BastaBugie n�186 del 01 aprile 2011

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1 IN LIBIA, EGITTO E TUNISIA L'UNICA VERA CERTEZZA E' CHE A VINCERE SARANNO GLI INTEGRALISTI ISLAMICI: ALTRO CHE LIBERTA' E DEMOCRAZIA!
L'islam ispira sia Gheddafi, sia i ribelli; in Egitto nel referendum ha vinto l'accordo tra il regime militare e i Fratelli musulmani; in Tunisia, gli integralisti islamici avranno mano libera nei dicasteri chiave di affari religiosi, magistratura e istruzione
Autore: Magdi Cristiano Allam - Fonte: Il Giornale
2 LE DIFFERENZE TRA MUSULMANI E CATTOLICI: VEDIAMO L'ESEMPIO DELLA CITTADINA IN CUI E' NATO SHAHBAZ BHATTI
I musulmani dicono ai cattolici: ''Voi siete così stupidi che lavorate quando avete la moglie e i figli!''
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Antidoti
3 RICONOSCIUTO UFFICIALMENTE DALLA CHIESA IL 68° CASO DI GUARIGIONE MIRACOLOSA A LOURDES AVVENUTO NEL 2002 (L'ULTIMO RISALIVA AL 1987)
Sia il Comitato medico internazionale di Lourdes che la diocesi di provenienza dell'uomo paralizzato alla gamba destra hanno riconosciuto la guarigione immediata, completa e duratura
Autore: Raffaella Frullone - Fonte: La Bussola Quotidiana
4 ITALIA: VERSO L'INTRODUZIONE DELL'EUTANASIA PER LEGGE (CON IL SOSTEGNO DI ALCUNI CATTOLICI)
Gli inquietanti paralleli tra il caso Englaro e la legge sul testamento biologico (o DAT) in discussione alla camera
Autore: Giacomo Rocchi - Fonte: Comitato Verità e Vita
5 IL CARDINAL BIFFI: ''L'ITALIA PORTA CON SE' DA DUEMILA ANNI UN'IDEA GRANDIOSA, REALE, ORGANICA DI UNA UNIONE GENERALE DEI POPOLI: LA SCIENZA E L'ARTE ITALIANA SONO PIENE DI QUELLA IDEA GRANDE''
E cosa ne ha fatto Cavour? Un piccolo regno di secondo ordine, che non ha importanza mondiale, senza ambizioni, imborghesito
Autore: Antonio Gaspari - Fonte: Zenit
6 UNDICI ANNI NELLE GALERE DI CUBA PERCHE' AVEVA DENUNCIATO L'ABORTO FORZATO, LA CLONAZIONE UMANA E I CASI DI NEONATI LASCIATI MORIRE
Oscar Elias Biscet, il medico dissidente cubano sbattuto nelle celle sotterranee, prive di finestre e di bagno, che gli hanno cagionato gastriti croniche e lancinanti, ipertensione: gli avevano proposto la libertà in cambio dell'esilio in Spagna, ma lui non ha ceduto e alla fine ha vinto
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana
7 ECCO LA LETTERA CHE IL DIRETTORE DI AVVENIRE NON PUBBLICHERA'...
Nell'assemblea nazionale di Firenze, con un atteggiamento di chiusura, aggressività e intolleranza, il Movimento per la Vita italiano ha deciso di espellere chi aderisce al Comitato Verità e Vita
Autore: Mario Palmaro - Fonte: Comitato Verità e Vita
8 IL NUOVO CD DI VASCO ROSSI ''VIVERE O NIENTE'' RIMANE AFFASCINATO DAL MIRACOLO DELLA VITA, MA POI CADE IN CONTRADDIZIONE
Dice infatti che la scienza ormai ha dimostrato che non esistono verità eterne, che tutto è in divenire, che non esiste un creatore, che la vita è nata da sé: che confusione!
Autore: Carlo Candiani - Fonte: Tempi
9 LETTERE ALLA REDAZIONE: LE CENERI DELLA NOSTRA CULTURA
Nelle mense scolastiche c'è il pesce una volta alla settimana, ma guai a metterlo il venerdì (e il mercoledì delle ceneri accade che...)
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
10 LETTERE ALLA REDAZIONE: PER LA SCUOLA LA QUESTIONE IMPORTANTE NON E' IL FATTORE ECONOMICO, MA LA LIBERTA' DI EDUCAZIONE
Le chiamano ''scuola pubblica'' e ''scuola privata'', ma i nomi corretti sono ''scuola statale'' e ''scuola libera''
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
11 OMELIA PER LA IV DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO A - (Gv 9,1-41)
Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - IN LIBIA, EGITTO E TUNISIA L'UNICA VERA CERTEZZA E' CHE A VINCERE SARANNO GLI INTEGRALISTI ISLAMICI: ALTRO CHE LIBERTA' E DEMOCRAZIA!
L'islam ispira sia Gheddafi, sia i ribelli; in Egitto nel referendum ha vinto l'accordo tra il regime militare e i Fratelli musulmani; in Tunisia, gli integralisti islamici avranno mano libera nei dicasteri chiave di affari religiosi, magistratura e istruzione
Autore: Magdi Cristiano Allam - Fonte: Il Giornale, 21/03/2011

Nella guerra esplosa in Libia e che vede l'Italia in prima linea l'unica vera certezza, al di là delle reali intenzioni che l'hanno scatenata e dei suoi ipotetici sviluppi regionali e internazionali, è che a vincere saranno gli integralisti islamici e che, di riflesso, le popolazioni delle sponde meridionale e orientale del Mediterraneo saranno sempre più sottomesse alla sharia, la legge coranica che nega i diritti fondamentali della persona e legittima la dittatura teocratica. Un esito che è esattamente l'opposto dei proclami ufficiali di Sarkozy e Obama straripanti delle parole d'ordine «libertà» e «democrazia».

Nel suo intervento dopo l'inizio dei bombardamenti aerei e missilistici francesi, americani e britannici, Gheddafi ne ha attribuito la responsabilità ai «Paesi cristiani» e ha denunciato la «nuova crociata contro l'islam». Contemporaneamente i suoi nemici interni hanno esultato per l'operazione ribattezzata «Odissea all'alba» scatenata dalla sedicente «Coalizione dei volenterosi», brandendo i kalashnikov e inneggiando «Allah Akhbar», Dio è grande. Al di là che ci credano veramente o lo facciano strumentalmente, l'islam emerge come il riferimento ideologico che ispira sia la reazione di Gheddafi per salvare il proprio potere, sia l'azione dei ribelli tesa a rovesciare il regime libico.

Sempre nelle scorse ore in Egitto il referendum popolare ha registrato la schiacciante vittoria dell'asse tra il regime militare espresso dal Partito nazional-democratico e i Fratelli musulmani, concordi nell'emendare l'attuale Costituzione per favorire il contenimento dei poteri del capo dello Stato e la crescita del ruolo dei partiti dell'opposizione e specificatamente dei Fratelli musulmani, ma soprattutto d'accordo nel non mettere in discussione l'articolo due della Costituzione che recita: «L'islam è la religione dello Stato, l'arabo è la sua lingua ufficiale, la sharia è la fonte principale della sua legislazione». Per contro è stato pesantemente sconfitto il «popolo della rivolta» che ha infiammato l'animo degli occidentali facendoci illudere che con l'allontanamento del presidente Mubarak fosse scoccata l'ora della democrazia e della libertà.
Coloro che ritraggono il regime militare egiziano e il deposto presidente Mubarak come espressione di una laicità corrispondente alla separazione tra la sfera secolare e quella religiosa, ignorano che il loro potere si fonda su una Costituzione che è l'anticamera della teocrazia.

Non sorprende affatto che oggi i militari vadano a braccetto con i Fratelli Musulmani pur di salvare il proprio potere e perpetuare i propri privilegi. Il potere in Egitto da 7mila anni è stato fortemente centralizzato per la necessità vitale di garantire il controllo della gestione dell'acqua del Nilo, senza cui verrebbe messa a repentaglio la vita degli egiziani. Egoisticamente noi europei possiamo considerarci rassicurati da un potere centralizzato forte che garantisce i nostri interessi materiali. Finora ci è andata bene perché tra i militari e gli integralisti islamici, hanno prevalso i primi. Ma il rischio che prossimamente prevalgano i fautori della dittatura teocratica è sempre più consistente.

Ciò non significa che nell'eventualità che delle dittature teocratiche prendano il sopravvento dal Marocco all'Irak noi italiani ed europei non potremmo più fare affidamento sulle forniture di petrolio e gas, sui loro fondi sovrani o sull'accesso ai loro mercati. Ma significa che per poter beneficare di questi beni materiali dovremo essere pronti ad aprire le nostre porte all'ideologia del radicalismo islamico, acconsentendo che i nostri figli subiscano il lavaggio di cervello di chi predica la sottomissione al Corano e a Maometto. È ciò che con modalità diverse stanno facendo da decenni l'Arabia Saudita e l'Iran degli ayatollah. Ed è lo scenario che si prospetta sia in Egitto sia in Tunisia, dove i Fratelli musulmani e i loro omonimi di Ennahda hanno già sottoscritto un accordo con i militari che consta di due punti: 1). I militari manterranno la guida dello Stato e controlleranno la Difesa, la Sicurezza e la Politica estera. 2). Gli integralisti islamici saranno riconosciuti come la principale forza dell'opposizione e avranno mano libera nei dicasteri chiave di Affari religiosi, Magistratura e Istruzione. Sulla base di questo accordo gli integralisti islamici non presenteranno un loro candidato alle prossime elezioni presidenziali e in cambio i militari garantiranno il regolare svolgimento delle prossime elezioni legislative senza ostacolare l'eventuale trionfo dei candidati islamici. Su questa falsariga potrebbe delinearsi il dopo-Gheddafi in Libia, ma anche il futuro degli altri Paesi arabi in preda ai sommovimenti interni.

Obama, Sarkozy, Merkel, Cameron e Berlusconi sono consapevoli che questa campagna militare, preannunciata a Parigi dal «Vertice per il sostegno al popolo libico», si risolverà con l'avvento al potere non di democrazie laiche e liberali ma bensì di regimi islamici, dove il ruolo dei militari sarà sempre più vacillante, che tenteranno di sottomettere anche noi alla legge coranica? E a noi italiani ed europei ci starà bene svendere la nostra anima pur di avere in cambio i beni materiali che ci permetteranno di continuare ad accumulare ricchezza per poter consumare sempre di più?

Fonte: Il Giornale, 21/03/2011

2 - LE DIFFERENZE TRA MUSULMANI E CATTOLICI: VEDIAMO L'ESEMPIO DELLA CITTADINA IN CUI E' NATO SHAHBAZ BHATTI
I musulmani dicono ai cattolici: ''Voi siete così stupidi che lavorate quando avete la moglie e i figli!''
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Antidoti, 10/03/2011

Kushpur è la cittadina pakistana in cui è nato Shahbaz Bhatti, il ministro assassinato. Sono cinquemila abitanti, tutti cattolici. Padre Gheddo l'ha visitata e lo ricorda così: «Nel 1982 la differenza tra Kushpur e i villaggi musulmani vicini era scioccante per vari motivi: la pulizia delle strade e delle case, la libertà delle donne che sorridono, si fermano, parlano, si lasciano persino fotografare (questo era considerato un crimine altrove), la vivacità dei ragazzi e ragazze nel gioco, l'unità delle famiglie (rigorosamente monogamiche) che ha permesso la fondazione di organismi cooperativistici per lo scavo dei pozzi, la canalizzazione dell'acqua, l'acquisto di trattori e altre macchine agricole, la commercializzazione dei prodotti delle terre, ecc. Soprattutto la presenza in Kushpur delle scuole anche medie. Nei villaggi musulmani vicini e lontani (ne ho visitati alcuni in varie regioni) era tutto il contrario di quanto ho detto. Le donne ad esempio, non si vedevano per le strade, la sporcizia regnava sovrana, ecc. (…). Venivano anche da lontano gruppi di musulmani a vedere il villaggio cattolico, si scandalizzavano per le donne non velate e sorridenti, le ragazze che andavano a scuola e dicevano agli uomini che lavoravano la terra: "Ma voi, siete così stupidi che lavorate quando avete la moglie e i figli?"». Io non sono stato in Pakistan ma in Israele sì, e per qualche tempo. Ho visto le differenze tra le città a maggioranza cristiana o ebraica e quelle a maggioranza musulmana. E confermo tutto quel che dice Gheddo. Ah, notizia di stamattina (10 marzo 2011): ad Anila Bhatti, sorella di Shahbaz, le forze di sicurezza hanno vietato l'ingresso in chiesa durante i funerali.

DOSSIER "CRISTIANI IN PAKISTAN"
Asia Bibi, Shahbaz Bhatti, ecc.

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Fonte: Antidoti, 10/03/2011

3 - RICONOSCIUTO UFFICIALMENTE DALLA CHIESA IL 68° CASO DI GUARIGIONE MIRACOLOSA A LOURDES AVVENUTO NEL 2002 (L'ULTIMO RISALIVA AL 1987)
Sia il Comitato medico internazionale di Lourdes che la diocesi di provenienza dell'uomo paralizzato alla gamba destra hanno riconosciuto la guarigione immediata, completa e duratura
Autore: Raffaella Frullone - Fonte: La Bussola Quotidiana, 28-03-2011

Monsignor Emmanuel Delmas, vescovo della diocesi di Angers, in Francia, ha riconosciuto ieri la guarigione straordinaria di un pellegrino che si era recato a Lourdes. La vicenda risale al 2002 e riguarda Serge François, artigiano oggi in pensione, affetto da un ernia discale. L'uomo, allora 56enne, era stato operato due volte, e soffriva di una paralisi pressochè totale alla gamba destra quando decise di partecipare ad un pellegrinaggio diocesano al Santuario della Madonna di Lourdes.
Come il vescovo rimarca nel documento ufficiale siglato il 27 marzo, Serge François ha preso parte al viaggio come "ospedalizzato-malato". Il 12 aprile 2002 l'uomo si è recato alla grotta di Massabielle per pregare la Madonna. Secondo il suo stesso racconto, mentre pregava, è stato «preso da un dolore così folgorante che credeva di morire. Dopo qualche minuto – racconta ancora – la sofferenza ha lasciato posto ad un'intensa sensazione di benessere e calore» e la sua gamba ha prima smesso di farlo soffrire e poi si è progressivamente rianimata. L'anno successivo, nel corso di un nuovo pellegrinaggio, François ha segnalato la sua guarigione al Bureau des constatations médicales di Lourdes, secondo la prassi.
Il primo dicembre 2008 il Comitato medico internazionale di Lourdes, composto da una ventina di medici, ha riconosciuto che la guarigione di Serge François era di carattere straordinario poiché immediata, completa, priva di relazione con terapie e duratura.
Il passo successivo per il riconoscimento ufficiale era il pronunciamento della diocesi di appartenenza del presunto miracolato. Pronunciamento che è arrivato ieri a firma del vescovo Monsignor Delmas «Nel nome della Chiesa riconosco il carattere straordinario della guarigione di cui ha beneficiato il signor Serge François a Lourdes. Questa guarigione è da considerare come un dono personale di Dio a quest'uomo, come un evento di grazia, come un segno di Cristo salvatore».

Fonte: La Bussola Quotidiana, 28-03-2011

4 - ITALIA: VERSO L'INTRODUZIONE DELL'EUTANASIA PER LEGGE (CON IL SOSTEGNO DI ALCUNI CATTOLICI)
Gli inquietanti paralleli tra il caso Englaro e la legge sul testamento biologico (o DAT) in discussione alla camera
Autore: Giacomo Rocchi - Fonte: Comitato Verità e Vita, 26/03/2011

VERSO L'EUTANASIA LEGALE
16 ottobre 2007: La Cassazione, pronunciando sul ricorso di Beppino Englaro, che chiedeva di essere autorizzato ad interrompere l'alimentazione e l'idratazione artificiale per la figlia, che si trovava in stato di incoscienza nel cd. "stato vegetativo", afferma un principio: il padre/tutore ha il potere di decidere di far morire la figlia interdetta di fame e di sete.
9/2/2009: Eluana Englaro muore dopo che il padre/tutore, autorizzato dalla Corte d'Appello di Milano in forza della sentenza della Cassazione, l'ha autorizzato a sospendere alimentazione e idratazione.
26/3/2009: Il Senato della Repubblica approva un progetto di legge che recita:
"Ogni trattamento sanitario è attivato previo consenso informato ...
In caso di interdetto, il consenso informato è prestato dal tutore che sottoscrive il documento"
Aprile 2011: Il progetto verrà approvato definitivamente?
- Ci diranno che il tutore deve prendere le sue decisioni avendo come scopo esclusivo la salvaguardia della vita e della salute dell'incapace; ma taceranno sulla possibilità per il tutore di rifiutare terapie salvavita per l'interdetto.
- Diranno che il rifiuto del tutore può essere impugnato dal medico, ma non spiegheranno che il medico non ha l'obbligo di impugnarlo.
- Diranno che il tutore non può far interrompere alimentazione e idratazione artificiale all'interdetto come fece Beppino Englaro, ma non spiegheranno che può rifiutarsi di farle iniziare e può, ancora, rifiutare ogni altra terapia e perfino la respirazione artificiale...
IL "CASO ENGLARO" DIVENTA LEGGE
Chi ha scritto queste parole?
"Chi versa in stato vegetativo permanente è, a tutti gli effetti, persona in senso pieno, che deve essere rispettata e tutelata nei suoi diritti fondamentali, a partire dal diritto alla vita e dal diritto alle prestazioni sanitarie, a maggior ragione perché in condizioni di estrema debolezza e non in grado di provvedervi autonomamente";
"la scelta del tutore deve essere a garanzia del soggetto incapace, e quindi rivolta, oggettivamente, a preservarne e a tutelarne la vita".
Sono i giudici della Cassazione che, nel 2007, hanno consentito il "via libera" a Beppino Englaro per sospendere alla figlia interdetta l'alimentazione e idratazione artificiale, fino a farla morire.
Vedete quale è il "diritto alla vita" riconosciuto ai soggetti in stato vegetativo?
Comprendete in che modo la scelta del tutore deve essere "rivolta oggettivamente a preservarne e a tutelarne la vita"?
Dove sono scritte queste altre parole?
"riconosce e tutela la vita umana, quale diritto inviolabile e indisponibile, anche ... nell'ipotesi in cui la persona non sia più in grado di intendere e di volere";
"la scelta (del tutore sulle terapie all'incapace) è adottata avendo come scopo esclusivo la salvaguardia della salute e della vita del soggetto incapace"
Si tratta del progetto di legge sulle DAT in discussione alla Camera dei Deputati.
Ci si domanda: il diritto alla vita dei disabili incapaci sarà tutelato nello stesso modo in cui la sentenza della Cassazione ha tutelato il diritto alla vita di Eluana Englaro? (...)
Paralleli inquietanti ...

Fonte: Comitato Verità e Vita, 26/03/2011

5 - IL CARDINAL BIFFI: ''L'ITALIA PORTA CON SE' DA DUEMILA ANNI UN'IDEA GRANDIOSA, REALE, ORGANICA DI UNA UNIONE GENERALE DEI POPOLI: LA SCIENZA E L'ARTE ITALIANA SONO PIENE DI QUELLA IDEA GRANDE''
E cosa ne ha fatto Cavour? Un piccolo regno di secondo ordine, che non ha importanza mondiale, senza ambizioni, imborghesito
Autore: Antonio Gaspari - Fonte: Zenit, 11/03/2011

Il Risorgimento fu positivo sotto molti aspetti. Anche l'Unità d'Italia apportò molti benefici, ma attenti alle esagerazioni, perché l'Italia era grande anche prima dell'Unità. Questo è quanto sostiene il Cardinale Giacomo Biffi nel libro "L'Unità d'Italia" appena pubblicato dalla Cantagalli.
In questo saggio di 88 pagine l'Arcivescovo emerito di Bologna, con la consueta arguzia, ricorda quanto gli eserciti francesi 'liberatori' siano stati dei ladri, non solo a Bologna, ma in tutte le città d'Italia.
"Prima di allora i nostri conquistatori austriaci o spagnoli – ha scritto il porporato - non si erano mai permessi di derubarci delle nostre opere d'arte". Solo a Bologna "asportarono trentun dipinti dei più rinomati maestri (quali il Guercino, i Carracci, Guido Reni, Raffaello ecc.) e allo stesso modo si comportarono in tutte le altre città".
Il Cardinale Biffi precisa che "per quel che se ne sa, nessuna voce di vergogna o di rammarico è giunta poi fino a noi dalla Francia per questo odioso comportamento".
"L'esito del Risorgimento - scrive Biffi - fu indubbiamente positivo per molti aspetti". Anche se "è costato sacrifici".
L'Arcivescovo emerito di Bologna precisa poi come l'identità nazionale fosse già ben presente tra le genti che hanno popolato lo stivale. Già i poeti Giovanni Petrarca e Dante Alighieri parlavano, infatti, del Bel paese dove il "sì suona". La grandezza letteraria, artistica, scientifica, religiosa e sociale dell'Italia esisteva ed era ben solida già prima del 1861.
A questo proposito il Cardinale Biffi riporta i commenti originalissimi e poco conosciuti di due grandi scrittori russi: Fëdor Michailovič Dostoevskij e Vladimir Soloviev.
Dostoevskij scrisse infatti che "l'unico grande diplomatico del secolo XIX è stato Cavour" e che, nonostante ciò, "anche lui non ha pensato a tutto. Sì, egli è stato geniale, ha raggiunto il suo scopo ha fatto l'Unità d'Italia. Ma guardate più addentro e cosa vedete? L'Italia porta con sé da duemila anni un'idea grandiosa, reale, organica: l'idea di una unione generale dei popoli del mondo, che fu di Roma e poi dei Papi".
"E il popolo italiano si sente depositario di un'idea universale e chi non lo sa lo intuisce – continuava –. La scienza e l'arte italiana sono piene di quella idea grande. Ebbene, che cosa ha fatto il conte di Cavour? Un piccolo regno di secondo ordine, che non ha importanza mondiale, senza ambizioni, imborghesito".
Dal canto, Soloviev nell'Opravdanie dobra (La giustificazione del bene) elenca i contributi che l'Italia ha dato al mondo, tra cui "il primo europeo a penetrare in Mongolia e in Cina" e cioè "l'italiano Marco Polo. Un altro italiano scopre il Nuovo mondo (Cristoforo Colombo) e un terzo estendendo questa scoperta, gli lascia il proprio nome (Amerigo Vespucci)".
"L'influenza della letteratura italiana – aggiungeva Soloviev – resta predominante per diversi secoli; gli italiani vengono imitati nell'epica, nella lirica, nei romanzi; Shakespeare prende da loro i soggetti e la forma dei propri drammi e delle proprie commedie, (...) la lingua e i costumi italiani dominano dappertutto nelle sfere superiori della società".
L'Arcivescovo emerito di Bologna sottolinea che l'identità nazionale dell'Italia non è frutto solo di ciò che è avvenuto nel XIX secolo e ricorda che "molti tra i frutti più nobili e preziosi maturati tra noi dallo spirito umano in tutti i campi (del pensiero, della poesie, dell'arte) portano incancellabili i segni della loro dipendenza dalla visione cristiana".
Detto ciò il Cardinale Biffi afferma che l'unificazione "è indubbiamente un valore" che "non deve essere messa in pericolo né da ideologie senza apprezzabile fondamento né da particolarismi egoistici" (...).
Nelle conclusioni il Cardinale Biffi affronta anche il tema della immigrazione e della identità culturale italiana, affermando che "ai forestieri si fa spazio non demolendo la nostra casa, ma ampliandola e rendendola ospitale sì, ma nel rispetto della sua originaria architettura e della sua primitiva bellezza".

Fonte: Zenit, 11/03/2011

6 - UNDICI ANNI NELLE GALERE DI CUBA PERCHE' AVEVA DENUNCIATO L'ABORTO FORZATO, LA CLONAZIONE UMANA E I CASI DI NEONATI LASCIATI MORIRE
Oscar Elias Biscet, il medico dissidente cubano sbattuto nelle celle sotterranee, prive di finestre e di bagno, che gli hanno cagionato gastriti croniche e lancinanti, ipertensione: gli avevano proposto la libertà in cambio dell'esilio in Spagna, ma lui non ha ceduto e alla fine ha vinto
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana, 26/03/2011

Non ha fatto sconti. Ed alla fine ha vinto. Lo scorso 13 marzo è tornato un uomo libero Oscar Elias Biscet, originario dell'Avana, 51 anni, medico, dissidente cubano, condannato a 25 anni di carcere perché accusato di aver attentato alla sicurezza dello Stato. Un soggetto "pericoloso", insomma. Semplicemente per aver istituito nel 1997 la Fondazione Lawton per i diritti umani e la libertà di espressione, immediatamente messa fuori legge. Fondazione, con cui ha denunciato pratiche aberranti ammesse dal regime comunista dei fratelli Castro, quali la clonazione umana cosiddetta "terapeutica" e l'aborto forzato per motivi di ricerca medica.

In un Paese, in cui il tasso d'interruzione volontaria di gravidanza è già cinque volte superiore a quello italiano, specie tra le giovanissime, spesso a causa anche di un'altra grave piaga, quella del turismo sessuale, compreso quello pedofilo, che purtroppo impazza in una società attraversata da una grave crisi morale ed economica.

Nel 1998 Biscet consegnò alle autorità cubane un dossier, con cui accusò apertamente il Sistema Sanitario Nazionale di una pratica aberrante, una sorta d'aborto "post nascita": neonati lasciati morire, semplicemente privandoli di qualsiasi forma di assistenza. Un'eutanasia passiva che il medico dissidente non esitò a definire, senza censure e senza mezzi termini, un «genocidio» in un testo giunto sino a Ginevra, alla Convenzione sui Diritti del Bambino.

Prima il licenziamento per aver diffuso negli ospedali uno scritto in difesa della vita, poi l'espulsione dal Sistema Sanitario, quindi il divieto di esercitare la professione, infine la prigione. Undici anni nelle galere di Cuba ("collezionati" a più riprese: di questi, otto solo relativi all'ultima condanna) non sono uno scherzo: Biscet ne è uscito compromesso nel fisico, ma non nell'anima. Le celle sotterranee, prive di finestre e di bagno, cui è stato costretto, in isolamento oppure in compagnia dei più violenti criminali, certamente lo hanno provato psicologicamente, gli hanno cagionato gastriti croniche e lancinanti, ipertensione. Eppure sempre ha rassicurato i sostenitori, preoccupati del suo stato di salute: «La mia coscienza e il mio spirito stanno bene». E questo basta. Unico conforto: la preghiera.

Gli avevano proposto un patto: la libertà in cambio dell'esilio in Spagna. Niente da fare. «Non ho nessuna intenzione di andare in esilio in Spagna – aveva subito dichiarato – . Sono qui, per trovare soluzioni ai problemi urgenti per il mio Paese. Il mio compito è quello di conquistare la libertà per il popolo cubano, affinché viva in pace ed in prosperità. Dobbiamo esigere prima di tutto il rispetto dei diritti umani, la possibilità di avere partiti politici e libere elezioni», per giungere ad «una società basata sui principi non negoziabili», primo fra tutti quello alla vita. Nessuna preclusione verso un'eventuale candidatura alla Presidenza di un governo di transizione, per «migliorare le condizioni di un popolo che amo».

Le prove, cui è stato sottoposto, non lo hanno piegato, né "ammansito". Sempre si è battuto ed ancora si batte contro la tortura e contro la pena di morte per i dissidenti, nonché contro l'eutanasia praticata sui malati poveri, considerati un "peso economico".

Rilasciato grazie ai negoziati tra il governo di Raul Castro e la Chiesa Cattolica, in particolare l'Arcidiocesi dell'Avana, con le sue prime dichiarazioni Biscet ha subito dimostrato di non voler fare "sconti" a nessuno, tanto meno a chi l'abbia tenuto in prigione per 11 anni: «Quella cubana è una dittatura simile a quelle di Hitler e di Stalin – ha urlato –. I fratelli Castro devono lasciare il potere. Va nominato al più presto un governo di transizione che porti alla liberazione da un regime oppressivo e liberticida». Ciò, cui si potrà arrivare soprattutto grazie al prezioso lavoro di mediazione promosso dalla Chiesa cattolica, «per cambiare Cuba senza rivolte di piazza e spargimenti di sangue. A mio parere, il sistema ha i giorni contati».

Biscet ha invocato l'immediato rilascio anche di altri prigionieri politici come Librado Linares, José Daniel Ferrer e Félix Navarro. Criticata pure la condanna a 15 anni di reclusione, inflitta all'imprenditore nordamericano Alan P. Gross, a suo giudizio colpevole solo di aver promosso lo sviluppo della società civile a Cuba. Egli sa di poter contare su sostenitori anche tra i nemici: «Persino tra le fila del Partito Comunista ci sono simpatizzanti della dissidenza», ha detto.

In molti all'estero si sono battuti per la liberazione di Biscet. A far propria la sua causa, anche il Movimento europeo per la Difesa della Vita, nonché in Italia l'Associazione Scienza & Vita, con cui è entrata in contatto la figlia del dissidente cubano, Winnie, 22 anni, studentessa infermiera a Miami. Grazie a queste relazioni, nel 2009, anche Biscet levò la sua voce a favore di Eluana Englaro, chiedendo ai medici italiani, liberi di agire e di alzare la voce, di impedire che lutti di questo tipo avessero a ripetersi. Speriamo che ora, lasciato il carcere, la sua testimonianza, così chiara ed autentica, possa acquisire ancora maggior forza e valore a tutela della vita non solo a Cuba, ma in tutto il mondo.

Fonte: Corrispondenza Romana, 26/03/2011

7 - ECCO LA LETTERA CHE IL DIRETTORE DI AVVENIRE NON PUBBLICHERA'...
Nell'assemblea nazionale di Firenze, con un atteggiamento di chiusura, aggressività e intolleranza, il Movimento per la Vita italiano ha deciso di espellere chi aderisce al Comitato Verità e Vita
Autore: Mario Palmaro - Fonte: Comitato Verità e Vita, 25/03/2011

Gentile direttore, a pagina 4 dell'inserto "è vita" del 24 marzo scorso, l'associazione che rappresento è stata menzionata in un breve trafiletto dal titolo "Movimento, Cav e "Verità e Vita". Nel testo si legge che l'associazione di cui sono presidente sarebbe stata creata "da aderenti e ex aderenti al MpV, in contrasto sulle strategie e la conduzione del movimento". Non so da quale fonte il suo giornale abbia appreso questa sbrigativa definizione, che chiunque può riconoscere come riduttiva e carica di accenti negativi. Se la notizia è che esistono contrasti fra Movimento per la Vita e Verità e Vita, allora sarebbe stato doveroso descrivere con maggiore obiettività le caratteristiche della nostra associazione, dando spazio e voce anche al nostro punto di vista, come le regole del giornalismo impongono. Verità e Vita esiste dal 2004, è un movimento pro-life, e annovera fra i suoi iscritti e dirigenti ostetriche, membri di accademie pontificie, farmacisti, mamme, docenti universitari, medici, sacerdoti, psicologi, filosofi, giuristi, volontarie dei Cav. Possibile che ciò che tiene insieme e motiva tutti costoro sia solo "il contrasto sulle strategie con il Movimento per la Vita"? Chi sono e che cosa hanno da dire, "quelli" di Verità e Vita? Si può continuare a far finta che non esistano?
Nello stesso trafiletto, si apprende che il Movimento per la vita italiano nell'assemblea nazionale di Firenze avrebbe deciso che le persone "facenti parte di organi direttivi dei Cav o movimenti locali non possono conservare le loro funzioni se aderiscono al Comitato Verità e Vita". Si tratta di un atteggiamento di chiusura e di intolleranza, per altro di dubbia sostenibilità giuridica. É sintomo di aggressività e incapacità di dialogo, oltretutto indirizzate verso non poche persone che continuano a svolgere un prezioso lavoro in favore della vita nei Movimenti per la vita e nei Cav locali, pur riconoscendosi al contempo nello statuto e nelle posizioni di Verità e Vita. La nostra associazione è da sempre contraria a ogni forma di testamento biologico, denominato Dat o in qualunque altro modo. Ed è contraria alle leggi che permettono l'aborto, l'eutanasia, la fecondazione artificiale. Penso che la nostra identità e la nostra azione interessi al suo giornale e ai suoi lettori, e sono sicuro che non vorrà impedirci di far conoscere queste poche righe a un pubblico serio e attento come quello di Avvenire.

Fonte: Comitato Verità e Vita, 25/03/2011

8 - IL NUOVO CD DI VASCO ROSSI ''VIVERE O NIENTE'' RIMANE AFFASCINATO DAL MIRACOLO DELLA VITA, MA POI CADE IN CONTRADDIZIONE
Dice infatti che la scienza ormai ha dimostrato che non esistono verità eterne, che tutto è in divenire, che non esiste un creatore, che la vita è nata da sé: che confusione!
Autore: Carlo Candiani - Fonte: Tempi, 25/03/2011

Il suo nuovo disco uscirà martedì 29 marzo, ma già le sue dichiarazioni nelle interviste di presentazione alla stampa, sono oggetto di interessata curiosità da parte dei suoi fans.
Stiamo parlando di Vasco Rossi che, nell'attesa che sia di dominio pubblico il suo "Vivere o niente", si è lasciato andare a qualche considerazione sul (suo) senso della vita.
Alcune uscite sembrano "non omologate" ad un comune sentire - malgrado l'accenno farfugliato e nichilista all'eutanasia come diritto - e dimostrano la realtà di un uomo che, pur in una "beata confusione", sta cercando di andare oltre la banalità di una comoda esistenza di successo, con tutte le imbarazzanti contraddizioni del caso.
In un'intervista (...), Vasco Rossi afferma che «la scienza ormai ha dimostrato che non esistono verità eterne, che tutto è in divenire, che non esiste un creatore, che la vita è nata da sé», poi però afferma che «è per un miracolo che l'uomo si rende conto di esistere, che ha uno spirito, che è qualcosa di più di semplice materia». Dice di avere «rispetto di chi crede di avere un creatore», poi allo stesso creatore chiede «scusa se non credo che esisti».

«Certo – continua il Blasco – l'uomo che non crede più in Dio è spaventato, perché prima se succedeva qualcosa se ne dava una ragione, è la volontà di Dio, poi invece capisce di essere l'unico responsabile e allora si scopre un pezzo di m…, impossessato dal demonio, terrificante, brutto e schifoso. Bisogna avere la consapevolezza che il nemico più grosso è dentro di noi e nonostante lo sappiamo ci fotte sempre, non sappiamo difenderci e alla fine abbiamo bisogno di un perdono. E siccome non possiamo vivere senza regole, perché noi siamo il miracolo dell'esistenza [aridaglie!], io la sparo lì, scherzando un po': primo comandamento, avere rispetto di se stessi, quello che io non ho mai avuto per me, capito?».

Caro Vasco, quante domande e quante complicazioni. Perché giustificare il teorema che Dio non esiste, quando non ci si spiega il miracolo della vita che si rende conto di esistere? 
In attesa di ascoltare il suo nuovo cd, però, bisogna constatare ancora una volta che, se questi pensieri un po' alla rinfusa saranno sostenuti da qualche bel ritornello da cantare a squarciagola, magari in uno stadio stracolmo, la missione di eterno "irregolare" sarà, ancora una volta, compiuta.

Fonte: Tempi, 25/03/2011

9 - LETTERE ALLA REDAZIONE: LE CENERI DELLA NOSTRA CULTURA
Nelle mense scolastiche c'è il pesce una volta alla settimana, ma guai a metterlo il venerdì (e il mercoledì delle ceneri accade che...)
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 28/03/2011

Gentile Redazione
vi segnalo che lavorando nelle scuole, mi sono accorta in questi anni che è in corso una specie di lotta silenziosa intorno alla mensa scolastica della mia città.
Se qualcuno dei docenti (perché primariamente si pensa agli adulti) desiderava non mangiare carne il venerdì e il mercoledì delle ceneri doveva fare richiesta scritta, per poter avere (al pari degli alunni musulmani ad esempio) un menu personalizzato nei giorni prescelti.
Quest'anno è arrivata una circolare che informava che il menu non sarebbe stato cambiato per il Mercoledì delle Ceneri, ma chi desiderasse un pasto alternativo, poteva segnalarlo direttamente al mattino.
Segnalazioni necessarie, poiché l'anno scorso nel giorno delle Ceneri fu servita pasta al sugo di carne, quest'anno tacchino arrosto.
Nessuno insomma ha limitato la libertà religiosa di scegliere il proprio pasto, ma di certo si vuole rendere la cosa piuttosto complicata: per carità, apprezziamo la novità di quest'anno del poter segnalare anche solo al mattino il menu alternativo.
Ma pensando a tutto l'impianto del servizio mensa ci chiediamo: dato che comunque un giorno alla settimana viene servito pesce, per quale motivo, coerentemente con la tradizione cristiana che appartiene al nostro paese, quel giorno non è il venerdì?...e perché in questa settimana non si è avuto un occhio di riguardo anche per il menu del mercoledì?
Di certo non si offenderebbe nessuno, dato che viene comunque garantita a tutti la possibilità di scegliere un pasto alternativo per motivi religiosi: non credo che gli alunni musulmani siano in difficoltà a mangiare il pesce di venerdì anziché il giovedì...
Pare che si preferisca spendere di più (ci viene detto che la gestione dei pasti personalizzati è un dispendio di denaro e tempo enorme), e gestire una situazione caotica (come quella che, con molte richieste alternative, si è creata oggi per le Ceneri), pur di non affermare la realtà delle nostre origini culturali cristiane.
Non sarebbe popolare forse rendere il pasto a scuola dei lavoratori cristiani coerente con la propria fede, senza obbligarli a segnalare la propria presenza e le proprie scelte religiose? Sarebbe forse trattare con troppa apertura questo gruppo di credenti?
Credo che la risposta sia da cercarsi nella funzione educativa che in quel caso avrebbe la mensa della scuola. I bambini, seppur non obbligati all'astinenza e al digiuno, apprenderebbero così precetti che è bene che non sappiano.
Così buttiamo via tutto ciò che richiama la religione e la fede... e non importa se ai quiz della sera (quelli si culturali!) si perde quasi sempre per una domanda da prima classe di catechismo!
Rita

Cara Rita,
c'è poco da aggiungere alla tua schietta testimonianza.
Possiamo ricordare il cardinal Biffi denunciò diversi anni fa che le mense scolastiche prevedevano una volta a settimana il pesce, ma si guardavano bene dal programmarlo per il venerdì per non soddisfare i precetti dei cristiani.
Va ricordato infatti che l'astinenza dalle carni (e dai cibi prelibati) è obbligatoria per i credenti tutti i venerdì di quaresima, ma anche negli altri venerdì dell'anno (anche se in quest'ultimo caso è possibile sostituirla con un'altra rinuncia). Come giustamente da te segnalato anche il mercoledì delle ceneri (e il venerdì santo) prevede l'astinenza (oltre che il digiuno: che consiste, al minimo, in un po' di cibo al mattino, un pasto normale a pranzo e un po' di cibo alla sera).
Concludendo bisognerebbe che i cattolici, riappropriandosi delle proprie tradizioni iniziassero a farsi sentire prima che scompaiano del tutto e prima che i nuovi arrivati impongano le loro.

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 28/03/2011

10 - LETTERE ALLA REDAZIONE: PER LA SCUOLA LA QUESTIONE IMPORTANTE NON E' IL FATTORE ECONOMICO, MA LA LIBERTA' DI EDUCAZIONE
Le chiamano ''scuola pubblica'' e ''scuola privata'', ma i nomi corretti sono ''scuola statale'' e ''scuola libera''
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 28/03/2011

Gentile Redazione di BastaBugie,
ho letto il vostro articolo sulla polemica che si è scatenata a fronte delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio sulla scuola statale. Le cifre che ho letto in merito "ad un affare per lo Stato" (le prendo per buone e non ho motivo di dubitare della vostra correttezza) non tengono però conto:
1) stiamo parlando di scuola cioè è come se parlassimo di sanità o di Ordine pubblico o di acqua... trovo assurdo farne solo una questione economica;
2) i pagamenti in nero fatti nelle scuole private (esperienze dirette credetemi, mi fanno pensare che il 90 per cento di quel tipo di scuola paghi in nero o sottopaghi i docenti);
3) la qualità di molti di istituti privati fa ridere (diplomifici a pagamento; se volete vi faccio centinaia di nomi di Istituti).
Concludo che non ho pregiudizi essendo io cattolico e praticante ma la realtà della scuola privata (compresa quella cattolica) è ben diversa, purtroppo in peggio, da come spesso la raccontate.
Cordiali Saluti
Pietro

Caro Pietro,
risponderemo brevemente a ogni punto e poi vedremo le conclusioni:
1) hai ragione nel dire che la questione economica non è la principale; è invece una questione di libertà di educazione (il terzo dei tre principi non negoziabili secondo l'insegnamento di Papa Benedetto); abbiamo trattato della questione economica solo perché la scuola libera viene attaccata come uno spreco di risorse pubbliche, quando è vero il contrario e cioè che è un risparmio per lo Stato (oltre 6 miliardi di euro all'anno);
2) non sappiamo se sono diffusi i pagamenti in nero come tu dici, ma in questo caso sarebbe facile far notare che un simile sistema si diffonde perché le risorse sono limitatissime (in Inghilterra esiste quasi esclusivamente la scuola non statale, che gode peraltro di ottimi contributi);
3) sulla cattiva qualità della scuola non statale c'è da dire che si riferisce ad alcuni casi, peraltro dovuti alla situazione attuale; nel caso in cui venga rimossa l'ingiusta preferenza dello Stato per la scuola di indottrinamento pubblica, a favore di una liberalizzazione del settore con consistenti finanziamenti, allora avremmo una gara di qualità tra le scuole che consentirebbe alle migliori di sopravvivere (in quanto scelte da più studenti) e le peggiori sparire.
E ora tiriamo un po' di conclusioni.
La scuola statale costa dieci volte più di quella libera (la chiamano privata, ma in realtà è pubblica in quanto tutti ci si possono iscrivere). Ma non è questo il punto principale, come hai giustamente notato.
Qualcuno dice che finanziando la scuola non statale sarebbero avvantaggiati i ricchi. In realtà OGGI i ricchi sono avvantaggiati perché chi è ricco sceglie la scuola che preferisce. E' invece il povero che è costretto a mandare i figli alla scuola statale. Per venire incontro ai poveri bisognerebbe finanziare molto di più la scuola libera. Il buono scuola è irrinunciabile per evitare che chi sceglie la scuola libera paghi ingiustamente le tasse per finanziare la scuola statale che non ha scelto.
Speriamo di aver chiarito questi punti in modo da farti comprendere che non abbiamo posizioni distanti dalle tue o (peggio) ideologie da difendere.

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 28/03/2011

11 - OMELIA PER LA IV DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO A - (Gv 9,1-41)
Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 3 aprile 2011)

La quarta domenica di Quaresima ci presenta l'episodio evangelico della guarigione del cieco nato. Secondo la mentalità dell'epoca, ogni malattia o sciagura era conseguenza di un peccato. Ora, dato che quell'uomo era cieco dalla nascita, due erano le possibilità: o egli aveva peccato fin dal grembo materno, oppure, scontava i peccati dei suoi genitori. I Discepoli domandarono infatti a Gesù: "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori?" (Gv 9,2). Gesù  rifiutò tutte e due le possibilità e affermò che quella cecità era occasione perché gli uomini riconoscessero Lui come l'Inviato dal Padre, venuto a salvare l'umanità. Quella cecità, dunque, è simbolo della condizione dell'uomo peccatore: mentre la luce degli occhi rappresenta il dono di grazia donatoci da Gesù.
Ogni volta che Gesù compie un miracolo, sono due i motivi che lo spingono ad operarlo. Il primo motivo, quello più ovvio, è quello di andare incontro alle miserie dell'uomo, è la misericordia che si commuove di fronte alle sofferenze umane. Ma vi è un altro motivo, anch'esso molto profondo: ogni miracolo è anche un segno che rimanda a qualcosa di superiore, ad un insegnamento molto importante. Qual è l'insegnamento del miracolo del cieco nato? L'insegnamento è quello che Gesù è venuto a salvarci, è venuto a dissipare le tenebre del peccato e a donarci la luce della fede e della grazia.
L'episodio del cieco nato si inserisce nella catechesi battesimale della Quaresima, e, fin dal terzo secolo, questa pagina evangelica era utilizzata nella preparazione di tutti quelli che desideravano diventare cristiani. Come il cieco guarisce dopo l'immersione nelle acque di Siloe - Siloe era una piscina posta nei pressi del Tempio -, così Gesù Cristo continua ad illuminare gli uomini per mezzo del Sacramento dell'acqua, ovvero il Battesimo. Il cieco nato riceve due grazie: la prima è quella della vista; la seconda è quella della fede. Infatti, dopo essere stato miracolato, alla domanda di Gesù: "Tu credi nel Figlio dell'uomo?" (Gv 9,38), ovvero in Gesù, egli risponde: "Credo Signore!" (Gv 9,38). La vista materiale che aveva ottenuto era segno di un dono ancora più grande che aveva ricevuto per l'anima: il dono della fede.
Il 20 Gennaio 1842 si convertì al Cattolicesimo Alfonso di Ratisbonne, un ebreo caduto nell'ateismo che odiava il cattolicesimo.  Un giorno, durante una visita a Roma, per non far dispiacere ad un amico, accettò per pura cortesia una piccola medaglia della Madonna e se la mise al collo. Era la famosa Medaglia Miracolosa fatta coniare in seguito alle apparizioni mariane del 1832. Improvvisamente, durante una visita ad una chiesa fatta solo per vedere se vi era qualche opera d'arte degna di nota, cadde in ginocchio e si convertì all'istante. In quel momento egli vide come delle bende che gli caddero dagli occhi e, finalmente, capì quella che era la verità. Egli stesso poi diede questa testimonianza: "All'improvviso, mi sentii preso da uno strano turbamento e vidi come scendere un velo davanti a me. La chiesa mi sembrò tutta oscura, eccettuata una cappella come se la luce si fosse concentrata tutta lì. Non posso rendermi conto di come mi sia trovato in ginocchio davanti alla balaustra di quella cappella. Levai comunque gli occhi verso la luce che tanto risplendeva e vidi, in piedi sull'altare, viva, grande, maestosa, bellissima e dall'aria misericordiosa, la Santa Vergine Maria, simile nell'atto e nella struttura all'immagine della Medaglia che mi era stata donata perché la portassi. Cercai più volte di alzare gli occhi verso di Lei, ma il suo splendore e il rispetto me li fecero abbassare, senza impedirmi però di sentire l'evidenza dell'apparizione. Fissai lo sguardo, allora, sulle sue mani e vidi in esse l'espressione del perdono e della misericordia. Con quelle stesse mani, mi fece segno di restare inginocchiato. Ma una forza irresistibile mi spingeva verso di Lei. Alla sua presenza, benché  Ella non abbia detto alcuna parola, compresi di colpo l'orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della religione cattolica: in una parola, compresi tutto, di colpo".
Quando vi è una conversione, vi è sempre il lavoro nascosto di Maria che ottiene ai suoi figli la grazia più grande: la grazia di incontrare Gesù, Via, Verità e Vita. Preghiamola per rafforzare sempre di più la nostra fede e per la conversione di tanti nostri fratelli che vivono ancora nelle tenebre del peccato e dell'errore.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 3 aprile 2011)

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