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BastaBugie n.529 del 25 ottobre 2017

OMELIE DELLA SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI E DELLA COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI - ANNO A (Mt 5,1-12a; Gv 6,37-40)

Beati i poveri in spirito

da Il settimanale di Padre Pio

OMELIA DELLA SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI (Mt 5,1-12a)
Oggi è la solennità di tutti i Santi. Con questa celebrazione la Chiesa intende ricordare tutti i nostri fratelli e sorelle che ci hanno preceduto nel pellegrinaggio della fede e già godono della visione beatifica in Paradiso.
I Santi sono per noi dei modelli. Guardando a loro, noi comprendiamo come deve essere vissuto il Vangelo, fedelmente, in ogni circostanza della nostra vita. San Francesco di Sales domandava che differenza ci fosse tra il Vangelo e la vita di un Santo. Egli stesso diede poi la risposta, affermando che il Vangelo è come se fosse una sinfonia scritta sul rigo musicale, mentre la vita di un Santo equivale a questa sinfonia eseguita nella vita.
Da questo si comprende come sia importante leggere la vita dei Santi, per comprendere sempre più in profondità tutta la ricchezza del Vangelo. Sant'Ignazio di Loyola iniziò il suo cammino spirituale leggendo quasi per forza un libro che narrava la vita dei Santi. Egli si trovava convalescente a letto e, tanto per ingannare il tempo, si mise a leggere, inizialmente controvoglia, uno dei due unici libri che si trovavano in quella casa, appunto un florilegio sulla vita dei Santi. Inizialmente quella lettura lo lasciava indifferente; ma, quanto più andava avanti, tanto più avvertiva i benèfici influssi di quei racconti. Quelle pagine lasciavano nel suo cuore una profonda pace e il desiderio sempre più forte di imitare degli esempi così belli. Così, un po' alla volta, fece a se stesso questa domanda: «Ma, se ce l'hanno fatta loro, perché non posso farcela anch'io?». Fece sul serio, e in breve tempo bruciò le tappe e giunse ad una grande perfezione.
I Santi non sono soltanto dei modelli da imitare, essi sono anche degli intercessori da invocare. Essi pregano per noi, e Dio vuole far risplendere la sua bontà e misericordia servendosi della preghiera dei suoi Santi per elargire le sue grazie sul mondo intero. Affidiamoci anche noi all'intercessione di qualche Santo di cui abbiamo particolare devozione, e sperimenteremo certamente dei grandi benefici. Per assicurarci ancora di più la loro intercessione, cerchiamo di imitarne gli esempi, mirando decisamente a migliorare la nostra vita. Sarebbe infatti da biasimare il comportamento di chi volesse pregare i Santi senza sforzarsi minimamente di correggere la propria condotta.
Santi non si nasce, ma si diventa. Tutti sono chiamati alla santità, dal momento che Gesù per tutti ha detto: «Siate santi come il Padre vostro che è nei cieli». Non riusciremo mai ad essere santi come il Padre Celeste, e allora, per quale motivo Gesù ci ha detto di essere santi come Lui? Per farci comprendere che ci sarà sempre da migliorare, e che non ci sarà mai un momento nella nostra vita nel quale potremo dire di aver fatto abbastanza.
I Santi sono coloro che hanno vissuto la pagina evangelica di oggi nel modo migliore. Essi sono stati "poveri in spirito", ovvero sono stati staccati dai beni terreni e hanno rivolto il loro cuore unicamente al Signore. Essi "hanno pianto e hanno sofferto" per il Regno dei cieli, ed ora godono eternamente la felicità del Paradiso. Essi sono stati "miti di cuore" sull'esempio di Gesù, e, con la forza della mitezza, hanno trionfato sulla violenza che domina il mondo. Essi hanno avuto "fame e sete della giustizia", ovvero hanno avuto un vivo desiderio di Dio, mettendolo al di sopra di ogni loro aspirazione. Essi sono stati "misericordiosi" e "puri di cuore", "operatori di pace" e "perseguitati per la giustizia". In poche parole, essi hanno vissuto la vita di Gesù.
Un particolare molto bello accomuna la vita dei Santi: la devozione alla Madonna. Tutti loro l'hanno amata e invocata con fiducia. Affidiamoci anche noi alla Vergine Santissima Regina di tutti i Santi, e chiediamole un vivo desiderio di raggiungere anche noi la santità.

OMELIA COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI (Gv 6,37-40)
Oggi, Commemorazione di tutti i fedeli defunti, le letture ci invitano a riflettere sulla nostra sorte eterna.
La prima lettura riporta le parole piene di fede di Giobbe, il quale esclama: «Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, e i miei occhi lo contempleranno non da straniero» (Gb 19,26).
La certezza della vita dopo la dipartita finale, rende la morte cristiana colma di speranza. Il giorno della nostra morte si può paragonare al giorno della nostra vera nascita, quella definitiva, della nascita al Cielo.
Un Santo la paragonava al balzo di un bambino tra le braccia del proprio genitore. L'amore a Dio caccerà via ogni timore. San Francesco poteva quindi andare lieto incontro alla morte e chiamarla "sorella".
Ogni giorno dobbiamo pregare con le parole del Salmo: «Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore ed ammirare il suo santuario» (26,4).
«La speranza non delude» - ci ricorda san Paolo nella seconda lettura - e la nostra speranza si fonda sull'amore di Dio, il quale è morto per noi, per donarci la sua vita. Il suo Sangue ci salva dalla morte eterna.
Infine, il brano del Vangelo ci colma di consolazione, al pensiero che la Volontà del Padre è che «chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna» (Gv 6,40). Inoltre Gesù ci rassicura con le sue parole piene di amore: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò» (Gv 6,37).
Andiamo dunque a Gesù con un cuore umile, contrito e pieno di fiducia; faremo anche noi questo balzo tra le sue braccia e troveremo la salvezza.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelie per il 1° e il 2 novembre 2017)

Pubblicato su BASTABUGIE n.529
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