BastaBugie n�832 del 02 agosto 2023

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1 LA CANTANTE SINEAD O'CONNOR MUORE A 56 ANNI
Strappò la foto di San Giovanni Paolo II, divenne sacerdotessa di una chiesa scismatica protestante ed infine musulmana, subì abusi dalla madre e difese i diritti lgbt, quattro matrimoni, un figlio morto suicida 17enne
Fonte: Wikipedia
2 GMG, IL VITELLO D'ORO DELL'AMBIENTALISMO (AL POSTO DI DIO)
Alla Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona occupano un posto centrale temi come l'inquinamento e il clima... ma l'ambientalismo ribalta l'ordine del creato e degrada l'uomo
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 LE PIZZERIE DI NEW YORK RISCHIANO DI CHIUDERE PERCHE' LA DITTATURA VERDE DICE CHE INQUINANO
E chi non è d'accordo con la religione green deve essere censurato come è accaduto al fisico John Clauser, Premio Nobel nel 2022, che aveva dichiarato ''non esiste nessuna emergenza climatica'' (VIDEO: Il futuro al verde)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone
4 I BABY-STUPRATORI DI FIRENZE, FIGLI DI FAMIGLIE NORMALI
Una festa trasformata in orgia ai danni di due ragazzine di 12 anni, droga e alcol, tutto filmato e messo sui social, ma è tutto normale... o no?
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 DON CAMILLO, PEPPONE E LA COSTRUZIONE DEI MURI
Il sindaco comunista imputa al parroco di Brescello di costruire muri e non ponti, ma alla fine...
Autore: Lorenzo Bertocchi - Fonte: Il Timone
6 LA GUERRA MULTIMEDIALE DELL'IDEOLOGIA LGBTQ+
Video di YouTube e libri di testo promuovono sessualità, gender e aborto... ma è tutto normale?
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera
7 GLI INTERROGATORI A BERNADETTE, LA FORZA DI UN'ANIMA PURA
La santa rispondeva con semplicità e senza turbarsi davanti a chi l'accusava di mentire e minacciava di perseguitarla (la stessa semplicità con cui visse nel convento di Nevers dove passò il resto della vita)
Autore: Antonio Tarallo - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
8 OMELIA TRASFIGURAZIONE - ANNO A (Mt 17,1-9)
Questi è il Figlio mio, l'amato
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - LA CANTANTE SINEAD O'CONNOR MUORE A 56 ANNI
Strappò la foto di San Giovanni Paolo II, divenne sacerdotessa di una chiesa scismatica protestante ed infine musulmana, subì abusi dalla madre e difese i diritti lgbt, quattro matrimoni, un figlio morto suicida 17enne
Fonte Wikipedia

Nata a Dublino da famiglia numerosa (suo fratello Joseph O'Connor è uno scrittore di successo), Sinéad impara a suonare la chitarra e inizia a comporre canzoni mentre ancora frequenta la scuola. All'età di 14 anni si unisce al gruppo irlandese In Tua Nua col quale esordisce come autrice nel brano Take my hand che diventa un successo nel 1984 e in seguito collabora con il gruppo dei Ton Ton Macoute. Questa collaborazione le vale un contratto con l'etichetta indipendente Ensign Records.
Nel 1985 Sinéad si trasferisce a Londra per lavorare al suo primo album The Lion and the Cobra, da lei stessa scritto e prodotto, che viene pubblicato nel 1987. L'album, un immediato successo di pubblico e critica, ospita anche una giovane Enya che nel brano Never get old recita in gaelico alcuni passi della Bibbia. Sull'onda del successo del disco, Sinéad intraprende un tour attraverso l'Europa e gli Stati Uniti. Il concerto tenuto al Dominion Theatre di Londra nel giugno 1988 viene ripreso dal regista John Maybury e l'anno seguente viene pubblicato col titolo The Value of Ignorance. Il 1989 vede inoltre l'esordio di Sinéad come attrice nel film Hush-a-Bye Baby.
In campo musicale il suo successo maggiore rimane legato al singolo Nothing Compares 2 U del 1990, incluso nell'album I Do Not Want What I Haven't Got. Il brano è una struggente ballata romantica e raggiunge i vertici delle classifiche mondiali. Prince l'aveva composto nel 1985 e affidato al gruppo The Family che l'avevano inclusa nel loro unico disco, rivelatosi un totale insuccesso. Senza l'interpretazione di SInéad O'Connor il brano era perciò destinato a rimanere sconosciuto. L'album ottenne un ragguardevole successo, trainato anche dai singoli successivi The Emperor's New Clothes e Three Babies e vendette 7 milioni di copie in tutto il mondo.
Sulla scia della popolarità, Sinéad prende parte al concerto The Wall - Live in Berlin organizzato da Roger Waters a Berlino il 10 settembre 1990, interpretando il brano Mother insieme a The Band. Tra il 1990 e il 1991 ha una relazione con Anthony Kiedis, cantante del gruppo Red Hot Chili Peppers, che le dedica la canzone I Could Have Lied contenuta nell'album Blood Sugar Sex Magik.
Nel 1992 la cantante pubblica il terzo album Am I Not Your Girl?, composto da una serie di omaggi a celebri standard jazz che abbracciano circa sessant'anni di storia della canzone, più l'inedito Success Has Made a Failure of Our Home del cui testo è autrice.

STRAPPATA IN DIRETTA LA FOTO DI GIOVANNI PAOLO II
Nel 1992, dopo che Sinéad ebbe manifestato l'intenzione di non esibirsi in New Jersey qualora fosse stato eseguito l'inno nazionale degli Stati Uniti d'America, Frank Sinatra dichiarò che l'avrebbe volentieri «presa a calci nel sedere». L'8 ottobre dello stesso anno, cantando il brano War di Bob Marley durante il programma televisivo della NBC Saturday Night Live, Sinéad cambiò alcune frasi dell'ultima strofa, facendo esplicito riferimento alla pedofilia di cui erano stati accusati membri della Chiesa cattolica negli Stati Uniti d'America e al termine dell'esibizione strappò davanti alla telecamera una foto di Papa Giovanni Paolo II dicendo: Fight the real enemy! («Combattete il vero nemico!»). In conseguenza del gesto, pochi giorni dopo - 16 ottobre - quando la cantante salì sul palco del Madison Square Garden in occasione del concerto dedicato ai trent'anni di carriera di Bob Dylan, il pubblico cominciò a fischiarla e insultarla. Sinéad dapprima attese in silenzio che il pubblico si placasse, quindi perse le staffe, fece segno di non avere alcuna intenzione di cantare e incominciò a recitare proprio il testo della canzone di Marley interpretata la settimana prima in televisione. [...]
L'album del 1994 Universal Mother non ottiene particolari consensi, e in realtà anche gli album successivi non arriveranno più a toccare il picco di popolarità dei primi album, anche per via del diradarsi delle apparizioni pubbliche della cantante e alla scarsa promozione dei suoi lavori.
Nei tardi anni novanta la cantante è stata ordinata prete da un movimento "cattolico" indipendente, decidendo di farsi chiamare Madre Bernadette Mary, annunciando nel 2003 di avere intenzione di abbandonare l'industria discografica. Pur continuando a esibirsi dal vivo, nel 2005 dichiara in una intervista concessa a Interview che la sua missione è "salvare Dio dalla religione".
Il 27 dicembre 2011 la cantante divorzia dal marito Barry Herridge, con il quale si era sposata a Las Vegas appena diciotto giorni prima.
Il 5 marzo 2012 pubblica l'album How About I Be Me (And You Be You)?. Il successivo 23 aprile annuncia l'annullamento di tutte le date del suo tour a causa di un disturbo bipolare. [...]

I DIVORZI, LA MALATTIA MENTALE, LA MORTE DEL FIGLIO MINORENNE
Il 16 marzo 2015 Sinéad O'Connor dichiara sulla sua pagina Facebook che non canterà più Nothing Compares 2 U perché non la sente più sua e non riesce a dare emozioni al brano.
Il 29 novembre 2015 dalla stessa pagina dichiara: «Le ultime due notti mi hanno distrutto. Ho preso un'overdose. Non c'è altro modo per ottenere rispetto. Non sono a casa, sono in un hotel da qualche parte in Irlanda, sotto un altro nome. Finalmente vi siete sbarazzati di me.»
La dichiarazione allerta le autorità irlandesi che poi rassicurano il pubblico sulle sue condizioni di salute.
L'8 agosto 2017 pubblica un video di 11 minuti nel quale fra l'altro dichiara: «Sono da sola, tutti mi trattano male e sono malata. Le malattie mentali sono come le droghe. Vivo in un motel Travelodge in New Jersey e sono da sola. E non c'è niente nella mia vita eccetto il mio psichiatra, la persona più dolce al mondo, che mi tiene in vita. Voglio che tutti sappiano cosa significa e perché faccio questo video. Le malattie mentali sono come le droghe, sono uno stigma. All'improvviso, tutte le persone che dovrebbero amarti e prendersi cura di te ti trattano male».
Il 19 ottobre 2018 annuncia pubblicamente di essersi convertita all'Islam adottando il nome di Shuhada' Davitt.
Nel 2021 pubblica la sua autobiografia Rememberings.
Il 7 gennaio 2022 il figlio Shane di soli 17 anni, avuto da una relazione col cantante folk Donal Lunny, viene ritrovato morto. È la stessa cantante a darne annuncio sul suo profilo Twitter. Il ragazzo era scomparso da due giorni, dopo essere scappato da un centro psichiatrico dove era ricoverato per aver manifestato tendenze suicide.
Sinéad O'Connor viene trovata senza vita nel suo appartamento londinese il 26 luglio 2023. La famiglia diffonde la notizia del decesso tramite un comunicato affidato all'Irish Times, senza specificarne le cause. [...]

Nota di BastaBugie: nell'articolo seguente dal titolo "Addio a Sinead O'Connor, tormentata anima dei nostri tempi" si scoprono altri particolari della vita della cantante.
Ecco l'articolo pubblicato su Gay.it il 26 luglio 2023:

Sinead O'Connor ci ha lasciati oggi, 26 Luglio 2026, all'età di 56 anni. [...]
Nel 1990, Sinéad O'Connor conquistò fama mondiale con "Nothing compares to you", trasformandosi da promessa indie britannica in una superstar globale. La canzone, scritta originariamente da Prince per i Family, divenne un inno dei cuori spezzati grazie alla magistrale interpretazione di Sinéad nel suo album "I do not want what I haven't got".
La versione di Sinéad era diversa dall'originale, più orchestrata e carica di sentimento, e il toccante videoclip contribuì al suo successo. Contrariamente al significato originale, incentrato sulla tristezza di un amore fallito (scritto da Prince pensando a Susannah Melvoin, tastierista uscita da una relazione infelice), la versione di Sinéad era un omaggio a sua madre, con cui aveva un rapporto tormentato. [...]
Prince non ne fu soddisfatto e decise di incontrare Sinéad. L'incontro fu spiacevole e finì con un'accesa discussione, culminata con Sinéad che lasciò la scena dopo aver sputato addosso all'autore del brano.
Sinead ha avuto una relazione difficile con i propri genitori e con i membri della sua famiglia. Parlò senza infingimenti di infanzia difficile, di abusi subiti da sua madre. [...] O'Connors ha avuto diverse battaglie legali per ottenere la custodia dei suoi figli, che sono stati coinvolti in dispute familiari pubbliche. [...]
Sinead O'Connor è stata sposata quattro volte e ha avuto relazioni tumultuose con vari partner. I suoi matrimoni e divorzi hanno alimentato la speculazione e le voci sui tabloid.
John Reynolds: Il suo primo matrimonio è stato con John Reynolds, un produttore musicale irlandese, nel 1987. La coppia ha avuto un figlio di nome Jake, nato nel 1987. Il loro matrimonio è terminato nel 1991.
Nicholas Sommerlad: Nel 2001, Sinead si è sposata con Nicholas Sommerlad, uno scrittore britannico. Hanno avuto un figlio di nome Shane, nato nel 2004. Il loro matrimonio è terminato nel 2004.
Steve Cooney: Nel 2010, Sinead si è sposata con Steve Cooney, un musicista irlandese. Il loro matrimonio è durato solo pochi mesi e si sono separati nello stesso anno.
Barry Herridge: Il quarto matrimonio di Sinead è stato con Barry Herridge, un terapista di coppia irlandese, nel dicembre 2011. La coppia si è separata dopo soli 16 giorni, ma si sono riconciliati poco dopo. Tuttavia, la loro relazione è terminata definitivamente nel 2012.
Nel 2019, Sinead O'Connor annunciò la propria conversione all'Islam, rivelando di averlo fatto già nel 2018, ma di aver fino ad allora mantenuto privata la notizia. Dopo aver abbracciato l'Islam, Sinead scelse di cambiare il nome in Shuhada' Davitt. Una decisione, a detta dell'artista, influenzata dalla lettura del Corano, che l'avrebbe indotta a una maggiore comprensione della propria esistenza e a una più convinta connessione spirituale. Sinead affermò di sentirsi finalmente in pace con sé stessa e di voler vivere la propria fede in modo autentico. La sua conversione suscitò reazioni contrastanti. [...]
Nel settembre 2019 la star irlandese [...] si presentò in diretta con la hijab e un abito rainbow, dopo essersi da poco convertita all'Islam. In barba alle convenzioni, Sinead pensava che l'unica strada fosse di far toccare ciò che sembra opposto e sfidare i poteri costituiti. Così, cercò di mettere insieme diritti LGBTQIA+ e Islam.

DOSSIER "PERSONE FAMOSE"
Decedute dal 2020 in poi

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Fonte: Wikipedia

2 - GMG, IL VITELLO D'ORO DELL'AMBIENTALISMO (AL POSTO DI DIO)
Alla Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona occupano un posto centrale temi come l'inquinamento e il clima... ma l'ambientalismo ribalta l'ordine del creato e degrada l'uomo
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 2 agosto 2023

Ieri è iniziata la Giornata mondiale della gioventù (Gmg) a Lisbona. Oggi, 2 agosto, tra le varie iniziative, c'è la prima Rise Up (Alzati), ossia, così come presentata dagli organizzatori, una nuova forma di catechesi, così nuova che non sembra proprio una catechesi. Nella giornata odierna infatti si parlerà di Ecologia integrale: la cura per l'altro e per l'intero creato (le altre due Rise Up - nome che ricorda tanto una bevanda gassata e zuccherina - riguarderanno l'Amicizia Sociale e la Misericordia).
Il sito ufficiale della Gmg presenta la catechesi odierna tramite un video in cui un giovane così ci istruisce: «Riflettiamo sulle risorse del pianeta e su cosa lasciamo alle generazioni future. Prendersi cura della casa comune implica riflettere sulla dimensione umana e sociale. L'ecologia integrale è inseparabile dalla nozione di bene comune. […] Nella Laudato si', papa Francesco ci presenta san Francesco d'Assisi come principale esempio in quanto vive in meravigliosa armonia con Dio, gli altri, la natura e sé stesso. Questa ambizione dobbiamo farla nostra! […] Un'ecologia integrale richiede tempo per ritrovare una serena armonia con il Creato, riflettere sul nostro stile di vita e sui nostri ideali, contemplare il Creatore. Tutto è collegato. L'esistenza umana riposa su tre pilastri fondamentali: la relazione con Dio, con gli altri e con la Terra. […] Prenditi cura della nostra casa comune! Ora!».
Nei mesi precedenti i giovani di tutte le diocesi del mondo erano stati invitati a prepararsi a discutere su questa tematica per mezzo di alcuni incontri. Nel manualetto esplicativo per organizzare questi incontri si spiegava che, in relazione alla tematica ecologica, «questo incontro preparatorio mira a fornire ai giovani un tempo di ascolto reciproco sulle varie dimensioni dell'ecologia integrale». A seguire venivano indicate tali dimensioni: «inquinamento e cambiamenti climatici; la questione dell'acqua; perdita di biodiversità; deterioramento della qualità della vita umana e degradazione sociale; iniquità planetaria».
Fedeli al comando di monsignor Américo Aguiar, responsabile della Gmg di Lisbona, che ha ordinato di non far cenno all'evangelizzazione durante la Gmg, ecco che i giovani parleranno, ascolteranno e discuteranno di riscaldamento globale, scioglimento dei ghiacciai e condizionatori. Alla desertificazione della fede hanno sostituito la desertificazione climatico-ambientale; all'inquinamento delle anime l'inquinamento di fiumi, laghi e mari; all'integrità morale l'ecologia integrale; alla salvezza eterna quella breve legata alla lotta contro il riscaldamento globale; alla conversione a Dio la conversione ambientale; ai sacramenti la raccolta differenziata e le auto elettriche; alla diversità di carismi la biodiversità; all'esame di coscienza l'autoaccusa del riscaldamento globale antropico; alle processioni le marce ambientaliste; ai venerdì di magro i Fridays for Future; al timor Dei l'ecoansia; alla Madonna Greta Thunberg. Al culto a Dio il culto della dea Terra.
La Gioventù del Littorio Ambientalista, di verde vestita, è pronta dunque a farsi convertire, anzi a farsi pervertire. Infatti l'ambientalismo c'entra con il cattolicesimo come Al-Qāʿida c'entra con la pace nel mondo. Il corretto rapporto tra credente e creato s'incardina su questi aspetti. Primo: ogni ente naturale è in sé buono perché trova in Dio la sua causa prima. In esso quindi riluce una qualche perfezione del Creatore, sebbene anche la natura abbia subìto il riverbero negativo del peccato originale («maledetto sia il suolo per causa tua!»: ecco in Genesi 3,17 la spiegazione ultima di inondazioni, tsunami, incendi, terremoti, tifoni e altro ancora). Secondo: la bontà della creazione che in noi si appalesa nella sua bellezza e nella sua intima razionalità provoca o deve provocare un inno di lode a Dio. Questo fece san Francesco. Terzo: il creato può e deve essere usato dall'uomo per l'uomo, ossia per la sua santificazione, e non deve essere abusato non perché la coccinella o il ghiacciaio abbiano dei diritti (non possono averli perché non sono persone), ma perché il valore intrinseco dei beni creati - tra loro armonicamente diseguali - e il rispetto della dignità personale implicano condotte consone a questi due aspetti. Ciò per dire che, se torturo un gatto, non mi comporto in modo adeguato al valore del quadrupede e soprattutto alla dignità mia personale.
L'ambientalismo, anche in salsa cattolica, invece assegna una dignità personale ad animali, vegetali e cose; e così una tematica oggettivamente marginale diventa necessariamente centrale, anche per riempire un vuoto di contenuti palese nella pastorale della Chiesa dato che il proprium dottrinale cattolico è stato pressoché cancellato. Assegnando dunque alle creature non umane un valore che non hanno, l'ambientalismo ribalta l'ordine gerarchico che vede l'uomo superiore per dignità alle altre creature corporee, spingendolo in basso e accusandolo di sfruttare il pianeta. Una dinamica schiettamente satanica, dato che il diavolo può solo creare disordine, ossia invertire specularmente il valore intrinseco dei beni. Il vitello d'oro sta ora pascolando in quel di Lisbona.

Nota di BastaBugie: Riccardo Cascioli nell'articolo seguente dal titolo "A Lisbona una GMG senza Cristo. E lo fanno cardinale" denuncia le gravissime parole di mons. Américo Aguiar, responsabile della GMG di Lisbona e appena nominato cardinale, che non vuole assolutamente convertire i giovani a Cristo.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 13 luglio 2023:

«Non vogliamo convertire i giovani a Cristo o alla Chiesa cattolica. Niente di tutto questo, assolutamente». Queste parole, pronunciate nel corso di un'intervista alla Radio Televisione Portoghese (RTP) lo scorso 6 luglio dal vescovo ausiliare di Lisbona, Américo Aguiar, per spiegare il senso della prossima Giornata Mondiale dei Giovani (GMG) che si svolgerà a Lisbona dall'1 al 6 agosto, hanno fatto molto scalpore e provocato giustamente reazioni attonite e indignate. Si dà il caso infatti che monsignor Aguiar non solo è il responsabile della GMG di Lisbona ma figura tra i 21 nuovi cardinali annunciati il 9 luglio da papa Francesco e che riceveranno la berretta rossa nel Concistoro del prossimo 30 settembre.
Come spesso accade in queste situazioni, davanti alla reazione dell'opinione pubblica cattolica e visto che nel frattempo è stato nominato cardinale, monsignor Aguiar ha cercato di riparare con un'altra intervista - questa volta ad ACI Digital - per precisare meglio, lamentandosi della strumentalizzazione delle sue parole, estrapolate dal contesto: «La GMG - ha detto - è un invito a tutti i giovani del mondo per fare esperienza di Dio», sulla strada tracciata dall'enciclica Fratelli tutti.
Onestamente poteva anche fare a meno di precisare, perché il contesto delle sue parole era chiarissimo, così come il concetto di fondo, e le parole aggiunte, se possibile, hanno anche peggiorato l'effetto.
Dunque, qual è il succo del suo discorso? Che con Fratelli tutti è cambiata la missione della Chiesa: non più annunciare Cristo, ma fare una bella esperienza di tante persone diverse per apprezzare la ricchezza della diversità; e questo sarebbe fare esperienza di Dio. «La GMG è un grido di questa Fraternità universale - aveva detto a RTP -, vuole essere una scuola pedagogica per vedere il gusto e la gioia di conoscere il diverso. Il diverso deve essere inteso come una ricchezza. Cattolici, non cattolici, religiosi, con la fede, senza la fede: la prima cosa è capire che la diversità è una ricchezza».
E ancora, dopo la ferma risoluzione di non voler convertire nessuno: «Vogliamo che sia normale che un giovane musulmano, un ebreo o di un'altra religione non abbia problema a decidere chi sei, e che tutti comprendiamo che la diversità è una ricchezza. Così il mondo sarà oggettivamente migliore».
C'è ben poco da fraintendere: il neo-cardinale portoghese semplicemente non crede che Gesù Cristo sia la risposta vera e definitiva alle domande più profonde di ogni uomo che, in modo particolare, sono vive tra i giovani. Altrimenti vivrebbe casomai la febbre della missione, creerebbe le occasioni per comunicare al mondo di aver trovato la risposta a quelle domande che tutti hanno. Esattamente quello che ha spinto san Giovanni Paolo II a istituire la GMG, un evento che fin dall'origine è stato assolutamente Cristocentrico. Ricordiamo, per capire, le parole che Giovanni Paolo II pronunciò in una memorabile omelia durante la veglia di preghiera alla GMG del Duemila a Roma, davanti a due milioni di giovani: «In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. È Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna».
San Giovanni Paolo II aveva ben chiaro che una società più umana e fraterna può nascere solo dall'incontro con Cristo. Ciò che oggi viene negato dal neo cardinale Aguiar, il quale però trae spunto dalla visione espressa in Fratelli tutti.
Una fraternità senza un padre comune riconosciuto, una GMG senza Cristo (o comunque con un Cristo irrilevante, alla pari con Maometto, Budda, Confucio e chi altro). È l'affermazione dell'inutilità della Chiesa, ridotta a un agente sociale, una copia dell'ONU con qualche spruzzo di spiritualità.
Le parole di Aguiar rendono ancora più vero e concreto il giudizio di Benedetto XVI che attribuiva la crisi della Chiesa alla crisi della fede, soprattutto dei sacerdoti. Semplicemente non si crede più che Cristo sia il Salvatore, al massimo l'ispiratore di buoni sentimenti per sistemare le cose del mondo.
In tutto questo un piccolo segno di speranza sta nel venire a sapere che in Portogallo buona parte del clero e tanti fedeli sono rimasti scandalizzati dalla nomina cardinalizia di monsignor Aguiar, ben conosciuto soprattutto per la sua smania di mettersi in mostra e che ha usato l'occasione della GMG per fare carriera. È noto che in questi anni di preparazione si sia recato spessissimo a Roma per incontrare il Papa, con cui ha fatto anche dei video da mostrare di ritorno in Portogallo. Ha pessimi rapporti con la stragrande maggioranza del clero di Lisbona, di cui è vescovo ausiliare, clero che ora teme possa diventare il nuovo Patriarca di Lisbona, visto che il cardinale Manuel José Macario do Nascimento Clemente proprio domenica 16 luglio compirà i fatidici 75 anni e ha già annunciato che andrà subito in pensione.
Vuol dire comunque che nella Chiesa in Portogallo c'è ancora una base cattolica fedele. Si deve solo pregare che il Signore la mantenga tale malgrado l'inadeguatezza dei suoi pastori.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 2 agosto 2023

3 - LE PIZZERIE DI NEW YORK RISCHIANO DI CHIUDERE PERCHE' LA DITTATURA VERDE DICE CHE INQUINANO
E chi non è d'accordo con la religione green deve essere censurato come è accaduto al fisico John Clauser, Premio Nobel nel 2022, che aveva dichiarato ''non esiste nessuna emergenza climatica'' (VIDEO: Il futuro al verde)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone, 28 giugno 2023

A New York ci sono la bellezza di 1.700 pizzerie, tre le quali si segnalano anche locali storici come Lombardi's. Non sono le 8.200 che si trovano a Napoli, d'accordo, ma sono comunque parecchie. Non a caso ci sono siti che riportano che nella Grande Mela «la pizza è praticamente ovunque». L'Independent scrive addirittura che si tratta della «capitale della pizza degli Stati Uniti». Eppure in futuro potrebbe non essere più così, dal momento che nella grande metropoli americana si è da poco scatenata una nuova crociata contro le pizzerie. Proprio così, una crociata - manco a dirlo - di matrice ambientalista.
Il Dipartimento per la protezione ambientale della Grande Mela si sta infatti muovendo per chiedere alle pizzerie di ridurre le loro emissioni in modo significativo. Una richiesta, benché pesante, subito presentata come obbligata per il bene comune. «Tutti i newyorkesi meritano di respirare aria sana e le stufe a legna e a carbone sono tra i maggiori contributori di inquinanti nocivi nei quartieri con scarsa qualità dell'aria», ha a questo proposito dichiarato Ted Timbers, portavoce del Dipartimento. Di qui il varo di nuove regole che, però, potrebbero costare caro ai gestori dei locali in questione.
Le nuove norme proposte dal Dipartimento per la Protezione Ambientale newyorkese, infatti, imporrebbero ai ristoranti con forni a carbone e a legna di ridurre le emissioni di CO2 fino al 75%. Le pizzerie con sistemi di cottura di questo tipo, costruiti prima del maggio 2016, dovranno perciò acquistare costose tecnologie di controllo delle emissioni - che possono valere anche decine di migliaia di dollari. Certo, non è detta l'ultima parola. Un ristoratore ha difatti dichiarato al New York Post che sono in corso trattative coi funzionari comunali per decidere se includere o esentare le pizzerie con forno a carbone e a legna.
Staremo a vedere. Quello che è certo è che, a meno di ulteriori novità, almeno un centinaio di pizzerie storiche di New York potrebbero essere costrette a chiudere nei prossimi mesi. Il che vorrebbe dire, inevitabilmente, un bel po' di disoccupazione tra camerieri, pizzaioli e naturalmente ristoratori che dovessero finire sulla strada. Per caso al Dipartimento per la protezione ambientale della Grande Mela hanno pensato anche a questo? Viene seriamente da domandarselo, dal momento che l'impressione è che molte politiche green vengano ideate senza pensare alle conseguenze.
Non è un caso che le reazioni a questa decisione non si siano fatte attendere. C'è chi è corso - letteralmente - a tirare pizze al municipio, mentre il New York Post riporta l'indignazione del cliente di una pizzeria che se n'è uscito dicendo: «Sono favorevole a pratiche ambientali sostenibili, ma prima dite ad Al Gore di prendere un jet privato in meno». Nella polemica ha voluto dire la sua anche il patron di Tesla e proprietario di Twitter Elon Musk: «Tutto questo è assolutamente stupido. Non farà alcuna differenza per il cambiamento climatico». Ciò nonostante, c'è da escludere che gli amministratori della Grande Mela possano davvero rivedere la loro linea. Anzi, è probabile che proseguano esattamente su questa strada.
Del resto l'ambientalismo ha da qualche anno smesso d'esser una causa e una tematica, facendosi religione. Di più: è diventato un intoccabile dogma. Per cui non ci sarebbe nulla di strano se davvero a New York volessero portare avanti una crociata contro le pizze più buone: quelle cotte nei forni a legna. Una trovata la cui efficacia la sanno solo i cervelloni del Dipartimento per la protezione ambientale, gente cui, se mai venisse a Napoli, andrebbe proibito - per coerenza - l'ingresso nelle pizzerie. Perché quelle sarebbero pizzerie "inquinanti", giusto?

Nota di BastaBugie: Matteo Milanesi nell'articolo seguente dal titolo "Non crede alla religione green: silenziato il premio Nobel in carica" parla del fisico americano John Clauser che è stato censurato a causa delle sue posizioni contro il green.
Ecco l'articolo completo pubblicato sul sito di Nicola Porro il 25 luglio 2023:

Ci sono quei dogmi che ormai non possono più essere messi in discussione. Dopo la proposta del leader dei Verdi, Angelo Bonelli, di introdurre nel nostro ordinamento un nuovo reato di "negazionismo climatico", ora pure i premi Nobel vengono zittiti solo per non essere in linea con quella che è diventata una vera e propria religione. In fondo, ne parlava chiaro e tondo qualche anno fa il giornalista Giulio Meotti, nella sua opera Il Dio verde (Liberilibri), il quale delineava il tratto ideologico - a volte pure settario - che caratterizzava certi talebani green.
Ebbene, la censura questa volta è capitata al fisico americano John Clauser, insignito del Premio Nobel nel 2022, che avrebbe dovuto tenere una conferenza il 25 luglio per il Fondo Monetario Internazionale. Risultato finale? Rinviata a data da destinarsi. La decisione è stata presa dal direttore dell'IMF, Pablo Moreno, e la giustificazione sta proprio nel fatto che Clauser avrebbe voluto contestare alcuni dogmi in materia di "emergenza climatica".
Critiche che, nel corso di questi ultimi anni, erano già state rivolte dal fisico alla politica climatica di Joe Biden, fino ad arrivare - lo scorso maggio - a definire la propaganda climatica come una "pseudoscienza giornalistica". Un vero e proprio messaggio tranchant, reso ancora più duro in una dichiarazione congiunta di numerosi scienziati, che raccoglie più di 1.500 firme, tra cui quella del premio Nobel, sul fatto che "non esiste alcuna emergenza climatica".
Si badi bene: nessuno nega che sia in atto un cambiamento climatico, ma rimane più che dubbio il fatto che la causa sia innanzitutto un secolo di capitalismo dell'uomo, in grado di estinguere un pianeta da circa 4 miliardi e mezzo di anni di vita. Posto il fatto che la Terra, ciclicamente, è sempre stata soggetta a mutamenti climatici. Un dato che, troppe volte, i talebani green omettono, così come l'ormai conosciuto PCM, il periodo caldo medievale dal IX al XIV secolo, quando la temperatura era mediamente un grado più alta rispetto a quella attuale.
Ma tutte queste tesi, secondo l'ala più radicale del mondo green, dovrebbero essere soppresse nel silenzio, magari con la codificazione di un reato solo per aver cercato di aprire un confronto, una discussione, un dibattito, che esula dalla supina accettazione di formule precotte, quali fossero comandamenti religiosi. Negli Stati Uniti, non siamo ancora arrivati a questo punto, ma in Italia l'idea sta cominciando a prendere piede: ora pure le opinioni possono essere un reato.

VIDEO: IL FUTURO E' (AL) VERDE di Silver Nervuti
Nel seguente video (durata: 5 minuti) Silver Nervuti fa notare che abbiamo cambiato combustibili, veicoli, abitudini, usi e costumi per un futuro più verde, più inclusivo e libero da tabù antiquati... ma non è servito all'ambiente, bensì a chi ha fatto affari d'oro sulle spalle dei cittadini.


https://www.youtube.com/watch?v=i7_zQzg4aqA

Fonte: Sito del Timone, 28 giugno 2023

4 - I BABY-STUPRATORI DI FIRENZE, FIGLI DI FAMIGLIE NORMALI
Una festa trasformata in orgia ai danni di due ragazzine di 12 anni, droga e alcol, tutto filmato e messo sui social, ma è tutto normale... o no?
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14 luglio 2023

La storia è una di quelle che fanno piegare le ginocchia. 17 minorenni, 9 e 8 ragazze tra i 12 e i 16 anni si trovano a festeggiare il Capodanno a casa di uno di loro 14enne. La casa è libera, i genitori non ci sono. I ragazzi si organizzano per portare droga e alcol.
Subito, la festa si trasforma in un'orgia. Le due ragazze più piccole, di 12 anni, hanno un rapporto sessuale con l'ospite, mentre gli altri filmavano; poi le stesse hanno rapporti con altri quattro ragazzi. Tutti i minori si sono impegnati in attività sessuali, filmandosi a vicenda. I video vengono mandati ad altri 15 ragazzi che, a loro volta, li fanno girare moltiplicandoli. La madre di uno di questi «ricettori» scopre due video sul cellulare del figlio e denuncia. Risultato: 24 minorenni accusati di violenza sessuale aggravata (i sei che hanno avuto rapporti con le 12enni) e produzione, detenzione e divulgazione di materiale pedo-pornografico.
Le domande sorgono spontanee: è così facile, per un pubescente, procurarsi droga e alcol? È normale che dei genitori lascino «casa libera» al figlio 14enne per organizzare un veglione con gli amici? Il giornalista del Corriere Fiorentino chiosa: «I minorenni di questa vicenda sono ragazzi normali, figli di persone normali». Questi ragazzini non hanno, insomma, nemmeno l'alibi del disagio, di provenire da ambienti degradati: sono ragazzi normali, figli di persone normali. Eppure un disagio, un malessere, qualche problema psicologico ci deve essere... stiamo parlando di bambini. Come si può parlare di normalità? Tutto ciò non è normale, il buon senso si rifiuta di considerare normale anche una sola riga di questa notizia.
Beh, credo che dovremmo rassegnarci: è davvero normale. Secondo la statistica, la norma è il valore più frequente; da qui il termine normale, cioè quello che fa la maggior parte delle persone. La maggior parte dei ragazzini è cresciuto in famiglie «democratiche», dove i piccoli hanno gli stessi diritti (ma non gli stessi doveri) dei grandi. La maggior parte di loro ha in mano il cellulare - cioè la porta d'accesso di qualsiasi contenuto, anche il più scabroso - fin da bambini; così le mamme sono più tranquille. La maggior parte dei nostri ragazzi è esposto continuamente - persino a scuola - a contenuti sessuali espliciti, a programmi televisivi e a serial televisivi che sono dei veri e propri veicoli di ogni propaganda.
Fin dalla tenera età sono educati all'edonismo e al materialismo. Nessuno di loro ha il minimo rispetto per l'autorità, si sente minimamente responsabile per alcunché; ma ciascuno di essi è perfettamente indottrinato al rispetto dell'ambiente, alle politiche LGBTQ+ e all'Agenda 2030. Tutto questo con il consenso dei genitori, a loro volta educati al progressismo liberal. Cos'altro ci potremmo aspettare?
Aggiungiamo che questo episodio è emerso, è finito sui giornali grazie alla denuncia di una (sola) mamma. Quanti altri episodi simili avvengono e sono avvenuti e nessuno ne sa niente? Moltissimi, fidatevi... Ancora: la faccenda si è risaputa perché una mamma ha denunciato. E le altre 31? Hanno guardato il cellulare che esse stesse hanno regalato al loro bambino? Figuriamoci, la privacy... E poi: oggigiorno lo fanno tutti, no? Sono esperienze importanti, no? In TV dicono che ogni atto sessuale è lecito purché ci sia il consenso reciproco... E non spiegano tutti che anche i bambini hanno «diritto alla sessualità»? Non vorremo mica tornare al patriarcato, vero?
Il punto è questo: non possiamo accettare la modernità e non le sue conseguenze. Non possiamo buttarci dal sesto piano e dire «Scendo al secondo, grazie». Piaccia o non piaccia, questi sono i frutti della nostra società; questi sono i bambini che stiamo educando, anche delegando la loro formazione a televisione, videogiochi, social media. Ogni tanto, diamo un'occhiata a cosa pubblicano i nostri bambini (e, soprattutto bambine) su, ad esempio, Tik Tok; guardiamo le loro serie TV, stiamo accanto a loro mentre giocano ai videogiochi; osserviamo i nostri ragazzi quando sono in giro in gruppo. E l'episodio di Firenze non ci sembrerà così a-normale.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14 luglio 2023

5 - DON CAMILLO, PEPPONE E LA COSTRUZIONE DEI MURI
Il sindaco comunista imputa al parroco di Brescello di costruire muri e non ponti, ma alla fine...
Autore: Lorenzo Bertocchi - Fonte: Il Timone, novembre 2019 (n° 189)

L'impresa per la costruzione del muro di confine della canonica procedeva e Don Camillo supervisionava i lavori perché tutto filasse secondo il progetto regolarmente autorizzato. Supervisionava anche di notte, perché la faccenda aveva fatto scaldare i motori a possibili sabotatori di crinale.
"Io l'avverto" gli aveva ricordato Peppone al bar, "la sua muraglia è considerata un atto reazionario contro la liberta del popolo". Ma Don Camillo, che delle libertà che si prendevano Gianni e la sua gang nel prato della canonica non ne poteva più, aveva sventolato il regolare permesso e dichiarò la sua intenzione a procedere. "Il prato della canonica", rispose, "è di proprietà privata e riguarda la corte della Chiesa, quindi il popolo e la sua libertà può andare ad esercitarla da un'altra parte oppure chiedere permesso passando dalla porta".
La vicenda era arrivata persino sulla stampa. "Il parroco di crinale costruisce muri e non ponti", aveva titolato in prima pagina L'Eco di crinale. E si faceva presente che "chi alza i muri ne resta prigioniero". Don Camillo aveva chiamato a raccolta quelli della Confraternita per dire di tenersi pronti a tutto, ma che il muro si sarebbe fatto. La questione muraria era nata perché il prato della canonica rimaneva in una strada buia e risultava comoda per combinare affari che si addicevano alle pertinenze di un edificio sacro.  Il Gianni e la sua gang si appartavano regolarmente per combinare i loro traffici conditi alla solita gazzarra. Una mattina sul muro in costruzione apparve una scritta lasciata per mano ignota: "più prati, meno preti" e fu la goccia che fece traboccare Don Camillo. Si precipitò dal Cristo dell'altar maggiore: "Signore non c'è più rispetto per un povero prete!" "Don Camillo... non sarà certo un muro a liberare il cuore dell' uomo. Hai visto la fine che hanno fatto i muri della storia?" "Mi perdoni Signore se oso precisare, ma il mio è un muro che non vuole fare della storia, si accontenta della geografia locale"
Peppone intanto stava già tenendo il suo comizio davanti al muro. "Il prato è del popolo il popolo risponde all'arroganza clericale che non si apre alla fratellanza e alla diversità. Non fatevi ingannare da coloro i quali vi parlano di patrie e di regole da rispettare. Noi, il popolo, siamo la libertà! Noi, il popolo, siamo la democrazia! E noi i muri li buttiamo giù!". partì un applauso liberatorio.
Don Camillo uscì dal sagrato e, mani sui fianchi, richiamò l'attenzione della piccola folla. " Cari cittadini, sono sicuro che in nome della fratellanza e della libertà il nostro amico Peppone saprà offrirvi libera ospitalità nel giardino di casa sua, che è ampio e ben servito. Anche lui così saprà mettere il suo mattone per la conquista della libertà". L'applauso fu più debole, ma la gang di Gianni parve gradire. Peppone incassò il colpo. E la sera aprì il suo cancello al libero bivacco dei moderni giovani. Il giorno dopo Peppone si recò in Chiesa. "Don Camillo, lei questa volta ha passato il limite! Quelli mi hanno distrutto il giardino e poi io ho dei nipoti che non possono vedere e sentire certe cose... mi capisce no!?"
"Eh no, caro Peppone non mi parli di limiti. Certe parole non stanno bene in bocca ai profeti di libertà. Però la capisco, perché siamo liberi davvero solo quando ci sono dei muri che ci ricordano che non siamo dei Padreterni. E che per entrare c'è una porta sola, quella di Nostro Signore. Chi non passa da lì è un ladro e un brigante".
E il giorno dopo i muri ripresero ad essere costruiti. " Signore", disse Don Camillo al crocifisso, " forse con i muri un cuore lo abbiamo cambiato. Ma questi sono i muri con le porte, che fanno solo la geografia locale, quelli della storia per fortuna che sono caduti". "Amen", rispose il Crocifisso.

Nota di BastaBugie: questo racconto è tratto dal libro "E continuavano a chiamarlo don Camillo" (Ed. Cantagalli), prima raccolta di brevi storie di fan fiction che riportano in vita i celebri personaggi guareschiani. In maggio è uscita anche la seconda raccolta con altri 35 racconti "Don Camillo e la bocciata finale" (Ed. Il Timone).
Per conoscere lo scrittore delle storie originali di Don Camillo e Peppone, l'indimenticabile Giovannino Guareschi, clicca qui!

Fonte: Il Timone, novembre 2019 (n° 189)

6 - LA GUERRA MULTIMEDIALE DELL'IDEOLOGIA LGBTQ+
Video di YouTube e libri di testo promuovono sessualità, gender e aborto... ma è tutto normale?
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera, 19 giugno 2023

La denuncia è stata ripresa da fonti autorevoli, quali le agenzie canadese LifeSiteNews e spagnola InfoCatólica: oltre a YouTube, l'app YouTube Kids, propostasi come un «ambiente protetto» per i minori, promuoverebbe, in realtà, anche sessualità, gender e aborto. Tali insidie si celerebbero nei contenuti e nei video pubblicati.
A lanciare l'allarme ha provveduto Aldo Buttazzoni, esponente del gruppo americano conservatore PragerU, che ha puntato l'indice, in particolare, contro uno dei canali presenti su YouTube Kids, «Queer Kid Stuff». Perché? Perché qui vengono analizzate tutte le "varianti" della comunità Lgbtq+, oltre al significato di ogni lettera dell'acronimo; in molti episodi i protagonisti sono drag queen e «Queer kids». Non solo. In un video si propone anche la lettura ad alta voce del libro What is an Abortion Anyway [Cos'è l'aborto-NdT] di Carley Manes e Emulsify. La risposta, data al titolo, è sconcertante: «L'aborto - si legge - è il momento in cui si decide di interrompere la crescita della gravidanza». Non spiega ch'è il momento in cui si uccide il bimbo nel grembo della madre... L'antilingua non perde mai occasione per confondere, ingannare e mistificare. Ancora. Si ricorrerebbe all'aborto «quando una gravidanza non è abbastanza sana per continuare a crescere», il che tradotto significa eutanasia pratica insegnata ai più piccoli.
Secondo il libro What is an Abortion Anyway, l'aborto sarebbe «molto sicuro e milioni di persone lo praticano ogni anno in tutto il mondo», occultando la realtà ovvero il numero di morti per aborto, nonché le conseguenze, mediche ma soprattutto psicologiche e morali, post-aborto.
Buttazzoni mette in guardia anche circa un altro video dal titolo «Impara il consenso», destinato a bambini fino ai 12 anni, evidenziando qui la sinistra presenza del termine MAP o «Persone attratte da minori», termine, in genere, utilizzato dagli attivisti Lgbtq+ per "sdoganare" la pedofilia.
«Questi video non sono adatti ai minori e YouTube li sta diffondendo per indottrinare i bambini», ha concluso l'esponente del gruppo PragerU. Si noti come recentemente, in un'intervista rilasciata al prestigioso quotidiano spagnolo Abc, anche la psicologa Carola López Moya, autrice del libro La secta. El activismo trans y cómo nos manipular [La setta. L'attivismo trans e come ci manipola-NdT], abbia lanciato l'allarme, paragonando senza mezzi termini le modalità operative della lobby trans a quelle di una setta: «Indottrinano i giovani - ha dichiarato -, ponendoli contro i loro genitori, accusati di non rispettare la loro vera identità di genere. Cercano di dissociare le persone dalla loro realtà organica». Nel suo volume López Moya definisce il movimento queer come una nuova religione, la cui azione sarebbe inarrestabile sia per la quantità di denaro ormai in gioco, sia per il ricorso a metodi quali la persuasione coercitiva, la propaganda, la censura e le facili promesse rivolte a persone fragili. L'autrice avverte tuttavia come alle chimere verbali corrispondano evidenti effetti - atrofie e mutilazioni - irreversibili.
Ma la propaganda non è solo multimediale. Oltre ai video, in Texas sono finiti sul banco degli imputati anche i libri di testo con contenuti sessualmente espliciti. Il governatore Greg Abbott, repubblicano, ha firmato ben quattro leggi in materia di istruzione, tutte tese a dare più diritti ai genitori ed alle famiglie, a contrastare nelle aule l'indottrinamento ideologico di sinistra, ma soprattutto a proibire «il possesso, l'acquisizione e l'acquisto di materiale bibliotecario dannoso, sessualmente esplicito, volgare o inadeguato dal punto di vista educativo» e difforme da quanto peraltro previsto dal programma scolastico obbligatorio.
Il governatore Abbott è già noto per aver firmato anche il provvedimento, con cui sono stati vietati gli interventi chirurgici mutilanti, nonché i farmaci per minori transgender.
È sul piano educativo, morale e spirituale, che si gioca comunque il grosso di una battaglia ideologica, combattuta sulla pelle dei ragazzi. La posta in gioco è altissima, ma troppi non sembrano ancora rendersene conto.

Fonte: Radio Roma Libera, 19 giugno 2023

7 - GLI INTERROGATORI A BERNADETTE, LA FORZA DI UN'ANIMA PURA
La santa rispondeva con semplicità e senza turbarsi davanti a chi l'accusava di mentire e minacciava di perseguitarla (la stessa semplicità con cui visse nel convento di Nevers dove passò il resto della vita)
Autore: Antonio Tarallo - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11 febbraio 2023

Quando si pensa a Lourdes le immagini si affollano nella mente, soprattutto nel cuore: la grotta di Massabielle, la statua dell'Immacolata Concezione, l'acqua miracolosa, i flambeaux, le migliaia di candele accese che illuminano il luogo sacro, il verde incontaminato dei Pirenei, il fiume Gave e tante, tante altre immagini. Si potrebbe continuare ad libitum. Ma fra queste, più di tutte, ve n'è una: è il volto di una giovane con grandi occhi neri, scuri e profondi; ha un viso tondeggiante e i suoi capelli sono raccolti da uno scialle che reca sulla testa. È il volto di santa Bernadette Soubirous. È questa adolescente di appena 14 anni ad essere, assieme alla Vergine Maria, protagonista di quei fatti che sconvolsero, a partire dall'11 febbraio di 165 anni fa, la piccola cittadina francese di Lourdes: un luogo come tanti, destinato a rimanere anonimo, se Maria non l'avesse scelto per palesarsi con il titolo di Immacolata Concezione.

UNA RAGAZZINA POVERA E IGNORANTE
Dio sceglie i piccoli per parlare, gli umili di cuore. «In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli"» (Matteo 11,25). E così è avvenuto per santa Bernadette, che non sapeva leggere né scrivere. Bernadette doveva aiutare la sua povera famiglia perciò non c'era tempo per lo studio. Andava solo saltuariamente a scuola, nella classe delle bambine povere dell'ospizio di Lourdes, tenuta dalle Suore della Carità di Nevers. Bernadette e la sua famiglia è un capitolo che merita un particolare approfondimento in quanto riesce a fornirci alcune importanti informazioni sulla fede della giovane santa. I suoi genitori - François Soubirous (1807-1871) e Louise Castérot (1825-1866) - erano poveri e indigenti rimasero sempre: è grazie a loro se la piccola Bernadette crebbe in una fede cattolica semplice e pura, al contempo forte, determinata e coraggiosa. Il padre, alla nascita di Bernadette, faceva il mugnaio presso il mulino di Boly, ma gli affari erano tutt'altro che proficui perché François era uomo buono e generoso, sempre più pronto a donare che a ricevere. Ogni giorno un problema assaliva la famiglia Soubirous, ma in questa loro via Crucis è necessario sottolineare un elemento importante: la loro fede nel Signore era incrollabile, riusciva a superare ogni difficoltà. È questo l'humus in cui crebbe Bernadette.
E proprio questa fede incrollabile l'aiuterà durante gli interrogatori a cui sarà sottoposta dalle autorità di Lourdes. Dopo quel famoso 11 febbraio, alla grotta di Massabielle cominciarono ad accorrere i primi "pellegrini": da ciò, gli asseriti problemi di ordine pubblico. I primi interrogatori che dovette affrontare Bernadette furono condotti dal commissario di polizia Jacomet e dal procuratore imperiale Dutour. È interessante leggere il memoriale che il procuratore stenderà del suo incontro con la giovane: «Bernadette non fu né portata, né condotta: si recò volontariamente, dietro semplice invito verbale. Quando apparve, nulla del suo aspetto esprimeva ch'ella dovesse vincere qualche ripugnanza; nessun timore da superare. La sua fisionomia era serena, fiduciosa, senza timidezza, se pur senza audacia. Ciò che le fu detto non parve causarle alcun turbamento; ciò che disse, lo disse con semplicità, nel suo dialetto, senza imbarazzo e senza che fosse necessario costringerla» (cit. in Bernadette Soubirous di François Trochu, Marietti, Torino, 1957). Quest'ultima frase - «senza che fosse necessario costringerla» - ci dice tutto: ci fa comprendere l'animo di questa giovane di fronte alle autorità. Bernadette non ha paura perché sa bene che il Signore e la Vergine Maria sono con lei. A una sua compagna di scuola, dopo gli interrogatori, Bernadette dirà: «Non ero più me stessa e non avevo paura. C'era in me qualche cosa che mi rendeva capace di superare ogni ostacolo».

UNA SANTA CHE HA ANCORA MOLTO DA DIRCI
I resoconti degli interrogatori - qui riproposti come il già citato volume Bernadette Soubirous di François Trochu li raccoglie - riescono ad offrire un'istantanea di quei momenti che segneranno, per sempre, la storia della Chiesa e delle apparizioni mariane. Sono pagine in cui, il più delle volte, troviamo replicato lo stesso schema: da una parte, ci sono le autorità che cercano di mettere in crisi Bernadette; dall'altra, vi è la giovane pastorella che non cade nelle "trappole". Fra i tanti esempi che si potrebbero annoverare, ne citiamo uno: è l'interrogatorio condotto dal commissario Jacomet. A un certo punto, il commissario disse: «No, tu non dici la verità. Se tu non mi dici chi è che ti ha spinta a raccontare questa storia, ti perseguiterò come una bugiarda». Pronta la risposta di Bernadette: «Signore, fate come volete».
A 165 anni dagli straordinari avvenimenti di Lourdes, santa Bernadette ha ancora molto da dirci. Le grandi figure del cristianesimo hanno proprio questa peculiarità: pur approfondite da insigni studiosi e teologi, la loro forza comunicativa sembra davvero non esaurirsi mai. Basterebbe solo pensare alle migliaia e migliaia di pagine scritte sulla giovane pastorella. Da Le apparizioni di Lourdes narrate da Bernadette di Jean-Baptiste Estrade, testimone oculare e tra i primi storici delle apparizioni, del 1898 (prima edizione) e del 1906 (edizione definitiva), fino ad arrivare alle importantissime opere di padre René Laurentin (solo per citarne alcune, Vita di Bernadette del 1979; Lourdes. Cronaca di un mistero del 1998; Bernadette di Lourdes ci parla ancora, uscito postumo nel 2018). E poi vi è il nostrano Bernadette non ci ha ingannati (2013), di Vittorio Messori.
Ma alla lista bisogna almeno aggiungere altri autori, come l'abate Blazy con il suo Santa Bernadetta del 1977 e come il curioso Il canto di Bernadette (del 1941) di Franz Werfel, scrittore austriaco di origine ebraica. Werfel scrisse questo romanzo - in cui «tutti gli avvenimenti notevoli che formano il contenuto del libro sono in realtà accaduti», come precisa lo stesso autore nell'introduzione - per adempiere un voto fatto alla Madonna. Werfel e la moglie, scappati dalla Parigi occupata dai nazisti, avevano trovato rifugio a Lourdes per poi trovare definitivamente la salvezza a Los Angeles, in America. La Madonna aveva ascoltato la sua preghiera.

Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Antonio Tarallo, nell'articolo seguente dal titolo "Vita nascosta di una santa: Bernadette nel convento di Nevers" parla della vita esemplare della santa vissuta nel ritiro del convento.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 15 aprile 2023:

Martedì 3 luglio 1866, Bernadette è davanti alla grotta di Massabielle: lo sguardo fisso a quelle rocce e nel suo cuore vi è tanta malinconia. I sentimenti della giovane Bernadette, alla vigilia della partenza per Nevers, sono tanti e hanno le stesse sfumature dei colori del cielo di Lourdes: sa bene che non rivedrà più quel paesino dei Pirenei, non vedrà più i suoi genitori, ma soprattutto non vedrà più quella grotta, dove le era cambiata, per sempre, l'esistenza. Eppure, sa bene che la strada religiosa è quella segnata dalla Vergine Maria.
Prime luci dell'alba del 4 luglio: la giovane parte alla volta della Casa Madre delle Suore della carità e dell'istruzione cristiana di Nevers. «Signorina Bernadette Soubirous, postulante di Lourdes, di ventitré anni, entrata l'8 luglio 1866. Ammessa gratuitamente. [...] Siamo felici che la Santa Vergine si sia degnata di affidarcela», poche righe sul "Libro delle entrate" del convento di Nevers per registrare questa nuova postulante. «Finalmente lontano da tutti, sono venuta qui per nascondermi», affermerà lei qualche giorno dopo.
Le sorelle della congregazione non erano del tutto sconosciute alla giovane Bernadette: già dalla fanciullezza erano entrate nella sua vita. Erano state, infatti, loro a istruirla a Lourdes per la Prima Comunione, le avevano insegnato il catechismo e le prime nozioni della lingua francese. E ora si trovava fra loro. Incominciava così per Bernadette un nuovo capitolo della vita che si sarebbe concluso con l'ultima pagina scritta della sua esistenza terrena. Chi avrebbe mai pensato che quella pastorella, quasi analfabeta, un giorno avrebbe visto l'Immacolata e ancora più avanti sarebbe divenuta una religiosa? Eppure il Signore aveva voluto così e lei, nella sua umiltà, aveva accettato tutto.
Ma come era visto dalle sorelle di Nevers questo nuovo arrivo? Tutte conoscevano la sua storia, ciò che aveva vissuto prima di entrare lì, nel convento di Saint Gildard a Nevers: facile immaginare la curiosità di incontrare il suo volto; tutte le sorelle non aspettavano altro che ascoltare la voce di quella giovane che aveva parlato con l'Immacolata. Suor Lucia Cloris, nel deporre la sua testimonianza al processo dell'Ordinario di Nevers, dirà: «Con nostro grande stupore essa non differiva dalle altre postulanti, se non forse nel fatto che si dimostrava più timida». Anche in questo nuovo contesto, Bernadette dovrà nuovamente parlare delle apparizioni di Lourdes. Sarà madre Maria Teresa Vauzou, maestra delle novizie, a chiederle - alla presenza di 400 consorelle - della "Signora". E lei timidamente pronuncerà queste parole: «Bella, di una bellezza incomparabile, tutta vestita di bianco, con una rosa su ogni piede, con le mani giunte».
I giorni passano in fretta e si arriva, così, a domenica 29 luglio, festa di santa Marta, patrona della congregazione. Fra le 45 postulanti ammesse alla vestizione sacra vi è Bernadette, che a quel giorno si era preparata in profondo silenzio, in un raccoglimento interiore che farà dire a suor Emiliana Duboé nel vederla in cappella: «Lo spettacolo di Bernadette in preghiera mi dava un'impressione indefinibile» (Processo dell'Ordinario di Nevers, folio 700). Bernadette, da quel giorno, si chiamerà suor Marie Bernarde, un nome che peraltro rifletteva quello suo originario, per esteso (Marie Bernarde, appunto).
Leggendo le testimonianze riguardo al periodo di noviziato della giovane non si può che rimanere colpiti dalla sua intransigente volontà di essere una buona religiosa, in tutti i suoi aspetti. «La vedo ancora in ginocchio, immobile, con la testa dritta, le mani sul banco, lo sguardo a terra o al tabernacolo. Si vedeva benissimo che la presenza di Dio la penetrava a fondo». Così la descrive suor Marcellina Lanessans, sua consorella. Il centro della sua spiritualità, la Santa Eucaristia, fonte di tutto: «La Santa Eucaristia era il respiro della sua anima», così dirà la sua consorella suor Bernarde Dalias.
Ma questa sua profonda spiritualità non mette in secondo piano un lato della personalità di Bernadette che non sempre risalta così evidente: ci troviamo di fronte sì a una religiosa che vive la sua esistenza completamente immersa nella preghiera e nella contemplazione, ma che vive gioiosamente i momenti di ricreazione con le sue consorelle. Colpisce, ad esempio, un'espressione che userà madre M.T. Bordenave, testimone al processo di canonizzazione: «Si mostra molto allegra durante le ricreazioni».
Durante la permanenza a Nevers la giovane religiosa sarà destinata a diverse mansioni: ora aiuto-sacrestana, ora aiuto-infermiera. Con dolcezza aiuta le consorelle, presta la sua attenzione alle religiose ammalate. Di questo periodo, sono tante le testimonianze del suo amore nell'occupazione dell'infermeria. Fra le tante, quella di suor Aurelia Tournié: «Mi curava con delicatezza infinita; sempre allegra». E ancora, quella della consorella suor Emilia Marcillac: «Spesso ci cantava dei brani in dialetto pirenaico». Tutto ciò per alleviare le sofferenze delle religiose malate.
Un animo gioioso, quello di suor Marie Bernarde, nonostante lei stessa fosse periodicamente alle prese con limiti fisici e malattie. Come, soprattutto, il tumore al ginocchio e la tubercolosi polmonare, che indebolirono fortemente la salute della futura santa ma non il suo animo sempre rivolto a Dio e alla Vergine Maria. Lei, pur cagionevole, vicina alle sue consorelle malate: immagine di un Amore che diviene ogni giorno donazione fino alla fine dei suoi giorni terreni, fino a quel 16 aprile 1879, il giorno della sua nascita al Cielo, quando sul letto di morte pronuncerà le sue ultime parole. E non potevano che essere rivolte alla Vergine: «Santa Maria, Madre di Dio! Pregate per me... povera peccatrice... povera peccatrice».
La povera peccatrice diventerà santa Bernadette Soubirous.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11 febbraio 2023

8 - OMELIA TRASFIGURAZIONE - ANNO A (Mt 17,1-9)
Questi è il Figlio mio, l'amato
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Il Vangelo di questa domenica ci invita a riflettere sull'episodio della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor, un episodio avvenuto - narra l'Evangelista - sei giorni dopo il primo annuncio fatto da Gesù sulla sua prossima Passione. In quella circostanza, Gesù si manifesta chiaramente come il Messia sofferente, come Colui che è venuto al mondo a morire per gli uomini, a morire per la salvezza dell'umanità. Quella rivelazione non rispondeva alle comuni attese degli ebrei di un Messia glorioso, quindi di quelle degli Apostoli. In questi ultimi produsse sgomento e scoraggiamento. Allo scopo di incoraggiarli, il Maestro divino portò sul monte Tabor Pietro, Giacomo e Giovanni e lì si trasfigurò davanti a loro: «Il suo volto brillò come il sole - racconta il Vangelo - e le sue vesti divennero candide come la luce» (Mt 17,2).
Il Signore mostrò ai tre Apostoli lo splendore della sua divinità. Dovette essere un'esperienza così beatificante da indurre Pietro, a nome degli altri, ad esprimere il desiderio di voler rimanere per sempre sul monte a contemplare Dio.
Gesù abbandona la pianura, la città, e sale sul monte Tabor per rimanervi nella solitudine, in preghiera. Il monte nella Sacra Scrittura (come il monte Sinai, il monte Carmelo) è il luogo della presenza straordinaria di Dio.
La salita al monte Tabor ci rivela la necessità della penitenza, il distacco dalle cose materiali per poter pregare: incontrare e conoscere Dio.
Dobbiamo purtroppo rilevare la difficoltà a pregare da parte di tanti uomini. Questo accade soprattutto perché risulta difficile staccare il cuore da tanti interessi materiali, da tante passioni terrene, da tante occupazioni volute da noi. Ed allora diventa difficile anche entrare in chiesa, trovare un po' di tempo per la preghiera.
Pensiamo a quanti perdono la Santa Messa domenicale per gli avvenimenti sportivi (partita di calcio, ad esempio). Per una passione si vendono l'anima al diavolo! Qualsiasi sacrificio per il calcio! Non riescono a staccarsi. Il cuore è attaccato agli interessi materiali.
Ma anche se si trova il tempo per andare alla Messa, molto spesso, purtroppo, si riduce solo ad una presenza fisica, come quella dei banchi e dei muri. Questo per togliersi lo scrupolo di non aver perso la Messa. Ma la mente, il cuore dove stanno, dove vagano?
Ecco il monte Tabor: bisogna staccarsi dal piano, arrampicarsi, fare lo sforzo del distacco per potersi incontrare con Dio e avere i veri frutti della preghiera: l'incontro e la manifestazione di Dio, la conoscenza sempre più profonda di Dio.
Fratelli e sorelle, una volta che siamo riusciti a salire e a rimanere sul monte, una volta che ci mettiamo a pregare, una volta che gustiamo la preghiera, può succedere anche a noi ciò che è accaduto per l'Apostolo Pietro: Signore restiamo sempre qui! È bello stare con te! Non vogliamo più lasciarti!
Padre Pellegrino Funicelli, che fu anche assistente personale di Padre Pio, ha raccontato di averlo a lungo "spiato" di giorno e di notte, un po' dappertutto, sino alla sua morte: «Ebbene, non l'ho mai sorpreso ad oziare: non soltanto pregava sempre, ma quando credeva di essere solo pregava con una concentrazione tale che sembrava in contatto diretto con la Divinità. In pubblico, invece, per non distinguersi, si uniformava allo stile e al ritmo della comunità».
E quanto ritenesse vitale la preghiera anche per i suoi figli spirituali lo documenta una testimonianza della signorina Clementina Belloni: «In una confessione, Padre Pio mi accusò di aver rubato. Sorpresa, negai. Il Padre continuò: "Hai rubato il tempo a nostro Signore". E infatti il giorno precedente avevo mancato al dovere della preghiera». Con padre Giacomo Piccirillo, che indugiava a fotografarlo da diverse angolazioni, sbottò: «Stai con questo "ma strillo" [riferendosi alla macchina fotografica, nda] in mano da più di un'ora e non hai detto neanche un'Ave Maria!».
A conclusione di questa nostra riflessione domandiamoci: che cosa abbiamo fatto in questi ultimi anni per aumentare la nostra preghiera? Possiamo dire, ad esempio, che rispetto a due anni fa stiamo pregando di più o meglio? Abbiamo fatto qualche sforzo, sacrificio proprio per facilitare il movimento del nostro spirito nell'innalzarsi verso Dio (Santa Messa quotidiana, un Rosario in più, ecc.)?
Proponiamoci dunque di pregare di più e meglio, ossia di pregare con sacrificio, pregare rinunciando a tutte le occasioni di distrazione (non riempire la mente unicamente di fatti di cronaca o di notizie sportive o altro che non ci eleva e che ci degrada addirittura, evitare chiacchiere inutili, perdite di tempo, ecc.). Solo così la nostra preghiera sarà più efficace e ci attirerà grazia sovrabbondante dal Signore.

Nota di BastaBugie: per approfondire la festa della Trasfigurazione si può leggere il seguente articolo.

FESTA DELLA TRASFIGURAZIONE (IN RICORDO DELL'EROICA BATTAGLIA DI BELGRADO)
6 agosto 1456: la vittoria militare dell'Occidente che fermò gli Ottomani umiliando la ferocia islamica
di Umberto Maiorca
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4893

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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