I più letti del mese
I PIÙ LETTI DEL MESE

SCEGLI UN ARGOMENTO

« Torna agli articoli di Don Dolindo Ruotolo


FRENARE LA PROPRIA LINGUA E' LA COSA PIU' DIFFICILE
Come il morso orienta il cavallo dove vuole il padrone, così la lingua può orientare l'uomo alla virtù o a soddisfare le passioni a seconda se è tenuta a freno oppure no
di Don Dolindo Ruotolo

"Perché tutti quanti inciampiamo in molte cose: Se uno non inciampa con la parola, questi è un uomo perfetto, capace di tenere a freno tutto il corpo. Ecco: Noi mettiamo il morso in bocca ai cavalli per renderceli obbedienti, e possiamo condurre dove ci pare tutto il loro corpo" (Gc 3, 2-3).
Se si riflette, infatti, e se facciamo appello alla nostra medesima esperienza, la cosa più difficile a dominarsi è proprio la lingua.
Nelle discussioni o nelle contese noi sentiamo un impeto irresistibile a rispondere, a ribattere appena ci sorge nell’anima un pensiero; impeto tanto irresistibile, che noi ci sentiamo intimamente contenti e soddisfatti di aver parlato, di aver risposto, di aver rimbeccato, e tanto soddisfatti da sentire il bisogno di dirlo agli altri, esclamando anche al primo che capita: "Ben fatto, gliel’ho detto; io... crepavo se non glielo dicevo; io sono Franco, non ho peli sulla lingua, e quello che sento dentro debbo metterlo fuori" e simili vivaci e taglienti espressioni che manifestano di quale forza è l’impeto della lingua, e come il saperlo frenare è segno di perfezione interiore e di completo dominio delle nostre passioni.
Tutte le passioni, infatti, trovano nella parola la loro espressione e il loro incentivo.
La superbia e la vanagloria suggeriscono alla parola la propria lode; l’invidia spinge alla maldicenza e alla calunnia; l’avidità del guadagno spinge alla menzogna e alla frode; l’ira all’ingiuria e alla bestemmia; l’ozio al pettegolezzo, alla chiacchiera frivola, ai giudizi avventati e infine la lussuria vi trova la causa del suo risveglio e il suo sfogo scandaloso con i discorsi impuri, le parole a doppio senso o la rievocazione di peccati commessi o di avventure "galanti".
Perciò il Siracide si domanda: "Chi non inciampa nel conversare?" (Sir 19,16). E Gesù Cristo dice: "Dall’abbondanza del cuore parla la lingua" (Mt 12,34). E ancora, considerando la lingua come espressione dei peccati dei quali si deve rendere conto a Dio nel giudizio, proclama solennemente: "In verità vi dico che di ogni parola oziosa che l’uomo avrà proferita, renderà conto nel giorno del giudizio" (Mt 12,36). E ancora: "Ciò che esce dalla bocca renderà impuro l’uomo" (Mt 15,11).
San Giacomo per mostrare come è necessario dominare la lingua, perché per essa l’uomo esprime e fomenta le passioni, porta alcuni paragoni che fanno capire, come la lingua, per piccola che sia come muscolo, può determinare o esprimere l’indirizzo della vita, e dice: "Noi mettiamo il morso in bocca ai cavalli per renderceli obbedienti, e possiamo condurre dove ci pare tutto il loro corpo" (provvidenzialmente la dentatura del cavallo è adatta a portare il morso: essa, infatti, contiene sei incisivi nella parte superiori che sono adattissimi a strappare le erbe; i canini sono piccolissimi o addirittura mancano, e di conseguenza lasciano una zona semivuota o vuota tra gli incisivi e i molari, dove si adatta e può stare il morso; i molari sono larghi e grossi con ripiegature nello smalto, e perciò adatti a triturare l’erba; sono dodici sopra e sotto; il morso, tirato in un senso o in un altro, costringe il cavallo per il dolore o per il fastidio che gli procura lo strappo, a voltarsi secondo la direzione voluta da chi lo guida).
Così la lingua, adoperata per il male o per il bene, orienta l'uomo al male o al bene, come il morso orienta il cavallo con tutto il suo corpo, dove vuole il padrone.

 
Titolo originale: Saper frenare la lingua per frenare le passioni
Fonte: Settimanale di Padre Pio, 21/07/2024