BastaBugie n�331 del 10 gennaio 2014

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1 I DANNI DELLA TV
La Tv esige un solo atto di coraggio: quello di spegnerla!
Autore: Fabrizio Cannone - Fonte: Il settimanale di Padre Pio
2 IN MOLTI MESTIERI I CRISTIANI SONO DISCRIMINATI
Dal medico al giornalista, dall'albergatore all'insegnante: ecco come si obbliga a peccare, costringendo ad agire contro coscienza
Autore: Achille Benedettini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 COME SAN FRANCESCO COMBATTEVA LE ERESIE
Il ''cantico delle creature'' ribadisce la bontà del creato di fronte alle terribili idee catare e albigesi, che invece predicano una malvagità intrinseca del mondo
Autore: Vincenzo Sansonetti - Fonte: Il Timone
4 PADOVA: I GESUITI PROMUOVONO LO YOGA, ANZICHE' GLI ESERCIZI SPIRITUALI
Sembra un corso per il rilassamento di ginnastica alternativa, invece lo yoga è strutturalmente intrisa di aspetti spirituali incompatibili con il credo cristiano.
Autore: Elisabetta Frezza - Fonte: Corrispondenza Romana
5 OLTRE I DUE FIGLI LA VITA CAMBIA... IN MEGLIO!
Incontro tante donne che avrebbero voluto avere più figli... e nessuna che si lamenti di averne avuti ''troppi''
Autore: Lindsay Boever - Fonte: Il Babirussa
6 LA VERGOGNOSA PERSECUZIONE DEI FRANCESCANI DELL'IMMACOLATA
La nuova inquisizione catto-progressista... Ma il Papa lo sa?
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
7 ELEZIONI EUROPEE: SONDAGGI CLAMOROSI IN FRANCIA
I fallimenti di Hollande fanno volare il Fronte Nationale di Marina Le Pen che i sondaggi danno come primo partito
Autore: Giuseppe Brienza - Fonte: Centro Cattolico di documentazione
8 EDUCAZIONE SESSUALE IN SVIZZERA CON LA SEX BOX
Inizia il progetto sperimentale con un kit contenente pene e vagina di peluche per abituarsi all'atto sessuale sin dalla prima infanzia
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
9 OMELIA BATTESIMO DI GESU' - ANNO A - (Mt 3,13-17)
Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - I DANNI DELLA TV
La Tv esige un solo atto di coraggio: quello di spegnerla!
Autore: Fabrizio Cannone - Fonte: Il settimanale di Padre Pio, 8 dicembre 2013

La negatività della Tv non è davvero più da dimostrare e il fatto che indagini recenti dimostrino che la sua fruizione, nell'era di internet e del web, non è affatto diminuita presso giovani e meno giovani, non sposta di una virgola il grave problema morale. Ai tempi di Pio XII (1939-1958) e ancora del Concilio Vaticano II (1962-1965) esisteva una televisione, almeno in Italia, sottoposta a giusta censura, in bianco e nero, che andava in onda a ore precise (senza emissioni notturne...), con un carattere se non cristiano, almeno conforme, genericamente, alla decenza morale comunemente ammessa al tempo. Ecco perché sia il venerabile Pacelli che lo stesso Vaticano II insegnarono nel loro Magistero più o meno così: se la Tv è decente e formativa, può guardarsi, se è immorale no.
Oggi, mezzo secolo dopo, praticamente non esiste televisione senza immoralità, ed è la censura previa ad essere stata censurata: dunque la prudenza è da moltiplicarsi. Tutto ben ponderato e senza avere paraocchi come i cavalli, la Tv, intesa come mezzo e come visione del mezzo, è oggi uno dei maggiori pericoli per l'anima, uno dei maggiori nemici della famiglia cristiana, e uno dei maggiori veicoli di disinformazione, intossicazione intellettuale e secolarismo morale. Alla luce di ciò, crediamo convintamente, che essa non debba soltanto essere presa a piccole dosi dal credente, soprattutto se il focolare contiene dei minori.
Il fatto che sia astrattamente possibile la fruizione di programmi né indecenti né inutili milita paradossalmente proprio a favore della soppressione della tv: come mai infatti tra i moltissimi che dichiarano di essere contrari alla Tv spazzatura quasi nessuno riesce a evitare del tutto gli effetti tossici di detta spazzatura? Come mai, accanto a documentari più o meno interessanti e formativi, spopolano come share i programmi-immondizia come il Grande Fratello, l'Isola dei famosi, Amici, e centomila altre insulsaggini siffatte? Ci risponda chi può.
Intanto, anche vedendo la trasmissione cosiddetta impegnata, il dibattito culturale e il programma dichiarato scientifico, le anime vengono a poco a poco come ipnotizzate e narcotizzate dall'apparecchio, bombardate di messaggi pubblicitari in cui l'oscenità e il consumismo sono legge, e le famiglie risultano scompaginate a causa della universale regola domestica odierna: tot capite tot Tv. La casa come un albergo? La prima colpa la ha proprio la Tv perchè è difficilissimo resistere al suo fascino, specie da giovani. Basterebbe fare un semplice calcolo sui giorni di vita che ogni anno si buttano al secchio, per una visione televisiva di due ore medie al giorno, per capire che la Tv è sempre più una catena, un ceppo e un pericolosissimo virus: non ci sono ragionamenti sottili che tengono. Vogliamo fornire alcune riflessioni al lettore di buona volontà e lo facciamo citando due fonti di origine francese. Anzitutto un ottimo libro di tenore scientifico uscito da poco (cf. Michel Desmurget, TV LOBOTOMIE. La veritéé scientifique sur les effets de la Télévision, éditions Max Millo, Paris 2012).
"Sono un ricercatore. In quanto tale, appaio nel repertorio di diffusione dei principali giornali scientifici legati al campo delle neuro-scienze fondamentali e cliniche. Ad ogni nuova uscita, questi giornali mi inviano il sommario delle pubblicazioni, in modo da permettermi di identificare i lavori di mio interesse. Da 15 anni, non è passata una settimana che io non abbia reperito almeno uno o due pezzi relativi agli effetti deleteri della televisione sulla salute psichica, cognitiva e somatica del bambino" (p.13).
Con queste parole altamente significative inizia la lunga inchiesta dello studioso Michel Desmurget che ha esplorato praticamente tutta la letteratura scientifica in materia, specialmente in lingua francese e inglese. La sua documentata ricerca ha come scopo quello di mostrare le conseguenze psicologiche della visione quotidiana della Tv sui bambini e gli adolescenti (e secondariamente sugli adulti). Tra le conseguenze segnaliamo d'emblée: aumento dell'incapacità di essere attenti e sereni, eccitamento alla violenza, solitudine, fobie diverse, comportamenti irrazionali e nevrotici, tendenza all'obesità, all'alcolismo e al tabagismo, abitudine alla pigrizia, alla passività e all'ozio, ecc., ecc.
Anche l'abbassamento del livello scolastico è una tendenza tipica della "dittatura dei mass-media". Ancora più gravi e drammatiche sono le conseguenze della Tv se le analizziamo dal punto di vista morale, ben sapendo dello spazio crescente che offre la Tv a ogni tipo di immoralità, di libertinismo, di voyeurismo, di pornografia e di perversione. E questo specie nelle fiction per tv.
Questa però non è la strada percorsa dall'Autore che si limita ai soli problemi psicologici e fisiologici legati alla visione televisiva, specie se prolungata. Sarebbe potuto credere e sperare in una diminuzione drastica del tempo medio passato davanti alla Tv grazie alla concorrenza di internet, Facebook, i-Phone, ecc. E' accaduto il contrario: "Negli Stati Uniti il 79% delle famiglie possiede 3 televisori e oltre il 70% dei bambini dagli 8 anni in su ha una televisione in camera" (p.40). Negli anni '50 solo l'1% delle famiglie americane aveva la Tv in casa. In pochi anni la presenza della Tv è passata dall'1% al 99,99%! D'altra parte "un adolescente che guardava la Tv 2 ore al giorno si troverà  a guardarla per 3 ore e 30 se l'avrà nella propria camera" (p.41). Conseguenza matematica: "Uno dei primissimi effetti della Tv è di ridurre drasticamente il volume e la qualità delle relazioni genitori-figli" (p.30). Secondo lo studioso è evidente che "la Tv e gli altri media elettronici influenzino negativamente il benessere mentale e fisico dei bambini" (p.26). E' stato calcolato che lo spettatore medio passi davanti allo schermo acceso 3 ore e 40 minuti ogni giorno, ovvero 1.338 ore complessive, quasi 2 mesi ogni anno! Si potrebbe così calcolare quanti anni, in un'intera vita, sono stati gettati nella meno utile delle attività. In conclusione l'Autore dimostra come "la Tv sia un fattore di isolamento sociale ed espone lo spettatore a dei rischi morbosi per la sua propensione a favorire la sedentarietà, il declino cognitivo, la comparsa di patologie cerebrali degenerative (Alzheimer) e i comportamenti a rischio (tabacco, alcol, violenza, sessualità)" (p.247).
Il filosofo Pascal Bruckner scrisse che "la Tv non esige dallo spettatore che un atto di coraggio - ma esso è sovrumano - quello di spegnerla" (cit. p.35). Noi aggiungiamo: e di cassarla completamente.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, 8 dicembre 2013

2 - IN MOLTI MESTIERI I CRISTIANI SONO DISCRIMINATI
Dal medico al giornalista, dall'albergatore all'insegnante: ecco come si obbliga a peccare, costringendo ad agire contro coscienza
Autore: Achille Benedettini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 27/12/2013

Nei Vangeli si legge che Gesù nasce in una mangiatoia perché non c´è posto per lui nell´albergo. L'evangelista Luca usa il termine "katálüma" che indica la stanza comune, poco importa che fosse un´abitazione privata o una locanda, non c´era posto per Gesù che viene. E oggi? Dopo duemila anni quale è la situazione nella stanza comune della vita pubblica? In Corea del Nord i dissidenti che portano con sé una Bibbia sono abitualmente giustiziati. In Nigeria, Kenya, Sudan, Libia, Siria, Egitto, India e tanti altri Paesi i cristiani vengono aggrediti, percossi, mutilati, uccisi, le loro proprietà distrutte, le chiese date alle fiamme. L´Osce fornisce la cifra di 160.000 cristiani che nello scorso decennio sono stati annualmente uccisi a causa della loro appartenenza religiosa. Se questi fratelli pagano col sangue la loro fedeltà al Signore, cosa accade nell´occidente ebbro di relativismo democratico?
Prima venne che "il buon medico non obietta", i medici, quelli buoni devono fare gli aborti, devono prescrivere contraccettivi criptoabortivi, possono deontologicamente avere irrilevanti convincimenti etici, ma non una coscienza obbligante. Con i medici sono entrati nelle liste dei cristiani da piegare alla servitù del Leviatano farmacisti, infermieri, ostetriche. È proseguito nel New Mexico con Elaine Huguenin condannata a pagare migliaia di dollari per avere rifiutato il photo-book di fidanzamento a Vanessa Willock con la compagna. Secondo uno dei giudici il compromesso con i propri valori religiosi "è il prezzo della cittadinanza". Poi è toccato a Jack Phillips che in Colorado rischia 1 anno di galera per essersi rifiutato di preparare la torta nuziale ai signori Charlie Craig e David Mullins. Stesso problema in Oregon per Aaron e Melissa Klein che hanno dovuto chiudere la pasticceria dopo l'uragano di offese e minacce che è seguito alla denuncia per non avere voluto preparare la torta nuziale alle signore Rachel Cryer e Laurel Bowman. Non solo fotografi e pasticceri. Nello Stato di Washington è toccato alla fioraia Barronelle Stutzman vedersi denunciata per avere detto di no all'addobbo della cerimonia omo-nuziale di Robert Ingersoll col partner Curt Freed. Dall'altra parte dell'oceano non è andata meglio ad Hazelmary e Peter Bull, i coniugi proprietari di un bed & breakfast in Cornovaglia, che sono stati multati di 3600 sterline per avere offerto due singole, ma non il letto matrimoniale a Steven Preddy e il compagno Martin Hall. Ora la loro attività di una vita intera è in vendita dopo il boicottaggio da parte delle agenzie di prenotazione e i numerosi atti di vandalismo.
Neppure il "mestiere" di genitore è al sicuro. Provare per credere andando a domandare a Arthur e Anna Wiens, o a Eduard e Rita Wiens, condannati a 138 giorni complessivi di galera per essersi rifiutati di mandare i 4 figli di 9 e 10 anni ad assistere alle lezioni obbligatorie di educazione sessuale dal programmatico titolo tardo sessantottino "il mio corpo è mio". In Svizzera è iniziata l'operazione di indottrinamento per i bambini a suon di scatole del sesso, peni di legno e vagine di peluche, come ha raccontato con ampi dettagli su la Bussola Tommaso Scandroglio. In Italia abbiamo assistito al professore Enrico Pavanello, docente di religione ad un liceo classico di Venezia, costretto alle scuse per avere osato presentare la dottrina cattolica sull'omosessualità. Diffusione planetaria ha poi avuto il mea culpa in multilingua di Pietro Barilla, per l'omofoba pretesa di pubblicizzare la propria azienda mostrando la famiglia formata da un uomo e una donna. L'ordine del Lazio ha varato le linee guida per gli psicologi, manco a dubitare totalmente conformi all'impostazione affermativa. Condotte terapeutiche ispirate da prospettive scientifiche difformi sono a rischio di deferimento. Sempre in Italia è stato varato il decalogo gay-friendly per i giornalisti. La parola d'ordine è "it's okay to be gay", il povero giornalista è avvertito, come ancora su La Bussola ha riferito Massimo Introvigne.
 Allora, proviamo a fare le somme: medici, infermieri, farmacisti, ostetriche, psicologi, fotografi, fioristi, giornalisti, pasticceri, albergatori, insegnanti, imprenditori e persino quello di genitori sono tutti mestieri, professioni e ruoli che la secolarizzazione anticristiana sta rendendo incompatibili con la propria fede. E molti altri ambiti sono potenzialmente minati. Come per Gesù, anche per costoro non c'è posto nell'albergo della società. A questi nuovi cristeros non viene impedito il culto, ma qualcosa di non meno importante: viene imposto il peccato, giacché agire contro coscienza significa sempre peccare. I cristiani vedono sempre più restringere i territori su cui potere vivere da cristiani. Ogni giorno interi appezzamenti ci vengono sottratti. Certo possiamo tirare un sospiro di sollievo per non avere perso un´intera regione in un colpo solo sotto la mannaia della risoluzione portata in Europa dalla signora Estrela; l´abbiamo scampata per sette provvidenziali voti, ma se ci guardiamo intorno vedremo qualcosa che già videro gli occhi di Baliano di Ibelin affacciandosi dalle mura di Gerusalemme la mattina del 20 settembre 1187: un esercito soverchiante che cinge d´assedio le mura per distruggere ogni traccia di cristianità.
I binari paralleli dei diritti riproduttivi e dell´agenda gender portano i cristiani alla meta certa del campo di concentramento dove lì rimarranno per un po´ in attesa della soluzione finale. Stiamo a grandi passi avvicinandoci alla linea rossa, quella che indica nella violazione dell'ordine morale, dei diritti fondamentali dell'uomo e della legge di Dio, i limiti all'obbedienza all'autorità. Preghiamo perché i pastori abbiano la virilità sufficiente auspicata dal direttore Cascioli per condurre oggi la vigorosa e pacifica battaglia, prima che al popolo di Dio non rimanga che la scelta tra abiura e resistenza (CCC 2243).

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 27/12/2013

3 - COME SAN FRANCESCO COMBATTEVA LE ERESIE
Il ''cantico delle creature'' ribadisce la bontà del creato di fronte alle terribili idee catare e albigesi, che invece predicano una malvagità intrinseca del mondo
Autore: Vincenzo Sansonetti - Fonte: Il Timone, Giugno 2013 (n. 124)

Il primo ecologista? Facile: Francesco d'Assisi. Complice il lavorio di migliaia di insegnanti della scuola, statale e privata, dei mass media, di parrocchie e oratori politicamente corretti, l'idea che San Francesco sia il padre nobile del pensiero ambientalista è diventato un dogma invincibile del nostro tempo. Peccato che sia completamente falso. Come falsa è la notizia che il santo fosse un vegetariano. Francesco non fu nemmeno un animalista. Né, tanto meno, un naturista che rifiutava la civiltà, compresi i vestiti. Francesco pauperista? Falso anche questo. Nel libro San Francesco antimoderno (Fede & Cultura, 2009), Guido Vignelli – apologeta tra le firme del Timone – ha svolto un ottimo lavoro di «demitizzazione» del santo di Assisi, con il dichiarato scopo di «difendere il Serafico dalle falsificazioni progressiste». Attingiamo molti spunti e informazioni proprio da questa fonte.

LA NATURA
Non c'è dubbio che la sensibilità straordinaria per il Creato di Giovanni di Pietro da Bernardone (questo il vero nome del santo) lo espone all'equivoco e al fraintendimento, soprattutto da parte di un mondo confuso e superficiale come quello in cui viviamo.
In verità, il problema si era posto già in tempi passati. Nel 1926, in occasione dell'VIII centenario della morte di san Francesco, Pio XI diede alle stampe l'enciclica Rite expiatis, nella quale fra l'altro scrive: «Essendo Araldo del Gran Re, Francesco volle che gli uomini si conformassero alla santità evangelica e all'amore della Croce, non già che si trasformassero in sdolcinati amanti di fiori, uccelli, agnelli, pesci e lepri. Se egli mostrava una certa affettuosa tenerezza verso le creature (...) non era mosso da altra causa che dall'amore per quel Dio che è comune origine, e in esse contemplava la divina bontà». Anche G.K. Chesterton aveva ben compreso questo equivoco ideologico che incombeva sulla interpretazione del santo di Assisi. «San Francesco», scrive Chesterton nel suo libro dedicato al santo, «non era un amante della natura (...). Tale qualifica implica infatti che si concepisca l'universo materiale come qualche cosa che vagamente ci circonda, una sorta di panteismo sentimentale. (...) Ma come ogni mistico san Francesco era nemico mortale di tutti coloro che cancellano i limiti delle cose, dissolvendo ogni entità nell'ambiente che la circonda; egli fu esattamente l'opposto di quella sorta di visionario orientale che è mistico solo perché è troppo scettico per essere materialista». In questo senso, si comprende meglio che il meraviglioso Cantico delle Creature – prima grande opera in quel volgare che fece nascere la lingua italiana, la lingua di Dante e di Petrarca, di Leopardi e di Manzoni – non vuole certo idolatrare la natura, ma ribadire la bontà del creato di fronte alle terribili idee catare e albigesi, che invece predicano una malvagità intrinseca del mondo.
Uno dei più grandi mistici del ventesimo secolo, Don Divo Barsotti, spazza via ogni presunta commistione fra san Francesco e l'animalismo. Per il santo di Assisi non c'è paragone fra l'uomo e le bestie, tanto è vero che nella sua visione del mondo, scrive Barsotti, «l'uomo è veramente il re del Creato; le creature sono poste al servizio dell'uomo (...) è il peccato dell'uomo che ha diviso e opposto Dio e la creazione; ma chi vive in Dio ritrova la creazione; in Dio egli diviene Signore del mondo. (...) La benedizione francescana è una benedizione che ridà all'uomo la sua innocenza primitiva, lo fa veramente re di tutto il creato». Una pagina stupenda, nella quale si può apprezzare la distanza siderale che separa Francesco e il suo saldo cattolicesimo da ogni forma di ecologismo animalista, mirante a mettere l'uomo – quando va bene – sullo stesso piano degli animali. Una concezione che aborrisce l'idea di signoria dell'uomo sul creato, che invece Francesco ben conosce e ben interpreta per tutta la vita.

GLI ANIMALI
Proprio dall'esistenza breve e intensissima del poverello si può cogliere questa limpida visione dell'uomo, creatura di Dio. Quando, ad esempio, Francesco dimostra tenerezza nei confronti di un agnello, egli spiega – come ci riferisce san Bonaventura da Bagnoregio nella Legenda maior – che l'animale gli ricorda «l'Agnello mitissimo che volle essere ucciso per redimere i peccatori». Dunque, Francesco non si diede mai da fare per salvare gli agnelli dalla macellazione per festeggiare la Pasqua, né avrebbe approvato le manifestazioni isteriche di certo animalismo aggressivo. Anzi: pare che a Francesco la carne piacesse parecchio. Fra' Ginepro racconta che Francesco volle ristorare un frate malato con carne di maiale, giacché «i porci sono stati creati ad uso dell'uomo». Nella Prima Regola il santo di Assisi raccomanda che i frati si cibino della carne ricevuta in elemosina. E quando giungeva il Natale, Francesco voleva che si facesse festa mangiando un intero pasto a base di carne perché «quando è Natale non vi sono astinenze che tengano. E se i muri potessero mangiare carne, bisognerebbe darla in pasto anche a loro». Tant'è vero che Francesco non manca di usare espressioni ruvide nei confronti degli animali. Egli ritiene pacifico che le bestie sono state create per faticare a vantaggio dell'uomo. Nella Compilatio perusina il santo vuole esortare il cristiano a dominare il «frate corpo», e suggerisce di maltrattarlo e bastonarlo «come si fa con un bue pigro e recalcitrante, che pretendesse di mangiare senza guadagnarselo portando pesi». Secondo Francesco d'Assisi, gli uomini perversi o mondani erano da considerare animales homines, letteralmente «uomini bestiali».

L'UOMO E IL PROGRESSO
Su un punto, bisogna ammetterlo e anzi ricordarlo con forza, san Francesco si pone in contrasto all'azione dell'uomo di fronte al Creato: il santo delle stigmate condanna l'idea – tipicamente moderna e rinascimentale – secondo la quale la natura sarebbe uno sterminato campo di esercizio della prometeica volontà di potenza da parte della civiltà umana. Se ci si pensa bene, la stragrande maggioranza dei problemi ambientali – veri e non frutto di paturnie ideologiche – è stata prodotta negli ultimi secoli, proprio a partire della svolta antropocentrica alimentata dal razionalismo cartesiano e dallo scientismo galileiano. Come la rivoluzione francese si abbatte contro l'idea aristotelico tomistica della natura in senso filosofico, così la rivoluzione industriale si abbatte sulla natura nella sua dimensione biologica. Uno dei più grandi scrittori del novecento, J.R.R. Tolkien, rappresenterà in maniera simbolica questa violenza della civiltà sulla natura, in particolare nello scontro fra gli Ent e la furia devastatrice di Saruman, come si legge ne Il Signore degli anelli. Francesco d'Assisi, che pure viveva in pieno medioevo, ricorda all'uomo che la creazione è stata fatta con infinita saggezza da Dio, e che l'uomo non può farne letteralmente ciò che vuole, ma è obbligato a usarla bene e per il bene.

LA POVERTÀ, MEZZO PER LA SANTITÀ
L'altra grande menzogna intorno alla figura di Francesco riguarda la povertà. Che egli visse da povero, facendosi povero in piena libertà e rinunciando ai beni cui aveva diritto come figlio di un mercante di Assisi, è certamente vero. Ma che egli fosse un pauperista, un rivoluzionario, un nemico della proprietà privata, il propugnatore di un odio classista verso i beni di questo mondo... beh, tutto questo è pura fantasia.
Come scrive Vignelli, «il vero significato e valore del francescanesimo consisteva nel testimoniare la possibilità di una vita radicalmente evangelica, rinunciando a tutto e godendo della beatitudine promessa a quei poveri che la Bibbia chiama anawìm». Termine che indica i poveri per scelta, cioè umili che decidono di affidarsi totalmente alla Provvidenza. Il problema non è costituito tanto dalle ricchezze terrene, ma dalla capacità del cristiano di rinunciare al mondo, cioè ai piaceri, agli onori, alle sicurezze, ai diritti e alle pretese. Dunque la povertà è per Francesco non un fine, ma un mezzo per vivere da vero cristiano, totalmente dentro la Chiesa. E senza aver mai preteso che tutti seguissero pedissequamente il suo cammino. Del resto, la povertà radicale non è, di per sé stessa, un'invenzione di Francesco: nel XII secolo erano già sorti movimenti come i Valdesi, gli Umiliati, i Poveri di Cristo, che si proponevano di vivere in rigorosa povertà. Fra costoro non mancò chi istigò i poveri alla rivolta, cosa che Francesco non fece mai. Quando il santo scrive «ai governanti dei popoli» non li esorta a farsi poveri o ad abbandonare l'esercizio del potere, ma intima con geniale sintesi: «Quanto onore viene conferito a voi dal popolo, tanto ne dovete conferire voi al Signore ». Minacciando che «se non farete questo, sappiate che dovrete renderne conto al Signore Vostro Dio Gesù Cristo, nel giorno del giudizio ».

POVERO, MA NOBILE
Per Francesco, il punto fondamentale non fu mai quello di abbandonare per forza il mondo, ma di liberarsi dai vincoli tentacolari del mondo, che portano l'uomo alla schiavitù del peccato. Francesco non fu mai un pezzente, né volle fare l'elogio della miseria. Le cronache raccontano che egli aveva maniere nobili e signorili, tanto che pur essendo borghese lo scambiarono spesso per aristocratico. E quando volle spogliarsi di tutto e vestire il saio, portò con se la courtoisie, le belle maniere di corte.
Francesco raccomandava nella Regola ai suoi frati di evitare «di guardare con occhio impuro e di frequentare donne, e con loro nessuno parli da solo, né viaggi né mangi a mensa». Ma lo stesso Francesco intimava ai fraticelli di non guardare con disprezzo quelli che «vivono nel lusso e vestono con esagerato fasto e ricchezza». Francesco voleva offrire al mondo un esempio di povertà, senza imporre la povertà come regola sociale. Tanto meno il santo volle mettere in discussione la proprietà privata: secondo quanto riferito da Tommaso da Celano, Francesco stabilì che «non è lecito impossessarsi della roba altrui o distribuire ai bisognosi la proprietà degli altri». Insomma: il poverello non avrebbe oggi nulla a che spartire con la cosiddetta «Teologia della liberazione».
Se infine spostiamo lo sguardo sulla presunta povertà francescana nella liturgia e in generale nei segni simbolici e formali, la distanza con il vero San Francesco diventa davvero abissale. «Vi prego», scrive il santo, «più che se riguardasse me stesso, che, quando vi sembrerà conveniente e utile, supplichiate umilmente i chierici che debbano venerare sopra ogni cosa il santissimo Corpo e Sangue del Signore nostro Gesù Cristo e i santi nomi e le parole di lui scritte che consacrano il corpo. (...) I calici, i corporali, gli ornamenti dell'altare e tutto ciò che serve al sacrificio, debbano averli di materia preziosa. (...) E se in qualche luogo il santissimo Corpo del Signore fosse collocato in modo troppo miserevole, secondo il comando della Chiesa venga da loro posto e custodito in un luogo prezioso, e sia portato con grande venerazione e amministrato agli altri con discrezione».
Dunque, al poverello non sarebbero andati a genio calici in legno, casule o pianete brutte, chiese e altari spogli, senza la ricchezza dovuta al Re dei Re.

DOSSIER "SAN FRANCESCO"
Quello vero!

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Fonte: Il Timone, Giugno 2013 (n. 124)

4 - PADOVA: I GESUITI PROMUOVONO LO YOGA, ANZICHE' GLI ESERCIZI SPIRITUALI
Sembra un corso per il rilassamento di ginnastica alternativa, invece lo yoga è strutturalmente intrisa di aspetti spirituali incompatibili con il credo cristiano.
Autore: Elisabetta Frezza - Fonte: Corrispondenza Romana, 23/12/2013

Nel seminario di Padova - dove i volantini della Marcia per la Vita non riescono ad entrare o, se introdotti clandestinamente, vengono subito rimossi - si trovano pubblicizzate le iniziative più disparate.
Tra queste, un corso di Raja Yoga, che ha il pregio di essere promosso dal centro culturale dei gesuiti, quel glorioso Antonianum che negli anni ha formato tanti giovani destinati a diventare la classe dirigente cittadina.
Ospitato nei locali di proprietà della congregazione, presso i cui uffici è raccolta anche l'iscrizione, il corso sembra abbia ottenuto un notevole successo di pubblico, tanto da segnare in breve tempo il tutto esaurito.
E in effetti, così confezionati, gli incontri ginnico-meditativi ora sorprendentemente offerti dai discepoli di sant'Ignazio (che ben altri esercizi prescriveva..) forniscono a chi è alla ricerca del proprio benessere psico-fisico i famosi "due piccioni con una fava": l'esercizio di una pratica ascetica di tendenza (assai più chic, per esempio, della obsoleta recita di un Rosario in Chiesa) e, insieme, un accreditamento clericale buono a tacitare qualsiasi eventuale rigurgito di coscienza cristiana.
Lo yoga è una realtà articolata e proteiforme che raggruppa un insieme di metodi con cui si pretende – attraverso esercizi fisici, tecniche di respirazione e di meditazione, evocazione di formule e di concetti tratti dalla spiritualità orientale – di liberare l'anima umana da tutto il suo peso materiale e terreno e di permettere all'individuo di uscire dal mondo fenomenico per raggiungere l'Unità essenziale e fondersi con essa, tramite una sorta di narcosi psicologica.
Sovente si pensa di avere a che fare con una innocua pratica di rilassamento fisico; essa, invece, è strutturalmente intrisa di aspetti spirituali incompatibili con il credo cristiano. Chi immagina ingenuamente di frequentare un corso di ginnastica alternativa, in realtà acquista un pacchetto religioso tao-indo-buddista di facile assorbimento grazie all'illusione di una pseudo-liberazione ipnotica, e finisce per aderire a un neopaganesimo di matrice esoterica: salta così a piè pari in un altro credo, che nulla ha a che vedere con la fede cristiana.
E infatti la brochure del corso gesuita (intitolato "La via dell'equilibrio, riconciliando corpo e mente") recita: "Lo yogin è colui che in mezzo al più profondo silenzio sa trovare l'attività ed in mezzo all'attività sa trovare il silenzio e la solitudine del deserto", e pare che non sia più la santità la dimensione cui deve attingere il credente, ma quella di yogin, ossia maestro di yoga. La citazione proviene infatti da uno dei più grandi autori del revival dell'induismo in India, Vivekananda, propalatore internazionale della religione hindu, membro del parlamento mondiale delle religioni di Chicago (un esperimento transnazionale di ecumenismo risalente al 1893) che teorizzò oscuri sincretismi tra induismo e cristianesimo.
E del resto la locandina, a partire dalla grafica vagamente new-age, con tanto di effige del fiore di loto, non nasconde nulla: "Yoga deriva dalla radice sanscrita Yug, che significa unione", scrive; "è un complesso di pratiche che conducono il praticante all'unione del corpo con la mente e all'unione della mente individuale con l'Infinito". Dove per Infinito (con la i maiuscola), dentro una struttura nominalmente cattolica, dovrebbe intendersi Dio: e già qui sembra di sconfinare arditamente nel territorio dell'eresia. Ma vi si descrive poi, con dovizia di particolari, la scala di ascesa al dio-infinito articolata in otto punti, il contenuto magico-esoterico dei quali (dai "vortici mentali" alla "esperienza mistica dell'unificazione"), lungi dall'essere in qualche modo camuffato, viene sfacciatamente pubblicizzato già nel volantino targato sant'Ignazio.
Nello yoga vengono accettate teorie come quelle sui canali energetici, concetti come quelli dei meridiani e dei checkra, vengono recitati mantra, ossia formule magiche che invocano forze spirituali e idoli; si presuppone che ogni anima, nella sua natura e sostanza, sia unita nel profondo alla divinità, all'anima cosmica.
Si teorizza quindi che l'uomo, anziché l'immagine di Dio intaccata dal peccato originale, sia Dio egli stesso.
È perciò del tutto palese la trasgressione al primo comandamento, quanto evidente l'offesa al Dio trinitario. E infatti appare emblematico che nel paese d'origine dello yoga, l'India, i cristiani ne rifiutino con fermezza la pratica; la quale invece attecchisce, significativamente, in un occidente scristianizzato e sempre più prepotentemente anticristiano.
Siamo nell'orizzonte del terzo capitolo della Genesi: si delinea la superbia dell'uomo che non accetta di sottomettersi a Dio padre, di lasciarsi da Lui guidare, di mettersi nelle Sue mani in un rapporto di obbedienza filiale; dell'uomo che nega la sua creaturalità pretendendo di autodominarsi e dominare la realtà per mezzo di potenze occulte. Si realizza con ciò una inversione della relazione più profonda del nostro essere, quella con la divinità, e la distorsione del destino religioso dell'uomo per mezzo di pratiche che si impongono con il pretesto, e la pretesa, di offrirgli una liberazione.
Qui si annida il tranello che consiste nello sfruttare la sete di trascendenza e di pace interiore per carpire anime a un credo artefatto.
Intervistato su quale fosse il prezzo, in termini spirituali, di mode pervasive quali la meditazione trascendentale e lo yoga, Ratzinger rispose: "la perdita della fede e la perversione della relazione uomo‐Dio, e un disorientamento profondo dell'essere umano, cosicché alla fine l'uomo si sposa con la menzogna" ed "entra in una rete demoniaca che diventa poi molto più forte di lui".
La circostanza che queste pratiche, opposte alla Verità rivelatasi in Gesù Cristo, siano propagandate dai gesuiti, lascia davvero perplessi e sgomenti. In questa ora di tentazione pagana profonda, anziché annunciare il Vangelo in tutta la sua semplicità e grandezza come la vera e l'unica liberazione, si cede ancora una volta alle lusinghe mondane e modaiole di una società smarrita e annoiata.
Evidentemente, quel novello mantra che serpeggia nella Chiesa – quello martellante dell'amore legibus solutus come unico parametro di azioni e reazioni del cristiano non ideologico, che viene ripetuto senza tregua dai pulpiti ai confessionali alle piazze profane – impone di accogliere felicemente il nemico in casa, con tutti gli onori.
A costo di precipitare nel sincretismo e nella apostasia.

Fonte: Corrispondenza Romana, 23/12/2013

5 - OLTRE I DUE FIGLI LA VITA CAMBIA... IN MEGLIO!
Incontro tante donne che avrebbero voluto avere più figli... e nessuna che si lamenti di averne avuti ''troppi''
Autore: Lindsay Boever - Fonte: Il Babirussa, 27/12/2013

La dimensione della famiglia americana media è di 2,5 persone, con una media di 0,9 bambini per nucleo familiare. WOW! Quando ho visto questa statistica, oggi, sono rimasta impressionata dai numeri. Il numero di figli per famiglia è drasticamente diminuito dall'ultima volta che ci avevo fatto caso.
Non avevo mai capito perché le persone hanno due figli finché non ho avuti figli a mia volta. Nella mia testa sono cresciuta immaginando di avere centinaia di figli. Veramente. Sognavo una casa piena di bambini. Non capivo affatto la realtà della maternità. Non sapevo cosa significasse avere le nausee di mattina. Non capivo quanto la gravidanza possa essere difficile e a volte spaventosa per la maggior parte delle persone. Non sapevo cosa significasse restare svegli tutta la notte per varie settimane di seguito per poi essere svegliata la mattina da un bambino di due o tre anni molto riposato. Non avevo mai pensato a tutte queste cose. Non conoscevo la pena di chinarsi preoccupata a morte su un figlio malato. Non sapevo come ci si sente a preoccuparsi continuamente per il futuro e la formazione di un figlio. Ecco, ero sicura di me e ignorante. Poi ho avuto un figlio. Ho avuto il mio primo figlio e me ne sono innamorata perdutamente.

COME LA MAGGIOR PARTE DELLE MADRI CON I LORO PRIMI FIGLI ERO METICOLOSA SU TUTTO
Mi assicuravo di leggere per lui 40 ore al giorno, gli insegnavo il linguaggio dei segni, preparavo tutte le sue pappe, lo portavo fuori ogni giorno, e leggevo ogni libro sull'essere genitori, per assicurarmi di non rovinarlo a vita. Ma guardando indietro ero davvero sopraffatta. Vedete, quando una donna si sposa ed ha un figlio, la vita che prima conosceva cambia completamente. La tua vita non è più solo tua, per sempre. Sei interamente responsabile per un altro essere umano. Mi ricordo di aver pensato, la prima volta che si ammalò: "Se non lo porto io dal dottore non lo farà nessun altro." Devi prendere decisioni importanti su cose come vaccini, scelta della scuola, parto naturale o pilotato, allergie, strategie parentali (sculacciare o non sculacciare), problemi a dormire, capricci, problemi alimentari,, ecc. ecc. Non c'è un barometro nella maternità. Non ricevi una medaglia alla fine della giornata che ti dice: "Brava, hai gestito bene quella crisi!" oppure: "Bene! ottima scelta per la vaccinazione!" oppure: "Gran bel cambio di pannolino!". Quindi per la prima volta, nella vita di molte donne ci si trova davanti a uno scenario da primo giorno di scuola solo che i libri di testo sono al livello del tuo post-dottorato.

SEMBRA CHE INTORNO ALLA SCADENZA DEL SECONDO ANNO, LA MAGGIOR PARTE DELLE PERSONE SI ARRISCHI AD AVERE UN ALTRO FIGLIO
Ci sono: ecco perché la maggior parte delle persone non va oltre il limite dei due figli. Si lo so, alcuni dicono che è per altre ragioni tipo: finanze, gravidanze difficili o addirittura pericolose. Però, quando parli seriamente con una donna scorgi in lei la solitudine e il desiderio di avere altri figli. Probabilmente lei neanche lo sa. Quanto a me, ho avuto il mio primo figlio al quale ho dato tutta la mia attenzione. Poi ne ho avuto un altro al quale sentivo che avrei dovuto dare tutta la mia attenzione. Questo era davvero un compito impossibile. Chi può farcela? Mi ricordo quando dovevo andare da qualche parte e facevo in modo di avere un esercito di persone ad aiutarmi. Veramente. Ammiravo le madri di famiglie numerose e mi sentivo inadeguata accanto a loro. Ero allo zoo con i miei due bambini e sei delle mie sorelle ognuna a reggere qualche gamba e braccio e possibilmente anche respirare per loro se ce ne fosse stato bisogno. Poi vedevo madri di dieci figli... Senti questa: da sole allo zoo!... e anche sorridenti.
Quando vivevamo in Oklahoma mettevo nel bagaglio abbastanza giocattoli perché nelle otto ore di viaggio avessero qualcosa di nuovo da guardare ogni 2,3 minuti. Era ridicolo. A messa ci portavamo un buffet, così che non passasse un attimo in quell'ora senza che potessero mangiare o guardare qualcosa. Non guidavo MAI per più di un'ora da sola perché: potrebbe piangere o qualcosa del genere, cosa che non doveva succedere. E' la prima volta da quando sei madre che ne hai uno che gattona e in più un neonato. Mia madre dice sempre che la maggior parte dei bambini diventa normale al loro primo compleanno. Il che significa: questa cosa l'ho vista e rivista. Tu hai questo bambino dolce bello innocente che fa tutto ciò che dovrebbe per il suo primo anno di vita e poi... qualcosa succede. Comincia ad avere le sue opinioni. Come osa pensare da sé? Improvvisamente fa capricci in pubblico, inarca la schiena, si sdraia per terra, si arrampica su qualsiasi cosa, va a pescare nel water, diventa un mangiatore schizzinoso. Loro sono un disastro e tu sei un disastro. Mi ricordo una mia cara amica che piangeva sulle foto del suo bambino da piccolo per la metamorfosi subita nel suo secondo anno di vita. Mai prima di allora ti eri trovata davanti a continue decisioni su come gestire quel polipo che ti ritrovi in casa. In più hai un neonato per il quale il cuore della notte è il momento di massima attività. Nota bene: il gattonatore che ha dormito nella stanza accanto per 13 ore di fila non essendo informato si sveglia comunque per far festa alle sei di mattina. Come faceva a non sapere che tu hai preso sonno solo alle 5 e mezzo? Davvero, chi continuerebbe a fare una cosa del genere? Sei così stanco e sopraffatto che tu sai che Dio non può volere che uno viva in quel modo.
E tu ti trovi a dire: "Non sono in grado di essere una buona madre per i due che ho, perché dovrei farne altri?" "Non riesco a immaginare di sentirmi così per il resto della mia vita." "Posso usare i miei talenti in modi più produttivi che non siano avere altri bambini". "Ero molto più paziente prima di avere dei figli" "Non sono utile a nessuno in questo stato".
Questa vocina nella tua testa non viene da Dio. E' il demonio che prova a scoraggiarti dal fare il più importante lavoro che tu possa mai fare. Vedi, come ogni nuovo lavoro, qualcosa comincia a cambiare dopo due bambini, (alcuni dicono dopo tre, ma la maggior parte due). Cominci a abituarti al tuo nuovo lavoro. Tutte le tue piccole paure e domande non sono più costantemente presenti. Cominci a vedere fasi nei tuoi bambini e sai che normalmente "anche questo passerà". Cominci ad avere una pacifica accettazione della tua "promozione" e cominci a vederla in questo modo. Come facevo a sentirmi più stanca con un bambino di quanto non lo sia adesso con sei? Perché non è più un problema guidare per otto ore da sola con tutti i miei figli ma fino a pochi anni fa non avrei guidato per 30 minuti con uno solo? Come mai adesso riesco a fare tre ore di viaggio per andare a trovare mia madre e ogni figlio si accontenta di un solo libro per tutto il viaggio quando in passato avevano un giocattolo per ogni 5 minuti e i viaggi erano così faticosi e snervanti?

TU COMINCI A CAMBIARE
Cominci a vedere ogni figlio molto diversamente. Cominci a guardare il più grande non come a uno di cinque anni, ma con la prospettiva, del tutto nuova, di uno che vivrà a casa ancora solo per altri 13 anni. Ti godi la loro infanzia, e sei consapevole che la maggior parte delle cose che fanno sono fasi. Ti accorgi di quanto vola il tempo, e cerchi di rallentare. Tu sai che possono dormire o non dormire, e anche se non dormono, improvvisamente e stranamente diventa: "Va bene uguale". Perché succede questo? Quando avevo solo Dominic mi dovevo alzare nel mezzo della notte, io ero veramente la persona più stanca di tutta l'America. Davvero. Avevo bisogno di due sonnellini durante la giornata perché mi sentivo davvero molto stanca. Ma poi ti adatti. Ora non mi sento più così stanca come quando avevo solo un bambino. Tu vai avanti e Dio ti fa andare avanti.

UNA MADRE DI NOVE FIGLI MOLTO SAGGIA MI DISSE UNA VOLTA: "I GIORNI SONO LUNGHI MA GLI ANNI SONO BREVI".
Vorrei cambiarlo in: "Alcuni giorni sono lunghi, ma gli anni sono davvero troppo brevi." Cominci a vedere come le cose cambiano da una stagione all'altra. Ti ritrovi a dire: "Solo l'estate scorsa gli piaceva correre in bici fuori, ora è più tranquillo e vuole stare dentro mentre noi usciamo." Vedi, queste sono le lezioni alla scuola della maternità. Con ogni nuovo figlio hai una promozione. Dio ci cesella e ci rifinisce e ci fa belle. Perché le madri di famiglie numerose sono edificanti? Perché ci piace star loro vicino? Non fraintendetemi, non voglio dire che le madri due figli non hanno niente da insegnarci. Non è questo che voglio dire. Quello che voglio dire è che in ogni lavoro la persona che è stata lì più a lungo e ha più esperienza è piuttosto saggia. Ci sono persone che vorrebbero dei figli ma non possono avere. Le persone forse non sono sagge a meno che non abbiano figli e specialmente molti figli? No, niente affatto. Tutti hanno qualcosa da insegnare. Non sono qui a darmi pacche sulla spalla (sono ancora in mezzo al guado). Sono qui solo per incoraggiare e semplicemente per dire: "Vai avanti." Il mondo ti dice di fermarti. Ma il mio punto è semplicemente: se sei stata benedetta con il dono della fertilità per favore, mostralo al mondo. Se per qualche ragione Dio decidesse di non mandarci più figli, io prego che noi sappiamo spendere le nostre vite per glorificarlo in qualunque strada ci voglia portare. Ho molti amici e parenti che ancora non hanno figli e che danno gloria a Dio magnificamente con le loro vite e la loro apertura all'adozione e altre grandi cose. Io scrivo per incoraggiare madri giovani e meno giovani ad andare avanti.

UNA VITA IN PIÙ, UN'ANIMA IN PIÙ, UNA NUOVA PERSONA IN PIÙ
Le possibilità di una nuova persona incredibili. Incontro così tante donne che vorrebbero aver avuto più figli, ma non ne ho mai conosciuta nessuna che rimpianga di averne avuti troppi. Dio ha dato alle donne il dono della fertilità per pochi anni della vita con la prospettiva dell'eternità. Io prego di far tesoro di questo dono e di usarlo saggiamente. Mio fratello Dominic era il settimo nella nostra famiglia. Come facevano i miei a sapere, quando è nato, che diciotto anni dopo lui si sarebbe occupato di mio padre durante i suoi ultimi giorni di vita su questa terra? Le scene che ho visto di Dominic e mio padre ancora mi fanno piangere. Vedere un giovanotto robusto di 18 anni sollevare suo padre invalido dalla sua sedia a rotelle dandogli una così bella dignità. Vedevo Dominic voltarsi e piangere così spesso. Era commovente. Quale dono e privilegio ha avuto Dominic nel prendersi cura di lui. Lo zio di John, Fran è il decimo di dodici figli. E' un medico e ha passato molti anni lavorando come volontario in Australia tra i più poveri dei poveri. Ha risanato le vite delle persone con il dono della medicina. Ha ridato la vista e l'udito a centinaia di persone, ha cambiato così tante vite. Io credo che ogni lavoro è importante, ma niente è più importante che portare anime in questa terra con la possibilità di un'esistenza eterna con Dio per sempre. Io ti prego, donna, di renderti conto di quanto sei privilegiata a poter mettere al mondo dei figli. Doniamo a Dio il nostro essere senza riserve e lasciamo che sia Lui a scrivere la storia della nostra vita e delle vite che Lui sceglie di donare. Per qualche ragione Dio non ci rivela il finale della nostra storia. Perciò ci dobbiamo fidare. Come diceva Madre Teresa: "Voglio essere una matita nella Sua mano."

Fonte: Il Babirussa, 27/12/2013

6 - LA VERGOGNOSA PERSECUZIONE DEI FRANCESCANI DELL'IMMACOLATA
La nuova inquisizione catto-progressista... Ma il Papa lo sa?
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 5 gennaio 2014

Ma il Papa sa quello che – a nome suo – stanno facendo ai "Francescani dell'Immacolata"? Appena due giorni fa Francesco ha giustamente proclamato che "il Vangelo non si annuncia con le bastonate, ma con amore e gentilezza".
Eppure sui Francescani dell'Immacolata – senza alcun motivo e alcuna colpa da parte loro – si è abbattuta una tempesta di bastonate. Stanno radendo al suolo quello che è uno dei pochi ordini religiosi vivi, ortodossi e pieno di vocazioni (stimato e sostenuto da Benedetto XVI).
Il peggio è che la distruzione viene perpetrata in nome di Francesco. Ma è mai possibile che il Papa della gentilezza approvi questi metodi e questa persecuzione?
 
COLPISCONO I MIGLIORI
Fra l'altro i "Francescani dell'Immacolata", nel disastro generale degli ordini religiosi (senza vocazioni, spesso in crisi dottrinale e disciplinare, con molti noti errori), dovrebbero essere portati ad esempio: infatti loro vivono radicalmente la povertà, vivendo solo di carità, hanno molte vocazioni, conducono una vita fortemente ascetica, fanno tante opere di carità per i poveri e i diseredati, annunciano la Buona Novella con zelo missionario e sono obbedienti alla Chiesa (in questi mesi di repressioni subiscono tutto con mitezza e nel silenzio).
Molti fedeli sono scandalizzati dall'accanimento con cui vengono colpiti. C'è gente che piange per i forzati allontanamenti di questi buoni frati dalle comunità dove hanno lavorato fino ad ora.
Io non ho mai avuto a che fare con loro, ma, da osservatore imparziale, li ammiro. E mi chiedo: perché tanta durezza contro religiosi che per i fedeli rappresentano un grande esempio di vita e un vero riferimento spirituale?
Eppure non si è avuto un tale accanimento nemmeno nei casi di religiosi, preti e teologi in cui c'erano grossi problemi di dottrina, disciplina e altro.
Il post-Concilio, per esempio, fu una catastrofe. A decine di migliaia buttarono l'abito religioso: "Si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnata" affermò Giovanni Paolo II, "si sono propalate vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni, si è manomessa anche la Liturgia; immersi nel 'relativismo intellettuale e morale' e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall'ateismo, dall'agnosticismo, dall'illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico senza dogmi definiti e senza morale oggettiva".
 
IL DISASTRO DEI GESUITI
Anche la Compagnia di Gesù, come Bergoglio sa bene, è stata nella tempesta e alcuni suoi membri hanno alimentato la confusione teologica. Eppure non sono mai stati presi provvedimenti come quelli adottati oggi contro i "Francescani dell'Immacolata".
Secondo le statistiche ufficiali dal 1965 (quando finisce il Concilio) al 2005, i membri della Compagnia di Gesù (i gesuiti) sono crollati del 45 per cento, i salesiani del 24 per cento, i Frati minori del 41 per cento, i Cappuccini del 29 per cento, i Benedettini del 35 per cento, i Domenicani del 39 per cento.
Al contrario i "Francescani dell'Immacolata", famiglia religiosa nata negli anni Settanta da padre Stefano Maria Manelli e da padre Gabriele Maria Pellettieri, hanno attratto subito tante vocazioni.
Riconosciuti dalla Chiesa nel 1990, con decreto pontificio del 1998, oggi sono circa 400 frati in 55 case nel mondo e altrettante suore con 47 case su tutto il globo. Anche le vocazioni – che in tutte le diocesi languono – fra loro crescono a ritmi impressionanti. Davvero una comunità benedetta da Dio.
Così l'11 luglio scorso la Congregazione vaticana dei religiosi ha deciso di colpire col commissariamento questa fiorente famiglia religiosa.
 
PERSECUZIONE
Da allora al fondatore, padre Stefano M. Manelli, è stato imposto l'isolamento (i suoi frati non possono né scrivergli, né telefonargli, né andare a trovarlo, né parlargli in alcun modo); tutti i frati che avevano ruoli di responsabilità sono stati esiliati in luoghi remoti, spesso all'estero; i movimenti laicali legati alla congregazione sono stati ibernati; il seminario è stato chiuso e sono state sospese le ordinazioni diaconali e sacerdotali.
Il commissario non ha potuto prendere in pugno le riviste dell'ordine perché appartengono ai laici, così ha proibito ai religiosi della congregazione di collaborarvi. In sostanza si è usato il pugno di ferro.
Nessuno può credere che il Pontefice della tenerezza abbia voluto o autorizzato una cosa simile. Troppo grande sarebbe la contraddizione fra il suo insegnamento ("amore e gentilezza, non bastonate") e la pratica concreta che ricorda i fantasmi dell'Inquisizione.
E' pur vero che in passato l'Inquisizione, i cui metodi furono spazzati via grazie a Joseph Ratzinger, nel corso della sua storia colpì diversi santi.
L'ultimo fu padre Pio. Com'è noto il santo cappuccino, fra 1960 e 1961, dovette subire – sotto il cosiddetto "Papa buono" – provvedimenti restrittivi e punitivi molto duri. Erano del tutto ingiusti, come poi ha dimostrato la piena riabilitazione voluta da Paolo VI e la canonizzazione del frate stigmatizzato fatta da Giovanni Paolo II.
Ma fa un certo effetto che si perseguitasse un santo come lui, proprio mentre nella Chiesa si portavano in palmo di mano teologi come Karl Rahner che Roncalli nominò fra i consultori del Concilio Vaticano II.
Rahner ha avuto un'influenza assai nefasta nella teologia post-conciliare (basti dire che Hans Kung è stato il suo degno allievo). La sua teoria dei "cristiani anonimi" fu un autentico veleno.
Tuttavia Rahner è intoccabile anche oggi. Ci sono teologi che si permettono di mettere in discussione i dogmi della fede cattolica, la Madonna e i santi. Ma Rahner non si può discutere.
Invece fra le coraggiose iniziative di riflessione teologica che i "Francescani dell'Immacolata" hanno intrapreso negli anni passati c'è stato proprio un convegno di studi intitolato significativamente "Karl Rahner: un'analisi critica". In netto contrasto con la "teologia progressista" oggi dominante.
 
INQUISITORI SINISTRI
Molti sospettano che fatti del genere abbiano contribuito a mettere i "Francescani dell'Immacolata" nel mirino del potere clericale, dove oggi siedono ecclesiastici che hanno avuto trascorsi nella "Teologia della liberazione", come il cardinale brasiliano João Braz de Aviz che è proprio il capo della Congregazione vaticana che ha deciso il commissariamento.
In un'intervista di qualche tempo fa il prelato ha raccontato come visse quella fase della sua vita, ma curiosamente lì non ha fatto sua la condanna degli errori della Teologia della liberazione che fu firmata da Giovanni Paolo II e da Joseph Ratzinger.
Anzi ha affermato: "rimango convinto che in quella vicenda è passato comunque qualcosa di grande per tutta la Chiesa".
Sì, una grande catastrofe. Ecco ora nuovi disastri "progressisti", come l'annichilimento dei "Francescani dell'Immacolata". Se questi frati fossero stati seguaci di Rahner, Kung o della Teologia della liberazione, la loro persecuzione avrebbe suscitato uno scandalo sui media. Invece sono fedeli alla Chiesa, dunque nessuno li difende.
C'è chi sostiene che si tratti di una sorta di vendetta trasversale contro Benedetto XVI per il "Motu proprio" che liberalizzò la messa tradizionale. Esso suscitò pesanti reazioni e opposizioni in Curia e fra i vescovi.
Mentre i "Francescani dell'Immacolata" attuarono fedelmente il "motu proprio" volendo essere in comunione col Papa. E' questa la loro colpa?
Io credo che la loro distruzione danneggi tantissimo pure l'attuale papa. Perché annichilisce un carisma prezioso per la Chiesa e perché porta acqua al mulino dei lefebvriani che hanno attaccato pubblicamente Bergoglio. Adesso costoro possono dire: "vedete, nella Chiesa di Francesco c'è posto per tutti, meno che per i cattolici".
Avendo sempre difeso il Pontefice da questi attacchi, io spero che, informato dei fatti, quanto prima egli metta fine a questa incredibile persecuzione e ristabilisca la verità e la giustizia.

Fonte: Libero, 5 gennaio 2014

7 - ELEZIONI EUROPEE: SONDAGGI CLAMOROSI IN FRANCIA
I fallimenti di Hollande fanno volare il Fronte Nationale di Marina Le Pen che i sondaggi danno come primo partito
Autore: Giuseppe Brienza - Fonte: Centro Cattolico di documentazione, 05/12/2013

C'è chi strabuzza gli occhi leggendo i sondaggi elettorali, che danno il Front National di Marine Le Pen al 24% dei consensi nella prossima tornata al Parlamento europeo divenendo, se così fosse, il primo partito francese. E non diciamo che è un voto di protesta o l'ennesima espressione dell'"anti-politica" perché il FN ha quasi mezzo secolo di storia alle spalle (essendo stato fondato nel 1972 da Jean-Marie Le Pen) e, da parecchio, si è conquistato un radicamento ampio e profondo in Francia. Quindi, non si tratta assolutamente di una formazione estemporanea ed i prossimi risultati elettorali possono influire sulle tornate che si avranno negli altri Paesi europei, creando un effetto di risonanza in grado di modificare equilibri continentali più ampi.
A spianare la strada a Marine Le Pen, succeduta nel gennaio 2001 al padre Jean-Marie nella guida del Front National, sono state anche le promesse non mantenute, in materia di sovranità economica e finanziaria, sbandierate alle ultime presidenziali dall'allora candidato socialista François Hollande.
Nell'inverno del 2012, infatti, l'attuale presidente della Repubblica Hollande, aveva promesso che, se eletto, «avrebbe chiesto di modificare lo Statuto della Bce per omologarlo a quello della Fed, prevedendo così di inserire la crescita economica come obiettivo accanto a quello della stabilità della moneta.
Inoltre, avrebbe proposto di consentire all'ESM (il Meccanismo Europeo di Stabilità, il fondo salva Stati) di accedere direttamente ai mezzi liquidi forniti dalla medesima Banca centrale europea, senza doversi indebitare sul mercato finanziario. Gli aiuti ai Paesi in difficoltà non sarebbero così gravati sulle finanze dei singoli Stati e, di conseguenza, su quelle degli incolpevoli cittadini.
Naturalmente, di questi propositi, buoni o cattivi che fossero, non se n'è fatto nulla: dissolti come un sogno». (Guido Salerno Aletta, Perché l'inconcludenza di Hollande eccita Le Pen, in Mf/Milano Finanza, 19.10.2013)
Altro capitolo che ha condotto la popolarità di Hollande ai minimi termini (è al 23% di gradimento dei francesi) riguarda la pressione fiscale. In primo luogo, già durante la campagna elettorale del 2012, Hollande avanzò la controversa proposta di portare al 75% l'aliquota marginale dell'imposta sui redditi oltre il milione di euro. Una volta giunto all'Eliseo (anche per effetto di tale promessa), fece approvare dal Parlamento a nuova maggioranza socialista l'aumento in questione, che suscitò molte polemiche da parte delle imprese e portò anche alla decisione da parte del magnate del lusso Bernard Arnault, così come del celebre attore Gérard Depardieu, di acquisire rispettivamente la cittadinanza belga e russa per sfuggire al fisco francese.
La tassa al 75% fu poi dichiarata illegittima dal Consiglio Costituzionale nel dicembre scorso, una conclusione poi ribadita dal Consiglio di Stato nel marzo 2013. Tuttavia Hollande non ha sin qui rinunciato al progetto, e lui e il primo ministro Ayrault hanno annunciato che intendono riproporlo, facendo pagare la tassa ai datori di lavoro come sostituti d'imposta, dando così nuovo impulso al cosiddetto esodo fiscale dei top manager. Secondo un rapporto dell'Istituto di statistica INSEE, l'equivalente dell'ISTAT francese, del giugno 2013, la delocalizzazione all'estero di imprese francesi non finanziarie con più di 50 dipendenti ha condotto alla perdita di 20mila posti di lavoro in tre anni. Siamo quindi arrivati, nella Francia a guida socialista, ad una disoccupazione al 10,4%, che è ai massimi da oltre 15 anni, coinvolgendo per la prima volta più di 3 milioni di persone.
Parallelamente alla demoralizzazione indotta con il Mariage Pour Tous, cioè l'equiparazione del "matrimonio" omosessuale con quello secondo natura, Hollande ha indebolito anche per via fiscale famiglia francese. Infatti, secondo dati pubblicati nel maggio scorso da Palace Matignon, è risultato che nel 2012 ben 8000 famiglie in Francia hanno pagato in tasse più del 100% del loro reddito, e per il 2013 la pressione fiscale complessiva è stimata al 46,5% del PIL.
E la vita sociale e familiare della nazione è ulteriormente perturbata da ulteriori ed innumerevoli iniziative e decisioni politiche di carattere edonistico, individualistico ed anti-tradizionale. Solo per citarne alcune la concessione generalizzata dell'apertura domenicale per negozi e grandi magazzini, il varo della legge volta alla sostituzione dei termini "padre" e "madre" con "genitore 1 e 2" nella modulistica pubblica, per finire con le proposte dell'attuale ministro per l'educazione Vincent Peillon, per cambiare l'insegnamento religioso nelle scuole statali con una materia d'odore laicistico-massonico denominata "religione civile repubblicana" della religione cattolica (è questo a cui mira l'introduzione della c.d. Carta della laicità).
Il FN, soprattutto nelle sue più giovani leve impersonate fra gli altri da Marion Maréchal Le Pen, nipote di Jean-Marie Le Pen, eletta lo scorso anno – a soli 22 anni di età – a furor di popolo all'Assemblea Nazionale francese, sta interpretando al meglio la reazione del popolo francese alla deriva filo-omosessualista ed anti-familiare in corso. Dimostrata ad esempio dall'esecutivo con il proditorio arresto per "sedizione" di quel giovane, Nicolas Bernard-Buss che, il 16 giugno scorso, manifestando pacificamente a Parigi contro la legge sui "matrimoni gay" si è visto manganellare ed incarcerare dalla polizia. Dopo quasi un mese è però riuscito ad uscire di galera ed è stato accolto nella capitale da migliaia di persone guidate dai diversi gruppi mobilitati intorno al grande movimento della "Manif pour tous".
Il giorno della liberazione di Bernard-Buss Marion Maréchal-Le Pen ha pubblicato sul sito del Front un comunicato, naturalmente non ripreso dai maggiori media, nel quale pur felicitandosi con il giovane per la «felice notizia» della sua liberazione, ha denunciato l'Amministrazione Hollande di aver svelato il suo vero volto d'intolleranza commettendo questo grave abuso. Con l'affaire Bernard-Buss, ha affermato nel comunicato la giovane deputata francese, eletta nella terza circoscrizione di Vaucluse, «il Governo s'è alla fine tradito permettendo all'ingiustizia ed alla repressione di avere la meglio nel Paese in nome dell'ideologia di una parte politica […]. Gli eventi seguiti all'introduzione del matrimonio e dell'adozione omosessuale hanno colpito indegnamente la struttura della democrazia francese nello stesso momento in cui la Francia precipita sempre più nell'insicurezza dei suoi cittadini e nel lassismo giudiziario» (Marion M.-Le Pen, Libération de Nicolas: nous ne sommes pas prêts d'oublier!, in http://www.frontnational.com, 10 luglio 2013).

Fonte: Centro Cattolico di documentazione, 05/12/2013

8 - EDUCAZIONE SESSUALE IN SVIZZERA CON LA SEX BOX
Inizia il progetto sperimentale con un kit contenente pene e vagina di peluche per abituarsi all'atto sessuale sin dalla prima infanzia
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 24/11/2013

Sex box. Non si tratta di qualche gadget acquistabile in un sexy shop, bensì di un kit "formativo" destinato alle maestre di asilo di alcune zone della Svizzera per svolgere lezioni obbligatorie di educazione sessuale a detrimento dei bambini in età prescolare.
Per ora l'esperimento riguarda solo il Canton Basilea e alcuni comuni di Appenzello e San Gallo ma nel 2014 tali corsi potrebbero estendersi alla Svizzera tedesca, a quella francofona e al Canton Ticino, a due passi da casa nostra.
L'iniziativa è dell'Ufficio federale della sanità pubblica in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione. Sul sito dedicato da questo Ufficio all'educazione sessuale (amorix.ch) alla voce "Nozioni di base" si cita l'estratto di un documento dell'International Planned Parenthood Federation, una delle principali agenzie internazionali filo-abortiste al mondo, in cui si spiega che "l'educazione sessuale come approccio basato su diritti fornisce ai giovani le conoscenze essenziali, le capacità, le competenze e i valori di cui hanno bisogno per conoscere la loro sessualità, provando piacere fisico, psichico ed emozionale". Il solito concetto di sessualità come ricerca "responsabile" del piacere, avendo cura di tenere fuori dall'amplesso il figlio e pure l'affetto per l'altro partner.
Sempre sul sito, alla voce "Educazione", si chiarisce – in un traballante italiano – che per l'infanzia "l'educazione sessuale dovrebbe essere parte integrante dell'educazione primaria, poiché i bambini sono esseri sessuali dalla nascita con bisogni, desideri, atti sessuali e le esperienze che ne derivano". L'espressione "esseri sessuali" rimanda al mondo animale e, intesi come animali, i bambini non possono che vivere di bisogni e impulsi da soddisfare.
Poi si forniscono indicazioni pratiche in merito all'educazione sessuale dei bambini in età infantile: "Si gioca al dottore. Comincia una piacevole esplorazione del proprio corpo. Si fanno giochi di ruolo: famiglia, sposarsi, baci, eventualmente rapporti sessuali. Cominciano le amicizie intime". Tra i contenuti proposti troviamo "Percepire il corpo in modo ludico" e "Disegnare le parti del corpo, inclusi gli organi sessuali".
Per i più grandicelli, circa dai 6 ai 10 anni, si parlerà tra gli altri argomenti di masturbazione, di preservativi, di orientamento sessuale e infine di "prima mestruazione, prima eiaculazione". Curiosa accoppiata questa, quasi che la prima eiaculazione fosse cosa necessaria e naturale come il primo mestruo. Poi si suggerisce agli educatori di tenersi pronti per rispondere alle classiche – secondo loro - domande dei bambini tra cui: "Quando si è maturi per 'scopare' [sic]?". I bambini svizzeri devono essere particolarmente – diciamo così – disincantati se fanno domande di questo tenore oppure i cervelloni dell'Ufficio della sanità pubblica hanno qualche problema di devianza.
Per i 13-15 anni si metterà a tema la contraccezione, l'aborto, la "molteplicità sessuale (omosessualità, eterosessualità, bisessualità)". Tenersi pronti poi a risponde a domande piccanti quali: "Anche le ragazze possono avere 'sogni bagnati' [sic]?; Come raggiunge un orgasmo una ragazza? Come si diventa un buon amante? Di che misura è mediamente un pene? Qual è la posizione migliore nel fare sesso? Quante ce ne sono? Che cosa si fa con un vibratore? Come ci si accorge che il sesso è soddisfacente? Come ci si accorge che anche lui/lei lo desidera? Ingoiare lo sperma fa ingrassare?". Agli educatori viene consigliato non di rispondere in modo astratto, bensì attingendo alla propria e personale "biografia (sessuale)". A questa età poi si parlerà di "pianificazione familiare", "costituire una coppia, viverla e la fine della stessa (morale della negoziazione [sic])" e di "Molteplicità sessuale / anche intersessualità e transessualità".
Naturalmente in questo progettino horror sull'educazione sessuale manco l'ombra di un accenno a temi quali la castità, la donazione di sé, il valore della procreazione e l'affettività.
Torniamo al sex-box, uno degli strumenti di questa campagna "educativa" per l'infanzia. In esso troviamo oggetti quali peni di legno e in gomma piuma, vagine di pelouche (clicca qui se vuoi vedere un esempio di sex-box); poi manuali dove si spiega che i bambini devono essere incoraggiati a toccarsi, a giocare nello scoprire l'uno il corpo dell'altra. Come "sussidiario" viene anche usato il libro "Lisa und Jan" che sotto forma di vignette e fumetti contiene immagini a dir poco esplicite: c'è una bambina che si masturba mentre un'altra l'osserva e la imita; un bambino masturba un altro; un terzo che si tocca sotto le lenzuola mentre con una torcia elettrica illumina le parti intime; una donna che infila un preservativo ad un uomo; una bambina in piedi che si solleva l'abitino e mostra il sesso ad un suo compagno lì inginocchiato davanti a lei e un'altra che si fa la doccia e indirizza il getto d'acqua verso il pube; due bambini che si abbracciano nudi e un altro che spia dalla finestra i genitori mentre hanno un rapporto sessuale; una donna che partorisce, il tutto disegnato in modo assai realistico. Da notare: in tutte queste immagini gli organi sessuali sono sempre ben visibili e nulla è lasciato all'immaginazione del piccolo lettore. C'è poco da dire: è solo pedopornografia di Stato. Pura macelleria sessuale da far ingoiare ai bambini come se fosse un omogeneizzato. Né più né meno.
La Fondazione svizzera per la protezione dell'infanzia ha giudicato invece il libro "Lisa und Jan" adatto per i bambini dai 5 anni in su. Non stupisca questo giudizio: la Fondazione è essa stessa autrice di un libro per bambini dagli zero ai 6 anni che incoraggia l'autoerotismo e il gioco del dottore.
C'è anche il libro "Questo sono io. Dalla testa ai piedi" in cui si vedono, sempre tramite vignette colorate, due uomini guancia a guancia e poi una donna che bacia sulla guancia un'altra.
Pierre Felder, direttore per il Ministero della Pubblica Istruzione delle scuole primarie e secondarie, dopo le polemiche accese dal sex box, ha pensato di buttare acqua sul fuoco, non accorgendosi che invece l'acqua era benzina: "I modelli di organi sessuali di peluche […] non verranno in nessun caso mostrati ai bambini dell'asilo […] ma solo nelle scuole medie." In effetti un bambino di 11 anni sembra proprio essere pronto per passare dall'orsacchiotto di pezza ad un altro tipo di pelouche. E il resto del materiale porno-didattico, caro dott. Felder?
Questo progetto di educazione sessuale elvetica si muove lungo le direttrici disegnate dal documento della sezione europea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità dal titolo "Standards for Sexuality Education in Europe", di cui questo giornale si era occupato pochi giorni fa nell'articolo "l'Oms gioca al dottore con i bebè": anche lì si parlava di masturbazione infantile e del gioco del dottore.
Molti genitori naturalmente sono insorti dato che le lezioni, come accennato, sono obbligatorie. Religione è materia facoltativa, la pornografia invece no. E' partita anche una petizione popolare che ha raccolto sino ad oggi 92mila firme che verranno presentate alla Conferenza dei direttori cantonali dell'educazione.
Una volta ai bambini si leggevano le favole con principi azzurri, principesse e orchi. Oggi i principi e le principesse sono rimaste nelle fiabe, mentre gli orchi sono usciti dai libri e vivono in mezzo ai nostri figli.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 24/11/2013

9 - OMELIA BATTESIMO DI GESU' - ANNO A - (Mt 3,13-17)
Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 12/01/2014)

Oggi celebriamo il Battesimo del Signore. In questa giornata ricordiamo questo avvenimento della vita di Gesù, un avvenimento carico di mistero e di preziosi insegnamenti per la nostra vita di cristiani.
San Giovanni Battista stava predicando sulle rive del Giordano e amministrava un battesimo di penitenza. Prima di tutto bisogna capire la differenza tra il battesimo di Giovanni e il Sacramento istituito da Gesù. Quello di Giovanni era solo un simbolo, un segno della conversione interiore. I pii israeliti accorrevano da Giovanni e ricevevano quel battesimo riconoscendo di aver bisogno di una profonda purificazione, di cui quel battesimo era solo un simbolo. Con quel battesimo si chiedeva perdono a Dio per i propri peccati; esso era solo una preparazione al Battesimo istituito da Gesù, il quale, invece, è un Sacramento, ovvero un segno esteriore che opera realmente questa santificazione.
Sorprende il fatto che Gesù, pur essendo il Figlio di Dio e quindi infinitamente santo, si sia sottoposto al battesimo di Giovanni. Non ne aveva evidentemente bisogno. Per quale motivo ha voluto riceverlo? Una prima risposta è che Gesù ha voluto caricare sulle sue spalle tutti i nostri peccati. Non erano certamente suoi, ma nostri, i peccati da eliminare nel battesimo. Gesù, inoltre, ha voluto darci un esempio di umiltà: se Egli, l'Innocente, ha voluto sottoporsi a quel gesto di umiltà, quanto più noi che siamo carichi di peccati?
Ai giorni d'oggi, uno dei mali più grandi è la perdita del senso del peccato. L'uomo della nostra epoca troppo spesso si sente a posto, senza peccato. Così facendo, egli commette il più grande peccato: quello di superbia e di presunzione. Dio perdona, ma, come minimo, ci deve essere il nostro pentimento. Il superbo, al contrario, si ostina sulle sue vie non buone, senza chiedere perdono e senza nemmeno rendersi conto – accecato com'è – di essere pieno di peccati.
Un primo insegnamento che possiamo trarre dalla celebrazione di oggi potrebbe essere proprio questo: avere l'umiltà di riconoscere i propri peccati e chiedere perdono a Dio. Assoggettandosi al battesimo di Giovanni, Gesù ci dà proprio questa lezione.
Un giorno, ad un santo, dissero: «Beati gli occhi che vedono il Signore!», volendo con questo lodarlo per i doni molto grandi di cui era arricchito. Egli, invece, rispose: «Beati piuttosto gli occhi che vedono i propri peccati!». Con questa risposta, il santo voleva far capire che la grazia più importante è quella di riconoscere i propri peccati e di chiederne umilmente perdono. Se mancasse questa grazia, a nulla varrebbe vedere il Signore su questa terra. Dobbiamo dunque mettere sotto i tacchi il nostro orgoglio, la nostra presunzione, la nostra superbia.
Il brano del Vangelo di oggi ci invita a riflettere sul Battesimo che noi abbiamo ricevuto. Il Battesimo ci ha cancellato il peccato originale, anche se rimane l'inclinazione al male, ci ha resi figli adottivi di Dio e ci ha conferito la grazia santificante. È il primo e il più importante dei Sacramenti: senza di esso non vi è salvezza. Quando abbiamo ricevuto il Battesimo, per bocca dei nostri genitori e dei nostri padrini, abbiamo rinunciato a satana e al peccato e abbiamo professato la Fede. Una volta diventati grandi, dobbiamo personalmente rinnovare queste promesse.
È necessario, però, che il battezzato verifichi ogni giorno il suo comportamento di nato alla grazia, di figlio di Dio. Per questo motivo, noi tutti dobbiamo ricorrere frequentemente anche al sacramento della Confessione. Il Battesimo si riceve una volta nella vita, la Confessione molte volte, ogni volta che andremo da un sacerdote e chiederemo sinceramente perdono.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 12/01/2014)

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