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INTERVISTA A MANTOVANO: OMOFOBIA, INTENTI IDEOLOGICI
di Danilo Paolini

La chiama «cosiddetta norma contro l’omofobia», perché la ritiene dettata da intenti ideologici , e sottolinea il pericolo di introdurre nel nostro ordinamento «un reato d’opinione». Il giorno dopo il travagliato voto del Senato, Alfredo Mantovano (Alleanza nazionale), non ha smarrito la vis polemica che ne ha contraddistinto l’intervento in aula.
 Una domanda tecnica: da giurista pensa che una norma del genere sia giustificata in un 'pacchetto sicurezza'?
 È una domanda che andrebbe rivolta al governo e al presidente del Senato. Il primo si è espresso favorevolmente sull’emendamento presentato dai gruppi più a sinistra, mentre io avevo sollevato in commissione Affari costituzionali il problema dell’inammissibilità per estraneità della materia. Un’estraneità che però il presidente Marini non ha visto. E il ministro Mastella, che oggi minaccia di far cadere il governo se non ci sarà lo stralcio di questa parte, ha presieduto la riunione del Consiglio dei ministri che ha varato il maxi-emendamento. Gli sarebbe bastato non firmarlo o dire allora quello che dice oggi...
 Alla fine, comunque, il Senato ha votato 'sì'. Se il testo uscirà confermato dalla Camera sarà legge. Non c’è il rischio di introdurre un reato d’opinione?
 Il rischio c’è tutto, perché già le disposizioni originarie della legge Mancino, su cui la nuova norma s’innesta, lasciano spazio a una certa discrezionalità. Ma nel caso specifico, il rinvio al Trattato di Amsterdam moltiplica le preoccupazioni: quando si stabilisce la punibilità delle discriminazioni «per sesso, etnia, razza» eccetera e poi si aggiunge «la tendenza sessuale» il discorso non quadra. Se infatti è già menzionato il «sesso», perché citare anche la «tendenza»? Evidentemente si vuol far passare qualcosa di più: dire, per esempio, che gli omosessuali non possono adottare bambini potrebbe essere considerato discriminatorio. Un reato d’opinione, appunto.
 Perdoni la provocazione: voi che avete votato contro professate il diritto di perseguitare gli omosessuali?
  Ci mancherebbe altro! Poniamo per assurdo che uno Stato arrivi a vietare agli omosessuali di salire sugli autobus: è chiaro che questa è una discriminazione odiosa. Ma qui parliamo di qualcosa di diverso. La Chiesa per esempio parla sempre di «persone omosessuali », espressione che da sola dice il profondo rispetto per la dignità di ciascuno. Detto questo, ripeto: domani potrebbe essere considerato un reato affermare – come scriveva il cardinale Ratzinger nel ’92 – che non sia ingiusta discriminazione «tener conto della tendenza sessuale, per esempio, nella collocazione di bambini per adozione o affido, nell’assunzione di insegnanti o allenatori di atletica e nel servizio militare».

 
Fonte: Avvenire, 8 dicembre 2007