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I VESCOVI AMERICANI SFIDANO L'IMPERO DEL PORNO
La pornografia non è un ''passatempo innocuo'', ma produce effetti simili a quelli di una droga
di Lorenzo Bertocchi

Qualche commentatore statunitense ha parlato di una dichiarazione fondamentale. Storica perfino. Certamente un segnale forte, specialmente dopo il Sinodo sulla famiglia dove il tema è stato affrontato, ma secondo alcuni non con la dovuta forza. Un padre sinodale confidava alla Bussola quotidiana che uno dei limiti della Relatio finale era proprio quello di non parlare in modo approfondito del problema della pornografia per le famiglie. I vescovi degli Stati Uniti, raccolti in questi giorni per la loro assemblea annuale, hanno risolto il problema approvando praticamente all'unanimità (98%) una dichiarazione intitolata "Crea in me un cuore puro: una risposta pastorale alla pornografia" (Create in me a clean heart).
Il vescovo Richard Malone di Buffalo, presidente della commissione per Laici, Matrimonio, Vita, Famiglia e giovani, ha dichiarato che questo documento mostra la preoccupazione dei vescovi per il ruolo che la pornografia ha assunto nella cultura di oggi. «In qualche modo», ha detto, «tutto è influenzato dalla pornografia». Questo fenomeno viene definito nel documento come un «particolare segno dei tempi», un segno «nero» che danneggia «uomini, donne, bambini, matrimoni e famiglie».

UNA STRUTTURA DI PECCATO
«Oggi», scrivono i vescovi Usa, «lo possiamo considerare una struttura di peccato», richiamando un concetto caro a San Giovanni Paolo II. «La prevalenza della pornografia nella nostra società, come ogni altro peccato, è radicata nel peccato personale degli individui che fanno, vedono e diffondono la pornografia, e così facendo la perpetuano ulteriormente come una struttura di peccato». Forse non tutti saranno d'accordo su questa lettura, visto che a credere alla gravità del peccato non sembra siano molti, ma fanno riflettere anche le considerazioni decisamente laiche dei vescovi statunitensi. La pornografia, infatti, tende a ridurre uomini e (soprattutto) donne a meri oggetti di piacere, senza lasciare molto spazio ad altro, e «normalizza» atti sessuali che tendono ad essere molto degradanti, con forti rischi di violenza per imitazione. A questo dobbiamo aggiungere altri gravi problemi connessi al traffico e commercio sessuale, fino al deplorevole fenomeno della cosiddetta «tratta delle schiave» del sesso. Per non parlare della indegna piaga della pornografia con bambini e minori. Mentre qualcuno guadagna milioni di dollari (e di euro).
Si potrebbe pensare che i vescovi americani siano semplicemente dei "catto-bacchettoni", ma come dargli torto quando dicono che la nostra società è «ipersessualizzata»? Basta guardarsi intorno. "Riviste, social-media, shopping on-line, Tv, cinema, musica, romanzi, fumetti, video-game, tutto il mainstream dell'entertainment è ipersessualizzato». Anche i contenuti rivolti ai bambini non sfuggono alla tendenza. «Mantenere la purezza», dicono, «è una sfida molto seria in un ambiente come questo». E come dire il contrario? Infatti, «è molto difficile imparare i limiti che sono necessari per vivere castamente e avere relazioni sane». I vescovi americani non nascondono che l'attuale cultura vuole che la pornografia sia semplicemente «un passatempo innocuo», anzi perfino «un aiuto per l'intimità coniugale».

COME UNA DROGA
I contenuti di questo "show-businnes" stanno diventanto «sempre più degradanti, grossolani, violenti» e non mancano scene di vere e proprie «pratiche occulte» che rimandano al satanismo. L'accesso a questi contenuti, soprattutto a causa del web, sta diventando sempre più facile e precoce, gli studi attestano che i maschi già dall'età di undici anni si possono ritrovare a essere consumatori di porno. Ma il numero di donne che accedono abitualmente a questo tipo di contenuti è in costante crescita, anche giovanissime. La pornografia produce effetti simili a quelli di una droga, vale a dire che il "consumatore" si trova presto intrappolato nella necessità di una visione compulsiva, normalmente accompagnata dalla masturbazione.
Uscirne non è facile e i vescovi americani dicono alle persone che si trovano in questa situazione di non aver paura nel «confidare nella misericordia del Signore», ma anche di «cercare adeguato aiuto e supporto». Nel caso dei bambini e dei giovani occorre fare molta attenzione perché, attestano fior di studi, la dipendenza da pornografia può influire molto sulla loro educazione, specialmente all'affettività, dando loro «un'immagine distorta della sessualità e delle relazioni tra uomo e donna». Secondo il documento dei vescovi americani, gli avvocati divorzisti degli Stati Uniti indicano che l'utilizzo della pornografia da parte di uno dei coniugi, o anche di tutti e due, magari come «aiuto per l'intimità», è «fattore importante in circa la metà dei divorzi»
Alla fine quella dei vescovi degli Stati Uniti è una proposta "oscena" per il mondo. Per contrastare la pornografia, ma sopratutto per ridare dignità alla sessualità umana, indicano la virtù della castità. «Mentre la lussuria utilizza l'altra persona come mero strumento per la gratificazione sessuale», scrivono, «la castità afferma tutta la persona, in corpo e anima, oltre le sue qualità sessuali». Per scoprire (e amare) il cuore di una persona bisogna sapersi custodire, per evitare di cancellarlo dietro il mero sentire, per quanto eccitante. E sono «beati i puri di cuore, perché vedranno Dio».

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Titolo originale: I vescovi americani sfidano l'impero del porno
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 21/11/2015