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Per Marco Pannella ed Emma Bonino parafrasare lo slogan di John F. Kennedy, «siamo tutti berlinesi», sostituendo l'ultima parola, con "Radicali", non è una boutade. È la realtà. Chi non è stato Radicale?
Con spregiudicata disinvoltura, nell'arco di decenni, sono state raccolte le adesioni e le iscrizioni - spesso anche le candidature e gli eletti - tra i personaggi più disparati. Attori e registi, cantautori e scrittori, giornalisti e politici. Anche uomini (e donne) di Chiesa. L'elenco dei simpatizzanti Radicali - attuali ed ex - è sterminato. A stilarlo si rischia di essere incompleti, ma è un rischio che vale la pena correre perché qualche accenno è istruttivo.
Ieri, tra i sacerdoti, era don Gianni Baget Bozzo a dire «Marco Pannella in realtà è una figura interna alla cristianità italiana. Non è un politico. È un profeta. Pannella è un impolitico, non guarda al governo: vuole, attraverso la politica, riformare l'orizzonte spirituale degli uomini». Oggi, don Andrea Gallo sostiene che «Pannella è l'unico profeta laico disarmato che testimonia in difesa dei diritti civili». Gli fa eco don Antonio Mazzi - autore della trovata sull'abolizione dei seminari - che per il leader Radicale fa il presidente dei comitati pro-amnistia. Una suora, Marisa Galli, nel 1979 venne eletta deputata con i voti del Partito Radicale. Ne ha parlato Avvenire, lo scorso 7 aprile. Ora è tornata a essere monaca, nell'abbazia benedettina Mater Eclesiae dell'Isola di San Giulio, nel Lago D'Orta.
Nel mondo dello spettacolo, sono stati tanti i sostenitori Radicali nel corso degli anni. Franco Battiato a Giorgio Albertazzi, per esempio, poi Salvatore Samperi e Tinto Brass sino a Vasco Rossi - che nel 2007, dopo trent'anni di tessera Radicale, dichiarò al TG1: «Marco Pannella è il mio alter ego politico» - e Francesco De Gregori, che nel 1975 dedicò a Pannella Il signor Hood dall'album Rimmel: «Quel personaggio, sostenne De Gregori vent'anni dopo, mi sembrava incarnare bene la figura di Pannella, una sorta di eroe solitario»
Quindi Marco Bellocchio ed Edoardo Bennato, Dario Argento e Pippo Baudo, Liliana Cavani e Licia Colò, e ancora Luciano De Crescenzo, Marco Columbro, Andrea Giordana, Loretta Goggi, Francesco Guccini, Sabina Guzzanti, Alessandro Haber, Nino Manfredi, Michele Mirabella, Alba Parietti, Margaret Mazzantini, Sandro Veronesi, Katia Ricciarelli, Sergio Rubini.
Maurizio Costanzo fu candidato Radicale nel 1976. Poi ci sono Barbara Alberti, Ornella Vanoni, Luca Barbareschi, Gigi Proietti, Milva, Andrea Bocelli e Vittorio Gassman, che nel 1993, nel mio ufficio del Partito Radicale, mi consegnò una sua lettera scritta a mano su un foglio di quaderno che accompagnava la sua iscrizione: «Danilo», mi disse, «non te la prendere per questa minuta, che comunque è leggibile. Ho un rigetto per la macchina, oltre che per il fax, il telefonino e qualsiasi altro gadget». «Mi unisco di cuore all'appello rivolto dal nuovo Partito Radicale Transnazionale al mondo della cultura europea - scriveva Gassman - a tutti gli amici e colleghi artisti, intellettuali, lavoratori in grado di sentire l'urgenza dei tanti problemi da affrontare, a salvaguardia della civiltà e della stessa sopravvivenza della comunità contemporanea. Un impegno politico senza tensione e responsabilità morale è svuotato di senso. Una cultura priva di lungimirante solidarietà umana è - oggi più che mai - una sorpassata astrazione, un lusso colpevole. La cecità o la corruzione delle partitocrazie, impone agli individui di prender partito con un coinvolgimento in prima persona». «Questi - continuava Gassman - sono i concetti basilari del nuovo Partito radicale ed è per questo che esso si candida come efficace soluzione per i disastri del mondo, contro l'inerzia di gran parte delle istituzioni internazionali. Lo slancio utopico può e deve essere corretto in ideale concretezza. Unitevi, amici e colleghi, a questa generosa "compagnia itinerante", che non si accontenta di presentare istanze, ma intende fattivamente e corporeamente "rappresentarle" sulla scena delle pressanti problematiche che assillano la collettività. Lavoriamo insieme per un mondo più vivibile e umano».
Con Gassman, in quel 1993, sarebbero scesi in campo a favore delle iscrizioni per i Radicali Paolo Villaggio, Renato Zero, Ilaria Occhini, Raffaele La Capria, Renato Pozzetto, Renzo Arbore, Ennio Morricone, Corrado Guzzanti, Mario Monicelli, Piero D'Orazio, Alberto Lattuada, Gianni Minoli, Ricky Tognazzi, Sergio Castellito e tantissimi altri, per dire tutti, in uno spot ideato da Oliviero Toscani - anch'egli iscritto - «è mia, è mia».
Ma il feeling dei radicali con i vip è di vecchia data.
Ai suoi albori, presidente del Partito Radicale fu Elio Vittorini. Tra gli anni sessanta e settanta furono Radicali - tra gli altri - Arnoldo Foà, Stefano Rodotà, Lino Jannuzzi, Antonio Cederna, Piero Craveri, Eugenio Scalfari e Ignazio Silone. Per qualche anno anche Oriana Fallaci, Fernanda Pivano e Gianni Vattimo ebbero simpatie per loro.
Di Pannella, nel 1974, scriveva così il Premio Nobel per la Letteratura Eugenio Montale, sul Corriere della Sera: «Dove il potere nega, in forme palesi ma anche con mezzi occulti, la vera libertà, spuntano ogni tanto uomini ispirati come Andrei Sacharov e Marco Pannella che seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa assumere di fronte al suo oppressore. Il rifiuto passivo. Soli e inermi, essi parlano anche per noi...». Mentre, Pier Paolo Pasolini, per il Congresso del Partito Radicale del 1975, preparò un testo che diceva: «Contro tutto questo voi non dovete fare altro (io credo) che continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa a essere continuamente irriconoscibili. Dimenticare subito i grandi successi: e continuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso; a scandalizzare; a bestemmiare».
Nel 1979 fu eletto al Parlamento italiano Leonardo Sciascia, nel 1983 il leader di Autonomia Operaia Toni Negri, poi, nel 1984, Enzo Tortora al Parlamento europeo e, tre anni dopo, al Parlamento italiano Domenico Modugno. Assieme a molti altri, tra cui Ambrogio Viviani, ex generale e capo del controspionaggio dei Servizi Segreti italiani dal 1970 al 1974, e Ilona Staller, in "arte" Cicciolina.
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