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« Torna agli articoli di Giuliano Guzzo
Il Presidente eletto degli Stati Uniti, secondo le proiezioni dei principali organi di stampa, è Joe Biden, al netto ovviamente dei ricorsi di Donald Trump, che però sta subendo le pressioni dei suoi fedelissimi che lo stanno invitando a riconoscere la vittoria del suo avversario e lo stesso tycoon starebbe pensando, secondo ultime indiscrezioni, già alle elezioni del 2024.
I media di tutto il mondo, soprattutto la stampa mainstream, sono però tutti pazzi per lei, la sua vice, Kamala Harris. Classe 1964, di madre indo-americana e padre di origine giamaicana, con alle spalle studi alla Howard University e all'Hastings College of the Law di San Francisco, già procuratrice distrettuale di San Francisco, l'esponente democratica non ha ancora - com'è ovvio - compiuto alcun atto formale, eppure si sta affermando come la beniamina progressista globale. Il che, in parte, è anche comprensibile.
CONDANNARE LE VITTIME E SALVARE I CARNEFICI
Sì, perché la Harris incarna alla perfezione i canoni del progressismo: il multiculturalismo, il femminismo 2.0, l'anticlericalismo, l'appoggio alla cultura di genere e l'abortismo più estremo. Esagerazioni? Purtroppo no. Basti pensare a come, da procuratore generale della California, la donna - che ha fama di essere una tosta e determinata - ha difeso il colosso abortista Planned Parenthood da ombre pesantissime, a partire dall'accusa della vendita di parti di bambini abortiti, in aperta e totale violazione di diverse leggi federali. Tutte cose di cui, beninteso, esistono filmati girati proprio in terra californiana.
Ciò nonostante, la Harris annunciò che avrebbe indagato sui giornalisti del Center for Medical Progress (CMP), responsabili di aver documentato l'anzidetto orrore (che molti, evidentemente, volevano tenere occultato), anziché sulla Planned Parenthood, che difatti ha staccato a Biden e socia un assegno di sostengo elettorale pari a 45 milioni di dollari, mica bruscolini. Ma torniamo alla nuova vicepresidente, la quale, da senatrice, si è distinta anche per aver letteralmente torchiato Brian Buescher, nominato giudice distrettuale federale in Nebraska.
Il motivo per cui la Harris si era impuntata con Buescher è la sua appartenenza ai Cavalieri di Colombo, che non è una organizzazione terroristica né una pericolosa setta, bensì una fraternità cattolica con fra l'altro oltre un secolo di storia alle spalle e che, con due milioni di membri, promuove attività caritatevoli. Ciò nonostante, la politica dem si è scatenata contro Buescher, chiedendogli se fosse «a conoscenza del fatto che i Cavalieri di Colombo si sono opposti all'uguaglianza matrimoniale» - opposizione che viene evidentemente da lei vista come orribile -, quando costui si era unito alla fraternità.
ABORTISTA, NEMICA DELLA FAMIGLIA E ANTICRISTIANA
Sì, perché oltre che abortista convinta, la nuova vicepresidente - come già si accennava - è una sostenitrice dei movimenti Lgbt ed ha dichiarato con orgoglio di aver lei stessa celebrato matrimoni gay. Non solo. La nuova vicepresidente si è pubblicamente vantata, non molto tempo addietro, di aver costretto, quando era procuratore, le aziende di proprietà religiosa e i centri per la gravidanza pro-vita ad agire contro la loro coscienza. Abbiamo insomma a che fare con una abortista, nemica della famiglia naturale - battaglia che condivide col movimento Black Lives Matter, che la Harris appoggia convintamente - e per giunta anticristiana.
Il solo aspetto che pare rendere la nuova star del progressismo mondiale digeribile anche ad alcuni cristiani è il suo essere a favore delle porte aperte, anzi spalancate all'immigrazione, del riconoscimento dei clandestini e dell'abbattimento di ogni muro, barriera o confine che dir si voglia. Ora, a prescindere da come la si pensi su quest'ultimo tema - che, per inciso, per quanto rilevante non rientra affatto tra quelli eticamente non negoziabili - è tuttavia lampante come abbiamo a che fare con una rappresentante delle istituzioni agli antipodi di tutto ciò che sa di diritto naturale, personalismo ontologico ed etica cristiana.
In effetti, rispetto alla Harris persino uno come Joe Biden - cui diversi sacerdoti cattolici, nei mesi scorsi, hanno negato la comunione proprio per il suo fiero e rivendicato abortismo - rischia di passare come un moderato; il che, purtroppo, è davvero tutto dire. Ne consegue come i prossimi quattro anni, per chiunque abbia a cuore i valori della vita, della famiglia e della libertà religiosa, rischiano di essere molto molto complicati; soprattutto, appunto, per il ruolo che contro di essi farà di tutto per avere Kamala Harris.
Nota di BastaBugie: Luca Volontè nell'articolo seguente dal titolo "Grazie a Trump: elette 17 pro life senza compromessi" spiega come dalle ultime elezioni americane emerga una vittoria poco evidenziata: il numero di donne pro life alla Camera dei Rappresentanti è raddoppiato. La metà delle nuove guerriere a difesa della vita ha ribaltato i seggi occupati dai Democratici puntando sulla loro contrarietà all'aborto e al socialismo.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 17 novembre 2020:
Da queste elezioni americane emerge una certezza, una vittoria che nessuna grande rete televisiva ha evidenziato, ma che suscita speranza sia per gli americani pro life, sia per tutti noi: (sino a ieri) il numero di donne a favore della vita alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti è raddoppiato. Le elezioni del 2020 hanno portato a 17 le guerriere della vita e della famiglia neo elette, oltre alle 11 che sono state confermate e alle altre 5 che potrebbero essere definitivamente elette a fine conteggio nei prossimi giorni.
Otto delle 17 nuove elette hanno ribaltato i seggi precedentemente occupati dai Democratici. Prendiamo, ad esempio, la neoeletta rappresentante del New Mexico Yvette Herrell, che ha spodestato l'ormai uscente Xochitl Torres Small, che aveva il 100% di approvazione da parte della lobby pro aborto NARAL.
Caso simile per la neo eletta Maria Salazar della Florida, che ha tolto il posto all'ex segretaria della Clinton Health and Human Services, Donna Shalala. La Shalala negli anni '90 aveva coperto gli obbrobriosi omicidi del medico abortista Henry Foster.
La Salazar, al contrario, ha sostenuto apertamente le sue idee pro life in tutta la campagna elettorale e ha vinto. Questa tendenza degli elettori che scelgono la rappresentanza pro-vita rispetto all'estremismo abortista si riflette in tutti gli Stati Uniti - dalla vittoria di Stephanie Bice in Oklahoma a quella di Nicole Malliotakis a New York. Questa ondata di donne pro-vita è un grande schiaffo, oltre che una palese smentita della malsana idea che le donne sono favorevoli all'aborto e coloro che lo rifiutano sono emarginate. Al contrario, le donne pro life americane sono popolari ed elette al Congresso, non per decisione dei mass media e delle lobbies ma del popolo sovrano. [...]
Teniamo a mente questi nomi, saranno le Giovanna d'Arco della nuova legislatura che si aprirà il prossimo gennaio 2021. Ovviamente tutte le grandi e piccole organizzazioni pro life americane si sono impegnate per la loro elezione e si sono congratulate per un risultato impossibile ed insperato, simile a quello di Trump, che ha visto i mass media a spingere i candidati pro aborto ed il popolo a scegliere per la vita.
La Susan B. Anthony List ha tracciato un ritratto per ciascuna delle neo elette, vale la pena dare una occhiata per rendersi conto di quale femminilità, giovinezza e determinazione siano fatte. L'elezione di così tante donne a favore della vita avrà un grande peso politico e una grande conseguenza. Gli allarmi e le preoccupazioni sull'impegno massiccio della amministrazione Biden-Harris a favore dell'aborto si moltiplicano in queste settimane, il pericolo reale che non solo tutte le misure pro life prese da Trump vengano cancellate, ma che si promuova su larga scala mondiale l'omicidio di vite innocenti è una certezza.
La nomina di Ronald Klain Capo dello Staff di Biden (definitosi "soldato dell'armata di NARAL"), quella di David Kessler (colui che autorizzò la vendita libera delle pilolle abortive) a Co-Presidente del team anti Covid di Biden e la presenza massiccia di uomini di Soros nel 'Gruppo di Transizione' dem sono due segnali chiari della direzione che Biden è intenzionato ad sin dai primi 100 giorni di mandato. [...]
In questo fine settimana c'è già stato un anticipo delle battaglie future. Proprio la neo eletta Deputata pro life di New York, Nicole Malliotakis, ha annunciato di volere organizzare con le proprie colleghe una "squadra antisocialista" per combattere le malsane idee della 'Squad Democratica'. Molti di noi, ha dichiarato la Malliotakis, "sono vissuti sotto i regimi cubani e venezuelani, molti hanno genitori e nonni fuggiti dai paesi ex comunisti, il socialismo è cattivo e noi vogliamo preservare le nostre libertà e le libertà del mercato", altro che le promesse di Bernier Sanders e le urla di Alexandra Ocasio Cortez!
È ben vero che al Congresso Usa la maggioranza Democratica, seppur perdente, ha mantenuto la maggioranza di almeno 219 membri, tuttavia la crescente polemica da parte dei deputati Democratici e socialisti nei confronti dei rappresentanti moderati del partito e della Presidente Pelosi, preannunciano uno scenario molto caotico ed ad ogni provvedimento l'Aula del Congresso potrebbe vedere divisioni e assenze proprio tra le fila democratiche. Una opportunità per i Repubblicani, una doppia opportunità per la nuova pattuglia di donne pro vita che saranno le vere protagoniste dei prossimi anni.
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