I più letti del mese
I PIÙ LETTI DEL MESE

SCEGLI UN ARGOMENTO

« Torna agli articoli di Andrea Zambrano


CRISTIANI SOTTO ATTACCO NELLA POLVERIERA GERMANIA
La strage al mercatino di Berlino ribadisce la vulnerabilità dell'Europa che ha rinunciato a difendere le sue frontiere e conferma la portata della minaccia islamica
di Andrea Zambrano

Che si tratti di attentato di matrice islamica ormai sono in pochi a non sostenerlo anche se, stando alle attuali informazioni rese pubbliche, la caccia all'uomo brancola nel buio. Il pachistano fermato in un campo profughi allestito nel vecchio aeroporto di Tempelhof continua a negare di essere lui l'autista del tir che ha provocato la strage lunedì sera facendo 13 morti (ai 12 falciati bisogna aggiungere l'autotrasportatore polacco del tir) al mercatino di Natale allestito nelle strade di Charlottenburg, in una Berlino fredda e già pronta alle Festività.

MATRICE ISLAMISTA
La Polizia tedesca continua a ripetere come un mantra di non essere sicura che si tratti di attentato di matrice islamica. Ma gli indizi, la modalità e soprattutto il bersaglio scelto sembrano non lasciare più dubbi sulla matrice islamista. Quello che è chiaro è che l'obiettivo scelto sembra essere sicuramente di chiara matrice anti cristiana. E non è un caso che il partito di destra Alternative fur Deutschald abbia detto che l'attentato è un attacco alla tradizione cristiana. E' stato colpito il Natale in una piazza dominata dalla chiesa della memoria bombardata dagli anglo americani nel 1943 e lasciata rudere come monito.
Così, se ancora manca il responsabile della strage, è ormai evidente che l'attacco di Berlino sia un'azione con evidenti riferimenti ideologici. Ma sbaglierebbe chi pensasse che con la strage al mercatino di Natale la Germania sia piombata improvvisamente nell'incubo terrorismo islamico che già attanaglia la Francia dopo le stragi di Charlie Ebdo, Bataclan, Nizza e lo sgozzamento di Padre Jacques. In Germania cova da tempo un sentimento anti cristiano che negli ultimi anni ha conosciuto una recrudescenza alimentata dalla difficilissima convivenza nei campi profughi tra etnie cristiane e arabo-musulmane.
Il presidente tedesco Angela Merkel ha ammesso che se l'attentatore fosse davvero un richiedente asilo sarebbe un fatto gravissimo, ma questo non la distoglierebbe dalla sua convinzione che quella dell'accoglienza di migranti e richiedenti asilo sia un obbligo da continuare a perseguire.

CRISTIANI UMILIATI E PERCOSSI DA RICHIEDENTI ASILO DI FEDE ISLAMICA
Ma se la Merkel avesse guardato bene le cronache di casa, si sarebbe accorta da tempo che i campi profughi sono già un inferno per molti cristiani che vengono vessati, umiliati e spesso percossi da richiedenti asilo di fede islamica. Così come si sarebbe dovuta accorgere prima delle avvisaglie in chiave anti cristiana che la Germania sta vivendo da un paio di anni a questa parte e che la stanno proiettando in Europa come uno dei paesi dove i cristiani, siano essi cattolici o protestanti, sono più vessati e presi di mira.
Sembra essersi avverata la "profezia" che non più tardi di due mesi fa Aiuto alla Chiesa che soffre fece presentando il Rapporto 2015 sulla libertà religiosa nel mondo. I cristiani in Europa stanno passando da maggioranza a minoranza sempre più osteggiata in un meccanismo di persecuzione che li accomuna ai fratelli del Medio Oriente, che da decenni devono fare i conti con attacchi alla libertà di religione. Perseguitati in casa nostra, dunque, potrebbe essere la tesi finale. Fantasie? Incrociando i dati dei diversi osservatori per la libertà religiosa nel mondo sembra proprio di no.
Solo per quanto riguarda la Germania, nel rapporto 2015, Acs infatti scriveva che "il crescente numero di rapine e di attacchi contro gli edifici religiosi riflette un altro aspetto del clima sociale ostile alle comunità cristiane". Ma poiché non vi sono statistiche generali che includano i pregiudizi anticristiani tra le motivazioni dei diversi crimini, dobbiamo affidarci ad alcuni sondaggi regionali come quello della Renania Settentrionale-Vestfalia, che ha registrato più di 3500 simili incidenti sin dal 2010. Vi sono tuttavia prove di un'analoga tendenza in altre aree della Germania. 3500 attacchi in cinque anni solo in una regione. Un dato impressionante, che la politica sembra non voler vedere ancora ostaggio della logica del migrante bisognoso di aiuto e del nemico esterno che non esiste.
Nell'aprile 2016 la Ong Porte aperte Germania parlava di 40mila profughi cristiani aggrediti, insultati e attaccati nei campi profughi.

STATUE DI CRISTO E DELLA VERGINE MARIA DISTRUTTE
A dimostrazione che la Germania è, al pari di altri Paesi come la Francia e il Belgio, una vera e propria polveriera, e non da ieri, stanno anche le oltre 50 immagini sacre distrutte da atti vandalici in varie città tedesche. Statue di Cristo e della Vergine Maria e dei santi sfigurate o distrutte completamente. Proprio l'8 dicembre un servizio dell'emittente WDR ha riportato le parole della Polizia della zona di Munster che ha chiaramente rivelato il carattere anti religioso degli atti vandalici che celano un odio verso la Chiesa.
Secondo il settimanale Junge Freiheit 40 tra cappelle e statue sono state prese di mira nel solo distretto di Steinfurt. La notizia sugli atti vandalici è uscita contemporaneamente alla riunione dei membri dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione (Osce) riuniti a Vienna proprio per parlare di intolleranza e discriminazioni nei confronti dei cristiani. Lo stesso rappresentante della Santa Sede presso l'Osce Mons. Janusz Urbanczyk ha esortato le autorità a attuare politiche per proteggere i cristiani dai casi di criminalità, odio e violenza contro le comunità o gli individui. Frasi choc se pronunciate nella cattolica e liberale Europa, che accomunano le condizioni dei cristiani a quelle dei fratelli perseguitati di Siria, Iraq o Pakistan. Ma che non fanno notizia sui giornali. A questo si aggiungono le 170 denunce per stupro di 170 donne vittime di violenza islamica da parte di uomini a Colonia il 31 dicembre scorso [leggi: LE VIOLENZE DI CAPODANNO IN GERMANIA ERANO MOLTE DI PIU' DI QUELLE EMERSE IN UN PRIMO MOMENTO, clicca qui, N.d.BB].

RAPPORTO 2015 DELL'OSSERVATORIO SULL'INTOLLERANZA NEI CONFRONTI DEI CRISTIANI IN EUROPA
Fatti ed episodi che sono stati raccolti e catalogati anche dall'Osservatorio sull'intolleranza nei confronti dei cristiani in Europa, che ha sede a Vienna e che raccoglie le segnalazioni provenienti da tutt'Europa di un fenomeno carsico che sta letteralmente esplodendo tra le mani degli Stati. E che vede la Germania come uno dei paesi più attivi. Basta scorrere il rapporto 2015 dell'Osservatorio per rendersene conto:
Ruhpolding: Vandali entrano alle Miesenbacher Kapelle e distruggono tutte le suppellettili liturgiche, tra cui la statua della vergine col bambino.
Plauen: Il pavimento della chiesa di San Giovanni viene cosparso di polvere di estintore. I danni ammontano a 10mila euro.
Brema: il piano di quattro islamici radicali viene stoppato da un massiccio spiegamento di forze: stavano progettando un attentato nella cattedrale di San Pietro e nella vicina sinagoga.
Friedrichshafen: una chiesa della diocesi di Rottenburg-Stoccarda viene vandalizzata e dissacrata
Berlino: Secondo la polizia, uno studente di 24 anni è insultato e poi duramente picchiato da due persone solo "a causa della sua fede cristiana."
Stockheim: nella cittadina della diocesi di Augsburg un incendio doloso danneggia la chiesa protestante di San Michele. Il sagrestano è riuscito a spegnere il fuoco nell'area dell'altare, ma non nel resto della chiesa.
Altena: un incendio causa migliaia di euro di danni in una chiesa luterana nel nord Westfalia.
Monaco: un cittadino turco armato di un coltello da cucina distrugge l'effige di Gesù collocata nella Porta di Sendling a Monaco.
Colonia: Uno sconosciuto irrompe nella chiesa de SS Apostoli e sottrae la statua di Gesù Cristo dal chiostro. L'episodio oltre a offendere i fedeli religiosi.
Colonia: sconosciuti entrano nella chiesa di San Pio e rubano le oste consacrate, la cassetta delle offerte e rovesciano la polvere dell'estintore sul pavimento.
Berlino: un cristiano di 24 anni iraniano viene percosso con un bastone da un afgano in un centro per rifugiati. L'uomo, musulmano, si è giustificato dicendo che per la sua religione non è peccato uccidere i cristiani.
Baden-Baden: l'altare, il tabernacolo e i banchi della chiesa sono stati distrutti con svastiche.
Colonia: la Cattedrale viene presa di mira alla vigilia di Capodanno, centinaia di persone si ritrovano nella chiesa di San Lorenzo di Norimberga urlando: "Briceremo la Germania".
Solo solo i casi più eclatanti di un'ecalation di violenza che non si vuole vedere e che è esplosa dopo aver covato sotto la cenere nella fredda serata di Berlino facendo 13 morti.

Nota di BastaBugie: Gianandrea Gaiani nell'articolo sottostante dal titolo "Merkel patetica, l'Europa paga la sua ambiguità" parla della Germania che si scopre sotto attacco. Ma la strage al mercatino di Berlino è la tragica punta dell'iceberg di un'escalation di violenza islamica nei confronti dei simboli cristiani. Negli ultimi due anni si sono accumulati centinaia di inquietanti episodi di profanazione a chiese e immagini sacre. Sui quali le autorità tedesche hanno sempre sorvolato. Patetica la reazione di Angela Merkel. L'attentato ribadisce la vulnerabilità dell'Europa, incapace di garantire la sicurezza perché ha rinunciato a difendere le sue frontiere e conferma la portata della minaccia islamica.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 21 dicembre 2016:
Come nella strage di Nizza, un Tir rubato è piombato sulla folla in un mercatino di Natale a Berlino causando la morte di 12 persone ed il ferimento di altre 48, molte delle quali gravi. L'attentatore ha compiuto la strage dopo essersi impossessato del pesante autoarticolato applicando la tecniche del "terrorismo veicolare" propagandate a suo tempo da Mohamed al-Adnani (il capo della comunicazione dello Stato Islamico sospettato di essere stato uno degli organizzatori degli attentati di Parigi ucciso da un raid aereo il 30 agosto scorso) e ribadite a fine novembre dal giornale dell'Isis Rumiyah, che ha fornito accurate istruzioni per l'impiego di camion come "arma mortale contro i crociati"
"Pochi comprendono la mortale capacità dei veicoli a motore di fare un gran numero di vittime se usati nella maniera giusta, come dimostrato a Nizza dall'attacco lanciato dal fratello Mohamed Lahouaiej Bouhel″ si legge sulla rivista diffusa in più lingue.
"I veicoli sono come coltelli estremamente facili da acquistare, ma diversamente dai coltelli, non fanno sorgere sospetti perché diffusi in tutto il mondo. Per questo sono uno dei metodi più efficaci di attacco e offrono a chiunque sia in grado di guidarli la possibilità di provocare terrore". Rumiyah suggerisce anche i bersagli contro cui usare i camion: strade affollate, celebrazioni, mercati all'aperto, festival, parate, raduni politici, "in qualunque manifestazione all'aperto che attragga folla".
Site, portale statunitense che si occupa di monitorare l'attività dei gruppi armati nel mondo - il 30 novembre riferiva che il gruppo Stato islamico aveva lanciato un gruppo di propaganda in lingua tedesca attraverso la nota applicazione di messaggeria istantanea Telegram. L'attentato è l'ultimo episodio di violenza che ha insanguinato negli ultimi mesi la Germania. Il 18 luglio: un profugo pakistano ferì 4 persone su un treno vicino a Wuerzburg prima di essere eliminato dalla polizia.
Quattro giorni più tardi a Monaco di Baviera il 18enne David Sonbody tedesco-iraniano, depresso sotto trattamento farmacologico, sparò con una pistola contro un gruppo di persone in un centro commerciale. Uccise 9 persone e ne ferì 25 prima di suicidarsi. Il 24 luglio un "profugo" siriano che aveva giurato fedeltà ad Isis, Abu Mohammad Daleel, fece esplodere uno zaino imbottito di esplosivo ad Ansbach in Baviera ferendo 15 persone e morendo lui stesso. Lo stesso giorno un altro profugo siriano, armato di coltello a Reutlingen uccise una donna polacca incinta e ferì altre due persone prima di essere neutralizzato da un passante che lo investì con l'auto.
Pochi giorni or sono, il 26 novembre, un bambino di 12 anni, iracheno nato in Germania, ha tentato di provocare una strage in uno dei più grandi mercatini di Natale del Paese, a Ludwigshafen, in Renania-Palatinato, cercando di far esplodere uno zainetto che conteneva una rudimentale bomba con chiodi nell'affollato mercatino.
Debole, quasi patetica la reazione di Angela Merkel alla strage di Berlino. "Come altri milioni di tedeschi sono choccata, costernata e profondamente rattristata per quanto è accaduto- ha detto, per poi aggiungere - ma dobbiamo continuare a vivere liberi, insieme, e con spirito di apertura". Risposte fiacche per una cancelliera che si ripresenta alle elezioni proponendo di espellere parte degli immigrati illegali che proprio lei ha fatto entrare in Germania in oltre un milione solo l'anno scorso. L'obiettivo è andare incontro alle proteste di un'opinione pubblica esasperata dalle azioni terroristiche islamiche ma anche da crimini e violenze compiute dai cosiddetti "richiedenti asilo".
Un tentativo, quello della Merkel, che punta ad adottare un po' degli argomenti dei cosiddetti "populisti" per sottrarre consensi ad Alternative fur Deutscheland ma che rischia di naufragare nel ridicolo dopo la strage di lunedì sera.
L'attentato di Berlino ribadisce quindi la vulnerabilità dell'Europa, incapace di garantire la sicurezza perché ha rinunciato a difendere le sue frontiere esterne subendo passivamente i traffici dei criminali e lasciando entrare non bisognosi, ma chiunque paghi profumatamente trafficanti peraltro legati ai terroristi islamici, come hanno più volte evidenziato i servizi d'intelligence.
L'attentato riconferma inoltre la portata della minaccia islamica rivolta contro un'Europa che paga le colpe della sua ambigua politica estera asservita ai disegni delle monarchie assolute del Golfo Persico che sono i grandi finanziatori dei gruppi jihadisti e che a suon di petrodollari hanno acquistato a prezzo di saldo anche molte coscienze tra i governanti europei.
Paradossale che anche nei giorni scorsi, in seguito alla battaglia di Aleppo, in Siria la Ue si sia schierata contro Mosca e Damasco e al fianco dei jihadisti le cui bandiere e ideologie sono le stesse in cui si riconoscono i terroristi che seminano morte e distruzione nelle città europee.

 
Titolo originale: Cristiani sotto attacco nella polveriera Germania
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 21-12-2016