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« Torna agli articoli di Giovanni

Vicino al villaggio di Gazi-Yurt, presso Nazran, in Inguscezia, è stato trovato il corpo senza vita di Natalja Estemirova, esponente del centro per la difesa dei diritti civili 'Memorial' che ha sede a Mosca. La causa della morte: un colpo di pistola alla testa e uno al petto. In precedenza era giunta la notizia che ieri intorno alle 8,30 locali, poco dopo che era uscita di casa nella capitale cecena Grozny, Estemirova era stata bloccata da alcuni uomini mascherati che l’avevano costretta a salire su un’auto. Era solo riuscita a gridare: «Mi rapiscono». Le autorità insediate dai russi in Cecenia avevano più volte espresso fastidio per la sua attività.
Ieri Natalja Estemirova aveva una serie di appuntamenti: fra l’altro doveva recarsi con alcuni funzionari del ministero dell’Interno nella regione di Stavropol per un’inchiesta giornalistica. Ma non vi è giunta ed il suo cellulare non ha più risposto. I collaboratori di 'Memorial' hanno provveduto a dare l’allarme. Il presidente russo Dmitrij Medvedev ha condannato l’omicidio dicendosi indignato, e chiedendo che sia fatta luce sull’accaduto.
Estemirova aveva più volte dichiarato che dopo l’abolizione del «regime di lotta antiterroristica» in Cecenia la situazione, per quanto riguarda i rapimenti, era notevolmente peggiorata. La donna faceva parte della Commissione di sorveglianza sui luoghi di detenzione e denunciava i casi di tortura nelle carceri cecene. L’ultimo caso di arbitrio poliziesco da lei denunciato sul sito Kavkazskij uzel (Il nodo caucasico) risale al 13 luglio: poliziotti russo-ceceni avevano incendiato la casa della 20enne Madina Junusova, moglie di Sajd Selim Junusov, ucciso in un rastrellamento il 2 luglio. Il corpo della ragazza fu restituito ai parenti il 5 successivo, e i poliziotti ordinarono loro di seppellire la ragazza «senza fare rumore». Forse è stato questo atto di coraggio che ha condannato Natalja Estemirova a morte.
Natalja Estemirova era stata nel 2007 la prima vincitrice del premio 'Anna Politkovskaja', istituito da un fondo internazionale di cui fanno parte l’ex presidente ceco Václav Havel, Zbigniew Brzezinski, i dissidenti russi Sergej Kovaljov, Vladimir Bukovskij ed altri. Il premio le era stato consegnato a Londra. «Anna Politkovskaja – disse – ancora quando era viva non era più solo una giornalista o un difensore dei diritti: era diventata un difensore delle persone». Nel 2005 il Parlamento europeo aveva insignito Estemirova della medaglia 'Robert Schumann' per la sua attività in favore dei diritti civili in Russia. Era nata a Saratov, in Russia, ed era laureata in storia.
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