BastaBugie n�420 del 23 settembre 2015

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1 PERVERSIONE PER TUTTI: LA NUOVA ''RELIGIONE'' CHE CI STA DISTRUGGENDO
I tre modi di agire della cultura della morte e i tre modi di opporsi per far trionfare la cultura della vita
Autore: Stefano Fontana - Fonte: Osservatorio Van Thuân
2 GLI ANGELI HANNO DAVVERO TRASPORTATO LA CASA DI MARIA DA NAZARETH A LORETO
La traslazione angelica è confermata sia da prove storiche, documentali e archeologiche, sia da Papi e da mistici
Fonte: Amici del Timone di Staggia Senese
3 IL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE VUOLE IMPORRE IL PENSIERO UNICO: ''NELLA BUONA SCUOLA NON C'È IL GENDER E CHI LO DICE ANCORA LO DENUNCIO''
La Giannini afferma la libertà dei genitori nella scelta scolastica, ma sempre seguendo le linee del governo (cioè: non sperate di sfuggire al gender!)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
4 ANCHE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA IN ITALIA I CRISTIANI SONO PERSEGUITATI DAI MUSULMANI
Stessa cosa in Svezia, ma guai a parlare male dell'islam!
Autore: Silvana De Mari - Fonte: Io amo l'Italia
5 IL DUBBIO DI SAN GIUSEPPE DAVANTI AL FATTO CHE MARIA SIA INCINTA
Giuseppe voleva lasciare Maria per lo stesso motivo per il quale Pietro disse a Gesù: ''Allontanati da me perché sono un peccatore''
Autore: don Pietro Cantoni - Fonte: Il Timone
6 L'ASTINENZA DALLE CARNI VA OSSERVATA TUTTI I VENERDI DELL'ANNO
Può, al limite, essere sostituita da altra opera penitenziale, ma penitenza deve sempre esserci per ricordare la morte di Gesù
Fonte: Amici Domenicani
7 PERDONI IL DISTURBO SANTITA', MA ENZO BIANCHI E' CATTOLICO?
Come tutti i novatores, il priore della Comunità di Bose attende la Chiesa del futuro (che però non viene mai)
Autore: Luigi Amicone - Fonte: Tempi
8 AVVENIRE SE LA PRENDE CON CHI CHIEDE DI PRIVILEGIARE I CRISTIANI TRA GLI IMMIGRATI
Intanto l'Arabia Saudita non accoglie migranti, ma si offre di costruire in Germania 200 moschee
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
9 OMELIA XXVI DOMENICA T. ORD. - ANNO B - (Mc 9,48)
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - PERVERSIONE PER TUTTI: LA NUOVA ''RELIGIONE'' CHE CI STA DISTRUGGENDO
I tre modi di agire della cultura della morte e i tre modi di opporsi per far trionfare la cultura della vita
Autore: Stefano Fontana - Fonte: Osservatorio Van Thuân, 10/09/2015 (n.615)

Cosa sta avvenendo? A mio avviso si sta compiendo una completa istituzionalizzazione della perversione. Non do a questo termine un significato primariamente morale, anche se il suo fine ultimo è certamente morale, di pervertimento della coscienza umana oltre che dei costumi. Vi assegno un significato primario di tipo metafisico. La perversione è il rifiuto della versione corretta delle cose, il rifiuto del loro ordine e del loro senso e la celebrazione del loro dis-ordine e del loro contro-senso.
La perversione morale è sempre esistita. Ma oggi si assiste ad un fatto radicalmente nuovo. Come racconta Dostoevski ne I Démoni, la perversione deve diventare un diritto, il "diritto al disonore". La perversione viene così programmata, elargita, [...] rimborsata fiscalmente.
Ma non è finita lì. La nota sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti che ha obbligato gli Stati dell'Unione a riconoscere per legge il matrimonio omosessuale ha non solo contraddetto i principi non negoziabili, ma ha dichiarato non negoziabili i principi opposti a quelli della legge naturale. Non solo si può non attenersi alla legge naturale, ma si deve. Diventa illecito attenervisi. Dopo quella sentenza gli Stati americani sono obbligati a istituzionalizzare la perversione. Oggi simo davanti a questo salto di qualità.
In Francia La legge Taubira ha riconosciuto i matrimoni omosessuali, ma i suoi sostenitori dicono che loro obiettivo ultimo è farne un principio costituzionale. La perversione costituzionalizzata.
Anche per l'aborto è così. Che siamo passati dai "casi eccezionali" all'aborto di massa non fa più notizia, ma si vuole che il diritto all'aborto entri nel dettato costituzionale affinché da quel momento tutti debbano collaborarvi. Dall'aborto come eccezione all'aborto come diritto. Punto e basta. Non deve essere più chi abortisce che si deve giustificare davanti alla legge, ma chi vorrebbe impedirlo.
Il gender è già un fatto ampiamente istituzionalizzato che procede automaticamente per la collusione sistemica tra pubblica amministrazione, ordini professionali, associazionismo LGBT, gruppi economici, media di sistema. E' in atto una macchina. Ma lo scopo ultimo sarà anche qui la sua costituzionalizzazione. Si arriverà a sostituire l'articolo 29 della Costituzione prevedendo una famiglia asessuata, la cui definizione sessuale sarà lasciata ai soggetti interessati. La filiazione di desiderio e non più genealogica a quel punto sarà pienamente normale e tutti dovranno - dovranno! - collaborarvi. La sentenza della Consulta italiana sul diritto all'eterologa già prefigura tutto ciò.
Arriveremo, vi chiederete, anche a costituzionalizzare l'incesto? Anche a costituzionalizzare il commercio dei bambini e l'utero in affitto? Questo non lo so. Mi limito a far mio quanto scritto da Michel Pinton su Liberté Politique: «Guardiamoci bene dal pensare che, per quanto forte essa sia già, la nuova religione sia arrivata alla fine del suo sviluppo. Alcune conseguenze del suo dogma centrale si sono mostrate trent'anni dopo la sua nascita, come l'uguaglianza di tutte le forme di sessualità. Molte altre sono ancora sconosciute».

A) LA RADICALITÀ DELLA DISPUTA
Se il quadro che ho descritto è, almeno sommariamente, realista, la questione della vita e della famiglia assume oggi delle caratteristiche assolutamente radicali. Il nostro compito è di rapportarci con questa radicalità, collocando la disputa al suo giusto livello.
Tale radicalità ha le seguenti caratteristiche principali.

1) LA LOTTA È RELIGIOSA
Innanzitutto bisogna capire che si tratta di una minaccia che ha la stessa assolutezza di una nuova religione. Non ne coglieremmo realmente la portata pensando che sia solo una minaccia politica, culturale o etica. Si tratta di una nuova fede religiosa, che ha la stessa assolutezza della fede cattolica. Non ci sono argomenti razionali né osservazioni di fatto da portare per approvare il matrimonio omosessuale. E' una fede, il cui dogma principale è che il corpo è uno strumento a disposizione dello spirito e delle sue bizzarrie. Questa religione ha avuto inizio con la contraccezione chimica per poi dispiegarsi fino all'aborto, all'eutanasia, al gender, alla gestazione per procura.
Per sovvertire un ordine delle cose occorre istituire un nuovo ordine. Per farlo occorre una assolutezza di tipo religioso. La lotta è da religione a religione. L'obiettivo da colpire ed eliminare è la religione cattolica. L'assolutezza religiosa del marxismo oggi è sostituita e radicalizzata dall'assolutezza religiosa di questo nuovo costruttivismo antropologico. Però l'obiettivo è lo stesso: corrompere la base naturale della religione cattolica per far sparire la religione cattolica. Scriveva Marx nella IV tesi su Feuerbach: «dopo che si è scoperto che la famiglia terrena è il segreto della sacra famiglia, è la prima che deve essere criticata teoricamente e sovvertita nella pratica».

2) LA SECOLARIZZAZIONE È SEMPRE SECOLARISMO
Che l'avversario abbia l'assolutezza di una religione significa che in questa lotta non si faranno prigionieri. E' una lotta all'ultimo sangue. Adopero queste espressioni truculente per esprimere che il conflitto andrà fino in fondo e che la nuova religione non si arresterà a mezza strada. E infatti, finora, non si è mai fermata. Il demone della secolarizzazione è mai sazio. La di lui voracità non ha limiti.
Sulla secolarizzazione ci siamo sbagliati. Qualcuno ha pensato che essa si potesse fermare allo stadio di secolarizzazione religiosa, ma poi è diventata secolarizzazione etica e poi ancora molto peggio. Sulla secolarizzazione ci siamo illusi. Pensate, per esempio, che Jacques Maritan pensava possibile una "fede democratica secolare", animata dal cristianesimo non come confessione religiosa ma come produttore di civiltà, a carattere universale nella quale si potessero riconoscere uomini di diversa religione o filosofia di vita.
A qualche decennio di distanza la secolarizzazione si è incaricata di ridicolizzare questa illusione. Maritain portava ad esempio la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo dell'ONU, quell'ONU che ora è il principale pericolo per i diritti dell'uomo. Non esiste una secolarizzazione moderata, una laicità aperta, la secolarizzazione è sempre secolarismo e come tale non si sazia se non quando ha eliminato la religione.
Leone XIII, nell'enciclica Divinum arcanum sapientiae sul matrimonio cristiano [vedi: http://w2.vatican.va/content/leo-xiii/it/encyclicals/documents/hf_l-xiii_enc_10021880_arcanum.html] rivendicava alla Chiesa l'originarietà e l'unicità della giurisdizione sul matrimonio. Il matrimonio doveva essere solo religioso. Poi gli Stati introdussero il matrimonio civile. Sana laicità, si poteva dire. Il matrimonio, infatti, è anche di ordine naturale. La cosa si sarebbe fermata lì. Ma non si è fermata lì perché l'ordine naturale non regge senza l'ordine soprannaturale (almeno dopo il peccato originale) e Leone XIII lo sapeva benissimo. Infatti poi gli Stati hanno introdotto il divorzio, poi il divorzio breve, poi le convivenze di fatto, quindi quelle tra omosessuali ed ora le famiglie di cinque persone. Sganciato il primo tappo, quello religioso, sono in seguito saltati tutti gli altri.
Con buona pace di Taylor, che pensa possibile una laicità moderata, di Sarkozy, che pensava possibile una laicità aperta, la laicità non può non essere laicismo, come aveva ben previsto Padre Cornelio Fabro.

3) SI PROCEDE PER PRINCIPI
La terza caratteristica è che essendo una religione essa procede per principi. Se ripercorriamo le tappe dell'azione dei fautori della contraccezione, poi dei fautori del divorzio e poi dei fautori dell'aborto e quindi dei fautori del gender possiamo vedere che la lotta è sempre stata tra fautori dei principi (loro) e fautori del contenimento (noi). Simone Veil riteneva che l'aborto in Francia riguardasse solo casi eccezionali, che secondo lei, come lei stessa ha poi dichiarato, significava il pericolo di morte della madre. Ma poi l'aborto è stata un'altra cosa.
Lionel Jospin, approvando i PaCs, riteneva, così come aveva dichiarato lui stesso, ridare slancio al matrimonio. Ma dai PaCs si è passati al matrimonio per tutti del governo Hollande. In Italia c'è ancora qualcuno che pensa che la legge Cirinnà riguarda i diritti dei gay, invece riguarda la filiazione omosessuale tramite l'eterologa e l'utero in affitto. La Cirinnà, si dice, non riguarda l'articolo 29, non ha niente a che fare con la famiglia, che rimane un punto di riferimento unico, ma con l'articolo 2, le aggregazioni sociali intermedie. E c'è qualcuno, come di recente l'onorevole Lupi, che ci crede. Loro non si sono mai accontentati delle tappe intermedie, perché procedono per principi. E procedono per principi perché rappresentano una religione.

B) TRE PERCORSI DOVEROSI
Oggi dobbiamo partire da qui. Abbiamo davanti una per-versione, questa perversione viene costituzionalizzata e quindi verrà punita la normalità, trattandosi di una ri-plasmazione dell'umano essa non può non chiamare in causa il religioso, nella forma dell'anti-religione. Qualsiasi approccio che non parta da qui è inadeguato. Ma oggi l'approccio degli uomini di Chiesa cattolici non parte da qui ed è quindi profondamente inadeguato. Se non ci collochiamo sullo stesso terreno di battaglia perderemo senz'altro.

1) LA LOTTA A LIVELLO COSTITUZIONALE
La prima cosa da fare è allora accettare di fare della questione una questione costituzionale. La battaglia deve farsi a livello di costituzione. In Italia la sentenza sull'eterologa ha messo in evidenza proprio questo. Come lottare contro l'eterologa se non ha livello costituzionale, dopo che la Corte ha sentenziato che il diritto all'eterologa è costituzionale? La repubblica Ceca, la Croazia hanno iniziato questa battaglia costituzionale. Prima lo faremo anche noi e meglio sarà. Tanto gli altri lo faranno senz'altro. Non si accontenteranno di vedere approvare leggi nonostante la costituzione, vorranno modificare la costituzione. Anche in America Latina avviene così.

2) L'INTERA DOGMATICA CATTOLICA
Se l'attacco è religioso, non possiamo usare solo le armi del diritto naturale o della morale naturale. Non sarebbe un livello adeguato. Come cattolici dobbiamo recuperare tutta la forza e la ricchezza della dogmatica cattolica, per goderne le ripercussioni anche a livello sociale e politico. Qui il compito è immane, perché gran parte della Chiesa ha storicizzato i dogmi, facendoli dipendere dalle condizioni sociali. Gran parte della Chiesa sostiene che dobbiamo guardare ai segni dei tempi piuttosto che ai dogmi della fede. Da gran parte delle cattedre di teologia si insegna che Dio si rivela nel mondo e non nella Chiesa.
Solo in questo modo potremo recuperare la convinzione che la fede è conoscenza e non solo esperienza e che dalla fede risulta una visione d'insieme della società, un bene comune, e non solo atteggiamenti individuali di accompagnamento, accoglienza e misericordia senza verità. Se prendiamo il caso della legge sulla "Buona Scuola" vediamo come i cattolici si siano dimostrati sguarniti, appagati nelle loro esigenze dall'immissione in ruolo di alcuni precari, incapaci anche solo di pensare di avere qualcosa da dire in quanto cattolici su una tale questione.

3) USCIRE DALLO STATO
L'attacco, come abbiamo visto, è anche istituzionale. Se dovesse venire approvato il disegno di legge Fedeli, bisognerà fare obiezione di coscienza alla scuola come istituzione. Se la per-versione diventa istituzione, l'obiezione di coscienza va fatta non solo nei confronti della singola per-versione ma della istituzione che la fa propria e la moltiplica. Lo stesso si dica dell'amministrazione statale in quanto tale e delle istituzioni europee. Ci chiamino pure populisti. Dobbiamo prepararci ad un nuovo Non Expedit, a cui forse nessun Papa ci richiamerà più, ma a cui dovremmo spontaneamente attenerci se lo Stato dovesse far propria in toto - come sembra destinato ad essere - questa nuova religione anti-cattolica.

Fonte: Osservatorio Van Thuân, 10/09/2015 (n.615)

2 - GLI ANGELI HANNO DAVVERO TRASPORTATO LA CASA DI MARIA DA NAZARETH A LORETO
La traslazione angelica è confermata sia da prove storiche, documentali e archeologiche, sia da Papi e da mistici
Fonte Amici del Timone di Staggia Senese, 30/04/2015

La 70° conferenza organizzata dal Centro Culturale "Amici del Timone" di Staggia Senese ha avuto come titolo "La santa Casa. Storia dell'incredibile traslazione angelica della casa di Maria da Nazareth a Loreto".
A Loreto, nelle Marche, si trova da secoli la Santa Casa, cioè la casa dove Maria è nata, ha vissuto e dove ha ricevuto la visita dell'Arcangelo Gabriele che le ha annunciato il concepimento verginale di Gesù.
Come disse San Giovanni Paolo lI: "La Santa Casa di Loreto è il primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e vero cuore mariano della cristianità".
La Santa Casa si trova a Loreto da quando poco prima del 1300 fu trasportata in volo dagli angeli. Questa traslazione angelica - confermata sia da prove storiche, documentali e archeologiche, sia da Papi e da mistici -, è stata da sempre tramandata.

DA NAZARET A LORETO
A parlarci di questo affascinante argomento abbiamo avuto il 24 aprile 2015 il professor Giorgio Nicolini che ha speso e continua a spendere tutta la sua vita per dimostrare la veridicità storica della miracolosa traslazione da parte dei santi angeli di Dio della Santa Casa di Nazareth a Loreto. E non perché la Fede abbia bisogno di cercare conferma nei miracoli, bensì solo per rendere onore alla verità.
Esistono molti documenti e perfino testimoni oculari delle traslazioni miracolose compiute dalla Santa Casa. Fino al 9 maggio 1291 essa si trovava a Nazareth. Durante la notte fra il 9 e il 10 maggio 1291 essa percorse circa 3000 km e arrivò a Tersatto, in Dalmazia, nell'odierna città di Fiume. Le fonti raccontano che Nicolò Frangipane, l'allora signore di Tersatto, mandò personalmente una delegazione a Nazareth, per constatare se davvero la Casa fosse scomparsa dal luogo originario. Recatisi là, trovarono non solo che era davvero scomparsa ma che vi erano ancora presenti le fondamenta dalle quali le pareti erano state sradicate. Esse, infatti, appaiono tutt'oggi - a Loreto - prive di fondamenta, semplicemente appoggiate in terra. Le misure del perimetro, inoltre, combaciano perfettamente con quelle delle fondamenta rimaste in Palestina.

POSATORA DI ANCONA
Nella notte tra il 9-10 dicembre 1294, la Santa Casa scomparve anche da Tersatto e apparendo in Italia, "in vari luoghi", si posò innanzitutto sopra una collina prospiciente il Porto di Ancona, nelle Marche, dove rimase per nove mesi. A quella collina di Ancona fu perciò dato il nome di "Posatora", dal latino "posat et ora", e vi fu edificata una chiesa, per ricordare che là la Santa Casa aveva pregato per la città ed era stata pregata dalla città. Di tale traslazione a Posatora di Ancona esiste lo scritto di un certo don Matteo, contemporaneo dei fatti accaduti e quindi probabilmente testimone oculare. La sosta della Casa a Posatora è comprovata anche da due lapidi commemorative, una antichissima, coeva ai fatti e scritta in latino volgare antico e una risalente al XVI secolo che ne è probabilmente una copia tradotta nella lingua corrente. Dell'esistenza della lapide più antica, smarrita durante dei lavori di ristrutturazione della chiesa di Posatora, se ne ricordano molto bene vari testimoni, sacerdoti e fedeli, alcuni ancor oggi viventi, i quali l'avevano letta prima che venisse smarrita.

LA SELVA DI LORETA
Nella lapide più antica di Posatora si trovava la definizione di "Madona de Loreta"; questo perché la Santa Casa, dopo la sosta dei nove mesi a Posatora nell'anno 1295, si era nuovamente spostata presso la città di Recanati, e si era posata all'interno di una selva appartenente ad una signora di nome Loreta. In tale selva rimase per otto mesi, tra la fine del 1295 e il 1296. Dal nome della signora Loreta nascerà in seguito il nome al maschile della città di Loreto, venutasi a formare proprio intorno a questa reliquia, via via che la gente vi si stanziava nei decenni successivi.
Dalla selva della signora Loreto, ancora la Santa Casa fu trasportata miracolosamente dagli angeli sul campo di due fratelli, sul Monte Prodo, ove rimase solo quattro mesi, perché questi due fratelli, di cognome Antici, iniziarono a litigare violentemente tra loro, per rivendicare l'appropriazione delle offerte dei pellegrini.
La Santa Casa, perciò, andò a posarsi infine sulla pubblica strada adiacente al campo dei due fratelli e che conduceva da Recanati ad Ancona, situata in cima al Monte Prodo, dove tutt'oggi la Santa Casa si trova.

LE ATTESTAZIONI STORICHE E ARCHEOLOGICHE
Moltissimi altri fatti attestano la veridicità storica delle traslazioni miracolose della Santa Casa. Innanzitutto la costruzione di tre chiese ad Ancona, di cui due ancora esistenti, in onore e a ricordo dell'avvistamento da parte di testimoni oculari dell'arrivo della Santa Casa "in volo" presso Ancona e della sosta a Posatora. Addirittura esiste una Basilica intitolata a "Santa Maria di Loreto" in onore delle miracolose traslazioni, anche a Forìo, nell'Isola di Ischia. I pescatori di quell'isola commerciavano con Ancona e riportarono nel 1295, quindi in epoca contemporanea ai fatti, la notizia di ciò che accadeva nelle Marche, edificando subito questo Santuario. Essi avevano certamente visto con i propri occhi la Santa Casa.
Sono elementi di credibilità storica anche l'approvazione del culto delle miracolose traslazioni da parte dei Vescovi anconitani e le approvazioni ufficiali della veridicità storica e della miracolosa traslazione rinnovate per secoli e secoli dai Sommi Pontefici e culminate nella consacrazione liturgica della Festa della Traslazione, al 10 dicembre di ogni anno, che mette in rilievo ed esalta il carattere miracoloso. Così pure le rivelazioni mistiche di molti santi, la maggior parte dei quali descriveva nel dettaglio la Santa Casa e ciò che avveniva di essa senza essersi mai recati a Loreto.

L'IMPOSSIBILITA' DEL TRASPORTO UMANO
Purtroppo, recentemente, per venire incontro alla mentalità materialista e con l'obiettivo di apparire più moderni, alcuni studiosi hanno dato credito a un documento che farebbe apparire sorpassato l'intervento angelico. Secondo questa nuova falsa interpretazione la Santa Casa, al tempo della conquista musulmana della Terra Santa, su commissione della famiglia principesca dell'Epiro di nome "Angeli", sarebbe stata trasportata dai Crociati, i quali l'avrebbero smontata, trasportata per mare e poi ricomposta a Loreto. Ma anche un bambino può capire che tale trasporto e conseguente rimontaggio, sarebbe ancora più miracoloso del trasporto aereo.
Infatti, anche da un punto di vista architettonico, la Santa Casa risulta essere stata trasportata tutta intera in quanto le pietre che la costituiscono sono murate con una malta della Palestina, dei dintorni di Nazareth, inesistente nelle Marche e in tutta Italia. Inoltre, se fosse stata smontata e rimontata più volte, avendo precedentemente appurato che la Santa Casa è stata presente in più luoghi, non è comprensibile come sia stato possibile non alterare in alcun modo la sua perfetta geometria, perfettamente combaciante con le dimensioni delle fondamenta rimaste a Nazareth e con la grotta antistante.
Inoltre, sarebbe stato impossibile a degli uomini smontarla e rimontarla in poche ore, senza che nessuno se ne accorgesse e dicesse nulla, dato che fino al giorno prima era in un luogo e il giorno dopo era in un altro.
Ulteriore stranezza è che essa nella sua collocazione finale sul Monte Prodo sia stata posta senza fare fondamenta e con parte delle mura sul vuoto di un fosso, in più nel mezzo della pubblica strada, nonostante sia storicamente accertato che a quell'epoca il Comune di Recanati aveva proibito di costruire edifici su strade pubbliche, ordinando anche di abbattere qualsiasi costruzione avesse occupato strade pubbliche.
Infine, è anche molto difficile capire con quali mezzi degli uomini abbiano potuto trasportare la Santa Casa. Un trasporto via nave, attraverso il Mediterraneo, sarebbe dovuto durare diverso tempo e sarebbe dovuto riuscire a conservare integre le pareti anche in mezzo alle tempeste.

UN FALSO STORICO
Oltre a tutti i problemi già citati, che mostrano l'impossibilità di un trasporto umano, il professor Nicolini ha dimostrato come sia sbagliata e quindi falsa l'interpretazione del documento da cui è stata tratta tale spiegazione. Infatti un approfondito recente studio del Prof. Andrea Nicolotti, dell'Università degli Studi Storici di Torino, ha dimostrato che il "Chartularium Culisanense" da cui è stata tratta l'interpretazione del trasporto umano è addirittura un "falso storico". Inoltre, nell'unica riga di quel documento in cui si parla della Santa Casa è scritto testualmente: "Le Sante Pietre portate via dalla Santa Casa della Nostra Signora Vergine Madre di Dio". Appare evidente che non si parla di tutta la Casa, ma solo di alcune pietre di essa. Avendo poi la Madonna abitato anche in altre case (a casa di Giovanni subito dopo la crocifissione di Gesù e infine ad Efeso), è ragionevole pensare che tale documento - se pur fosse vero - non si riferisca neppure alla casa di Nazareth.
Dalla lunga e dettagliata trattazione del professor Nicolini si deduce che è molto più ragionevole pensare alla traslazione angelica come opera mirabile di Dio, al quale nulla è impossibile e il quale ha operato miracoli ben più grandi di questo, che non al trasporto umano, il quale davvero sarebbe da considerarsi un evento ancor più miracoloso.

Nota di BastaBugie: ecco la conferenza nella quale il prof. Nicolini spiega dettagliatamente i fatti della traslazione della Santa Casa


https://www.youtube.com/watch?v=DiYv05yFaAI

Fonte: Amici del Timone di Staggia Senese, 30/04/2015

3 - IL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE VUOLE IMPORRE IL PENSIERO UNICO: ''NELLA BUONA SCUOLA NON C'È IL GENDER E CHI LO DICE ANCORA LO DENUNCIO''
La Giannini afferma la libertà dei genitori nella scelta scolastica, ma sempre seguendo le linee del governo (cioè: non sperate di sfuggire al gender!)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17/09/2015

Se ti azzardi a dire che nella "Buona scuola" (la legge 107/2015) c'è la teoria di genere passerai guai legali. Lo promette il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini. Ieri a Radio 24 lo ha detto chiaro e tondo: c'è «una responsabilità irrinunciabile a passare a strumenti legali» contro questa «truffa culturale. Chi ha parlato e continua a parlare di teoria "gender" in relazione al progetto educativo del governo di Renzi sulla scuola compie una truffa culturale. Ci tuteleremo con gli strumenti a nostra disposizione, anche per vie legali. Ove si continuasse ad incriminare la legge studieremo quali strumenti adottare».

E BUONA NOTTE ALLA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
Tra i giuristi ci si interroga poi sul reato che si andrebbe a compiere: non calunnia, né diffamazione, forse procurato allarme, come chi telefona ad una scuola e dice che ha messo una bomba ma poi si scopre che era tutto uno scherzo. Insomma la Giannini vuole dietro le sbarre chi osa "incriminare" - questo il verbo da lei usato - questa legge. Chiamasi pensiero unico.
La Giannini è così stanca di vedere attaccata la sua legge su questo punto che ieri ha emanato una circolare che è arrivata a tutti i dirigenti scolastici in cui «si ribadisce che […] tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né 'ideologie gender' né l'insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo». Il ministro è stato costretto ad emanare questa circolare perché - si legge nella stessa - «pervengono al MIUR numerose richieste di chiarimenti, sia da parte di dirigenti scolastici e docenti che di genitori, riguardo una presunta possibilità di inserimento all'interno dei Piani dell'Offerta Formativa delle scuole della cosiddetta 'Teoria del Gender'».
Ma nella Buona scuola si prevede l'insegnamento della teoria di gender sì o no? Prima di tutto chiariamo cosa è questa teoria. La gender theory non solo predica che l'omosessualità è cosa buona e santa, ma che un maschio si può percepire appartenente al mondo femminile e viceversa. Non solo. Ma asserisce che il dato genetico sessuale - essere maschi o femmine - è ininfluente per le scelte morali della persona. E dunque il sesso (quello biologico) non conta, conta invece il genere, cioè la percezione di sé come maschio, femmina, o come essere umano un po' maschio e un po' femmina, o neutro sessualmente.

NON SESSO MA GENERE
In buona sostanza la teoria di genere esige che si superi la dicotomia maschio/femmina, perché concetti stereotipati, non dati naturali, bensì costrutti umani e sociali da retrogradi, gabbie che imprigionano la persona in ruoli precostituiti. Ecco perché - e il punto è decisivo - si sceglie di parlare non di sesso ma di genere: non più discriminazione sessuale, ma discriminazione di genere; non più identità sessuale, ma identità di genere; non più ruoli sessuali ma ruoli di genere e via dicendo. Ergo, ogni volta che in un documento del governo compare la parola "genere" questa non è usata come sinonimo di "sesso", bensì si contrappone ad essa proprio perché rimanda a tutto quel complesso di tesi appena sintetizzate che ricadono appunto sotto l'espressione "teoria di genere".
Ora nel comma 16 dell'art. 1 della legge sulla Buona scuola si legge che «nelle scuole di ogni ordine e grado» occorre promuovere l'«educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni». Perché usare due termini differenti - "sesso" e "genere" - se significano la stessa cosa? In realtà si usano due termini differenti proprio perché il termine "genere" rimanda alla teoria di genere.
Ma vi sono altre prove per sostenere che nella Buona scuola è previsto l'insegnamento di questa teoria. La neo-legge della Giannini rimanda al comma 2 dell'art. 5 della legge 119/2013. In questo comma alla lettera b) si legge che occorre «promuovere l'educazione alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere nell'ambito dei programmi scolastici […] al fine di sensibilizzare, informare, formare gli studenti e prevenire la violenza nei confronti delle donne e la discriminazione di genere, anche attraverso un'adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo».

NON PUOI DIRE CHE L'OMOSESSUALITÀ È CONTRO NATURA
Questo comma recepisce un documento dal titolo: "Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere" che è stato redatto dal Dipartimento Pari Opportunità. Andiamo a leggere questo piano stilato il 7 maggio scorso: «Obiettivo prioritario deve essere quello di educare alla parità e al rispetto delle differenze, in particolare per superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell'essere donne e uomini, ragazze e ragazzi, bambine e bambini nel rispetto dell'identità di genere […] mediante l'inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica» (5.2). Traduciamo dal politichese: stereotipo di genere è dire ai bambini ad esempio che esistono solo due sessi e che l'omosessualità è contro natura. L'identità di genere, citata nel passaggio, è invece l'immagine di sé come appartenente al mondo maschile o femminile, o la scelta di appartenere ad uno di questi due mondi al di là del sesso biologico. In poche parole, la teoria di genere.
Il documento così prosegue: "il Governo provvederà dunque ad elaborare un documento di indirizzo che solleciti tutte le istituzioni scolastiche autonome ad una riflessione ed ad un approfondimento dei temi legati all'identità di genere" (5.2)
Poi, sempre in questo piano straordinario, vi sono le "Linee di indirizzo sull'Educazione". Qui si richiama l'art. 14 della Convenzione di Istanbul dove si sottolinea la necessità di «includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado materiali didattici su temi quali la parità dei sessi, i ruoli di genere non stereotipati». Si richiama anche l'art. 16, comma 1 lettera d) del decreto legge n. 104/2013 in cui si «sottolinea l'importanza 'dell'aumento delle competenze relative all'educazione all'affettvità, al rispetto delle diversità, delle pari opportunità di genere e al superamento degli stereotipi di genere».

PARI OPPORTUNITÀ NEI LIBRI DI TESTO = IL TOTALITARISMO CHE AVANZA
Inoltre nel documento si rinvia al progetto Polite (Pari Opportunità nei Libri di Testo). Trattasi di un codice di autoregolamentazione, siglato tra gli altri anche dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Pari opportunità e dall'Associazione italiana editori, per la promozione e adozione tra gli editori di libri di testo per l'educazione alle pari opportunità. Grazie a questo progetto abbiamo già sui banchi di scuola testi come il famigerato "Piccolo Uovo": fiaba per bambini in cui si spiega che esiste anche la famiglia omosessuale. Poi vi sono racconti per l'infanzia dove la bella addormentata è svegliata da una principessa. Oppure il libro per la seconda elementare "L'acero rosso" dove - come riportato in foto - c'è un brano di lettura ("In famiglia" di Sandro Natalini) in cui si può leggere: «In famiglia […] si può essere adottati o avere due mamme e due papà. […] Il legame che unisce la famiglia non è il sangue: è il cuore che ci rende genitori e figli». Sdoganate così le coppie omosessuali e l'omogenitorialità. Questi testi, che da tempo circolano nelle scuole, ci fa dire con la Giannini che è proprio vero che la Buona scuola non mira ad introdurre la teoria di genere nelle scuole, perché c'è già.
Il piano straordinario infine fa riferimento anche alle "Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo". In queste linee si spiega che gli atti di bullismo prendono di mira anche chi è differente per «genere, identità di genere, per orientamento sessuale. […] Il considerare, per esempio, 'diverso' un compagno di classe perché ha un orientamento sessuale o un'identità di genere reale o percepita differente dalla propria poggia le sue basi sulla disinformazione e su pregiudizi molto diffusi». Ancora una volta a chiare lettere si rimanda alla teoria di genere quando si parla di orientamento sessuale e identità di genere.
Dato che è facile perdersi in questo gioco di scatole cinesi - gioco volutamente creato ad arte per non venirne più a capo - chiariamo un aspetto importante: questo documento con tutto quello che c'è dentro ha valore di atto amministrativo generale perché riceve validità dalla legge del 2013, quindi direttamente applicabile in tutte le scuole italiane senza passare dal Parlamento, dato che questo si è già espresso chiaramente sul tema. Inoltre questo piano, infarcito di ideologia gender, confluisce nella Buona scuola a motivo del duplice rimando a cui abbiamo fatto cenno.

TORNIAMO ALLA CIRCOLARE DI IERI
In essa si fa riferimento anche alla disciplina europea in tema di educazione alla non discriminazione di genere. Qui gli atti normativi si sprecano. Ricordiamo solo la Relazione Rodrigues approvata a larga maggioranza martedì scorso in cui ai nn. 40 e 48 si prevede l'insegnamento della teoria di genere in tutte le scuole dell'Unione Europea.
La circolare emanata dalla Giannini ha cura poi di tranquillizzare i genitori dichiarando che spetta a loro scegliere in quale scuola mandare i figli dopo attenta scelta dei programmi ed attività didattiche ivi offerta. Ma - e qui sta l'inciampo - la circolare si affretta subito a precisare che tali programmi ed attività «in ogni caso dovranno risultare coerenti con i programmi previsti dall'attuale ordinamento scolastico e con le linee di indirizzo emanate dal Miur». Come dire: liberi voi genitori di scegliere dove mandarli i vostri bambini, ma state pur sicuri che in qualsiasi scuola dove li manderete si insegnerà la teoria del gender.
Detto tutto ciò, ci prepariamo ad affrontare le ire legali del ministro perché abbiamo asserito, avvalendoci della libertà di espressione, che la teoria del gender è presente nella riforma Buona scuola.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17/09/2015

4 - ANCHE NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA IN ITALIA I CRISTIANI SONO PERSEGUITATI DAI MUSULMANI
Stessa cosa in Svezia, ma guai a parlare male dell'islam!
Autore: Silvana De Mari - Fonte: Io amo l'Italia, 23 e 31/07/2015

Il 16 aprile 2015 ha destato scalpore la notizia dei cristiani assassinati sui barconi in quanto cristiani. La signora Boldrini ci ha informato che le sembra improbabile che su un barcone si facessero discussioni teologiche, deve quindi essere rimasta convinta che gli uccisi siano stati soppressi per altri motivi che non la loro fede religiosa. Quello che pensiamo della signora Boldrini lo abbiamo già scritto, quindi per questa volta saltiamo un giro.

LA PUNTA DI UN ICEBERG
A nessuno è venuto in mente che l'assassinio, sempre, è solo la punta di un iceberg, la parte più clamorosa di una tragedia fatta di vessazioni e intimidazioni e ovviamente stupri. Siamo assolutamente certi che non tutti gli islamici siano violenti, ma sicuramente quelli che non lo sono si guardano bene dall'intervenire e dal denunciare.
Le violenze della maggioranza islamica contro la minoranza cristiana continuano nei centri di accoglienza, continuano nell'indifferenza generale.
Amici cristiani pachistani ci hanno segnalato il clima di intimidazione che i cristiani subiscono all'interno dei centri di accoglienza, dove molti di loro celano la loro fede.
È indispensabile che venga immediatamente riconosciuto lo stato di rifugiato politico a tutti i cristiani in fuga dai paesi islamici, sia da parte dell'Italia che dell'Europa, in maniera da levarli dai centri di accoglienza e dalla presenza dei loro persecutori. I cristiani in fuga dagli inferni islamici sono fratelli perseguitati, che hanno rischiato tutto per raggiungere l'Italia e l'Europa, nella speranza di libertà e giustizia, per trovarsi in centri di accoglienza dove, di nuovo, per loro regna la paura, quella paura che da sempre li accompagna, come la loro ombra...

SVEZIA
Dalla civilissima e perplessa Svezia ci giunge la notizia di un gruppo di siriani cristiani che sono dovuti scappare dal centro di accoglienza per rifugiati che li accoglieva, per salvarsi dalle violenze dei siriani islamici. Le autorità svedesi che devono essere andate a lezione dalla signora Boldrini, luce di intelligenza e sale della terra, hanno dichiarato che sono stupiti, hanno sottolineato che solo una piccola parte dei presenti ha preso parte alle violenze e si sono augurati che questo episodio non fomenti l'islamofobia, terribile crimine mentale sempre in agguato per le menti deboli.
Noi che siamo i cattivi per definizione, ben consci dell'ulteriore crimine di ferire con la nostra malvagità il grande cuore della signora Boldrini, facciamo notare che:
1) Visto che ogni ora 12 cristiani vengono assassinati in terra islamica, che le vessazioni contro di loro sono tremende, perché ci stupiamo?
2) Quelli che non hanno partecipato alle violenze non si sono opposti, né le hanno denunciate, quindi possono andarsene all'inferno, dove mi dicono i ben informati, il girone per i conniventi e i vili, è uno di quelli in basso perché sono crimini gravi. La stragrande maggioranza dei turchi era contraria allo sterminio degli armeni e in particolare delle donne e dei bambini, questo non ha salvato gli armeni, nemmeno le donne e i bambini. La maggioranza dei tedeschi era contraria allo sterminio degli ebrei, soprattutto dei bambini. Questo non ha salvato gli ebrei, nemmeno i bambini. É sufficiente che il 10% di una popolazione sia violenta, e il resto connivente o vile, perché quella popolazione sia mortalmente pericolosa.
3) Forse un po' di islamofobia è in caso di tirarla fuori. Non possiamo dividere i rifugiati a seconda del loro credo religioso, ha detto lo svedese Lonnegren. Certo che no: vorrebbe dire riconoscere il problema e l'inganno universale, la menzogna condivisa della non pericolosità islamica si infrangerebbe. [...]

Fonte: Io amo l'Italia, 23 e 31/07/2015

5 - IL DUBBIO DI SAN GIUSEPPE DAVANTI AL FATTO CHE MARIA SIA INCINTA
Giuseppe voleva lasciare Maria per lo stesso motivo per il quale Pietro disse a Gesù: ''Allontanati da me perché sono un peccatore''
Autore: don Pietro Cantoni - Fonte: Il Timone, maggio 2015 (n. 143)

Mi soffermo su quello che viene comunemente definito il "dubbio" di Giuseppe. In che cosa consiste il dubbio? Il dubbio riguarda il da farsi di fonte a un evento assolutamente insolito.
Le interpretazioni sono 3:
1. Giuseppe, davanti al fatto che Maria è incinta, conclude che Maria gli è stata infedele. Essendo però misericordioso, pensa di rimandarla in segreto. E' l'opinione per es. di san Giovanni Crisostomo;
2. Giuseppe non sa darsi una ragione di quello che è successo. Conosce l'onestà di Maria e constata tuttavia la sua incipiente maternità. E' l'opinione di san Gerolamo;
3. Giuseppe è al corrente della maternità verginale di Maria, ma non comprende quale è il suo ruolo in un evento così importante. E l'opinione di san Bernardo di Chiaravalle e di san Tommaso d'Aquino.
Quest'ultima opinione è preferita dai teologi cattolici contemporanei e anche io la preferisco. I versetti che fanno difficoltà sono i vv. 20-21 che riportano le parole dell'angelo. L'angelo informa Giuseppe di un fatto che non sapeva o lo dà per scontato? In particolare il versetto 20 deve essere tradotto: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te la tua sposa Maria, "perché" il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo, oppure: "certamente" il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo? La nuova traduzione della CEI mette un "infatti" che lascia aperte entrambe le possibilità. La sintassi greca permette a quel "gar" di assumere entrambi i significati, anche se il contesto biblico propende decisamente per il secondo significato.
Cedo la parola a san Bernardo quando spiega il passo meravigliosamente bene: "Perché [Giuseppe] voleva lasciarla? Senti al riguardo non la mia ma la risposta del Padri [Bernardo è convinto, non ha torto, che questa sentenza raccolga il consenso più valido dei santi Padri]. La ragione per cui Giuseppe voleva lasciare Maria è la stessa per la quale Pietro voleva allontanare da sé il Signore dicendogli: "Allontanati da me, Signore, perché sono un uomo peccatore" [Lc 5,8]; è anche la ragione per cui il centurione pregava Gesù di non andare a casa sua: "Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto" [Lc 7,6]. Per questo, dunque, anche Giuseppe, reputandosi indegno peccatore, andava pensando di non poter condurre una vita comune con una donna di cui riconosceva con profondo timore la stupenda dignità e superiorità. Egli vedeva, con sacro stupore, che ella portava il segno certo della divina presenza, e poiché non poteva comprendere questo mistero, voleva lasciare la sua sposa. Pietro ebbe paura della grandezza della potenza di Cristo, il centurione ebbe paura della maestà presente in lui; anche Giuseppe, poichè era un uomo, ebbe spavento per la novità di una meraviglia così grande, per la profondità del mistero. Per questo decise di lasciare segretamente Maria. Tu ti stupisci che Giuseppe si giudichi indegno della compagnia di questa vergine incinta, e vedi santa Elisabetta che non riusciva a sopportare la presenza di lei se non con reverente timore. Perché ella dice: "In grazia di che cosa mi è concesso questo favore, che la madre del mio Signore si degni di venire a me?" [Lc1,43]. Ecco dunque perché Giuseppe voleva lasciarla".
Quanti insegnamenti in questo silenzioso atteggiamento di Giuseppe! Soprattutto oggi, in cui la tendenza a giudicare tutto di tutti è così diffusa. In cui il non sapere è così facilmente riempito di giudizio crudele e senz'appello, in cui l'ignoranza diventa il facile pretesto per un sapere diabolico e distruttivo. Giuseppe è un giusto e l'uomo giusto è colui che si ritira rispettosamente davanti al misterioso intervento di Dio.
San Giuseppe ottienici un cuore umile, silenzioso, prudente e giusto come il tuo!

Nota di BastaBugie: riproponiamo il video con il cartone animato su san Giuseppe della durata di quattro minuti


https://www.youtube.com/watch?v=NadWmbGQxCk

DOSSIER "SAN GIUSEPPE"
Patrono della Chiesa Universale

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Fonte: Il Timone, maggio 2015 (n. 143)

6 - L'ASTINENZA DALLE CARNI VA OSSERVATA TUTTI I VENERDI DELL'ANNO
Può, al limite, essere sostituita da altra opera penitenziale, ma penitenza deve sempre esserci per ricordare la morte di Gesù
Fonte Amici Domenicani, 30.04.2012

Il Papa Paolo VI con la Costituzione apostolica Paenitemini riformò la disciplina della Chiesa. Da poco più di due mesi si era concluso il Concilio.
In questa Costituzione il Papa ricorda che ''la vera penitenza non può prescindere in nessun tempo da una ascesi anche fisica: tutto il nostro essere, anima e corpo, deve partecipare attivamente a questo atto religioso con cui la creatura riconosce la santità e maestà divina.
La necessità poi della mortificazione del corpo appare chiaramente se si considera la fragilità della nostra natura, nella quale, dopo il peccato di Adamo, la carne e lo spirito hanno desideri contrari tra loro. (...)

L'ASTINENZA SI OSSERVERÀ IN TUTTI I VENERDÌ DELL'ANNO
Nel Nuovo Testamento e nella storia della Chiesa - nonostante il dovere di fare penitenza sia motivato soprattutto dalla partecipazione alle sofferenze di Cristo - tuttavia la necessità dell'ascesi che castiga il corpo e o riduce in schiavitù, è affermata con particolare insistenza dall'esempio di Cristo medesimo''. In tale Costituzione si legge anche: ''l'astinenza si osserverà in tutti i venerdì dell'anno che non cadono nelle feste di precetto'' (II,3). Tuttavia si concede ai Vescovi di ''sostituire del tutto o in parte, l'astinenza con altre forme di penitenza, specialmente con opere di carità ed esercizi di pietà'' (VI, 1). ["anche il parroco, per giusto motivo e in conformità alle prescrizioni degli Ordinari, può concedere, sia ai singoli fedeli, sia alle singole famiglie, la dispensa o la commutazione della astinenza e del digiuno in altre pie opere", N.d.BB]

LE NORME VALIDE IN ITALIA
La Conferenza episcopale italiana (CEI), in data 4 ottobre 1994, ha emesso le seguenti «disposizioni normative»:
- La legge dell'astinenza proibisce l'uso delle carni, come pure dei cibi e delle bevande che, a un prudente giudizio, sono da considerarsi come particolarmente ricercati e costosi.
- Il digiuno e l'astinenza, nel senso ora precisate, devono essere osservati il mercoledì delle ceneri (e il primo venerdì di quaresima per il rito ambrosiano) e il venerdì della passione e morte del Signore nostro Gesù Cristo; sono consigliati il sabato santo sino alla veglia pasquale.
- L'astinenza deve essere osservata in tutti e singoli i venerdì di quaresima, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità (come il 19 e il 25 marzo).
In tutti gli altri venerdì dell'anno, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità, si deve osservare l'astinenza nel senso detto oppure si deve compiere qualche altra opera di penitenza, di preghiera, di carità.
- Alla legge del digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni sino al 60° anno iniziato; alla legge dell'astinenza coloro che hanno compiuto il 14° anno di età.

IN CONCLUSIONE: IL VENERDÌ È RIMASTO COME GIORNO PENITENZIALE.
Tuttavia è data facoltà di sostituire all'astinenza delle carni un'altra opera penitenziale.
Inoltre la mancata osservanza dell'astinenza nei venerdì dell'anno (ad eccezione dei venerdì di quaresima e soprattutto del mercoledì delle ceneri e del venerdì santo) non viene considerata come colpa grave.
Ma di qui a dire che è stato tolto l'obbligo di non mangiar carne il venerdì ce ne corre.
La pratica dell'astinenza e del digiuno è remotissima nella Chiesa e nei tempi antichi comprendeva anche l'astinenza dall'olio e dal vino. L'astinenza da alcune carni era praticata anche nelle religioni pagane, sebbene per altri motivi. Nel cristianesimo ricevette fin dall'inizio una connotazione cristologica, secondo quanto dice San Paolo: ''completo nella mia carne ciò che manca alle sofferenze di Cristo'' (Col 1,24).

DOSSIER "QUARESIMA"
Digiuno, preghiera, carità

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Fonte: Amici Domenicani, 30.04.2012

7 - PERDONI IL DISTURBO SANTITA', MA ENZO BIANCHI E' CATTOLICO?
Come tutti i novatores, il priore della Comunità di Bose attende la Chiesa del futuro (che però non viene mai)
Autore: Luigi Amicone - Fonte: Tempi, 12/09/2015

Carissimo Santo Padre, Le scrivono da tutto il mondo - ci è stato detto da amici in Vaticano - riempiendo ogni giorni sacchi e sacchi postali che gli addetti alla Segreteria di Stato fanno fatica a smaltire. È un gran bel segno della Sua popolarità immensa. E del bisogno immenso che c'è tra la gente di confidare e farsi confortare da un padre vero. Da Pietro che non inganna.
Ma ecco perché anche noi, piccolo e un po' stravagante giornale di educazione cattolica, veniamo a importunarLa? La ragione è questa. Leggendo il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, al quale Lei ha amabilmente concesso due conversazioni poi traslate "a memoria" e, forse, traslate con qualche intrusione di idee dello stesso Scalfari, ci ha sorpreso il modo con cui stanno accompagnando questa vigilia di delicato e importante sinodo straordinario per la famiglia.
Non è infatti sorprendente che un giornale orgogliosamente laicista e puntigliosamente avversario della realtà della Chiesa come dogma e come popolo, come autorità infallibile di Pietro e come opera storica del Risorto Nostro Signore Gesù Cristo, si stia sforzando di promuoversi come l'organo stampa più accreditato del dialogo teologico avviato alla vigilia del Sinodo di ottobre?
Più precisamente, in occasione del convegno di questi giorni organizzato dalla comunità di Bose che ha come prestigioso ospite Sua Eminenza il cardinale Walter Kasper, il teologo da Lei incaricato di stendere la relazione su cui si confronteranno i padri sinodali, abbiamo letto l'intervista rilasciata a Repubblica (9 settembre), dallo stesso Enzo Bianchi, priore della Fraternità di Bose e, appunto, organizzatore del simposio.

LA CHIESA DEL FUTURO (CHE NON VIENE MAI)
L'intervista si intitola "La Chiesa del futuro" e sembra rappresentare lo spirito e le linee guida del convegno così autorevolmente avvalorato dalla presenza del cardinale Kasper. Bene, cosa sarebbe "la Chiesa del futuro" nell'intervista di padre Bianchi a Repubblica?
Anzitutto, il priore di Bose ritiene che l'appello lanciato dal Papa all'accoglienza dei profughi rimarrà «inascoltato» dallo stesso clero e «verrà magari dissimulato dall'ipocrisia religiosa, che è la più bieca e spaventosa di tutte». Perché ci si dovrebbe aspettare tale enorme negligenza da parte della Chiesa italiana? Perché «la situazione italiana è una vergogna - esordisce Bianchi - soprattutto nelle regioni tradizionalmente più cattoliche, il Veneto e la Lombardia». E chi è colpevole di questa "vergogna"? Bianchi non ha dubbi: «La chiesa italiana». Perbacco, e il priore Bianchi di cosa fa parte? A quale confessione appartiene e da chi gli deriva l'investitura, la legittimazione, l'autorità di priore per cui non è il capo di una comunità dei figli dei fiori o della chiesa del Gesù che mi pare e piace? Dalla Chiesa cattolica italiana, ovviamente. Dall'autorità dei suoi vescovi in comunione col Papa, ovviamente.
Purtroppo, prosegue l'umile priore Bianchi, anche grazie a uomini di Chiesa come il cardinale Biffi e il vescovo Maggiolini (che sfortunatamente non possono replicare alle accuse perché sono morti) «la chiesa italiana ha assecondato», è stata «una chiesa complice». Di cosa? Ma certo, della Lega di Bossi e Salvini. «Il grande silenzio di una chiesa complice li ha aiutati a iniettare nel tessuto sociale del territorio il veleno della xenofobia». Naturalmente tutta la Chiesa, ma proprio tutta, «prima di Francesco», per il cuore addolorato di Bianchi è «una chiesa colpevole». E così, dimentico che non si possono certo mettere in paragone la cultura e la mentalità attuale, il contesto storico e la coscienza umana sviluppatasi col tempo e quella degli uomini protagonisti di eventi di duemila anni fa (perché se si fa questa operazione da chierico con lo scolapasta in testa bisognerebbe portare in tribunale tutta la storia e, si capisce, verrebbe impedita ogni razionale e sensata conoscenza e comprensione della storia), Bianchi paragona le atrocità dell'Isis di oggi con il caso dei monaci che sotto l'imperatore Teodosio distrussero i templi pagani. «Guardando i secoli mi permetto di dire, pur con tutte le differenze: vediamo che altri rifanno a noi quello che abbiamo fatto». Già, guardando i secoli - si potrebbe replicare - siccome la schiavitù era un valore nobile nell'antichità e i figli erano proprietà dei padri con potestà di vita e di morte su di essi, chi oggi schiavizza un immigrato o vende i propri figli non fa altro che quello che «facevamo noi». Ma che ragionamento è?

L'ISLAM NON È FORSE LA RELIGIONE DELLA VIOLENZA?
Ma su questo registro il nostro priore va avanti parecchio, fino a dichiarare che «la dottrina cattolica del Vaticano II ribadisce con chiarezza che la coscienza prevale su qualsiasi autorità, anche su quella papale». Così interpretata la "coscienza" a noi pare una visione protestante piuttosto che cattolica. Ma insomma, sarebbe stupendo sapere cosa ne pensa il Papa in persona. O non è forse comprensibile che la "coscienza" dei fedeli resti smarrita davanti a queste parole? Comunque sia, per il priore Bianchi peggio della Chiesa cattolica «prima di Francesco», parrebbe che non ci sia stato nulla. Lo stesso islam va completamente rivalutato.
«Se nel Corano ci sono testi di violenza, non sono molto diversi da quelli che troviamo nella Bibbia e che ci fanno inorridire». E ancora: «Non è vero che l'islam è una religione della violenza e della jihad, affermarlo serve solo a giustificare la nostra nei suoi confronti». Affermare che ci sia violenza nell'islam «serve solo a giustificare la nostra nei suoi confronti»? Quale violenza priore? Dove sono le orde cristiane che seminano morte, distruzione, paura nei confronti dell'islam? Cretini e falsari i dossier di tutte le organizzazione laiche del mondo e forse pure Francesco ha sbagliato nel denunciare che «ci sono più martiri nella Chiesa che nei primi secoli»? Ma certo, come dice padre Bianchi, «gli integralisti islamici, anche abbattendo una chiesa, non mirano tanto a offendere la fede cristiana quanto a colpire l'occidente».
Manca ancora qualche pregiudizio laicista nel priore "cattolico"? Ecco, infine, come da Bose ci si scaraventa contro la Chiesa. «Si dice sbrigativamente che certi musulmani siano ancora nel medioevo. Ma il velo completo per le suore di clausura è stato abolito solo nel 1982. È molto recente la presa di coscienza della pari dignità della donna e dell'uomo nel cristianesimo, che non ha ancora nemmeno il linguaggio per esprimerla. La soggezione delle donne agli uomini è un retaggio scritturale nell'islam, ma è presente anche nelle nostre scritture: san Paolo afferma che le donne non devono assolutamente parlare nell'assemblea della chiesa e devono stare a capo coperto».
Apoteosi finale. «Nella chiesa c'è buona volontà ma poi della donna si hanno immagini irreali: il modello di Maria, vergine e madre, che non può essere il riferimento per una promozione della donna nella chiesa; l'idea, insinuata per moda, che la Madonna sia più importante di San Pietro, idea insipiente come dire che la ruota in un carro è più importante del volano..».
Perdoni Santo Padre, ma questo priore è cattolico? E l'illustrissimo cardinale Kasper che avrà una parte da protagonista nel prossimo Sinodo, si sente a suo agio nel legittimare un convegno che ha come suo organizzatore e ideologo il signor Enzo Bianchi?

DOSSIER "ENZO BIANCHI"
L'eretico priore di Bose

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Fonte: Tempi, 12/09/2015

8 - AVVENIRE SE LA PRENDE CON CHI CHIEDE DI PRIVILEGIARE I CRISTIANI TRA GLI IMMIGRATI
Intanto l'Arabia Saudita non accoglie migranti, ma si offre di costruire in Germania 200 moschee
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20/09/2015

È lecito e proponibile dare la precedenza ai cristiani tra i profughi che bussano alle porte dell'Europa? La domanda torna di estrema attualità dopo che Marco Tarquinio, il direttore di Avvenire, giornale della Conferenza episcopale italiana, il 18 settembre ha detto un "no" secco con un editoriale dal titolo "Non in nome nostro". Un editoriale dai toni molto duri che in realtà voleva rispondere alla campagna pro-cristiani lanciata da Il Giornale (ovviamente mai nominato, nel miglior stile clericale: come se i lettori di Avvenire avessero l'obbligo di leggersi tutto quanto viene pubblicato per capire con chi ce l'ha il "loro" direttore).
Lasciando da parte espressioni e commenti astiosi che si spiegano con la stizza verso il direttore di un giornale che "invade" un territorio che Avvenire evidentemente giudica di sua esclusiva competenza, vale la pena concentrarsi sulle affermazioni che riguardano il nocciolo del problema. E che possono essere riassunte in questo passaggio: «Non è possibile immaginare un'accoglienza selettiva: abbracciare il profugo siriano o iracheno di fede cristiana e confinare oltre un filo spinato lo yazida o l'alauita o il druso o il musulmano (sciita o sunnita che sia). E come? Con quali strumenti del diritto delle genti, quali manganelli e, soprattutto, quale intelligenza umana e quale cuore? E comunque chi conosce il Vangelo e ascolta davvero la parola del Papa e dei successori degli apostoli, sa che una simile proposta non può essere neanche pensata in nome di Cristo. E perciò mai potrà essere avanzata in nome della comunità cristiana. Lo dico senza incertezze: mai in nome nostro».

ACCOGLIENZA SELETTIVA
Affermazioni strane, visto che non più tardi del 5 settembre scorso lo stesso quotidiano commentava positivamente l'«accoglienza selettiva» della Germania che aveva deciso di aprire le frontiere per i soli profughi siriani. E due giorni prima, addirittura aveva dato spazio all'appello dell'Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), che chiede una corsia preferenziale per i profughi cristiani provenienti da Siria e Iraq. E guarda caso, l'iniziativa de Il Giornale è proprio una risposta all'appello di Acs.
Viene perciò il sospetto che il giudizio sull'«accoglienza selettiva» dipenda da chi la propone. In ogni caso Tarquinio afferma che né il diritto internazionale né il Vangelo permettono un'iniziativa di questo genere. Questo però è falso, e si basa sulla presunzione che tutti coloro che migrano siano uguali e godano di uguale diritto a stabilirsi in un paese terzo. Il che non è assolutamente vero sia dal punto di vista della realtà (tra quanti stanno arrivando in Europa ci sono tipologie di migranti molto diverse) sia dal punto di vista del diritto, che infatti distingue ad esempio tra rifugiati, profughi e migranti economici, con relative procedure e condizioni che danno diritto o meno di stabilirsi in un paese diverso dal proprio. Inoltre, nel caso della Siria e dell'Iraq si aggiunge il fatto che i cristiani non fuggono soltanto a causa della guerra ma soprattutto per la persecuzione a cui sono soggetti e che è universalmente riconosciuta. Questo dà loro diritto a vedere accolta immediatamente la loro richiesta di asilo, senza passare dalle tradizionali, lunghe, procedure per l'accertamento dei casi di persecuzione. Come chiede l'Aiuto alla Chiesa che Soffre, e come il diritto internazionale giustifica.

IL CARDINALE GIACOMO BIFFI
Quanto al Vangelo e ai successori degli apostoli, sarebbe qui inutile riprendere le sempre valide argomentazioni che nel 2000 espose il cardinale Giacomo Biffi, arcivescovo di Bologna [L'EUROPA O RIDIVENTERA' CRISTIANA O DIVENTERA' MUSULMANA https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1980], e che Tarquinio nel suo editoriale ha cercato di salvare con una ardita contorsione del pensiero. Basta invece ricordare che proprio nelle scorse settimane è stato il nunzio apostolico presso le Nazioni Unite a Ginevra, monsignor Silvano Tomasi (uno che ai migranti ha dedicato tutta la vita), a giustificare la richiesta della Slovacchia di ospitare soltanto profughi siriani cristiani: «L'accoglienza, la generosità è un dovere, ma va trovato un punto d'equilibrio per tutelare anche la popolazione che accoglie e soprattutto va rispettato il diritto dei Paesi a mantenere la propria identità», aveva detto a La Nuova BQ.
Nella stessa occasione monsignor Tomasi aveva poi fatto riferimento a un altro elemento importante di cui tener conto nell'ospitalità, vista la complessità del fenomeno che abbiamo davanti, ovvero la disponibilità e la volontà di integrarsi. Argomento che si rivolge soprattutto all'immigrazione islamica che è quella che comporta i maggiori problemi in proposito. Da questo punto di vista evitare la questione, impedire qualsiasi ragionamento in nome di una lettura astratta del Vangelo, è un gesto irresponsabile, come del resto avvertono da tempo vescovi e preti siriani e iracheni.

STABILIRE DEI CRITERI PER GESTIRE L'IMMIGRAZIONE
La questione è di estrema attualità dati gli eventi delle ultime settimane, questa ondata improvvisa attraverso i Balcani e l'Europa centrale che, almeno in parte, somiglia troppo a un qualcosa di organizzato. Le testimonianze che arrivano dalla Croazia negli ultimi giorni dovrebbero costituire un allarme: troppo informati molti profughi sulle strade da seguire, perfino sugli orari dei treni, con disponibilità economiche curiose per chi da tempo è in fuga. A mettere in rilievo queste stranezze è stato anche Andija Hebrang, inviato speciale del presidente croato per il problema dei migranti. Hebrang ha anche osservato che tra coloro che stanno attraversando la Croazia la presenza di siriani è irrilevante. Dato confermato a un giornale croato da un interprete di origine siriana che vive in Croazia dal 1984 e afferma che «molti profughi non vengono dalla Siria, molti non parlano neanche l'arabo». Ulteriore conferma arriva da Frontex, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere, che denuncia un vero e proprio boom di passaporti siriani falsi. E stessa cosa ha dimostrato un giornalista britannico che ha acquistato in Siria un passaporto falso, e oggi afferma che almeno il 2% di coloro che in queste settimane hanno sfondato le frontiere sono terroristi infiltrati. Impossibile dire se la percentuale indicata sia realistica, ma certamente i servizi di intelligence dei paesi europei sono in allarme per questa massa di persone entrata nel cuore dell'Unione Europea in pratica senza alcun controllo.
Perciò cercare di comprendere il fenomeno di questa migrazione; stabilire dei criteri per gestire un flusso di persone che - continuasse in queste proporzioni - rischierebbe di provocare una grossa instabilità nei paesi europei; fare distinzioni tra le diverse situazioni che sono all'origine degli arrivi; soccorrere tutti ma dare la possibilità di restare solo a chi ne ha il diritto; garantire corsie preferenziali ai cristiani perseguitati; tutte queste cose non sono soltanto lecite, ma doverose. A tutela del bene comune, compreso il bene degli immigrati che hanno il diritto di risiedere nei nostri Paesi.

Nota di BastaBugie
: a proposito di immigrazione ecco la parte conclusiva dell'interessante articolo della redazione di Tempi "L'Arabia Saudita non accoglie migranti, ma si offre di costruire in Germania 200 moschee per i profughi musulmani '' pubblicato il 18-09-2015 su Tempi:
I paesi arabi, come Qatar o Arabia Saudita, si sono rifiutati di accogliere anche solo un migrante, nonostante le ingenti disponibilità economiche. La paura che entrino nei loro regni terroristi dello Stato islamico è troppo grande. E del resto, i profughi, specie quelli siriani, non hanno nessuna intenzione di andare a vivere nella Penisola arabica, preferendo l'Europa e le libertà che garantisce.
Riyad però non se l'è sentita di abbandonare del tutto i musulmani che fuggono dalla guerra in Siria, che la stessa Arabia Saudita fomenta, finanziando e armando milizie jihadiste. E così ha pensato di prendere due piccioni con una fava: aiutare i profughi e diffondere l'islam in Europa.
Per questo, come riportato dal tedesco Frankfurter Allgemeine, che cita il giornale libanese Al Diyar, ha offerto ad Angela Merkel di pagare per la costruzione di 200 moschee in Germania. Così, attacca il quotidiano tedesco, con la scusa di aiutare i rifugiati, l'Arabia Saudita cerca di estendere la sua influenza anche in Occidente. Non si sa quale sia stata la risposta tedesca.
E dire che i monarchi assoluti sauditi ne hanno di posto in casa: dispongono infatti di oltre 100 mila tende, al momento inutilizzate, dotate di aria condizionata, che servono ogni anno per accogliere i pellegrini che si recano alla Mecca. Ma per i pellegrini che scappano dalla guerra non c'è neanche un buco libero.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20/09/2015

9 - OMELIA XXVI DOMENICA T. ORD. - ANNO B - (Mc 9,48)
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 27 settembre 2015)

La pagina del Vangelo di questa domenica è ricca di insegnamenti. Prima di tutto essa ci insegna a guardarci dal brutto peccato della gelosia. Questo difetto lo possiamo riscontrare sia nell'atteggiamento di quel giovane che, nella prima lettura, voleva che Mosè impedisse a Eldad e a Medad di profetizzare; e sia nell'apostolo Giovanni, il quale desiderava che Gesù impedisse ad un t0ale di scacciare i demoni, per il semplice fatto che non era dei loro. Nella prima lettura, Mosè rispose: «Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore!» (Nm 11,29); nel Vangelo, invece, Gesù risponde: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi» (Mc 9,39-40).
Il messaggio che riceviamo da questi due episodi è molto importante: dobbiamo apprezzare tutto il bene che il prossimo opera, come se fosse nostro, e dobbiamo, per questo, ringraziare il Signore. Il rattristarsi per questo bene operato dal prossimo non è certamente un buon segno ed è, purtroppo, una mancanza di carità molto diffusa anche da parte di quelli che pregano e frequentano la Messa alla domenica. Impariamo a ringraziare il Signore per tutto il bene che vediamo attorno a noi: il Signore premierà questo nostro sentimento di carità, donandoci lo stesso bene che ammiriamo nel prossimo.
Il secondo insegnamento riguarda invece la triste realtà dello scandalo. Gesù dice: «Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare» (Mc 9,42). Queste parole sono tra le più severe che Gesù abbia pronunciato in tutto il Vangelo e, ai nostri giorni, sono più che mai attuali. Quanti scandali rovinano le anime! Lo scandalo è un bruttissimo peccato, in quanto trascina nel male tutti quelli che lo subiscono. Scandalizzare significa spingere al male con il proprio cattivo esempio. Guardiamoci da questo brutto peccato e proponiamoci di dare sempre buon esempio a tutti.
Ai nostri giorni si dà scandalo in tanti modi: nel parlare, nel comportarsi, nel vestire indecentemente, nel proporre modelli di vita contrari al Vangelo. I moderni mezzi di comunicazione non fanno altro che orientare l'opinione pubblica verso questi esempi sbagliati. Il cristiano deve reagire e opporsi in tutti i modi.
Il Vangelo di oggi ci insegna a fuggire risolutamente tutte le occasioni prossime di peccato, ovvero tutte quelle situazioni che ci espongono imprudentemente al peccato. In questo senso devono essere lette le severe parole di Gesù: «Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile» (Mc 9,43). Non sono parole da prendere alla lettera, esse si devono intendere come la necessità di fuggire le occasioni prossime di peccato.
San Filippo Neri insegnava che, di fronte a queste occasioni prossime di peccato, chi ha coraggio fugge, chi è debole vi rimane e cade miseramente. Nessuno si deve sopravvalutare. Siamo tutti deboli e, se finora non siamo caduti in certi peccati, non è certo per merito nostro, ma perché il Signore ci ha sostenuti per riguardo alla nostra debolezza; ma, se ci esponiamo imprudentemente al pericolo, come a quello di frequentare amicizie equivoche, di vedere spettacoli immorali, non potremo confidare nell'aiuto di Dio, il quale fugge quando noi ci esponiamo temerariamente al male, dando per scontato che comunque Dio ci aiuterà. L'umiltà e la prudenza ci devono sempre guidare.
Per non cadere nei grandi peccati è cosa fondamentale dare importanza anche alle più piccole cose. Mi spiego meglio: se un cristiano inizia a sorvolare sui piccoli peccati, dicendo che comunque sono cose da nulla, prima o poi cadrà anche nei più grandi peccati. Bisogna spegnere la scintilla finché è piccola, altrimenti essa si trasformerà in un grande incendio. Se si inizia a togliere una piccola piastrella, prima o poi verrà via tutto il pavimento; se si comincia a cedere nelle piccole cose, senza un minimo pentimento, si finirà con l'offendere il Signore nelle cose più gravi.
L'ultimo insegnamento riguarda la carità. Gesù dice: «Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa» (Mc 9,41).
Il Signore ricompensa anche il più piccolo gesto d'amore: facciamo in modo che le nostre giornate ne siano piene.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 27 settembre 2015)

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