BastaBugie n�265 del 05 ottobre 2012

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1 MONTI A NEW YORK PROSPETTA IL BIS, MA SENZA CANDIDARSI: A CHE SERVONO LE ELEZIONI ALLORA?
PD e PdL si affannano a dire che il governo lo decide il popolo sovrano, ma se questo è vero perché oggi sostengono insieme un governo che nessun elettore ha mai votato, né voluto?
Autore: Caelsius Mars - Fonte: Qelsi
2 I CRISTIANI E LA LOTTA AL RELATIVISMO
Premio ''Viva Maria!'' ad Antonio Socci e sua figlia Caterina al 4° Giorno del Timone della Toscana
Fonte: Timone
3 ECCO PERCHE' GLI UOMINI NON LEGGERANNO IL LIBRO CHE HO SCRITTO APPOSTA PER LORO
Ho scritto il libro, ma poi ho guardato mio marito: siamo onesti, ha mai fatto qualcosa per una predica che gli abbia fatto io? Ma direi di più, l'ha mai ascoltata una delle mie prediche?
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
4 AVEVA RAGIONE GUARESCHI: DE GASPERI CHIESE AGLI INGLESI DI BOMBARDARE ROMA
Ma il dossier che dimostrava l'innocenza dell'inventore di don Camillo, nonché l'accordo segreto tra Mussolini e Churchill, fu consegnato dal PCI agli inglesi ed è sparito per sempre
Autore: Eugenio Ragno - Fonte: Corrispondenza Romana
5 LE IRRIVERENZE DI TONINO BELLO ALLA SANTITA' DI MARIA
Don Tonino (così si faceva chiamare anche da Vescovo a Molfetta) usava un linguaggio ambiguo con il quale descriveva la Madonna come un'adolescente in costume sulla spiaggia
Autore: Alessandro Maria Apollonio - Fonte: Immaculata Mediatrix
6 LA PROCURA DI TARANTO IMPEDISCE UNA SOLUZIONE PER L'ILVA RESPINGENDO SENZA MOTIVO IL PIANO DELL'AZIENDA PER INVESTIMENTI PER 400 MILIONI DI EURO
Chiudere l'Ilva di Taranto significa mettere fuori mercato tutta l'industria manifatturiera nazionale che fa dell'acciaio l'elemento base, settore in cui l'Italia è indiscusso leader mondiale
Autore: Caelsius Mars - Fonte: Qelsi
7 L'EUGENETICA E' UNA REALTA' ANCHE OGGI
Ad esempio in Germania il 90% dei bambini (con probabilità di essere) handicappati viene eliminato con l'aborto
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana
8 LETTERE ALLA REDAZIONE: IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE PROFUMO HA BUTTATO LI' UN'IDEA CHE PUZZA
Eppure la religione cattolica va insegnata non solo per capire la cultura italiana, ma soprattutto perché è la religione vera!
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
9 LETTERE ALLA REDAZIONE: VIVA IL CIRCO, ABBASSO GLI ANIMALISTI
A Imola una giraffa fugge dalla sua gabbia, poi lungo la strada viene abbattuta: il sindaco si accanisce contro il circo ed i suoi dipendenti (e i bambini che avrebbero visto lo spettacolo)
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
10 OMELIA XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B - (Mc 10,2-16)
L'uomo non separi ciò che Dio ha unito
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - MONTI A NEW YORK PROSPETTA IL BIS, MA SENZA CANDIDARSI: A CHE SERVONO LE ELEZIONI ALLORA?
PD e PdL si affannano a dire che il governo lo decide il popolo sovrano, ma se questo è vero perché oggi sostengono insieme un governo che nessun elettore ha mai votato, né voluto?
Autore: Caelsius Mars - Fonte: Qelsi, 27/09/2012

Pochi minuti fa Monti si è esibito in un personalissimo show al Council of Foreign Relations di New York City per rispondere a quesiti posti da commentatori e personalità della politica e della finanza sulla situazione italiana ed europea in generale. Dopo aver esposto le solite banali ovvietà che vi risparmiamo sulla solidità dell'Europa, dell'euro sul rigore imposto in Italia, ha annunciato trionfante con malcelata soddisfazione che l'anno prossimo potremo vantare un avanzo primario del 5 % del Pil al netto degli interessi (segnatevi questa che poi vedremo a marzo come staranno veramente le cose), il che concorrerà a ridurre "l'aumento del debito pubblico" insieme alla "privatizzazione" di beni appartenenti allo Stato. Da notare che l'obbiettivo sbandierato per mesi ed in tutte le sedi d'Europa del pareggio di bilancio nel 2013, con "l'Italia che sarà tra i soli due o tre Paesi europei a poterlo vantare",  qui a New York a neanche fine settembre è già stato ridimensionato in obbiettivo di rallentamento del deficit di bilancio. Dopo aver ammesso con un lungo giro di parole l'imperante egemonia franco-tedesca nel Vecchio Continente - "è difficile che in Europa possa succedere qualcosa di grosso senza che di mezzo ci siano Francia e Germania" – ha ringraziato Berlusconi per averlo "scoperto e lanciato" proponendolo e facendolo eleggere come commissario europeo nel lontano 1994. Ma il clou della tarda mattinata c'è stato quando gli hanno chiesto chiaro e tondo della sua disponibilità per un nuovo mandato come presidente del consiglio. Sinora Monti aveva sempre escluso tale possibilità. Prima di rispondere a questa domanda Monti ha ribadito ancora una volta che comunque non si candiderà alle prossime elezioni, perché, come sottolineato parecchie altre volte, lui è stato nominato senatore a vita e non ha bisogno di essere eletto presentandosi alle elezioni. Poi si è dichiarato disponibile e pronto a servire ancora il Paese, e che "se si creeranno circostanze per cui potrò dare un aiuto dopo le elezioni, non precludo nulla".
Con questa affermazione politica Monti ha detto tre cose: primo, che non accetta di scendere in campo nella fase elettorale per sottoporsi al giudizio dell'elettorato in quanto lui è eletto a priori; secondo, che non accetterebbe la candidatura a premier di nessuna coalizione politica, posizione molto opportunistica perché gli permette di salire comunque sul carro del vincitore senza correre nessun rischio; terzo, che è disponibile a continuare in questa tragica pantomima del governo fantoccio manovrato dai soliti noti. Allora ci chiediamo: ma se, mettiamo, qualcuno si accorda per un Monti bis con l'indicazione di ministri e maggioranza di sostegno, le elezioni, da tutti indicate come il momento culmine della democrazia nel quale si manifesta la volontà del popolo, a cosa servono? Se poi ci mettiamo pure che il Parlamento è esautorato da ogni sua prerogativa perché si va avanti  solo a colpi di fiducia, perché non lo chiudiamo? Almeno risparmieremmo un sacco di soldi. Aspettiamo risposte in merito che, siamo certi, non arriveranno.

Fonte: Qelsi, 27/09/2012

2 - I CRISTIANI E LA LOTTA AL RELATIVISMO
Premio ''Viva Maria!'' ad Antonio Socci e sua figlia Caterina al 4° Giorno del Timone della Toscana
Fonte Timone, settembre 2012

Il Giorno del Timone della Toscana è giunto alla quarta edizione e si conferma uno dei più grandi eventi culturali della regione: anche quest'anno infatti oltre seicento persone hanno partecipato a questo appuntamento.
Quest'anno il premio "Viva Maria!" è stato assegnato ad Antonio Socci, per il suo coraggio e la sua fierezza nel dimostrarsi cattolico con la parola, con gli scritti e con l'esempio. Il premio è stato dato per il libro scritto in merito alla vicenda della figlia Caterina, la quale sta dando una grande testimonianza di vita cristiana, perché partecipa con tutta se stessa al mistero della redenzione introdotto nel mondo da Gesù attraverso la crocifissione e quindi la sofferenza. In effetti Socci ha detto che non è sua abitudine accettare i premi che gli offrono; questa volta ha fatto un'eccezione perché il premio lo considera rivolto a sua figlia. Ci ha raccontato che, prima di venire a Staggia, le ha detto che stava per ritirare un premio per lei e Caterina ha dimostrato di gradire la cosa.
Per noi "Amici del Timone" di Staggia Senese, Antonio Socci è un amico, in quanto è la quarta volta che tiene una conferenza nel nostro Centro Culturale. Scrittore e giornalista, conduce su Radio Maria la trasmissione "Nel mondo, ma non del mondo", dirige per conto della Rai una scuola per giornalisti a Perugia, è stato vicedirettore di Rai Due dove ha condotto la trasmissione Excalibur: una trasmissione coraggiosa e controcorrente. Ovviamente i "maestri della tolleranza" non tollerarono la sua indipendenza di giudizio rispetto alla cultura dominante e fecero chiudere la trasmissione.
Il 19 settembre 2009 si svolse a Staggia il 1° Giorno del Timone della Toscana. Nell'inaugurare questa prima edizione il direttore del Timone, Gianpaolo Barra, iniziò con una preghiera per Caterina Socci a cui una settimana prima il cuore aveva smesso di battere per più di un'ora. Da allora anche la vita di Socci subì una svolta, involontariamente catapultato nelle regioni del dolore estremo. Nel libro su Caterina ha scritto: "Un gran dono ha fatto Dio agli uomini rendendoli padri e madri: così tutti possono sperimentare che significhi amare un'altra creatura più di se stessi. E così abbiamo una pallida idea del suo amore e della sua compassione per noi."
Prima di ritirare il premio Antonio Socci ha voluto condividere con noi alcune riflessioni molto attuali riguardo ai due rischi opposti in cui al giorno d'oggi ci possiamo facilmente imbattere: il relativismo e il fondamentalismo. Anche Benedetto XVI, trovandosi in Libano, in un luogo drammaticamente pericoloso, terra di martiri, ha coraggiosamente trattato questi temi, proprio in questi giorni. Il relativismo afferma che la verità non esiste e se esiste non è conoscibile, quindi nessuno può dire di averla. Per il relativista, quindi la verità la stabilisce di volta in volta chi esercita il potere. Così i governi possono ad esempio stabilire che la vita umana nel grembo materno sia sopprimibile. I relativisti dimenticano che esiste una verità oggettiva, la quale non può essere sottomessa ai parlamenti.
Il fondamentalista invece afferma che la verità esiste ed è in suo possesso. Chi è contrario a questa verità è contro di lui. Come si vede, anche in questo caso, esattamente come nel relativismo, la verità viene imposta da chi ha il potere, che nel caso del fondamentalista assume anche una valenza religiosa.
Il cristiano si trova lontano sia dal relativista che dal fondamentalista in quanto afferma che la verità esiste, ma non è in suo possesso. Gli è stata rivelata e come tale la ripropone agli altri. La Verità che si è fatta carne tramite un uomo, Gesù Cristo, è vivente, ci possiede e ci guida. Viene verso di noi e ci spinge nella giusta direzione.
È molto più grande di noi che indegnamente la proclamiamo. Tutti noi cristiani siamo tentati di andare verso l'uno o l'altro errore. In Gesù si trova la pienezza della rivelazione e della verità, quindi non c'è da aspettare nessuna ulteriore rivelazione e nessun'altra religione può aggiungere niente a ciò che è già stato rivelato da Cristo. La fede cattolica trasmette quindi la verità di Gesù Cristo attraverso la debolezza, il martirio, il calvario; un modo che appare stolto agli occhi del mondo. È la verità stessa ad offrirsi come vittima per i suoi carnefici. La vendetta di Dio non è giustiziare gli empi, ma farsi giustiziare con la croce. Egli non vuole vincere con il potere, come avrebbe potuto, essendo il Signore del cielo e della terra, ma con l'amore. Nessuno vuole stare con una verità perdente, sopraffatta, ecco perché molti non si accorgono di lui o non vogliono averci a che fare. L'esempio lampante è quello di Pilato, che pur avendo di fronte a sé la verità non la riconosce. Tutti noi vogliamo stare con un vincente, ma Gesù è proprio questo. Non è un re di questo mondo, e quindi su questa terra appare perdente, ma è il re dei re e quindi il vero trionfatore. Di fronte alla morte, tutti i re del mondo piagnucolano, Gesù invece la affronta e la sconfigge.
È difficile, ha affermato infine Socci, dover scegliere ogni giorno per il bene o per il male e la tentazione è quella di farsi comandare dalle regole imposte. Ma è degradante per il cristianesimo essere ridotto a regole. Noi cattolici non abbiamo semplicemente alcune regole da seguire, ma un modello da imitare: Cristo. Dio ci vuole liberi perché siamo destinati a partecipare alla natura divina di Gesù Cristo e la caratteristica fondamentale della divinità è la libertà.
Al termine di queste riflessioni, Giampaolo Barra, direttore del Timone ha consegnato ad Antonio Socci il premio "Viva Maria!", ringraziandolo per averci consolato e confortato, facendoci pensare alla grandezza del dono che abbiamo ricevuto, cioè la grazia di essere cattolici; per averci rafforzato nella fierezza di essere cattolici e nell'impegno che dobbiamo mettere per testimoniare Cristo e guadagnargli delle anime.

Nota di BastaBugie: per vedere il video dell'intervento di Antonio Socci a Staggia Senese per il 4° Giorno del Timone della Toscana, clicca qui sotto
http://www.amicideltimone-staggia.it/it/edizioni.php?id=55
Per vedere le precedenti conferenze di Antonio Socci a Staggia Senese, clicca su quella che interessa:
- I nuovi perseguitati cristiani (26 gennaio 2007) >>> clicca qui!
- Il segreto di Padre Pio (15 febbraio 2008) >>> clicca qui!
- Indagine su Gesù (27 febbraio 2009) >>> clicca qui!
Il Premio "Viva Maria!" è dedicato alla Vergine del conforto che è conservata ad Arezzo. Quando la Toscana fu conquistata da Napoleone, i Toscani reagirono al grido di Viva Maria! e, a partire da Arezzo, liberarono tutta la regione dall'invasore francese.
Il Premio Viva Maria! è stato consegnato da Gianpaolo Barra, direttore del Timone, nel 2009 all'attrice Claudia Koll, nel 2010 allo scienziato Antonino Zichichi, nel 2011 allo scrittore Vittorio Messori e nel 2012 al giornalista Antonio Socci.
Per informazioni sul movimento del "Viva Maria!", clicca qui sotto:
http://www.amicideltimone-staggia.it/it/contenuti.php?pagina=utility&nome=_premio_viva_maria_1

Fonte: Timone, settembre 2012

3 - ECCO PERCHE' GLI UOMINI NON LEGGERANNO IL LIBRO CHE HO SCRITTO APPOSTA PER LORO
Ho scritto il libro, ma poi ho guardato mio marito: siamo onesti, ha mai fatto qualcosa per una predica che gli abbia fatto io? Ma direi di più, l'ha mai ascoltata una delle mie prediche?
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 19/09/2012

La prima cosa che salta agli occhi a guardare donne e uomini, è che esistono. Il che già mi pare una notizia, in questa epoca di annunci definitivi – la fine degli uomini, la fine della distinzione tra i sessi (scemi noi che pensavamo che fossero due, dice che sono cinque), la fine del lavoro e varie altre fini periodicamente declamate.
Uomini e donne invece sono lì, e lì rimarranno, se non altro perché a loro, checché ne dicano gli illustri pensatori che si esibiscono qua e là, è affidata la sopravvivenza della specie umana. Rimarranno, uomini e donne, con la loro benedetta irriducibilità, che ci rende profondamente incompleti e sempre alla ricerca gli uni delle altre.
Quello che manca, casomai – a parte il tempo, il parcheggio e la coca light alla ciliegia, sempre introvabili – sono uomini e donne adulti, cioè capaci di giocarsi la vita seriamente. In questo sì che c'è una parità indiscutibile.
Difficile trovare uomini e donne che non siano ragazzini, eterni adolescenti che credono di avere sempre davanti a sé un bivio, un'altra possibilità, una seconda palla da servire, quando tante volte tocca solo stare lì, al chiodo, a rispondere alla palla che ci ha tirato la vita. Una vita che dobbiamo imparare a spendere tutta, senza tenerne una goccia, ma in modo profondamente diverso, maschile e femminile.
Con Sposati e sii sottomessa ho cercato di diffondere tra le mie amiche quello che ricordo per prima a me stessa (mio marito dice sempre che la vorrebbe conoscere, quella meravigliosa autrice del libro), e cioè che lo specifico della donna è l'accoglienza, la capacità di smussare e mediare, di stare sotto, "con l'intuizione – come scrive Joseph Ratzinger – che il meglio della sua vita è fatto di attività orientate al risveglio dell'altro, alla sua crescita, alla sua protezione".
Quanto all'uomo, il suo speciale modo di perdere la vita è morire prendendo su di sé i colpi, a scudo di quelli che gli sono consegnati. A volte morire tutto insieme, il più delle volte a fettine, a briciole anche. Sposala e muori per lei voleva dire questo agli uomini, ai mariti delle spose sottomesse. Volevo scrivere un libro che dicesse agli uomini come li vogliamo. Nobili, pronti a dare la vita, generosi ed eroici. Ho fissato a lungo lo schermo del computer, trascorrendo notti insonni (anche grazie all'aiuto di pocket coffee e pane e salame), cercando di trovare uno straccio di ispirazione. Poi ho guardato mio marito. Siamo onesti. Ha mai fatto qualcosa per una predica che gli abbia fatto io? Ma direi di più, l'ha mai ascoltata una delle mie prediche? Alla fine quindi ho scritto un libro diverso (anche se il titolo è rimasto quello che avevo pensato all'inizio).
Noi donne quasi sempre questi uomini li vogliamo correggere, plasmare, formattare: "mi vai abbastanza bene, ti prendo, poi però ti miglioro io". Credo che non ci sia niente che dia più fastidio all'uomo che sentire la sua libertà costretta e minacciata.
Se c'è un modo per invitarlo all'eroismo che tanto desideriamo da lui, è solo lasciandoci inseguire con la nostra bellezza, senza parlare troppo, chiedere, rimbrottare, dirigere e correggere, ma aprendogli la strada con l'esempio, "risvegliandolo", come dice il Papa, con la bellezza più sontuosa di cui i nostri gesti siano capaci. Solo così potremo chiedergli, mutamente, di essere autorevole, coraggioso, onesto, leale, generoso.
È la generosità, infatti, il tasto debole dell'uomo, è per questo che san Paolo lo invita a morire, mentre la donna deve lavorare sul suo desiderio di controllo e manipolazione, come dice chiaramente l'apostolo nella Lettera agli Efesini.
Una volta capite le differenze – e certo ogni uomo e ogni donna vivono con diversa intensità la loro specificità maschile e femminile (non cominciamo con le donne che sanno cambiare le ruote e gli uomini lavare i piatti, non è questo l'essenziale) – si può provare a costruire la cattedrale di un amore stabile e fecondo, che non ha niente di romantico, almeno come è volgarmente inteso qui in occidente, ma è più simile a un'ascesi in cui due persone che lavorano ciascuna su di sé incontrano e abbracciano le proprie povertà senza mai rinfacciarsele, perché sanno che alla fine l'altro non è che un promemoria dell'unico amore che veramente ci sazia, colma le voragini e mai ci delude, quello di Dio.

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 19/09/2012

4 - AVEVA RAGIONE GUARESCHI: DE GASPERI CHIESE AGLI INGLESI DI BOMBARDARE ROMA
Ma il dossier che dimostrava l'innocenza dell'inventore di don Camillo, nonché l'accordo segreto tra Mussolini e Churchill, fu consegnato dal PCI agli inglesi ed è sparito per sempre
Autore: Eugenio Ragno - Fonte: Corrispondenza Romana, 25/09/2012

Il libro di Ubaldo Giuliani-Balestrino Il carteggio Churchill-Mussolini alla luce del processo Guareschi (edito a Roma da Settimo Sigillo) è stato presentato a Milano, a cura dell'UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia) alla presenza di un pubblico attento e interessato. Dopo il saluto del generale Giovanni Fantasia, hanno parlato il giornalista e storico Luciano Garibaldi e l'Autore, noto giurista, nonché appassionato di storia militare e autore di libri storici di successo come Il segreto di Waterloo (2008).
Nel suo intervento, Giuliani-Balestrino ha posto in luce le illegalità del processo che condannò il grande scrittore Giovannino Guareschi, autore di Don Camillo, dimostrando che con quella condanna si volle smentire la validità del carteggio tra Mussolini e Churchill, carteggio che conteneva accordi precisi, visto che Mussolini ebbe a dichiarare: «Queste carte valgono una guerra vinta».
Guareschi aveva pubblicato su "Candido" ‒ il settimanale di cui era fondatore e direttore ‒ due lettere scritte da De Gasperi con le quali il futuro leader DC chiedeva agli inglesi, nel '44, di bombardare la periferia di Roma. Le due lettere provenivano da un dossier venduto all'editore di "Candido", Rizzoli, da un ex ufficiale della RSI che lo aveva avuto in consegna da Mussolini, pochi giorni prima della fine, affinché lo ponesse al sicuro in Svizzera. Il dossier conteneva le copie fotografiche degli originali, gelosamente custoditi dal Duce in una borsa che portava sempre, giorno e notte, con sé. I documenti erano incominciati ad uscire sul settimanale "Oggi", allora diretto da Edilio Rusconi e sicuramente il più letto settimanale italiano. Ma, inaspettatamente, dopo le prime tre puntate, che avevano riscosso un enorme successo di vendite, la pubblicazione era stata sospesa, senza dare alcuna spiegazione ai lettori. Evidentemente, un intervento dall'alto. Guareschi, però, aveva messo le mani sulle due lettere di De Gasperi e le aveva pubblicate per fare un dispetto al premier democristiano che pure in passato aveva sempre appoggiato, ma che, in quell'anno 1953, giudicava non abbastanza anticomunista.
Dimostrare che le lettere di De Gasperi erano autentiche, avrebbe significato che era autentico tutto il dossier, comprese le lettere scambiate all'inizio della Seconda Guerra Mondiale tra Mussolini e Churchill, in virtù di un accordo segreto tra i due leader per frenare lo strapotere di Hitler. Secondo la ricostruzione di Giuliani-Balestrino, anziché impossessarsi del Nord Africa e del mondo arabo, controllati dalla Gran Bretagna, Mussolini adottò il diversivo dell'attacco alla Grecia, in accordo con Churchill. Cosa che il premier britannico mai avrebbe tollerato che venisse alla luce.
Da qui l'interesse di Churchill e dei suoi stretti collaboratori (il generale Alexander e il colonnello Bonham Carter, che incontrarono a Londra gli emissari di De Gasperi) perché, in quel 1953, il carteggio venisse giudicato falso. Ciò che avvenne, appunto, con la condanna di Guareschi  ad un anno di reclusione per avere diffamato De Gasperi. Da parte sua, Luciano Garibaldi, noto studioso delle ultime ore di Mussolini, ha chiarito perché Mussolini, all'atto della cattura, riferendosi alla borsa di documenti dalla quale non si era mai staccato, e che gli venne sequestrata da Urbano Lazzaro (il partigiano «Bill») disse a quest'ultimo: «Queste carte valgono una guerra vinta».
Ma le carte sparirono per sempre: consegnate, come Garibaldi ha raccontato, dal PCI a Churchill. Meno le copie portate in Svizzera, finite però anch'esse nel nulla a seguito del processo Guareschi. In sintesi, come ha affermato Luciano Garibaldi, ciò convalida l'ormai nota teoria della pista inglese secondo cui fu Churchill il responsabile della morte del capo del Fascismo e di Claretta Petacci, che conosceva tutti i suoi segreti.

Fonte: Corrispondenza Romana, 25/09/2012

5 - LE IRRIVERENZE DI TONINO BELLO ALLA SANTITA' DI MARIA
Don Tonino (così si faceva chiamare anche da Vescovo a Molfetta) usava un linguaggio ambiguo con il quale descriveva la Madonna come un'adolescente in costume sulla spiaggia
Autore: Alessandro Maria Apollonio - Fonte: Immaculata Mediatrix, IX (3 – 2009)

Nel numero di Civiltà Cattolica, 3 ott. 2009, pp. 91-92 si recensiscono ben 4 volumi che presentano la figura di mons. Tonino Bello (1935-1993), Vescovo di Molfetta: due di questi libri parlano di lui, e negli altri due è lui che parla, essendone l'autore. Nella benevola seppur rapida recensione, s'accenna alla sua Mariologia e al fatto che nel 2007 è stato avviato il suo processo di beatificazione. Ora, senza voler entrare in merito alla sua personale santità, vorrei mettere in luce il carattere fuorviante, certamente non esemplare, della sua Mariologia. La cosa appare contraddittoria: è mai possibile che un Vescovo possa essere ad un tempo santo e non perfettamente ortodosso? Rispondo: ciò sarebbe eccezionalmente possibile solo laddove l'eterodossia s'annidi in una coscienza oscurata da ignoranza soggettivamente invincibile. E questo non è contraddittorio, benché sembri impossibile. A ben guardare, però, non è nemmeno assolutamente impossibile: nulla è impossibile a Dio, nel bene e, nel male morale, nulla è impossibile all'insipienza umana. E di questa insipienza, nel periodo post conciliare ce n'è stata talmente tanta, da rimanere facilmente coinvolti in una sorta di tragico errore comune, definito da Benedetto XVI "ermeneutica della discontinuità".
Di questa ermeneutica sbagliata sarebbe rimasto vittima inconsapevole, lo supponiamo, mons. Bello, la cui Mariologia potrebbe tutta riassumersi in questo principio di rottura: prima del concilio la Madonna era vista vicina a Cristo, nella luce della santità divina, ora invece la guardiamo alla luce di questo mondo segnato dal peccato.
Diamo un'occhiata solo ad alcune sue idee mariologiche. Da "Maria donna dei nostri giorni" (supplemento di Jesus, ed. San Paolo, maggio 1993), leggiamo le seguenti affermazioni, che mons. Bello era solito ripetere ai giovani, con il suo pathos travolgente:
«Anche Maria ha sperimentato quella stagione splendida dell'esistenza, fatta di stupori e di lacrime, di trasalimenti e di dubbi, di tenerezza e di trepidazione, in cui, come in una coppa di cristallo, sembrano distillarsi tutti i profumi dell'universo. Ha sperimentato pure lei la gioia degli incontri, l'attesa delle feste, gli slanci dell'amicizia, l'ebbrezza della danza, le innocenti lusinghe per un complimento, la felicità per un abito nuovo» (p. 21).
«Una sera, un ragazzo di nome Giuseppe prese il coraggio a due mani e le dichiarò: "Maria, ti amo". E lei rispose veloce come un brivido: "Anch'io"... Le compagne... non riuscivano a spiegarsi come facesse a comporre i suoi rapimenti in Dio e la sua passione per una creatura... Poi la sera rimanevano stupite quando, raccontandosi a vicenda le loro pene d'amore sotto il plenilunio, la sentivano parlare del suo fidanzato con le cadenze del Cantico dei Cantici...» (p. 22).
«Santa Maria, donna innamorata.., facci capire che l'amore è sempre santo, perché le sue vampe partono dall'unico incendio di Dio» (p. 23).
L'errore di fondo è quello della svolta antropologica in Mariologia, che per mons. Bello significa pensare all'adolescenza di Maria secondo il cliché dell'innamoramento giovanile, così come avviene di fatto nella maggior parte dei ragazzi, senza la minima considerazione del deleterio apporto derivante dalla concupiscenza, che tutto intorbidisce in noi, ma che era del tutto assente in Lei.
Quali dubbi di fede poteva mai avere «Colei che non dubitò, ma credette» (SANT'AMBROGIO, Comm. a Lc, 1; cf. SAN Pio X, Ad diem illum)?
Quali trasalimenti, quale ebbrezza della danza, quali lusinghe, quali passioni poteva avere la Tuttasanta (Padri), "l'umile serva del Signore" (cf. Lc 1), che «non conosceva uomo» (cf. Lc 1), perché non voleva conoscerlo, per il suo voto di perpetua verginità ispiratole da Dio sin dalla giovinezza (Duns Scoto, San Tommaso, Giovanni Paolo II)? Quale esperienza poteva avere l'Immacolata di tutte queste cose macchiate dalla concupiscenza, in noi, e che non potevano trovarsi in Lei, immune da ogni disordine derivante dal peccato originale? Sembra che mons. Bello non distingua abbastanza – contro tutta la tradizione patristica e contro il costante magistero della Chiesa – l'amore verginale e santo dell'Immacolata verso san Giuseppe, dall'amore concupiscente delle creature macchiate dalle conseguenze del peccato originale. Dire, poi, soprattutto in questo contesto d'innamoramenti giovanili, che «l'amore è sempre santo», suona proprio un'eresia, perché anche l'impurità è un amore, «l'amor di sé fino al disprezzo di Dio» (sant'Agostino).
Proporre ai giovani una spiritualità del genere, significa divinizzare i loro turbamenti giovanili e spianare la strada per lo sfrenamento della loro lussuria, che è anche un genere di amore. L'Autore usa costantemente un linguaggio ambiguo. Parla di esperienze affettive e sentimentali, che normalmente nei giovani sono – a dir poco – il preludio della passione, impura, attribuendole alla Madonna che è la purissima sempre vergine. E la mistica della sensualità giovanile, di cui la Madonna viene ad essere, più che il modello, la "modella". Roba da telenovela, una profanazione!
Continua ancora su questa falsa riga il Vescovo di Molfetta: «Maria, comunque, doveva essere bellissima. Non parlo solo della sua anima... Parlo, anche, del suo corpo di donna» (p. 108). «Vogliamo immaginarla adolescente, mentre nei meriggi d'estate risale dalla spiaggia, in bermuda, bruna di sole e di bellezza» (p. 116).
Proporre la Madonna in questi termini, sopratutto ai giovani, significa ignorare che sono già sazi e nauseati di estetica, di corpi, di "bermuda", di spiagge, di abbronzature... Hanno sete di Dio, non di queste cose, che gli escono ormai dagli occhi e dagli orecchi. Il mondo li bombarda continuamente con questa "spazzatura" (san Paolo). Non occorre che ci si metta pure un Vescovo. Proporre la Madonna in questi termini sembra l'istigazione ad un'immaginazione pervertita, che tutto comprende sub specie libidinis, anche ciò che di più puro e più santo vi è in assoluto. Chi mai si consacrerebbe a Dio, nella totale verginità di corpo e spirito, se anche Maria, il paradigma della santità, si trascinasse verso le vanità di questo mondo?
Bisognerebbe dire ancora molte cose, ma non è questo il luogo né il momento adatto. Bastino queste "chicche" per comprendere la gravità della situazione. Se la dottrina di un Vescovo dovrebbe esser per sé ineccepibile, essendo "maestro della fede", la dottrina di un Vescovo canonizzato dovrebbe esserlo doppiamente, visto che la Chiesa lo addita universalmente come modello esemplare da seguire. Proprio quest'ortodossia esemplare manca, a nostro avviso, al Nostro. Da qui la domanda: ammesso che don Tonino (così si faceva chiamare anche da Vescovo) sia davvero già nella gloria dei Santi in Paradiso, a che giova inserirlo anche nella gloria del Bernini sulla terra?

Fonte: Immaculata Mediatrix, IX (3 – 2009)

6 - LA PROCURA DI TARANTO IMPEDISCE UNA SOLUZIONE PER L'ILVA RESPINGENDO SENZA MOTIVO IL PIANO DELL'AZIENDA PER INVESTIMENTI PER 400 MILIONI DI EURO
Chiudere l'Ilva di Taranto significa mettere fuori mercato tutta l'industria manifatturiera nazionale che fa dell'acciaio l'elemento base, settore in cui l'Italia è indiscusso leader mondiale
Autore: Caelsius Mars - Fonte: Qelsi, 29/09/2012

Quando a Taranto è venuto alla ribalta il problema dell'Ilva c'è stata una prima fase di profondo scoramento per tutti, a cominciare dai suoi 200.000 abitanti che vedono nel più grande stabilimento siderurgico d'Europa un catalizzatore, un polo di aggregazione delle poche ed asfittiche attività industriali che alimentano la fragile economia della "città dei due mari". Sembrava che le esigenze della produzione a costi competitivi fossero antitetiche ed inconciliabili con quelle della salvaguardia della salute pubblica e dell'ambiente circostante.
Sulla base di notizie circa dati epidemiologici al di sopra degli standard nazionali, però mai provati su basi scientificamente attendibili, la procura di Taranto, nell'incertezza, decise di vederci chiaro nella questione e nel frattempo di imporre un ultimatum ai vertici dell'azienda dei Riva: risanate e bonificate, altrimenti si chiude. A questo punto, come sempre accade in questi casi, tutti dall'opinione pubblica, ai media, alle istituzioni, ai sindacati, si sono divisi in due partiti "l'un contro l'altro armato": quello della difesa ad oltranza dei posti di lavoro e delle ragioni per la sopravvivenza dell'acciaieria, e quello della difesa della salute dei cittadini e del rispetto dell'ambiente. Fortunatamente, esiste un terzo partito che, inizialmente inascoltato, è progressivamente venuto fuori, tessendo pazientemente la tela della ragione alla ricerca di una soluzione al problema che fosse soddisfacente per tutti, cioè che permettesse di salvare la capra dei posti di lavoro ed i cavoli della tutela ambientalistico-sanitaria. Tra l'altro, c'è un aspetto che era stato inizialmente sottovalutato, ovvero quello dell'importanza strategica delle acciaierie Ilva non solo per i tarantini, ma per l'intero Paese. Chiudere Taranto significa chiudere a seguire con effetto domino tutti gli altri centri siderurgici italiani che da Taranto dipendono, nonché mettere fuori mercato tutta l'industria manifatturiera nazionale che fa dell'acciaio l'elemento base della propria produzione, dalla Fiat alla cantieristica navale, dalle rubinetterie alle macchine utensili, settori questi ultimi in cui l'Italia è indiscusso leader mondiale, e proprio per questo bersaglio di una agguerritissima concorrenza sui mercati internazionali, che farebbe carte false perché quell'acciaieria chiudesse. L'ordinanza dei pm di Taranto per l'Ilva conteneva un requisito in pratica impossibile da rispettare, perché chiedeva che le attività di risanamento degli altoforni e di bonifica dell'area avvenisse ad "impianti spenti", una pratica unanimemente ritenuta impraticabile dai tecnologi della siderurgia mondiale, ed infatti mai attuata da nessuno in nessuna parte del globo. Se un altoforno viene spento, è per sempre, perché costerebbe meno farne uno nuovo che riaccendere quello vecchio, ma occorrerebbero anni e nel frattempo si perderebbero mercato e competitività. Allora si è venuta prospettando una soluzione efficace, capace di permettere la definitiva bonifica dell'area, con la riduzione delle emissioni a livelli di assoluta innocuità per gli abitanti di Taranto e che garantisce la piena tutela dell'ambiente.
Questa soluzione tecnologicamente sofisticata prevede che gli interventi di risanamento avvengano ad impianti accesi, ma secondo un regime programmato di rotazione in base al quale quelli in manutenzione vengono tenuti al minimo della loro capacità produttiva. Una soluzione, questa, costosa, ma che vanta così tanti meriti da non chiedere altro che di essere adottata: risolve alla radice e definitivamente il problema dell'inquinamento, migliorando anche le condizioni ambientali e la sicurezza di quelli che dentro all'llva ci lavorano; non interrompe la produzione; garantisce la sopravvivenza e la competitività del centro siderurgico con benefici effetti sull'intero sistema produttivo e sull'economia del Paese, salva in particolare i 20.000 posti di lavoro diretti e dell'indotto, senza i quali rischia di collassare l'intera economia di Taranto, con forti ed inevitabili ripercussioni in tutta la Puglia ed il Mezzogiorno; non impatta sulla collettività perché non richiede il ricorso agli ammortizzatori sociali, in quanto le risorse per la bonifica sarebbero ricavate da opportune turnazioni degli operai già in organico senza necessità di cassa integrazione per gli stessi. Sembrerebbe quindi tutto chiaro e tutto fatto, ed invece no. E' di ieri la doccia fredda con la quale la gip Todisco ha respinto il piano di intervento predisposto dall'azienda con investimenti per 400 mln di euro.
Le ragioni addotte dal magistrato rendono incomprensibile ed ingiustificabile la sua decisione, apparentemente frutto più di un atteggiamento prevenuto che di logica razionalità. Con quale esperienza del settore la Todisco può affermare "che l'azienda sta giocando al ribasso con gli stanziamenti ed il tipo di interventi" quando l'Ilva ha quasi triplicato lo stanziamento iniziale di 160 mln di euro ed ha fatto predisporre da veri e propri esperti mondiali del settore impiantistico-siderurgico un piano preciso e definito in ogni suo dettaglio tecnologico, operativo, temporale e finanziario? E' chiaro che qualcuno sta facendo il duro, mostra i muscoli giocando sulla pelle e sulla vita di lavoratori e cittadini per dimostrare la propria forza e rassicurare chi di dovere sulle capacità di tenuta della magistratura sul fronte dell'antagonismo sociale e dell'oltranzismo ambientalista, anche per coprire le precise colpe di chi per otto anni, per dare un colpo al cerchio del populismo demagogico e clientelare, nonché uno alla botte dell'oltranzismo ambientalista, ha permesso che i problemi si accumulassero sino a far esplodere il caso-Taranto.
Adesso il ministro Clini si sta adoperando per far assegnare all'Ilva una nuova e dettagliatissima in ogni suo aspetto AIA, l'autorizzazione ambientale integrata, che recepisca tutti i requisiti posti dalle ordinanze del Gip, tranne, ovvio, quello dello spegnimento degli impianti che, se accolto, porterebbe alla loro definitiva chiusura. Vedremo quindi fino a che punto vorranno spingersi con l'Ilva di Taranto questi magistrati arroganti, schierati e guidati non già dalla ragione, ma da odio ideologico, che adesso si scoprono persino esperti e luminari delle più avanzate tecnologie siderurgiche, oltreché medici, epidemiologi, provetti economisti ed ambientalisti di provata fama mondiale.

Fonte: Qelsi, 29/09/2012

7 - L'EUGENETICA E' UNA REALTA' ANCHE OGGI
Ad esempio in Germania il 90% dei bambini (con probabilità di essere) handicappati viene eliminato con l'aborto
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana, 30/08/2012

La notizia è stata data anche in Italia, ma sottotono e senza troppa enfasi: il consiglio regionale di Friburgo lo scorso 31 luglio ha liberalizzato il test sulla trisomia "Lifecodexx", prodotto dalla ditta "GATC Biotech" di Costanza, rendendolo disponibile già dalla scorsa metà di agosto. Questo esame permetterebbe non solo di riconoscere i casi di mongolismo prima della nascita, bensì ancor più precocemente di quanto già avvenisse in passato ovvero tra la decima e la dodicesima settimana.
Pare che il margine di errore sia molto basso. E non presenterebbe rischi per la salute della donna. Ma sono i numeri ad inquadrare la tragedia, celata dietro questa notizia: secondo i dati diffusi dall'agenzia federale per l'Educazione Civica di Bonn, ogni anno in Germania l'85% delle donne gravide – circa 670 mila in valore assoluto – vorrebbe sapere se il proprio figlio sia sano o malato e, per farlo, ricorre agli esami prenatali. Inoltre, il 90% dei feti con trisomia viene eliminato con l'aborto. Non potrà mai vedere la luce.
Il costo del test "Lifecodexx", peraltro, s'aggirerebbe attorno ai 1.200 euro, assicurando un fatturato annuo di oltre 800 milioni di euro. Da più parti si cerca di renderlo gratuito o quasi, caricandolo sui costi della Sanità pubblica, per assicurarvi il massimo accesso possibile. A guadagnarci non è soltanto l'azienda produttrice, ma anche l'indotto di cliniche e centri, ove vengono praticate tali analisi e quanto ad esse conseguente. Scienza e mercato insomma sembrano esser gli elementi determinanti le decisioni, al di là di qualsiasi valutazione di carattere etico: non importa se una scelta sia o meno morale, par darsi peso piuttosto al fatto che sia comoda, sicura ed indolore.
Per questo, ormai tra le aziende sembra essersi scatenata la corsa a chi riesca ad assicurare alle coppie questo tipo di previsioni il più celermente possibile e nel modo meno invasivo. Anziché investire capitali nella ricerca per guarire da determinate patologie, li si spende per strappare il "problema" alla radice, eliminando chi ne sia affetto: ciò corrisponde allo stravolgimento totale del concetto di salute.
Commenta l'agenzia tedesca "Kreuz.net" nel dare la notizia: «Anche la Sanità ed, in ultima analisi, lo Stato potranno risparmiare molti soldi, in quanto la selezione preventiva dei soggetti disabili eviterà loro tutte le spese successive». Un modo terrificante ed abominevole per "ridurre" i costi sociali, dunque. Questa è senza ombra di dubbio eugenetica pura: diritto di cittadinanza avrebbero solo quanti godano di ottima salute. Oggi questo discorso vale per la trisomia, domani potrebbe valere per qualsiasi altro tipo di malattia od anche – perché no? – per altezza, peso e tratti somatici. Da qui la sin troppo evidente conclusione di "Kreuz": «Non ha senso denunciare i crimini commessi dai Nazionalsocialisti, se poi alla fine non si impara nulla dalla Storia». Un discorso, che non fa una piega.

Fonte: Corrispondenza Romana, 30/08/2012

8 - LETTERE ALLA REDAZIONE: IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE PROFUMO HA BUTTATO LI' UN'IDEA CHE PUZZA
Eppure la religione cattolica va insegnata non solo per capire la cultura italiana, ma soprattutto perché è la religione vera!
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 2 ottobre 2012

Cari amici di BastaBugie,
permettetemi uno sfogo.
Dalle pagine del Corriere il ministro Profumo parla di voler abolire l'ora di religione perché l'Italia è ormai un Paese multietnico. Lo stesso afferma che «Ieri ero in una scuola con il 50% di alunni stranieri - ha riferito - e mi hanno detto che imparano la geografia dai loro compagni che raccontano dei loro Paesi» di provenienza.
Ha omesso però di dire che oltre alla geografia s'impara anche a eccedere nel consumo di alcol, tabacco e si viene iniziati al consumo di droghe varie. S'impara anche che i valori correnti sono la furbizia, la prevaricazione, l'oppressione del più debole, la persecuzione del diverso o del disabile, ecc. S'impara che la verginità non è una virtù, anzi … La fedeltà nel matrimonio? Un'eccezione. L'indissolubilità di un matrimonio? Follia, masochismo. Non esistono più promesse per sempre. Tutto ha una durata limitata, tutto deve cambiare in continuazione: oggetti, pensiero, relazioni, ecc. Se forse s'impara qualcosa di geografia (cosa di cui fortemente dubito), non s'impara molto degli avvenimenti di quei Paesi da dove i compagni "maestri" provengono.
Chiedete a un musulmano nigeriano delle chiese cristiane date alle fiamme, ad un musulmano egiziano delle persecuzioni contro i Copti cristiani, ad un pakistano dei continui attacchi alle comunità cristiane, ecc. Subito negheranno e, spesso, affermeranno che sono notizie false costruite dai media occidentali asserviti all'America. Se gli si chiederà come mai le loro sorelle, che frequentano la stessa scuola, vengono in classe con il capo coperto e in abiti tradizionali, risponderanno che è una loro scelta e non un'imposizione della loro famiglia. Se gli si chiederanno notizie circa l'infibulazione e l'escissione ai danni delle loro donne (incluse le loro mamme) diranno che anche questo è frutto della propaganda occidentale. Diranno che l'assumere alcol o fumare non è concesso dalla loro religione, ma il fornire stupefacenti ai loro compagni di scuola è cosa lecita perché sono degli infedeli.
Per entrare nei loro Paesi noi dobbiamo munirci di un visto, la cui durata è spesso molto limitata nel tempo. Loro sono spesso arrivati come clandestini infrangendo le nostre leggi e scardinando le nostre abitudini. Noi li accogliamo, sfamiamo, alloggiamo. Ma se facessimo noi le stesse cose da loro la musica sarebbe molto diversa.
C'è chi dice che abbiamo tanti stranieri perché i nostri "ragazzi" certi lavori non li vogliono più fare. Mi verrebbe da gridare "Balle"! Abbiamo bisogno di stranieri perché la natalità in questo Paese è in calo visto che il numero di aborti di potenziali italiani continua ad aumentare.
Bernardo

Egregio direttore di BastaBugie,
che pena... ieri sera ho dato un'occhiata al libro di storia di mia figlia (1° media) ed ho potuto constatare con mano l'idiozia dell'insegnamento nella scuola pubblica.
Ho cercato invano un cenno alla nascita e al significato del cristianesimo: niente, zero, nada de nada. Non solo non si parla né si descrive un movimento sociale e culturale (volutamente impiego questa definizione neutra e chiaramente limitativa) fondamentale per la storia. Nemmeno si cita la nascita di Gesù come fatto storico. L'unico riferimento è il posizionamento dello zero nell'asse temporale delle storia antica, senza spiegazioni.
In compenso qualche capitolo dopo sono dedicate ben 4 pagine alla figura di Maometto, con gran ricchezza di particolari sulla sua "straordinaria vita" (cito le parole usate sul libro), riuscendo a creare un alone leggendario e di grande fascino intorno a questa figura.
Sono poi dedicati ampi spazi al monachesimo (descritto sostanzialmente come una struttura economica, finalizzata a creare delle aziende agricole e basata sulla schiavitù e sulla scelta obbligata dalle famiglie e dal contesto storico a diventare monaci) e alle crociate (confermando le solite idee preconcette: i crociati erano rozzi e crudeli, mentre gli islamici erano raffinati e tolleranti; l'imperialismo europeo attaccò senza provocazione i pacifici musulmani; Saladino era un galantuomo e i crociati dei farabutti; da allora i musulmani ci odiano con ragione, ecc.)
Un quadro veramente desolante di disinformazione e pregiudizi negativi verso il cristianesimo.
Ora io non capisco per quale motivo si debba trascurare, anzi rinnegare la nostra cultura (continuo volutamente a parlare di cultura e non di religione, perché qui il problema non è nemmeno più solo un fatto di libertà religiosa, ma è proprio una questione di formazione culturale).
In una scuola come quella di mia figlia che vuole dare anche una più approfondita formazione artistica ai suoi studenti (tant'è che abbiamo fra le materie di studio "educazione al patrimonio" che si prefigge di far conoscere il patrimonio artistico della zona) come si può prescindere dalla conoscenza di quella "filosofia" che ha generato la maggior parte di questo patrimonio artistico?
Fra l'altro proprio ieri leggevo trasecolando le esternazioni del ministro Profumo circa l'insegnamento della religione, che poi non è nemmeno materia obbligatoria...
Scusate lo sfogo un po' ingenuo, per voi saranno problemi ahimè fin troppo conosciuti, per noi è il primo scoraggiante approccio alla scuola pubblica... più che altro volevo chiedervi se ritenete che si possa fare qualcosa, intendo dire se noi come genitori possiamo fare qualcosa, se possiamo pretendere che ci sia più rispetto e formazione verso la nostra cultura (così come viene ampiamente assicurato a quelle degli altri).
Sapete indicarmi qualche organizzazione e/o sito internet che si occupi dei rapporti con la scuola pubblica? Mi servirebbe capire se abbiamo la possibilità di organizzare qualcosa in orari scolastici e se ci sono associazioni o movimenti che si occupano proprio di questo.
Noi vigileremo sulla formazione dei nostri figli (ho già pronto il volumetto sulle Crociate edito dal Timone e scritto da Rino Cammilleri che cercherò di far leggere loro), ma vorrei far qualcosa affinché possano anche crescere in un ambiente che gli assicuri quanto meno il rispetto e non di essere considerati dei pazzi retrogradi e fanatici.
Colgo l'occasione per ringraziarvi del lavoro preziosissimo che fate con il vostro sito: per me personalmente e per molti miei amici è davvero un punto di riferimento e una guida utilissima. Grazie e buona giornata!
Rosetta

Cari Bernardo e Rosetta,
tra le tante mail che abbiamo ricevuto sulla scellerata proposta del ministro dell'istruzione, abbiamo scelto le vostre due perché ben sintetizzano la situazione in cui ci troviamo.
A Bernardo, per trovare conferma alla drammatica realtà da lui descritta, consigliamo la visione del filmato di sette minuti da noi più volte proposto "Europa islamica in pochi anni: lo sconvolgente video sul futuro dell'Occidente che rischia di scomparire":
http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=89
A Rosetta, che ci chiede a chi potersi rivolgere per muoversi meglio nel mondo scolastico, consigliamo di rivolgersi al nostro amico Nicola Incampo, che grazie al sito di Cultura Cattolica aiuta tutti coloro che operano nella scuola e sono interessati soprattutto all'IRC, per affrontare e risolvere le questioni giuridiche che sorgono continuamente. La sua mail è nicola.incampo@culturacattolica.it
Il link al sito di Cultura Cattolica è http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=95
Dopo il clamore suscitato dalla notizia il ministro Profumo ha fatto marcia indietro. Resta il puzzo e il dubbio che appena il governo avrà forza per farlo, imporrà le sue decisioni. Oppure, passato il clamore, la misura potrà passare nel silenzio mediatico con circolari e decreti...
Per concludere, riportiamo qui sotto l'articolo di Stefano Fontana pubblicato il 26 Settembre 2012 su L'Occidentale dal titolo "Perché non ci piace la proposta di Profumo sull'ora di religione". Ci sembra che metta il dito nella piaga, ben individuando il motivo per cui alla lunga la nostra posizione è perdente: nelle battaglie in difesa della fede dobbiamo sempre puntare sulla motivazione vera e fondante, senza accontentarci di motivazioni più sbiadite, senz'altro di più facile accettazione, ma alla lunga perdenti (vedi anche le battaglie in campo bioetico). Ecco dunque le illuminanti riflessioni di Stefano Fontana:

Il ministro della Pubblica istruzione Profumo ha buttato lì un'idea che puzza di bruciato. Ha detto che bisogna cambiare i programmi scolastici per il fatto che ormai la scuola italiana è multireligiosa e multiculturale e questo vale anche per l'insegnamento della religione cattolica che dovrebbe diventare un'ora di conoscenza di tutte le religioni. Quest'ultimo punto merita qualche considerazione.
Il motivo per cui il concordato prevede l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche è indipendente dal fatto che trai banchi esistano anche alunni di altre religioni, i quali potranno liberamente avvalersene oppure no. Il motivo è formativo e storico-culturale: non esiste identità culturale italiana senza la religione cristiana che l'ha plasmata in profondità e che ancora parla nelle opere letterarie ed artistiche. Non c'è un angolo di Italia che non ne sia caratterizzato. Non è quindi la stessa cosa che dalle cattedre delle nostre scuole si insegni il cristianesimo o il buddismo. Se poi questo già avviene, ossia se gli insegnanti di religione cattolica fanno la scelta di insegnare le religioni anziché il cristianesimo, si tratta di una scelta non conforme a quanto previsto dal concordato.
Per capire però la proposta di Profumo bisogna andare più in là di queste considerazioni. Infatti, c'è un altro motivo, ben più profondo, per cui si dovrebbe insegnare la religione cristiana nelle scuole pubbliche. Lo si dovrebbe fare per il suo contenuto di verità, ossia per come essa illumina la conoscenza della persona umana e motiva le relazioni tra le persone in società. Non si tratta solo di insegnare il cristianesimo perché altrimenti non si può più comprendere la nostra storia o leggere i segni che esso ha lasciato nelle chiese o nei musei. Si tratta anche di attingere dal cristianesimo dei valori umani che si ritengono importanti per la nostra società e senza dei quali la convivenza sarebbe più difficile. In altre parole si insegna il cristianesimo perché non lo si considera come le altre religioni, ma gli si attribuisce un valore di verità – laicamente considerata alla luce della ragione – che lo rende importante per la nostra società.
C'è da osservare che la Chiesa italiana ha puntato più sulla prima motivazione che su questa seconda. Ha parlato più della religione cristiana come strumento per comprendere la nostra storia e la nostra cultura piuttosto che puntare sulla sua verità umana. La prima argomentazione è seria ma non decisiva e, del resto, dipende dalla seconda. La storia e la cultura che abbiamo ereditato dal cristianesimo ci interessa solo se ne vediamo la verità e l'utilità per l'uomo di oggi. Avendo trascurato questa argomentazione, ora ci troviamo a fare i conti con le proposte di Profumo il quale dice che la storia e la cultura cambiano e quindi l'insegnamento della religione cattolica non serve più.
La conseguenza di una ipotetica "riforma Profumo" sarebbe di radicare ancora di più l'idea che le religioni sono tutte uguali, ossia l'indifferenza religiosa. Lo Stato non può però farlo, in quanto significherebbe rinunciare all'uso della ragione politica che considera le religioni in ordine al bene comune.

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Le risposte del direttore ai lettori

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 2 ottobre 2012

9 - LETTERE ALLA REDAZIONE: VIVA IL CIRCO, ABBASSO GLI ANIMALISTI
A Imola una giraffa fugge dalla sua gabbia, poi lungo la strada viene abbattuta: il sindaco si accanisce contro il circo ed i suoi dipendenti (e i bambini che avrebbero visto lo spettacolo)
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 02/10/2012

Gentile redazione di BastaBugie,
oramai non c'è limite al fanatismo e al dispotismo (e anche alla stupidità) imposte dalla ideologia eco-animalista e da tutti quelli che si asservono ad essa.
Il sindaco di Imola tira fuori la storia della "tutela dell'incolumità pubblica e della sicurezza urbana", per vietare i circhi con gli animali (in pratica tutti).
Cosa c'entri l'incolumità pubblica non si sa. Magari domani vieterà i cani se qualche dobermann morderà un bambino (cosa già successa) o un gatto morirà da un veterinario.
Già che c'era poteva appellarsi anche al global warming, all'omofobia e alla istigazione all'odio religioso!
Si sa che i tiranni si attaccano a tutto per fare i despoti.
Vorremmo anche dire al sindaco di Imola che, se vuole vietare qualcosa in nome dell'incolumità e della sicurezza (o dell'etica), prima delle giraffe ci sono un po' di altre cose.
Ad esempio gli aborti che si consumano negli ospedali romagnoli.
Perché non lo vieta in nome dell' incolumità pubblica?
La cosa avrebbe molto più senso.
Facciamo anche notare che i peggiori animali costretti a vivere nelle scatole siamo NOI.
Condannati a vegetare nelle nostre case, auto, uffici, fabbriche, soggetti ad infinite regole e tasse.
Al nostro confronto gli animali del circo sono dei nababbi!
Viva il circo! Abbasso gli animalisti!!!
Associazione Culturale Katyn - Cesate (MI)
Angelo Mandelli

Caro Angelo,
sono d'accordo con la vostra denuncia.
Da tempo pubblichiamo articoli sul tema dell'animalismo.
Si trovano raccolti a questo link:
https://www.bastabugie.it/it/filtra_argomenti.php?id=23
Personalmente non ho nulla contro gli animali. Sono nato in campagna ed ho sempre avuto intorno a me cani e gatti, galline e conigli, uccelli e pesci, tartarughe e papere, maiali e pecore, ecc. Ho sempre voluto bene agli animali... ma non sopporto gli animalisti che, con la scusa della difesa degli animali, ignorano la dignità umana degradandola al livello di quella animale.
C'è da chiedersi se il sindaco di Imola abbia figli e se li abbia mai portati ad uno spettacolo del circo: si sarebbe accorto che i bambini amano quel genere di spettacoli e sono portati ad amare ancora di più gli animali. Sarebbe bello che i bambini potessero votare alle prossime elezioni comunali di Imola.

DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE"
Le risposte del direttore ai lettori

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 02/10/2012

10 - OMELIA XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B - (Mc 10,2-16)
L'uomo non separi ciò che Dio ha unito
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 04/10/2015)

La prima lettura di questa domenica e il Santo Vangelo ci fanno comprendere la santità del matrimonio, così come è uscito dal Cuore di Dio. Prima di tutto, la prima lettura ci fa comprendere che il matrimonio non è una istituzione umana suscettibile di cambiamenti dettati dal volere dell'uomo, ma è di fondazione divina. Il matrimonio è stato istituito da Dio con la creazione della prima coppia, di Adamo ed Eva. Il testo della Genesi dice espressamente: «Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda» (Gen 2,18). Inoltre dice: «Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un'unica carne» (Gen 2,24). Queste parole significano che lo sposo e la sposa sono una sola cosa, sono un'unità inscindibile; esse significano inoltre che gli sposi sono tra di loro complementari: uno completa l'altra, e viceversa.
Il Vangelo prosegue l'insegnamento della prima lettura. Rispondendo alle insidiose domande dei farisei, i quali cercavano di coglierlo in fallo, Gesù rispose che ai tempi di Mosè Dio permise il ripudio della moglie a causa della durezza del loro cuore, ma che all'inizio della creazione non era così. Quindi Gesù cita il brano della Genesi che abbiamo letto prima e conclude in questo modo: «Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto» (Mc 10,9). Sono parole molto chiare che ribadiscono che nessuna istituzione umana può sciogliere un matrimonio. A questo proposito spesso si fa molta confusione dicendo che la Sacra Rota di fatto scioglie i matrimoni. Ciò non è esatto. Né la Sacra Rota e nemmeno il Papa possono sciogliere un matrimonio. La Sacra Rota, in seguito a una accurata indagine, sulla base di testimonianze giurate, dichiara se quel matrimonio esiste o se, agli occhi di Dio, non c'è mai stato; e, in questo secondo caso non lo annulla, ma lo dichiara nullo, ovvero mai esistito. Infatti, se mancano dei requisiti che gli sposi devono avere quando si presentano davanti all'altare, quel matrimonio non esiste. Solo la morte scioglie un matrimonio validamente celebrato e, in questo caso, uno si può risposare.
La famiglia è la cellula della società: se essa è malata, anche la società sarà in crisi. Ai giorni d'oggi la famiglia voluta da Dio, quella autentica, è minacciata dal divorzio e da altre forme di convivenza che si allontanano anni luce dal volere del Creatore. Per comprendere il matrimonio dobbiamo guardare alla vita di quei cristiani che si sono santificati per mezzo del vincolo coniugale. Tra questi Santi cristiani ci furono i beati Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini, marito e moglie, lui siciliano e lei toscana, vissuti a Roma.
Non è certo possibile riassumere in poche parole la loro straordinaria vicenda umana e spirituale. La loro esistenza di sposi fu un cammino di santità, un andare insieme verso Dio. Si amarono di vero cuore, mettendo Gesù al primo posto nella loro vita. Il loro segreto fu la preghiera. Ogni mattina si recavano a Messa insieme alla Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Maria Corsini ricordava che, usciti di chiesa, lo sposo le dava il "buon-giorno", come se la giornata soltanto allora avesse il ragionevole inizio. Verso sera recitavano insieme il Santo Rosario, erano assidui all'adorazione eucaristica e la loro famiglia era consacrata al Sacro Cuore di Gesù solennemente intronizzato al posto d'onore nella sala da pranzo.
Nel 1917 divennero terziari francescani e nel corso della loro vita non mancarono mai di accompagnare gli ammalati, secondo le loro possibilità, a Loreto e a Lourdes col treno dell'UNITALSI, lui come barelliere, lei come infermiera. Il loro esempio, la loro profonda vita di fede, la pratica quotidiana della preghiera in famiglia, ebbero di certo i propri effetti sui figli, che si sentirono tutti e quattro chiamati dal Signore alla vita consacrata. E ciò non senza ragione, perché «la famiglia che è aperta ai valori spirituali, che serve i fratelli nella gioia, che adempie con generosa fedeltà i suoi compiti ed è consapevole della sua quotidiana partecipazione al mistero della Croce gloriosa di Cristo, diventa il primo e il miglior seminario della vocazione alla vita di consacrazione al Regno di Dio», come giustamente ha sostenuto il papa Giovanni Paolo II.
Nel progetto di Dio il matrimonio è vocazione alla santità e offre tutti i mezzi per raggiungerla. E il segreto per vivere bene questa vocazione è dato dalla preghiera e dal saper affrontare gli inevitabili sacrifici della vita, per amore di Dio e per amore della famiglia.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 04/10/2015)

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