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BURKINI VIETATO, NUDISMO PERMESSO... ECCO I FAMOSI VALORI DELL'UNIONE EUROPEA: SPOGLIARSI IN PUBBLICO
Scontro tra i seguaci di Voltaire (liberalismo) e quelli di Rousseau (egualitarismo) sul permettere o vietare il burkini... e intanto a Milano l'Ucoii pretende la legalizzazione della poligamia
di Rodolfo de Mattei

L'Islam suona la sveglia all'Occidente mettendone a nudo le intrinseche fragilità ed evidenti contraddizioni. Negli ultimi mesi, l'Europa laica e liberale, di fronte all'intensificarsi dei tragici attentati, dei sempre più massicci flussi migratori provenienti dalle incendiarie coste libiche, in aggiunta agli impietosi dati statistici sul pesantissimo inverno demografico che attende il nostro continente, si è infatti trovata di fronte ad un'accesa e paradossale discussione in merito alla "tollerabilità" di alcuni diritti sociali costitutivi dell'Islam. Tra questi, in particolare, il diritto alla poligamia e il diritto ad indossare il cosiddetto "burkini" sulle spiagge europee.

LA POLEMICA SULLA POLIGAMIA
A far scoppiare il caso sulla poligamia è stato Hamza Roberto Picardo il fondatore dell'Ucoii, l'Unione delle Comunità islamiche, il quale, il giorno della celebrazione della prima unione gay a Palazzo Reale da parte del sindaco di Milano Beppe Sala, ha così commentato su Facebook: "Se è solo una questione di diritti civili, ebbene la poligamia è un diritto civile". «I musulmani - ha aggiunto Picardo - non sono d'accordo neppure sulle unioni omosessuali e tuttavia non possono che accettare un ordinamento che le ha consentite. Il problema è che se le convinzioni etico e spirituali delle persone non hanno titolo d'interdizione nella sfera pubblica, allora non si capisce perché una relazione tra adulti edotti e consenzienti possa essere vietata, di più, stigmatizzata, di più, aborrita».
La dichiarazione del rappresentante dell'Ucoii ha immediatamente suscitato un fiume di prevedibili sdegnate reazioni, come quella del senatore del PD Luigi Manconi. [...] Il fatto non tollerabile evidenziato da Manconi sarebbe lo stato di diseguaglianza in cui si verrebbe a trovare la donna all'interno di una relazione poligama, una disparità nei suoi confronti inaccettabile, da rifiutare senza indugio. [...]

LA POLEMICA SUL BURKINI
Il secondo "tormentone" di questa estate 2016 è stato il "si o no" al burkini, vocabolo ibrido tra burqa e bikini con il quale viene indicato il particolare costume da bagno per le donne musulmane, ideato nel 2000 da una stilista australiana di origini libanesi, che lascia scoperti solo viso, mani e piedi.
A scatenare l'infuocato dibattito sono stati i divieti di indossarlo istituiti da alcuni sindaci della Costa Azzurra e della Corsica, intenzionati con le loro decisioni a dare un messaggio forte alla comunità musulmana.
Contro il burkini si è schierato anche lo stesso primo ministro francese Manuel Valls, definendolo "incompatibile con i valori della Francia" in quanto "espressione di un'ideologia basata sull'asservimento della donna". [...]

RELATIVISMO E LAICITA', LE DUE ANIME DELL'OCCIDENTE DECADUTO
Gli accesi dibattiti attorno poligamia e burkini di queste settimane suggeriscono alcune riflessioni.
La discussione sul diritto alla poligamia e quella sulla messa la bando del burkini hanno fatto emergere le due anime contrapposte dell'Occidente contemporaneo: l'anima relativista e libertaria e l'anima laicista e ugualitaria.
La prima in nome del liberalismo e dell'autodeterminazione della donna, abituata in Occidente a disporre senza limiti del proprio corpo, sente di non poter "proibire" alla donna la libertà di scelta di intraprendere una relazione poligama o di coprire il proprio corpo dove, quando e come crede.
La seconda anima, emblematicamente incarnata dalla laicité francese, applicando il secolarismo di Stato, rifiuta per principio qualsiasi simbolo che richiami una qualche appartenenza religiosa.
Per uscire dall' angusto ed imbarazzante vicolo cieco, che vede l'Islam mettere in crisi il decantato pluralismo occidentale, la via di fuga, ben espressa dal senatore Manconi, è quella di passare con un agile balzo dall'ideologia liberale a quella egualitaria, affermando che "la parità tra i sessi e la tutela della dignità contro ogni discriminazione, costituiscono un diritto fondamentale della persona, che è (proprio per questo) non disponibile. Ovvero, un diritto non alienabile (e non limitabile, modificabile o cedibile) persino da parte del suo stesso titolare. Un diritto, cioè, sottratto ad ogni potere dispositivo: fosse anche quello del suo stesso beneficiario (…)".

DA VOLTAIRE (LIBERALISMO) A ROUSSEAU (EGUALITARISMO)
Vista la mala parata del liberalismo sfrenato ci si rifugia nell'egualitarismo radicale. Da Voltaire si passa a Rousseau. Liberalismo ed egualitarismo mostrano così di essere frutto dello stesso albero. Il passaggio dal primo al secondo non è altro che una tappa del processo rivoluzionario descritto dal pensatore cattolico brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995): «Quando la Rivoluzione si rese conto che, se si lasciano liberi gli uomini, diseguali per le loro attitudini e la loro volontà di impegno, la libertà genera la diseguaglianza, decise, in odio a questa, di sacrificare quella. Da ciò nacque la sua fase socialista. Questa fase ne costituisce soltanto una tappa. La Rivoluzione spera, al suo termine ultimo, di realizzare uno stato di cose in cui la completa libertà coesista con la piena uguaglianza. Così, storicamente, il movimento socialista è un semplice compimento del movimento liberale».
L'attuale scontro culturale attorno ai presunti "diritti" della comunità musulmana mette in luce la debolezza dell'impianto relativista sulla quale è stata costruita la società occidentale. L'odierna politica occidentale volta ad allargare all'infinito la sfera dei diritti soggettivi, se vuole essere coerente con sé stessa, non può negare la rivendicazione del diritto alla poligamia di Picardo o la richiesta di poter coprire il proprio corpo sulle spiagge europee.
La stessa "madrina" della legge sui diritti civili alle coppie omosessuali, Monica Cirinnà, ha sottolineato che, essendo la "libera scelta e l'autodeterminazione delle donne il faro guida, è giusto che la donna possa liberarsi del burkini o di altri simboli se vi è un'imposizione o un obbligo e la donna non vuole subirlo. Ma se lo indossa per libera scelta deve essere libera di indossarlo".

BURKINI VIETATO, NUDISMO PERMESSO
D'altro canto, l'Occidente che si scandalizza per le donne coperte e vieta il burkini è lo stesso che permette sulle proprie spiagge la libera esibizione di topless e nudismo integrale senza colpo ferire.
La verità sembra essere che l'Occidente secolarizzato, che ha preteso di espellere la religione da ogni ambito pubblico, rinnegando la propria identità cristiana, dopo decenni di fallimentari politiche multiculturali, si trova oggi a fare i conti con la radicata identità politico-religiosa della popolazione musulmana presente sul suo territorio.
La strategia della "mano tesa" finalizzata a favorire l'integrazione dei musulmani sul suolo europeo attraverso costruzioni di moschee ed innumerevoli concessioni dimostra nei fatti il suo disastroso fallimento. La tanto sbandierata "reciprocità" non c'è e non c'è mai stata. In cambio della nostra politica di accoglienza abbiamo ricevuto solo bombe e il più grande esodo di cristiani dal Medio Oriente della storia.
In questo contesto, il no di alcuni governanti europei alla poligamia e al burkini sembra essere una estemporanea prova di forza, fatta anche per accontentare l'esasperato elettorato, destinata a rivelarsi del tutto velleitaria, senza una autentica riscoperta e valorizzazione dell'identità e delle radici cristiane dell'Europa.

Nota di BastaBugie: Renzo Puccetti nell'articolo sottostante dal titolo "Il burkini a Parigi e a Ratisbona" spiega che non è per il burkini che l'Islam pone problemi ai valori occidentali, ma piuttosto per il mancato riconoscimento della pari dignità dell'uomo e della donna, per la giustificazione della menzogna e per i numerosi passaggi nel corano che inneggiano alla violenza ovunque e in ogni tempo praticata dai seguaci di Maometto.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su Libertà e Persona il 19 agosto 2016:
Il primo ministro francese ha dichiarato che Il burkini è "incompatibile con i valori della Francia", perché non è un costume da bagno, ma "l'espressione di un'ideologia basata sull'asservimento della donna".
Molti commentatori, convinti di dimostrare il loro attaccamento ai valori occidentali, hanno manifestato approvazione verso la presa di posizione del politico francese, forse non considerandone appieno le implicazioni. Indossare da parte di una donna il burkini è perfettamente in linea con le prescrizioni coraniche.
Nella Sura XXIV An-Nûr (La Luce) si afferma che le donne devono "non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere i loro khumur (veli che coprono la testa) fin sul petto". Nel versetto 59 si dice poi: "O Profeta, di' alle tue spose, alle tue figlie e alle donne dei credenti di coprirsi dei loro jalabib (vesti ampie esterne)". Quello che dunque in realtà Valls, più o meno consapevolmente ha detto, è che il contenuto del Corano è incompatibile con i valori della Francia in quanto generatore di asservimento nei confronti della donna.
E se la donna islamica volontariamente indossasse il velo e il burkini? Si vorrà sostenere che anche in questo caso tale scelta non è libera perché viziata da "asservimento interiorizzato"?
In realtà l'argomento della libertà della donna è specularmente applicabile anche alla scelta di sfilare sulla battigia in bikini, tanga o topless. Anche in questo caso si potrebbe affermare che la scelta della nudità femminile scaturisce da una visione maschilista che della donna esalta il ruolo di oggetto sessualmente appetibile a sua volta interiorizzato dalla donna stessa.
Come si vede impostare il confronto su questo piano non permette di uscirne con una soluzione razionalmente convincente. Purtroppo l'affermazione del primo ministro francese non scaturisce affatto da una prospettiva cristiana, né dalla ricezione della legge naturale, ma è piuttosto espressione del laicismo antireligioso di lungo corso manifestatosi nel paese di Robespierre, Marat e Saint-Just. Essa è rivendicazione della nudità del corpo femminile come istanza morale superiore fatta propria dallo Stato francese e trasformata da questi in prescrizione legale.
Ma se oggi lo Stato si arroga il diritto di proibire una manifestazione del proprio credo religioso che in nulla minaccia il bene comune, che cosa impedirà che domani lo stesso Stato renda illecite altre innocue manifestazioni del credo religioso dei cristiani come portare il crocifisso al collo? Non è per il burkini che l'Islam pone problemi ai valori occidentali, ma piuttosto per il mancato riconoscimento della pari dignità dell'uomo e della donna, per la giustificazione della menzogna, se volta a vantaggio dell'Islam e per i numerosi passaggi nel corano che inneggiano alla violenza contro gli "infedeli".
Lo disse a Ratisbona Benedetto XVI, al quale non passò per l'anticamera del cervello di affermare il falso storico [...] secondo cui tutte le religioni sono religioni di pace. Per parte sua il generale al-Sisi lo ha detto ai vertici religiosi dell'Università al-Azhar. Ma queste sembrano solo due gocce nel mare, perché se l'Islam ha portato a quindici secoli ininterrotti di guerra ci sarà pure un motivo. Una volta indagatolo, ci si accorge che è praticamente impossibile disconoscere il legame del contenuto politico col nucleo religioso.


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Titolo originale: Poligamia, burka e burkini: l'Islam sveglia l'Occidente?
Fonte: Osservatorio Gender, 20/08/2016