BastaBugie n�926 del 21 maggio 2025

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CON LEONE XIV LA CHIESA VOLTA PAGINA
Sono tanti i sassolini (o i macigni?) che stanno uscendo da parecchie scarpe con l'arrivo del nuovo Papa (e intanto i giornali laicisti affilano le armi contro di lui)
Autore: Rino Cammilleri

Sepolto Bergoglio ed eletto il nuovo Papa, ecco che, poco alla volta, i sassolini cominciano a uscire dalle scarpe. Da subito (segno che non se ne poteva più), il cardinal decano ha risolto il pasticcio di Santa Marta, che l'ex Papa aveva elevato a residenza pontificia per un puro capriccio personale. E mettendo nei problemi quelli che ci stavano, e che adesso dovranno tornarci spendendo in risistemazioni. Gli storici appartamenti papali erano stati allestiti nei secoli con uno scopo preciso e, dunque, erano, per definizione, molto più adatti all'uopo. Il decano l'ha messa sul romantico, ricordando che i fedeli, vedendo la luce accesa nella finestra del papa, erano confortati dal fatto che il padre comune lavorava e vegliava per loro.
Bergoglio, a suo tempo richiesto sulla rivoluzionaria scelta del residence, aveva spiegato che non gli piaceva star solo. Come se negli antichi locali non avesse potuto avere tutta la compagnia che voleva. Ma il clero, come i carabinieri, è uso ad obbedir tacendo, però chissà quali mugugni i colpi di testa del papa argentino avranno sollevato. Pochi osarono protestare per le novità (anche dottrinali), chi sommessamente, chi ad alta voce. Ma lui non rispondeva ai primi e allontanava gli altri. Le scarpe nere, diceva, erano perché aveva male ai piedi. Come se il calzolaio vaticano non avesse potuto fargliele rosse e ortopediche. La papamobile l'ha donata ai gaziwi, così che ora Prevost deve ricomprarne un'altra. Infatti, Leone XIV ha messo in garage le utilitarie bergogliane e, per il momento, ripristinato il suv.
Francesco I si presentò senza paramenti e con un inedito "buonasera" all'elezione. Il nuovo papa ha indossato l'antica mise e, per non far fare brutta figura al predecessore, ha optato per un liturgico "La pace sia con voi" al posto del classico "Sia lodato Gesù Cristo". Ha aggiunto che è quanto disse il Cristo appena risorto agli Apostoli. Solo che "Shalom" non è altro che il normale saluto che ancora oggi gli ebrei, come i musulmani ("Salam"), usano. Intervistato (adorava le interviste) sul programma del suo incipiente pontificato Francesco disse testuale: "Sogno una Chiesa povera per i poveri".
Qualcuno ha osservato, giustamente, che la peggior disgrazia per i poveri sarebbe proprio una Chiesa povera, dato che solo Cristo fu capace di moltiplicare il pane. Ma sono tanti i sassolini che usciranno da parecchie scarpe, alcuni grossi come macigni. Come questo: Bergoglio ha viaggiato parecchio ma non è mai voluto andare nella sua Argentina, a differenza dei suoi due predecessori non italiani. Perché? Boh, attendiamo sassolini. Anche la sua predilezione, quasi ossessiva, per i "migranti": qualche malizioso insinua che, essendo grave il deficit finanziario vaticano, l'"accoglienza" serviva almeno a tamponare. Le maggiori offerte, infatti, vengono dagli Usa e dalla Germania, ma in quest'ultima la continua fuoruscita di fedeli tassati (in Germania luterani e cattolici pagano tributi alle rispettive confessioni) e la deriva filo-woke dell'episcopato hanno messo il Vaticano in un inestricabile dilemma; i catto-americani sono ondivaghi, prima votavano a sinistra ma ora a destra, perciò insistere ancora sull'"accoglienza" rischia di indispettire Trump e Vance, che già Prevost aveva criticato sul tema.
Ma questo è il futuro. Il passato è invece, per quelli coi sassolini nelle scarpe, un Papa populista all'esterno e dispotico in casa, che si è circondato di yes-men e ha costretto i cardinali a portare a spalla la Pachamama, lavorando per plasmare una Chiesa a sua immagine e somiglianza; un "ospedale da campo", di fatto una Ong più grossa delle altre e coi soldi anche di chi era d'altro avviso. Papa Prevost, stando ai primi gesti, pare voglia restaurare (cioè, riportare a bellezza, come diceva Ratzinger) ma senza scossoni per non apparire "conservatore". Certo, la situazione complessiva non è delle migliori, ma, come diceva un sorridente Ratzinger intervistato da un preoccupato Messori, "la Chiesa non è mica mia, è di Gesù Cristo, ci penserà Lui".

Nota di BastaBugie: Paola Belletti nell'articolo seguente dal titolo "Papa Leone XIV, la luna di miele mediatica è già al tramonto (buon segno)" parla delle critiche che sta ricevendo il Papa in questi giorni.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Sito del Timone il 19 maggio 2025:

Vedere il Sommo pontefice commuoversi guardando l'anello piscatorio cingergli l'anulare conferma non tanto la natura sentimentale di papa Leone XIV, quanto la umana consapevolezza di quale ministero abbia accettato di assumersi, «con timore e tremore», sapendo di non averne merito, come ha dichiarato lui stesso. Con la chiara coscienza di ciò che è chiamato ad essere e a compiere, dunque, prosegue nel servizio che la sua vocazione gli richiede, all'insegna di quel di più di amore che il ministero petrino implica; un amore oblativo, che porta a dare la vita per i fratelli e si nutre dell'amore totale e incondizionato di Cristo per lui. E se i motivi per rallegrarsi e rendere lode a Dio della condotta del pontefice  per tanti cattolici non fanno che moltiplicarsi sembra invece che certa stampa abbia iniziato presto a dispiacersene. Un po' bizzarra, come reazione: il Papa ripete con chiarezza e carità e secondo lo stile e gli accenti personali la medesima verità di cui la Chiesa è sorgente e che è chiamato a custodire.
Anche la tentazione di contrapporlo al suo immediato predecessore, che non manca mai di ricordare con rispetto e devozione, fa parte di questo malcostume, e di quello più generale che colpisce tutta la comunicazione contemporanea fatta di polarizzazioni continue e contrapposizioni esasperate (ed esasperanti). Anche su questo si è espresso Leone XIV, ma in particolare ha causato dei mal di pancia diffusi quando, udite, udite!, ha osato parlare del valore della famiglia come società autentica che precede qualsiasi istituzione e che si fonda sull'unione stabile tra un uomo e una donna.
Apriti Cielo, per alcuni! Ma chissà a quale cielo si rivolgono. Nel recente incontro con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede aveva infatti richiamato alla responsabilità i capi di governo rispetto alle gravi ingiustizie sociali ed economiche che feriscono i popoli e invitato ad investire sulla famiglia "fondata sull'unione stabile tra uomo e donna, 'società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società'". Per Fanpage questa preclara dichiarazione significherebbe, papale papale, che il capo della Chiesa cattolica chiude alle coppie omosessuali, mentre papa Francesco, sempre secondo loro, avrebbe aperto alla concezione di famiglie di vario genere e tipo.
Colpisce, ma non più di tanto, il disappunto di un Vito Mancuso che già a 48 ore dalla sua elezione al soglio pontificio il 10 maggio lamentava nelle parole del Papa i «primi passaggi stonati» denunciando affermazioni che lo avrebbero «sorpreso negativamente». A dire la verità, questo suo disagio funziona un po' come indicatore inequivocabile di come la Chiesa continui ad essere al servizio del mondo e della sua salvezza e proprio per questo detestata, irrisa, sentita estranea dal mondo stesso.
Per Mancuso l'associazione della riduzione di Cristo a semplice leader carismatico con un ateismo di fatto sarebbe un'equazione ingiusta e infelice dal momento che ci sono altri modi di credere in Dio. Non è così però secondo la verità che la Chiesa cattolica ha l'umile certezza di portare in dote al mondo: che il volto del vero Dio sia proprio quello che si è rivelato in Cristo e non un altro. Cosa avrebbe dovuto dire o fare papa Leone? Scambio di elogi e medaglia per l'impegno religioso a tutti i pur nobili tentativi umani e nessun riferimento alla pretesa di verità di Cristo – così nessuno si offende, oppure esattamente ciò che sta facendo proseguendo il cammino pur accidentato e faticoso della bimillenaria tradizione cattolica?
Fa quasi tenerezza, per contro, la sparata di una testata d'oltreoceano che godrebbe pure di un certo prestigio, il New York Times, ripresa con solerzia da Repubblica, che spaccia come scoop la scoperta della infedeltà di tal Salvatore Giovanni Riggitano, avo del pontefice, il quale ebbe una relazione illecita nonostante fosse coniugato con tal Susaznne Fontaine. Correva l'anno 1917 in quel di Chicago. E quindi? Questa condotta peccaminosa, riprovevole e illegale da parte di un antenato dell'attuale pontefice dovrebbe inficiare la verità sul matrimonio pensata da Dio stesso? Niente, è più forte di loro. Continuano a militare in un apparentemente inestinguibile Sessantotto per sovvertire qualsiasi autorità e riferimento morale e si comportano come delle laicissime beghine.

DOSSIER "PAPA LEONE XIV"
Il primo pontefice dagli USA

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Titolo originale: Ei fu
Fonte: Sito di Nicola Porro, 11 maggio 2025

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