BastaBugie n�192 del 13 maggio 2011

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1 ANZICHE' FAVORIRE LA FAMIGLIA FONDATA SUL MATRIMONIO, GLI ENTI LOCALI LA PENALIZZANO
Chi è regolarmente sposato è penalizzato ad esempio negli asili nido per cui conviene essere conviventi, separati o divorziati!
Autore: Andrea Bernardini - Fonte: Toscana Oggi
2 CONTRO IL MITO DEL ''SESSO SICURO'' OCCORE TORNARE A G. K. CHESTERTON CHE DICEVA: ''L'UNICO VERO CONTROLLO DELLE NASCITE E' L'AUTOCONTROLLO''
I dati scientifici dimostrano ormai molto bene che la disponibilità di anticoncezionali non diminuisce i concepimenti e gli aborti, anzi li aumenta
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: La Bussola Quotidiana
3 NASCE IL PRIMO BAMBINO OGM: PER AVERE UN FIGLIO SENZA IL TUMORE SI E' UCCISO IL SUO FRATELLINO (E TANTI ALTRI...)
Non si ammalerà di cancro al pancreas ma non sarà immune dalle altre malattie; anzi, i nati con fecondazione artificiale risultano più vulnerabili (inoltre, egli non è il frutto dell'amore coniugale ma il prodotto di una fabbrica di creature umane)
Fonte: Corrispondenza Romana
4 ''CODICE GENESI'', UN BUON FILM DI FANTASCIENZA: AL CENTRO DELLA TRAMA L'ULTIMA COPIA DELLA BIBBIA RIMASTA SULL'INTERO PIANETA
In genere i film post-disastro (quelle da day-after) sono società senza Dio, invece ''Codice Genesi'' ci trasmette la certezza che il Signore non abbandona mai i suoi figli
Autore: Annarita Petrino - Fonte: L'Ottimista
5 LA LEGGE SUL TESTAMENTO BIOLOGICO NON FERMERA' L'EUTANASIA
Solo una nuova evangelizzazione può ricreare quella cultura della vita che renderebbe inaccettabili anche i tentativi creativi di alcuni giudici (come nei casi Eluana e Welby)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Bussola Quotidiana
6 NEL 2010 GLI ITALIANI HANNO VERSATO ALL'EUROPA OLTRE SEI MILIARDI DI EURO
Nessuno ha chiesto ai contribuenti italiani se stare dentro l'Unione Europea vale davvero la tassa che pagano (senza saperlo) ai burocrati di Bruxelles
Autore: Franco Bechis - Fonte: Corrispondenza Romana
7 FINALMENTE ANCHE L'ITALIA HA LA SUA MARCIA PER LA VITA, ANZI DUE
Come sanno bene i pro-life negli Stati Uniti (dove ricordano ogni anno l'introduzione dell'aborto in America) e come ha insegnato il Family Day in Italia nel 2005, le marce hanno una grande funzione di sensibilizzazione
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: La Bussola Quotidiana
8 IL SETTIMANALE DI PADRE PIO: L'OTTIMA RIVISTA FONDATA DAI FRATI FRANCESCANI DELL'IMMACOLATA FA DA CONTRALTARE ALLA SCARSA QUALITA' DI TANTA STAMPA CATTOLICA
Accattivante veste grafica, contenuti chiari e fedeli al magistero, rappresenta un eccellente mezzo informativo per i cattolici
Fonte: Corrispondenza Romana
9 OMELIA PER LA IV DOMENICA DI PASQUA - ANNO A - (Gv 10,1-10)
Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - ANZICHE' FAVORIRE LA FAMIGLIA FONDATA SUL MATRIMONIO, GLI ENTI LOCALI LA PENALIZZANO
Chi è regolarmente sposato è penalizzato ad esempio negli asili nido per cui conviene essere conviventi, separati o divorziati!
Autore: Andrea Bernardini - Fonte: Toscana Oggi, 06/03/2011

Immaginate di diventare, d'un colpo, il manager che dovrà organizzare il prossimo gran premio di Formula Uno a Monza. Fareste mai correre in quella gara, una Ferrari insieme ad una Fiat Punto? Gli enti locali ci regalano qualcosa di simile, quando scrivono i regolamenti di accesso ai nidi comunali, assegnando, in partenza, un vantaggio a figli di ragazzi/padre, ragazze/madri, di genitori separati o divorziati, o anche di genitori separati o divorziati con affidamento congiunto, che in diversi casi si rivela incolmabile per i figli di coppie solide. Dieci o sette punti a Firenze, sei a San Vincenzo (Livorno), cinque a Prato, passaggio blindato (al di là dal punteggio) a Pisa.
Il risultato? Non sono poche le coppie che, per favorire l'ingresso di loro figlio al nido, scoppiano uno o due mesi dopo la nascita del pargolo, le mamme che prendono residenza dalle nonne per dimostrare che con il loro partner è veramente finita, i papà che riconoscono il loro pupo solo dopo tre anni di vita.
È vero, nella compilazione delle graduatorie, i comuni tengono conto, in genere, anche di altri indicatori della effettività necessità di una famiglia di affidarsi al servizio pubblico: il tipo, gli orari, la distanza da casa del lavoro svolto dai genitori, o le loro condizioni economiche; ma non sempre il calcolo del punteggio attribuito a questi indicatori colma il gap iniziale. Emblematico il caso del regolamento per l'accesso ai nidi nel comune di San Giuliano Terme, nell'hinterland di Pisa: sul finire di un documento di 18 pagine ti accorgi che il figlio di genitori separati con affidamento congiunto, ha diritto a 85 punti, mentre, ad esempio, l'avere fratelli o sorelle in età scolare a 1 o al massimo 2 punti in più. «A San Giuliano Terme – commenta amaramente Jessica Hazewinkel, mamma di quattro figli – se lei ha bisogno di mandare il figlio all'asilo, le conviene separarsi, perché altrimenti difficilmente otterrà un posto».
Che il numero dei figli da gestire ogni giorno conti poco è provato anche dalla storia personale di Enzo Pistone, dipendente comunale e di Lea Vanella, una coppia di Carini (Palermo), che ha dato alla luce dieci pargoli: «puntualmente esclusi dalle graduatorie dei nidi, superati da figli di separati, di ragazze madre e di ragazzi padre». Salvo poi accorgersi che quelli avrebbero potuto permettersi un nido privato o una baby-sitter full-time a domicilio: «ogni volta che mi recavo con la mia  Cinquecento in ufficio a prendere informazioni, dovevo subire l'umiliazione di vedere chi mi precedeva in graduatoria tornarsene a casa in Mercedes». «Quel che manca, sono i controlli», commenta amaramente Giovanni Sbolci, di Monsummano Terme (Pistoia). «Anche nel nostro comune ai figli di una famiglia monoparentale (cioè di ragazze madri, vedove/i, separate/i e che non ha nessun tipo di collaborazione dell'ex coniuge) è attribuito un punteggio maggiore. In linea di massima il principio può essere giusto, però si presta, come spesso succede, a facili trucchi truffaldini. Infatti diverse madri, all'atto di iscrizione, dichiarano di essere sole, ma poi si presentano al nido con figlio e... convivente». Ma a giocare sulla scelta di alcune coppie, sposate o semplicemente conviventi, di separarsi fittiziamente è anche la possibilità di usufruire – come abbiamo già dimostrato nei numeri precedenti – del servizio nido a prezzi agevolati. Il contributo richiesto ai genitori, infatti, è calcolato sulla base dell'Isee. Ovviamente se i genitori risultano separati, l'Isee sarà presentato da uno solo dei due ex coniugi o conviventi: e a Isee più basso corrisponderà una fascia di contribuzione più bassa. «Salvo poi vedere ragazzi padre (ma anche famiglie) che hanno una dichiarazione Isee bassissima, ma che arrivano al nido con auto fuoristrada...» rincara Giovanni Sbolci. (...)

Fonte: Toscana Oggi, 06/03/2011

2 - CONTRO IL MITO DEL ''SESSO SICURO'' OCCORE TORNARE A G. K. CHESTERTON CHE DICEVA: ''L'UNICO VERO CONTROLLO DELLE NASCITE E' L'AUTOCONTROLLO''
I dati scientifici dimostrano ormai molto bene che la disponibilità di anticoncezionali non diminuisce i concepimenti e gli aborti, anzi li aumenta
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: La Bussola Quotidiana, 29/04/2011

In una scuola francese, di fronte all'emergenza ragazze minorenni-incinte, qualcuno ha avuto la pensata: perché non distribuire anticoncezionali nell'infermeria della scuola? Così eviteremo che le ragazze rimangano incinte e, secondariamente, che siano "costrette" all'aborto.
Cos c'è che non funziona in questo ragionamento, apparentemente così banale?
Tutto, purtroppo. Cerchiamo di capire perché.
Anzitutto i dati scientifici dimostrano ormai molto bene che la disponibilità di anticoncezionali non favorisce la diminuzione dei concepimenti e degli aborti. Al contrario. Sappiamo che ormai la contraccezione è sempre più diffusa in molti paesi "moderni", dalla Francia, all'Italia, a Cuba, per citare un paese non europeo. Eppure ciò non toglie che specie in Francia e a Cuba, il numero degli aborti di minorenni sia sempre in costante crescita, oppure, in certi periodi, costante.
Questo per un principio banale: mettere a disposizione dei giovani metodi per non avere figli, in una cultura pansessualista come la nostra, non fa altro che incoraggiarli ad avere un maggioro numero di rapporti: "tanto, non c'è il pericolo di rimanere incinte". Si crea così un circolo vizioso: l'idea che si possa fare "sesso sicuro" determina una crescita del sesso tra minori, e, inevitabilmente, per la fallacia degli anticoncezionali, per incuria, e per mille altri motivi, questo facilita gravidanze indesiderate e premature.
Ma la questione di fondo è più profonda, ed è educativa. Ogni educatore sa che per ottenere x deve chiedere x+5. Cioè che per raggiungere ogni traguardo bisogna mirare in alto; bisogna offrire ai giovani modelli positivi; bisogna indicare non un presunto "male minore", ma il bene. Non diciamo ai nostri bambini piccoli: "Mi raccomando, se butti per terra le carte, per piacere, buttane poche"; e neppure: "Se proprio vuoi picchiare tuo fratellino, non in faccia, ma sul sederino, per favore".
Perché se lo facessimo, sapremmo molto bene che il figlio butterà per terra le carte, prima piccole, poi grandi; che continuerà a picchiare il fratellino, prima piano, poi magari più forte...
Insomma: educare significa far capire chiaramente che esiste una distinzione tra bene e male, tra giusto e sbagliato. Che occorre sempre tendere al bene, perché è esso che ci realizza, anche se costa fatica e richiede impegno.
 Nell'ambito che stiamo analizzando significa far capire ai giovani che il rapporto carnale tra due persone non è un gioco, un passatempo qualsiasi, bensì qualcosa che esige amore vero, rispetto, maturità, senso di responsabilità... Citando Venditti: "Non c'è sesso senza amore, è  dura legge nel mio cuore".
Cosa succede, allora, se in una scuola - dove i ragazzi si aspettano di ricevere segnali chiari; dove osservano il comportamento e ascoltano l'insegnamento di persone che ritengono dei modelli- si dice loro: "l'importante è l'anticoncezionale"? Che la scuola non avrà fatto che assecondare l'istinto più brutale, il pansessualismo imperante, la infinita serie di bisogni sessuali indotti propri di una società che propina sesso senza amore in tv, sui giornali, per radio... ad ogni ora del giorno.
Il giovane allora penserà: "L'importante non è l'amore, la responsabilità, ma l'anticoncezionale, l'importante è che non ci siano conseguenze (immediate)…". Così non solo finirà per avere rapporti carnali prima del tempo e con le persone sbagliate, ma addirittura per perdere per strada persino il concetto di amore.
Perché chi viene educato ad avere rapporti sin da giovane, purché "protetti" , diventerà quasi inevitabilmente un avido consumatore di sensazioni, un edonista, incapace un giorno, quando incontrerà la persona della sua vita, di riconoscere, la grandezza dell'unione sponsale; incapace di fedeltà, quando verranno i momenti difficili; incapace di auto-dominio, e dunque, di costruire la sua vita affettiva secondo l'ordine naturale e la legge di Dio.
L'unico vero controllo delle nascite, scriveva G. K. Chesterton, è l'autocontrollo. Nella società degli anticoncezionali, magari persino nelle scuole, invece, non aumentano solo le gravidanze premature; non aumentano solo, spesso, gli aborti, come "rimedio" all'errore; non aumenta solo l'incapacità di guardare  ai figli come ad un dono e non come ad un impiccio; non aumentano solo, come accade oggi, la sterilità femminile, dovuta anche alla precocità dei rapporti, e l'impotenza, maschile, ovvia conseguenza di un eccesso di sesso, ma crescono anche i tradimenti, le separazioni, i divorzi: l'infelicità, insomma.
Negli ultimi trent'anni, in parallelo alla crescita di modelli affettivi deresponsabilizzati, separazioni e  divorzi nel nostro paese sono quasi quadruplicati. Uno dei motivi è senz'altro la distruzione di quel periodo fondamentale di conoscenza tra un maschio e una femmina che è il fidanzamento: periodo in cui due persone si conoscono, non dal punto di vista fisico, sessuale, carnale, ma spirituale. Perché solo quando si saranno veramente conosciuti, apprezzati, compresi, ad un livello profondo, la loro unione carnale sarà vera, sentita, viva, e non un uso, momentaneo ed effimero, del corpo altrui, per piacere proprio.
Quando invece l'unione carnale, cosiddetta "sicura", diventa solo un gioco, si finisce per prendere abbagli colossali. Si arriva a credere che quella persona che soddisfa, in un dato momento, il nostro desiderio fisico, sia poi capace anche di essere anche il compagno o la compagna di una vita. E ci si sposa avendo conosciuto corpi, non persone, con il rischio di accorgersene quando è troppo tardi...

Fonte: La Bussola Quotidiana, 29/04/2011

3 - NASCE IL PRIMO BAMBINO OGM: PER AVERE UN FIGLIO SENZA IL TUMORE SI E' UCCISO IL SUO FRATELLINO (E TANTI ALTRI...)
Non si ammalerà di cancro al pancreas ma non sarà immune dalle altre malattie; anzi, i nati con fecondazione artificiale risultano più vulnerabili (inoltre, egli non è il frutto dell'amore coniugale ma il prodotto di una fabbrica di creature umane)
Fonte Corrispondenza Romana, 26/03/2011

Attraverso tale procedimento sono stati prodotti diversi embrioni da una coppia in cui uno dei due genitori risultava portatore di un gene malato responsabile del cancro al pancreas e successivamente due di questi embrioni sani sono stati impiantati nell'utero della donna. Uno dei due è sopravvissuto e sarà libero dal tumore al pancreas ("Il Giornale", 18 marzo 2011).
Ormai, il delirio di onnipotenza di cui è affetta buona parte della scienza medica non ha più confini e va ben oltre il legittimo desiderio di curare o prevenire le malattie. Innanzitutto, la vita di un essere umano è costata la morte di un innocente generato in laboratorio e volutamente sacrificato per far spazio all'altro, inoltre un numero imprecisato di individui prodotti sono stati eliminati perché non immuni dalla malattia, dunque inutili ai fini del successo dell'esperimento.
Com'è possibile inneggiare al successo con tali risultati? Il punto è che l'obiettivo principale non è preservare da talune malattie il genere umano ma utilizzare la scienza medica e la tecnica per fini strumentali ed autoreferenziali. In altre parole, ciò che si ricerca è la gloria ed il successo (soprattutto mediatico) non certo il vero bene delle persone. Quale futuro per il bambino sano sopravvissuto alla strage programmata?
Certo, non si ammalerà di cancro al pancreas ma non sarà immune dalle altre innumerevoli malattie che colpiscono il genere umano; anzi, i bambini nati attraverso la tecnica della fecondazione artificiale risultano statisticamente più vulnerabile e la loro aspettativa di vita è decisamente inferiore rispetto a quelli nati normalmente. Inoltre, egli non è il frutto dell'amore coniugale ma il semplice prodotto di una fabbrica di produzione di creature umane in serie e la sua esistenza sarà per sempre "sporcata" dal sangue versato dai suoi fratelli.

Fonte: Corrispondenza Romana, 26/03/2011

4 - ''CODICE GENESI'', UN BUON FILM DI FANTASCIENZA: AL CENTRO DELLA TRAMA L'ULTIMA COPIA DELLA BIBBIA RIMASTA SULL'INTERO PIANETA
In genere i film post-disastro (quelle da day-after) sono società senza Dio, invece ''Codice Genesi'' ci trasmette la certezza che il Signore non abbandona mai i suoi figli
Autore: Annarita Petrino - Fonte: L'Ottimista, 13/04/2011

Una perfetta sintesi tra la Fede e gli scenari apocalittici è Codice Genesi (The Book of Eli, 2006) , uno science movie scritto dall'esordiente Gary Whitta e diretto dai fratelli Hughes. Il film, che ha come protagonista Denzel Washington, propone – e arricchisce con effetti speciali – un tema ricorrente nella letteratura fantascientifica: l'evento apocalittico che riduce il mondo a un cumulo di macerie e gli uomini a un nugolo di sopravvissuti guidati dalla legge del più forte e alla ricerca disperata dei beni di prima necessità.
Il film però introduce un elemento di assoluta novità. Mentre le società post-disastro, quelle da day-after per intenderci, sono società senza Dio o caratterizzate da nuove forme di religione o di fanatismo, la realtà di Codice Genesi ruota intorno alla Sacra Scrittura. Una Bibbia, l'unica rimasta sull'intero pianeta, è al centro della trama. Un uomo, Eli, ha ricevuto da Dio il compito di conservare e proteggere il libro per portarlo a Ovest dove potrà essere usato nel modo giusto. Gode per questo di una speciale protezione. È inseguito da un uomo assetato di potere che aspira a impossessarsi della Bibbia per indurre le persone a ubbidirgli. Egli, consapevole del contenuto del libro, intende servirsene per trasformarsi in un nuovo profeta.
Il ruolo della Bibbia è duplice nel film ed è interessante il motivo che sta alla base del suo essere l'unica copia rimasta. Poiché ritenuta causa della guerra che ha  provocato il disastro, tutte le sue copie sono state distrutte, tranne quella posseduta da Eli. Questi la legge ogni giorno e la protegge, ma purtroppo è costretto a separarsene e consegnandola nelle mani del suo inseguitore. (...)
La bellezza del film è nel finale, che vede Eli e il suo antagonista alle prese con il contenuto della Bibbia. (...)
Genesi è il primo libro della Sacra Scrittura, il libro della Creazione e l'umanità, nel film, è a un nuovo inizio basato sulla Sacra Scrittura. "Dopo aver passato una vita a leggere questo libro ogni giorno, mi sono dimenticato di vivere secondo quello che mi aveva insegnato", dice Eli nel film. (...)
Attraverso quella che può essere definita fantascienza cristiana, Codice Genesi ci trasmette la certezza che il Signore non abbandona i suoi figli nemmeno nei più cupi scenari che l'uomo è capace di creare a suo stesso discapito.

Nota di BastaBugie: per vedere il trailer di "Codice Genesi" e l'articolo completo (attenzione: l'articolo completo svela la trama del film), vai a www.filmgarantiti.it

Fonte: L'Ottimista, 13/04/2011

5 - LA LEGGE SUL TESTAMENTO BIOLOGICO NON FERMERA' L'EUTANASIA
Solo una nuova evangelizzazione può ricreare quella cultura della vita che renderebbe inaccettabili anche i tentativi creativi di alcuni giudici (come nei casi Eluana e Welby)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Bussola Quotidiana, 04/05/2011

"Lo Stato riconosce il diritto alla vita del concepito e, dato che gode di eguale diritto alla vita della madre, ne garantisce la tutela e con le sue leggi difende quel diritto". E' quanto si legge all'articolo 40 della Costituzione irlandese, una tutela del diritto alla vita del concepito molto esplicita e chiara, che non lascia margine a equivoci.  Non dimentichiamo poi, se qualcuno avesse ancora qualche dubbio, che la stessa Costituzione si apre "Nel nome della Santissima Trinità, da Cui viene tutta l'autorità e a Cui tutte le azioni di persone e Stati devono essere finalizzate".
Una legge che, qualcuno direbbe, più giusta non si può. Un cattolico non potrebbe certo desiderare di meglio.
Eppure, dalla metà degli anni '90, quello che appare come un articolo costituzionale indiscutibile non lo è più perché i giudici della Corte Suprema, dopo diversi assalti dei gruppi abortisti, hanno "reinterpretato" l'articolo e sentenziato che l'aborto è possibile in caso di rischio per la vita della donna, mentre le donne vittime di violenza hanno almeno il diritto di attraversare un fazzoletto di mare per andare ad abortire in Gran Bretagna. Un referendum inoltre ha reso legale per tutte le donne andare ad abortire all'estero nonché il diritto ad avere tutte le informazioni su come farlo.
Che cosa vuol dire questo? Semplicemente che sebbene avere leggi giuste sia importante, il loro significato è sempre relativo.
La legge, cioè, è espressione di una cultura condivisa da una determinata società in un dato momento. E sebbene la legge abbia anche una funzione pedagogica, se la cultura di una società cambia, fatalmente cambierà prima l'interpretazione della legge, poi la legge stessa. E' la storia che ce lo dice. In Irlanda, la "cultura della morte" – soprattutto nella capitale – ha cominciato a prendere gradualmente il posto della tradizionale "cultura della vita" e questo ha fatto sì che anche una norma chiara e inequivocabile fosse reinterpretata in senso sfavorevole alla vita.
Questo dovrebbe insegnare che, se si vuole davvero leggi giuste, che difendano la vita, bisogna anzitutto far sì che sia attuale e condivisa una cultura della vita.
Venendo all'Italia, e al caso della proposta di legge sul fine vita, pensare che l'eutanasia possa essere fermata da una legge, peraltro con diversi punti controversi, soggetti a diverse interpretazioni, è una enorme sciocchezza.
Le leggi buone sono necessarie, ed è importante che i laici in politica si impegnino a fondo per questo, ma delegare a un processo legislativo la tenuta culturale di una società è un errore madornale. Peggio ancora quando una legge viene "imposta" quasi fosse un "dogma di fede", e si tacci addirittura di "immoralità" chi porta delle ragioni contrarie.
Il rischio più grave, in questo caso, non è che entri l'eutanasia nel nostro ordinamento: dal punto di vista dei pro-vita, abbiamo detto più volte che ci sono ragioni sia a sostegno sia contro questa proposta di legge. Il rischio mortale è invece che la Chiesa affidi la salvezza a una legge, che non abbia più coscienza che solo una nuova evangelizzazione può ricreare quella cultura della vita che renderebbe inaccettabili anche i tentativi "creativi" di alcuni giudici.
Non è un modo di dire: se in Italia e in Europa abbiamo ereditato delle legislazioni in favore della vita e della dignità della persona è solo grazie alla cultura cristiana – e direi più specificatamente, cattolica – che ha letteralmente formato i nostri popoli. Poi le leggi hanno cominciato a cambiare di pari passo con la secolarizzazione e l'avanzare di una cultura laicista, contraria alla vita. E fuori dal mondo cristiano – potremmo citare infiniti esempi – non esiste un diritto alla vita assoluto, né la dignità della persona è considerata inviolabile, neanche come principio astratto. Non a caso: perché soltanto il cristianesimo ha rivelato all'uomo – e reso esperienza - la sua stessa dignità, data dall'essere "a immagine e somiglianza di Dio".
Che questa dignità venga riscoperta e rispettata non dipende dalle leggi, per buone che siano, ma dalla possibilità che quella esperienza sia presenza oggi, che l'avvenimento di Cristo sia contemporaneo, riaccada oggi: per me, per te, per le persone che abbiamo vicino. Ai pastori che guidano la Chiesa chiediamo soprattutto l'attenzione a far sì che le comunità cristiane siano vive e testimonino la contemporaneità di Cristo.
Questo non per svalutare l'impegno politico e legislativo; al contrario, è per dargli la giusta prospettiva senza la quale l'uomo diventa "per la legge", e non la legge "per l'uomo".

Fonte: La Bussola Quotidiana, 04/05/2011

6 - NEL 2010 GLI ITALIANI HANNO VERSATO ALL'EUROPA OLTRE SEI MILIARDI DI EURO
Nessuno ha chiesto ai contribuenti italiani se stare dentro l'Unione Europea vale davvero la tassa che pagano (senza saperlo) ai burocrati di Bruxelles
Autore: Franco Bechis - Fonte: Corrispondenza Romana, 30/04/2011

Un grandissimo affare, l'Unione Europea. Non per noi italiani, ma per i burocrati di Bruxelles certo un affare d'oro. Nel solo 2010 per fare funzionare l'Europa della moneta unica, gli italiani hanno dovuto mettere mano al portafoglio e rimetterci la bellezza di 6,5 miliardi di euro. Una cifra – tanto per intenderci – che da sola basterebbe a fare partire qualche modulo di riforma fiscale e abbassare un pizzico le tasse a tutti.
In tre anni, semplicemente facendo pari e patta con l'Unione Europea e magari regalando qualcosina per i Paesi più in difficoltà, resterebbero in cassa al governo italiano le risorse utili per avviare il quoziente familiare che era in programma del Pdl ed è caro anche a una parte dell'opposizione.
I dati sullo squilibrio finanziario fra i flussi da Roma a Bruxelles e ritorno sono censiti con puntualità ogni trimestre dalla Ragioneria generale dello Stato. E non lasciano dubbi interpretativi: non c'è stato finora un solo trimestre in cui l'Unione Europea sia stata più generosa con l'Italia di quanto non lo sia stata Roma con Bruxelles. Nel 2009 abbiamo girato in gran parte in modo automatico all'Europa unita ben 15 miliardi di euro. In cambio abbiamo ricevuto finanziamenti per i fondi previsti di sostegno alle aree disagiate (in gran parte nel Mezzogiorno) per un totale di 7,7 miliardi di euro. Risultato: ci abbiamo rimesso 7,2 miliardi. L'anno scorso è andata come si diceva un pizzico meglio. Abbiamo versato a Bruxelles 14,8 miliardi di euro e ricevuto dalla UE 8,3 miliardi di euro. Ci abbiamo rimesso solo (si fa per dire) 6,5 miliardi.
Gli ultimi dati consuntivi a disposizione sono relativi ai mesi di ottobre-dicembre 2010. In quel trimestre l'Italia ha versato alla UE 3,1 miliardi di euro, fra cui una compartecipazione Iva di 169 milioni di euro e dazi doganali di 463 milioni di euro. Il grosso della somma che tocca pagare ogni trimestre è una quota percentuale del Reddito Nazionale Lordo (Rnl). Nel trimestre in questione è stata di 2,5 miliardi di euro. In cambio, dopo la recente riforma dei fondi strutturali europei, la UE gira all'Italia divisa per ciascuna regione il finanziamento di tre fondi strutturali (Fesr, Fse e fondo di coesione) che sostituiscono il vecchio fondo di orientamento (Feoga), e in più la propria quota del Fondo europeo per la pesca (Fep) stabilito dalla politica comune per la pesca. In tutto all'Italia sono arrivati 1,5 miliardi di euro. Di questa somma circa un terzo riguarda il Fesr, fondo di sviluppo regionale, che va a finanziare o settori di intervento o singole regioni (nel periodo quasi tutta la somma è stata incamerata dalla Puglia, cui sono stati girati 397milioni di euro).
Certo, sono risorse importanti per l'Italia. Ma non sono a fondo perduto. Per potere spendere quelle somme, bisogna che il governo italiano o gli enti locali ne mettano sul piatto altrettanto. E invece spesso non viene attivata la procedura. Come più volte ha denunciato lo stesso ministro dell'Economia molte regioni, specie al Sud, si dimenticano quei fondi che alla fine vengono persi per incapacità o incuria. Così quella eurotassa che gli italiani inconsapevolmente pagano ogni anno, invece di ammontare a 6,5 o 7 miliardi a consuntivo sale a una decina di miliardi reali all'anno. Nessuno per altro ha chiesto ai contribuenti italiani se stare dentro l'Unione Europea vale davvero questa tassa che sembra pesantina. Forse è un caso, ma secondo i dati della Ragioneria, questa tassa impropria si è amplificata solo all'indomani della adozione dell'euro come moneta unica. Nell'anno 2000 l'Italia riceveva dalla Ue quasi 10 miliardi e poco più ne dava alla comunità. Dal 2001 in poi i contributi dell'Italia sono sempre saliti di anno in anno. Quelli dell'Unione Europea a Roma invece si sono progressivamente ristretti.

Fonte: Corrispondenza Romana, 30/04/2011

7 - FINALMENTE ANCHE L'ITALIA HA LA SUA MARCIA PER LA VITA, ANZI DUE
Come sanno bene i pro-life negli Stati Uniti (dove ricordano ogni anno l'introduzione dell'aborto in America) e come ha insegnato il Family Day in Italia nel 2005, le marce hanno una grande funzione di sensibilizzazione
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: La Bussola Quotidiana, 04/05/2011

Da anni, in quasi tutti i paesi d'Europa e non solo, vi è ogni anno un raduno nazionale, che prende il nome di "marcia per la vita". Lo scopo è quello di manifestare pubblicamente una concezione della vita come dono intangibile, che è stata negata dal tempo in cui l'Occidente ha legalizzato e reso via via sempre più indifferente e banale il ricorso all'aborto. Questa marcia può essere di vari tipi, a seconda della sensibilità degli organizzatori e delle diverse attitudini dei vari popoli.
Costituisce, però, in ogni modo, un richiamo pubblico, e soprattutto è l'occasione per trovarsi, tra quanti ogni giorno cercano di portare avanti la loro piccola o grande battaglia per la vita: i cosiddetti pro life, o, come si diceva in passato, pro vita.
In Italia, purtroppo, una  marcia simile a quella presente negli altri paesi europei, o negli Usa, non esiste. Questo è dovuto a vari motivi, uno dei quali paradossalmente è la forte presenza, nel nostro paese, sino a pochi anni fa, di un grande partito, la Dc, che purtroppo ha contribuito, in vario modo, alla legalizzazione dell'aborto con l'introduzione della legge 194. Proprio quella Dc, colpevole di questo grande tradimento (del paese, della Chiesa e delle sue stesse origini), ha poi sempre voluto che i toni del confronto rimanessero molto bassi. Che i pro life italiani sussurrassero, piano piano, la loro posizione... per non infastidire, per non creare problemi, discussioni... Purtroppo questa commistione tra battaglia pro life e politica ha nuociuto fortemente alla causa.
Così abbiamo un paese in cui sono nate tante bellissime e lodevoli iniziative a favore delle ragazze madri, dei bambini, della famiglia (penso ai Centri di Aiuto alla Vita, al Progetto Gemma, al telefono SOS Vita...), ma ben poco è sorto, invece, sul piano della costruzione culturale. Pochi libri di bioetica, scarsa presenza di intellettuali e attivisti pro life, scarsa attività sul territorio per far conoscere veramente cosa è l'aborto, quali sono i rischi che corre la donna, quale è la vita profonda del feto ecc...Eppure l'informazione corretta costituisce il primo mezzo per prevenire la tragedia dell'aborto e per smascherare le bugie del partito di Erode.
Anche le "marce" e le manifestazioni pubbliche sono state ritenute, da molti, inopportune, quando invece, come ha insegnato il Family Day del 2005, hanno anch'esse una grande funzione.
Ma finalmente qualcosa si sta muovendo. Infatti quest'anno si svolgeranno due "marce", una a Roma, il 22 maggio (www.Lifeday.it), con un passaggio davanti al Senato della Repubblica, ed una a Desenzano sul Garda, il 28 maggio (www.marciaperlavita.it).
Alla prima hanno già dato la loro adesione l'ideatore, Piero Pirovano, autore di tante belle battaglie per la vita, l'on. Carlo Casini e alcuni Cav (Centri aiuto alla vita); alla seconda, promossa dal Movimento Europeo Difesa Vita e Dignità umana (Mevd) e da Famiglia Domani, hanno aderito riviste come Il Timone, Radici Cristiane, Studi cattolici..., associazioni come Libertà e persona, Alleanza cattolica, l'Associazione Nazionale Famiglie Numerose, le Sentinelle del mattino, Vita umana internazionale, la Scuola di Cultura Cattolica di Bassano del Grappa, il Columbia Institute, e tante altre (tra cui MpV e Cav locali, associazioni di Scienza e Vita ecc..). Hanno aderito, inoltre, voci autorevoli di radio Maria, come Renzo Puccetti, il direttore del Timone, Giampaolo Barra, intellettuali come Cesare Cavalleri, Cristina Siccardi, Claudio Risè, Francesco Dal Pozzo, Massimo Viglione, Corrado Gnerre e tanti altri pro life conosciuti in Italia per le loro iniziative. Di grande spessore anche le testimonianze previste: il dottor Oriente, braccio destro di Pino Noia, noto co-fondatore dell'Aigoc e della Quercia millenaria, racconterà del suo passato di medico abortista, mentre Silvio Ghielmi, co-fondatore del Movimento per la Vita, ricorderà la nascita del Progetto Gemma, di cui è stato co-fondatore e primo gestore.
La camminata di Desenzano, che non vuole avere intenti di tipo "politico" nel senso deteriore del termine, ma solo costituire un incontro tra pro life italiani sparsi in varie zone, per un approfondimento dell'amicizia e dei temi all'ordine del giorno nel nostro paese, sarà dedicata all'eroe cubano pro life Oscar Elias Biscet e al grande Giuseppe Garrone, inventore, tra le altre cose, del telefono verde "SOS Vita". Chi desiderasse aderire o avere informazioni può contattare: biscetlibero@tiscali.it o info@marciaperlavita.it

Fonte: La Bussola Quotidiana, 04/05/2011

8 - IL SETTIMANALE DI PADRE PIO: L'OTTIMA RIVISTA FONDATA DAI FRATI FRANCESCANI DELL'IMMACOLATA FA DA CONTRALTARE ALLA SCARSA QUALITA' DI TANTA STAMPA CATTOLICA
Accattivante veste grafica, contenuti chiari e fedeli al magistero, rappresenta un eccellente mezzo informativo per i cattolici
Fonte Corrispondenza Romana, 05/03/2011

È arrivata al decimo anno di pubblicazione una rivista che meriterebbe una maggiore diffusione e notorietà: "Il Settimanale di Padre Pio". Fondata dai Frati Francescani dell'Immacolata quasi a far da contraltare allo scadimento di tanta buona stampa cattolica un tempo fiorente – si pensi in tal senso alle magnifiche iniziative del beato Alberione – oggi, in una accattivante veste grafica, completamente a colori, rappresenta un eccellente mezzo informativo e formativo per la famiglia cristiana e per il laico in ricerca.
Diretto da padre Stefano Miotto, "Il Settimanale di Padre Pio" resta una rivista principalmente di spiritualità cristiana e mariana, in cui molti Francescani dell'Immacolata offrono una vera catechesi permanente e ascendente. L'editoriale che apre ogni numero, dando il tono alla rivista, è di P. Stefano Manelli, fondatore della comunità francescana e figlio spirituale di san Pio.
I molti altri articoli di teologia spirituale, di ascetica e di mistica che impreziosiscono ogni numero, di quasi 40 pagine, vengono redatti da sacerdoti ben noti dell'Opera, tra i quali menzioniamo P. Alessandro Apollonio, P. Serafino Lanzetta, P. Massimiliano de Gasperi, P. Massimiliano Zangheratti, etc. etc. Il sommario comporta varie e diversificate sezioni come quella dedicata alla Spiritualità, alla Famiglia, alla Cultura e all'Attualità: non raramente vi sono articoli significativi che fanno il punto sulla Liturgia Tradizionale e la sua migliore comprensione.
Di pregio anche la recensione dei buoni libri che settimanalmente vengono proposti e spiegati ai lettori. Non manca neppure una ricetta settimanale (rubrica che con raffinatezza spirituale viene soppressa nel periodo della Quaresima), un angolo per i bambini con alcune facezie e un disegno da colorare, e dei fumetti dedicati ai santi francescani (P. Pio, il Kolbe, etc.). Una rubrica di lettere per la redazione chiude ogni numero. Sebbene la rivista abbia tutti i crismi per imporsi in Italia come una lettura di massa, finora è rimasta un po' in ombra sia per le numerose gazzette cattoliche già esistenti, sia per la scelta dei frati di non farsi pubblicità sulla grande stampa, neppure cattolica. La raccomandiamo ai nostri lettori.

Fonte: Corrispondenza Romana, 05/03/2011

9 - OMELIA PER LA IV DOMENICA DI PASQUA - ANNO A - (Gv 10,1-10)
Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 15 maggio 2011)

Nelle ultime domeniche abbiamo meditato sulla bontà di Gesù, sulla sua immensa misericordia che ci ha dimostrato donandoci la salvezza. Oggi la Chiesa ci presenta la figura del Buon Pastore. Questa immagine ci fa comprendere bene la cura e la sollecitudine che Gesù prodiga per il suo gregge che siamo noi. Dove c'è il pastore, il gregge pascola al sicuro e vi regna sicurezza e abbondanza. Il Salmo di oggi diceva: «Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l'anima mia» (Sal 22,1-3). Il Signore ci conduce ai pascoli della Vita eterna, ci «guida per il giusto cammino» (v. 3) e ci difende da ogni pericolo. Spetta a noi ascoltare la sua voce e seguirlo docilmente.
Gesù è il Pastore e la Chiesa è l'ovile dove le pecore sono al sicuro. Nella Terra Santa, ai tempi di Gesù, l'ovile era uno spazio a cielo aperto, cinto da muri di pietre, con un'unica porta che di notte veniva chiusa. Alla sera, i pastori conducevano le pecore all'ovile che era custodito da un guardiano. Quando si faceva giorno, i pastori tornavano, entravano nell'ovile, e chiamavano le pecore ad alta voce. Le pecore, riconoscendo la voce del loro pastore, si riunivano attorno a lui e, quando il gregge era al completo, il pastore, al suono del flauto, conduceva le pecore al pascolo.
I pericoli non mancavano. Vi erano animali feroci che tentavano di assalire il gregge, vi erano anche ladri che cercavano di rubare le pecore. Non sempre il pastore riusciva a salvare il suo gregge e, spesso, per mettere al sicuro la sua incolumità fuggiva di fronte ai briganti. Al contrario, Gesù, il Buon Pastore, non ha esitato a dare la sua vita per noi, morendo sul legno della croce. Nel Salmo di oggi abbiamo ascoltato: «Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza» (Sal 22,4). Finché siamo con Gesù non avremo nulla da temere.
Per i pastori della Terra Santa la sorveglianza doveva essere continua. A volte capitava che i ladri entravano di notte nell'ovile, scavalcando il muro. Ecco Gesù che dice allora: «Chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce» (Gv 10,1-3). Solo il legittimo pastore entra per la porta, e solo la sua voce è riconosciuta dalle pecore. Gli altri sono solo dei briganti.
Nel Vangelo di oggi, Gesù dice chiaramente: «Io sono la porta delle pecore [...] se uno entra attraverso me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10,7.9). Con questa similitudine, Gesù ci vuole far comprendere che solo in Lui noi possiamo trovare la salvezza. Gesù è il Pastore e Gesù è anche la porta dell'ovile. Nessuno entra nell'ovile di Cristo, che è la Chiesa, senza credere in Lui e senza ricevere il Battesimo che ci schiude questa porta della vita.
Per questo motivo, san Pietro, nella prima lettura, disse a tutti quelli che gli domandavano cosa dovessero fare per ottenere la salvezza: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei peccati» (At 2,38). Quel giorno, era il giorno della Pentecoste, furono battezzate circa tremila persone (cf v. 41). Inoltre, nella seconda lettura, san Pietro aggiunge che prima di ottenere la salvezza noi eravamo come pecore erranti, ma ora siamo stati ricondotti al pastore e custode delle nostre anime (cf 1Pt 2,25).
Gesù è il Pastore che non solo ci salva dal nemico, ma che anche ci dona la sua vita. Egli dice: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza» (Gv 10,10). Gesù ci dona la sua vita in abbondanza. Ce la dona in modo particolare con l'Eucaristia che è il suo Corpo e il suo Sangue. Nutriamoci spesso di questo celeste alimento, il più spesso possibile. Gesù vuole donarci questo Cibo ogni giorno, non perdiamo per pigrizia un dono così grande, e badiamo bene che il non potere non sia il non volere.
Ascendendo al Cielo, Gesù ha affidato agli Apostoli il compito e la responsabilità di pascere il gregge dei fedeli. A loro volta, gli Apostoli hanno scelto i loro collaboratori e successori, fino ad arrivare ad oggi e fino ad arrivare alla fine dei tempi. I Vescovi sono i successori degli Apostoli e il Papa è il successore di Pietro, il primo degli Apostoli. Gesù vuole che noi ascoltiamo docilmente la voce dei Pastori della Chiesa, consapevoli che chi ascolta loro, ascolta Lui. Sono loro, il Papa e i Vescovi in comunione con il Papa, ad essere i maestri della fede.
Nel corso della storia della Chiesa falsi pastori hanno sempre cercato di penetrare all'interno della Chiesa con i loro insegnamenti sbagliati. Sotto la veste di pastori non mancano neppure ai giorni d'oggi dei predoni che turbano la Chiesa con le loro false teorie. Abbiamo un criterio infallibile per riconoscerli e per rifiutarli: se ciò che insegnano va contro il Magistero della Chiesa non dobbiamo ascoltarli! Ascoltiamo invece la voce del Papa. Egli è l'unico Pastore infallibile per tutto quello che riguarda la fede e la morale.
Inoltre, oggi celebriamo la Giornata di preghiera per le Vocazioni. Vogliamo elevare anche la nostra supplica, affinché il Signore, il Buon Pastore, non privi mai la sua Chiesa del dono di vocazioni sacerdotali e religiose. I sacerdoti ci donano Gesù, con la celebrazione della Messa, e i religiosi, con la loro preghiera e testimonianza, sono un segno luminoso della vita futura che ci attende. L'esperienza insegna che dove mancano vocazioni, la vita cristiana illanguidisce. Preghiamo con fervore che il Signore, oggi stesso, faccia sentire la sua voce a tanti giovani generosi e faccia loro comprendere la bellezza di una vita tutta spesa per la gloria di Dio e per il bene dei fratelli.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 15 maggio 2011)

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