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Dopo oltre sei anni di battaglie legali, Pro Vita & Famiglia Onlus ha ottenuto un'importante vittoria contro l'ingiusta censura imposta dal Comune di Roma ai danni di un manifesto che - con l'immagine di un bambino nel grembo e messaggi informativi e positivi - celebrava la bellezza e la dignità della vita nascente. Il Giudice di Pace della Capitale, infatti, ha accolto in via definitiva il ricorso presentato dall'associazione, annullando tutti i precedenti provvedimenti sanzionatori legati all'affissione.
Tutto ebbe inizio nel novembre 2018, quando nella vetrina della sede dell'associazione, in viale Manzoni 28/C, venne affisso un manifesto che riportava alcune verità scientifiche sullo sviluppo del bambino nel grembo: "Tu eri così a 11 settimane...", "Tutti i tuoi organi erano presenti", "Il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento", "Ora sei qui perché i tuoi genitori hanno scelto la vita" erano infatti i messaggi che campeggiavano sull'affissione. Nessun riferimento diretto all'aborto, nessuna immagine violenta o offensiva. Solo un messaggio positivo e informativo. Eppure, il 30 novembre 2018, alcuni agenti della Polizia Locale di Roma Capitale contestarono formalmente l'affissione, definendola - in un verbale poi ovviamente contestato dall'associazione poiché non riportava il vero - «lesiva del rispetto delle libertà individuali e dei diritti civili». La motivazione fu persino falsata: il testo venne parzialmente riscritto, attribuendo all'associazione un'espressione mai usata ("tua mamma non ti ha abortito"), nel tentativo di giustificare l'accusa.
L'Associazione ha dapprima tentato la via amministrativa, ricorrendo al Sindaco contro la sanzione, ma Roma Capitale ha confermato la multa con due Determinazioni dirigenziali. A quel punto, è iniziato un lungo percorso giudiziario culminato in questi giorni, quando il Giudice di Pace ha dato ragione a Pro Vita & Famiglia con una sentenza definitiva.
Le motivazioni della sentenza del Giudice di Pace sono chiare: il manifesto dell'associazione non rientra tra le comunicazioni commerciali soggette a restrizioni, bensì tra quelle a carattere sociale, culturale e istituzionale. Pro Vita & Famiglia, dunque, ha agito nel pieno rispetto della normativa, esercitando il diritto alla libertà di espressione su un tema fondamentale come quello della vita umana prima della nascita. «Una sentenza che restituisce giustizia e verità - dichiara l'associazione - e che dimostra quanto sia pericolosa la censura ideologica che tenta di imbavagliare chi difende i più deboli. Non ci fermeranno: continueremo a dire che ogni vita è un dono, anche quando questo dà fastidio a qualcuno». La battaglia, infatti, non era solo legale, ma valoriale. E oggi, con questa sentenza, a vincere è stata la difesa della Vita nascente.
DOSSIER "MANIFESTI CENSURATI"
Quando difendere la vita è illegale
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