BastaBugie n�44 del 22 agosto 2008

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1 IL VATICANO PRENDE LE DISTANZE DA FAMIGLIA CRISTIANA

Autore: Agenzia Ansa - Fonte: fonte non disponibile
2 FAMIGLIA CRISTIANA O FAMIGLIA PAGANA? PERCHÉ TENERLA ANCORA IN PARROCCHIA?

Fonte: fonte non disponibile
3 FAMIGLIA CRISTIANA: INTERVISTA A MONS. LUIGI NEGRI, VESCOVO DI SAN MARINO
L’esecutivo tra applausi e attacchi.
Autore: Andrea Tornielli - Fonte: fonte non disponibile
4 LA CERIMONIA DI INIZIO OLIMPIADI: TUTTO TAROCCATO, PURE LA BAMBINA CHE CANTAVA CON VOCE NON SUA...
Dalla bimba che cantava in playback ai fuochi artificiali già registrati.
Fonte: fonte non disponibile
5 LA SPAGNA APPROVA UNA LEGGE CONTRO NATURA PER DARE DIRITTI UMANI A GORILLA, SCIMPANZÉ, ORANGHI.

Autore: Roberto de Mattei - Fonte: fonte non disponibile
6 IL PAPA: SOLO L'ATEISMO DELL'IDEOLOGIA VERDE ROVINA L'AMBIENTE

Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: fonte non disponibile
7 GIÙ LE MANI DALLE MEDUSE: SEGNO DI UNA NATURA AMICA. BASTA CON I FALSI ALLARMI!

Autore: Tony Di Natale - Fonte: fonte non disponibile
8 FILM IL PRINCIPE CASPIAN (NARNIA 2): LA CARICA DEL KOLOSSAL POSITIVO

Autore: Francesco Bolzoni - Fonte: fonte non disponibile
9 ELUANA E' VIVA E PERCIO' NON DEVE ESSERE UCCISA
Ecco perché la RAGIONE ci dice che la richiesta di toglierle cibo e acqua è sbagliata
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie

1 - IL VATICANO PRENDE LE DISTANZE DA FAMIGLIA CRISTIANA

Autore: Agenzia Ansa - Fonte: fonte non disponibile, 14 agosto 2008

Il Vaticano prende le distanze da "Famiglia Cristiana" e dai suoi scontri con il governo.
Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha precisato stamane che il settimanale dei Paolini "non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della Conferenza episcopale italiana". ''Il settimanale 'Famiglia Cristiana' - ha spiegato padre Lombardi - e' una testata importante della realta' cattolica ma non ha titolo per esprimere ne' la linea della Santa Sede ne' quella della Conferenza episcopale italiana''. ''Le sue posizioni - ha aggiunto - sono quindi esclusivamente responsabilita' della sua direzione''.
Nei giorni scorsi si era infiammato il confronto politico con le accuse di ''cattocomunismo'' lanciate al settimanale da esponenti del centrodestra per le critiche espresse soprattutto sulla sicurezza e impronte ai rom. Il periodico paolino si era augurato che ''non sia vero il sospetto'' che in Italia stia rinascendo il fascismo ''sotto altre forme''.

Fonte: fonte non disponibile, 14 agosto 2008

2 - FAMIGLIA CRISTIANA O FAMIGLIA PAGANA? PERCHÉ TENERLA ANCORA IN PARROCCHIA?

Fonte fonte non disponibile, 16 agosto 2008

Il 14-8-2008 la Sala Stampa della Santa Sede ha diffuso un comunicato in cui si afferma che il noto settimanale "Famiglia cristiana" "non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della Conferenza episcopale italiana".
Confermando ciò, il direttore don Sciortino ha aggiunto che Famiglia cristiana può, altresì, godere di una sua "autonomia di intervento nel dibattito politico generale". Criteri dunque che non paiono compatibili con la distribuzione largamente praticata nelle parrocchie, in occasione delle Sante Messe di precetto.
Ricordiamo che già in passato il periodico dei paolini si era distinto per la sua subalternità alla cultura della secolarizzazione: l'11 febbraio 1997 S. Em.za il Card. Ruini ottenne dal Papa un decreto inteso ad una maggiore vigilanza sulla Società San Paolo e la nomina di mons. Antonio Buoncristiani per "esercitare tutte le funzioni spettanti normalmente sia al Superiore generale che al Superiore provinciale". Nel decreto si specifica che la sua autorità si estende sui Periodici "Famiglia cristiana", "Jesus", "Vita Pastorale", ecc. e sulle Edizioni S. Paolo. Nell'aprile del '98, venne perciò rimosso dalla guida di "Famiglia cristiana" il direttore, don Leonardo Zega.
Purtroppo queste sanzioni sono state inutili, in particolare su temi di etica sessuale e presenza dei cattolici nella società: pochi mesi fa, ad un lettore che segnalava come, a causa della legge che favorisce l'aborto, in Italia muoiono ogni anno 130.000 bambini, il settimanale ha ambiguamente risposto: "non è la legge che uccide, ma sono le persone... la legge non ha reso innocente l'aborto" (n° 5 del 29-1-06, pag. 9).
Invitiamo tutti gli italiani - laici o credenti - a sottoporre al vescovo della propria zona il "problema Famiglia Cristiana".

Fonte: fonte non disponibile, 16 agosto 2008

3 - FAMIGLIA CRISTIANA: INTERVISTA A MONS. LUIGI NEGRI, VESCOVO DI SAN MARINO
L’esecutivo tra applausi e attacchi.
Autore: Andrea Tornielli - Fonte: fonte non disponibile, 16 agosto 2008

«Paese da marciapiede, presidente spazzino, guerre tra poveri... Confesso che leggendo l’editoriale di Famiglia Cristiana mi sono chiesto il perché di questi toni».
È perplesso monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino e Montefeltro, dopo l’ennesima polemica suscitata dalle prese di posizione del settimanale cattolico paolino, che da qualche mese ha inaugurato una linea interventista, non risparmiando critiche a nessuno.
Condivide i contenuti dell’editoriale?
«Non condivido innanzitutto il tono, che – spiace dirlo – mi sembra un po’ venato di isterismo. Ma non condivido neanche il merito, cioè le critiche stesse che vengono rivolte all’esecutivo».
Perché?
«Per prima cosa, perché non credevo di dover leggere in un foglio che si definisce “cristiano” fin dal titolo parole prive di quel minimo di rispetto dovuto alle istituzioni. Poi mi sono chiesto come mai Famiglia Cristiana non avesse tuonato con la stessa forza e con lo stesso sarcasmo quando lo scorso governo ha tentato di portare un attacco senza precedenti alle famiglie cristiane, alle famiglie concrete, non ai giornali, cercando di introdurre il riconoscimento delle coppie di fatto e delle unioni omosessuali. Non ricordo attacchi così tempestivi e forti».
Ammetterà però che i problemi segnalati da Famiglia Cristiana esistono...
«Ma chi scrive questi editoriali frequenta il popolo, la gente? È una domanda più che legittima se un settimanale cattolico definisce il presidente del Consiglio “spazzino”, senza rendersi conto che proprio dalla rapida ed efficace soluzione del problema dell’immondizia che invadeva le strade di Napoli la gente ha tratto un motivo di sostanziale fiducia verso il governo. In due mesi è stato risolto un problema che si trascinava da anni che ci faceva vergognare di fronte al mondo intero».
I militari nelle città italiane ci fanno somigliare all’Angola?
«Non intendo come vescovo entrare nello specifico di queste opzioni, che non mi sembrano fondamentali. Continuo a chiedermi però se chi scrive gli editoriali di Famiglia Cristiana conosca da vicino i problemi della sicurezza nelle periferie delle nostre città. La gente soffre problemi reali e vuole risposte concrete. Non dico che i problemi del Paese si possano ridurre a quello della sicurezza o della spazzatura, però se l’esecutivo tenta delle risposte, non vedo perché attaccarlo».
Non abbiamo parlato del problema della povertà, del venir meno del potere d’acquisto, dell’accattonaggio che viene ora sanzionato in molti Comuni, anche gestiti da sindaci di centrosinistra.
«Condivido il giudizio del cardinale Martino quando afferma che bisogna combattere la povertà, non chi è costretto dalla povertà a sopravvivere. Se però l’accattonaggio è gestito come un racket, se vengono sfruttati dei minori, se gli spazi per chiedere elemosina vengono gestiti da società criminali, è giusto intervenire. E lo dimostra il fatto che le decisioni in questo senso vengono prese da amministratori di entrambi gli schieramenti. Ciò non significa dimenticare la lotta alla povertà, al contrario. Mi sembra, ad esempio, che la “social card”, la possibilità per una fascia di persone di avere a disposizione 400 euro per alleggerire un po’ il carico delle bollette o della spesa, sia un piccolo passo. Piccolo piccolo, se si vuole. Ma pur tuttavia un passo».
Il mondo cattolico ha mosso critiche al governo chiedendogli di fare di più per la famiglia. Cosa ne pensa?
«Quarantott’ore dopo le ultime elezioni dissi che i cattolici dovevano incalzare il nuovo governo sui temi del sostegno alla famiglia e alla libertà di educazione: due emergenze. Mi auguro che anche a questi problemi reali e molto sentiti si cerchi di dare risposta, con una politica animata da una forte cultura popolare».
Vede che in fondo è d’accordo sul fatto di pungolare il governo?
«Eh no, un momento. Una cosa è incalzare, intervenire, fare presenti delle priorità. Un’altra è scendere a certi livelli e usare certi toni che sembrano fatti apposta per creare polemica. Al di là della buona educazione, credo che una rivista che viene diffusa nelle parrocchie e che finisce proprio per questo per apparire spesso come il volto della Chiesa italiana debba contribuire a creare una mentalità di fede in base alla quale affrontare i problemi. Mi chiedo quale prospettiva, quale itinerario si apra con certi editoriali: quello della responsabilità o quello dell’isterismo?».

Fonte: fonte non disponibile, 16 agosto 2008

4 - LA CERIMONIA DI INIZIO OLIMPIADI: TUTTO TAROCCATO, PURE LA BAMBINA CHE CANTAVA CON VOCE NON SUA...
Dalla bimba che cantava in playback ai fuochi artificiali già registrati.
Fonte fonte non disponibile, 13 agosto 2008

Una cerimonia di apertura "taroccata" in perfetto stile "made in China". A cominciare dall'ugola d'oro, Lin Miaoke, la bambina che all'apertura dei Giochi Olimpici ha incantato e commosso con il suo canto i 90mila spettatori dello stadio Nido d'Uccello. Peccato che la piccola ha soltanto mimato il testo della canzone patriottica esibendosi nel più classico dei playback modello Sanremo anni '80. Le parole erano state interpretata in realtà da un'altra bimba, esclusa dall'emozione di quel giorno perché ritenuta «non abbastanza telegenica». Molto spettacolari invece alcune immagini di quella stessa cerimonia, trasmesse dalle tv di tutto il mondo, ma che erano state precedentemente registrate per essere poi messe in onda. Lo ha rivelato Wang Wei, vice presidente del Comitato organizzatore di Pechino 2008. In particolare erano state «preconfenzionate» le 29 gigantesche figure di fuoco che, simili a impronte di piedi, si muovevano dal cielo sopra a piazza Tiananmen, fino al "Nido d'Uccello". Quelle 29 impronte, tante quante le edizioni ufficiali delle Olimpiadi moderne, non sarebbero nemmeno state create con i fuochi d'artificio, vera e propria gloria dell'artigianato cinese, bensì disegnate al computer. Un lavoro scrupoloso e minuzioso per dare allo spettatore attento il senso della diretta, riproducendo la caratteristica foschia della capitale cinese e l'effetto in movimento, tipico delle riprese aeree. «In tanti hanno pensato che quelle immagini fossero riprese dal vivo - ha spiegato Gao Xialong, responsabile degli effetti di animazione della cerimonia - . Così facendo, abbiamo realizzato la nostra missione». Missione compiuta anche per quanto riguarda lo scarso pubblico negli stadi durante le gare: arruolati volontari, alias spettatori tarocchi, con il compito di tifare a turno per una squadra o per l'altra.

Fonte: fonte non disponibile, 13 agosto 2008

5 - LA SPAGNA APPROVA UNA LEGGE CONTRO NATURA PER DARE DIRITTI UMANI A GORILLA, SCIMPANZÉ, ORANGHI.

Autore: Roberto de Mattei - Fonte: fonte non disponibile, 20 agosto 2008

La notizia dell’approvazione da parte del Parlamento spagnolo (il 26 giugno 2008), di una legge che estende alle “Grandi scimmie” (gorilla, scimpanzé, oranghi) alcuni diritti umani, a cominciare da quello alla vita, deve essere accolta con tutta la repulsione che merita una norma profondamente innaturale e immorale.
Tra gli animali e gli uomini esiste infatti una differenza non accidentale o quantitativa, ma sostanziale e qualitatitiva. L’uomo a differenza di tutti gli animali, comprese le scimmie più evolute, è un essere intelligente e libero, ha un’anima spirituale e un destino soprannaturale. Solo agli uomini spetta la dignità di persona umana, con i conseguenti diritti che ne derivano.
Gli animali non sono “persone”, proprio perché non sono capaci di intendere e di volere: non hanno diritti perché non hanno doveri. I loro comportamenti seguono la legge dell’istinto, impressa dal Signore nella loro natura.
L’uomo ha in comune con gli animali la natura fisica, ma ciò che da essi lo distingue è la natura razionale. Questa natura fa sì che l’uomo non assecondi tutti gli istinti del suo corpo, ma li reprima, li ordini, li finalizzi. La legge naturale non è dunque la legge zoologica degli esseri viventi, ma l’ordine morale e metafisico del creato che l’uomo può scoprire con la sua ragione.
La scimmia è simile all’uomo, ma ne rappresenta l’animalità: è una bestia maligna, subdola,  lussuriosa, in cui l’uomo vede per così dire riflesse la propria degenerazione, quando si allontana dal rispetto della legge naturale. Oltre ad essere la caricatura ridicola dell’uomo, la scimmia è stata sempre considerata anche un’immagine di Satana, grottesca controfigura di Dio.
I Padri della Chiesa chiamavano Satana “simia dei”, ossia “scimmia di Dio”, perché Satana scimmiotta Dio ma non potrà mai essere Dio, né uguagliare le sue opere. Tra le opere più conosciute di Albrecht Durer, c’è un’incisione che raffigura la Vergine con una scimmia incatenata ai suoi piedi. Questo è il destino del demonio, che pretende sfidare Dio, e liberarsi di Lui, ma resta eternamente prigioniero della sua Volontà.
Il processo di degradazione intellettuale del nostro tempo vorrebbe trasformare gli uomini in bestie, negando loro la natura spirituale, e gli animali in umani, attribuendo loro la dignità di persone. Per chi si oppone alle idee evoluzioniste è già pronto lo “zoo”. Un ultradarwinista come Daniel Dennett, propone, in coerenza con i suoi principi, di mettere in gabbia tutte le religioni per proteggere il pianeta dai fanatismi del fondamentalismo, da qualunque parte provengano (L’idea pericolosa di Darwin, Bollati Boringhieri, Torino 2004).
 È questa la logica ugualitaria del “Progetto Grande Scimmia”, proposto dall’australiano Peter Singer e dall’italiana Paola Cavalieri e recepito dal premier spagnolo Zapatero. I due animalisti in questa ed in altre opere sostengono che tra uomini e animali non esisterebbero confini, né biologici né morali. Ciò che attribuisce diritti ad un essere vivente non è, secondo loro, la ragione e la volontà, ma la “autocoscienza” e la capacità di soffrire e di godere.
Uno scimpanzé, ma anche un cane un maiale, avrebbero un grado di autocoscienza maggiore di un bambino gravemente ritardato o di un individuo cerebroleso. I feti, gli handicappati, i neonati, gli anziani privi di reale coscienza, possono per loro essere considerati essere viventi, ma non persone.
Per contro, potrà essere attribuita la qualifica di persone, con conseguenti diritti, a scimpanzé, balene, delfini, cani, gatti, maiali, foche, orsi, e forse alle galline: una lista che Singer definisce “incompleta”, ma che seleziona “specie dotate di facoltà mentali sviluppate” (cfr. Etica pratica, Liguori, Napoli 1989.p. 108 e passim).
Le conseguenze di queste premesse sono inesorabili. La vita non solo di un feto, ma di un neonato, ha meno valore della vita di un cane o di uno scimpanzé. Un bambino appena nato, sostiene Singer, vale quanto una lumaca. Se il valore della vita di una persona è legato alla sua autocoscienza e alla sua capacità di avere desideri circa il suo futuro, «uccidere una lumaca o un neonato di un giorno non frustra alcun desiderio di questo tipo, perché lumache e neonati sono incapaci di avere tali desideri» (Etica pratica cit., p. 133).
Ciò che è più aberrante non sono tuttavia queste tesi, ma il fatto che le elucubrazioni di intelletti sviati possano diventare leggi di uno Stato che fa parte dell’Unione Europea: oggi la Spagna, domani altre nazioni in cui le idee ecologiche ed animaliste possano attecchire.
I princìpi animalisti hanno del resto una serie incontrollabile di devastanti conseguenze. Se gli scimpanzé hanno il diritto alla vita, perché negare loro quello all’uso del sesso? Ma se tra essi e gli umani non esistono differenze qualitative non si potrà impedire il congiungimento sessuale di uomini e bestie.
Tale abominio è ricordato dal Catechismo della Chiesa Cattolica, e ancor prima dalla comune coscienza umana, come peccato di “bestialità”: il peccato che più di ogni altri infrange le leggi della natura umana e grida “vendetta” al cospetto di Dio (San Tommaso d’Aquino, Summa Theologica, II-IIae, q. 154, a. 12, a. 4).
L’aberrante pratica è più diffusa di quanto possa immaginarsi, anche in Italia, soprattutto nei circoli satanisti, e rischia di essere tutelata dalla Carta dei Diritti di Nizza, allegata al nuovo Trattato europeo di Lisbona. Nell’’articolo 21 di questa Carta, l’“orientamento sessuale” è riconosciuto come fondamento di non-discriminazione, con la distinzione che vi è posta tra il sesso fisico-biologico e la “preferenza” sessuale.
La sessualità, in questo modo, diventa non un dato di natura, ma una scelta “culturale”, puramente soggettiva. Tutte le tendenze sessuali innaturali, dall’omosessualità all’incesto, dalla necrofilia alla bestialità ne risultano automaticamente tutelate. L’omosessualità, che ieri provocava disgusto, oggi è entrata nel costume e nelle leggi. La bestialità, che ancora oggi suscita ribrezzo, inizia ad essere indirettamente accolta dalle istituzioni europee, per entrare anch’essa un giorno nelle abitudini e nella mentalità.
Sopravviverà l’Europa a questo scempio morale? Sarà l’Islam lo strumento di cui la Divina Provvidenza si servirà, per purificare, attraverso profonde sofferenze, l’Occidente infedele? Non si troveranno uomini di buona volontà che, corrispondendo alla Grazia, siano autori di una rinascita religiosa e morale che dal fango faccia risorgere una civiltà? Solo il Signore conosce la risposta a queste inquietanti domande incise a lettere di fuoco sul nostro futuro.

Fonte: fonte non disponibile, 20 agosto 2008

6 - IL PAPA: SOLO L'ATEISMO DELL'IDEOLOGIA VERDE ROVINA L'AMBIENTE

Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: fonte non disponibile, 13-8-2008

"Fino a quando la terra è stata considerata creazione di Dio, il compito di 'soggiogarla' non è mai stato inteso come un ordine di renderla schiava, ma piuttosto come compito di essere custodi della creazione e di svilupparne i doni". E' questo il passaggio centrale dell'intervento con cui papa Benedetto XVI ha risposto a una domanda sull'ambiente nel corso della conversazione avuta con il clero di Bressanone il 6 agosto scorso.
E' un intervento fondamentale perché il Papa chiarisce una serie di equivoci e ambiguità sulla questione ambientale di cui sono vittima anche ampi settori della Chiesa. Contrariamente a ciò che hanno scritto i maggiori giornali, Benedetto XVI non ha affatto affermato che "sull'ambiente la Chiesa deve fare di più", a intendere un sostegno per i movimenti ambientalisti. Il Papa ha invece detto che la Chiesa deve rivitalizzare la sua dottrina della Creazione, che "negli ultimi decenni era quasi scomparsa in teologia". E' peraltro ciò di cui era convinto l'allora arcivescovo Ratzinger che proprio per questo nel 1981 decise di tenere nella sua diocesi di Monaco di Baviera una catechesi sulla Creazione (ripubblicata di recente dall'editore Lindau nel volume  "In principio Dio creò il cielo e la terra". E' qui che la Chiesa deve fare di più, ovvero tornare ai fondamenti della fede cristiana, il che permette di "imparare a capire in tutta la sua falsità" l'accusa al cristianesimo di essere responsabile della distruzione ambientale a causa del suo antropocentrismo.
Da decenni infatti l'ascesa del movimento ecologista va di pari passo con l'attacco alla dottrina della Chiesa che pone l'uomo al vertice della Creazione: per salvare il pianeta – si dice allora – bisogna porre l'uomo alla pari degli animali e dei vegetali perché tutti gli esseri viventi hanno pari dignità. La massima espressione di questa mentalità è stata la promulgazione nel 2000, in sede ONU, della Carta della Terra in cui i diritti universali dell'uomo lasciano il posto alla centralità di una più ampia "comunità di vita" (sulla Carta della Terra, consigliamo di leggere "Le Bugie degli Ambientalisti", Piemme).
Il Papa invita i cattolici a capire bene la falsità e il pericolo di questa ideologia, e porta anche l'esempio del monachesimo: "Se osserviamo quello che è nato intorno ai monasteri, come in quei luoghi siano nati e continuino a nascere piccoli paradisi, oasi della creazione, si rende evidente che tutto ciò non sono soltanto parole, ma dove la Parola del Creatore è stata compresa nella maniera corretta, dove c'è stata vita con il Creatore redentore, lì ci si è impegnati a salvare la creazione e non a distruggerla".
Per il Papa dunque il vero problema per l'ambiente è causato dall'ateismo: "Il consumo brutale della creazione inizia dove non c'è Dio, dove la materia è ormai soltanto materiale per noi, dove noi stessi siamo le ultime istanze (…); E lo spreco della creazione inizia dove non riconosciamo più alcuna istanza sopra di noi, ma vediamo soltanto noi stessi; inizia dove non esiste più alcuna dimensione della vita al di là della morte…".
La posizione non potrebbe essere più chiara. Speriamo allora che queste parole del Papa trovino la necessaria attenzione anche nelle alte sfere della Chiesa italiana: si stanno infatti moltiplicando iniziative di diocesi e organismi ecclesiali che sulle questioni ambientali seguono il solco tracciato da associazioni ecologiste – come WWF, Greenpeace, Legambiente – figlie proprio di quell'ideologia denunciata dal Papa. Il sacrosanto interesse all'ambiente non può risolversi nell'aggiungere un cappellino spirituale a un vestito fatto da altri, oltretutto in odio alla Chiesa. Né può essere confuso il catastrofismo ecologista con il dono della profezia.

Fonte: fonte non disponibile, 13-8-2008

7 - GIÙ LE MANI DALLE MEDUSE: SEGNO DI UNA NATURA AMICA. BASTA CON I FALSI ALLARMI!

Autore: Tony Di Natale - Fonte: fonte non disponibile, 10-8-2008

Ogni anno, subito prima e durante la stagione balneare, i media e il grande pubblico si accorgono che in mare ci sono organismi diversi dai pesci e dai delfini, esseri che possono essere fastidiosi e finanche pericolosi: le meduse. E ogni anno, immancabilmente, giornalisti di varia cultura cercano disperatamente "esperti" che possano far luce su queste presenze.
Di solito i veri esperti del settore dicono subito che non si tratta di fenomeni riconducibili a fatti eclatanti o all'ormai onnipresente cambiamento climatico, ma di situazioni naturali. Vengono così privilegiati gli "esperti" che possano testimoniare a favore di un qualunque allarme. Ed ecco fantasiose teorie di connessioni con i recenti cambi climatici, con la presunta scomparsa dei tonni e dei pescespada (che per nostra fortuna continuano a esistere malgrado la sovrapesca) e anche con la minaccia per la sopravvivenza dei delfini. Altri "esperti" legano positivamente la presenza delle meduse al fatto che funzionino meglio i depuratori e le acque siano più pulite; o anche al caldo afoso continuato che ne favorisce la riproduzione.
I veri esperti che si occupano quasi stabilmente anche di meduse, che pure esistono in Italia e hanno i loro laboratori presso l'Università del Salento o l'Università di Trieste, hanno correttamente più dubbi che certezze, perché il mare è un ambiente complesso e le nostre conoscenze sono limitate. Ma, come sanno bene anche i biologi dell'Acquario di Genova, i fattori che regolano la nascita delle meduse sono legati a gradienti freddi e non al calore.
La presenza di meduse nelle reti dei pescatori, o le scie luminose create dai velieri di notte, quando passavano in mezzo a banchi di meduse in grado di provocare bioluminescenza, sono presenti nelle cronache del '500 e del '700. Il compianto professor Elvezio Ghirardelli, nel suo famoso libro "La Vita nelle Acque", riporta invasioni massive in Adriatico (un mare di solito abbastanza freddo) anche negli anni antecedenti agli '80.
Da quando frequento le spiagge, dato che il mare e i suoi abitanti sono stati sempre la mia grande passione, ricordo periodicamente le meduse. Da piccolo, negli anni '50, restavo spesso sulla ghiaia della spiagge di Mazzarò o Isola Bella, vicino a Taormina, perché le fredde acque joniche erano piene di questi esseri violacei e urticanti, che talvolta mi procuravano bruciori intensi. Ma allora il cambio climatico non era di moda e i pescatori della zona dicevano sorridendo che i "bromi" (così chiamano gli organismi del macro-plancton, incluse le meduse) erano figli del mare e che occorreva solo prestare attenzione.
Nessuno lanciava allarmi diffusi, non era il caso e mancava la sostanza. Quando le piccole Pelagia noctyluca, le meduse viola-rosate che sono tra le più urticanti nel nostro Mediterraneo, si avvicinavano a qualche spiaggia, i bagnanti cambiavano le proprie abitudini, aspettando che le correnti le spostassero da qualche altra parte.
Ora non è più così: le meduse (come anche altri animali marini) sono anche oggetto privilegiato della comunicazione estiva, dato che i bagnanti che si affollano lungo le rive del solo Mediterraneo sono decine e decine di milioni. Molti di loro, la gran parte, non conoscono il mare e i suoi abitanti.
Quanto alle grida di allarme legate a previsioni di arrivi catastrofici di meduse in massa, c'è un piccolo problema: non esiste alcun monitoraggio della distribuzione delle meduse e, quindi, nessuno può fare previsioni attendibili nel settore.
La Fondazione Acquario di Genova Onlus tenta di fare in modo che le notizie siano sempre scientificamente fondate e proprio per questo è in contatto costante con i maggiori scienziati, in Italia e all'estero. Ne ho parlato ieri, a lungo, con Nadia Pinardi, che coordina il Gruppo nazionale di oceanografia operativa (Gnoo) e che attualmente si trova negli Usa, con Giuseppe Manzella, che coordina il monitoraggio dei dati oceanografici per conto dell'Enea e della rete europea Sea Data Net e con Federico De Strobel, fisico oceanografico emerito, presidente della Historical Oceanography Society.
Gli studi oceanografici, negli ultimi decenni hanno fatti passi da gigante grazie alle nuove tecnologie, a navi da ricerca sofisticatissime, a boe in grado di registrare milioni di parametri e ai satelliti dedicati, che ci danno immagini continue della superficie degli oceani. Le immagini del Mar Ligure, negli ultimi giorni, indicano la presenza di acque fortemente riscaldate a ovest, di alcuni gradi superiori alla media del periodo. La previsione sulle correnti, basata anche sull'arrivo dei venti dai quadranti settentrionali, mostra una situazione abbastanza inconsueta, dato che la corrente dominante nel Mar Ligure in questo mese (verso ovest), viene temporaneamente sostituita in superficie da una corrente che dovrebbe spostarsi verso est
Cosa questo comporti per lo spostamento delle meduse non credo che qualcuno possa dirlo. Nessuno sa, infatti, dove siano i maggiori addensamenti di Pelagia, la specie più urticante. Le osservazioni dei bagnanti non sono sufficienti, essendo necessarie osservazioni al largo. Quasi con certezza, le correnti superficiali in Costa Azzurra spingeranno al largo le meduse che dovessero trovarsi nello strato superficiale del mare, ma qui il gioco delle correnti si fa molto più complesso e la previsione mostra due vortici, uno ciclonico al largo della Costa Azzurra e uno anticiclonico tra la costa occidentale della Liguria e la Corsica. Quindi è abbastanza difficile sapere come possano essere spostati questi delicati esseri nelle acque liguri.
Cerchiamo, quindi, di essere realistici e consci dei nostri limiti di conoscenza, godiamoci il mare d'agosto. Ovviamente, facciamolo con attenzione e rispetto, come è d'obbligo quando si entra in casa d'altri.
E poi, quando si parla di meduse, si fa quasi sempre riferimento solo a Pelagia noctyluca, quella maggiormente urticante, mentre le nostre acque ospitano anche tante altre specie di meduse, tutte splendide e alcune praticamente non urticanti per noi umani. Parliamo soprattutto delle grandi Rhizostoma pulmo, dal colore bianco-celeste, e delle brune Cotylorhiza tubercolata. Lungo le spiagge, quando queste due grandi specie sono presenti, si vedono bimbi e adulti che le raccolgono con secchielli e retini, lasciandole poi morire lentamente al sole. È un gesto sciocco e inutile, dettato dalla non conoscenza. Aiutiamole, invece, a lasciare la riva, spingendole in acque più profonde: possiamo farlo tranquillamente a mani nude.

Fonte: fonte non disponibile, 10-8-2008

8 - FILM IL PRINCIPE CASPIAN (NARNIA 2): LA CARICA DEL KOLOSSAL POSITIVO

Autore: Francesco Bolzoni - Fonte: fonte non disponibile, 14 agosto 2008

C’erano una volta quattro bambini – Peter, Susan, Edmund e Lucy – che scoprirono una porta segreta. L’attraversarono e si trovarono a Narnia, una terra resa gelida dalla perfida Regina bianca. Aiutati da un generoso Leone, Aslan, spinsero la gente di Narnia a ribellarsi e a imprigionarla riportando la luce e il sole sulla loro terra su cui regnerà per tredici anni Peter. Poi, dato che ogni favola deve pure finire, i fratelli Pervensie fecero ritorno nel nostro mondo dal quale, grazie al suono di un corno fatato, sono richiamati adesso dal principe Caspian. Sia nel primo episodio della saga intitolato Il leone, la strega e l’armadio, sia in questo Il principe Caspian ( nelle sale da oggi) il regista Andrew Adamson, fonde bene fantasia e realtà.
  Le prime scene del film, come del resto e le ultime, sono di carattere realistico. Vediamo un gruppo di studenti pronti a prendere il treno che li porterà a scuola. Il treno corre a velocità folle e sparendo apre un passaggio che porterà i Pervensie su una spiaggia di Narnia circondata da montagne, foreste e ruderi. ( Gli esterni del film sono stati realizzati in Nuova Zelanda e gli interni negli studi di Praga). I Pervensie vivranno molte avventure per riportare sul trono Caspian, spodestato dal perfido lord Miraz (un quasi irriconoscibile Sergio Castellino al cui fianco recita Pierfrancesco Favino).
  Mai lo scrittore cristiano Clive Staples Lewis (1898-1963), che insegnò a Oxford letteratura specializzandosi in studi sul Medioevo considerati eccellenti, avrebbe immaginato che da uno dei sette libri da lui scritti per i bambini, appunto Le cronache di Narnia, gli sarebbe derivata tanta fama postuma. Confidava piuttosto nei romanzi e nei testi di apologetica cristiana che ormai solo gli specialisti studiano. Più godibile è l’ironico e insieme perturbante  Le lettere di Berlicche  dove si immagina che un diavolo insegni al nipote come impadronirsi delle anime. Nel corso della favola i Pervensie incontreranno un nano e, dopo di lui, uomini, minotauri, topi con tanto di spadino e altri animali parlanti che si muovono con estrema naturalezza (tra loro il saggio Leone Aslan, amico del cuore della piccola Lucy) e sfideranno l’esercito di lord Miraz e altre compagnie di ventura avendone alla fine vittoria. Adamson, grazie a una squadra di specialisti nel digitale e di truccatori e al suo ingegno, mette insieme scene di molta suggestione spettacolare (la massa d’acqua che si riversa sui soldati che stanno attraversando un fiume, le battaglie sempre ben coordinate, ecc.). Con un film dal ritmo incalzante, il regista si districa a meraviglia nel genere 'fantasy' più adatto forse ai ragazzi che si possono identificare con i protagonisti che ai bambini. Ma lo vedono con piacere anche gli adulti accettando quella sorta di omaggio a Lewis che è il perdono a lord Miraz, suo figlio e la moglie che possono allontanarsi indisturbati da Narnia, precedendo i molto addolorati fratelli Pervensie. Eccoli di nuovo i nostri piccoli eroi sul marciapiede del binario dove passerà il treno che li porterà a scuola.

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Dall’America una «guida» per C.S. Lewis

Uno dei contributi migliori alla comprensione di Clive Staple Lewis. Con questo impegnativo giudizio della stampa anglosassone si presenta ora anche in Italia il saggio di Thomas Howard «Narnia e oltre. I romanzi di C.S. Lewis», tradotto da Marietti 1820 nella collana «Tolkien e dintorni» (pp. 202, euro 22). Lo studio – prefato dallo storico della letteratura Edoardo Rialti – indaga sia le vicende biografiche dell’autore, sia i nodi tematici profondi dei suoi libri, le particolarità dei mondi fantastici in cui ambienta i suoi racconti, i rimandi tra le varie opere dello scrittore, i rapporti con la grande letteratura occidentale.
  Howard, che è stato per 40 anni professore di letteratura in varie prestigiose istituzioni americane, è considerato uno dei maggiori esperti di Tolkien, Eliot e Lewis; di famiglia evangelica, è passato al cattolicesimo nel 1985.

Fonte: fonte non disponibile, 14 agosto 2008

9 - ELUANA E' VIVA E PERCIO' NON DEVE ESSERE UCCISA
Ecco perché la RAGIONE ci dice che la richiesta di toglierle cibo e acqua è sbagliata
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 10 agosto 2008

Ecco perché la RAGIONE ci dice che la richiesta di toglierle cibo e acqua è sbagliata:
1) NON È UN MALATO TERMINALE
2) NON È IN COMA
3) NON HA BISOGNO DI MEDICINE
4) È CLINICAMENTE GUARITA (anche se ha un forte handicap)
5) È VIVA
6) HA SOLO BISOGNO DI CIBO E ACQUA
7) IL SUO STOMACO DIGERISCE IL CIBO
8) RESPIRA AUTONOMAMENTE
9) AL MATTINO SI SVEGLIA E APRE GLI OCCHI
10) LA NOTTE DORME E CHIUDE GLI OCCHI
11) POTREBBE RISVEGLIARSI IMPROVVISAMENTE
12) LE SUORE SONO DISPONIBILI A CONTINUARE AD OCCUPARSI DI LEI (come fanno da oltre 14 anni)

PUÒ UN CATTOLICO RITENERE LECITA L'EUTANASIA?
NO! Un cattolico non può ritenere lecita l'eutanasia in quanto il Papa Giovanni Paolo II nell'enciclica Evangelium Vitae ha dichiarato ex cathedra, cioè INFALLIBILMENTE che l'eutanasia è un peccato gravissimo.
Il cattolico che volesse pensarla diversamente dovrebbe dimostrare di essere infallibile lui e non il Papa.

PUÒ UN CATTOLICO RITENERE CHE NEL CASO DI ELUANA NON SI POSSA PARLARE DI EUTANASIA?
NO! Il caso di Eluana è eutanasia. Infatti l'anno scorso la Congregazione per la Dottrina della Fede ha dichiarato che l'alimentazione e l'idratazione sono cure ordinarie e quindi OBBLIGATORIE per tutti i malati. Il Papa Benedetto XVI ha approvato quanto dichiarato dalla congregazione.

PUÒ UN CATTOLICO DIRE DI ESSERE PERSONALMENTE CONTRARIO ALL'EUTANASIA, MA DI NON POTER IMPORRE LA SUA IDEA A CHI LA PENSA DIVERSAMENTE?
NO! L'eutanasia non si può concedere nemmeno a chi la richieda esplicitamente (come ad esempio il caso di Welby). Questo perché l'eutanasia è l'uccisione di un innocente e questo non si può mai permettere perché ogni uomo ha la sua dignità. Ecco perché è stato giustamente condannato un tedesco che aveva mangiato (sì, proprio mangiato) un altro uomo. Quest'ultimo era d'accordo ed anzi l'aveva chiesto lui. NESSUNO PUÒ DISPORRE DELLA PROPRIA VITA, NEMMENO SE È D'ACCORDO DI ESSERE UCCISO.

Fonte: Redazione di BastaBugie, 10 agosto 2008

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