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«Si può essere ottimi e felici coniugi anche se non si è credenti», dicono alcuni, e hanno ragione: infatti, talora, ci sono coniugi non credenti che si vogliono più bene e sono più felici di altri che sono credenti. Tuttavia, almeno mediamente parlando, le cose stanno diversamente. Lo documenta la prima parte di un recente studio sociologico di N. Wolfinger e W. Bradford Wilcox, che passa in rassegna i risultati di varie altre ricerche, e registra un dato di fatto: la religiosità influenza molto positivamente la qualità del rapporto matrimoniale. Riportiamo dunque alcuni motivi di questo fatto, così come sono delucidati in questo lavoro.
1. La religione afferma la sacralità del matrimonio e/o l’importanza della fedeltà, promuovendo una solida visione del matrimonio, che non viene perciò visto come un mero contratto a breve termine, bensì come istituzione a lungo termine, e ciò comporta un maggior investimento affettivo e di energie per la riuscita del rapporto. Le norme religiose sull’affetto reciproco, sulla fedeltà sessuale, sul perdono, sull’indissolubilità del matrimonio, ecc. aiutano ad edificare coppie solide e ad evitare molto conflitti.
2. Anche i riti religiosi (che invece sono, assai spesso, erroneamente, considerati vuoto formalismo) legati alla vita familiare (soprattutto matrimonio e battesimo) rinforzano la capacità di mantenere fede all’impegno assunto il giorno delle nozze, perché consentono di percepire le relazioni familiari come qualcosa in cui c’è una dimensione sacra.
3. I coniugi credenti, conoscendo le proprie convinzioni religiose reciproche sul matrimonio (e, aggiungiamo noi, se sono convinti dell’aiuto divino), confidano nella durata del loro matrimonio, avvertono un senso di sicurezza e di fiducia reciproca e sono maggiormente propensi a passar sopra ai problemi che insorgono all’interno della relazione.
4. Le istituzioni religiose promuovono forme di supporto concreto alle famiglie e propongono modelli-esempi di coniugi da imitare (sia nel gruppo religioso, sia additando alcuni coniugi della storia della Chiesa).
5. La religione condanna pratiche che minano le relazioni coniugali, come l’alcolismo e l’uso di droghe, facendole diminuire.
6. Una delle maggiori cause dei problemi relazionali e coniugali è lo stress, che – secondo i dati di questo studio – è minore nelle persone che esercitano la pratica religiosa, la quale è mediamente associata ad un maggior livello di benessere psicologico.
Insomma, non solo tra le coppie sposate di credenti si verificano molti meno casi di violenza domestica, ma, secondo gli studi sociologici che abbiamo sintetizzato, queste coppie sono mediamente assai più solide e felici.
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