BastaBugie n�233 del 24 febbraio 2012

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1 LA POLONIA NEGA L'ACCESSO AL DIGITALE TERRESTE ALL'UNICA TV CATTOLICA DEL PAESE
Il quotidiano italiano Repubblica, falsando completamente la realtà, difende le autorità polacche e la violazione della libertà di informazione
Autore: Rodolfo Casadei - Fonte: Corrispondenza Romana
2 LE MODIFICHE ALL'ICI SONO IN REALTA' UNA GUERRA AI POVERI
Con il plauso dei tecnocrati dell'Europa, il governo Monti vuole abolire i presunti privilegi della Chiesa Cattolica, ma così si colpisce l'organizzazione incontestabilmente più attiva nella cura dei poveri e degli ultimi
Autore: Marco Ciamei - Fonte: La Bussola Quotidiana
3 CAMPAGNA DI AGGRESSIONE MEDIATICA CONTRO DANILO QUINTO: PER 20 ANNI TESORIERE DEL PARTITO RADICALE, OGGI COMBATTE L'IDEOLOGIA DI MORTE DI CUI E' STATO COMPLICE
''Sono felice di poter soffrire, ingiustamente condannato, perché ho la certezza di essere dalla parte del Vero, di non aver commesso alcun male, se non quello di aver vissuto lontano dalla grazia di Dio per vent'anni''
Autore: Veronica Rasponi - Fonte: Corrispondenza Romana
4 DURO ATTACCO ALLA CHIESA CATTOLICA: OBAMA OBBLIGA I DATORI DI LAVORO A PAGARE AI DIPENDENTI ABORTO E CONTRACCEZIONE
Intervista al presidente dell'Associazione dei Medici Cattolici: gli ospedali di matrice religiosa, che in America sono il 30 per cento, sono a rischio
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi
5 SANREMO 2012: TRIONFANO BANALITA' E VUOTO MUSICALE
Ecco un semplice test per verificare la qualità delle canzoni in gara quest'anno (volutamente non commentiamo Celentano e le sue chiacchiere da bar)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Bussola Quotidiana
6 IN TEMA DI ECONOMIA IL MENSILE DELLA DIOCESI DI MILANO ''IL SEGNO'' E' IN MANO ALLA SINISTRA?
L'organo ufficiale della diocesi di Milano, che è la più grande del mondo, sembra allontanarsi dalla dottrina della Chiesa per avvicinarsi a quella del Partito Democratico
Autore: Goffredo Pistelli - Fonte: Italia Oggi
7 PER IL GOVERNO TECNICO NON SOLO IL POSTO FISSO E' NOIOSO, MA ANCHE ESSERE MASCHIO O FEMMINA TUTTA LA VITA
Il ministro del Welfare Elsa Fornero torna ad esprime il suo ''profondo convincimento'' di voler accontentare al più presto le associazioni LGBT (Lesbo-Gay-Bisex-Transgender)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Bussola Quotidiana
8 LETTERE ALLA REDAZIONE: IL MATRIMONIO INDISSOLUBILE E' RICHIESTO DALLA RETTA RAGIONE
Ce lo ricorda la letterina di una bambina che scrive: ''Caro Babbo Natale, io per Natale non vorrei nessun regalo, ma vorrei che i miei genitori tornassero insieme''
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
9 OMELIA I DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO B - (Mc 1,12-15)
Convertitevi e credete nel Vangelo
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - LA POLONIA NEGA L'ACCESSO AL DIGITALE TERRESTE ALL'UNICA TV CATTOLICA DEL PAESE
Il quotidiano italiano Repubblica, falsando completamente la realtà, difende le autorità polacche e la violazione della libertà di informazione
Autore: Rodolfo Casadei - Fonte: Corrispondenza Romana, 17/02/2012

Sit-in e fervorini in tutta Europa contro le leggi "liberticide" ungheresi. Ma quando la Polonia nega l'accesso al digitale terreste all'unica tv cattolica del paese, nessuno fiata. Chissà perché. Retroscena di una campagna molto ideologica.
Ha ragione la Federazione nazionale della stampa, il sindacato dei giornalisti italiani, hanno ragione il Corriere della Sera e Repubblica: la libertà di informazione è in pericolo nell'Europa dell'Est. Dunque anche noi andremo a manifestare il nostro civile dissenso ai cancelli dell'ambasciata ungherese, come i nostri colleghi fecero con un sit-in l'11 gennaio scorso? Non proprio, perché l'ambasciata giusta da piantonare non è quella dell'Ungheria, ma quella polacca.
Mentre infatti la controversa legge sui media approvata dal governo Orbán non ha fino a questo momento causato danni quantificabili, a Varsavia hanno appena varato un circostanziato provvedimento liberticida: Tv Trwam, seguitissima televisione cattolica (l'unica in tutto il paese), è stata esclusa dall'assegnazione delle frequenze della piattaforma digitale terrestre, che in Polonia comincerà a trasmettere nel 2013.
Il 19 dicembre scorso l'Ufficio della comunicazione elettronica, d'intesa col Krrit (il Consiglio nazionale della radio e della televisione polacca, l'equivalente dell'Agcom italiana), ha assegnato le quattro frequenze in palio in base a criteri duramente contestati dalle società escluse (in tutto quattro).
L'11 gennaio la Fondazione Lux Veritatis, proprietaria di Tv Trwam, ha fatto ricorso contro il provvedimento al tribunale amministrativo di Varsavia. Il 18 gennaio sette eurodeputati di due partiti polacchi di centrodestra hanno rivolto un'interpellanza alla Commissione europea nella quale si chiede «cosa pensa la Commissione del fatto che operatori della comunicazione siano discriminati perché sono cattolici».
Il 30 gennaio il leader del partito Diritto e Giustizia (Pis), l'ex primo ministro Jaroslaw Kaczynski, ha presentato una mozione da votare in parlamento per citare davanti al tribunale di Stato (l'equivalente del tribunale dei ministri italiano) i membri del Krrit. Visto il precedente ungherese, chissà come si sarà scatenata la stampa italiana sull'argomento, penserete voi… Mmm no, non è andata così. Anzi, su Repubblica la faccenda l'hanno presentata in questo modo: "Niente frequenze nel digitale: la Polonia dei liberal sfida gli integralisti polacchi".
E nell'articolo di Andrea Tarquini si legge: «La decisione, presa dal Consiglio nazionale per radio e tv, è motivata da rigorosi criteri giuridici uguali per tutti: la tv integralista non è ritenuta di pubblica utilità, e raccoglie pubblicità più che a sufficienza per autofinanziarsi, a volte con criteri giudicati dubbi dai media. (…) Tv Trwam potrà trasmettere via satellite e riscuotere un abbonamento, tanto ha pubblicità a iosa».
Non che denunciare una discriminazione, Repubblica si cala nei panni dell'avvocato d'ufficio delle autorità polacche ed evidenzia i «rigorosi criteri giuridici uguali per tutti» alla base della decisione e il fatto che la tv sarebbe talmente ricca da non avere bisogno del digitale gratuito.
Peccato che il Krrit abbia fornito una spiegazione della bocciatura esattamente opposta a quella a cui allude Tarquini: «Il Consiglio della radio e della televisione ha dubitato che la tv, rappresentata dalla Fondazione Lux Veritatis come sostenitore finanziario, disponesse dei mezzi finanziari per compiere il balzo nell'era digitale», si legge in un articolo, sostanzialmente ostile alla tv cattolica polacca, dell'insospettabile Deutsche Presse-Agentur.
Argomento confermato nell'interrogazione degli eurodeputati polacchi, primo firmatario Miroslaw Piotrowski, là dove si spiega che «un membro del Krrit ha dichiarato che assegnare una licenza digitale a Tv Trwam non sarebbe stato finanziariamente conveniente per la piattaforma in questione». Ribadisce il concetto padre Zdzislaw Klafka, ex provinciale dei redentoristi polacchi, incaricato dei rapporti fra Tv Trwam e Radio Vaticana: «La richiesta della Fondazione Lux Veritatis è stata giudicata positivamente riguardo alle esigenze del programma e alle possibilità tecniche. Il Krrit ha deciso, però, che i presupposti finanziari presentati dalla Fondazione non garantiscono la realizzazione del progetto».
Insomma, la tv è stata bocciata perché sarebbe povera, e non perché è ricca. Come spiega Marcin Przeciszewski, caporedattore dell'agenzia di stampa cattolica ufficiale Kai, «il Consiglio ha deciso che la documentazione della Fondazione non offre garanzie finanziarie sufficienti: il costo stimato dell'emissione dalla piattaforma digitale è 10 milioni di zloty all'anno.
Allora la Fondazione ha presentato un documento che spiegava che la congregazione dei redentoristi, dai quali è nata la tv, può farsi garante dei costi, ma per il Consiglio quella documentazione è insufficiente e tardiva». «La Fondazione può chiedere e ottenere prestiti dalla congregazione, c'è scritto nello statuto. Anche perché tutti i suoi membri sono padri redentoristi», spiega padre Klafka. «Ma loro non ne hanno voluto sapere».
Però, come si sa, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. La scusa dell'inadeguatezza finanziaria della tv dei redentoristi – per anni descritti dai media ostili come una potenza economica – non poteva reggere. Lux Veritatis e le altre imprese escluse dall'assegnazione delle frequenze hanno voluto vedere i patrimoni e i flussi di cassa dei concorrenti risultati vincitori, e hanno scoperto che sono tutte molto fragili dal punto di vista finanziario.
Una di esse, Stavka Sp., addirittura non disponeva né di immobili né di attrezzature nel bilancio presentato al Krrit (quello del 2010), mentre vantava attivi circolari per soli 99. 651 zloty e una perdita netta di 3. 963. Il confronto con Lux Veritatis è improponibile: la fondazione dei redentoristi vanta attivi stabili per 86, 6 milioni di zloty, attivi circolari per 3, 7 milioni e un guadagno netto di 3 milioni e 455 mila.
Se si paragonano le cifre di tre delle quattro società che hanno ottenuto le frequenze con quelle di Lux Veritatis, si scopre che quest'ultima ha un patrimonio superiore 351 volte a quello di Lemon Records Sp., 3. 698 volte a quello di Eska Tv e naturalmente 86, 6 milioni di volte a quello di Stavka Sp., che è zero. Se si confronta il capitale proprio (capitale sociale più riserve più utili), Stavka ha un attivo piccolissimo, 91. 133 zloty contro i 20 milioni e 538 mila di Lux Veritatis, mentre Lemon Records ed Eska Tv sono in passivo rispettivamente di 473 mila e di 3, 8 milioni di zloty.
La verità, allora, è un'altra: «I membri del Krrit sono eletti dalle due camere del parlamento polacco, dove la coalizione di governo ha la sua maggioranza, e dal capo dello Stato, che è espressione della stessa coalizione di governo», spiega Piotrowski, che aspetta una risposta scritta della Commissione europea alla sua interrogazione per la fine di febbraio.
«L'opposizione ha già presentato una mozione per riferire la questione al tribunale di Stato, affermando che il Krrit ha violato la costituzione polacca e la legge sulle trasmissioni radiotelevisive. Ma che il tribunale si occupi del caso dipenderà dal voto del parlamento, dove il governo dispone della maggioranza. La coalizione di governo è non soltanto responsabile per la composizione attuale del Krrit, ma sostiene anche fortemente i suoi membri nelle loro azioni stravaganti».
Insomma, le motivazioni dell'ostracismo nei confronti di Tv Trwam sono palesemente politiche: l'emittente è stata fondata dal padre redentorista Tadeusz Rydzyk, fondatore anche di Radio Maryja, oggetto negli anni di incandescenti polemiche dentro e fuori dalla Polonia, e per questo è percepita dai partiti che governano il paese dal 2007 (la Piattaforma civica del premier Donald Tusk e il Partito dei contadini) come una voce del partito di opposizione di destra, Diritto e Giustizia, che coi due fratelli Kaczynski governava in precedenza.
Quando il parlamento ha votato il rappresentante dell'opposizione nel Krrit, lo ha scelto nei ranghi dell'Alleanza della sinistra democratica, notoriamente anticlericale, che ha fatto causa comune coi nominati della maggioranza quando s'è trattato di far fuori Tv Trwam.
Così si spiega anche l'atteggiamento silenzioso o smaccatamente filo-Krrit della grande stampa italiana. Tv Trwam uguale Radio Maryja uguale tradizionalismo cattolico antimoderno ed euroscettico, e di fronte a questo la libertà di informazione fa la fine che temeva Ennio Flaiano per i grandi princìpi: a forza di appoggiarsi su di essi, si piegano. È appena il caso di ricordare che Tv Trwam, che emette dal 2003, non è mai stata coinvolta nelle polemiche che hanno riguardato Radio Maryja anche all'interno della Chiesa.
Per capirci: nessuno ha potuto accusarla di antisemitismo. Il 50 per cento del tempo di trasmissione è dedicato all'evangelizzazione e all'educazione religiosa (recita del rosario, preghiere dei bambini, Appello di Jasnagóra, Angelus e catechesi del Papa, pellegrinaggi del Santo Padre, Messe, eventi vari della Chiesa cattolica, meditazioni spirituali, film a tema religioso). L'istruzione e la formazione occupano il 12 per cento del palinsesto, la diffusione della cultura polacca il 13. Parte dei notiziari è realizzata trasmettendo Octava Dies, prodotto dal Centro televisivo vaticano.
Merita di essere segnalato un altro particolare: nel novembre scorso è stata pubblicata una ricerca intitolata Cosa ci insegna Radio Maryja?, realizzata da ricercatori dell'università di Varsavia sotto la direzione di Ireneusz Krzeminski, sociologo studioso dell'antisemitismo contemporaneo noto per le sue critiche a Radio Maryja.
Lo studio ha concluso che, in base all'esame delle trasmissioni del 2007, la radio non è antisemita e non diffonde un'ideologia nazional-democratica, mentre la religiosità di cui si fa portavoce è genuina. L'immagine ultranazionalista e antisemita della radio sarebbe soprattutto il risultato delle campagne di stampa di Gazeta Wyborcza, già espressione di Solidarnosc e oggi giornale di centrosinistra.
Ma anche se la linea editoriale di Radio Maryja e Tv Trwam fosse pessima, considerato che nessuna accusa contro di loro ha mai portato a un processo e una condanna, non dovrebbe valere la famosa massima di Voltaire: «Non sono d'accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee»? Lasciamo stare la vita, ma dare delle informazioni un po' più complete?

Fonte: Corrispondenza Romana, 17/02/2012

2 - LE MODIFICHE ALL'ICI SONO IN REALTA' UNA GUERRA AI POVERI
Con il plauso dei tecnocrati dell'Europa, il governo Monti vuole abolire i presunti privilegi della Chiesa Cattolica, ma così si colpisce l'organizzazione incontestabilmente più attiva nella cura dei poveri e degli ultimi
Autore: Marco Ciamei - Fonte: La Bussola Quotidiana, 17-02-2012

In fondo era nell'aria: pende una procedura d'infrazione aperta dalla Commissione Europea nell'ottobre 2010 a seguito di un esposto dei radicali, con scadenza a maggio di quest'anno e con obiettivo la dichiarazione di contrasto della normativa italiana in materia di esenzione dall'Imposta Comunale sugli Immobili (ICI) con le norme europee in materia di aiuti di Stato e tutela della concorrenza.
In questa sede ci si è già più volte pronunciati per un'intima ragionevolezza della normativa italiana, capace di valorizzare tutto quell'insieme di attività che vengono comunemente raggruppate nel concetto di "terzo settore": enti privati che svolgono attività di rilevante interesse collettivo. Si sono espresse le ragioni per le quali alcuni immobili vengono giustamente esentati dal pagamento di una tassa comunale, atteso che vi si svolgono attività che uno Stato moderno, in un'ottica di sussidiarietà e tutela sociale, non può non incentivare.
Eppure l'attuale Governo è intenzionato a modificare la normativa, in modo da "accontentare" l'Europa, con la solita incapacità tutta italiana di presentarsi a testa alta di fronte ad un'Europa che – è bene ogni tanto ricordarlo – è figlia dell'intuizione di tre illustri politici cattolici, di cui uno italiano.
Altri tempi.
E invece oggi ci tocca assistere a questo: "Ici e Chiesa: l'UE promuove l'Italia"; "Ici e Chiesa, plauso dell'Europa: bene l'Italia". Ecco alcuni dei titoli che da ieri svettano in prima pagina sui maggiori quotidiani nazionali. Titoli e contenuto degli articoli che sembrano non considerare come in ballo non ci sia la (presunta) ricchezza della Chiesa, ma tutto un mondo ricco e variegato, composto da diverse scuole di pensiero spesso anche molto lontane da loro: dentro il "no profit" coesistono insieme impostazioni laiche, religiose, umanitarie, culturali, filantropiche, sportive, ecc. Una ricchezza per il nostro Paese, apprezzato in tutto il mondo per il grado di generosità ed soccorso sociale che sa esprimere.
Eppure tutto ciò non sembra avere valore: tutto il discorso è incentrato sui presunti privilegi della Chiesa cattolica, senza nemmeno nascondere un pizzico di boriosa rivincita. E poco importa se, insieme all'acqua sporca, viene gettato anche il bambino.
Proviamo, almeno noi, quindi, ad attenerci ai fatti ed a cercare di capire quale sia il contenuto delle decisioni che il Governo si appresta ad assumere in materia. La novità di fondo ruota attorno al concetto di "attività commerciale": l'esenzione – si annuncia – d'ora in poi dovrà fare riferimento solo agli immobili nei quali si svolge "in modo esclusivo un'attività non commerciale".
Non è opportuno riprendere ora tutte le spiegazioni già fornite in merito alla normativa del 1992 e all'interpretazione autentica data nel 2005, in riferimento alla quale è partito l'esposto dei radicali e la procedura d'infrazione. Ricordiamo solo che nel 2005 si era stabilito che l'esenzione doveva intendersi applicabile allorché le attività indicate dalla norma siano esercitate in maniera "non esclusivamente commerciale".
Ora, anche uno studente di giurisprudenza alle prime armi sa che un'attività o è commerciale o non lo è: non esiste una terza categoria intermedia. Ma il senso della norma, in realtà, era chiaro e l'aveva ben precisato il Ministero dell'Economia e delle Finanze nella famosa circolare n° 2 del 26 gennaio 2009: "se non è possibile individuare attività qualificabili come "non esclusivamente di natura commerciale", si può sostenere che quest'ultimo inciso debba essere riferito solamente alle specifiche modalità di esercizio delle attività in argomento, che consentano di escludere la commercialità quando" – attenzione qui – "siano assenti gli elementi tipici dell'economia di mercato (quali il lucro soggettivo e la libera concorrenza), ma siano presenti le finalità di solidarietà sociale".
Ecco spiegata la natura di quella disposizione. Basta leggere poi la chiarissima circolare sopra citata per comprendere come la normativa italiana non dia adito a dubbi di sorta.
Ma cosa può comportare la limitazione delle esenzioni solo agli immobili dove si svolge "in modo esclusivo un'attività non commerciale"? Questa è la domanda fondamentale, a cui – evidentemente – non è possibile ancora dare una risposta precisa, in attesa che il Governo presenti il disegno di legge in cui specifichi punto per punto come vuole disciplinare la materia.
Possiamo però fare due ipotesi:
- la prima è che vengano considerate come commerciali le attività di vendita di beni e prodotti. Ma ciò non cambia di nulla la situazione esistente, poiché sono già escluse dalle esenzioni quelle attività che non rientrano nelle finalità solidali previste dalla legge. Per intenderci, gli immobili delle librerie cattoliche continueranno a pagare l'ICI (o meglio, l'IMU) così come la pagano – o la devono pagare – oggi; o gli immobili degli istituti religiosi dove si fa attività alberghiera dovranno continuare a pagare l'ICI come la pagano – o la devono pagare – oggi.
- la seconda ipotesi, invece, è che vengano considerate come commerciali anche quelle attività che corrispondono a servizi impossibili da rendere gratuitamente e che in genere vengono effettuati a fronte del pagamento di una retta minima. Anche in questo caso, abbiamo già spiegato che si tratta di attività meritorie, fuori dal mercato (e quindi non si pone il problema di tutela della concorrenza), rivolte a fasce deboli della popolazione: pensiamo ai pensionati per studenti fuori sede, oppure luoghi di accoglienza per i parenti di malati ricoverati in strutture sanitarie distanti dalla propria residenza, alle case per ferie per lavoratori, o alle colonie per studenti, e strutture simili.
C'è poi tutto il mondo dell'accreditamento: basti pensare alle attività sanitarie e assistenziali (ospedali, ricoveri, ecc.), alle attività didattiche (scuole paritarie, ecc.), alle attività ricettive (alunni e famiglie di istituti scolastici, iscritti a catechismo, appartenenti alla parrocchia, membri di associazioni; pensionati per studenti, per lavoratori precari, per stranieri e strutture simili), alle attività culturali sportive e ricreative (cineforum, circoli sportivi, tornei di quartiere, ecc.). Queste attività si reggono su forme di pagamento che, evidentemente, sarebbero in contrasto con la natura esclusivamente "non commerciale" delle attività esenti dall'imposta.
Davvero sembra che un tal tipo di principio voglia più salvare l'Italia da una "minaccia" di sanzioni, che non riflettere sul modo di agevolare realmente quei soggetti che, nel Paese, svolgono attività degne di rilievo. Per non parlare del fatto – e i contenuti degli interventi della stampa ne sono prova evidente – che tutto sembra limitarsi ad un problema di  privilegi della Chiesa finalmente da eliminare.
E' triste continuare a sorbirci questa guerra nei confronti di una realtà – quella cattolica – che, forse può non piacere per impostazione religiosa o umana, ma di certo è tra le più attive nella cura dei poveri e degli ultimi. Ancora più triste è vedere il modo in cui questi argomenti vengono trattati dai mezzi di comunicazione: basti pensare alla versione on-line de "il corriere", dove la notizia delle modifiche che Monti vuole apportare è accompagnata da un video dei radicali che riprende alcuni enti ecclesiastici accusati di raggirare la normativa. Stato dell'arte giornalistica, non c'è che dire!

Fonte: La Bussola Quotidiana, 17-02-2012

3 - CAMPAGNA DI AGGRESSIONE MEDIATICA CONTRO DANILO QUINTO: PER 20 ANNI TESORIERE DEL PARTITO RADICALE, OGGI COMBATTE L'IDEOLOGIA DI MORTE DI CUI E' STATO COMPLICE
''Sono felice di poter soffrire, ingiustamente condannato, perché ho la certezza di essere dalla parte del Vero, di non aver commesso alcun male, se non quello di aver vissuto lontano dalla grazia di Dio per vent'anni''
Autore: Veronica Rasponi - Fonte: Corrispondenza Romana, 15/02/2012

Una improvvisa campagna di aggressione mediatica ha portato in questi giorni alla ribalta il nome di Danilo Quinto, condannato a dieci mesi per appropriazione indebita, su denuncia del Partito Radicale. Quali sono le vere ragioni di questo linciaggio giudiziario e morale? Danilo Quinto ha militato dal 1986 nel Partito Radicale, al cui interno ha ricoperto dal 1995 al 2005 l'incarico di Tesoriere. Oltre all'organizzazione di tutte le campagne elettorali e referendarie – rispetto alle quali ha gestito i rapporti con i fornitori, decidendo, per conto di Marco Pannella, spese di rilevantissima entità – aveva la responsabilità di tutte le strutture del Partito.
Promosse l'autofinanziamento, con una raccolta di denaro che in dieci anni superò i 25 milioni di euro e valorizzò i beni dell'area, con importi economici pari ad oltre 20 milioni di euro. L'insieme di queste attività, non solo fu condiviso dai dirigenti radicali nel corso di tutti questi anni, ma non una sola volta gli fu contestato alcunché rispetto all'esercizio della sua responsabilità. Accadde però qualcosa che segnò una svolta nella sua vita
Egli racconta che nel 2003 incontrò la donna che sarebbe divenuta sua moglie. Grazie a quest'incontro, iniziò la sua conversione. Si sposò in Chiesa e dopo quattordici mesi nacque suo figlio. Immediatamente, si sviluppò, all'interno di quel mondo nel quale era vissuto per vent'anni, un'opera di discriminazione e di isolamento psicologico e morale, che lo costrinse a rimettere il suo mandato al gruppo dirigente del Partito ai primi di luglio del 2005.
Egli iniziò a rendersi conto di essere stato per venti anni al servizio di idee e di uomini profondamente immorali e volle raccontare la sua storia in un libro che ancora non trova editore, per i veli che solleva su fatti e persone coperti da "intoccabilità". Iniziò poi a collaborare con testate cattoliche, bruciando pubblicamente gli idoli che aveva adorato.
La testimonianza, che sempre si accompagna al pentimento, è il tratto distintivo delle vere conversioni. Oggi Danilo Quinto si dichiara consapevole di aver collaborato con il male per molti anni e la sua colpa, per i radicali, non è solo quella di essere convertito, ma proprio quella di non essere disposto a tacere su quello che ha visto e vissuto all'interno del mondo radicale: furie ideologiche, distorsioni e manipolazioni della realtà, ma anche sopraffazioni, abusi e forme di violenza ideologica e morale di ogni tipo.
Questo spiega perché non solo sia stato negato a Quinto  il riconoscimento dei suoi diritti di vent'anni di lavoro prestato nella forma occasionale, ma si sia innescato nei suoi confronti un processo di persecuzione giudiziaria e di intimidazione morale. Come negare d'altra parte il fatto che Marco Pannella e Emma Bonino, al di là della loro evanescente presenza politica, continuano ad esercitare un ramificato potere all'interno di gangli decisivi della società italiana: dai mass-media al'economia, dallo spettacolo alla magistratura?
Danilo Quinto, che collabora regolarmente a "Corrispondenza Romana" e a "La Bussola Quotidiana", scrive: "Solo oggi comprendo che tutto ho ricevuto da Dio e io, nella mia miseria, gli offro la mia unica ricchezza: il disagio, la vergogna, il dolore più intimo. Sono felice di poter soffrire insieme alla mia famiglia, ingiustamente condannato, perché ho la certezza di essere dalla parte del Vero, di non aver commesso alcun male, se non quello di aver vissuto lontano dalla grazia di Dio per vent'anni. Oggi, sono pronto a purificarmi, con la gioia, nel dolore, sapendo che non sono solo. Con me c'è Cristo, che mi ha condotto per mano: in Lui mi anniento, a Lui, lascio fare la mia vita. Come dice Pierfrancesco, mio figlio di sette anni: 'Papà, diciamo una preghiera insieme anche per i nostri nemici'. Ogni volta, queste parole mi riempiono di gioia, perché non ho sentimenti di vendetta. So che Dio ha scelto per me questo percorso di purificazione. Per il mio bene. Io a Lui mi stringo e ringrazio".
Queste parole attestano che Danilo Quinto ha iniziato un cammino di doloroso ma necessario di riscatto del suo passato e merita perciò la solidarietà e il sostegno di chi ha sempre combattuto l'ideologia di morte e di dissoluzione del Partito Radicale di Marco Pannella.

Nota di BastaBugie: tutti gli articoli di Danilo Quinto che abbiamo pubblicato finora, li potete trovare al seguente link
https://www.bastabugie.it/it/ricerca.php?autore_ricerca=Danilo%20Quinto

Fonte: Corrispondenza Romana, 15/02/2012

4 - DURO ATTACCO ALLA CHIESA CATTOLICA: OBAMA OBBLIGA I DATORI DI LAVORO A PAGARE AI DIPENDENTI ABORTO E CONTRACCEZIONE
Intervista al presidente dell'Associazione dei Medici Cattolici: gli ospedali di matrice religiosa, che in America sono il 30 per cento, sono a rischio
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi, 16 Febbraio 2012

Il regolamento varato il 22 gennaio scorso dal dipartimento della Salute americano su aborto e contraccezione vìola la libertà di coscienza e sta scatenando un dibattito che vede la Chiesa cattolica in prima linea. Vescovi e associazioni laiche hanno deciso di combattere la norma tramite preghiere, digiuni, interventi pubblici e azioni legali. Jack Lane, presidente designato dell'Associazione americana dei medici cattolici, spiega a tempi.it l'inizio di un dramma: «Diceva il cardinal Francis George: "Mi aspetto di morire nel mio letto, il mio successore morirà in prigione, e il suo successore morirà martire sulla piazza pubblica"».
COSA POTREBBE ACCADERE ALLE ISTITUZIONI CRISTIANE SE IL DIPARTIMENTO DELLA SALUTE NON ABOLISSE IL REGOLAMENTO CHE LE OBBLIGA A INCLUDERE NELLE ASSICURAZIONI PAGATE AI PROPRI DIPENDENTI L'ABORTO E LA CONTRACCEZIONE?
Il problema ora è legato all'attività di molte istituzioni di carità e di ospedali cattolici e cristiani. Gli ospedali di matrice religiosa sono circa il 30 per cento in America. Se Obama non tornasse indietro sarebbero costretti a chiudere. Per questo il capo dei vescovi e il 90 per cento di loro sono contrari anche al compromesso offerto venerdì scorso dal presidente.
QUAL È LA DIFFERENZA FRA IL REGOLAMENTO DEL 22 GENNAIO E IL COMPROMESSO OFFERTO POI DA OBAMA?
È un dietrofront solo formale. Prima era il datore di lavoro a dover pagare per forza l'aborto e la contraccezione. Ora, invece, si dice che sia l'assicurazione a provvedere. Ma non esiste assicurazione gratuita: verrà sempre pagata dai datori di lavoro. Quindi siamo punto a capo.
MOLTI MEDICI HANNO PAURA: QUESTO POTREBBE ESSERE IL PRIMO PASSO PER ARRIVARE AD ABOLIRE L'OBIEZIONE DI COSCIENZA.
Penso che il timore sia fondato. Anzi. Questa paura c'è stata sin dall'inizio. La riforma sanitaria di Obama è stata un colpo duro per la sanità intera perché tende verso lo Stato etico.
MA COME MAI ALLORA ALCUNI CATTOLICI, COME SUOR CAROL KEEHAN, PRESIDENTE DELLA CATHOLIC HEALTH ASSOCIATION (CHA), SONO DISPOSTI AD ACCETTARE IL COMPROMESSO?
La Cha è troppo coinvolta con l'amministrazione di Obama: è scesa a patti su questioni molto discutibili, come la riforma sanitaria appunto. Perciò se all'inizio suor Carol Keehan si era lamentata del regolamento del 22 gennaio scorso, ora accetta il finto compromesso.
LA DIVISIONE CHE C'È TRA LA KEEHAN E I VESCOVI SI VEDE ANCHE ALL'INTERNO DEL POPOLO CRISTIANO?
Credo che le due posizioni siano sintomatiche di una divisione interna alla Chiesa. Ma questa volta, nonostante quello che suor Keehan ha detto pubblicamente, mi pare che tutti i credenti (e non solo) sentano che si è raggiunto il limite: l'ingerenza dello Stato non è mai stata tale. Per questo i media democratici, e non solo, cercano di spostare l'attenzione. Fingono che il problema sia la contraccezione gratuita e non parlano della violazione della libertà di coscienza che questo regolamento introduce. Se tutti riuscissero a capire che l'attacco è alla libertà religiosa, la gente si ribellerebbe. E Obama perderebbe moltissimi consensi.
LE ELEZIONI E I CANDIDATI CHE CORRONO CONTRO OBAMA HANNO QUINDI UNA GRANDE RESPONSABILITÀ.
Credo che ne abbiano moltissima. Sono chiamati a tenere viva la memoria per tutto il periodo elettorale. Devono far sì che gli americani non dimentichino. Obama sa che il nostro popolo ha la memoria corta, non a caso prende le decisioni sempre di venerdì pomeriggio, come ha fatto anche in questo caso. Perciò ammiro Rick Santorum, che non si stanca di denunciare l'attentato alla libertà religiosa. E mi conforta vedere che i sondaggi rilevano che il consenso su di lui stia crescendo proprio ora.
OBAMA, INFATTI, HA TENTENNATO. SA CHE QUESTA MOSSA PUÒ RIVELARSI UN BOOMERANG ELETTORALE. PERCHÉ NON TORNA INDIETRO DEFINITIVAMENTE?
La riforma sanitaria approvata, purtroppo, prevedeva già quello che sta accadendo. La campagna elettorale del presidente è poi finanziata da fiumi di denaro che vengono dalle lobby abortiste e dal mercato degli anticoncezionali e delle pillole abortive.
SI DICE CHE IL REGOLAMENTO SEGNI IL CONFLITTO FRA LA LIBERTÀ RELIGIOSA E IL DIRITTO DELLA DONNA AD AVERE ACCESSO A CERTI SERVIZI. COME RISOLVERE IL CONTRASTO?
Come i media presentano il caso è fuorviante. Si tende da una parte a dire che il problema è sulla contraccezione, in modo da non perdere l'appoggio dei cattolici liberal che non seguono il Magistero della Chiesa, e dall'altra Obama sostiene che bisogna anche proteggere i diritti delle donne. Non è così. Le donne possono avere i contraccettivi e abortire quando vogliono. Perciò il problema è uno solo: si obbliga ogni datore di lavoro a pagare per l'aborto e la contraccezione dei dipendenti. E questo vìola il primo emendamento della Costituzione. La nostra Carta costituzionale protegge la libertà religiosa e di coscienza e non il diritto alla contraccezione e all'aborto (comunque ampiamente permessi): è evidente che non c'è alcun conflitto fra diritti.
LA CHIESA CATTOLICA E I CRISTIANI IN GENERALE STANNO PARLANDO A VOCE ALTA, ENTRANDO CON FORZA NUOVA NEL DIBATTITO PUBBLICO. QUAL È IL SENTIMENTO CHE SI RESPIRA FRA I CREDENTI?
La Chiesa cattolica e i cristiani in generale sono molto provati. Ma credo che lo Spirito Santo stia soffiando su di essi e li stia fortificando. Forse la Chiesa si ridurrà in numeri, ma sicuramente sarà più fervente. Diceva già il cardinal Francis George, presidente della Conferenza episcopale americana prima dell'attuale Timothy Dolan: «Mi aspetto di morire nel mio letto, il mio successore morirà in prigione, e il suo successore morirà martire sulla piazza pubblica». La Chiesa è sempre rinata così.
SANTORUM POTREBBE RAPPRESENTARE I CATTOLICI.
Santorum è fedelissimo al Magistero ed è competente. Prima molti lo consideravano ineleggibile, ora il consenso sta aumentando. Se vincesse anche alle prossime tornate elettorali forse potrebbe farcela. Molti cristiani pur giudicando Santorum il migliore pensavano fosse utopico appoggiarlo, ma ora stanno cambiando idea.

Fonte: Tempi, 16 Febbraio 2012

5 - SANREMO 2012: TRIONFANO BANALITA' E VUOTO MUSICALE
Ecco un semplice test per verificare la qualità delle canzoni in gara quest'anno (volutamente non commentiamo Celentano e le sue chiacchiere da bar)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Bussola Quotidiana, 17-02-2012

Proviamo a fare un esperimento. "Chiamami ancora amore", "Per tutte le volte che", "La forza mia", "Colpo di fulmine". Di cosa stiamo parlando? I più intuitivi – ma crediamo pochi – avranno inteso che si tratta di canzoni. Di quali canzoni? Una cerchia ancor più ristretta di lettori darà risposta esatta dicendo che sono le canzoni che hanno vinto le ultime cinque edizioni del Festival di Sanremo. Infine la prova più impegnativa: coloro che si ricordano che queste canzoni sono quelle vincitrici tentino di canticchiarne il motivo principale. Buio assoluto.
Diamo un'altra chance: "Grazie dei fiori", "Vola colomba", "Nel blu dipinto di blu", "Non ho l'età", "Chi non lavora non fa l'amore", "Adesso tu", "Si può dare di più", "Perdere l'amore". Ora la musica, è proprio il caso di dirlo, cambia: di queste canzoni, non tanto recenti e vincitrici del festival in anni differenti, più o meno tutti ricordiamo il motivetto. Come mai?
Molte sono le ragioni, ma dal punto di vista musicale potremmo dire in sintesi che la musica popolare si sta sempre più impoverendo. Anche nel passato ovviamente ci sono stati brani che hanno vinto a Sanremo ma presto sono caduti nell'oblio. Però il trend ci pare che vada nella direzione del pauperismo musicale. Non tanto per mancanza di talenti o di idee ma per esigenze commerciali. Più un prodotto è facile da usare più vende. Più una musica è sofisticata nei testi e nella musica più è difficile da ascoltare e meno è facile da smerciare. Invece l'intento odierno è quello di confezionare canzoni di basso peso specifico musicale: musica leggera appunto, così leggera che però è facile perderla per le strade della memoria.
Lo scotto dunque sta nel fatto che il prodotto dura sempre meno: la sua deperibilità è direttamente proporzionale alla pochezza del suo valore artistico. Più fruitori forse, ma per un tempo minore. E così in testa alla classifica ci si sta sempre meno: come d'autunno sugli alberi le foglie, per dirla alla Ungaretti.
Nel tempo stiamo assistendo ad un candeggiamento delle canzoni fatto a più livelli. Quello melodico: il cosiddetto ritornello – a patto che esista – è sempre più breve. Poche note altrimenti l'ascoltatore si stanca. Anzi – e Vasco è un alfiere in questo – il parlato la fa da padroni (la cantillazione medioevale era ben altra cosa). Oppure vocali tenute lunghe tanto che paiono sirene della polizia. L'armonia, cioè la lettura verticale del testo musicale, gli incastri tra le note, gira annoiata di continuo sugli stessi accordi. Il ritmo è sempre regolarissimo: bandite le sincopi e i gruppi irregolari. I testi infine sfiorano la banalità perché devono aderire ai luoghi comuni, al percepito della massa. Il tutto sa di stantio, già ascoltato e assolutamente prevedibile. Ovvio, stiamo generalizzando, le eccezioni non mancano, ma come diceva Aristotele una rondine non fa primavera e il panorama della musica pop italiana è sempre più immerso nel gelo invernale.
La fruizione immediata e facile è quindi il logos ispiratore non tanto degli autori ma sicuramente dei produttori. Va da sé che anche i contenuti trasmessi siano elementari: più il contenuto è alto, profondo, più la forma espressiva deve adeguarsi, dovendo lei stessa diventare profonda e quindi complessa. Ma ciò sarebbe un'eresia perché ostacolerebbe la circolazione della canzone, già assai compromessa dalla possibilità di scaricarla gratuitamente via web.
Tra i tanti danni di questa operazione commerciale c'è l'imbarbarimento del gusto musicale di chi sta dall'altra parte degli altoparlanti. Il senso estetico nei ragazzi e giovani è infimo: la musica, seppur quella pop, non deve parlare più al cuore o alla testa ma ai sensi. Caso paradigmatico è la house music – che di domestico non ha proprio nulla – e soprattutto la musica techno. Il piacere estetico è sostituito da quello sensoriale: volumi altissimi, molti bassi – indispensabili per far vibrare la cassa toracica – solo ritmo martellante e costante (omoritmo), ripetuto all'infinito come una mantra che prova straniamento e volontario ottundimento. La musica più che sentirla con le orecchie ne devi essere investito fisicamente. Non devi capirla – non c'è nulla da comprendere – ma solo viverla, percepirla con i sensi, drogarti di note.
Ovvio, le canzoni del Festival a confronto della techno paiono la Nona di Beethoven, però sotto sotto il virus dell'appiattimento verso il basso è il medesimo.
 
Postilla: proprio a proposito di Beethoven anche lui era obbligato a scrivere musica commerciale per campare. Odiava quei pezzi tanto che aveva rifiutato di assegnare loro un numero di opera (il famoso "Op."). Già, robaccia di nessun valore. Robaccia come "Per Elisa".

DOSSIER "FESTIVAL DI SANREMO"
Le edizioni dal 2009 ad oggi

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Fonte: La Bussola Quotidiana, 17-02-2012

6 - IN TEMA DI ECONOMIA IL MENSILE DELLA DIOCESI DI MILANO ''IL SEGNO'' E' IN MANO ALLA SINISTRA?
L'organo ufficiale della diocesi di Milano, che è la più grande del mondo, sembra allontanarsi dalla dottrina della Chiesa per avvicinarsi a quella del Partito Democratico
Autore: Goffredo Pistelli - Fonte: Italia Oggi, 28/01/2012

«Questo segno vuole venire a voi per recarvi una Parola paterna e fraterna, attinta alle esperienze più semplici, ma imbevuta anche della Dottrina più alta...». Così scriveva, mezzo secolo fa, Giovan Battista Montini, allora arcivescovo di Milano ma futuro Paolo VI, presentando Il Segno, mensile della diocesi ambrosiana. Leggendone l'ultimo numero, uscito la settimana scorsa, qualche fedele si deve essere chiesto se, alla dottrina della Chiesa, non si vada sostituendo quella del Partito democratico.
L'ultimo numero del giornale diretto da don Giuseppe Grampa, parroco di S.Giovanni in Laterano a Milano ma anche docente di Filosofia delle religioni alla Cattolica, dedica infatti la copertina e ampi servizi all'interno al grande tema della crisi, chiamando a parlare soltanto studiosi che hanno militanze presenti e passate nel partito bersaniano.
Uno è il giuslavorista Pietro Ichino, che per il Pd siede nei banchi del Senato, il secondo è Pippo Ranci, economista della Cattolica e già a capo dell'Authority energia e gas in quota piddina e il terzo, Michele Salvati, economista anch'egli (ma alla Statale di Milano), deputato ulivista ne 1996, del Pd ha praticamente scritto il manifesto costitutivo. Una singolare affollamento democrat su un tema, la crisi economica, che non parrebbe un dogma di fede e sul quale anche qualche studioso cattolico di altra estrazione avrebbe potuto utilmente portare il suo contributo.
E magari una lettura diversa.
La Fondazione Rui, per esempio, molto attiva a Milano e vicina all'Opus Dei, è presieduta da un economista dell'Università di Firenze, il professor Cristiano Ciappei. Sarebbe poi stata molto lunga la lista degli studiosi vicini a Comunione e liberazione titolati a dire la loro: dallo statistisco Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, a Giancarlo Rovati, economista della Cattolica e già presidente della Commissione povertà. Comunione e liberazione che, tra l'altro, prima di Natale, ha diffuso proprio un articolato documento sulla crisi, promuovendo incontri e assemblee in tutta Italia.
Un dettaglio questo che qualcuno, negli ambienti cattolici ambrosiani, ha messo in relazione alla scelta don Grampa, quasi che il sacerdote abbia voluto in qualche modo sfidare il nuovo inquilino di Piazza Fontana, sede dell'arcidiocesi, vale a dire il cardinale Angelo Scola, che di Cl fu uno dei primi aderenti alla fine degli anni '50.
Insomma, che il Segno l'abbiano voluto dare innanzitutto al cardinale, per metterne alla prova le tanto decantate virtù di pastore aperto e in grado di valorizzare tutte le sensibilità ecclesiali, anche quelle distanti dalla sua. E infatti don Grampa, 70 anni, da Busto Arsizio (Varese), è abbastanza lontano dall'attuale cardinale. Viene, è proprio il caso di dirlo, da un'altra parrocchia. Molto legato al cardinale Carlo Maria Martini, tanto da recarsi spesso a trovarlo in Terra Santa, Grampa è legato agli Scout cattolici ed è un riferimento storico delle Acli milanesi.
«Dio non è arruolabile né manipolabile da nessuno», aveva detto tempo fa presentando il suo libro La schiena di Dio, «né dalle religioni né dal potere politico. La schiena allude alla non disponibilità né sequestrabilità di Dio».
E quando c'è stato da celebrare i 75 anni di S.Giovanni in Laterano, la sua parrocchia a due passi dal Politecnico, ha invitato Vito Mancuso, teologo ultraliberal ed editorialista di Repubblica. Un martiniano di ferro come lui, del quale la Civiltà Cattolica, non certo l'ultimo foglio lefevriano o ultracattolico, scrisse che aveva negato «circa una dozzina di dogmi della Chiesa cattolica».
Teologo che tornerà anche ai primi di febbraio, il giorno 9, per presentare ai fedeli il suo ultimo libro, Io e Dio, una guida ai perplessi. Luogo molto appropriato, considerando che a S.Giovanni opera la cattedra dei non credenti, «spazio del libero pensare» ma garantiscono i parrocchiani di don Grampa, «non assediato da clericali vischiosità».

Fonte: Italia Oggi, 28/01/2012

7 - PER IL GOVERNO TECNICO NON SOLO IL POSTO FISSO E' NOIOSO, MA ANCHE ESSERE MASCHIO O FEMMINA TUTTA LA VITA
Il ministro del Welfare Elsa Fornero torna ad esprime il suo ''profondo convincimento'' di voler accontentare al più presto le associazioni LGBT (Lesbo-Gay-Bisex-Transgender)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Bussola Quotidiana, 20/02/2012

Non ce ne vogliano i lettori se torniamo sull'argomento a distanza di pochi giorni, ma l'attivismo del ministro Fornero per la promozione dei diritti gay è un fenomeno che deve essere rilevato, tanto più che viene ignorato dalla grande stampa nazionale.
Dunque il 16 febbraio, il ministro del Welfare (con delega per le Pari Opportunità) ha aperto il convegno organizzato dall'UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), operante presso la presidenza del Consiglio dei ministri, con tutta la galassia delle associazioni LGBT (Lesbo-Gay-Bisex-Transgender). Il convegno si è tenuto nella Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri con il titolo "Contrasto della discriminazione basata sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere". Nell'occasione l'Italia ha firmato un programma del Consiglio d'Europa per promuovere l'agenda gay.
Addirittura l'Italia – come ha detto il direttore dell'UNAR Massimiliano Monnanni - "è il primo Paese dell'Unione europea ad aderire al programma del Consiglio d'Europa che, recependo la  Raccomandazione adottata dal Comitato dei Ministri CM/REC 5 del 2010, mira ad offrire assistenza tecnica e finanziaria agli Stati membri del Consiglio d'Europa nell'implementazione di politiche di contrasto alla discriminazione nei confronti delle persone LGBT, avvalendosi, in ciascuno stato, di un network informale di focal point governativi".
Il programma prevede interventi nel campo della scuola per "prevenire e contrastare il bullismo omofobico e transfobico", la prevenzione e il contrasto della discriminazione nel mondo del lavoro, informazione e sensibilizzazione nei confronti delle forze dell'ordine; e l'intervento anche su quanto verrà detto in proposito sui mass media (e su questo vigilerà anche il sindacato dei giornalisti).
La Fornero ha dato un grosso sostegno a questo programma, e ancora una volta ha sottolineato l'importanza dell'intervento nella scuola per combattere queste discriminazioni "attraverso l'educazione e la formazione alle diversità che esistono tra le persone e che noi dobbiamo vivere come un fatto bello della vita". Come si vede, per i ministri di questo governo non solo il posto fisso è noioso, ma anche essere maschio o femmina tutta la vita. "Dobbiamo fare molto in questo Paese sotto il profilo della discriminazione – ha aggiunto la Fornero -, dobbiamo mettere in campo strumenti normativi-educativi fin dalla prima infanzia, sapendo che abbiamo poche risorse".
Poi si è scusata se in questi mesi ha dato l'impressione di dedicarsi troppo al tema del lavoro e delle pensioni perché per lei in realtà non è così: "l'impressione che si può avere è che la mia attenzione sia spostata su altri temi: per quanto riguarda il mio convincimento non è così. Non è un'adesione di maniera la mia, ma nasce da un profondo convincimento".
Parole che sono state ben accolte da Ralf-Rene' Weingaertner, direttore della sezione Diritti umani e Antidiscriminazione del Consiglio d'Europa, che ha parlato compiaciuto di "nuova strategia dell'Italia" in materia ma ha poi sottolineato che devono anche mutare normativa e mentalità.
E' evidente dunque che mentre si parla – e si parlerà - tanto di riforma del mercato del lavoro tra mille contrasti, sul tema gay e transgender il ministro Fornero ha un'autostrada davanti su cui sta procedendo a grande velocità.
A questo punto, possiamo immaginare cosa ci aspetta nei prossimi mesi: programmi scolastici obbligatori che insegnino come l'omosessualità sia una delle tante opzioni possibili in materia di genere; tentativo di equiparare le unioni gay ai matrimoni eterosessuali; apertura alle adozioni da parte di gay e lesbiche; controllo sulle opinioni espresse sui mass media e via di questo passo.
 Ovviamente nessuno pensa di chiedere chiarimenti al governo in materia (visto che oltre alla Fornero è direttamente implicata la Presidenza del Consiglio dei ministri): né una voce si è alzata dall'interno dell'esecutivo, né abbiamo letto note di agenzie e giornali legati alla Conferenza episcopale, malgrado la preparazione in vista dell'Incontro mondiale delle famiglie dovrebbe rendere più attenti e sensibili a questi argomenti. Ma c'è da capirli: in questi giorni sono tutti troppo impegnati a difendersi dai pericolosissimi attacchi di Adriano Celentano.

Fonte: La Bussola Quotidiana, 20/02/2012

8 - LETTERE ALLA REDAZIONE: IL MATRIMONIO INDISSOLUBILE E' RICHIESTO DALLA RETTA RAGIONE
Ce lo ricorda la letterina di una bambina che scrive: ''Caro Babbo Natale, io per Natale non vorrei nessun regalo, ma vorrei che i miei genitori tornassero insieme''
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 14/02/2012

Carissima redazione di BastaBugie,
vi voglio raccontare un fatto che a me e mio marito Paolo ha ricordato molto una cosa che dice sempre il nostro padre spirituale.
Oggi la nipotina di Paolo, una bambina di sei anni ci ha raccontato molto candidamente che vuole aiutare la sua amichetta del cuore, di sei anni anche lei, a scrivere un biglietto ai suoi genitori che si sono separati e non abitano più insieme.
Ecco le sue parole: "La mia amica mi ha chiesto come mai i suoi genitori litigano sempre...Io gli ho risposto che tutti i genitori a volte litigano, ma in effetti mi pareva un po' strano perché lei abita dalla sua nonna e poi quando andiamo a catechismo a volte viene a riprenderla il babbo, a volte la mamma... insomma non li ho mai visti insieme. E poi, quando il suo babbo risponde al telefono alla moglie, la chiama sempre per nome. Invece il mio babbo chiama sempre la mia mamma o amore o topina".
Ma il bello deve venire! La nipotina di Paolo ha continuato dicendoci l'idea che hanno orchestrato insieme. "Abbiamo pensato di scrivergli un biglietto e di farglielo trovare sulla scrivania o nella cassetta della posta per dirgli di fare la pace e tornare insieme. Oppure scriviamo nella letterina di Babbo Natale: Caro Babbo Natale, io per Natale non vorrei nessun regalo, ma vorrei che magari i miei genitori tornassero insieme".
La nipotina di Paolo ha arricchito il racconto di particolari coloriti tipicamente da bambini, ma con una dolcezza che pareva di sentir parlare una persona adulta. Per esempio ha detto: "A volte la mia amica quando mi dice che i suoi genitori non stanno più insieme abbassa la testa e diventa triste. Io gli faccio una carezza e gli dico che non si deve preoccupare. Comunque gli ho anche detto che qui il filo sta tremando... bisogna fare qualcosa prima che si rompa!".
A noi è venuta la pelle d'oca a sentir parlare in questo modo una bambina così piccola e ci ha fatto ripensare a quando il nostro padre spirituale, durante i matrimoni, per spiegare che il divorzio è contrario alla legge naturale scritta nel cuore di ogni uomo (anche se non crede in Dio), fa proprio questo esempio: provate a chiedere a un figlio coi genitori separati che regalo vorrebbe per Natale e lui vi risponderà: "Che i miei genitori tornino insieme". E non sono stati i preti o la Chiesa a insegnarlo a questi bambini, ma è una esigenza della natura umana che il matrimonio sia indissolubile. Del resto gli adolescenti nei loro diari scrivono "I love you" e spesso aggiungono la parola "forever". Anche qui non è il prete che gli ha suggerito di aggiungere "forever", cioè per sempre, ma è il loro cuore a suggerire che l'amore coniugale necessita di quel "per sempre" che fonda il matrimonio come indissolubile per natura (umana).
L'episodio della bambina di sei anni di cui siamo testimoni ci dice che è proprio così!
Vanessa

Cara Vanessa,
credo che ci sia da aggiungere poco a questa semplice e bella testimonianza, se non notare che nel campo matrimoniale la Chiesa non ha inventato nulla: l'indissolubilità è un'esigenza della legge morale naturale che appartiene a ogni uomo (anche non credente). Gesù stesso nel ricordare "Non osi separare ciò che Dio unisce" non fa che richiamarsi alla legge di natura che il Creatore ha voluto all'inizio dei tempi. Ecco, tra l'altro, perché in tutte le culture di tutti i tempi il matrimonio è sempre stato una faccenda religiosa e perciò demandata all'autorità religiosa. Fu la Rivoluzione Francese, nel tentativo di estirpare ogni riferimento alla religione, che inventò il matrimonio civile. Fu il primo passo per arrivare al matrimonio scioglibile su richiesta, fino alle frontiere di oggi come: divorzio express, matrimonio a tempo, matrimonio omosessuale e tutte le derive che ormai non conoscono barriere.
La bambina di cui ci avete parlato ci ricorda quanto è prezioso l'insegnamento della Chiesa in questa società che ha smarrito le più semplici regole del buon senso. Risuonano ancora una volta profetiche le parole di Chesterton: "Il guaio dell'uomo moderno non è quello di avere perso la fede, ma quello di avere perso la ragione".

DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE"
Le risposte del direttore ai lettori

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 14/02/2012

9 - OMELIA I DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO B - (Mc 1,12-15)
Convertitevi e credete nel Vangelo
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 26/02/2012)

Da pochi giorni è iniziata la Quaresima. Il Vangelo di questa prima domenica ci presenta un episodio tra i più misteriosi della vita di Gesù: le tentazioni nel deserto. Il Signore si era ritirato nel deserto per pregare e digiunare, e satana lo tentò. Si trattava, ovviamente di tentazioni esterne, in quanto Gesù è la santità stessa e non poteva avvertire interiormente gli stimoli del male: in Lui era impossibile il peccato.
Per quale motivo Gesù ha permesso che il demonio lo tentasse? Sant'Agostino, con la solita chiarezza, disse che Gesù prese da noi la nostra debolezza, mentre noi prendiamo da Lui la sua vittoria. In poche parole, Gesù ha voluto fare sue le nostre tentazioni per donarci il suo trionfo. Egli permise quella prova per farci comprendere che il demonio esiste, che continuamente tenta gli uomini per allontanarli dalla Volontà di Dio. E, sottoponendosi a quelle tentazioni, Gesù ha dato a noi la forza di resistere e di trionfare sul maligno tentatore.
Il demonio fa di tutto per non essere scoperto, ci fa credere che lui non esiste, per agire indisturbato, ma noi dobbiamo aprire bene gli occhi e difenderci con le armi della preghiera.
Dai passi paralleli degli altri Evangelisti, sappiamo che Gesù fu provato con tre tipi diversi di tentazione, e queste tre tentazioni fanno leva sui tre punti deboli dell'uomo decaduto:
a) la ricerca del benessere materiale. Gesù risponde con queste parole: non di solo pane vive l'uomo;
b) il desiderio di potere terreno, che diventa idolatria. Gesù dice: a Dio solo ti prostrerai, Lui solo adorerai;
c) la presunzione di avere un Dio a nostro capriccio, che faccia la nostra volontà e compia miracoli a nostro piacimento. Questa tentazione arriva al punto di giudicare lo stesso operato di Dio. Gesù risponde con queste parole: non tenterai il Signore tuo Dio, facendoci comprendere che siamo noi a dover fare la Volontà di Dio, e non viceversa.
A differenza di Gesù noi tutti siamo inclinati verso il male e dobbiamo continuamente lottare contro i nostri vizi. Ma, se rimarremo uniti a Gesù, supereremo ogni prova.
Abbiamo tre nemici:
a) il nostro io, cioè l'egoismo. È il nemico più pericoloso che continuamente ci accompagna;
b) il mondo, che oggi come mai è lontano da Dio e trascina verso l'abisso;
c) il demonio, che soffia sul fuoco, ci studia e trova il nostro lato più debole e fa leva su quello per rovinarci.
Come difendersi?
a) Con la preghiera. Chi prega vince il male, chi trascura la preghiera è vinto dal male.
b) Con la prudenza. Il demonio è come un cane furioso legato a una catena. L'importante è non avvicinarsi. Diceva san Filippo Neri che, di fronte al pericolo, di fronte alla tentazione, chi è forte scappa, chi è debole invece non fugge e cade.
c) Con la mortificazione. Non dobbiamo accarezzare troppo "frate asino" (così san Francesco d'Assisi chiamava il suo corpo), altrimenti poi scalpita. Una vita sobria è una difesa contro il male. Mortificazione soprattutto degli occhi, poi della gola, di certi divertimenti pericolosi, della lingua...
d) Con la carità e l'umiltà, che mettono in fuga il demonio. Questa è la più grande difesa. Amare Gesù con tutto il cuore e servirlo nei nostri fratelli.
e) Con la devozione alla Madonna, a Colei che è la Vincitrice del demonio. Il Signore si è servito di Lei per schiacciare la testa al serpente infernale, proprio per la sua profonda umiltà. Ed è sempre grazie a Lei che si vincono le tentazioni. Invochiamola con fiducia.
San Carlo da Sezze, in un certo periodo della sua giovinezza, fu tormentato da un pensiero molto brutto contro la purezza. Lui combatteva, resisteva, ma intanto il pensiero continuava a molestarlo. Pregava tanto, ma quel pensiero non se ne andava; faceva molta penitenza, ma quel fastidio continuava con più insistenza. Non gli rimaneva che un'arma: l'umiltà. Si umiliò manifestando questa tentazione a un amico spirituale e da quel giorno fu liberato da quella ossessione.
Questo episodio ci fa capire l'importanza della Confessione: Dio potrebbe rimettere i peccati anche direttamente, ma si vuole servire del sacerdote perché ama gli umili. Confessare i propri peccati a un sacerdote è infatti un atto di umiltà e nel Magnificat si legge come Dio innalza gli umili e resiste ai superbi. Sia questo il proposito per questa Quaresima: riscoprire la bellezza della Confessione che è l'incontro tra la misericordia di Dio e l'umiltà dell'uomo pentito.
Infine, confessandoci, noi realizzeremo le parole con cui si conclude il Vangelo di oggi: «Convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15).

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 26/02/2012)

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