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OMELIA COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI - A - (Gv 6,37-40)
Chiunque vede il Figlio e crede in lui ha la vita eterna
da Il settimanale di Padre Pio

Oggi, Commemorazione di tutti i fedeli defunti, le letture ci invitano a riflettere sulla nostra sorte eterna.
La prima lettura riporta le parole piene di fede di Giobbe, il quale esclama: «Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, e i miei occhi lo contempleranno non da straniero» (Gb 19,26).
La certezza della vita dopo la dipartita finale, rende la morte cristiana colma di speranza. Il giorno della nostra morte si può paragonare al giorno della nostra vera nascita, quella definitiva, della nascita al Cielo.
Un Santo la paragonava al balzo di un bambino tra le braccia del proprio genitore. L'amore a Dio caccerà via ogni timore. San Francesco poteva quindi andare lieto incontro alla morte e chiamarla "sorella".
Ogni giorno dobbiamo pregare con le parole del Salmo: «Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore ed ammirare il suo santuario» (26,4).
«La speranza non delude» – ci ricorda san Paolo nella seconda lettura – e la nostra speranza si fonda sull'amore di Dio, il quale è morto per noi, per donarci la sua vita. Il suo Sangue ci salva dalla morte eterna.
Infine, il brano del Vangelo ci colma di consolazione, al pensiero che la Volontà del Padre è che «chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna» (Gv 6,40). Inoltre Gesù ci rassicura con le sue parole piene di amore: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò» (Gv 6,37).
Andiamo dunque a Gesù con un cuore umile, contrito e pieno di fiducia; faremo anche noi questo balzo tra le sue braccia e troveremo la salvezza.

 
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 2 novembre 2014)