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LA MASCHERINA PRESENTA IL CONTO AI BAMBINI
La mascherina non è stata solo inutile, ma dannosa alla salute per l'aumento delle infezioni... e intanto i titoli dei giornali sono rimasti al 2020 e si ripetono gli stessi errori (VIDEO: Il sacrificio degli innocenti)
di Paolo Gulisano

Infezioni pediatriche in aumento: è l'allarme che viene dall'Ospedale Santobono di Napoli dove i medici registrano da tempo una crescita di infezioni batteriche del cavo orale, delle vie aeree, con forme gravi di mastoiditi e meningiti. Tra i batteri responsabili streptococco e pneumococco. I numeri parlano di una anomalia epidemiologica rispetto alla norma.
"Continuiamo a vedere infezioni che un tempo si contavano sulle dita di una mano" dichiara Vincenzo Tipo, primario del pronto soccorso del Polo pediatrico dell'Arenella. Sulle cause circolano varie ipotesi tra cui, quella più accreditata, che si possa trattare di una conseguenza dell'uso generalizzato delle mascherine imposto a suo tempo dai Governi Conte e Draghi. Un obbligo durato due anni e del quale si possono ora riscontrare le conseguenze. Quando medici e scienziati coscienziosi avevano messo in guardia contro l'uso prolungato delle mascherine nei bambini, erano stati sommersi da insulti e accuse di irresponsabilità, più il consueto marchio di infamia di "complottista" messo su chiunque eccepisse sulle misure sanitarie. Eppure la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità a inizio epidemia, quando esistevano ancora dei margini di libertà di espressione nel pubblico dibattito scientifico, aveva rilasciato una comunicazione molto significativa.
Si trattava del documento Advice on the use of masks in the context of COVID-19: Interim guidance, 5 June 2020, in cui l'OMS affermava che era bene "prendere in considerazione alcuni dei potenziali rischi derivanti da un utilizzo prolungato della mascherina". Questi rischi venivano identificati come: possibile sviluppo di lesioni cutanee facciali, come la dermatite o il peggioramento dell'acne; la potenziale auto-contaminazione, causata principalmente dai germi - virus e batteri- trattenuti all'interno della mascherina stessa. Un altro rischio riportato era l'uso inappropriato, ovvero la possibile contaminazione che aumenta se le mascherine vengono tenute a lungo e frequentemente toccate, cosa che era la norma soprattutto nel caso di bambini.
A fronte delle evidenze epidemiologiche e cliniche che dimostravano una mortalità dello 0,00023 % nei soggetti sotto i 20 anni, per i quali il Covid era una malattia pressoché asintomatica o paucisintomatica, sovrapponibile ad una influenza, i bambini e gli adolescenti vennero costretti a portare il presidio di protezione continuativamente per ore. Gli effetti di questo uso prolungato, ovvero abuso, della mascherina, sono ora visibili. Non è escluso che una responsabilità possano averla avuta anche quei milioni di mascherine irregolari e pericolose per la salute acquistati dalla Cina nel corso della prima ondata della pandemia, un "affare" da 1,25 miliardi di euro che costò il posto all'ex commissario straordinario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri, una vicenda sulla quale è calato il silenzio.
Oggi, davanti all'aumento di infezioni batteriche nei bambini, sono finalmente professori e primari di pronto soccorso ad ammettere che l'uso generalizzato, prolungato e indiscriminato delle mascherine ha provocato il diffondersi di queste patologie. In forma epidemica.
In realtà, sarebbe dovuto bastare il buon senso per capire che mettersi una pezza per coprire le vie respiratorie avrebbe potuto portare a respirare (spingendoli sempre più in profondità) tutti i batteri, virus e funghi che si trovano nell'ambiente, molti dei quali sono normalmente eliminati da un sistema immunitario normalmente funzionante, e che finivano per trovare nella mascherina con la sua umidità determinata dall'espirazione un terreno ideale di sviluppo. Tuttavia la mascherina era diventata molto di più che un dispositivo individuale di protezione da indossare nei contatti stretti a rischio, da sempre utilizzato ad hoc, come dai chirurghi durante un intervento per evitare di contaminare il campo operatorio, o da persone in trattamento immunosoppressivo.
Divenne un oggetto simbolo del fatto che si viveva in stato di emergenza. Indossarla significava fare il proprio dovere di buon soldato, a cui non si doveva sottrarre nessuno, dai bambini agli anziani. Ai bambini venne inoltre imposto con la pseudomotivazione moralistica che dovevano evitare di contagiare i nonni. Nessuna deroga venne concessa, nemmeno ai bambini asmatici che soffocavano dietro il bavaglio. Una intransigenza mai vista in ambito scolastico, un rigore degno di miglior causa. E così oggi ci troviamo con più bambini malati, e più esposti a queste forme batteriche in espansione.

Nota di BastaBugie: Stefano Magni nell'articolo seguente dal titolo "Covid, ancora infodemia e pronto soccorso pieni" parla dei titoli dei giornali sul Covid, dove si trova ancora enfasi sui contagi, ancora ci si chiede se possiamo abbracciarci a Natale. E la notizia grave è che i pronto soccorso sono già saturi. Perché il 2020 non ci ha insegnato nulla?
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 20 dicembre 2023:

Titolo del Corriere della Sera: Covid, come comportarsi a Natale: evitare gli abbracci? Stiamo parlando di un numero storico del Natale 2020? No, questo titolo era in primo piano nell'edizione online del 17 dicembre scorso (2023). In effetti cambia qualcosa: se si legge tutto l'articolo, organizzato in domande e risposte, come le Faq governative dei tempi pandemici, troviamo suggerimenti molto più rassicuranti. Sappiamo, ad esempio, da Francesco Vaia (direttore dell'ufficio Prevenzione del Ministero della Salute) che possiamo abbracciarci a Natale. Apprendiamo inoltre che il vaccino è consigliabile ai fragili e agli ultra-sessantenni e che è una scelta personale, comunque. E la mascherina non è più obbligatoria.
Un altro titolo che induce a fare un tuffo nel passato di tre anni fa è Covid e influenza, pronto soccorso lombardi da bollino nero. Lo citiamo sempre dal Corriere, che è il quotidiano più venduto, ma la notizia è ripresa da tutti i quotidiani, anche locali.
Insomma, le notizie sono diverse, l'umore del pubblico è cambiato drasticamente, gli articoli sono differenti e così anche i consigli degli esperti citati, ma i titoli narrano sempre la stessa paura. E anche l'importanza che viene data a Covid e all'influenza è sproporzionata rispetto all'entità del rischio. Un titolo è importante. Un posizionamento in pagina è importantissimo. È ciò che fa la narrazione. È una precisa scelta editoriale per dire ciò che è importante rispetto a ciò che non lo è.
Giunti al 2023, con un Covid sempre meno letale e preoccupante, non è normale continuare a chiederci cosa possiamo o non possiamo fare a Natale. Non è normale chiederci se possiamo tornare ad abbracciarci. Certo che lo possiamo fare: già dalla fine del 2021, almeno, con la diffusione di varianti molto meno letali del coronavirus. Non è normale continuare a leggere notizie sui contagi e sul loro aumento.
Questo allarmismo, indotto, è la prima dimostrazione che non abbiamo imparato la lezione del 2020. L'errore che è stato commesso è l'opposto rispetto a quello che si commise per l'influenza spagnola del 1918-20. In quel caso, di un secolo fa, durante la fase finale della Grande Guerra, la stampa provò a cancellare il problema, non parlandone, per evitare di demoralizzare la popolazione e le truppe al fronte. In questo caso, invece, la stampa ha suonato l'allarme ai quattro venti per indurre il governo a "fare qualcosa". Così è stato in Italia, con il governo Conte, poi in tutto il resto d'Europa, salvo la Svezia. Che infatti è stata continuamente accusata di irresponsabilità.
Il governo Conte, spinto dai media, ha "fatto qualcosa", l'unica cosa semplice, suggerita dalla Cina, che poteva fare a costo pressoché nullo per le istituzioni: obbligare i cittadini a stare a casa, a prescindere dal loro stato di salute e dal costo (umano, professionale, economico) che hanno dovuto affrontare. Non appena è stato brevettato un vaccino, gli Stati hanno fatto quel che sanno fare meglio: una campagna di vaccinazione di massa, senza badare ai casi singoli, non parlando di eventuali effetti avversi e ricorrendo all'obbligo contro minoranze recalcitranti.
Almeno questa lezione è stata appresa. Oggi i media possono suonare ancora l'allarme, ma il governo Meloni è meno recettivo. Sta affrontando il problema con più sangue freddo e meno decisioni irrazionali. Non si vedono all'orizzonte nuovi provvedimenti anti-pandemici straordinari, come divieti di assembramento, obbligo di mascherina, o limiti agli spostamenti dei cittadini, né la quinta dose del vaccino viene imposta ad alcuna categoria.
Entrambe le misure di massa adottate dal governo Conte, il lockdown prima e la campagna vaccinale di massa poi, sono state introdotte soprattutto per evitare di saturare un sistema sanitario già affollato, quindi insufficiente. La notizia dei pronto soccorso lombardi già saturi, anche se non siamo in un periodo di emergenza paragonabile al 2020, sono la dimostrazione che non si è appresa la seconda lezione della pandemia: ancora oggi non abbiamo medici di base a sufficienza. Se con l'influenza si finisce al pronto soccorso, vuol dire che manca un medico di base che prevenga il ricovero, con cure mirate, a domicilio.
Nel corso delle prime ondate di Covid questo problema era emerso in tutta la sua drammaticità e, forse per nascondere la carenza del sistema, parlare di "cure domiciliari", per chi contraeva la nuova malattia, era diventato un tabù. Si poteva essere accusati di parlare contro la scienza, di fare disinformazione, di essere dei ciarlatani. Ma il problema c'era allora con il Covid e si vede a maggior ragione in queste settimane: senza medici di base, il pronto soccorso si satura e anche i malati ammessi in ospedale rischiano la vita perché curati in ritardo. Ricorrere all'ospedalizzazione per tutti, nel 2020, non ha contribuito a salvare vite. Anzi, ha contribuito a rendere gli ospedali luoghi di contagio fra i peggiori.

VIDEO: IL SACRIFICIO DEGLI INNOCENTI di Silver Nervuti
Proponiamo ancora una volta il seguente video (durata: 4 minuti) dal titolo "Il sacrificio degli innocenti" dove Silver Nervuti spiega come mai, con la svolta totalitaria dell'Italia, lo Stato si è impossessato dei nostri figli e li immola al profitto delle multinazionali. Video utile per non dimenticare.


https://www.youtube.com/watch?v=Ft1OsSEppSs

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Titolo originale: La mascherina presenta il conto ai bambini: boom di infezioni
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11 novembre 2023