BastaBugie n�346 del 25 aprile 2014

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1 OBBEDIRE E' MEGLIO: IL NUOVO LIBRO DI COSTANZA MIRIANO
Parlo dei miei amici che mi hanno insegnato l'obbedienza: alla propria realtà, alla vita, alla vocazione, al matrimonio, ai figli
Autore: Camillo Langone - Fonte: Il Foglio
2 UN DIOS PROHIBIDO: FINALMENTE IN DVD IL FILM SUGLI EROICI MARTIRI SPAGNOLI
La testimonianza di fede dei 51 frati barbaramente uccisi dal Fronte Popolare in odio alla fede cattolica nel 1936 nella guerra di Spagna
Fonte: FilmGarantiti.it
3 NO GLOBAL, ANTAGONISTI, BLACK E BLUE BLOCK DEVASTANO IL CUORE DI ROMA: CHE FARE?
Non si può continuare a fare nulla... Mentre i telegiornali fissano l'attenzione solo sull'agente che calpesta una manifestante...
Autore: Antonio Di Leo - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
4 PERCHE' E' COSI' IMPORTANTE LA FAMIGLIA NATURALE
12 domande e risposte su ideologia gender, omofobia, matrimoni contro natura, ecc.
Fonte: La Manif Pour Tous - Italia
5 LA METAMORFOSI DEI FRATI FRANCESCANI DELL'IMMACOLATA
L'esempio di Ferrara dimostra che è stato distrutto in un anno il più fiorente ordine francescano dei nostri tempi
Fonte: Amici del Timone di Ferrara
6 UNGHERIA: FALSI MITI SU VIKTOR ORBAN, IL LEADER CHE STA IN EUROPA SENZA RINUNCIARE ALL'IDENTITA' CRISTIANA
Da sinistra lo giudicano un dittatore, da destra lo venerano per una politica economica che non ha mai fatto, ma in realtà...
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 L'EUROPA TRA SODOMA E GOMORRA
Danilo Quinto, ex tesoriere del Partito Radicale, svela le strategie che stanno dietro ai progetti di ingegneria sociale in atto nel mondo per distruggere la civiltà cristiana
Fonte: Notizie Provita
8 LETTERE ALLA REDAZIONE: PAPA FRANCESCO RIBADISCE CHE IL MATRIMONIO E' PER TUTTA LA VITA
Il Papa critica la cultura del provvisorio e ammonisce i giovani che stare insieme solo finché dura l'amore è egoismo
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
9 OMELIA II DOMENICA DI PASQUA - ANNO A - (Gv 20,19-31)
A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - OBBEDIRE E' MEGLIO: IL NUOVO LIBRO DI COSTANZA MIRIANO
Parlo dei miei amici che mi hanno insegnato l'obbedienza: alla propria realtà, alla vita, alla vocazione, al matrimonio, ai figli
Autore: Camillo Langone - Fonte: Il Foglio, 16/04/2014

Costanza, cosa preparerai di bello per il pranzo di Pasqua? Io infornerò l'agnello e spero che non si asciughi troppo, è la cosa che più mi preoccupa.
Da me il piatto forte sarà l'agnello in fricassea.
Non ricordo com'è l'agnello in fricassea.
Cotto semplicemente con olio sale e pepe. A fine cottura si aggiunge un uovo sbattuto e il succo di un limone. Una vecchia ricetta imparata come tutte dalla mamma, che a sua volta l'ha imparata da qualche donna della famiglia. Lo servirò con i carciofi, le erbe amare, la scarola...
E cosa stai preparando di bello per i tuoi lettori anzi lettrici? (Mi piace sminuire le scrittrici ipotizzando che il loro pubblico sia solo femminile mentre io mi voglio immaginare scrittore per entrambi i sessi).
A proposito di agnello ho appena consegnato alla Sonzogno un libro che uscirà a metà maggio: si chiama "Obbedire è meglio" e il sottotitolo è "Le regole della compagnia dell'agnello". La compagnia sono i miei amici che mi hanno insegnato appunto l'obbedienza: alla propria realtà, alla vita, alla vocazione, al matrimonio, ai figli...
Orrore! L'obbedienza ai figli?
L'obbedienza nel senso che, se sei sposato e hai figli, anche se dici o pensi di non amare più il marito o la moglie devi rimanere nella tua condizione, ubbidendo alla necessità di custodire i figli.
Adesso ho capito.
Devo anche farti notare che i miei libri non li leggono solo le femmine!
Mah. Passando ad altro: tu che vai a messa più di me e per giunta a Roma, con Papa Francesco hai notato un aumento della partecipazione? Io no, ma vivo a Parma, città straordinariamente impermeabile allo Spirito.
Devo dire la verità, sì. Nella parrocchia dove vado a messa tutte le mattine c'è davvero più gente. Io prima ero molto fiera di essere Miss Messa, sai, mi piace vincere facile, ero l'unica under settantacinque... Invece ultimamente almeno una decina di nuove persone si sono aggiunte. Non è una folla, ma è un aumento sensibile.
E riguardo le confessioni? Il Papa punta molto sulla confessione, trovo molto importante la foto in cui si confessa inginocchiato: non capisco cosa possa fare di più per rilanciare questo sacramento.
Non sono in grado di dire se le confessioni siano aumentate, dovrei chiedere a padre Maurizio Botta o a padre Emidio Alessandrini, due fra i tanti che a Roma trascorrono ogni giorno ore e ore a confessare. Però posso dire che facendo delle interviste per Rai Vaticano ho raccolto testimonianze di persone che grazie a questo Papa non hanno più paura di avvicinarsi al confessionale.
Io saranno vent'anni che non mi confesso, ogni domenica ci penso se non altro perché vorrei comunicarmi, poi lascio perdere perché odiare odio meno, ma disprezzare disprezzo sempre tanto. E mentre so che odiare non va bene, non sono tanto sicuro che disprezzare persone disprezzabili non sia giusto.
Dovresti confessarti: attraverso il sacramento Dio ci guarisce. Non è per chi ha superato il problema, ma per chi ne soffre. I sacramenti sono per gente disperata, fiacca, traditrice. La confessione non è la terapia, è la tac, la risonanza magnetica, l'accertamento medico. La terapia è l'obbedienza alla nostra realtà.
A proposito di persone disprezzabili, tu conosci, a parte monsignor Luigi Negri, qualche uomo di chiesa che negli animalisti riconosca i nemici dell'uomo, gli eterni gnostici?
Be', conosco un prete che ha insegnato a mio figlio a sparare agli uccelli.
Sparare agli uccelli? Fantastico!
Ha portato Tommaso in cima al campanile e hanno sparato ai piccioni col fucile.
Purtroppo è vietato e non ti chiederò il nome di quel prete meraviglioso. Oggi è pieno di persone che si dicono cristiane e poi scopri che sono vegetariane. Se a Pasqua incontri qualcuno che si rifiuta di mangiare l'agnello tu cosa gli dici?
Gli dico che se vuole essere vegetariano faccia pure, ci sono tante patologie psichiatriche in giro, e poi visto da vicino nessuno è normale. Gesù la carne la mangiava, Dio ce l'ha data per nutrirci e non possiamo essere più sapienti di Dio. Gli direi anche che, certo, è bene non maltrattare gli animali per il gusto di farlo, ma mangiarli è perfettamente nel disegno di Dio, mentre nessuno si preoccupa dei bambini uccisi quando stanno al sicuro sotto il cuore della loro mamma. Un vegetariano che non sia antiabortista è ridicolo.
Tu pensi che il Papa riuscirà a impedire apostasia e apocalisse? Io ad esempio non capisco perché non abbia chiuso lo Ior e buttato via la chiave. Speravo che il proscioglimento di Gotti Tedeschi rendesse evidente a tutti la natura irredimibile dello Ior che lo aveva calunniato.
Gotti Tedeschi è una persona della cui onestà e competenza non ho mai dubitato perché lo conosco personalmente, e anche se non so niente né di Ior né di finanza mi era molto dispiaciuto il trattamento che aveva subìto. Sono contenta che la giustizia gli abbia dato ragione. Mi piacerebbe che il Papa lo incontrasse e gli desse modo di spiegarsi anche con lui.
Ma tu sei ottimista o pessimista? Il figlio dell'uomo, quando tornerà, troverà la fede sulla terra?
Non lo so, se lo chiedeva anche Gesù. Io penso che ci siano domande di cui non mi devo occupare, sai quella frase che sta sui gadget cattolici? "Dio esiste ma non sei tu, rilassati". Ecco, io sono rilassata su queste questioni. Piuttosto sono molto molto preoccupata di fare bene la mia parte nel disegno divino.
Cercherò di rilassarmi, e di cuocere bene l'agnello.
Buona Pasqua, Costanza.
Buona Pasqua, Camillo.

Nota di BastaBugie: per informazioni sui precedenti libri di Costanza Miriano clicca nei link seguenti
1) SPOSATI E SII SOTTOMESSA
Pratica estrema per donne senza paura
Conferenza di Costanza Miriano e Mario Palmaro
http://www.amicideltimone-staggia.it/it/edizioni.php?id=2
2) SPOSALA E MUORI PER LEI
Uomini veri per donne senza paura
Conferenza di Costanza Miriano e Giorgio Carbone
http://www.amicideltimone-staggia.it/it/edizioni.php?id=56

Fonte: Il Foglio, 16/04/2014

2 - UN DIOS PROHIBIDO: FINALMENTE IN DVD IL FILM SUGLI EROICI MARTIRI SPAGNOLI
La testimonianza di fede dei 51 frati barbaramente uccisi dal Fronte Popolare in odio alla fede cattolica nel 1936 nella guerra di Spagna
Fonte FilmGarantiti.it, 1° aprile 2014

Un Dios prohibido è una storia tutta vera. Si svolge nell'agosto del 1936, pochi mesi dopo lo scoppio di quella Guerra civile che a lungo era incubata dopo l'instaurazione, il 14 aprile 1931, della cosiddetta Seconda repubblica spagnola, presto divenuta un vero e proprio regime liberticida con tutto il suo corollario di vessazioni anticlericali e di persecuzioni religiose.
A Barbastro, un borgo della provincia aragonese di Huesca allora popolato da 8mila anime (oggi ne conta circa 15mila), 51 Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria, detti clarettiani dal nome del fondatore, sant'Antonio María Claret y Clará (1807-1870), furono barbaramente uccisi dal Fronte Popolare in odio alla fede cattolica che professarono senza compromessi, reticenze e rinunce.
Fu proposta loro la libertà se avessero rinnegato la propria fede. Nessuno accettò. Sopportarono pazientemente ingiurie, maltrattamenti, privazioni. Insieme si prepararono al martirio pregando e incoraggiandosi a vicenda. Perdonarono i propri carnefici e andarono incontro alla morte cantando e gridando «Viva Cristo Re!» e e «Viva il Cuore di Maria!».
La pellicola ne racconta le ultime settimane di vita prima della fucilazione. Un film bello (alla cui realizzazione ha partecipato, finanziariamente e non solo, pure l'ordine dei clarettiani), ma soprattutto forte nei contenuti e politicamente scorretto con naturalezza in quel suo semplice narrare una storia emozionante di virtù eroiche.
"Nel complesso, i martiri cattolici mietuti dalla persecuzione che ha accompagnato ma pure preceduto la Guerra civile spagnola sono una legione. Papa Francesco ne ha esaltati all'onore degli altari 522 il 13 ottobre: con loro, il conto totale sale a 1.512 beatificati e 11 canonizzati. In tutto, la persecuzione anticattolica ha causato in Spagna 6.832 morti. Di questi, 4.184 erano membri del clero secolare, fra cui 12 vescovi (di cui 9 già beatificati) e un amministratore apostolico; 2.365 erano i religiosi; e 283 religiose. Dei laici cattolici uccisi per motivi religiosi non esistono statistiche certe, ma siamo nell'ordine delle diverse centinaia. Le violenze più intense si ebbero tra il 18 luglio 1936 e il 1º aprile 1939, quando anche il 70% delle chiese del Paese venero distrutte con profanazioni e atti palesemente sacrileghi. Per farsi un'idea di quell'abisso, resta sempre validissimo il libro di mons. Vicente Càrcel Ortì, Buio sull'altare. 1931-1939: la persecuzione della Chiesa in Spagna, Città Nuova, 1999. In questo martirologio enorme, i 51 clarettiani di Barbastro narrati in Un Dios prohibido sono stati canonizzati dal beato Giovanni Paolo II il 25 ottobre 1992". (Marco Respinti, la nuova Bussola Quotidiana 17-10-2013)
Il dvd "Un Dios prohibido" (in vendita su Amazon.it) contiene il film in lingua originale coi sottotitoli in italiano. Include anche materiale extra come: sequenze eliminate, il video del tema musicale centrale del film ed un cortometraggio sulla "Lettera di Faustino Perez" (il seminarista che redasse il saluto alla Congregazione a nome dei compagni).

Nota di BastaBugie: per vedere il trailer del film si può visitare il sito di FilmGarantiti.it al seguente link
http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=187

Fonte: FilmGarantiti.it, 1° aprile 2014

3 - NO GLOBAL, ANTAGONISTI, BLACK E BLUE BLOCK DEVASTANO IL CUORE DI ROMA: CHE FARE?
Non si può continuare a fare nulla... Mentre i telegiornali fissano l'attenzione solo sull'agente che calpesta una manifestante...
Autore: Antonio Di Leo - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17/04/2014

Sabato 12 aprile. No global, antagonisti, black e blue block devastano il cuore di Roma e lasciano il solito intollerabile bilancio di feriti, anche gravi, e di danni materiali e di immagine alla Capitale. Tempo qualche ora, e la notizia non è più questa, bensì quella dell'agente che calpesta una manifestante che già si trovava a terra. Sia chiaro: da chi difende l'ordine pubblico si pretende il massimo della professionalità, fra cui rientra anche non farsi travolgere dal nervosismo. Ma far coincidere mediaticamente, come è accaduto negli ultimi giorni, l'ennesima aggressione a una città, a chi ci vive e a chi ci transita con l'equilibrio perduto da un (uno!) poliziotto, quando tutti gli altri agenti impegnati hanno per l'ennesima volta rischiato la pelle per la sicurezza di tutti, è il consueto esercizio di manipolazione della realtà.
Volendo guardare in prospettiva, senza rassegnarsi a che a scadenze periodiche le strade delle città più importanti d'Italia offrano lo spettacolo visto venerdì scorso in via Veneto, è il caso di fissare alcuni punti.

PRIMO: IN PIAZZA QUASI SEMPRE SI INFILTRANO DEI VIOLENTI
Non sono né pochi né disorganizzati, ma si inseriscono in manifestazioni che hanno delle ragioni di protesta. Immaginare che la protesta debba esaurirsi in piazza, senza tentare mediazioni e approfondimenti prima, significa per il governo e per le istituzioni trasformare ogni problema sociale in un problema di ordine pubblico, e scaricare sulle forze di polizia questioni gravi che vanno affrontate prima e altrove;

SECONDO: ANCHE LE DECISIONI GIUDIZIARIE FANNO LA LORO
Di regola, chi esercita violenza per strada, ammesso che sia identificato e arrestato, viene rimesso in libertà dopo poche ore e, se processato e condannato, va incontro a sanzioni lievi. È evidentemente una tendenza, non una regola: la logica di tutto ciò non è giuridica, bensì ideologica. Il post68 continua a orientare le decisioni di una parte della magistratura: essere consapevoli da parte del violento che il prezzo da pagare è eventuale e – se c'è – è prossimo allo zero incentiva il fumogeno e il lancio del mattone;

TERZO: I POLIZIOTTI CHE AFFRONTANO LA PIAZZA HANNO UNA ETÀ MEDIA SEMPRE PIÙ ELEVATA E MEZZI SEMPRE MENO ADEGUATI
Fra concorsi bloccati o a rilento, turn over ridotto al minimo e risorse finanziarie costantemente tagliate, i poliziotti che affrontano la piazza hanno una età media sempre più elevata, indennità e straordinari pagati sempre meno e con sempre maggiore ritardo, mezzi sempre meno adeguati e corsi di formazione mirati alla gestione dell'ordine pubblico organizzati con sempre minore intensità. Se il governo conferma di voler affrontare certo dissenso solo in piazza, su tutto può tagliare fuorché sulle forze di polizia;

QUARTO: NON ASSUMERE RESPONSABILITÀ POLITICHE HA UN RISVOLTO ANCHE NELLA INDIVIDUAZIONE DEI LUOGHI DELLA PROTESTA
Sarebbe interessante conoscere la logica dell'aver permesso quale luogo della manifestazione di sabato la via di Roma più densamente popolata da luoghi simbolo, dal ministero dell'Industria a quello del Welfare, dall'ambasciata Usa agli alberghi più lussuosi dell'Urbe. Chi e perché ha operato queste scelte geniali? Si pensa di proseguire così anche in futuro?

QUINTO: GLI ALTRI SETTORI DELL'ORDINE PUBBLICO
Ci sono altri settori dell'ordine pubblico per i quali, a differenza della piazza, è stata ed è usata una mano più decisa, con risultati soddisfacenti: la violenza negli stadi e nelle immediate vicinanze è a livelli inferiori rispetto al passato grazie a norme che, entrate a regime, hanno prodotto effetti interessanti. È vero che la protesta di piazza è diversa dalla partita di calcio, ma la seconda può offrire qualche spunto alla prima. Per esempio, estendendo l'arresto in flagranza differita; ha funzionato per gli stadi: non si può arrestare l'ultrà violento mentre è nel mezzo di una curva, pena reazioni ancora più violente dell'intera curva, ma – esaminando i fotogrammi che lo ritraggono – lo si può arrestare a distanza di qualche ora. O ancora, introducendo reati di possesso di materiale pericoloso o di oggetti atti ad offendere (compresi gli esplosivi), ovvero il lancio o l'utilizzo di tali oggetti in modo da creare un concreto pericolo per le persone, in analogia a quanto avviene in occasione delle manifestazioni sportive;

SESTO: SE MANIFESTARE PACIFICAMENTE È UN DIRITTO, NON È VIETATO ACCOMPAGNARLO DA QUALCHE CAUTELA
Se manifestare (pacificamente e senz'armi, come recita la Costituzione) è un diritto intangibile, non è vietato – ancora una volta, in analogia con quanto avviene in altri settori meno a rischio – accompagnarlo da qualche cautela; per esempio, prevedendo, tra le prescrizioni imposte per lo svolgimento della manifestazione pubblica, la prestazione di una garanzia economica –attraverso un contratto di assicurazione – per il ristoro di danni eventualmente provocati nel corso della medesima manifestazione, e quindi negando l'autorizzazione se non si provvede a ciò. Se questo diventasse prassi ordinaria, sarebbero i promotori della manifestazione i primi a organizzare propri servizi d'ordine per evitare danni.

CONCLUSIONE: NON SI PUÒ CONTINUARE A FARE NULLA E RASSEGNARSI ALLA DEVASTAZIONE
Quello che non si può continuare a fare è fare nulla, e cioè rassegnarsi alla devastazione, esasperare le forze di polizia e continuare a negare loro ricambi e mezzi.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17/04/2014

4 - PERCHE' E' COSI' IMPORTANTE LA FAMIGLIA NATURALE
12 domande e risposte su ideologia gender, omofobia, matrimoni contro natura, ecc.
Fonte La Manif Pour Tous - Italia

1. COS'È L'IDEOLOGIA del "GENDER"?
Per "teorie di genere" ("Gender Theory") si intende un complesso di studi ed opere saggistiche prodotte soprattutto nel mondo anglosassone, a partire dagli anni '60, in diversi ambiti accademici (psicologia, filosofia, sociologia, linguistica..). Queste teorie nascono nell'ambito dei movimenti ideologici femministi per contestare il sistema tradizionale di considerazione sociale della donna, a tratti decisamente discriminatorio. Col tempo però le teorie di genere, che intanto vengono fatte proprie dai movimenti gay, arrivano ad immaginare la società ideale come quella in cui l'eguaglianza tra le persone può essere attuata solamente riconoscendo nel "sesso" una mera convenzione sociale, costruita attraverso l'imposizione di regole e norme esterne, che obbliga le persone a vivere "da maschio" o "da femmina", come se questi modi di essere avessero un reale fondamento naturale – fondamento che le teorie di genere negano. L'identità sessuale, fondata sulla realtà biologica psicofisica, è sostituita dall'identità di "genere", concetto aperto che abbandona il dualismo eterosessuale in favore della piùvasta ed arbitraria gamma di auto-rappresentazione di sé (cinque i generi principali: maschile, femminile, omosessuale, transessuale, ermafrodita, ma il governo australiano ne ha riconosciuti ufficialmente 23, mentre l'edizione americana di Facebook permette di scegliere il proprio genere tra 56 diverse opzioni); il genere è un dato mutevole, fluido, influenzato, questo sì, dal contesto ambientale e ancor più dal desiderio sentimentale individuale o dall'emotività passeggera. Nonostante le teorie di genere siano smentite dalla mole di evidenze scientifiche che ci raccontano l'assoluta naturalità di un sistema incardinato sulla complementarietà dei sessi maschile e femminile, fortemente caratterizzati ancor prima della nascita anche quanto al loro svolgersi psico-attitudinale, esse vengono oggi brandite in ambito politico nelle battaglie per i "diritti" e per l'"uguaglianza": si tratta dunque di una vera e propria nuova ideologia. L'aspetto più grave è che quest'ideologia politica viene oggi propagandata con ogni mezzo mediatico, perché le lobby che la sostengono riescono a far passare il messaggio per cui solo questa impostazione culturale ed antropologica può garantire il rispetto reciproco ed evitare situazioni di discriminazione e violenza: l'ONU e l'UE hanno preso posizioni politiche importanti in favore di quest'opera propagandistica nelle scuole tra le giovani generazioni. Noi crediamo che l'unica vera ingiustizia sia spacciare per vera e indispensabile un'ideologia che nega la realtà antropologica più evidente di tutte: che si nasce maschi e femmine, e che la complementarietà delle doti naturali dei due sessi è una ricchezza straordinaria per l'umanità intera, passaggio obbligato di ogni speranza di progresso. Educare i giovani all'idea di una "identità di genere" nebulosa e indefinita crea una pericolosa instabilità psicologica, che mette in un conflitto assurdo la sessualità corporea e quella psichica naturalmente conseguente.
 
2. COS'È IL "DDL SCALFAROTTO", COSÌDDETTO "ANTI-OMOFOBIA"?
Il disegno di legge "Scalfarotto" introduce nell'ordinamento italiano i moventi di "omofobia" e "transfobia" come aggravanti di un eventuale atto discriminatorio nei confronti di una persona. Ad oggi simili aggravanti, oltre che per generici "motivi abietti", esistono solo per i casi in cui la discriminazione sia fondata sulla razza, la religione, l'etnia o la nazionalità della vittima (per scoraggiare quelle violenze che storicamente hanno condotto ai più gravi conflitti interni alla società). Quest'iniziativa presenta due gravi problemi:
a) l'equiparazione dell'orientamento omosessuale ai sopracitati dati socio-identitari, che la legge tutela in via specialmente a motivo di una precisa esperienza storica di conflittualità, con cui l'accettazione sociale dell'omosessualità non c'entra nulla;
b) l'assenza di una definizione chiara e condivisa di cosa concretizzi un atto di "omofobia" o di "transfobia". Questa terminologia mediatica è usata oggi per ricomprendere pressoché ogni sorta di atteggiamento, psicologico oltre che materiale, che si mostri in qualche misura reticente a considerare l'orientamento omosessuale come una condizione in sé positiva e costitutiva di per sé di un valore sociale. Da ciò discende il rischio di criminalizzare anche ogni libera opinione che riguardi l'identità della famiglia o i requisiti naturali del matrimonio, così come l'opportunità di permettere a una coppia omosessuale di adottare minori o accedere alla procreazione artificiale. Su questi temi di attualità già oggi si sta consolidando un pensiero unico, dominato dal "politicamente corretto", che mette alla gogna ogni opinione dissenziente, accusandola di propagandare odio e discriminazione (si pensi al caso "Barilla"). Se il disegno di legge "Scalfarotto" fosse approvato, questo clima ideologico ne uscirebbe inevitabilmente rafforzato, ed anzi addirittura incoraggiato, e avremmo un vero e proprio reato d'opinione. In realtà, già oggi il nostro ordinamento, dalla Costituzione fino al Codice Penale, dispone di una ricca gamma di strumenti per affermare la dignità intangibile di ogni persona umana e per difenderne e tutelarne l'integrità fisica e morale.
 
3. COS'È LOMOFOBIA?
Il termine omofobia è un neologismo inizialmente utilizzato in ambito giornalistico per indicare i casi di violenza nei confronti di persone omosessuali. Il significato di questo termine è stato ampliato, fino ad includere come espressione di omofobia anche tutte le forme di pensiero, critica, obiezione o dissenso rispetto alle rivendicazioni delle associazioni LGBT. Ciò fa di questo termine un vero e proprio strumento di repressione nei confronti di chi sostiene un'antropologia differente da quella della teoria Gender, e nei confronti di chi non accetta l'imposizione mediatica, educativa e legislativa di questa ideologia.
 
4. SIETE CONTRO GLI OMOSESSUALI?
No, non siamo contro le persone con orientamento omosessuali. Rifiutiamo nel modo più assoluto qualsiasi violazione della dignità propria di ogni essere umano, a prescindere da ogni altra specificazione. La nostra battaglia non è contro nessuno; è bensì un impegno a favore ed in difesa di valori antropologici imprescindibili che appartengono a tutta la società: la famiglia, costituita da un uomo e una donna, i diritti dell'infanzia e la libertà di espressione.
 
5. COSA SUCCEDEREBBE SE VENISSE APPROVATA LA LEGGE SCALFAROTTO?
Con la Legge Scalfarotto niente più libertà di opinione in materia di famiglia, educazione, diversità: il pensiero unico imposto dalla legge è quello dell'ideologia gender. Il reato di omofobia punirebbe infatti ogni forma di dissenso da suddetta ideologia, imponendola di fatto come pensiero unico imperante in tutti gli ambiti della vita sociale, pubblica e privata. Il passo successivo sarà la demolizione dei vincoli che definiscono matrimonio e adozione, e il Ddl Scalfarotto in questo senso si muove preventivamente, sbaragliando ogni dissenso con il reato d'opinione: sarebbe punito penalmente chi dovesse sostenere la non equiparabilità di situazioni oggettivamente e costitutivamente diverse; sarebbe reato persino affermare quanto sancito dalla stessa Corte Costituzionale (sentenza 138 del 2010): «le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio». Diventerebbe reato sostenere una realtà di fatto, ovvero che la famiglia costituita da un uomo e una donna è un bene insostituibile per la crescita delle persone e per la società intera. Esprimersi a favore della famiglia e difendere il diritto di educare i propri figli secondo i propri valori sarà reato: sarà omofobia.
 
6. COSA SONO LE "LOBBY LGBT"?
Le lobby LGBT (lesbian-gay-bisexual-transexual) sono associazioni, circoli e gruppi di pressione impegnati nel promuovere le rivendicazioni proprie delle teorie di genere applicate alla "cultura gay". La più importante è l'Associazione Internazionale Lesbiche e Gay (ILGA), una struttura mondiale che riunisce al suo interno numerose altre associazioni su tutti i continenti, il cui ramo europeo è ILGA Europa. Gli obiettivi di tali organizzazioni sono molto lontani dai reali bisogni degli omosessuali, perseguendo invece finalità politiche ed economiche, basate su logiche di potere radicate nell'ideologia gay. Tali organizzazioni sono finanziate da privati, ma anche da organismi pubblici (tra cui l'UE), ricevendo il sostegno di politici che pensano di vedere in esse l'espressione di una maggioranza; in realtà rappresentano un'élite che cerca di influenzare a suo favore le scelte dei governi e dei parlamenti.
 
7. L'OMOGENITORIALITÀ INFLUENZA LA CRESCITA DEL BAMBINO?
L'ambiente di cura dei primi anni di vita ha grandissima influenza sullo sviluppo del bambino. La presenza di una coppia genitoriale uomo-donna è fondamentale per lo sviluppo dell'identità: affinché il bambino possa sviluppare una chiara idea di sé, un'identità solida e matura, ha bisogno di potersi identificare nel genitore dello stesso sesso e differenziare dal genitore del sesso opposto. Ha bisogno di scoprire attraverso di loro, che sono il suo riferimento primario, il mondo del maschile e il mondo del femminile, in termini di sentimenti, di funzionamento, di atteggiamenti e di ruoli. Se questo processo non può avvenire quotidianamente, perché la coppia genitoriale non costituisce l'immagine della complementarietà maschile e femminile, il bambino avrà difficoltà a sviluppare una chiara idea di chi egli sia, come maschio o come femmina, e ad interiorizzarla nel profondo. La sua identità può rimanere allora frammentata, confusa, fragile, a grave danno di tutta la persona.
 
8. CHI LO DICE CHE UNA FAMIGLIA DEV'ESSERE COMPOSTA DA UN UOMO E UNA DONNA?
Lo dice la nostra natura: l'essere umano tramanda la vita grazie all'unione di un uomo e di una donna all'interno di un legame stabile, creando così una famiglia. L'uomo e la donna sono complementari l'uno all'altra, non solo per le loro caratteristiche anatomiche, ma anche per quelle funzionali ed umorali ed è per questo che solo dalla loro unione può nascere una realtà nuova, caratterizzata dall'unicità: la famiglia. La reciprocità uomo-donna vissuta nell'amore e nella donazione totale di sé all'altro è il fondamento della famiglia, ed è il cammino di una piena e profonda umanizzazione della cultura e della società.
 
9. LE UNIONI DI FATTO SONO FAMIGLIA?
La famiglia è culla delle nuove generazioni. Dunque per essere famiglia è necessario essere aperti a generare una nuova vita, che può nascere solo dall'unione di un uomo e una donna. Allo stesso tempo è imprescindibile garantire alla vita stessa un luogo idoneo alla sua crescita, alla sua promozione e al suo accompagnamento in tutte le sue tappe. Non può dirsi famiglia una coppia che non può garantire ai figli che accoglie le condizioni necessarie allo sviluppo (condivisione totale di ogni bene, stabilità del legame senza condizioni, l'essere consolidata da un vincolo giuridico e non basata sulla mera convivenza...). La coppia di fatto non è questo per sua definizione; non chiamiamo famiglia ciò che famiglia non è.
 
10. PERCHÉ È COSÌ IMPORTANTE PROTEGGERE E PROMUOVERE LA FAMIGLIA?
La famiglia come realtà fondata sulla stabile comunione di sentimento e di intenti tra un uomo ed una donna è l'unica forma di unione che permette la pienezza della relazione di chi la compone, la stabilità di vita, che nasce dalla consapevolezza dell'identità del proprio essere uomo o donna. La famiglia contribuisce alla crescita dell'ampia comunità nella quale cresce, vive ed educa i propri figli nel rispetto, nella responsabilità, nell'onestà, nella libertà e nell'autenticità. Questi importanti compiti fanno della famiglia un'istituzione sociale fondamentale: al suo interno le nuove generazioni vengono accolte e ricevono le risorse necessarie per diventare adulte e affrontare il mondo. Per questo la famiglia è cellula della società; è un bene che non ha uguali, va protetta ed è da promuovere.
 
11. SE IO E UNA PERSONA DEL MIOSTESSO SESSO CI AMIAMO, PERCHÉ NON CI VIENE ACCORDATO IL DIRITTO DI ADOTTARE UN FIGLIO?
Perché per crescere un figlio non basta l'amore. Lo dicono gli studi clinici e le ricerche, ma anche l'esperienza: l'amore è la sorgente, ma da solo non basta. In particolare, una coppia dello stesso sesso, anche se legata da forti sentimenti e dotata di adeguate risorse morali e materiali, non può offrire ad un bambino ciò di cui egli ha bisogno per maturare la sua identità, che è invece un processo di assoluta importanza per il benessere di tutta la persona. Non potendo offrire l'immagine vissuta della complementarietà dei sessi e dei ruoli, resterebbe un profondo vuoto nell'identità del piccolo, una fragilità che si ripercuote su tutta la persona.
 
12. LE DIFFERENZE FRA MASCHI E FEMMINE SONO INNATE O INDOTTE DALLA CULTURA?
La differenza tra maschi e femmine è innata. Esiste in tutte le persone sin dal concepimento a livello genetico, nella caratterizzazione di ogni singola cellula con i geni XX per le femmine e XY per i maschi. Questa fondamentale differenza si esprime poi nelle peculiari caratteristiche fisiche, ormonali e psicologiche proprie del maschio e della femmina. Le differenze biologiche,psicologiche e relazionali tra il maschio e la femmina esistono a prescindere da qualsiasi influenza sociale o ambientale, come dimostrato. Tuttavia è attraverso di esse che assumono una loro particolare espressione all'interno della personalità del soggetto: l'educazione, le interazioni sociali,l'influenza della cultura e della società hanno un ruolo fondamentale nel riconoscimento, nello sviluppo e nella valorizzazione della bellezza, della differenza e della specificità del maschile e del femminile.

Nota di BastaBugie: per informazioni sul reato di omofobia in Italia e nel mondo e come fare a contrastarlo clicca sulla nostra pagina dedicata alla legge Scalfarotto e chi gli si oppone in nome della libertà e della legge naturale
https://www.bastabugie.it/it/contenuti.php?pagina=utility&nome=_la_manif_pour_tous_reato_di_omofobia_scalfarotto_matrimoni_gay

Fonte: La Manif Pour Tous - Italia

5 - LA METAMORFOSI DEI FRATI FRANCESCANI DELL'IMMACOLATA
L'esempio di Ferrara dimostra che è stato distrutto in un anno il più fiorente ordine francescano dei nostri tempi
Fonte Amici del Timone di Ferrara, 13/04/2014

Abbiamo conosciuto qui a Ferrara i Frati Francescani dell'Immacolata, e stentavamo a credere potesse esistere un ordine così. Quando arrivarono in città nel 2010 e cominciarono a chiedere di fare conferenze di apologetica proprio a noi degli Amici del Timone, e non una all'anno, bensì una-al-mese, beh noi non ci credevamo. E invece era vero.
Esisteva veramente un intero ordine monastico che credeva ancora nella tradizione cattolica, nell'apologetica, che non aveva paura di manifestare pubblicamente il pensiero cattolico su tutti i temi di attualità, un intero ordine che organizzava pullman per la Marcia per La Vita di Roma, un intero ordine che arrivava in massa da tutta l'Italia per assistere ad una pericolosa conferenza di Luca Di Tolve contro l'attivismo GAY in cui deve intervenire la polizia oltre ad un cospicuo servizio d'ordine per garantire la parola al coraggioso ex-omosessuale convertito. E, ancora, un mare di incontri come mai si era visto in città, la rivisitazione del Risorgimento, il contro-attacco ai libri di Augias, il no pubblico all'aborto, la dottrina sociale della Chiesa, il martirio dei cristiani nel mondo. Questo erano i FFI un anno fa. E adesso... adesso... ecco... si, adesso invece apro il sito Mediatrice.net, dei FFI, e vedo in data 27 Marzo 2014 che il Papa vuole "cambiare il modello di famiglia". Possibile? Eppure il titolo dice proprio così.."il Papa riconsidera il modello della famiglia". No , il Papa non vuole cambiare niente, vuole solo riconsiderare il ruolo dell'anziano all'interno della famiglia, ma scritto in questo modo il titolo pare voler far passare una realtà diversa. Ci voleva proprio un titolo così, proprio adesso, ad un passo dalla approvazione della legge sull'omofobia, dai matrimoni gay, dalla teoria gender obbligatoria nelle scuole, ci voleva proprio? Due regole di comunicazione? Il titolo è fondamentale, per cui delle due una, o chi edita il sito deve andare ad un corso di comunicazione oppure vogliono far passare un idea tendenziosa,pericolosa, anti-famiglia e sopratutto, gravissimo, sabotando e usurpando il nome del Santo Padre. Farsi scudo del Papa per fargli dire cose che non ha mai detto è una violazione, in definitiva, del secondo comandamento, proprio da parte dall'ordine che della pubblica difesa dei 10 comandamenti era diventato la speranza per tanti cristiani.
Non è finita, siamo solo all'inizio. Con la bella immagine della Madonna che garantisce l'autorevolezza soprannaturale del sito, inizia in Aprile un dittico politico che qualcuno si immaginerebbe trovare forse sul Manifesto, Repubblica, Unità: il 3 Aprile esce su Mediatrice.net accanto al problema Ucraino un allarmante articolo su Cosa c'è dietro i separatisti veneti: un papiro di preoccupazioni sulla Lega Nord, la destra veneta, i secessionisti come pericolo numero uno della nazione.
Da non crederci. Si perché per chi non fosse al corrente, le notizie degli arresti sono molto vaghe, di sicuro si sa che il carro armato era un trattore con lamiere, ma lamiere di cui non è stato reso noto lo spessore. Quindi con tutta probabilità qualcosa più simile ad un carro di carnevale che ad un tank. E le armi da fuoco di cui fosse stato anche provvisto non sono state precisate nemmeno quelle, né nel numero né nella qualità. Allora, di fronte alla vaghezza di tale notizia, perché un sito coperto dall'immagine della Madonna e dal nome di un ordine autorevole deve prendere una posizione così netta e paventare il pericolo leghista in periodo elettorale? E' possibile scendere ad un livello così basso di gossip politico?
Ed è davvero possibile continuare a sostenere che il carisma è lo stesso di un anno fa? No, non è più possibile. Perché c'è altro. C'è la destra francese. Per i nuovi FFI il grande movimento anti GAY che ha portato al ritiro della legge sul nuovo diritto di famiglia in Francia, il grande movimento che ha portato milioni di persone nelle piazze di Parigi ed in Francia in difesa della famiglia tradizionale, ecco, questo è il grande pericolo della Francia.
Con motivazioni surreali si rievocano l'OAS, Maurras, il razzismo, la xenofobia, quando invece i commentatori pare siano più orientati ad indicare nella cattiva gestione della crisi economica e nell'Euro i fattori chiave per l'emergere della destra, oltre che ovviamente anche l'insistenza del governo sui matrimoni gay. Si rimane senza parole.

Fonte: Amici del Timone di Ferrara, 13/04/2014

6 - UNGHERIA: FALSI MITI SU VIKTOR ORBAN, IL LEADER CHE STA IN EUROPA SENZA RINUNCIARE ALL'IDENTITA' CRISTIANA
Da sinistra lo giudicano un dittatore, da destra lo venerano per una politica economica che non ha mai fatto, ma in realtà...
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 08/04/2014

In Ungheria, le elezioni hanno prodotto il risultato previsto da tempo. Il partito conservatore Fidesz di Viktor Orban ha vinto con il 44,4% dei voti e, grazie al premio di maggioranza, ha già ottenuto la maggioranza qualificata (2/3 dei seggi del parlamento) con cui potrà completare il suo percorso riformatore senza incontrare alcun serio ostacolo dall'opposizione. È andata molto male alla sinistra, riunita in un cartello di partiti chiamato Unione che riunisce socialisti, post-comunisti, democratici e liberaldemocratici: in tutto ha totalizzato un magro 25,9% dei consensi. La destra estrema di Jobbik cresce, ma non sfonda, ottenendo il 20,5% dei voti. Mirava a diventare la seconda forza del Paese, invece si deve accontentare del terzo posto. La sua crescita rapida, dal 16% al superamento della soglia psicologica del 20%, è stata comunque sufficiente per allarmare tutti i media europei.
È difficile trovare un'analisi seria e non ideologica sull'Ungheria, l'unico Stato dell'ex Patto di Varsavia che suscita emozioni forti sia a destra che a sinistra. Sull'operato di Orban si sono accumulate una serie di leggende, sia positive che negative. La leggenda nera vuole che abbia riscritto una Costituzione autoritaria. Non è proprio così, come avevamo già scritto un anno fa su questo giornale. La Costituzione votata da Fidesz tiene a sottolineare nel preambolo le radici cristiane della nazione ungherese, definisce il matrimonio come l'unione di un uomo e di una donna, ma non nega né la libertà di culto, né quella degli omosessuali. Non vi si trova traccia alcuna di discriminazioni nei confronti delle altre etnie, a meno che non si voglia interpretare in senso estremamente restrittivo il principio di patria degli ungheresi e l'articolo D della carta costituzionale secondo cui lo Stato si impegna a prendersi cura anche "del destino degli ungheresi che vivono al di fuori dei confini nazionali". Non c'è, insomma, alcuna dittatura in arrivo.
Nel frattempo, però, nell'Italia in crisi è sorta una mitologia di segno opposto, una venerazione populista di Orban, il leader che, secondo alcuni, avrebbe "preso l'Europa dei banchieri a calci nel sedere" e "respinto i diktat dell'Fmi" di cui era debitore e "ripreso la sovranità valutaria" per stampare autonomamente la moneta necessaria. Questi miti sono altrettanto finti. Prima di tutto, non è affatto vero che Orban abbia "preso l'Europa a calci nel sedere", tanto è vero che nella sua stessa Costituzione, quella contestata dagli europeisti di sinistra, leggiamo chiaro e tondo che: "L'Ungheria concorre alla realizzazione dell'unità europea in vista del completamento della libertà, del benessere e della sicurezza dei popoli europei" (articolo E 1). Il partito Fidesz è regolarmente accettato nel Partito Popolare Europeo, lo stesso di Angela Merkel e di Angelino Alfano e concorre alle sue stesse politiche centriste e democristiane in sede europea. Quanto all'austerity, fu lo stesso Orban a introdurre, ben prima dell'Italia (e senza la pressione dell'Ue) il principio del pareggio di bilancio, che entrerà in vigore nel 2016. A prescindere dalla retorica elettorale anti-europeista, insomma, Orban è un degno rappresentante dei governi dell'Ue e non si discosta troppo dalle loro politiche.
Ha mai preso a "calci" l'Fmi? No. Non prima di aver pagato, in anticipo, tutti i debiti che il governo precedente aveva contratto con il Fondo Monetario Internazionale. Entro l'agosto del 2013 ha pagato all'Fmi 1,7miliardi di dollari Usa, 570 milioni di euro e 255 milioni di sterline britanniche, estinguendo il debito. I populisti nostrani che, come Grillo, pensano di poter "non pagare il debito" non possono prendere ad esempio il premier ungherese.
Quanto alla retorica della "sovranità valutaria", essa è vera solo in parte. Contravvenendo alle direttive della Bce, il premier conservatore ha infatti ripreso il controllo della Banca Centrale. In questo ha spezzato il principio della separazione della banca dal governo. Ma, contrariamente a quel che propongono i "sovranisti" italiani, che vorrebbero riprendere il controllo politico di Bankitalia per stampare più moneta e promuovere una politica di svalutazione competitiva, la banca centrale ungherese ha finora mantenuto una linea restrittiva e anti-inflazionistica, come se il Paese fosse già nell'eurozona. L'inflazione ungherese è infatti ancora ai minimi storici, mantenendosi attorno al 2%. Nessuna svalutazione competitiva, dunque. Se l'economia ungherese mostra una ripresa da quest'anno, lo deve al fatto che sta rimettendo i suoi conti in ordine, dunque. Non perché ha inventato fantasiose formule di moltiplicazione della moneta o di azzeramento dei debiti. Ed è grazie alla ripresa economica (e ai conti in ordine che l'hanno permessa) che Fidesz ha vinto di nuovo le elezioni.
Viene spesso portata ad esempio anche la partnership di Viktor Orban con la Russia di Vladimir Putin, come segno che un'alternativa a Nato e Ue sia possibile. Ma anche questa percezione non è corretta. L'Ungheria, infatti, ha una partnership energetica con la Russia, ma è e resta membro della Nato e dell'Ue. Un membro importante, considerando che proprio Orban (dissidente ai tempi del comunismo, insignito della Medaglia alla Libertà dal prestigioso American Enterprise Institute) fu uno dei primi promotori di un'idea di "nuova Europa", ancor più vicina all'alleanza con gli Usa rispetto ai membri fondatori occidentali della Nato.
La vittoria di Orban, dunque, non è un segno di rottura con l'Ue, tantomeno con la Nato e neppure con il modello economico dell'eurozona. Il premier conservatore tiene a conservare l'identità nazionale e cristiana del suo Paese, ma non intende affatto rompere con Bruxelles, né sovvertirne le politiche. L'elemento di rottura vero (e quello sì realmente pericoloso per il suo estremismo) è semmai Jobbik, un partito dichiaratamente razzista contro rom ed ebrei, contrario alla Nato e all'Ue, nemico del mondo occidentale in senso lato, tanto da aver trovato, negli anni scorsi, una sponda nell'Iran di Khamenei. Jobbik, con il suo 20,6% è una minaccia latente. La sinistra ungherese, certamente, non è un'alternativa. Solo Fidesz è la diga che lo può contenere, da destra, assorbendo parte di un elettorato nazionalista, ma non così estremista da votare un partito che ricorda da vicino il nazismo. D'ora in avanti sarà proprio il "ribelle" premier conservatore l'unico elemento di stabilità in Ungheria. L'Ue lo dovrà rispettare.

Nota di BastaBugie: per approfondimenti consigliamo i seguenti link

UNGHERIA, DAL NAZISMO AL COMUNISMO: OGGI SI CELEBRANO I ''DOPPI RESISTENTI'' COME IL CARDINAL MINDSZENTY
Voluto nel 2002 dal primo ministro Viktor Orbán, il museo ''Casa del Terrore'' a Budapest intende celebrare il ritorno alla libertà dopo il duplice totalitarismo
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2949

ORIGINI E CARATTERISTICHE COMUNI DI NAZISMO E COMUNISMO
Entrambe provenienti dal ceppo socialista, sono ideologie gemelle: questo film-documentario ne svela la vera storia (guardalo su youtube)
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=39

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 08/04/2014

7 - L'EUROPA TRA SODOMA E GOMORRA
Danilo Quinto, ex tesoriere del Partito Radicale, svela le strategie che stanno dietro ai progetti di ingegneria sociale in atto nel mondo per distruggere la civiltà cristiana
Fonte Notizie Provita, 11/04/2014

"L'Europa tra Sodoma e Gomorra – Un viaggio nel continente senza Dio": questo il titolo dell'ultima fatica di Danilo Quinto, saggio di prossima uscita edito da Arkadia.
Come si evince dal titolo, Quinto accompagna il lettore in un'analisi storica dai padri fondatori dell'Europa cristiana al totale asservimento alle sovrastrutture materialiste odierne: la cronaca del declino dalla Fede al nichilismo. Nelle 176 pagine, anticipate dalla prefazione del Prof. Mario Palmaro, vengono affrontati gli avvenimenti del nostro passato letti in chiave prospettica ma anche e soprattutto l'evoluzione antropologica che ha accompagnato questo profondo declino. Interessante capitolo è riservato al ruolo del Cattolicesimo ed al contributo che gli uomini di Fede possono apportare per una rivoluzione etica in chiave europea.
La descrizione proposta da Quinto può essere un importante contributo a comprendere la situazione in cui tutti noi versiamo ora ed uno strumento in più per avere consapevolezza del proprio ruolo nella missione di ricondurre i nostri popoli ai valori tradizionali fondativi del Vecchio Continente. [...]
Riportiamo a seguire un passaggio della recensione predisposta dalla casa distributrice.
Un saggio ricco di spunti che delinea il declino della fede nel continente europeo. Dalle radici cristiane dell'Europa alla deriva nichilista. Dalla forza prorompente di una religione all'asservimento totale al dio denaro.
Quali sono le origini dell'Europa e chi sono i suoi padri fondatori? Che cosa s'intende per Europa Giudaico-Cristiana e quali sono le cause della decadenza europea? Quali sono i fondamenti dell'illuminismo e della cultura razionalista e quali conseguenze ha avuto la rivoluzione del '68 sulla crisi dell'Occidente? Come nasce e che cos'è il relativismo e qual è la sua forza pervasiva e di dominio sull'essere umano? Quali sono le sue conseguenze antropologiche? Come si è sviluppata la cultura del disincanto totale, come l'ha chiamata Benedetto XVI? Si tratta di una crisi economica, come si afferma da più parti o di una crisi di principi? Rispetto alla crisi dell'Occidente, quale ruolo può giocare l'Islam? Che differenza c'è tra il Dio dell'Islam e quello dei cattolici?
Attraverso un'esposizione agile, semplice e di taglio divulgativo, questo libro intende rispondere a queste e a molte altre domande, che interrogano la coscienza dell'uomo contemporaneo. È in gioco, con la frantumazione dell'Europa cristiana, il concetto stesso di persona umana, così com'è stato conosciuto da millenni a questa parte. Il rischio è quello di distruggere un'identità, che se non s'interviene, sarà soppiantata da altre culture, estranee alla storia dell'Europa.
Quali possono essere i rimedi? Che cosa significa riandare alle origini? Perché torna di attualità il monachesimo benedettino? Quale può essere, in questo contesto, il compito dei cattolici?

Nota di BastaBugie: riportiamo di seguito la prefazione di Mario Palmaro al libro "L'Europa tra Sodoma e Gomorra".
Danilo Quinto ha scritto questo libro mosso da una passione sincera, che si è accesa in lui attraverso l'esperienza sempre sorprendente della conversione. Ha avuto il privilegio di vedere le cose dall'altra parte della barricata, di conoscere e comprendere il mondo e le idee di coloro che adesso combatte, di scoprire le strategie che stanno dietro ai progetti di ingegneria sociale in atto nel mondo per distruggere la civiltà cristiana e i suoi valori. E distruggerli una volta per sempre, nella vita delle singole persone come nelle strutture degli stati e delle agenzie educative. «Maria», si legge nelle conclusioni di questo libro, «su questa terra ci vuole forti, ostinati, credenti. Combattivi e non remissivi. Martiri, se necessario. Affidiamoci quindi alla sua intercessione, a quel suo Cuore Immacolato nel quale Dio ha depositato il suo amore per attraversare questa valle di lacrime e vivere, attraverso di lei, grazie alla consolazione e alla speranza che solo lei ci sa dare e alla sovrabbondanza di bene che sola può sconfiggere il male, la Resurrezione e la bellezza del Paradiso». Parole che faranno sorridere con aria di compatimento più di qualche lettore. Io invece credo che ci sia più serietà e più senso pratico in questa professione di fede nella Madonna, che in tutti i rapporti prodotti dalla Banca Centrale Europea, o nelle risoluzioni del Parlamento Europeo, testi che suggeriscono patetiche vie d'uscita alla grave crisi economica in atto nel vecchio continente. Ci vuole ben altro, per salvare Sodoma e Gomorra.

Fonte: Notizie Provita, 11/04/2014

8 - LETTERE ALLA REDAZIONE: PAPA FRANCESCO RIBADISCE CHE IL MATRIMONIO E' PER TUTTA LA VITA
Il Papa critica la cultura del provvisorio e ammonisce i giovani che stare insieme solo finché dura l'amore è egoismo
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 08/04/2014

Spettabile redazione di BastaBugie,
sono una vostra fedele lettrice. Ho un dubbio che riguarda il sacramento del matrimonio. Sento dire da più parti che la Chiesa starebbe cambiando parere per quanto riguarda l'indissolubilità legata alla promessa di "essere fedele sempre, nella salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore, tutti i giorni della propria vita".
Sono confusa perché so che Gesù stesso ha detto "Non osi separare ciò che Dio ha unito" e quindi mi pare strano che il Papa possa cambiare tale insegnamento.
Mi potete aiutare a scacciare questa paura?
Grazie per la vostra azione in difesa della verità e della fede cattolica.
Giovanna

Cara Giovanna,
può stare tranquilla: nemmeno il Papa ha l'autorità per cambiare l'insegnamento di Cristo. E' anzi proprio il Papa ad essere il custode del "Deposito della Fede" che racchiude sia la Sacra Scrittura (Parola di Dio scritta) che la Sacra Tradizione (Parola di Dio orale). Insomma, può star tranquilla: Papa Francesco non cambierà l'insegnamento tradizionale della Chiesa sul matrimonio. Se sente dire che lui abolirà l'indissolubilità di questo prezioso sacramento, le basterà rileggere ciò che proprio Papa Francesco parlando ai giovani disse ad Assisi: un forte no alla cultura del provvisorio, ribadendo che il matrimonio è per tutta la vita! Anzi, proprio in tale occasione, il Papa disse che stare insieme solo finché dura l'amore è puro egoismo.
Ecco il mirabile discorso che fece Papa Francesco il 4 ottobre 2013 nella città del patrono d'Italia:
"Che cos'è il matrimonio? E' una vera e propria vocazione, come lo sono il sacerdozio e la vita religiosa. Due cristiani che si sposano hanno riconosciuto nella loro storia di amore la chiamata del Signore, la vocazione a formare di due, maschio e femmina, una sola carne, una sola vita. E il Sacramento del matrimonio avvolge questo amore con la grazia di Dio, lo radica in Dio stesso. Con questo dono, con la certezza di questa chiamata, si può partire sicuri, non si ha paura di nulla, si può affrontare tutto, insieme!
Pensiamo ai nostri genitori, ai nostri nonni o bisnonni: si sono sposati in condizioni molto più povere delle nostre, alcuni in tempo di guerra, o di dopoguerra; alcuni sono emigrati, come i miei genitori. Dove trovavano la forza? La trovavano nella certezza che il Signore era con loro, che la famiglia è benedetta da Dio col Sacramento del matrimonio, e che benedetta è la missione di mettere al mondo i figli e di educarli. Con queste certezze hanno superato anche le prove più dure. Erano certezze semplici, ma vere, formavano delle colonne che sostenevano il loro amore. Non è stata facile, la vita loro; c'erano problemi, tanti problemi. Ma queste certezze semplici li aiutavano ad andare avanti. E sono riusciti a fare una bella famiglia, a dare vita, a fare crescere i figli.
Cari amici, ci vuole questa base morale e spirituale per costruire bene, in modo solido! Oggi, questa base non è più garantita dalle famiglie e dalla tradizione sociale. Anzi, la società in cui voi siete nati privilegia i diritti individuali piuttosto che la famiglia - questi diritti individuali -, privilegia le relazioni che durano finché non sorgono difficoltà, e per questo a volte parla di rapporto di coppia, di famiglia e di matrimonio in modo superficiale ed equivoco. Basterebbe guardare certi programmi televisivi e si vedono questi valori! Quante volte i parroci – anch'io, alcune volte l'ho sentito – sentono una coppia che viene a sposarsi: "Ma voi sapete che il matrimonio è per tutta la vita?". "Ah, noi ci amiamo tanto, ma... rimarremo insieme finché dura l'amore. Quando finisce, uno da una parte e l'altro dall'altra". E' l'egoismo: quando io non sento, taglio il matrimonio e mi dimentico di quell'"una sola carne", che non può dividersi. E' rischioso sposarsi: è rischioso! E' quell'egoismo che ci minaccia, perché dentro di noi tutti abbiamo la possibilità di una doppia personalità: quella che dice: "Io, libero, io voglio questo...", e l'altra che dice: "Io, me, mi, con me, per me ...". L'egoismo sempre, che torna e non sa aprirsi agli altri. L'altra difficoltà è questa cultura del provvisorio. [...] Gesù non ci ha salvato provvisoriamente: ci ha salvati definitivamente!"

Papa Francesco


DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE"
Le risposte del direttore ai lettori

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 08/04/2014

9 - OMELIA II DOMENICA DI PASQUA - ANNO A - (Gv 20,19-31)
A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 27/04/2014)

La seconda domenica di Pasqua è la cosiddetta "Domenica della Divina Misericordia". È chiamata così in seguito alle richieste che Gesù rivolse a santa Faustina, di celebrare la domenica successiva a quella di Pasqua in onore dell'infinita misericordia con cui Egli ci ha amati e redenti.
Il Vangelo di oggi si armonizza molto bene con il tema della Misericordia. Il brano dell'evangelista Giovanni riporta infatti l'apparizione di Gesù agli Apostoli avvenuta «la sera di quel giorno» (Gv 20,19), il giorno della Risurrezione. In quella apparizione Gesù istituì il sacramento della Riconciliazione.
Gesù mostra agli Apostoli le piaghe alle mani e al costato. Questo particolare è molto importante per dimostrare la verità della Risurrezione. È proprio Lui che appare loro; Lui che è morto in croce. I segni della Passione ora risplendono come emblemi di gloria e come simboli di vittoria.
Apparendo agli Apostoli, Gesù affida a loro la stessa missione che Egli ha ricevuto dal Padre: «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv 20,21). La missione è quella di portare la salvezza fino agli estremi confini della terra. Gli Apostoli devono predicare il Vangelo ed essere ministri del perdono di Dio. Per questo motivo, Gesù, dopo aver alitato su di loro, disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20,22-23). Con queste parole, Gesù ha dato alla Chiesa il potere di rimettere i peccati.
A Santa Faustina, Gesù fece una meravigliosa promessa. Egli volle che in questa domenica si parlasse della Divina Misericordia e disse: «Chi si accosterà alla sorgente della vita – ovvero alla Confessione e alla Comunione – questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene». Poi continuò dicendo: «L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia. Oh quanto mi ferisce la diffidenza di un'anima! Tale anima riconosce che sono santo e giusto, e non crede che Io sono misericordioso, non ha fiducia nella Mia bontà».
In questa domenica siamo chiamati anche noi a glorificare l'infinita Misericordia di Dio. Accostiamoci con fiducia al Sacramento del suo perdono, fondando il nostro proposito di non peccare più non sulle nostre forze, che sono molto piccole, ma sul suo santo aiuto, come recitiamo nell'"Atto di dolore".
Per fare una buona Confessione c'è bisogno di cinque cose: un buon esame di coscienza dall'ultima Confessione ben fatta; un'accusa sincera dei peccati, senza tacere volutamente nulla; un vivo dolore per le colpe commesse; un fermo proposito di non commetterle più; l'adempimento della penitenza imposta dal sacerdote. Chiediamo la grazia di pentirci con tutto il nostro cuore e di confessarci sempre bene. È questa la grazia più grande che è come la base per un cammino spirituale che ci porterà molto in alto.
Nella vita della beata Angela da Foligno si racconta un particolare molto importante. La Beata, quando era giovane, ebbe la sventura di confessarsi male per diversi anni, tacendo volutamente per vergogna alcuni peccati. A distanza di tempo, ella trovò la forza di "vuotare il sacco" e di dire tutto al sacerdote. Fu quello il tempo di un "nuovo inizio" che la portò ai vertici dell'esperienza mistica. Tutto iniziò con una Confessione ben fatta. Glorifichiamo anche noi l'infinita Misericordia di Dio confessandoci sempre bene e sinceramente.
Nel Vangelo di oggi c'è un altro particolare che è di grande insegnamento. Tommaso, uno dei Dodici, «non era con loro quando venne Gesù» (Gv 20,24). Egli non volle credere alla testimonianza degli altri Apostoli riguardo alla Risurrezione del Signore, e disse: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo» (Gv 20,25). Otto giorni dopo, Gesù apparve di nuovo, e c'era anche Tommaso. Gesù entrò a porte chiuse e disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo ma credente!» (Gv 20,27). A quella vista, Tommaso fece uno stupendo atto di fede: vide l'umanità gloriosa di Cristo Risorto e credette nella sua divinità, esclamando: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28).
Un atto di fede simile lo facciamo anche noi ogni volta che partecipiamo all'Eucaristia. Ogni volta che vediamo l'Ostia consacrata, noi non vediamo l'umanità di Gesù e neppure la sua divinità, eppure noi riconosciamo in quell'Ostia Gesù, vero Dio e vero uomo. Quando, durante la Messa, il sacerdote eleva l'Ostia Santa, e quando preghiamo davanti al Tabernacolo, è una cosa molto bella ripetere l'atto di fede di Tommaso: «Mio Signore e mio Dio». Ripetiamolo spesso e crediamo senza esitare che quello che vediamo non è pane e vino, ma è Gesù vivo e vero.
A san Tommaso Apostolo ravveduto, Gesù poi disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto» (Gv 20,29). Tommaso vide l'umanità di Gesù e credette alla sua divinità; noi non vediamo nulla e, perciò, siamo beati, come ha affermato il Signore.
Volendo ora sintetizzare il contenuto del Vangelo di oggi, possiamo adoperare due parole: Confessione e Comunione. Esse costituiscono la "fonte della vita" di cui parlava Gesù a santa Faustina. Accostiamoci con fiducia a questa fonte per attingervi la vita in abbondanza. La Madonna, Madre dell'Eucaristia, ci ispiri sempre una grande fiducia nell'infinita Misericordia di Dio.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 27/04/2014)

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