURO COLPO PER LA FIDUCIA NEL GOVERNO, NEI MEDIA E NELLA SCIENZA
Le comunicazioni interne dimostrano come vi sia stato dibattito per ogni caso di persona da censurare, sospendere o bannare. I dipendenti erano ben consapevoli di violare la libertà di espressione. Ci sono stati casi di utenti bannati e poi riammessi dopo un esame più attento. Ma la censura ha continuato ad essere applicata per tutto il periodo della pandemia, fino al cambio di proprietà di Twitter. Il problema è anche come venisse applicata. Il social network ha usato programmi di intelligenza artificiale per individuare contenuti da segnalare. Per quanto raffinati siano i nuovi "bot", non si può pretendere che comprendano l'importanza di argomenti scientifici, l'ironia, le sfumature di certi post. Sono state impiegate anche aziende all'estero, sotto contratto, con eserciti di revisori spesso impreparati che si muovevano solo sulla base di questionari già tendenziosi di loro (cosa scrive l'utente, cosa pensa l'utente, dove vuole andare a parare). Infine, il tutto diretto da una dirigenza che era chiaramente di parte, al 90% e più filo-democratica, a giudicare dalle donazioni ai partiti.
La vicenda di Twitter è un duro colpo per la fiducia nel governo, nei media e nella scienza. Il governo di un Paese libero ha chiesto di imporre la censura in un momento di emergenza. I media hanno smesso di fare i media e sono diventati portavoce governativi, più ancora che in tempo di guerra (nelle ultime guerre, almeno dal Vietnam in poi, i media sono stati anche liberi di contestare il governo). Infine la scienza che, a questo punto, diventa politica e censura il parere di minoranza. Se è grave sempre, lo è a maggior ragione durante una pandemia di una malattia nuova, proprio quando il dibattito fra scienziati e medici deve essere più aperto che mai. Elon Musk afferma che i nuovi Twitter Files dimostrano come tutte le teorie del complotto sui social media siano vere. Social media al plurale, perché non solo Twitter è stato coinvolto in questo sistema. Ma dimostra anche quanta poca libertà sia rimasta nel nostro mondo libero. Negli Usa almeno se ne discute. In Italia, invece, quanto si deve aspettare?

Nota di BastaBugie: nel seguente video dal titolo "La verità sui twitter files" (durata: 7 minuti) Luca Donadel spiega nel dettaglio cosa sono i Twitter Files che Elon Musk ha fornito ai giornalisti. Questi twitter files svelano retroscena inquietanti sulla censura, propaganda e infiltrazioni nei social media. Tutte cose che sapevamo, ma adesso ci sono le prove.


https://www.youtube.com/watch?v=yjuipegRpd4

DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30 dicembre 2022

6 - LA TRAPPOLA DI MALTHUS CONDUCE ALL'ESTINZIONE IL POPOLO ITALIANO
Si pensa di risolvere il problema importando manodopera dall'estero, ma questa accoglienza si trasforma in sostituzione etnica, qualcosa di diverso che richiama ancora una volta teorie che evocano Malthus
Autore: Clemente Spartaco - Fonte: Provita & Famiglia, 11 gennaio 2023

L'economista e demografo Malthus teorizzò nell'Ottocento il contrasto inevitabile tra le modalità di crescita geometrica della popolazione, che sarebbe raddoppiata ogni 25 anni, e le modalità di crescita aritmetica delle risorse alimentari. Previde quindi che si sarebbe inevitabilmente arrivati ad una divaricazione tale, fra l'una crescita e l'altra, che ad un certo punto le risorse non sarebbero state più sufficienti a soddisfare i bisogni.
È questa la cosiddetta "trappola di Malthus": una soglia di insostenibilità che deriva inevitabilmente dell'aumento esponenziale della popolazione.
La teoria, invocata ripetutamente dai neo-malthusiani per contrastare con il controllo della natalità l'impoverimento ed il perturbamento delle risorse su scala planetaria, ha una sua forza ed un suo fascino. E lo ha esercitato (e lo esercita ancora) anche in Italia.
Fu invocata, ad esempio, negli anni Sessanta, quando la crescita demografica era effettivamente sostenuta e la natalità, specie nel Sud Italia, si manteneva a livelli fra i più alti in Europa. Alimentò nel Sessantotto il dibattito sull'uso e la liceità della pillola anticoncezionale, la cui introduzione nella prassi del controllo delle nascite aprì la via ad ulteriori "conquiste civili", nel cui solco s'inscrive l'aborto, legalizzato con legge dello Stato nel 1978 (la n. 194) e confermato da un referendum popolare nel 1981.
Anche l'aborto ha sullo sfondo le teorie di Malthus nella misura in cui, il diritto affermato "ad una procreazione cosciente e responsabile, insieme con il riconoscimento del valore sociale della maternità", si è istantaneamente trasformato in una pratica di controllo delle nascite. Cosicché nel corso di questi 40 anni sono stati soppressi legalmente almeno sei milioni di esseri umani, contribuendo a un impoverimento senza precedenti del tessuto demografico italiano (ma è chiaro che questo vale tanto più su scala mondiale).

IL CRASH DEMOGRAFICO
Nel frattempo le dinamiche di crescita e la struttura stessa della popolazione italiana sono radicalmente mutate. La natalità si è andata progressivamente contraendo, la nuzialità si è più che dimezzata e la popolazione è andata sempre più invecchiando, talché oggi l'età media in Italia supera la veneranda (si fa per dire) età di 46 anni. Anche il numero medio di figli ha ampiamente distanziato il livello minimo di garanzia di sostituzione generazionale, attestandosi oggi a 1,24 figli per donna.
Di conseguenza a questo crash demografico, che si configura ormai come qualcosa di epocale, si è determinata una nuova trappola, per così dire, inversa, perché ora il problema della progressione geometrica malthusiana si ripropone, ma come regressione della popolazione secondo un trend che appare ormai difficile, se non impossibile, invertire. Il numero dei nati sprofonda infatti verso livelli sempre più infimi, collezionando sempre nuovi record negativi e abbattendo soglie sempre più deprimenti: sotto il mezzo milione appena qualche anno fa; sotto le 400 mila nel 2021. Non è lontano il tempo che saranno sotto le 300 mila.
È un tracollo che si autoalimenta, perché meno nati oggi significa ancora meno nati fra una generazione, quando i bambini di oggi dovrebbero poter generare e così via, generando una regressione che alla fine porta all'estinzione.

È RARO VEDERE UN FIOCCO COLORATO SULLA PORTA
L'anticipazione che sa di presagio nefasto è in realtà già qualcosa di osservabile in alcune realtà del Paese in cui ormai la popolazione giovanile è quasi assente e non nascono bambini da anni, se non da decenni. Non si vede un fiocco colorato sulla porta né ragazzini con i calzoncini corti rincorrere un pallone per strada e le bambole sono riposte con cura nelle credenze a ricordare giochi e tempi andati a vecchi rimasti soli.
La desertificazione umana avanza lungo le montagne salendo il declivio che porta ai paesi arroccati sulla dorsale appenninica, dove i pochi giovani sono andati via a cercare vita e fortuna altrove e i bambini si vedono solo in fotografia. Ma anche in città sono sempre più le culle melanconicamente vuote, mentre adulti stressati dal lavoro tornano a casa con poca o nessuna voglia di mettersi a rincorrere il bambino che gattona per casa o a far fronte alle intemperanze della figlia adolescente perennemente innamorata.
Si pensa di colmare questo deficit importando più o meno legalmente manodopera dall'estero; e ci sono i teorici che lo sbandierano come progresso, apertura solidale che dischiuderebbe la porta all'avvento di una società multietnica e multiculturale. Ma a questo punto l'accoglienza si trasforma nemmeno tanto inopinatamente in sostituzione etnica, qualcosa di diverso che richiama ancora una volta teorie che evocano Malthus.
Queste infatti indistintamente trattano gli esseri umani come numeri e i bambini come bussolotti da sottrarre o addizionare a piacere. Ed è in questo contesto culturale che si inseriscono anche le lamentazioni di chi - ipocritamente - paventa che fra nemmeno 30 anni ci saranno cinque milioni di Italiani in meno, ma nello stesso tempo tacciono sul fatto che all'appello ne mancano più di sei milioni cui è stata negata la possibilità di nascere: ...un'altra volta la trappola di Malthus!

Fonte: Provita & Famiglia, 11 gennaio 2023

7 - CHI ERANO E DOVE SONO FINITI I RE MAGI
Melchiorre rappresentava la razza di Sem, Gaspare la razza di Cam, Baldassarre quella di Jafet (i tre figli di Noè saliti sull'arca con lui e le proprie mogli)
Autore: Roberto De Mattei - Fonte: Radio Roma Libera, 7 gennaio 2023

Nella festa dell'Epifania e nei giorni successivi, la liturgia della Chiesa ci ricorda la presenza dei Re Magi nella Grotta di Betlemme. I Re Magi non erano "Maghi", ma principi che vivevano in Oriente, dove studiavano i moti celesti per comprendere, attraverso i loro movimenti, le divine profezie. Questi re furono docili alla voce della grazia, che mormorava loro: "Orietur stella", si leverà una stella. Per seguire la stella che apparve loro, lasciarono la loro patria, le loro ricchezze, il loro riposo. Dio, che li aveva chiamati da terre diverse, li riunì in uno stesso viaggio come in una stessa fede. Malgrado le difficoltà materiali e morali di un viaggio di cui ignoravano la fine, non persero mai la fiducia nella stella che li guidava. I Magi, dice il padre Faber, seguivano la stella come si segue una vocazione, senza sapere chiaramente di seguire un impulso divino. Giunsero finalmente a Gerusalemme. "Ed ecco la stella, che avevano veduta in Oriente, andar loro innanzi, finché venne a fermarsi sopra il luogo dove era il bambino" (Mt, 2, 9).
Entrarono nella misera Grotta di Betlemme e videro un bambino su una mangiatoia, vegliato da una giovane madre e da un uomo un poco più anziano, ma altrettanto attento e premuroso. Non ebbero un attimo di dubbio. Compresero immediatamente di trovarsi di fronte al Messia promesso, il Re dei Re, il Salvatore dell'umanità. Il carattere distintivo dei Magi fu la fede che li animava. Dopo la fede di san Pietro e di Abramo, secondo il padre Faber, mai vi fu al mondo una fede come quella dei Magi. "La fede è quella che risaltò in essi a ogni istante; è una fede che fu eroica fin dai primordi".

IL PRIMO ATTO DI CULTO SOLENNE E UFFICIALE AL BAMBINO DIVINO
Adorarono l'Uomo-Dio.e si prostrarono davanti alla Madre Divina. Ebbero la grazia di essere i primi, dopo Maria e Giuseppe, ad offrire sulla terra un atto di adorazione esterna al Bambino di Betlemme. Il Corpo Mistico della Chiesa, è rappresentato in questo momento dalla Sacra Famiglia, dai Magi e dai Pastori. È i Magi offrono il primo atto di culto solenne e ufficiale al Bambino Divino, che è il Capo di questo Corpo Mistico. Betlemme, dice dom Guéranger, non è soltanto il luogo della nascita del Redentore, ma è anche la culla della Chiesa. Betlemme, aggiungiamo, è anche l'atto di nascita della Civiltà cristiana, rappresentata da questi Re che rappresentano il potere secolare che si sottomette a Cristo, riconoscendolo come Signore del Cielo e della terra. Il principio della Regalità sociale di Cristo, ha la sua origine nell'adorazione dei Re Magi a Betlemme.
I nomi dei Magi, secondo la tradizione della Chiesa, erano Gaspare, Baldassarre e Melchiorre. Melchiorre rappresentava la razza di Sem, Gaspare la razza di Cam, Baldassarre quella di Jafet. Sono i tre rami della famiglia umana discendente da Noè. Le nazioni, scrive Ernest Hello, sono presentate nella persona dei loro rappresentanti: tutte sono chiamate dalla medesima stella. "La stessa attrazione, in ugual modo celeste e maestosa, le riunisce e le inchina nella stessa adorazione".
I Magi offrirono all'Uomo-Dio l'oro, l'incenso e la mirra, che simboleggiano, secondo i Padri della Chiesa, la regalità, la divinità e l'umanità del Salvatore. A Lui erano dovuti, con l'oro, gli onori di Re; con l'incenso, il culto divino; con la mirra, la fede nella sua umanità. La lunga attesa del Messia si dissolve in quest'istante, che ha in sé tutta la fecondità dei secoli futuri.

IL RITORNO A CASA
Ritornati a casa, i Magi conservarono fedelmente la memoria di Betlemme. Vivevano ancora quando l'apostolo san Tommaso arrivò nei loro paesi. San Tommaso aveva visto Gesù risuscitato, i Magi lo avevano visto bambino nella capanna di Betlemme. Il loro incontro fu certo emozionante. I Magi dedicarono tutto il resto della loro vita alla predicazione del Vangelo. Poi tornarono a Gerusalemme per contemplare i luoghi della Passione, morte e Resurrezione di Gesù Cristo e qui morirono. Sant'Elena fece trasferire le loro spoglie a Costantinopoli, nella basilica di Santa Sofia. In seguito l'imperatore ne fece dono al vescovo Eustorgio che le portò a Milano, dove fece erigere una basilica in loro onore. Quando Federico Barbarossa prese e saccheggiò questa città, i loro resti, nel 1164, furono trasferiti a Colonia, in Germania. Reinoldo, arcivescovo di Colonia, fece fabbricare per loro il reliquiario più prezioso dell'intero mondo cristiano e su di esso fu elevato un reliquiario ancora più grande: il Duomo di Colonia. Con Gerusalemme la "Città Santa", con Roma la "Città Eterna", con Santiago di Compostela in Spagna, Colonia, grazie ai Magi, è divenuta nel corso dei secoli uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti dell'Occidente cristiano. Lo ha ricordato Benedetto XVI nel 2005, quando, visitò la cattedrale di Colonia, e si raccolse in preghiera davanti al reliquiario che raccoglie i resti dei Magi. Benedetto, che parlava spesso dei Re Magi disse: "I Magi provenienti dall'Oriente sono soltanto i primi di una lunga processione di uomini e donne che nella loro vita hanno costantemente cercato con lo sguardo la stella di Dio, che hanno cercato quel Dio che a noi, esseri umani, è vicino e ci indica la strada. È la grande schiera dei santi - noti o sconosciuti - mediante i quali il Signore, lungo la storia, ha aperto davanti a noi il Vangelo e ne ha sfogliato le pagine; questo, Egli sta facendo tuttora." (Discorso del 20 agosto 2005).
Ai quei Re Magi, che venivano da Oriente, affidiamo oggi le sorti dell'Occidente, affidiamo le sorti della Cristianità, affidiamo in particolare le sorti della chiesa di Germania che sembra voler propagare un incendio alla Chiesa intera. E che Maria stella matutina, Maris stella, guidi la nostra strada, come la stella di Betlemme guidò la loro.

Fonte: Radio Roma Libera, 7 gennaio 2023

8 - OMELIA III DOMENICA TEMPO O. - ANNO A (Mt 4,12-23)
Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Il Vangelo della Santa Messa ci suggerisce di riflettere sul tema della vocazione. La vocazione è una manifestazione dell'Amore infinito ed eterno di Dio, è un dono gratuito, che viene direttamente dal Cuore di Dio. La vocazione è essenzialmente una chiamata divina. Dio chiama e l'uomo deve rispondere. Qualora la chiamata di Dio rimanesse senza risposta la vita dell'uomo sarebbe una vita fallita e triste.
A cosa Dio chiama l'uomo? Dio, fin dall'eternità, per amore, ci ha chiamati, innanzitutto, alla vita naturale, a vivere da uomini, e continuamente ci chiama alla vita soprannaturale, a vivere da figli di Dio, da cristiani; ci chiama, cioè, a corrispondere a quel grado di santità che desidera da noi, con il suo aiuto e la nostra fattiva collaborazione.
La condizione per santificare la nostra vita è di viverla nello stato di vita (matrimonio, celibato, professione religiosa, sacerdozio), dove la Volontà di Dio ci chiama. È vero che i battezzati hanno un'origine e un destino comuni, ma è altrettanto vero che ognuno ha la sua missione da compiere.
San Matteo, nel Vangelo della Santa Messa, descrive la chiamata dei primi Discepoli di Gesù. Sono i primi a subire il suo fascino. Si tratta di alcuni pescatori della Galilea, in particolare i due fratelli Simone e Andrea e i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni.
Gesù Cristo, volendo scegliersi dei collaboratori, ha prediletto non i grandi della terra, non gli uomini di scienza e di prestigio, ma poveri ed ignoranti pescatori, semplici e sinceri.
Il Maestro divino invita loro a seguirlo: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini» (Mt 4,19). Egli l'invita non solo con la voce, ma con un'illuminazione interiore, mediante la quale comprendono la necessità di mettersi alla sua sequela, comprendono che è necessario lasciare tutto, famiglia e lavoro, per seguire Gesù.
L'Evangelista mette in evidenza proprio la prontezza e la generosità della loro risposta: «Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono» (ivi, 22).
Gesù, invitando gli Apostoli a seguirlo, affida loro una grande missione: «Vi farò pescatori di uomini» (ivi, 19). Quindi questi primi Discepoli da pescatori di pesci diventano pescatori di anime. Ad essi viene affidato il compito di diffondere la luce del Vangelo fino agli estremi confini della terra.
Ogni battezzato è chiamato a cooperare a questa sublime missione di evangelizzazione, ma non tutti nello stesso modo. Vi è una vocazione nativa, comune, ordinaria, essendo iscritta nella carne e nel sangue dell'uomo, la più adatta alle tendenze della vita umana. Vi è anche una vocazione che si può definire sacra, in quanto esige un intervento speciale di Dio, che conduce sulla strada della consacrazione a Dio, che conduce ad una vita protesa verso le più alte vette della santità. Questa è, appunto, la vocazione al sacerdozio, alla vita religiosa, ecc., la vocazione all'amore più grande. Anche la nostra risposta dovrebbe essere pronta e generosa come quella di questi primi Discepoli.
Anche noi dovremmo abbandonare le reti, ossia tutto quello che è terreno e che ci impedisce di percorrere la via della santità, la quale implica rinuncia, sacrificio, generosità.
I Santi sono coloro che hanno risposto prontamente e generosamente alla chiamata di Gesù. Quale missione, ad esempio, ha affidato il Signore a Padre Pio? Essere vittima per il mondo. Lo lascia chiaramente intendere lui stesso, sin dal 29 novembre 1910, a padre Benedetto da San Marco in Lamis, al quale chiede per iscritto un permesso particolare: «Da parecchio tempo sento in me un bisogno, cioè di offrirmi al Signore vittima per i poveri peccatori e per le anime purganti. Questo desiderio è andato crescendo sempre più nel mio cuore, tanto che ora è divenuto, sarei per dire, una forte passione. L'ho fatta, è vero, più volte questa offerta al Signore, scongiurandolo a voler versare sopra di me i castighi che sono preparati sopra dei peccatori e sulle anime purganti, anche centuplicandoli su di me, purché converta e salvi i peccatori ed ammetta presto in Paradiso le anime del Purgatorio, ma ora vorrei fargliela al Signore questa offerta con la sua obbedienza. A me pare che lo voglia proprio Gesù. Son sicuro che ella non troverà difficoltà alcuna nell'accordarmi questo permesso».
San Pio da Pietrelcina è stato vittima per i peccatori, vittima crocifissa per i peccatori. Egli considerava il dolore come un «dono di Dio». Una volta tossiva da far compassione, tanto che il confratello padre Lino da Prata gli disse: «Padre, passi a me la sua tosse». E lui rispose sorpreso: «E che, i doni si regalano?». Il professor Nicola Bellantuono, al termine di una Confessione, gli chiese invece se le stimmate fossero dolorose e Padre Pio reagì: «Credi che il Signore me le abbia date per bellezza?». Allora il professore si offrì: «Padre, date qualche cosa anche a me». E il Frate, quasi irritato: «I monili del Signore non si regalano!».
Ci aiuti il nostro Santo a cooperare generosamente al dono della vocazione, ad essere fedeli ad essa. Dalla nostra generosità e fedeltà dipende la salvezza di tanti nostri fratelli e sorelle!

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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