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L'ORGOGLIO ETERO PROIBITO (ANCHE NELLA LEGA)
Un consigliere di Bagno a Ripoli, dicendo di sentirsi discriminato, cita il Ddl Zan e propone una Giornata dei cattolici-eterosessuali: subito espulso dal partito!
di Rino Cammilleri
 

Al Comune di Bagno a Ripoli (Fi) sono tutti cattolici. Soprattutto se del Pd. L'antefatto: il consigliere leghista Gregorio Martinelli Da Silva ha presentato una mozione che, da qualunque parte la si rigiri, pare proprio provocatoria e paradossale. Ma per intenderla come tale bisognerebbe essere provvisti di sense of humour, cosa che nessuno, neanche l'ex aspirante governatrice leghista, pare avere da quelle parti. Il Da Silva, che è pure giovane, aveva detto che, dati i tempi che corrono, lui, come cattolico maschio ed eterosessuale, si sente discriminato. Scrive, tra l'altro, e spiega: «Con l'avanzamento di proposte come quelle della mozione della commissione pace, o come la legge Zan, si puniscono e si discriminano le persone che seguono la Dottrina Cattolica». Perciò auspica l'indizione di una Giornata apposita per questi neo-perseguitati.
Forse, a nostro modesto avviso, avrebbe dovuto, prima, compulsare il calendario per vedere se c'è ancora posto. Le Giornate da commemorare sono ormai vicine al fatidico numero di 365 (c'è anche quella contro le sigarette) e l'Orgoglio Gay ha addirittura un intero Mese. Ma se Da Silva voleva scatenare un putiferio c'è riuscito: il Pd ha squadernato il testo incriminato su Facebook, commentandolo da par suo come «un punto di non ritorno nel dibattito democratico assolutamente da evitare. Il testo rappresenta la negazione di ogni principio democratico, di libertà, uguaglianza, fratellanza e umanità», ecc. ecc.
Susanna Ceccardi, leghista di primo piano in Toscana, biasima: «Oltretutto, in un momento così difficile per migliaia di famiglie italiane, che stanno facendo i conti con una crisi sociale ed economica senza precedenti a causa della pandemia, affrontare queste tematiche in un consiglio comunale è davvero sconveniente e quasi surreale». Giusto. Invece in Parlamento va bene, visto che la famigerata Legge Zan è là che viene dibattuta in pieno lockdown da seconda ondata di Covid. Il sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini, «rabbrividisce» e proclama: «Da cattolico, dico che i veri valori del cattolicesimo non hanno niente a che vedere con questo vergognoso attacco all'omosessualità». E tira le orecchie a Salvini (che ha sostituito il Cavaliere come bersaglio mobile della sinistra): «Cosa dobbiamo aspettarci ancora? Che si torni a parlare di supremazia della razza ariana? Salvini ce lo spieghi».
Repubblica riporta che interviene anche Caterina Biti, senatrice del Pd: «Da cattolica eterosessuale non mi sono mai sentita minacciata, e da rappresentante delle istituzioni inorridisco». Insomma, da tutta questa grottesca storia si evincono due cose: una è che, come anticipato, sono tutti cattolici, specie dalle parti del Pd; l'altra è che l'unica a non essersi protestata cattolica è la leghista Ceccardi, che però si accoda agli alti lai dei politicamente corretti e dà tutta la croce addosso all'incauto: «Sono convinta che il nostro partito prenderà opportuni provvedimenti nei confronti di questo consigliere». Addirittura. Sì, perché (aggiunge): «Le affermazioni contenute nel testo (del consigliere, ndr) sono lontane anni luce dal nostro modo di concepire la società di oggi». Ah, sì? E i rosari di Salvini? Boh, non si capisce più niente. Tranne una sola cosa: toccare i gay è come infilare le dita nella presa di corrente, chi scatena fulmini e chi se la fa addosso.

P.S. Il consigliere Da Silva è stato espulso dalla Lega. Giustizia è fatta. Pare che il partito avesse considerato l'iniziativa inopportuna, ma lui l'ha portata avanti lo stesso.

 
Titolo originale: L'orgoglio etero proibito (e addio humour)
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26-11-2020