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All'interno dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose c'è una situazione piuttosto turbolenta. Oggetto del contendere è una vicenda che sta animando le chat degli iscritti e che ha portato, al momento, alle dimissioni dal direttivo di uno dei componenti, Lucio Cotticelli. Questi si è dimesso perché non ha condiviso le vicende che hanno portato all'iscrizione nell'associazione come socio sostenitore di una donna con tre bambini piccoli, unita civilmente con un'altra donna.
A dare fuoco alle polveri e a far deflagrare un malcontento che covava sotto la cenere da qualche giorno, è stato ieri un articolo di una iscritta, Carola Profeta, pubblicato sul blog del giornalista Aldo Maria Valli nel quale si denuncia quella che sembra essere un'apertura dell'associazione alle coppie omogenitoriali: «Apprendo che i nuovi vertici intendono modificare radicalmente l'identità dell'associazione, aprendo alle coppie omogenitoriali, definendo questo passaggio come "fisiologico"».
Subito dopo la pubblicazione dell'articolo è partito un tam tam inarrestabile tra gli associati e sui social, che ha reso indispensabile in serata un chiarimento da parte di Alfredo Caltabiano, presidente dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose.
Nel richiamarsi allo statuto e alla carta dei valori associativi, il presidente ha risposto a quelli che ha definito «giudizi e affermazioni che non corrispondono al vero e che danneggiano gravemente l'immagine e la credibilità dell'Associazione», e ha ribadito che «abbiamo sempre rigettato, e continueremo a farlo, richieste di iscrizione da parte di singoli, separati, coppie etero o omosessuali che non dichiarino di condividere la nostra visione antropologica e statutaria della famiglia fondata sull'unione tra uomo e donna».
Poi ha aggiunto che «l'Associazione non entra nel merito della vita privata e delle storie personali di nessuno, né intende farlo: non è questo il nostro compito, né il nostro spirito. Come quando si entra in Chiesa, nessuno ti interroga sulla tua perfezione morale: ciò che ci unisce è il desiderio di sostenere nella società e con azioni politiche la famiglia composta da uomo e donna, e dai loro figli, crescere insieme, aiutarsi».
COME STANNO LE COSE
Dunque, come stanno le cose? C'è stata o no un'apertura alle coppie omo dentro l'associazione che, pur essendo aconfessionale, è comunque ispirata ad una visione naturale e cristiana dell'uomo e della famiglia?
La Bussola ha potuto ricostruire i fatti come si sono svolti con i protagonisti e ha appurato che dentro l'Associazione Nazionale Famiglie Numerose c'è una maggioranza di membri che sono con il presidente, mentre una minoranza vive queste "novità" come una questione identitaria e di arroccamento. Ma anche questa è una lettura parziale che non spiega tutto.
Prima di tutto è bene chiarire che con la sua decisione, l'Associazione non ha aperto alle coppie omosessuali, cosa contraria allo statuto, ma ha consentito ad una donna con tre bambini avuti all'interno di una relazione lesbica (non è dato sapere con che modalità, ma è immaginabile), l'iscrizione come socio sostenitore. È questa una possibilità che lo statuto dell'Associazione all'articolo 3 dà «nella persona di uno dei coniugi, anche quelle famiglie con meno di sei componenti tra quelli indicati all'art. 1, che si riconoscano nei principi espressi nello Statuto e nella Carta dei Valori».
La questione dello statuto e della carta dei valori è infatti dirimente. In essi si ribadisce che possono iscriversi solo i coniugi regolarmente uniti in matrimonio e che il matrimonio è composto da un uomo e una donna. Ciononostante, dato che è stata data la possibilità di iscriversi come socio sostenitore anche a famiglie con meno di 6 componenti o monogenitoriali o anche a persone non genitoriali, come ad esempio i sacerdoti, la richiesta della donna unita civilmente con un'altra donna, è stata in fine accolta.
E non senza polemiche. Su di lei e sul suo caso, l'associazione specifica che non può rivelare informazioni per non violarne la privacy. Ma da quello che la Bussola è riuscita a scoprire, si tratta di una donna civilunita con una compagna e che è madre biologica di 3 bambini. Infatti, ad iscriversi è soltanto lei e non la compagna. Ma questa iscrizione le consentirà di avere comunque accesso ai benefici concessi agli associati, come ad esempio scontistiche particolari nei supermercati o altri benefici. Ed è per questo motivo che la donna ha chiesto l'ingresso nell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose.
UN CAVALLO DI TROIA
Ma siamo sicuri che non si tratti di un cavallo di Troia per iniziare ad aprire alle famiglie arcobaleno nell'associazione?
Il presidente dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose Caltabiano, alla Bussola è lapidario: «No, lo escludo categoricamente. Ci sono arrivate richieste di iscrizione di coppie omosessuali che chiedevano di iscriversi come coppia e lo abbiamo negato perché questo contrasta con la nostra carta dei valori. In questo caso si è iscritta una mamma da sola, ma la condicio sine qua non per noi invalicabile è la sottoscrizione della carta dei valori. Abbiamo chiesto alla donna per ben tre volte se fosse convinta di sottoscriverla e lei ci ha garantito che è così. A quel punto abbiamo ritenuto di dover procedere anche per non creare delle discriminazioni tra i bambini e soprattutto per ribadire che il nostro modo di difendere la famiglia non è quello delle crociate del tutti contro tutti, ma di promuovere in positivo i nostri valori e i bisogni delle famiglie».
Dunque, con la sottoscrizione della carta dei valori, l'ingresso in associazione della donna ha avuto il semaforo verde. Questo anche perché, l'Associazione Nazionale Famiglie Numerose per essere considerata una Aps (associazione di promozione sociale) è vincolata dal Ministero del Lavoro anche da una iscrizione che si considera libera, nel senso che può iscriversi anche chi non ha i requisiti statutari (in questo caso i 4 figli), ma condivide la carta dei valori.
Basterà? C'è chi nutre dei forti dubbi, anche perché a molti è sembrata una breccia della galassia Lgbt per mettere un piede con qualche suo attivista dentro la vita dell'associazione. Evenienza esclusa categoricamente da Caltabiano, che è pronto ad ribadire come la donna non sia una attivista Lgbt, ma evenienza che in linea teorica non è esclusa a priori, ora che le porte si sono aperte anche per questa categoria.
UNA BRECCIA SI È APERTA
«Ci sono tanti iscritti - ha proseguito Caltabiano - che sono separati e divorziati o addirittura delle coppie che non sono sposate, oppure ci sono famiglie ricostituite. La stessa che ha scritto la lettera inviata al blog non possiede i requisiti per entrare pienamente secondo l'articolo 1 (e ieri ha ricevuto i saluti dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose perché ha annunciato di non voler più rinnovare la tessera ndr)».
Dunque, secondo Caltabiano non c'è alcun rischio che questa iscrizione possa costituire un cavallo di Troia negli equilibri associativi, «anche perché se dovessero esserci delle richieste che contrastano con lo statuto le respingeremo con forza».
Nel frattempo, però è innegabile che una breccia si è aperta.
La donna in questione è madre di tre bambini, ma sui social, con la sua compagna, non fa mistero del suo appartenere con orgoglio alle "famiglie Lgbt". Come faccia a condividere la carta dei valori risulta difficile e poco convincente, ma tant'è.
Di sicuro, il suo ingresso ha provocato una forte turbolenza dentro un'associazione che meritoriamente, in questi anni ha cercato di trovare interlocuzioni con i governi - e con quest'ultimo in particolare - per la promozione dei bisogni e dei diritti delle cosiddette famiglie XL, in un periodo storico anti natalista dove tutto rema contro. Anche l'ideologia omosessualista portata avanti dalle "famiglie arcobaleno", che, almeno questa volta ha fatto una piccola breccia affacciandosi in un mondo finora del tutto precluso ad essa.
Nota di BastaBugie: Vittorio Lodolo D'Oria nell'articolo seguente dal titolo "Famiglie Numerose Cattoliche, le ragioni di una testimonianza" parla degli sviluppi nell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose dopo l'iscrizione di una lesbica.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 13 giugno 2025:
A proposito alla presunta apertura dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose alle coppie omogenitoriali, riportata da Duc in altum e ripresa dalla Nuova Bussola Quotidiana, ritengo di poter apportare il mio contributo in qualità di presidente dell'associazione Famiglie Numerose Cattoliche. Quest'ultima nacque a seguito di un forte contrasto in seno al direttivo Associazione Nazionale Famiglie Numerose sulla questione dei famigerati DICO (2007), sostenuti da Rosi Bindi, che costrinse il vicepresidente di allora (Gianni Archetti) e il sottoscritto (portavoce nonché membro del direttivo) a lasciare l'Associazione Nazionale Famiglie Numerose stessa perché in netta opposizione sulla questione dei DICO.
Lo stesso presidente Associazione Nazionale Famiglie Numerose di allora, dichiarò alla stampa (Il Giorno 11.05.07) di non essere contrario ai DICO e passò la linea del «non siamo contrari ai DICO, ma siamo a favore della famiglia». La rottura in seno alla Associazione Nazionale Famiglie Numerose fu traumatica e i due dissidenti sopracitati chiesero un colloquio col cardinale Caffarra per sottoporgli il progetto di dare vita a una nuova associazione (Famiglie Numerose Cattoliche appunto) che facesse propri i principi non negoziabili e fosse in tutto rispettosa e osservante dei valori cattolici. L'alto prelato fu esplicito benedicendo le nostre intenzioni e il nostro progetto.
Nel febbraio 2008 così nacque Famiglie Numerose Cattoliche che da subito non ebbe vita facile. Dopo pochi giorni dalla nascita ricevemmo una diffida (proprio da Associazione Nazionale Famiglie Numerose) dall'inserire, nel nome della nostra associazione, le parole "famiglie numerose", manco fossero state sotto copyright. Inutile dire che l'azzardata diffida non ebbe alcun seguito.
Ben più demoralizzanti furono le lettere di alti prelati (di cui preferisco tacere i nomi per carità cristiana) che ci "invitavano" a desistere dalla nostra nuova impresa sostenendo che avremmo violato il diritto canonico (canone 300 sulle associazioni religiose). Ai nostri detrattori (laici e religiosi) però sfuggiva un fatto fondamentale: Famiglie Numerose Cattoliche non è una associazione religiosa, ma un'associazione di famiglie cattoliche. Tuttavia, per evitare polemiche sterili e soprattutto per lo statuto Famiglie Numerose Cattoliche che dichiara obbedienza cieca e assoluta alla Chiesa, proponemmo ai nostri interlocutori di metterci nero su bianco la richiesta di levare l'aggettivo "cattoliche" dal nostro nome. Strano, stiamo ancora aspettando quella lettera da almeno 15 anni.
Questa introduzione serve a far capire che gli sviluppi in casa Associazione Nazionale Famiglie Numerose sono del tutto fisiologici, attesi e solitamente ambigui: «Non apriamo alla famiglia omogenitoriale, ma a una sola delle persone unite da vincolo». Oppure ancora: «Essendo Associazione Nazionale Famiglie Numerose una APS, siamo costretti a fare entrare tutti». E come se non bastasse: «Chi sottoscrive la carta dei valori entra a far parte di Associazione Nazionale Famiglie Numerose», dando così potere assoluto a un tratto di penna (la firma) che cancella la realtà e le differenze appiattendo tutto fino a omologare una famiglia omogenitoriale con figli (avuti chissà come).
Che il presidente Alfredo Caltabiano - peraltro squisita persona - sia costretto ad arrampicarsi sugli specchi è dimostrato dalla stessa Carta dei valori dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose che mette al primo posto proprio la eterosessualità, citando niente di meno che il Dio della Genesi ("Uomo e donna li creò"). Con questa premessa diviene difficile per chiunque accogliere come socio effettivo, o semplicemente sostenitore, anche uno solo dei componenti della coppia dello stesso sesso.
C'è infine la questione economica: se una famiglia XL volesse associarsi solo per fruire delle convenzioni con gli sponsor? Pare che tutto, ancora una volta, si risolva con la sottoscrizione della carta dei valori, tanto nessuno ne verifica il rispetto.
Per tutte queste ragioni la Famiglie Numerose Cattoliche ha optato per la difficile scelta di rinunciare a percepire quote associative, sponsorizzazioni, 5 per mille e a trasformarsi in APS, confidando unicamente sulla Provvidenza (donazioni spontanee e volontariato). Va da sé che gli associati sono alcune centinaia e non migliaia ma, come ha dimostrato la storia del cristianesimo, "l'essere pochi non è un ostacolo bensì condizione". Abbiamo preferito essere controcorrente (non "inclusivi" secondo il mainstream), nel rispetto e nella valorizzazione delle differenze. L'inclusività a ogni costo ci pare da sempre una stentata omologazione che nasce da un delirio di onnipotenza del mainstream che vuole tutti uguali col solo scopo del controllo. Siamo decisamente poveri, ma orgogliosi di difendere la nostra identità e promuovere i nostri valori irrinunciabili e non negoziabili.
Infine, mi dico certo e fiducioso che l'amico Caltabiano, presidente dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose, saprà fare chiarezza al proprio interno, coinvolgendo gli associati nello scegliere bene chi associare, e voglia soprattutto mettere mano alla fondamentale applicazione della carta dei valori.
Sono tempi duri per chi vuole chiarezza su certi temi e la stessa Chiesa ha ultimamente ingenerato non poca confusione in materia (ad esempio col recente documento Fiducia supplicans), ma sembra ora soffiare un vento diverso.
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