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Il dirigente pubblicitario Howard Inlet è ridotto ad uno stato clinicamente depresso, borderline, solitario e con tendenze suicide dopo la morte tragica della sua giovane figlia. I suoi amici e partner commerciali Whit Yardshaw, Claire Wilson e Simon Scott, che lui ha allontanato, temono per la sua salute mentale così come per il futuro della loro azienda, dato che il comportamento irregolare di Howard è costato loro numerosi mancati profitti e li ha lasciati sull'orlo del fallimento. L'unico modo che hanno per uscire da questa situazione è vendere l'azienda. A questo scopo i tre amici assumono un investigatore privato, Sally Price, per acquisire la prova che Howard sia inadatto a gestire la società, l'unico modo per poter vendere, essendo lui socio di maggioranza e contrario alla vendita.
Sally intercetta delle lettere che Howard ha diretto ai concetti astratti di "Amore", "Tempo" e "Morte". Whit, Claire e Simon assumono un trio di attori - Aimee, Raffi e Brigitte - che incontreranno Howard impersonando "Amore", "Tempo" e "Morte", rispondendo alle sue lettere. Sally registrerà un video di questi incontri e poi cancellerà digitalmente le sagome di Aimee, Raffi e Brigitte per far apparire Howard mentalmente squilibrato, permettendo ai soci di vendere la società. In preparazione per il loro ruolo, Aimee, Raffi e Brigitte trascorrono del tempo con Whit, Claire e Simon, che stanno attraversando problemi personali nella propria vita: Whit sta lottando per ristabilire il contatto con la figlia Allison Yardshaw, che lo incolpa del divorzio con la madre; Claire è alla ricerca di donatori di sperma per concepire un bambino dopo aver trascurato la sua vita privata per anni; Simon sta combattendo il cancro in segreto, già presentatosi in passato, senza rivelarlo alla moglie che ha appena partorito un figlio. Oltre a lavorare per loro, i tre attori daranno loro consigli e li spingeranno a risolvere le loro situazioni di vita.
Il film mira molto in alto: trovare un senso - assolutamente laico, senza l'intromissione di nessun elemento religioso - al più grande interrogativo dell'uomo, la morte, prendendo come punto di riferimento tra l'altro la fine più ingiusta e crudele, quella di una bambina. Purtroppo la "bellezza collaterale" del titolo è appena accennata e risulta una magra consolazione per una tragedia del genere.
Rimane, oltre a un colpo di scena finale che almeno rimanda, dopo tante chiacchiere, alla concretezza di una compagnia umana, la portata disumana di una tragedia davanti a cui l'uomo anche brillante e intelligente come il protagonista rimane schiacciato e senza voce.
Da questo punto di vista, proprio per la sua inadeguatezza di trovare il bandolo della matassa, di trovare insomma un senso al dolore che non sia una mera giustificazione psicologica, Collateral Beauty mostra, pur senza volerlo, l'inadeguatezza di una posizione non religiosa di fronte alla domanda della vita e della morte e del senso del nostro essere. Non c'è una risposta, non c'è un senso sembra balbettare senza però troppa convinzione Frankel: l'unica consolazione davanti alla morte (che non a caso nel film ha sempre l'ultima parola) è farsi forza, stare vicini.
Se nel cristianesimo il fedele si rivolge a Dio, accettando e praticando i suoi insegnamenti, in questo film le parti si sono invertite: tutto dev'essere orientato al servizio dell'uomo, che ha potenzialità infinite e deve solo comprendere il modo giusto di porsi in armonia con un cosmo impersonale e non meglio identificato. Ecco quindi i discorsi sulla bellezza collaterale che scaturisce da ogni evento, anche dalla morte, il considerare il tempo come un bene prezioso da impiegare e l'amore come una forza che tutto pervade.
Nota di BastaBugie: per vedere quattro clip del film con l'inizio del film e gli incontri con la morte, il tempo e l'amore, clicca qui e poi vai in fondo alla pagina.
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