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L’OSSERVATORE ROMANO RISPONDE A FINI E ALLE SUE CRITICHE ALLA CHIESA
Nuovi inediti di papa Ratti: Mi vergogno come italiano
da Avvenire

Di fronte alle leggi razziali fasciste Pio XI disse di vergognarsi «come italiano» e di essere «veramente amareggiato come Papa»: ieri, in un articolo sull’«Osservatore Romano», il prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, monsignor Sergio Pagano, torna a smentire, con documenti e citazioni inedite, le affermazioni del presidente della Camera, Gianfranco Fini, su un atteggiamento accomodante della Santa Sede verso i provvedimenti presi da Mussolini nel 1938. Pagano riporta frasi pronunciate da papa Ratti anche in udienze con rappresentanti del regime fascista: «Io non come Papa, ma come italiano, mi vergogno (...) Lo dica pure a Mussolini. Il popolo italiano è diventato un branco di pecore stupide (...) Qui sono diventati tutti come tanti Farinacci. Sono veramente amareggiato come Papa e come italiano», disse in un’occasione. E ancora: «Si dimentica che tutto il genere umano è una sola, grande universale razza umana».
Nell’articolo, tuttavia si ammette che «nonostante le forti e reiterate espressioni di riprovazione e di condanna da parte di Pio XI, in cui egli fu sempre pienamente sorretto dai suoi più diretti collaboratori a cominciare dal cardinale segretario di Stato Eugenio Pacelli, vi furono uomini di Chiesa meno coraggiosi e meno 'profeti' del Pontefice».
«Per lo più - si legge sul giornale vaticano - si trattò di ecclesiastici e religiosi mossi dall’intento di attenuare i toni dello scontro, a volte aspro, tra Pio XI e il governo fascista, nell’illusione di poter raggiungere per quella strada una modifica, o un ammorbidimento, delle posizioni disumane del regime». «Altri prelati peraltro, ad esempio nell’Epifania del 1939, si pronunciavano all’unisono contro la discriminazione degli ebrei: basti pensare all’arcivescovo di Bologna, Giovanni Battista Nasalli Rocca, all’arcivescovo di Milano Ildefonso Schuster e al delegato apostolico in Turchia Angelo Giuseppe Roncalli.
Ieri il presidente della Camera Fini è tornato sulla questione ribadendo il suo punto di vista: «Ho pronunciato un discorso scritto, centellinato, meditato. Ci sono state delle polemiche? Io sono convinto di aver detto una cosa che corrisponde al vero».

 
Fonte: Avvenire, 20 dicembre 2008