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« Torna agli articoli di Giuliano Guzzo
E' importantissimo, ma quasi sconosciuto. Una celebrità per i suoi, ma decisamente poco noto agli altri. Soprattutto è l'ideologo del partito oggi numero uno in Italia. Eppure Gianroberto Casaleggio ondeggia ancora, schivo come sempre, fra il ruolo di stregone e quello di stratega, un po' uomo-ombra e un po' uomo-chiave. Quando scompare, talvolta rilascia dichiarazioni o scrive, come ha fatto per esempio al Corriere della Sera; quando riappare, di solito, se ne sta invece puntualmente in silenzio. Ma chi è e, soprattutto, che cos'ha in mente questo guru della rete militante cui, bel paradosso, Wikipedia dedica meno spazio che a Topo Gigio o al Gabibbo?
Classe 1954, nato nel Canavese, prima di divenire imprenditore ed eminenza grigia della politica il Nostro era perito informatico e grande appassionato del settore. Tanto che fu tra i pionieri della rete tra la fine dei Novanta e l'inizio del Duemila, quando anche da noi, per la prima volta, «cominciavano a circolare le riunioni tra ingegneri e smanettoni che sognavano un futuro da Steve Jobs e invece si ritrovavano a Milano, in qualche teatro con sala-aperitivo, a guardarsi in faccia tra i primi blogger italiani. Casaleggio c'era, ma non si faceva vedere più di tanto, come adesso».
Esperto di rete, dunque, con incarichi fondamentali all'interno del MoVimento 5 Stelle. Basti ricordare che la sua azienda, la Casaleggio Associati s.r.l. - società con sede nel cuore di Milano, i cui clienti sono soliti pagare tariffe stratosferiche – cura direttamente il blog di Grillo nonché «la rete dei Meetup, la comunicazione esterna, le strategie del Movimento 5 Stelle sulla Rete. La società è anche la casa editrice di tutte le pubblicazioni del comico genovese e gestisce buona parte dell'organizzazione dei suoi tour di spettacoli. Lo stesso Grillo riconosce che lo sviluppo e i successi del suo movimento sono dovuti in gran parte alla sinergia con l'azienda di Gianroberto Casaleggio».
Considerazioni, queste, che confermano l'anomalia di un personaggio centrale, anzi insostituibile per M5S, eppure all'apparenza solitario, enigmatico, allergico ad una visibilità lasciata volentieri all'amico Beppe, uno al quale si può rimproverare tutto ma che sul palco e con le battute ci sa fare. Per questo il co-fondatore del MoVimento 5 Stelle merita attenzione: ha plasmato una creatura politica importante, dimostrando di conoscere molto bene gli Italiani. Il punto è che sono loro, i cittadini, a conoscere poco di lui, del suo pensiero, del suo modo di intendere il cambiamento. Un vuoto a cui si può rimediare dando un'occhiata a "Siamo in guerra", preparato a quattro mani con Beppe Grillo, una sorta di manifesto del grillismo.
Il libro, scritto in modo accessibile e di facile lettura, si apre con la premessa secondo cui sarebbe in corso «una guerra totale, che coinvolge ogni aspetto della nostra vita […] i giornali stanno scomparendo, poi verrà il turno delle televisioni, seguite dai libri […] tutta l'informazione confluirà in Rete e chiunque potrà diventare prosumer, ossia al tempo stesso produttore e fruitore dell'informazione». Poche, iniziali parole che però dicono già molto del Casaleggio-Grillo pensiero, in larga parte incentrato su una sorta di liberazione dell'informazione che attualmente sarebbe controllata dal «vecchio mondo» identificato coi partiti, col controllo, col potere.
Questo passaggio è interessante per le sue analogie col pensiero gnostico. Infatti, come il grillismo, da un lato, considera il cittadino prigioniero di un'ignoranza e di un potere corrotto dei quali sbarazzarsi per purificarsi tramite la Rete, così la gnosi, d'altro lato, ritiene ogni uomo detentore di «una scintilla divina, che però ha avuto origine nel mondo superiore, nel quale è tuttora tenuta prigioniera», con l'unica possibilità, l'unica via d'uscita di una liberazione «dai legami materiali». E cos'è la libera conoscenza della Rete invocata da Grillo e i suoi, se non una «verità a portata di click» che favorisce la liberazione «dai legami materiali», rendendo l'uomo-cittadino finalmente libero di apprendere senza più limiti né ostacoli?
Un ulteriore indizio della prossimità di una figura come quella di Casaleggio a gnosi ed esoterismo ci arriva dalle parole di Massimo Introvigne, sociologo ed esperto di religioni, a detta del quale il co-fondatore del M5S sarebbe – culturalmente parlando – un discendente di Alexandre Saint-Yves d'Alveydre (1842 – 1909), esoterista il cui pensiero, fra le altre cose, presenta «una grande critica nei confronti dei politici che sono considerati tutti dei ladri disonesti che fanno male al popolo. E c'è anche la proposta di sostituirli con una forma politica molto semplificata e brutale: solo tre ministeri, uno della politica, uno della democrazia e uno della religione che sulle rovine di tutte le vecchie religioni avrebbe dovuto edificare un nuovo culto della scienza».
Il principale e fidato collaboratore di Beppe Grillo è quindi interprete di un pensiero, strano ma vero, tutt'altro che nuovo. Esoterico e gnostico – oltre che per quanto abbiamo già ricordato poc'anzi – anche per i sistemi di controllo quasi maniacale dei propri associati, meccanismo che sovente si registra proprio nei gruppi religiosi di stampo gnostico, fondati cioè su una verità iniziatica e settaria da non contaminare e, anzi, da servire senza alcuna forma di iniziativa personale che sappia di deviazione e che sarebbe pertanto oggetto di provvedimenti repressivi o di espulsione, cosa effettivamente già accaduta, come sappiamo, per alcuni componenti del MoVimento 5 Stelle ritenuti inadempienti.
Il paradosso è che non solo il primo partito italiano, dunque, non è affatto portatore di un'ideologia nuova, ma non si configura nuovo, a ben vedere, nella sua natura. Infatti, se da un lato si pone come evidente alternativa a tutti gli altri partiti, d'altro lato – com'è stato osservato – «paradossalmente ha dovuto riprodurre, sia pure in modo nuovo, molte delle funzioni che in passato svolgevano i partiti e che oggi sono spesso gestite in modo molto insoddisfacente o abbandonate. A cominciare dalla creazione di una rete di attivisti distribuiti sul territorio, dalla selezione e dal controllo dei candidati eletti nelle istituzioni fino alla raccolta e alla trasmissione delle domande dei cittadini».
Riepilogando: il co-fondatore del M5S, movimento le cui sfumature ideologiche originali – come abbiamo visto – vanno ben oltre quelle di generico "partito di protesta" ed andrebbero quindi approfondite, propone una rielaborazione in chiave informatica della concezione gnostica dell'essere umano applicata, in questo caso, al cittadino, visto come prigioniero della corruzione planetaria e bisognoso di una liberazione che solo la Rete, in quanto forma di conoscenza decontaminata, può assicurare. Non tutti i numerosi elettori di Beppe Grillo – un anno fa uno su tre simpatizzava per lui, oggi quasi uno su tre lo vota – sono naturalmente tenuti a questo approfondimento (neppure a tutti gli elettori degli altri partiti sono familiari i relativi pensatori!), però c'è da scommettere che neppure tutti i militanti del M5S conoscono bene il pensiero del loro stratega. Una bella anomalia anche questa.
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