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Se non fosse tutto vero, vi sarebbe di che dubitarne. Si potrebbe pensare ad uno scherzo di pessimo gusto oppure si potrebbe immaginare d'aver capito male. Invece no, è proprio così. La Francia rinuncia a sé stessa: alle proprie radici, alla propria storia, alla propria cultura, alla propria arte, alla propria fede, al proprio passato, al proprio presente ed, ancor più, al proprio avvenire. Lo fa con la riforma della scuola secondaria e con l'introduzione dei «nuovi programmi associati». Che han già dato luogo, prevedibilmente, a vibrate proteste.
ANNULLARE L'IDENTITÀ DI UN POPOLO
Perché? Perché quella che si vuole annullare è, semplicemente, l'identità di un popolo, di una Nazione, di una Patria. Con l'avallo del ministro per la Pubblica Istruzione, Najat Vallaud-Belkacem. Quali le novità? Innanzi tutto, l'eliminazione – peraltro da tempo "programmata" – del greco e del latino ovvero delle nostre origini, a vantaggio di una seconda lingua contemporanea dopo la classe quinta. Poi la mortificazione della grammatica, di fatto già massacrata in aula e fuori dall'aula, inibendo la capacità di costruzione logica e di analisi del discorso, quindi penalizzando la facoltà comunicativa in una società come l'attuale, in cui capire e farsi capire appare viceversa quanto mai essenziale.
OBBLIGATORIO L'INSEGNAMENTO DELLA STORIA DELL'ISLAM
Ma il peggio deve ancora venire: la riforma prevede l'insegnamento obbligatorio della storia dell'islam o della tratta degli schiavi, rendendo facoltativo invece l'insegnamento dell'Illuminismo o del ruolo giocato dal Cattolicesimo nella storia dell'Occidente, dando un colpo al cerchio ed uno alla botte, così da zittire tutti ridimensionando gli opposti. Inoltre, l'attenzione verrà d'ora in poi meno rivolta ai contenuti e più alle materie pratiche interdisciplinari. L'importante è che gli studenti sappiano "fare" qualcosa, quanto al "ragionare", evidentemente, meno vi si cimentano e meglio è.
METODO DA ESPORTARE?
Ovviamente sconcertate le famiglie ed il mondo docente. Secondo l'associazione Sos Educazione, «l'orizzonte educativo repubblicano sembra ormai riassumersi in un livellamento verso il basso e nella promozione di un pedagogismo ideologico e starnazzante». Quanto di tale modello si vorrà "importare" anche negli altri Paesi europei, Italia compresa? Attendiamo lumi. Purché non siano quelli giacobini.
Nota di BastaBugie: a un mese di distanza la scuola paritaria francese si è arresa al laicismo imperante senza nemmeno combattere. Purtroppo ben presto ci si accorgerà che è una posizione suicida accettare che il modello della vita ecclesiale sia formulato secondo la posizione di coloro che vogliono la distruzione della Chiesa.
Ecco l'interessante articolo di No Cristianofobia del 23/05/2015:
In Francia la scuola paritaria ha alzato bandiera bianca. Si è arresa al laicismo imperante. Senza nemmeno combattere.
Il segretario generale dell'insegnamento cattolico, Pascal Balmand, in cambio di un piatto di lenticchie, ha incredibilmente chiesto ai cattolici di «accogliere favorevolmente» la riforma della scuola media varata per decreto dal governo, superando «lotte partigiane, anatemi radicalizzanti ed una qual forma di magniloquenza». Il testo approvato favorirebbe infatti, a suo dire, «l'autonomia degli istituti, una pedagogia personalizzata ed una formazione integrale della persona», riunificando «pratiche già sperimentate e corrispondenti a paradigmi di flessibilità, adattabilità, creatività e responsabilità, promossi ed auspicati» in casa cattolica. Sostenendo l'insostenibile. Ovvero che in fondo non si tratta che di «un insieme di progetti», da sottoporre «prossimamente ad ampia consultazione», una sorta di «quadro nazionale entro il quale i docenti» potrebbero organizzare «i loro insegnamenti, tenendo conto dei bisogni degli allievi».
UNA POSIZIONE SUICIDA
Anzi, rintraccia, non si sa come, nel progetto complessivo «una preziosa ricerca di coerenza», azzardandosi a muover sommessi rilievi solo circa la suddivisione tra materie obbligatorie e materie facoltative: troppe «proposte tematiche» separerebbero «in modo deplorevole elementi legati alla vita politica, all'economia ed alla storia intellettuale e religiosa», mentre a suo avviso una buona comprensione richiederebbe «un'articolazione tra i diversi campi all'interno di una trama cronologica chiara». Allo stesso modo si chiede se certe «scelte di scrittura» non abbian finito per occultare «il ruolo giocato dal Cristianesimo nella costruzione della cultura e della società nazionale ed occidentale», ma tutto questo, a suo giudizio, sarebbe superabile auspicando un semplice «riorientamento». Tutto qui.
Tornano alla mente le parole recentemente pronunciate da mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio: «Un fenomeno gravissimo caratterizza la Chiesa del nostro tempo: il cedimento totale alla mentalità catto-laicista. E' una posizione suicida accettare che il modello della vita ecclesiale sia formulato secondo la posizione di coloro che fino ad adesso - e ancora adesso - vogliono la distruzione della Chiesa».
ISTITUTI CON LA MUSERUOLA DI STATO
Nelle scuole cattoliche francesi figurano attualmente 2 milioni di ragazzi iscritti. Potrebbero essere di più, se non ci fosse un tetto del 20% imposto da uno Stato di stampo collettivista. Nel 1984, nonostante i Vescovi, i genitori di questi alunni scesero in piazza contro il regime socialista, costringendolo ad indietreggiare. Invece «trent'anni dopo - commenta con amarezza l'agenzia Riposte catholique - la Scuola cosiddetta libera, con i Vescovi, si arrende senza combattere. I professori sono (de)formati esattamente come quelli pubblici. Paritarie e statali seguono lo stesso programma. Il solo vantaggio delle prime è la possibilità di ritrovarvi ancora un po' di disciplina, consentendo così agli allievi di imparare più seriamente i corsi insegnati. Per questo il loro tasso di riuscita è migliore. Ma, a parte poche eccezioni, la docenza cattolica non offre più granché di realmente cattolico». Un giudizio drammatico.
Se agli istituti paritari è stata messa la museruola, a quelli fuori contratto - ovvero quelli privi di contributi statali, ma assolutamente liberi nei programmi e molto più combattivi sugli Ideali - lo Stato giacobino ha già promesso guerra, mettendo in campo un battaglione d'ispettori, addestrati appositamente per scovare, tra questi, quali non rispettino i miti rivoluzionari, riassumibili nei «valori della Repubblica», intaccabili ed intoccabili. In una parola, il peggio del laicismo imperante ovvero contraccezione, aborto, terzomondismo, nichilismo, genderismo esasperato e via dicendo. Non a caso ogni anno, ormai, spuntano decine di nuove scuole fuori contratto.
Eppure c'è chi preferisce il piatto di lenticchie...
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