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E’ un «segnale», è l’idea che una «speranza per la vita» è ancora possibile in Europa. È questo il primo commento di monsignor Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, al voto sull’obiezione di coscienza.
In particolare Giordano fa notare che «il testo della risoluzione approvata si focalizza sul diritto all’obiezione, ovvero su uno dei valori costitutivi dell’Europa, nel senso che gli organismi sovranazionali del continente sono nati per difendere il diritto dei popoli e dei singoli alla libertà». «Il testo approvato dall’aula dev’essere letto in quest’ottica – prosegue monsignor Giordano – perché la commissione incaricata della stesura aveva presentato un testo in cui si sottolineava invece il diritto all’aborto». La discussione in aula sulla base degli emendamenti presentati, come solo Avvenire ha riferito ieri, ha ribaltato la questione. L’aula ha inteso dire che «l’obiezione di coscienza è un diritto ed è un valore, in linea con la tradizione europea». Nel caso in questione si è rilevato che «mentre l’obiezione è un valore, l’aborto è piuttosto un tema che divide le coscienze e anche una problematica aperta che deve venire affrontata in altre sedi e in modi diversi. Infatti se si parla di aborto dobbiamo porre sul tappeto tematiche importanti come quelle della famiglia e del ruolo dei padri, oltre che de i diritti dei nascituri». Quindi nel caso in questione – argomenta ancora Giordano – «la maggioranza trasversale che si è costituita ha posto al centro dell’attenzione non l’aborto ma l’obiezione, vanificando le critiche di quanti vedono le ingerenze della Chiesa sul tema, critiche superate dal prodursi di una maggioranza composta da parlamentari di differenti posizioni politiche e ideali». Se «una parte dell’assemblea sottolineava il tema della libertà della donna, è stato ribadito che al centro del documento veniva posto il tema dell’obiezione di coscienza, dunque della libertà dei medici. Questo è stato il centro del dibattito: la libertà».
Ed è un tema che supera anche le contrapposizioni su argomenti che toccano la vita delle singole persone perché l’assemblea si è fatta carico di rilanciare un diritto alla base della civiltà europea. «Significativa – nota ancora Giordano – anche la reazione del personale medico, delle associazioni mediche e del personale degli organismi sanitari che hanno parlato in maniera autorevole perché la questione li toccava direttamente». È un «segnale» che l’Europa «è ancora capace di produrre una posizione critica e che la tendenza di tipo più radicale e laicista non è sempre vincente come qualcuno poteva pensare. La novità sta piuttosto nel sostenere valori come la vita, la vera libertà, la coscienza, la solidarietà ovunque vi sia in gioco la vita umana».
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