I PIÙ LETTI DEL MESE
-
Il 1° libro di BastaBugie
CI HANNO PRESO PER IL COVID
Per non dimenticare tre anni di abusi di potere
Anno 2023 pag. 514 € 16
-
Audio registrati
-
La censura di YouTube
YouTube ha censurato in passato circa il 20% dei video che abbiamo pubblicato e oggi ci impedisce di pubblicare video con temi contrari al politicamente corretto (islam, gay, covid, ecc.)
SCEGLI UN ARGOMENTO
- Aborto
- America
- Animalisti e vegetariani
- Attualità
- Cinema
- Comunismo
- Cristianesimo
- Ecologia
- Economia
- Eutanasia
- Evoluzionismo
- Famiglia e matrimonio
- Fecondazione artificiale
- Immigrazione
- Islam
- Libri
- Liturgia e sacramenti
- Morale
- Omelie
- Omosessualità
- Pedofilia
- Pillole
- Politica
- Santi e beati
- Scienza
- Scuola
- Storia
- Televisione
« Torna alla edizione
Mentre abbiamo più di 3000 anni di storia documentatissima su cosa accadde nella zona di Israele e nazioni confinanti, non abbiamo alcuna traccia reale dell'esistenza di un popolo palestinese fino al 1967. Come mai?
La Palestina è un'area geografica, non ha niente a che vedere con una nazionalità. Gli arabi hanno inventato da questa parola un'entità nazionale negli anni '60, definendosi "palestinesi" per scopi politici. Ritengono che gli ebrei siano degli invasori e che l'area geografica definita Palestina appartenga a loro esclusivamente.
La parola "Palestina" non è nemmeno una parola di origine araba. Il termine "Palestina" è stato coniato dai romani attorno al 135 e.v. dal nome della popolazione egea che si era in antichità stabilita nell'area costale di Canaan: i Filistei. Il termine "Palestina" è stato scelto per rimpiazzare il termine ebraico "Giudea" in conseguenza alla vittoria romana sul popolo ebraico sconfitto durante le Rivolte Ebraiche contro Roma.
Nel tempo, la parola latina Philistia si è trasformata in Palaestina, da cui Palestina. E peraltro, sebbene ribattezzarono quelle terre "Palestina", continuarono a chiamare i suoi abitanti come da migliaia di anni si suoleva fare: ebrei. La Palestina divenne il nome ufficiale di quella terra, ma i suoi abitanti continuarono a chiamarsi "ebrei".
LA PALESTINA NON È MAI STATA UNO STATO INDIPENDENTE, MA SOLO UN'AREA GEOGRAFICA
Nei successivi 2000 anni la Palestina non è mai stata né uno Stato indipendente e non si è mai formato un popolo palestinese come gruppo nazionale separato dal popolo arabo, nemmeno nei 1300 anni di dominio musulmano, quando cioè la Palestina era parte dell'Impero Ottomano. In 2000 anni il popolo palestinese non era citato neanche una volta dai musulmani e dagli occidentali.
Dunque assiri, babilonesi, greci, romani, persiani e arabi; mai hanno menzionato, neppure di sfuggita, il "popolo palestinese". I turchi, in 600 anni di occupazione della Palestina, non hanno mai trovato traccia di palestinesi.
Neanche la Lega delle nazioni (progenitrice dell'ONU), gli occidentali e gli arabi del tempo trovarono alcuna traccia del popolo palestinese. Tutti trovarono solo ebrei ed arabi.
La Palestina è stato ed è un termine solamente geografico. Per questo in epoca moderna le parole "Palestina" e "palestinese" sono state usate con riferimento a tutti gli abitanti dell'area geografica compresa tra il Mediterraneo e il fiume Giordano – ebrei palestinesi e arabi palestinesi.
È solo a partire dagli anni '20, con la caduta dell'impero turco, che si è iniziato a parlare di 'Palestina', termine che, per altro rappresenta un'area geografica e non una nazionalità. Non è mai esistito uno Stato palestinese spodestato da Israele, ne consegue che nemmeno il fantomatico popolo palestinese è mai esistito.
LA PALESTINA NON È ALTRO CHE LA SIRIA DEL SUD
A dire per primi che non esistevano come popolo sono stati proprio loro. Nel febbraio 1919, quando il primo congresso dell' Associazione musulmano-cristiana si riunì a Gerusalemme per scegliere i rappresentanti alla conferenza della pace di Parigi, fu adottata una risoluzione in cui si diceva fra l'altro "Noi consideriamo la Palestina come una parte della Siria, da cui non è mai stata separata. Siamo connessi con essa da vincoli geografici, storici linguistici e naturali".
"Nel 1937, un leader locale arabo, Auni Bey Abdul-Hadi, disse alla Commissione Peel, che alla fine suggerì la partizione della Palestina: "Non c'è nessun paese come la Palestina! 'Palestina' è un termine che i sionisti hanno inventato! Non c'è Palestina nella Bibbia. Il nostro paese è stato per secoli parte della Siria." Il rappresentante del comitato arabo superiore alle Nazioni Unite ribadì questo concetto in una dichiarazione all'Assemblea Generale nel maggio 1947, sostenendo che la Palestina è parte della provincia di Siria e gli arabi di Palestina non costituiscono un'entità politica separata. Pochi anni dopo, Ahmed Shuqeiri, che in seguito divenne presidente dell'OLP, dichiarò al Consiglio di Sicurezza nel 1956: "E 'noto che la Palestina non è altro che la Siria del Sud".
Nel 1974 il Presidente siriano Assad, anche se appoggiava l'OLP, dichiarò: 'la Palestina non è solo una parte della nostra patria araba, ma una parte fondamentale della Siria meridionale'.
Lo statuto dell'OLP (quello stesso che chiama alla lotta armata come "solo mezzo di liberazione", che dice che la Palestina del mandato britannico è indivisibile e quindi esclude l'esistenza di Israele ecc.), art I: "La Palestina è la patria del popolo arabo palestinese, parte indivisibile dalla grande patria araba e il popolo palestinese è parte integrante della nazione araba.
Fino agli anni '60, infatti, la maggior parte degli arabi in Palestina si identificava come parte della grande nazione araba o come cittadini della "Siria meridionale". Il termine "palestinese" indicante la nazionalità di un arabo di Palestina è un nome che è stato usato dagli arabi negli anni '60 come parte della tattica iniziata da Arafat per definire gli ebrei degli usurpatori. Secondo questa visione, gli arabi in Israele e nei territori sono rappresentati come popolazione indigena, e questo processo d'invenzione di un popolo è servito ai palestinesi a porsi sullo stesso piano degli ebrei nell'avanzare richieste di avere uno stato indipendente.
LA CREAZIONE DI UNO STATO PALESTINESE È SOLO UN MEZZO
Il 31 marzo 1977 il giornale olandese Trouw pubblicò un'intervista con un membro del comitato direttivo dell'OLP, Zuheir Muhsin. Ecco le sue dichiarazioni: "Il popolo palestinese non esiste. La creazione di uno Stato Palestinese è solo un mezzo per continuare la nostra lotta contro lo Stato d'Israele per l'unità araba. In realtà non c'è differenza fra giordani, palestinesi, siriani e libanesi. Solo per ragioni politiche e strategiche oggi parliamo dell'esistenza di un popolo palestinese, visto che gli interessi arabi richiedono che venga creato un distinto "popolo palestinese" che si opponga al sionismo. Per motivi strategici, la Giordania, che è uno Stato sovrano con confini definiti, non può avanzare pretese su Haifa e Jaffa mentre, come palestinese, posso indubbiamente rivendicare Haifa, Jaffa, Beer- Sheva e Gerusalemme. Comunque, appena riconquisteremo tutta la Palestina, non aspetteremo neppure un minuto ad unire Palestina e Giordania".
I palestinesi non hanno nulla che li distingua da un punto di vista culturale dagli altri arabi. Non possono accampare pretese di alcuna particolarità che li distingua dal resto della nazione araba.
L'identità palestinese è piuttosto confusa. La definizione ufficiale di tale identità comprende solo quelle parti del Mandato sulla Palestina che Israele detiene. Le persone che vivono nella parte della Palestina del Mandato che è stata trasformata nel 1921 in Regno di Giordania non sono rivendicate davvero come palestinesi (e non lo è il loro territorio). Non vi è alcun invito a inserirli in uno Stato palestinese. Le persone che vivevano nelle zone di Israele che furono catturate da Giordania ed Egitto nel 1948 non erano (allora) considerate palestinesi, e non ci fu (allora) nessun appello per trasformare la terra che oggi comprende i cosiddetti "territori occupati" in uno Stato. Ma nel 1967, quando Israele liberò quelle aree - solo allora magicamente gli abitanti si sono trasformati in palestinesi.
IL PROCESSO DI PACE IN MEDIO ORIENTE È UN'ILLUSIONE
Perché è da arditi dire che i palestinesi sono un popolo "inventato"? E perché non ricordare che nel 1948 furono fatti profughi più ebrei di quanti non siano stati fatti di arabi? Le parole sul "popolo inventato" del candidato Repubblicano Newt Gingrich, così come la 'lezione' youtube del vice ministro degli esteri israeliano Danny Ayalon, restituiscono verità dimenticate che è tempo di mettere sulla bilancia.
Il candidato repubblicano Newt Gingrich in un'intervista con Jewish Channel ha dichiarato: "I palestinesi non esistono e il processo di pace in Medio Oriente è un'illusione. Dobbiamo ricordarci che non è mai esistito uno Stato di Palestina perché all'origine la Palestina era parte dell'Impero Ottomano. Credo anche che i palestinesi siano stati inventati perché in effetti erano parte della grande comunità araba". Dal partito democratico statunitense fino a Ramallah la dichiarazione di Gingich ha provocato irruenti proteste. Lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua lo sospetta addirittura "di ignoranza storica e di superficialità politica".
Neanche la replica del suo portavoce, R.C. Hammond, è servita a calmare gli animi: "Gingrich si riferiva al fatto che questo conflitto è frutto di decenni di storia. Noi sosteniamo una pace negoziata fra Israele e palestinesi che includerà necessariamente i confini di uno Stato palestinese, ma per comprendere meglio cosa viene proposto e negoziato dobbiamo conoscere una Storia lunga e complessa, ed è proprio questo che Gingrich tentava di fare nell'intervista televisiva". Quelle di Gingrich, però, sono altro che rozze farneticazioni.
IL CONCETTO DI NAZIONALITÀ ETNICA È DIFFICILMENTE COMPRENSIBILE PER UN ARABO
Il concetto di nazionalità etnica come base dell'identità politica era tipicamente europeo. Un concetto difficile da declinare in arabo. La sua nascita risale alla fine del XVIII e agli inizi del XIX secolo, e si collega alla Rivoluzione francese, alle guerre napoleoniche e al romanticismo. Nel caso della nazione palestinese, a supporto della tesi di Gingrich, arriva la spiegazione del professor Bernard Lewis, uno dei massimi studiosi del Levante e professore emerito di Studi sul Vicino Oriente alla Princeton University. "Dalla fine dello Stato di Israele nell'antichità all'inizio del dominio britannico, l'area ora designata con il nome Palestina non era una nazione e non aveva frontiere, solo confini amministrativi" scrive Lewis in un articolo pubblicato sull'americano Commentary Magazine nel gennaio del 1975.
Fino alla fine degli anni Sessanta, chiamare un arabo "palestinese" corrispondeva a muovergli offesa, perché in questo modo erano etichettati in tutto il mondo gli ebrei. Tutti sapevano che Palestina era un modo alternativo per definire Israele e la Giudea, così come ad esempio Kemet era l'antico nome d'Egitto. Gli arabi che vivevano in Palestina si identificavano come arabi, e provavano irritazione se qualcuno li appellava come "palestinesi": «non siamo ebrei, siamo arabi», erano soliti replicare.
Il fatto che sia inesistente un popolo palestinese naturalmente non significa che non ci siano gli arabi in Giudea, Samaria e Gaza, oltre che nel territorio israeliano, solo che non sono una nazione nel senso europeo, che sono messi insieme dalla volontà di cacciare "gli ebrei" e che aspirano non a un loro stato, ma a fondersi nella "nazione araba". La differenza è grande, in termini di legittimità. Non c'è un piccolo popolo che lotta per la propria indipendenza, ma un gruppo etnico di 300 milioni di abitanti, sparso su un territorio gigantesco, quattro o cinque volte più vasto dell'Europa, che cerca di cacciar via un piccolo popolo di 7 milioni, arroccato su uno spazio poco più vasto della Lombardia.
PALESTINA È UN TERMINE EUROPEO CHE GLI ARABI NON SANNO NEANCHE PRONUNCIARE
Fino almeno alla guerra del '67 la Palestina non esiste, è un termine europeo che gli arabi locali non sanno in genere neanche pronunciare. La loro rivendicazione vera non è la costituzione di uno stato che non si era mai visto nella storia, ma il carattere arabo e quindi siriano del territorio.
Non c'è un popolo palestinese indigeno da compensare, ci sono gli ebrei da cacciare dal territorio dell'Islam. "Palestina è un termine che i sionisti hanno inventato" e che fino all'indipendenza designa le loro istituzioni. Il popolo palestinese non è mai esistito, è un'invenzione politica inventata per contrastare Israele.
L'ideale politico che gli sta dietro non è l'indipendenza di un popolo, ma l'unità dell'Islam – non solo per Hamas, anche per i "moderati" di Fatah. Che questo fatto evidente e dichiarato molte volte dagli stessi leader "palestinesi" oggi sembri strano ai giornali e ai politici occidentali mostra quanto essi siano sottomessi all'egemonia culturale e politica dell'islamismo.
Lo stesso giorno in cui Arafat firmò la "Declaration of Principles" nel giardino della Casa Bianca nel 1993, spiegò la sua azione alla TV giordana: "Visto che non possiamo sconfiggere Israele con la guerra, dobbiamo farlo in diverse tappe. Prenderemo tutti i territori della Palestina che riusciremo a prendere, vi stabiliremo la sovranità, e li useremo come punto di partenza per prendere di più. Quando verrà il tempo, potremo unirci alle altre nazioni arabe per l'attacco finale contro Israele".
Nota di BastaBugie: consigliamo inoltre la lettura dell'articolo seguente
QUELLO CHE NON CI DICONO SULLA GUERRA DI GAZA
Perché a Gaza c'è la guerra? E i morti civili? Come mai le scuole dell'Onu sono usate dai musulmani come depositi di armi?
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3371
-
Pubblicato 10 anni fa...
GLI ATEI E DIO
Perché c'è il male?
di Antonino Zichichi
Articolo del 5 dicembre 2014
-
Da FilmGarantiti.it
LA FATTORIA DEGLI ANIMALI
Gli inganni di tutte le rivoluzioni
Giudizio: consigliato (*)
Genere: animazione (1954)
Guarda gratis su YouTube (disponibile anche in dvd)
-
I dossier di BastaBugie
LETTERE ALLA REDAZIONE
Le risposte ai lettori
Dossier: 156 articoli
-
Santo della settimana
BEATO FULTON SHEEN
Il vescovo telepredicatore
7 articoli
Festa: 9 dicembre
-
Personaggi del passato
PIERO ANGELA
Giornalista
La scienza come religione
1928 - 2022 (94 anni)