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BastaBugie n.778 del 20 luglio 2022

LA SENTENZA DELLA CORTE SUPREMA E' SOLO UNA TAPPA, NON LA VITTORIA FINALE CONTRO L'ABORTO

La Corte ha dichiarato che la Costituzione non impone il diritto all'aborto, però nemmeno lo proibisce, perché la Costituzione non basta se non si fonda sul diritto naturale (intanto proseguono impunite la caccia ai giudici e le violenze a chiese e centri prolife)

di Stefano Fontana

Dopo la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha dichiarato incostituzionale il diritto all'aborto, molti si sono mossi per renderlo costituzionale, ossia per inserire nella Carta dei rispettivi Paesi quel diritto. Anche il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione in questo senso. Ciò non rende controproducente la decisione della Corte americana, come è già stato opportunamente chiarito, però impone di fare qualche riflessione di approfondimento sul costituzionalismo applicato all'aborto.
La sentenza americana ha avuto veramente dei meriti storici, questo è fuori discussione. Va però tenuto presente che essa afferma che nel testo costituzionale non c'è alcun riferimento al diritto all'aborto, mentre non dice che l'aborto è costituzionalmente impedito. Tanto è vero che essa rimanda la palla alla legislazione dei singoli Stati. Per questo qualcuno ha parlato di una vittoria della democrazia. Però, a pensarci bene, in teoria tutti i singoli Stati dell'Unione potrebbero legiferare a favore del diritto ad abortire. In questo caso non sarebbe per niente una vittoria della democrazia. Il discorso della Corte Suprema si è attenuto strettamente al testo della Costituzione americana, non ha fatto alcun riferimento a qualcosa" che la preceda, come per esempio il diritto naturale alla vita del concepito. Ha stabilito che la costituzione non impone il diritto all'aborto agli Stati dell'Unione, ma ha anche certificato che la Costituzione nemmeno dice il contrario, ossia che il diritto all'aborto non può essere da loro previsto per legge. La Corte si è attenuta alla Costituzione, facendone quindi il punto di riferimento primo ed ultimo della vita giuridica e politica dell'Unione. Questa è, in fondo, una forma di costituzionalismo: intendere la carta costituzionale come non bisognosa di altro, essa stessa origine del diritto e della legge. Torno a dire che queste considerazioni non eliminano l'importanza del fatto, tuttavia meritano una riflessione per impostare una strategia appropriata per l'immediato futuro.

L'ABORTO NON È UN DIRITTO, MA È ANCHE UNA INACCETTABILE INGIUSTIZIA
La reazione di coloro che, in risposta alla Corte americana, vogliono costituzionalizzare il diritto all'aborto, si muove pure nel campo del costituzionalismo, ma con una impostazione più radicale. La Corte americana non ha decretato che l'aborto è vietato, ma solo che non è obbligatorio per gli Stati prevederlo, questi invece vogliono che le carte costituzionali decretino che è un diritto, e quindi un obbligo da rispettare. Tra le due posizioni c'è quindi una asimmetria, che potrebbe essere colmata solo se si facesse dire alla costituzione, non solo che l'aborto non è un diritto, ma anche che è una inaccettabile ingiustizia. La prossima ondata di tentativi di costituzionalizzare il diritto all'aborto non è contrastabile mantenendo solo la posizione espressa dalla Corte americana. Occorrerà passare alla costituzionalizzazione del divieto di abortire. Ma come si fa se la costituzione nulla dice a questo proposito? Bisognerà allora riferirsi a qualcosa che preceda" la Costituzione, ma questo è proprio quanto la Corte americana non ha fatto. Quella posizione, quindi, se è stata molto importante per rompere una tendenza e riaprire i giochi, non può essere la soluzione definitiva: solo facendo riferimento a una dimensione che possiamo chiamare, per capirci, di diritto naturale, sarà possibile contrastare la prevedibile ondata di pressioni per costituzionalizzare l'obbrobrio dell'aborto. Da un punto di vista culturale, questo mi sembra molto importante, perché noto come un soddisfatto appiattimento sulla decisione della Corte che non tiene conto che la lotta sarà molto dura e siamo non alla fine ma agli inizi. La chiarezza sui criteri per cui lottare è quindi molto importante.

NON È STATO PROCLAMATO CHE IL MALE È MALE
Quando il potere politico si mette sulla strada dell'ingiustizia legale, ossia di considerare giusto per legge quanto è invece ingiusto, non si può fermare a metà strada, non potrà lasciare aperte fessure per poter tornare indietro, dato che in questo caso il Male prende l'assolutezza del Bene. Quando lo Stato considera un diritto ciò che è invece è un torto, dovrà poi assolutizzare quel diritto, imporlo, educare i cittadini a considerarlo tale, insegnarlo ai bambini nelle scuole fin dalla tenera età, impedire che venga messo in discussione, punire come reato di opinione chi lo critica o lo contesta. Questo deve fare il Leviatano, anche nelle cosiddette democrazie liberali.
La sentenza della Corte americana ha messo in discussione questo percorso, ma non ha portato a termine il processo di rovesciamento: non è stato proclamato che il male è male, si è detto solo che la costituzione americana non lo prescrive e non lo impone. Ma i militanti nel fronte avverso continueranno invece a dire che il male è un bene, e che se è un bene lo Stato ha il diritto di prescriverlo e di imporlo. Per non limitarsi a dire che la Costituzione non impone il male, e dire invece che il male è male e che la Costituzione lo deve impedire, bisogna andare a qualcosa che precede" la Costituzione. Questo è il compito che nell'immediato futuro devono assumersi i movimenti pro-life. La Corte americana ha riaperto i giochi, ora bisogna giocare.

Nota di BastaBugie:
Luca Volontè nell'articolo seguente dal titolo "Caccia ai giudici pro vita. I Dem fomentano le violenze" spiega cosa sta succedendo in queste ultime settimane in America.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 12 luglio 2022:

Polemiche, dichiarazioni incendiarie, minacce ai giudici e attentati alle chiese proseguono senza sosta. E dopo la firma di Biden dell'ordine esecutivo pro aborto di venerdì scorso, il presidente degli Stati Uniti prefigura altre terribili decisioni. Intanto, non per caso, le aziende di produzione delle pillole abortive chiedono una maggiore liberalizzazione alla FDA, l'agenzia del farmaco statunitense.
Al silenzio di Biden sulle minacce durante la cena del giudice Brett Kavanaugh in un ristorante di Washington mercoledì scorso, sono seguiti inni e felicitazioni rivolti alla truppa di abortisti da parte di diversi esponenti di spicco del Partito Democratico. I Democratici hanno esultato per le molestie mirate a un giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti. Non solo Alexandria Ocasio-Cortez si è detta compiaciuta della meritata" - a suo dire - intimidazione subita da Kavanaugh, ma anche il segretario ai Trasporti del Governo federale, Pete Buttigieg, ha dichiarato di trovare appropriato che i manifestanti protestassero davanti a un ristorante in cui stava cenando il giudice Kavanaugh, sino ad indurlo alla fuga sicura".
Dunque, è con il pieno sostegno politico del Governo che il gruppo terroristico e abortista ShutDownDC dallo scorso venerdì 8 luglio ha messo una vera e propria taglia sui giudici della Corte Suprema che hanno approvato la sentenza Dobbs, cioè Alito, Barrett, Gorsuch, Kavanaugh, Roberts e Thomas. Si tratta di premi in denaro, pubblicizzati via Twitter, fino a 250 dollari a chiunque lavori nel settore dell'industria dei servizi (ristoranti, bar, cinema, centri commerciali etc.) di Washington che segnali in quale luogo si trovino i giudici, al di fuori della loro abitazione. Ti daremo 50 dollari per un avvistamento confermato e 200 dollari se sono ancora lì [i giudici] 30 minuti dopo il tuo messaggio", recita il tweet, tuttora non rimosso.
Gli Stati Uniti d'America hanno un lunga tradizione, dai tempi del mitico Far West, nel dare ricompense a coloro che catturassero o dessero utili informazioni su delinquenti e assassini, ma farlo nel XXI secolo e per di più nei confronti di giudici della Corte Suprema mostra il volto oscuro e preoccupante della situazione che gli abortisti stanno creando nel Paese. Una preoccupazione manifestata pubblicamente anche dal direttore dell'FBI, Christopher Wray, in un'intervista a Fox News, nella quale ha riconosciuto che sono aumentati gli attacchi e le minacce contro le strutture che sono più a favore della vita", ci sono stati diversi attacchi" a gruppi basati sulla fede e a centri per la gravidanza; la violenza e le distruzioni di proprietà non sono modi appropriati di esprimere il proprio dissenso verso la sentenza della Corte Suprema.
Nell'ultimo fine settimana, nella parrocchia cattolica di St. Jane Frances de Chantal è stato incendiato il tabernacolo della chiesa. Un altro incendio è stato appiccato sabato mattina alla North Bethesda United Methodist Church e diverse lapidi sono state danneggiate nella vicina Wildwood Baptist Church, come riporta il Washington Post.
Il presidente Biden, durante il suo consueto giro in bicicletta domenicale, ha chiesto agli abortisti di continuare le proteste", assicurando il proprio impegno a valutare seriamente l'ipotesi di una dichiarazione di emergenza sanitaria federale, misura che permetterebbe un genocidio di bambini. Tale dichiarazione, introdotta recentemente per fronteggiare la pandemia Covid-19, conferisce al segretario federale della Salute e dei Servizi Umani (HHS) l'autorità di dichiarare un'emergenza sanitaria pubblica quando una malattia o un disturbo grave è diventato, o rischia di diventare, una minaccia significativa per i cittadini. Le decisioni rimangono in vigore per periodi di 90 giorni, a meno che non vengano rinnovate dal segretario o interrotte in modo esplicito prima di raggiungere il limite massimo consentito. Tutto assurdo e impossibile da giustificare con la sceneggiata di sabato pomeriggio, organizzata da un migliaio di abortisti sfegatati, una protesta fuori dalla Casa Bianca per chiedere ulteriori misure pro aborto. Nessun commento di Biden invece in risposta alla dichiarazione del presidente del comitato pro vita dei vescovi USA, William Lori, che ha definito l'ordine esecutivo firmato da Biden venerdì profondamente inquietante e tragico" perché si cerca ogni possibile strada per negare ai bambini non ancora nati il loro più basilare diritto umano e civile, il diritto alla vita… invece di aumentare il sostegno e l'assistenza alle madri e ai bambini".
Nancy Pelosi, cattolica devota", prossima alla conclusione delle vacanze italiane, iniziate ricevendo la Santa Comunione in Vaticano, ha già stabilito l'ennesima votazione di proposte di leggi che mirano a federalizzare l'aborto.
Tre le novità delle ultime ore:
1. L'azienda farmaceutica HRA Pharma ha presentato una domanda alla FDA per vendere una pillola anticoncezionale al banco, anziché dietro prescrizione medica: una storica richiesta per l'accesso ai contraccettivi e l'equità riproduttiva negli Stati Uniti", dicono i tipi di HRA Pharma. L'approvazione della FDA potrebbe arrivare però solo l'anno prossimo, a meno che la pillola abortiva non venga inserita come cura" nella dichiarazione di emergenza sanitaria nazionale";
2. Un medico californiano sta raccogliendo fondi per collocare una clinica abortiva galleggiante nel Golfo del Messico per garantire l‘accesso all'aborto alle donne negli Stati del Sud controllati dal Partito Repubblicano che hanno introdotto restrizioni all'aborto;
3. Il senatore Ted Cruz e diversi altri colleghi Repubblicani hanno chiesto di audire il procuratore generale degli Stati Uniti, Merrick Garland, per capire se stia facendo qualcosa per proteggere giudici, centri pro life e chiese dalle bande armate abortiste del Paese ed eventualmente sfiduciarlo.

DOSSIER "ABOLITO IL DIRITTO ALL'ABORTO"
La Corte Suprema USA annulla la Roe vs Wade

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Titolo originale: Aborto e Corte Suprema Usa: non basta la Costituzione

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 12 luglio 2022

Pubblicato su BASTABUGIE n.778
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