BastaBugie n�498 del 22 marzo 2017

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LE CONTRADDIZIONI DEL PENSIERO UNICO
I conformisti si adeguano ai luoghi comuni per evitare la fatica e il pericolo di andare controcorrente (esempio: Le iene di Italia 1)
Autore: Antonio Socci

Piccolo vademecum del "pensiero unico" liberamente ispirato al "Dizionario dei luoghi comuni" di Gustave Flaubert.
Ecco alcune sintetiche norme di comportamento e di giudizio ad uso dei conformisti per evitare la fatica (e il pericolo) di pensare controcorrente e per essere perfettamente nel mainstream.

PATRIOTI
Il patriottismo? Se è italiano bisogna definirlo deprecabile sovranismo, sospetto di fascismo e di razzismo. Se è Europeo giudicarlo lodevole, segno di apertura mentale. Ritenerlo obbligatorio.
I confini e gli ideali europei sono da difendere, celebrare e proteggere, quelli nazionali italiani vanno bollati come "muri" e barbara xenofobia.
Nel caso in cui i sovranisti prevalgano nella polemica, fingere grande erudizione citando Samuel Johnson (che tanto nessuno sa chi sia): "il patriottismo è l'ultimo rifugio delle canaglie" (eventualmente ricordare il riciclaggio della battuta in "Orizzonti di gloria" di Stanley Kubrick per mostrarsi pure moderni cinefili).

BREXIT
La scelta del popolo britannico di uscire dal mercato unico europeo va aspramente condannata come sciocco isolazionismo e disastroso nazionalismo. Dire - scuotendo la testa - che hanno votato per la Brexit solo i vecchi e la gente ignorante e rozza.
Poi accennare alle conseguenze devastanti che avrà quel voto nei prossimi anni. Lamentare la sorte dei giovani italiani che fanno i pizzaioli a Londra. Evocare con commozione la "generazione Erasmus" (evitando di parlare del tasso di disoccupazione giovanile in Italia).
Far capire con severità che, nelle trattative con la Ue, gli inglesi dovranno pagar cara la loro stupida Brexit.
Invece elogiare l'indipendentismo della Scozia che chiede un nuovo referendum per "restare in Europa". Va definito illuminato segno di civiltà, "patriottismo europeo". Evocare il film "Braveheart" a chi dice che "la Scozia vuole separarsi dalla Gran Bretagna per sottomettersi ai diktat dell'eurocrazia tedesca".
Per i titolisti dei giornali si raccomanda di definire sempre un "incubo" la Brexit e un "sogno" il referendum indipendentista scozzese.
Fare spallucce o fingere amnesie se qualcuno ricorda che il referendum scozzese per l'indipendenza di tre anni fa (perso dagli indipendentisti) fu applaudito dai leghisti e fu guardato come pericoloso da coloro che oggi lo acclamano contro la Brexit. Cambiare discorso e - alle brutte - dire che avete un appuntamento dal dentista.

CONTRADDIZIONI
Attenzione però a non far confusione. Rapido ripasso. Naturalmente resta sempre validissima la condanna del secessionismo leghista del Nord Italia: nel caso venisse prospettato mostrare la faccia inorridita e definirlo un attentato all'unità nazionale.
Pure per il referendum autonomista di Lombardia e Veneto - voluto da Maroni e Zaia - si raccomanda il rifiuto totale e si consiglia di ignorare la notizia, seppellendola in un tombale silenzio in modo che il popolo non sia turbato dal dover scegliere.
Prepararsi invece - fra poco - a lodare anche l'indipendentismo nord-irlandese, finora deprecabile. Nel caso elogiare pure il secessionismo della California - se andasse avanti - in funzione anti Trump.
Sull'indipendenza del Tibet, invaso dal regime comunista cinese 60 anni fa, glissare, fare i vaghi e prendere tempo, tenendo presente che il Dalai Lama era "trendy" quando ci piaceva fare i buddisti, ma oggi è passato nella categoria "rompiscatole".
La sua stessa semplice presenza irrita i cinesi e provoca le reazioni di quel regime. Chiedere con sussiego: vogliamo forse ostacolare il dialogo? C'illudiamo di fermare la globalizzazione? Vogliamo lo scontro di civiltà? Non sia mai.

NWO
Tenere bene a mente - senza mai dirlo - che non ci sono principi e valori, ma solo interessi. Quindi ogni situazione deve essere giudicata in base alla convenienza del Nuovo Ordine Mondiale così obamianamente democratico, cosmopolita, gender, ecumenico, interculturale, interreligioso e globalizzato. Tutto questo "ambaradan" va definito "la civiltà".
Ripetere che oggi l'Unione europea è per il mondo il faro della civiltà contro la barbarie di Trump e Putin (mostrare un'espressione disgustata e sprezzante quando vengono nominati) e contro i leader nazionalisti e sovranisti (accennare una reazione irritata ai loro nomi come se vi avessero personalmente rigato la macchina con un chiodo e ammazzato il cane con una polpetta avvelenata).
Perciò riassumiamo un rapido quadro storico per dimostrarsi "civili" e saper emettere sempre la giusta sentenza con democratica consapevolezza. Per stare sempre dalla parte della ragione.

STORIA RECENTE
Ottimi sono da considerare il secessionismo e l'indipendentismo degli stati della ex Jugoslavia (Kosovo compreso) e quelli che hanno fatto esplodere la Russia in quindici repubbliche (alcune delle quali assorbite dalla Nato e dall'Unione europea). Vanno considerati tutti luminosi esempi di autodeterminazione dei popoli.
Cosa che non vale però per la Crimea. Anzi, in questo caso bisogna dire che è una violazione del diritto internazionale e che sono giuste le sanzioni alla Russia perché ha riconosciuto - a sua volta - l'autodeterminazione della Crimea stessa.
L'indipendentismo catalano è ancora in sospeso perché non è chiaro se convenga o no alla causa "illuminata" e globalizzata del Bene.
Condannare l'azione del governo siriano e dei russi per liberare Aleppo e la Siria dai jihadisti definendola "massacro" o "bagno di sangue". Invece elogiare la nobile azione umanitaria dell'esercito iracheno e di quello americano che - con bombe identiche - fanno la stessa cosa a Mosul e in Iraq. Questa va definita "liberazione".
Per le elezioni nei paesi europei dei prossimi mesi, mettere sempre in guardia dal pericolo mortale rappresentato dai - non meglio identificati - hacker russi, facendo sempre capire che (anche se non esistono) sono entità al servizio di Putin.
Invece nel caso in cui vi vengano ricordate le prove schiaccianti sulla Cia (e le altre agenzie Usa) scoperte a spiare davvero tutto e tutti negli anni di Obama, fare gli gnorri, mostrare noncuranza o - alla disperata - dire che ci hanno spiato per il nostro bene.
Dire che anche l'Unione europea ci bastona e ci punisce "per il nostro bene". Come una madre severa, ma giusta.
Dire che dobbiamo cedere tutta la nostra (residua) sovranità a Bruxelles (cioè Berlino) e quando saremo definitivamente in ginocchio come la Grecia - mentre la Germania stapperà lo spumante per i suoi trionfali dati economici - commentare: ce lo siamo meritati. In effetti ci avrà rovinato il luogocomunismo.

Nota di BastaBugie: Caterina Giojelli nell'articolo sottostante dal titolo "La Iena paracula" parla dell'ondivaga linea dei raddrizzatorti televisivi. Se scoperchi il caso Unar poi devi attaccare il Family Day. Se prendi la cantonata con Stamina poi devi rimediare coi vaccini. Le clamorose cantonate della trasmissione di Italia 1 e le conseguenti sterzate riparatorie per adeguarsi al pensiero unico.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su Tempi il 21 marzo 2017:
Senz'altro le Iene hanno fatto molto per la nobile dottrina della paraculata. Data la venerabile età della trasmissione e la lista di cantonate e rattoppi collezionati dai suoi inviati, saremmo quasi quasi tentati di dare loro sempre ragione, con la stessa indulgenza con cui mostriamo la mano alla zia appassionata di chiromanzia o ci sorbiamo le messe cantate da Repubblica nel dì di festa. Di questo dovremmo quasi essere grati: sollevate dall'azzeccare un abbinamento giacca-cravatta, l'ottimo lavoro delle Iene al soldo del mainstream non richiede sforzi per riconoscere concentrati in esso tutte le più citrulle contraddizioni del circo informativo.
Dopo le dimissioni del presidente Unar in seguito allo scandalo "Anddos" denunciati dalla iena Filippo Roma, ecco, puntuali, i tentativi di pareggiare i conti con la comunità lgbt: l'immancabile intervista a Luxuria, quindi, ma anche la storia della famiglia che esorcizza il figlio gay e la bellissima favola dell'Italia omosessualista che affitta uteri e adotta bambini elogiata dai due rapper Fedez e J-Ax, che hanno salutato gli amici del Family Day mostrando un dito medio tra le risate della conduttrice Nadia Toffa. Peccato che il copione della parabola del buon seminatore di favole, di zizzania e del metterci la pezza sia continuamente da aggiornare, quindi ecco che anche il gestaccio viene ammantato di cencio riparatorio. E che cencio: basta caricare un video ad alto tasso di lacrime e viralità, con Fedez vittima di uno scherzo delle Iene in combutta con l'altro "comunista col rolex" J-Ax (che gli hanno fatto credere di essere implicato in zozze vicende di bagarinaggio e casi sospetti di secondary ticketing) per ricompattare le scimmiette della rete: "È la conferma che sei una bella persona", "hai un cuore puro", e chiuso il caso dito medio [leggi: TRE IMPERDONABILI FESSERIE DI TRIBUNALI E PSICOLOGI (VIDEO: Fedez e J-Ax insultano il popolo del Family Day), clicca qui, N.d.BB].
Tutto regolare, no? A deragliare in campo gay si rischia sempre la sbandata e cos'altro poteva affrettare gli inviati un gradino sopra di dio a rimettere i puntini arcobaleno sulle i se non il peregrino sospetto che dopo la vicenda Anddos poteva succedere qualcosa di peggio delle storie di prostituzione, pedofilia e malasanità da cui trarre spunto con le proprie omelie raddrizzatorti serali? Tipo passare da fustigatori a fustigati e venire additati come "omofobi"? [leggi: L'UNAR FINANZIA CIRCOLI GAY, clicca qui, N.d.BB]
Paraculaggine, ovviamente, ma purissima come il cuore di Fedez e quel pregiudizio verso chiunque disponga di sale in zucca che fascia le Iene come un pannolino sin dalla tenera età. Come dimenticare quei capolavori di disinformazione acrobatica che sono stati i tanti servizi a favore del metodo Stamina, venti almeno firmati da Giulio Golia - sceso anche in piazza assieme alle famiglie e contro le decisioni del Governo di fermare il trattamento - di cui il nostro settimanale conosce l'arte del rattoppamento?
«Se solo uno dei nostri spettatori si è convinto che il metodo Stamina funzioni scientificamente o che secondo noi funzioni, gli chiediamo scusa. Non è questa la nostra convinzione e non è questo che volevamo comunicare», è stata la pecetta di Golia incerottata poi da Davide Parenti, autore della trasmissione, a mezzo Stampa: «C'è una sola parola per descrivere quello che noi abbiamo fatto: abbiamo raccontato (...) Cercavamo di capire, di spiegare. Siamo un varietà, certo, ma un varietà anomalo», così anomalo da voler insegnare le staminali a un plotone intero di scienziati italiani, stranieri e un premio Nobel per la medicina [leggi: STAMINA: UNA GRANDE TRUFFA, clicca qui, N.d.BB].
E come dimenticare ancora i servizi sul veleno di scorpione omeopatico o sulla dieta vegana a base di succhi di verdura che potrebbero curare il cancro, il microfono prestato alla bocca degli sciamani contro le malvagie case farmaceutiche, rottamati poi magicamente da un ditino alzato contro l'indifendibile Eleonora Brigliadori (seguace delle sciagurate teorie della Nuova medicina germanica), a cui Toffa fa notare che «è pericoloso dire a una persona malata che deve smettere di fare la chemio»? Le stesse Iene che ieri alzavano il dito contro i medici che osteggiavano Davide Vannoni trattati come una casta di delinquenti e che oggi endorsano la campagna contro le bufale indetta dalla presidente della Camera Laura Boldrini?
Quelle stesse Iene sempre a caccia di santoni, sciamani e cure salvavita che dopo averci propinato strazianti girotondi e appelli per la salvezza di poveri malati perseguitati dagli scienziati e dai medici cattivi, ora cambiano genere: «Se vostro figlio stesse morendo, giorno dopo giorno, a causa di una malattia gravissima e l'istituzione che dovrebbe garantire il diritto alla salute di vostro figlio vi impedisse di accedere all'unica terapia che forse può salvarlo, voi, che cosa fareste?», chiedeva Golia in un servizio del 3 marzo 2013 su Stamina. Sostituite "terapia" con "eutanasia" e "salvarlo" con "ucciderlo" e trovate grossomodo il senso del servizio su Dj Fabo "Libero fino alla fine" e sul compassionevole Cappato realizzato sempre da Golia. Montato senza lesinare sul pathos tutto fermo immagini e musiche lacrimevoli con il quale un anno fa le Iene mostrarono in diretta la morte di una scrittrice francese per mano della "dolcissima Erika", anziana svizzera addetta al "suicidio" che somministrò il veleno accompagnato da una tavoletta di cioccolato.
Sembrerebbe tutto giusto, buono e bello, anche morire grazie all'eutanasia compassionevole. Così come giusto, buono e bello sembrava vivere con la cura compassionevole Stamina. Questa volta però, l'attesa dell'immancabile rattoppo post cantonata presa dalla iena paracula mette i brividi.

Titolo originale: I paradossi tragicomici del luogocomunismo
Fonte: Libero, 17/03/2017

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