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« Torna agli articoli di Antonella Mariani

Nella sede romana del Forum delle famiglie si continua a contare: nonostante i termini siano più che scaduti, nonostante il milione e 71 mila firme già consegnate al presidente della Repubblica, la petizione non si esaurisce. «Grazie ai ritardatari arriveremo a 1 milione e 200 mila firme», afferma soddisfatto il presidente nazionale Giovanni Giacobbe, che parla di «grande successo», visto anche il messaggio inviato da Giorgio Napolitano al Parlamento, in cui si suggerisce di tenere conto delle richieste delle famiglie italiane. Ora però inizia il bello: si avvicinano le settimane in cui il governo metterà in cantiere il Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef) e la Finanziaria per il 2009. «Abbiamo chiesto un incontro al presidente del Consiglio, ai ministri dell’Economia e del Welfare e al sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi – anticipa il presidente del Forum –. Vogliamo esporre le nostre esigenze. Il primo punto è la riforma fiscale e su questo siamo ottimisti perché dalle dichiarazioni prima e dopo le elezioni sembra che la maggioranza sia intenzionata ad andare anche al di là delle nostre richieste, verso il quoziente familiare». Oltre a una riforma del fisco che riconosca il carico familiare e quindi a parità di reddito consenta di pagare meno tasse a chi ha più figli, il Forum segnalerà al governo la richiesta di una tutela e promozione della famiglia e della vita fin dal concepimento.
Al di là degli incontri 'di conoscenza', comunque, la posta in gioco è più alta: diventare interlocutori 'istituzionali' – al pari di altre parti sociali come sindacati e Confindustria - , nelle consultazioni per preparare il Dpef e la Finanziaria. Con il precedente governo Berlusconi ciò era avvenuto, con il governo Prodi no. «Siamo fiduciosi che il dialogo possa riprendere; con il Family Day del 2007 e con la raccolta firme per la riforma del fisco abbiamo dimostrato che la famiglia non solo esiste, non solo è capace di mobilitarsi ma anche di fare proposte costruttive. E senza perseguire interessi di parte: una buona politica per la famiglia è una buona politica per l’intera società».
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