ECCO PERCHE' TRUMP HA CONQUISTATO GLI AMERICANI
Hillary Clinton va forte solo sui media europei, mentre oltreoceano è Donald Trump a polarizzare l’attenzione di repubblicani e democratici: confusi i primi, impauriti i secondi
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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IL PAPA ISTITUISCE LA FESTA DI MARIA MADDALENA
Il 22 luglio non sarà più soltanto Memoria, ma l'Apostola degli Apostoli avrà la Festa al pari degli apostoli stessi (riscopriamo vita, morte e miracoli della peccatrice di Magdala)
Fonte: Vatican Insider
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DISTRUZIONE DI CHIESE E ''ARTE'' ISLAMICAMENTE CORRETTA
Il Corano vieta di rappresentare qualunque realtà vivente: al pittore si taglia la mano destra, allo scultore il braccio e le opere d'arte vengono distrutte, come accadde a Costantinopoli
Autore: Vittorio Messori - Fonte: Il Timone
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MEL GIBSON STA LAVORANDO AL SEQUEL DE LA PASSIONE
Finalmente vedremo un ottimo film sulla risurrezione e ciò che accadde subito dopo
Autore: Valerio Evangelista - Fonte: Aleteia
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LA DEVOZIONE VERSO LA SANTA CASA DI LORETO E IL SUO TRASPORTO ANGELICO
La Casa di Maria trasferita dagli angeli da Nazareth a Loreto è un incredibile dono della Provvidenza all'Italia
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radici Cristiane
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I JIHADISTI CI VOGLIONO TUTTI MORTI E L'UNIONE EUROPEA VUOLE APPROVARE LEGGI CHE TUTELINO I MUSULMANI
Professori universitari ed euroburocrati stanno tessendo un bavaglio per imporci di parlare bene dell'islam (e intanto in Francia e Belgio le scuole si sottomettono al Corano)
Autore: Sergio Rame - Fonte: Il Giornale
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IL VESCOVO DI MONTREAL SI PIEGA ALLA DITTATURA GAY...
Per evitare cause milionarie per abusi, sacerdoti e catechisti non potranno stare da soli con i bambini, ma dovrà esserci sempre un testimone (così addio a confessione e direzione spirituale)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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LA BREXIT FA CROLLARE IL MITO DI UN'EUROPA MULTICULTURALE SENZA FRONTIERE
Quando interpellato, il popolo boccia sempre l'Unione Europea, come nel 2005 in Francia e in Olanda nei referendum sulla Costituzione Europea che cancellava le (evidenti) radici cristiane
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana
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OMELIA XV DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 10,25-37)
Un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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ECCO PERCHE' TRUMP HA CONQUISTATO GLI AMERICANI
Hillary Clinton va forte solo sui media europei, mentre oltreoceano è Donald Trump a polarizzare l’attenzione di repubblicani e democratici: confusi i primi, impauriti i secondi
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18/06/2016
Si avvicinano le convention democratica e repubblicana. Salvo imprevisti o colpi di mano dell'ultimo minuto, Hillary Clinton e Donald Trump si sono assicurati la nomination per i rispettivi partiti. A dire il vero, pare che qui ci sia un solo candidato: Donald Trump. Parlano tutti solo di lui. Se son democratici ne hanno paura. Se son repubblicani, sono confusi perché non se lo aspettavano. New York è ricca della sua presenza: magliette, gadgets, pubblicità commerciali ispirate ai suoi slogan. Ha fatto scuola. La Nuova Bussola Quotidiana ha incontrato Michael Novak, il più importante filosofo cattolico statunitense vivente, per parlare di questo strano fenomeno. E delle paure degli americani a soli quattro mesi dal voto più importante. Professor Novak, perché l'elettorato repubblicano ha eletto un candidato così atipico e fuori dagli schemi conservatori? «Non so quanto sia diffuso in Italia il concetto del politically correct. Posso dire che, negli Usa, la sinistra domina completamente il settore culturale, dalle accademie al cinema, dalla musica al giornalismo. È sempre stato così, fin dai tempi del marxismo. La sinistra, non solo si adopera per mettere in pratica i suoi programmi sociali, ma vuole anche che la gente ne parli in un certo modo. Mira al controllo del linguaggio. La gente comune, che non ha nemmeno studiato al college, non sa nemmeno più che cosa si possa dire o non dire per non rischiare di essere punita. Gli stessi intellettuali conservatori, i professori, i politici, sono tutti intimiditi da queste regole. Anche i repubblicani moderati, che noi chiamiamo country club republicans non sono immuni dal politically correct. Parlano e si comportano come i progressisti. E quindi la ribellione è avvenuta anche contro di loro. É questo che ha portato alla vittoria di Trump. Il miliardario newyorkese non parla come i progressisti, ha violato tutte le regole del linguaggio, ha urtato tutte le sensibilità più suscettibili». Oltre al linguaggio politically correct, Trump ha puntato quasi tutta la sua campagna contro l'immigrazione clandestina. Sta alimentando una paura esagerata o è un pericolo reale? «Ogni anno noi accogliamo un numero di immigrati maggiore rispetto a tutti i Paesi europei messi assieme. Ogni anni accogliamo più di un milione di immigrati legali. In dieci anni aumentiamo la popolazione di 10 milioni di persone, è come aggiungere una Svizzera, una nazione europea di piccole dimensioni, ogni decennio. A questo si aggiunge l'immigrazione clandestina, soprattutto dal confine con il Messico. So che l'Italia sta ora assorbendo l'ondata immigratoria dal Medio Oriente, probabilmente più immigrati di quanto non sia facile assimilare. Ma negli Usa lo stesso problema è enormemente più ampio e sta creando forti reazioni. Anche perché questa non è immigrazione nel vecchio senso del termine, non abbiamo a che fare con persone che vogliono integrarsi e lavorare sodo. I nuovi arrivati non hanno alcun particolare desiderio di diventare americani. Gli stati confinanti con il Messico, come il Texas e l'Arizona, hanno dovuto aumentare notevolmente la loro spesa per costruire case, scuole, ospedali e tutto quanto è necessario per accogliere i nuovi arrivati. Maggiori spese implicano, ovviamente, anche maggiori tasse per i loro cittadini. Non possono reagire, perché l'immigrazione è gestita a livello federale (nazionale, ndr). Ora la popolazione locale è stanca di sostenere queste politiche». Sempre a proposito del braccio di ferro fra Stati e governo federale, anche l'introduzione del matrimonio gay è stata decisa da una sentenza della Corte Suprema, contro il parere dei governi locali. Non è ancora concluso il braccio di ferro fra North Carolina e Washington sui bagni pubblici accessibili ai transgender. I diritti degli Stati sono dunque a rischio? «Non credo. Gli Stati stanno iniziando a reagire e stanno guadagnando forza. È una reazione contro Barack Obama e la sinistra, una sinistra che viene vista sempre più come coercitiva. I progressisti vogliono promuovere i diritti Lgbt con la stessa retorica della battaglia per i diritti civili, come ai tempi della lotta di emancipazione dei neri. Ma una discriminazione etnica è sostanzialmente diversa da una discriminazione basata sulle scelte. Ora è sorta una grande contraddizione nel movimento gay: da un lato predicano la piena libertà di scelta del loro genere, dall'altro si considerano geneticamente destinati a una natura sessuale che non possono scegliere. Delle due l'una: o sono liberi o non lo sono. Non possono essere entrambe le cose. Quanto alla questione dei bagni pubblici: mi ricorda una vignetta che ho visto non molto tempo fa in cui un bagno ha tre porte, una per i maschi, una per le femmine e la terza per i democratici». Politically correct, immigrazione e "nuovi diritti" sessuali: Trump potrebbe dare la risposta migliore, se venisse eletto presidente? «Non penso. E non voglio incoraggiare la gente a votarlo. Perché è molto ignorante su troppe questioni ed è imprevedibile. Una volta eletto presidente, non saprei cosa potrebbe fare. Io mi limito a spiegare perché piace, perché è stato votato dai repubblicani. Lo capisco, ma personalmente non sono pronto a sostenerlo. È un'incognita. Ed è una scelta veramente dura, perché penso che la priorità sia quella di battere Hillary Clinton. La candidata democratica, contrariamente a Trump, non è affatto un'incognita: sappiamo benissimo che, una volta eletta presidente, non farà altro che accelerare le leggi a favore dei gay e dell'aborto. L'aborto soprattutto: non è affatto una moderata, in fatto di politiche abortiste. Le ha sostenute, finanziate, approvate, non ha neppure avuto un dubbio in merito. Se solo si indagasse sulle pratiche abortiste, se si sapesse cosa avviene in quelle cliniche, le si chiuderebbe immediatamente, a furor di popolo. La Clinton non si pone neppure alcuna domanda. Per lei l'aborto è sacro e non deve essere toccato».
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18/06/2016
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IL PAPA ISTITUISCE LA FESTA DI MARIA MADDALENA
Il 22 luglio non sarà più soltanto Memoria, ma l'Apostola degli Apostoli avrà la Festa al pari degli apostoli stessi (riscopriamo vita, morte e miracoli della peccatrice di Magdala)
Fonte Vatican Insider, 10 giugno 2016
Per volere di Papa Francesco, la Congregazione del Culto con un decreto a firma del cardinale Robert Sarah ha elevato la memoria di santa Maria Maddalena al grado di festa. Il documento è datato 3 giugno, solennità del Sacro Cuore di Gesù. Una decisione, spiega il Segretario del dicastero, l'arcivescovo Arthur Roche, anch'egli firmatario del decreto, che «si iscrive nell'attuale contesto ecclesiale, che domanda di riflettere più profondamente sulla dignità della donna, la nuova evangelizzazione e la grandezza del mistero della misericordia divina».
PRIMA TESTIMONE DELLA RISURREZIONE Era stato Giovanni Paolo II, ricorda Roche, «a dedicare una grande attenzione non solo all'importanza delle donne nella missione stessa di Cristo e della Chiesa, ma anche, e con speciale risalto, alla peculiare funzione di Maria di Magdala quale prima testimone che vide il Risorto e prima messaggera che annunciò agli apostoli la risurrezione del Signore. Questa importanza prosegue oggi nella Chiesa - lo manifesta l'attuale impegno di una nuova evangelizzazione - che vuole accogliere, senza alcuna distinzione, uomini e donne di qualsiasi razza, popolo, lingua e nazione, per annunciare loro la buona notizia del Vangelo». Santa Maria Maddalena viene dunque presentata come un esempio di «vera e autentica evangelizzatrice», che annuncia «il gioioso messaggio centrale della Pasqua». Il Papa ha preso questa decisione durante il Giubileo della Misericordia, spiega monsignor Roche, «per significare la rilevanza di questa donna che mostrò un grande amore a Cristo e fu da Cristo tanto amata».
APOSTOLA DEGLI APOSTOLI Maria di Magdala faceva parte del gruppo dei discepoli di Gesù, lo aveva seguito fino ai piedi della croce e, nel giardino in cui si trovava il sepolcro, era stata la prima testimone della resurrezione, «testis divinae misericordiae», come la definisce San Gregorio Magno. Il Vangelo di Giovanni la descrive in lacrime, perché non aveva trovato il corpo del Signore nella tomba: «Gesù - spiega monsignor Roche - ebbe misericordia di lei facendosi riconoscere come Maestro e trasformando le sue lacrime in gioia pasquale». «Cristo - continua l'arcivescovo - ha una speciale considerazione e misericordia per questa donna, che manifesta il suo amore verso di Lui, cercandolo nel giardino con angoscia e sofferenza», con quelle che sant'Anselmo definisce le «lacrime dell'umiltà». San Tommaso la definisce «apostola degli apostoli», perché è lei ad annunciare ai discepoli impauriti e rinchiusi nel cenacolo ciò che loro dovranno a loro volta annunciare a tutto il mondo. «Perciò è giusto - conclude Roche - che la celebrazione liturgica di questa donna abbia il medesimo grado di festa dato alla celebrazione degli apostoli nel Calendario Romano Generale e che risalti la speciale missione di questa donna, che è esempio e modello per ogni donna nella Chiesa». [...]
Nota di BastaBugie: la questione se la peccatrice di Magdala, Maria di Betania e Maria della risurrezione siano la stessa persona o tre persone distinte è ancora aperta. Soprattutto gli autori moderni (o modernisti?) sostengono l'ipotesi delle tre Marie distinte. Ma la Chiesa nell'officiatura del 22 luglio mostra di tenere per una sola persona dal momento che ad una sola, a Maria di Magdala, attribuisce i fatti evangelici che altri vorrebbero divisi in due o tre Marie.
Tra i Padri della Chiesa Papa San Gregorio Magno (non a caso Magno, cioè Grande) identifica esplicitamente Maria Magdalena in un'unica figura. Ecco la citazione precisa: "Colei che Luca chiama la donna peccatrice, che Giovanni chiama Maria, noi crediamo essere la Maria dalla quale furono espulsi sette demoni secondo Marco. Che cosa questi sette demoni significano, se non tutti i vizi? E' chiaro che la donna in precedenza aveva utilizzato l'unguento per profumare la carne in atti proibiti. Quello che aveva usato più scandalosamente, è stato ora offerto a Dio in un modo più lodevole. Aveva bramato con gli occhi terreni, ma ora, attraverso la penitenza, questi sono consumati dalle lacrime. Aveva sistemato i suoi capelli per esaltare il suo volto, ma ora i suoi capelli asciugano le sue lacrime. Aveva proclamato cose orgogliose con la bocca, ma nel baciare i piedi del Signore, ora ha fermato la sua bocca sui piedi del Redentore. Per ogni piacere, di conseguenza, che aveva avuto in se stessa,ora ha immolato se stessa. Cambiò la massa dei suoi peccati in virtù, al fine di servire pienamente Dio in penitenza." (Omelia XXXIII)
Esplicito è stato in tal senso anche il beato Jacopo da Varazze, autore della Legenda Aurea: "Maria Maddalena nacque da famiglia nobilissima che discendeva da stirpe regale; il padre suo si chiamava Siro la madre Eucaria. Insieme al fratello Lazzaro e alla sorella Marta possedeva la piazzaforte di Magdala che si trova vicino a Genezareth, Betania, vicino a Gerusalemme, e una gran parte di quest'ultima città. Quando i fratelli si divisero fra di loro tali beni Maria ebbe in sorte Magdala donde prese il nome di Maddalena, Lazzaro ebbe una parte di Gerusalemme e Marta Betania. Poiché Maddalena tutta si abbandonava ai piaceri dei sensi e Lazzaro serviva nell'esercito, Marta saggiamente amministrava la parte propria e quella dei fratelli e dava il necessario sostentamento ai servi e ai poveri. Tutti questi beni furono poi venduti dopo l'ascensione del Signore ed il ricavato deposto ai piedi degli apostoli. Maddalena era dunque ricchissima, quanto ricca altrettanto bella e non rifiutava al proprio corpo alcun piacere tanto che era da tutti chiamata la peccatrice. Cristo in quel tempo stava predicando lì vicino, ed essa, per divina ispirazione, si recò nella casa di Simon lebbroso dove Cristo si era fermato; Ma non osando, la peccatrice, mostrarsi nel contesto dei giusti rimase in disparte; lavò, con le sue lacrime i piedi di Gesù, li asciugò con i capelli e accuratamente li unse con l'unguento prezioso. Pensava frattanto il fariseo Simeone: 'Come può permettere un profeta di essere toccato da una peccatrice?' Ma il Signore ne riprovò l'orgogliosa giustizia rimettendo alla donna ogni peccato. Costei è infatti quella Maria Maddalena a cui il Signore accordò ogni favore ed ogni senso di benevolenza: scacciò dal suo corpo sette demoni, l'accolse nella sua amicizia, si degnò di essere suo ospite ed in ogni occasione le fu difensore. La difese Gesù dinanzi al fariseo che la diceva oziosa, dinanzi a Giuda che l'accusava di prodigalità e non poté trattenersi dal pianto quando la vide in lacrime. In grazia di Maddalena risuscitò Lazzaro morto da quattro giorni, risanò Marta da una perdita di sangue di cui soffriva da sette anni e scelse Marcella, la serva di Marta, per pronunziare quella dolcissima frase: 'Beato il ventre che ti ha portato!' Maddalena ebbe inoltre l'onore di assistere alla morte del Signore e di ungerne il corpo con unguenti; restò vicino alla tomba quando gli apostoli se ne furono allontanati e per prima ebbe la visione di Cristo Risorto."
Gesù può perdonare tutti i peccati, anche quelli gravi della Maddalena, ma una volta confessati, restano comunque da scontare le pene, conseguenza dei peccati stessi. Le pene possono essere espiate con le preghiere e le sofferenze accettate in questa vita oppure nell'altra (nel purgatorio). La Maddalena ha scelto di "pagare" in terra in modo da poter godere del paradiso appena lasciato questo mondo. A causa dei peccati della sua vita passata infatti la Maddalena finì volontariamente la sua vita in penitenza in Francia vivendo da eremita. Dopo aver operato miracoli nella zona di Marsiglia, decise di ritirarsi in una zona desertica della Francia presso Sainte-Baume: una grotta divenne la sua squallida abitazione e l'unico cibo era la Santa Comunione portata dagli angeli che ogni giorno la visitavano e la elevavano in cielo. Questo fatto è riportato nel famoso quadro commissionato nel 1460 dal notaio Bindo Grazzini al famoso pittore Antonio del Pollaiolo per la chiesa di Staggia Senese ed oggi conservato nell'annesso museo parrocchiale. Il quadro è una tempera grassa su tavola di cm 210x165. La tavola decorava in origine l'altare della cappella dedicata alla Maddalena di patronato dei Grazzini, potente famiglia locale. La santa, i cui lunghi capelli coprono il corpo senza vestiti, giunge le mani in segno di preghiera, rivolgendo lo sguardo alla sua meta celeste: il paradiso [leggi ASSUNZIONE DI SANTA MARIA MADDALENA, clicca qui]. Interessanti le notizie sulle reliquie della Santa purtroppo quasi totalmente distrutte dalla furia anticattolica della Rivoluzione Francese (Fonte: Wikipedia): "Le reliquie di Maria Maddalena furono venerate a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Provenza, attraendo una tale folla di pellegrini che venne eretta una grande basilica verso la metà del XIII secolo, una delle più famose chiese Gotiche del sud della Francia. Benché le sue ossa siano state disperse durante la Rivoluzione Francese, si disse che la sua testa fosse rimasta nel suo sacrario in una caverna a La Sainte-Baume vicino a Marsiglia, dove la santa si sarebbe ritirata; si racconta anche di grandi miracoli e benedizioni ricevute da chi si recasse al sacrario per venerare Maddalena. Il piede della santa, custodito in un prezioso reliquiario dell'ambito di Benvenuto Cellini è stato venerato per secoli a Roma in una cappella posta all'ingresso di Ponte Sant'Angelo ultima delle reliquie maggiori prima di giungere sulla tomba di San Pietro. Il piede è oggi conservato nella Basilica di San Giovanni de' Fiorentini."
Fonte: Vatican Insider, 10 giugno 2016
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DISTRUZIONE DI CHIESE E ''ARTE'' ISLAMICAMENTE CORRETTA
Il Corano vieta di rappresentare qualunque realtà vivente: al pittore si taglia la mano destra, allo scultore il braccio e le opere d'arte vengono distrutte, come accadde a Costantinopoli
Autore: Vittorio Messori - Fonte: Il Timone, maggio 2016 (n.153)
Tra i divieti coranici c'è anche quello di rappresentare qualunque realtà vivente: quindi, non soltanto gli umani e gli animali, ma anche le piante ei fiori e qualunque cosa abbia vita. Così, l'arte islamica ha dovuto limitarsi a interpretare, con infinite varianti, l'alfabeto arabo, ma solo quello che riporta le parole del Libro.
ARTE ISLAMICAMENTE CORRETTA Il divieto nasce dall'ossessione di Maometto per un ritorno all'idolatria dell'Arabia del suo tempo, idolatria favorita da quadri, affreschi, statue: solo Allah va adorato, nulla e nessuno al di fuori di lui. Qui pure, le pene non mancano e non sono lievi: se al pittore si taglia la mano destra, allo scultore addirittura l'intero braccio. Quando, nel 1453, Costantinopoli fu presa dai Turchi e quando i nuovi padroni, condotti dal sultano Maometto II, deciso di trasformare le centinaia di chiese in moschee, il lavoro fu immane. A cominciare dal più grande tempio cristiano del mondo di allora, la basilica di Santa Sofia, coperta interamente - dentro e fuori - da statue, mosaici, affreschi. Se le sculture furono distrutte, le immagini dovettero essere ricoperte di vernice, con un puntiglio che non risparmiò nessun dettaglio. Talvolta, l'orrore islamico esplode anche tra gli immigrati in Europa: soprattutto in Francia e in Germania, qualcuno colto da una sorta di raptus religioso devasta a colpi di mazza le chiese cattoliche, con le loro raffigurazioni umane. Se, come qualche pessimista prevede, aumentando di continuo l'afflusso nel nostro continente (non si tratta di una immigrazione, bensì di una migrazione di popoli, come quelle antiche), se i musulmani dovessero davvero "sottomettere" - come le loro leggi impongono - i superstiti cristiani, i soli a non dover temere sarebbero gli artisti contemporanei. Le loro opere, infatti, sono ormai da molti decenni "islamicamente corrette": astrattismo, surrealismo, cubismo e così via, tutto rappresentano tranne realtà riconoscibili. Dunque, nessun pericolo di caduta nell'idolatria, davanti a questi coacervi di colori e linee in cui nulla è riconoscibile. Non è dunque un caso che a Dubai, dove gli Emirati Arabi hanno costruito una grande e moderna metropoli nel deserto, si sia aperta la prima galleria pubblica del mondo islamico: in effetti, tutto ciò che vi è contenuto (e che proviene in massima parte da artisti di Europa e Stati Uniti) è talmente astratto da non offendere neppure il più rigoroso degli imam.
COLPA DELLE CROCIATE? NO, DELL'IGNORANZA UNIVERSITARIA Per finirla, almeno stavolta, con i maomettani: in uno dei miei faldoni, trovo un ritaglio che non rafforza la mia fiducia nei docenti universitari. Protagonista, qua, è un noto filosofo che ha pubblicato libri che mi dicono "importanti" e che occupa ora una cattedra nella maggiore università d'Italia (e d'Europa, stando al numero degli iscritti): quella Sapienza di Roma che porta ancora il nome dei papi che l'hanno fondata. Il professore di cui parlo è Gaetano Marramao, che ha dedicato la vita a studiare il marxismo ed è tra gli orfani e vedovi inconsolabili di quella ideologia fallita. Dopo l'attacco dell'11 settembre 2001 ai grattacieli di New York, il Manifesto - forse il solo quotidiano in Occidente che ostenti ancora la scritta "Quotidiano comunista" - lo intervistò. Naturalmente, il solito mantra litanico: colpa del colonialismo, colpa della povertà, colpa del capitalismo. Insomma, colpa nostra, di noi europei e dei consueti nordamericani. A conferma delle sue tesi improponibili, a cominciare dal fatto che la religione (il vero movente di quella violenza) era del tutto ignorato, Marramao è uscito con una frase che così suona testualmente: "Non dimentichiamo che la ferocia musulmana è iniziata con le crociate". Non si sa se ridere beffardi o se, invece, piangere, constatando quale sia il livello di informazioni di un docente universitario circondato da grande fama culturale, non solo nella sinistra restata comunista. C'è da provare disagio nel ricordare al professore alcune date, a cominciare da quella della prima Crociata, che è del 1096. Prima di questa, ecco in successione solo pochi tra gli episodi storici citabili: invasione dell'Egitto (seguita subito dopo dall'invasione di quasi intera l'Africa del Nord, dove i cristiani avevano ben 600 diocesi, tutte scomparse). L'Egitto, dunque: anno 642. Invasione della Spagna: anno 711. Anno 827, aggressione alla Sicilia e sua conquista sanguinosa, tra battaglie e stragi [leggi QUANDO IN SICILIA COMANDAVANO I MUSULMANI, clicca qui, N.d.BB]. Anno 846, una spedizione musulmana risale lungo il Tevere, attacca, saccheggia e in parte distrugge il cuore della Chiesa Cattolica, la basilica di San Pietro. Anno 883: le bande islamiche raggiungono il monastero di Montecassino, lo devastano, lo spogliano di ogni ricchezza e se ne vanno dopo averlo incendiato. Sono, lo dicevo, solo alcuni episodi, non dimenticando che, ben prima delle Crociate, i pirati islamici hanno reso quasi impossibile per i cristiani la navigazione nel Mediterraneo: ogni nave assaltata significava non solo il bottino in cose ma anche in persone, i porti maomettani rigurgitavano i cristiani ridotti in schiavitù e venduti al migliore offerente. Insomma: ridere o piangere?
Fonte: Il Timone, maggio 2016 (n.153)
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MEL GIBSON STA LAVORANDO AL SEQUEL DE LA PASSIONE
Finalmente vedremo un ottimo film sulla risurrezione e ciò che accadde subito dopo
Autore: Valerio Evangelista - Fonte: Aleteia, 10/06/2016
Mel Gibson e lo scrittore Randall Wallace stanno lavorando ad un sequel de La Passione di Cristo; il film racconterà la storia della resurrezione di Gesù. Lo ha dichiarato lo stesso Wallace al The Hollywood Reporter. Lo scrittore - candidato all'Oscar per la miglior sceneggiatura originale di Braveheart - Cuore impavido [leggi BRAVEHEART, UN CUORE IMPAVIDO PER LA LIBERTA', clicca qui, N.d.BB] - giovedì ha confermato (a malincuore) le voci secondo le quali lui avrebbe iniziato a scrivere la sceneggiatura per una storia sulla Resurrezione, dichiarando al The Hollywood Reporter che il progetto è diventato troppo grande per essere mantenuto ancora nascosto. Wallace - che si è recentemente occupato della regia e della sceneggiatura de Il paradiso per davvero, adattamento dell'omonimo libro - ha detto che lui e Gibson hanno iniziato a riflettere seriamente sulla realizzazione di un sequel de La Passione (il film indipendente di maggior successo di sempre) durante la produzione di Hacksaw Ridge, diretto da Gibson e del quale Wallace è stato co-sceneggiatore. Hacksaw Ridge, che uscirà a novembre, narra la storia di Desmond Doss, medico militare che ha prestato servizio durante la seconda guerra mondiale. Doss è noto per essere stato il primo obiettore di coscienza ad aver ricevuto la Medaglia d'Onore del Congresso. Wallace si è laureato in Studi religiosi alla Duke University e ha detto che per lui la Resurrezione è sempre stato un argomento fondamentale. "Ho sempre voluto raccontare questa storia", ha detto. "La Passione è solo l'inizio, c'è molto altro di cui parlare". Un rappresentante di Mel Gibson si è rifiutato di commentare il coinvolgimento dell'attore e regista in un sequel de La Passione. La Passione, film di Gibson sulla persecuzione e crocifissione di Gesù, è uscito nel 2004 dall'indipendente Newmarket Films e ha guadagnato l'enorme cifra di 612 milioni di dollari in tutto il mondo, con un budget di produzione di soli 30 milioni. Da allora molti a Hollywood hanno ipotizzato che un giorno sarebbe stato realizzato un sequel, ma Gibson ha poi iniziato a lavorare su altri progetti. Wallace sostiene che la forte domanda delle comunità cristiane ha influenzato la decisione sua e di Gibson di produrre un altro film. "La comunità evangelica considera La Passione il più grande film di Hollywood. Ci hanno detto più volte che potenzialmente, secondo loro, un sequel potrebbe avere persino maggior successo", ha dichiarato Wallace.
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LA DEVOZIONE VERSO LA SANTA CASA DI LORETO E IL SUO TRASPORTO ANGELICO
La Casa di Maria trasferita dagli angeli da Nazareth a Loreto è un incredibile dono della Provvidenza all'Italia
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radici Cristiane, novembre 2005 (n.9)
La miracolosa traslazione della Santa Casa di Maria da Nazareth a Loreto è forse il maggior onore riservato dalla Provvidenza all'Italia, dopo la scelta di Roma come sede della Cattedra di Pietro. "Deipara Domus in qua Verbum caro factum est": Casa della Madre di Dio in cui il Verbo si è fatto carne. Questa solenne scritta, fatta scolpire da Sisto V sul frontale della Basilica che circonda la Santa Casa, ne riassume l'immensa gloria. «Può mai venire qualcosa di buono da Nazareth?» (Gv 1, 46) dicevano con sprezzante sufficienza i giudei. Ebbene, l'umile casa di Nazareth, in cui la Madonna vide la luce, fu il luogo scelto da Dio per l'ora suprema della storia. Tra le sue povere mura l'Angelo rivelò a Maria i misteri immensi della Santissima Trinità, dell'Incarnazione e della Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, chiedendole l'assenso per realizzare il grande piano divino. Maria, scrive san Tommaso d'Aquino nella Somma Teologica, rispose a nome di tutta l'umanità, pronunciando la parola attesa da tutti i secoli e da tutte le generazioni: Fiat! Questa risposta compendiò tutto in maniera eccelsa, la terra e il cielo, il passato e l'avvenire, il tempo e l'eternità. Nella Santa Casa risuonò la stessa parola detta da Dio nella creazione, ripetuta in modo talmente perfetto da una creatura, che da essa, affermano i teologi, scaturì quasi un'altra creazione. Una nuova epoca per l'umanità si apriva. L'Eterna Sapienza assumeva carne mortale, il Figlio Unigenito di Dio si faceva uomo, il seno di Maria diveniva il tabernacolo del Verbo Incarnato.
UN MIRACOLO ANGELICO La storia della Santa Casa di Nazareth rivela tutto l'amore riservato dalla Provvidenza al luogo sacro dell'Incarnazione. Per oltre mille anni in Palestina essa fu il santuario più venerato dai pellegrini dopo il Santo Sepolcro. Ma ciò che Dio permise per il Santo Sepolcro, non tollerò per la Casa di Sua Madre. Quando, nella seconda metà del secolo XIII, i musulmani invasero la Galilea e si impadronirono dei luoghi santi, gli Angeli, secondo la tradizione, trasportarono la Santa Casa sulle rive dell'Adriatico, in Dalmazia, e poi a Loreto, presso Recanati, dove essa giunse, nel 1294, sotto il pontificato di Celestino V. La notizia dello straordinario prodigio si diffuse rapidamente in tutta Europa e Loreto divenne ben presto il primo santuario dell'Occidente, presso cui nel corso dei secoli accorsero, in devoto pellegrinaggio, santi, pontefici, sovrani e gente di ogni condizione. I miracoli «stupendi e quasi infiniti» di cui già parlava Paolo II nella Bolla Super aethereas del 12 febbraio 1470, si sono susseguiti fino ai nostri giorni, come testimoniano gli Annali della Santa Casa, periodico documentativo del Santuario. La storia della sua miracolosa traslazione è narrata nei particolari da Pietro Giorgi Tolomei detto il Teramano (1430-1473) e fu ripresa da molti scrittori, come il padre Francesco Glavinich nella Historia Tersattana (1648).
IL RICONOSCIMENTO DELLA CHIESA In una lunga bolla del 21 ottobre 1507, Giulio II ripeteva che a Loreto si conservava «ut pie creditur et fama est» la stessa cella della Madonna, portatavi dagli angeli. I Pontefici, in oltre sei secoli, hanno approvato l'autenticità della Santa Casa con documenti e atti solenni di ogni genere, arricchendo il Santuario di visite, doni, privilegi e indulgenze. In particolare, nel secolo XX, Benedetto XV ha solennemente riconfermato, nella liturgia, il solenne cerimoniale della miracolosa Traslazione (10 dicembre) e Pio XI, col Breve Apostolico del 15 giugno 1923 ha concesso a Loreto l'indulgenza plenaria "toties quoties", uguale a quella della Porziuncola d'Assisi. Con la sua Bolla del 26 agosto 1852 il Beato Pio IX così riassumeva il pensiero della Chiesa intorno alla Santa Casa: «Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l'Immacolata Vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore. La devotissima e augustissima Casa di Loreto, consacrata dai misteri divini, illustrata da miracoli senza numero, onorata dal concorso e dall'affluenza dei popoli, riempie tutto l'orbe cattolico della gloria del suo nome, ed è, a buon diritto, l'oggetto del culto di tutte le nazioni e di tutte le stirpi umane. A Loreto infatti si venera quella Casa di Nazareth, cara a Dio per tanti titoli, costruita prima in Galilea, poi divelta dalle fondamenta e trasportata per virtù divina molto lontano, al di là dei mari, in Dalmazia e poi in Italia. Benedetta Casa dove la Vergine SS., predestinata da tutta l'eternità e perfettamente esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta; dove il celeste messaggero l'ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne; ove ripiena di Dio e sotto l'opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata la Madre del Figlio unigenito di Dio, splendore della gloria del Padre, e figura della sua sostanza, che non ha sdegnato di nascere da questa Vergine purissima, rendendosi simile agli uomini per salvare e riscattare il genere umano, precipitato per colpa dei nostri progenitori sotto la schiavitù del demonio».
LA FORZA DELLA RAGIONE Fin dai tempi dell'umanesimo, non è mancato chi ha affermato che il trasporto angelico della Santa Casa sarebbe un'amplificazione letteraria con elementi leggendari. Storico sarebbe, al massimo, il trasporto, per via marittima del materiale, e la sua successiva ricostruzione; leggendario sarebbe invece il miracolo della traslazione angelica. Queste ipotesi, avanzate oggi anche da alcuni religiosi per rendere più "credibile" la venerazione della reliquia, sono in realtà più difficili a credere della stessa traslazione angelica. Secondo le testimonianze storiche, la Santa Casa si trovava ancora a Nazareth negli anni 1288/1289, quando la venerò Rinaldo da Montecroce; né la sua traslazione poté avvenire dopo il 18 maggio 1291, giorno della caduta in mano dei musulmani di San Giovanni d'Acri, ultima piazzaforte dei Crociati. Di fatto, il 10 dicembre 1294, la Santa Casa si trovava perfettamente edificata nella selva di Loreto, non lontano da Porto Recanati. Appare incredibile pensare, osserva don Giuseppe M. Pace, un autore che ha dedicato a questo tema un lucido studio, che, senza nessuna testimonianza a questo proposito, si sia potuto organizzare un viaggio per terra e per mare di un materiale di complessive 100/200 tonnellate attraverso regioni e popolazioni così diverse, senza lasciare una sia pur minima memoria storica dell'avvenimento! Non si comprende poi come i misteriosi "traslatori" abbiano potuto riedificare la Santa Casa in contrasto con tutte le norme costruttive e con le stesse leggi fisiche. È noto infatti che la Santa Casa è priva di fondamenta, letteralmente "posata" sul terreno. La perfetta costruzione delle mura a strati orizzontali congiunti da malta di ottima qualità, esigerebbe una fondazione che ne assicuri il solido appoggio. Al contrario mancano non solo le fondamenta, ma anche una qualsiasi preparazione del terreno sottostante, che si presenta invece come disciolto e polveroso. Le mura posano sopra lo strato superficiale del suolo e in parte sopra un fondo stradale. In alcune parti, addirittura, la Santa Casa non tocca terra. Com'è possibile che un edificio si possa mantenere nella sua integrità per sette secoli senza fondamenta e senza sostegni? Gli architetti che hanno lavorato a Loreto affermano che, tra i tanti, questo è il miracolo più impressionante. A ciò si aggiunga che le dimensioni della Santa Casa coincidono perfettamente con quelle delle fondamenta rimaste a Nazareth e che l'analisi chimica delle pietre ha dimostrato che i muri sono formati con pietre della Palestina, cementate con un impasto di calce unita a cenere, paglia e bitume, secondo l'antichissimo uso ebraico. La ripulitura delle pareti della Santa Casa ha permesso inoltre di scorgere su di esse una cinquantina di graffiti che raffigurano simboli religiosi giudeo-cristiani del II e del III secolo analoghi a quelli che si leggono sulle pareti rocciose della Grotta dell'Annunciazione a Nazareth. Tali graffiti non possono essere giunti a Loreto dispersi dentro a del pietrame sciolto, ma solo su delle pareti integre e compatte.
LE PROVE DELLA FEDE Del resto i Papi, i santi e i pellegrini accorsi a Loreto nel corso dei secoli, non hanno voluto venerarvi un qualsiasi santuario mariano, ma la Santa Casa di Nazareth, prodigiosamente traslata dagli angeli. È famosa la visione di san Giuseppe da Copertino il quale, il 10 luglio del 1657, mentre si trovava nel convento di Osimo, vide moltitudini di angeli andare e venire dal Cielo sulla cupola della Santa Casa: rapito in estasi, il santo volò sopra un mandorlo del giardino. Santa Teresina, che si fermò a Loreto nel suo viaggio in Italia del 1887, nella Storia di un'anima così descrisse il rapimento che provò nel ricevervi la santa Comunione: «Che dirò della Santa Casa? La mia emozione era profonda mentre mi trovavo sotto il tetto medesimo della Sacra Famiglia, contemplando i muri sui quali Gesù aveva posato i suoi sguardi divini, mentre camminavo sulla terra che san Giuseppe aveva bagnato col suo sudore, ove Maria aveva portato Gesù tra le braccia dopo averlo portato nel suo seno virginale [...] Ma la nostra consolazione più grande fu ricevere Gesù stesso nella sua casa ed essere il tempio vivo di Lui nel luogo che egli aveva onorato con la sua presenza [...] Fu una felicità celestiale che le parole non possono tradurre». Né santa Teresina, né nessuno dei Pontefici o dei santi che hanno venerato la Santa Casa ha mai affermato di credere alla possibilità di un viaggio per via marittima della Santa Casa; tutti hanno "piamente creduto", secondo la tradizione, alla traslazione angelica, avvenuta per "virtù divina". La "pia credenza" nella autenticità della Santa Casa è infatti inscindibilmente legata a quella della miracolosa traslazione: mettere in dubbio l'una significa accreditare il dubbio sull'altra: simul stabunt, simul cadunt. «Il miracolo della traslazione - scriveva lo scrittore francese Louis Veuillot in visita a Loreto - è tanto chiaramente provato quanto è possibile desiderarlo. Possiamo dubitare: ma ci è dolce il credere. Non ci viene allo spirito che Dio voglia ingannare la nostra pietà e il nostro amore. La Chiesa, senza farcene un articolo di fede, vuol bene attestarcelo e noi piamente lo crediamo».
LA DEVOZIONE VERSO LA SANTA CASA La devozione verso la Santa Casa di Loreto assume nella nostra epoca di crisi un profondo significato. La Domus Mariae per molte ragioni è intimamente legata alla nascita della Chiesa Cattolica. Infatti: 1) Essa fu il tempio dell'Incarnazione. Tra queste sacre mura fu concepito e crebbe Gesù Cristo, fondatore e capo della Chiesa. 2) Essa fu la Casa di Maria, cioè della creatura che, secondo i teologi, è l'esemplare che realizza in sé nel modo più perfetto la Chiesa e alla quale perciò la Chiesa stessa è configurata. 3) Essa fu la culla della Chiesa nascente, perché Maria, dopo avervi custodito nel suo Seno lo stesso Verbo, e averne conservato gelosamente nel Cuore tutti i detti e i fatti, in questo luogo, dopo la Resurrezione, trasmise agli Apostoli la dottrina del Divino Maestro, sostenendo e confermando la loro fede. Tra queste mura, infine, secondo la tradizione, fu celebrato per la prima volta il Divino Sacrificio. Ancor oggi è conservato, nella Santa Casa, l'Altare degli Apostoli, miracolosamente traslato con essa; nel luogo stesso in cui la SS. Vergine aveva fatto scendere per la prima volta sulla terra Gesù Cristo, san Pietro vi pronunciò le parole della Consacrazione, che ancora oggi si ripetono in ogni Messa. La Santa Casa non ci offre solo l'immagine di un tempio prezioso, ma anche quella di una splendida reggia. Essa fu infatti la dimora, oscura ma regale, di Maria Regina del Cielo e della Terra. Le sue mura benedette riflettono lo splendore del regno di umiltà e di nascondimento della Beatissima Vergine nella sua vita terrena, ma prefigurano anche il regno splendente di Maria sulle anime e sulle azioni da Lei stessa profetizzato a Fatima nel 1917.
Nota di BastaBugie: bel filmato di Voyager sulla Santa Casa nei tre seguenti video
https://www.youtube.com/watch?v=BqtgNN3ZERg
https://www.youtube.com/watch?v=i2Y-gfVLHrU
https://www.youtube.com/watch?v=koV8x-xwI7M
Fonte: Radici Cristiane, novembre 2005 (n.9)
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I JIHADISTI CI VOGLIONO TUTTI MORTI E L'UNIONE EUROPEA VUOLE APPROVARE LEGGI CHE TUTELINO I MUSULMANI
Professori universitari ed euroburocrati stanno tessendo un bavaglio per imporci di parlare bene dell'islam (e intanto in Francia e Belgio le scuole si sottomettono al Corano)
Autore: Sergio Rame - Fonte: Il Giornale, 02/07/2016
Politici, professori universitari ed euroburocrati stanno tessendo un bavaglio per imporci di parlare bene dell'islam. A Sarajevo si è appena concluso il primo Summit europeo sull'islamofobia, un convegno di tre giorni per mettere a punto le linea guida da far seguire ai Paesi dell'Unione europea quando devono confrontarsi con i musulmani. Nel documento conclusivo vengono, infatti chieste misure più stringenti per obbligarci a parlare dei musulmani "soltanto in termini positivi". Alla tre giorni di Sarajevo, come racconta Libero, c'era un parterre delle grandi occasioni. Al summit hanno sfilato politici come l'ex premier spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero, l'ex ministro inglese e fondatore di Medici senza frontiere Jack Straw e l'ex ministro francese Bernard Kouchner. Non solo. Sono accorsi anche alti esponenti dell'Unione europea, professori unifersitari della Georgetown University o di Berkley, intellettuali, sportivi, fumettisti, scrittori e rappresentanti delle più famose associazioni umanitarie. Tutti schierati contro i "populisti", come Marine Le Pen o Donald Trump. Come riferisce Libero se la sono presa, infatti, con i "partiti identitari" che sono stati accusati di razzismo. E hanno chiesto ai leader politici che siedono a Bruxelles di far qualcosa per contrastare "l'ostilità diffusa nei riguardi degli islamici". "Bisogna opporsi alle politiche che discriminano sulla base dell'identità religiosa - si legge nel documento conclusivo - la crescita dell'estrema destra in Europa aumenterà gli estremismi, la divisione e la paura". Da qui la richiesta del summit di creare un "reato specifico di islamofobia" in tutti i Paesi dell'Unione europea. Non solo. A Bruxelles viene addirittura chiesto di istituire leggi che tutelino gli islamici sul luogo di lavoro, "specialmente quelli che indossano il velo".
Nota di BastaBugie: Mauro Faverzani nell'articolo sottostante dal titolo "In Francia e Belgio vige già la dhimmitudine scolastica" parla della situazione in Francia e Belgio. Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su Corrispondenza Romana il 17 giugno 2016: Tempi duri per la scuola in Europa. In Francia e Belgio nuovi, inquietanti campanelli d'allarme stanno trillando all'impazzata. La notizia, partita daNovopress, è subito rimbalzata su blog e agenzie d'informazione: in molte scuole pubbliche francesi la famiglie musulmane, durante il Ramadan, possono esigere il rimborso dei buoni-mensa, oltre tutto senza alcun obbligo di provare le mancate consumazioni. Così, a prescindere, si va in fiducia. I servizi di tutela dell'infanzia, in genere tanto solerti e rigorosi nel garantire uno sviluppo armonico e completo del fanciullo, sempre pronti a suggerire ed a correggere, sono incredibilmente muti di fronte a ragazzini lasciati senza cibo e senz'acqua nei lunghi e caldi giorni di giugno fino ai primi di luglio, per poi lasciarli abbuffare di notte di tutto quanto possano trovare di più grasso e dolce. In questo caso si chiude un occhio, anzi due. Già le mense di questi istituti avevano adeguato i propri menù alle regole dell'islam, escludendo la carne di maiale, ad esempio. Ma, di fronte ai nuovi sviluppi, v'è da chiedersi quanto realmente di pubblico abbiano ancora queste scuole, trasformatesi da laboratori degli orrori laicisti in piccole casbah musulmane. Lieven Boeve, direttore generale della Katholiek Onderwijs Vlaanderen, la rete per l'insegnamento cattolico delle Fiandre, ha proposto addirittura di aprire, negli istituti ad essa aderenti, delle stanze per la preghiera islamica. Secondo quanto dichiarato alla stampa dall'arcivescovo Jozef de Kesel, fresco di nomina, l'episcopato sosterrebbe «totalmente» quest'iniziativa. La prospettiva è che tale provvedimento possa essere presto assunto anche nel Belgio francofono, poi in Francia ed, a seguire, estendersi nel resto d'Europa. Ad opporsi allo scempio vi sono da una parte l'associazione cattolica fiamminga Pro Familia, che ha organizzato per il prossimo 25 giugno a Bruxelles una Marcia per l'insegnamento cattolico, per ribadire alcuni principi fondamentali; dall'altra vi sono le scuole cosiddette "fuori contratto" ovvero quelle che non chiedono soldi allo Stato in cambio della propria libertà, più o meno l'equivalente delle nostre scuole parentali. Ma la loro sopravvivenza appare alquanto complicata in Belgio e minacciata in Francia da due rischi: il progetto di modifica delle norme vigenti, promosso dal ministro Najat Vallaud-Belkacem (il che non stupisce) e la proposta di legge depositata dai parlamentari della lista LR-Les Républicains, che formalmente apparterrebbero alla Destra francese, benché tra di loro militino molti ex-democristiani d'Oltralpe e benché faccian parte in Europa di quel Partito Popolare, che ovunque pare ormai aver non solo dimenticato, bensì tradito la propria identità. Insomma, pare proprio che tanto in Francia quanto in Belgio si sia dinanzi a due casi di dhimmitudine scolastica ante litteram.
Fonte: Il Giornale, 02/07/2016
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IL VESCOVO DI MONTREAL SI PIEGA ALLA DITTATURA GAY...
Per evitare cause milionarie per abusi, sacerdoti e catechisti non potranno stare da soli con i bambini, ma dovrà esserci sempre un testimone (così addio a confessione e direzione spirituale)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26 giugno 2016
Bannati, nel linguaggio social friendly. Più letteralmente "banditi". Sono i preti della diocesi di Montreal in Canada che da settembre non potranno più avvicinarsi da soli ai bambini. Con loro ci dovrà sempre essere un testimone perché il rischio di incorrere in accuse di molestie o di pedofilia è troppo elevato in un Paese che negli ultimi anni ha visto uscire allo scoperto diversi casi accertati di abusi su minori da parte di religiosi. La decisione è stata annunciata dal rettore del seminario di Montreal François Sarrazin e non mancherà di suscitare reazioni indignate. A tutti i sacerdoti e a chiunque, educatori o catechisti gravitino attorno alle parrocchie con ruoli di responsabilità, sarà fatto divieto di intrattenersi da soli con bambini o con altri soggetti vulnerabili. E' il sunto di un progetto pilota che coinvolgerà a partire da settembre una decina di parrocchie del centro di Montreal per poi estendersi a tutta la diocesi della provincia Canadese.
SICUREZZA PER TUTTI O BAVAGLIO PER TUTTI? Lo rivela una comunicazione ufficiale della diocesi che è stata ripresa dai giornali locali. L'obiettivo è quello di creare una "rete di sicurezza" per tutti: bambini, pastori ed educatori. Un'iniziativa drastica, figlia di una caccia al mostro che ha dato i suoi frutti, soprattutto a colpi di cause milionarie. Il rettore del seminario lo ha spiegato in modo molto lineare: «Immaginate se si è da soli in una stanza e un bambino ti accusa di essere stato molestato, come potrete reagire? Che sia vero o no, è necessario un testimone. Per questo serve prudenza». La notizia ha visto i commenti comunque insoddisfatti di Carlo Tarini, portavoce di un'associazione di vittime di preti che ha definito le nuove regole «carenti e in ritardo». Se da un lato la decisione va incontro alla necessità della Chiesa canadese di proteggersi contro azioni legali derivanti da scandali di abusi su minori, in quello che potrebbe essere classificato come un nuovo business con la Chiesa a fare la parte del pollo da spennare, dall'altro è evidente che di fronte a una Chiesa sotto controllo, a risentirne sarà non solo la figura del sacerdote, ma la stessa trasmissione della fede.
DON BOSCO CENSURATO Come potranno avvenire le confessioni o la direzione spirituale con i più piccoli se i sacerdoti dovranno tutelarsi con la presenza di un testimone? E quale autorevolezza potrà avere una Chiesa che rinuncia dal punto di vista educativo a far valere la sua unicità e la sua probità morale? Nella decisione del vescovo di Montreal c'è tutta la paura di essere sotto scacco del mondo. Perché, è vero: gli scandali ci sono stati, ma invece di affrontare di petto la situazione, si è preferito rinchiudersi a riccio e giocare sostanzialmente in difesa. Eppure la storia della Chiesa è ricca di esempi di pastori che hanno amato i fanciulli educandoli al bene e alla fede. Immaginate che cosa sarebbe successo se un provvedimento del genere avesse toccato San Giovanni Bosco? Il risultato di questo provvedimento sarà quello di proseguire sempre più nella diffidenza verso i sacerdoti, alimentando il pregiudizio che tutti i preti sono a rischio pedofilia, dunque personaggi da tenere sotto controllo. Quando sappiamo bene che i casi di abusi, dolorosi e orribili certo, ma, lo dicono le ricerche sociologiche, in percentuale inferiori a quelli che accadono in altre organizzazioni a contatto con i bambini, toccano l'intangibile e protetta sfera dell'omosessualità nel clero. A quando le telecamere nei confessionali? A quando il Grande Fratello sul sagrato? Nella decisione della diocesi di Montreal, tanto per citare Gramsci, c'è più pessimismo della ragione che ottimismo della volontà, ma anche tanta poca fiducia nei propri sacerdoti. E soprattutto tanto sconforto pastorale e paura del mondo e della propria identità. Quasi che anche il vescovo si vergognasse di quel Gesù Cristo che disse «lasciate che i bambini vengano a me». Non si trova nel Vangelo l'aggiunta «ma procuratemi un testimone».
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26 giugno 2016
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LA BREXIT FA CROLLARE IL MITO DI UN'EUROPA MULTICULTURALE SENZA FRONTIERE
Quando interpellato, il popolo boccia sempre l'Unione Europea, come nel 2005 in Francia e in Olanda nei referendum sulla Costituzione Europea che cancellava le (evidenti) radici cristiane
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana, 29/06/2016
Il referendum inglese del 23 giugno (Brexit) sancisce il crollo definitivo di un mito: il sogno di una "Europa senza frontiere", costruita sulle rovine degli Stati nazionali. Il progetto europeista, lanciato con il Trattato di Maastricht del 1992, aveva in sé stesso i germi della sua auto-dissoluzione. Era del tutto illusorio pretendere di realizzare un'unione economica e monetaria prima di un'unione politica.
LA CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI O, peggio ancora, immaginare di servirsi dell'integrazione monetaria per attuare l'unificazione politica. Ma altrettanto e ancor più illusorio era il progetto di pervenire ad un'unità politica, estirpando quelle radici spirituali che vincolano gli uomini a un comune destino. La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea approvata dal Consiglio Europeo a Nizza nel dicembre 2000, non solo espunge ogni riferimento alle radici religiose dell'Europa, ma ha in sé una viscerale negazione dell'ordine naturale cristiano. Il suo articolo 21, introducendo il divieto di qualsiasi discriminazione relativa alle "tendenze sessuali", contiene, in nuce, la legalizzazione del reato di omofobia e dello pseudo matrimonio omosessuale. Il progetto di "Costituzione", al quale lavorò una Convenzione sul futuro dell'Europa tra il 2002 e il 2003, fu bocciato da due referendum popolari, in Francia, il 29 maggio 2005 e in Olanda, il 1 giugno dello stesso anno, ma gli eurocrati non si arresero. Dopo due anni di "riflessione", il 13 dicembre 2007, fu approvato dai capi di Stato e di Governo dell'UE il Trattato di Lisbona che avrebbe dovuto essere ratificato esclusivamente per via parlamentare. L'unico paese chiamato ad esprimersi per via di referendum, l'Irlanda, bocciò il Trattato il 13 giugno 2008, ma essendo necessaria l'unanimità degli Stati firmatari, fu imposto agli irlandesi un nuovo referendum, che grazie alle fortissime pressioni economiche e mediatiche, diede finalmente esito positivo. Nella sua breve vita, l'Unione Europea, incapace di definire una politica estera e di sicurezza comune, si è trasformata in una tribuna ideologica, che sforna risoluzioni e direttive per spingere i Governi nazionali a liberarsi dei valori familiari e tradizionali. All'interno dell'UE, la Gran Bretagna, ha premuto il freno, per rallentare il disegno franco-tedesco di un "superStato europeo", ma ha invece premuto l'acceleratore per diffondere su scala europea, le proprie "conquiste civili", dall'aborto all'eutanasia, dalle adozioni omosessuali alle manipolazioni genetiche.
UBRIACATURA MULTICULTURALE A questa deriva morale si è accompagnata in Inghilterra una ubriacatura multiculturale, culminata, nel maggio 2016, nell'elezione del primo sindaco musulmano di Londra, Sadiq Khan. Ma già nel 2009, l'allora sindaco conservatore, Boris Johnson, invitava tutti i londinesi a partecipare, almeno per un giorno, al digiuno del ramadan per poi recarsi al tramonto in una moschea. Più recentemente il premier David Cameron, polemizzando contro il candidato alla presidenza americano Donald Trump, si è definito «proud of representing a country which is one of the most successful multi-racial, multi-faith, multi-ethnic countries in the world» (Huffpost Politics, 15 maggio 2016). La Brexit rappresenta certamente un sussulto di orgoglio da parte di un popolo che ha una lunga storia e una tradizione antica. Ma l'identità e la libertà di un popolo si fondano sul rispetto della legge divina e naturale e nessun gesto politico può restituire la libertà che un Paese perde a causa della propria decadenza morale. Il no all'Unione Europea è stato la protesta contro l'arroganza di un'oligarchia che pretende di decidere, senza il popolo e contro il popolo, quali sono gli interessi del popolo. Ma i poteri forti che impongono le regole burocratiche di Bruxelles sono gli stessi che disfanno le regole morali dell'Occidente. Chi accetta la dittatura LGTB perde il diritto di rivendicare il proprio Independance Day, perché ha già rinunciato alla propria identità. Chi rinuncia a difendere i confini morali di una nazione, perde il diritto a difendere le sue frontiere, perché ha già accettato la concezione "liquida" della società globale. Sotto quest'aspetto, l'itinerario di auto-dissoluzione della Gran Bretagna, segue una dinamica che laBrexit non può arrestare e di cui anzi può costituire un'ulteriore tappa. La Scozia già minaccia un nuovo referendum per uscire dal Regno Unito, seguita dall'Irlanda del Nord. Inoltre quando la Regina, che ha 90 anni, lascerà il trono, non è escluso che alcuni paesi del Commonwealth dichiareranno l'indipendenza. Qualcuno ha detto che la Regina Elisabetta è stata incoronata imperatrice del British Empire e morirà forse a capo di una Little England. Ma questo itinerario di disunione politica ha come esito finale la repubblicanizzazione dell'Inghilterra. Nel 2017 ricorre il terzo centenario della fondazione della Gran Loggia di Londra, madre della Massoneria moderna. Ma la Massoneria, che nel XVIII e nel XIX secolo secolo si servì dell'Inghilterra protestante e deista per diffondere nel mondo il suo programma rivoluzionario, oggi sembra decisa ad affossare la Monarchia inglese, in cui vede uno degli ultimi simboli ancora sopravviventi dell'ordine medioevale.
CHI SALVERA' L'OCCIDENTE? Dopo la Brexit, scenari di disintegrazione si possono aprire in Grecia in seguito all'esplosione della crisi economica e sociale; in Francia, le cui periferie urbane sono minacciate da una guerra civile jihadista; in Italia, per le conseguenze di un'inarrestabile invasione migratoria; in Europa orientale, dove Putin è pronto ad approfittare della debolezza delle istituzioni europee per assumere il controllo del territorio orientale dell'Ucraina ed esercitare la sua pressione militare sugli Stati baltici. Il generale britannico Alexander Richard Shirreff, già vice comandante della Nato dal 2011 al 2014, ha previsto, sotto forma di romanzo (2017 War with Russia. An Urgent Warning From Senior Military Command, Coronet, London 2016), l'esplosione di una guerra nucleare tra Russia e Occidente, nel maggio 2017, una data che ai cattolici ricorda qualcosa. Come dimenticare, nel primo centenario di Fatima, le parole della Madonna, secondo cui molte nazioni saranno annientate e la Russia sarà lo strumento di cui Dio si servirà per punire l'umanità impenitente? Di fronte a queste prospettive gli stessi partiti conservatori europei sono divisi. Se Marine Le Pen in Francia, Geert Wilders in Olanda e Matteo Salvini in Italia, chiedono l'uscita dei loro Paesi dall'Unione Europea e confidano in Putin, ben diverse sono le posizioni del premier ungherese Viktor Orban e del leader polacco Jaroslaw Kaczynski, che nell'Unione Europea e nella Nato vedono una barriera contro l'espansionismo russo. Nel 1917, apparve Il tramonto dell'Occidente (Der Untergang des Abendlandes) di Oswald Spengler (1880-1936). Cento anni dopo, la profezia dello scrittore tedesco sembra avviarsi a compimento. "Occidente", prima di essere uno spazio geografico, è il nome di una civiltà. Questa civiltà è la Civiltà cristiana, erede della cultura classica greco-romana che dall'Europa si è estesa alle Americhe e alle propaggini lontane dell'Asia e dell'Africa. Essa ebbe il suo battesimo la notte del sogno di san Paolo, quando Dio diede l'ordine all'apostolo di voltare le spalle all'Asia per «passare in Macedonia», ad annunciare la buona novella (Atti, XVI, 6-10). Roma fu il luogo del martirio dei santi Pietro e Paolo e il centro della civiltà che nasceva. Spengler, convinto dell'inesorabile declino dell'Occidente, ricorda una frase di Seneca: Ducunt volentem fata, nolentem trahunt («Il destino guida chi vuole lasciarsi guidare e trascina chi non vuole»). Ma alla visione relativista e determinista di Spengler noi opponiamo quella di sant'Agostino che, mentre i barbari assediavano Ippona, annunciava la vittoria della Città di Dio nella storia, sempre guidata dalla Divina Provvidenza. L'uomo è artefice del proprio destino e con l'aiuto di Dio il tramonto di una civiltà può trasformarsi nell'alba di una resurrezione. Le nazioni sono mortali, ma Dio non muore e la Chiesa non tramonta.
Nota di BastaBugie: Robi Ronza nell'articolo dal titolo "É un'Europa da rifondare" nota con sagacia che il Popolo viene considerato sovrano dai media solo se vota come piace a lorsignori. Ecco l'inizio dell'articolo pubblicato sul sito La Nuova Bussola Quotidiana il 25-06-2016: Poi si tratta di andare a vedere che prezzo cercheranno di farci pagare le élites che erano sin qui riuscite con successo a costruirsi la loro Europa pretendendo che fosse anche la nostra. La prima cosa da dire però è che l'esito del referendum britannico pro o contro l'Unione Europea è un atto di grande libertà; e apre a grandi speranze. L'altro ieri in Gran Bretagna gli elettori hanno votato innanzitutto contro un ordine costituito politico e mediatico che voleva votassero diversamente; e che aveva per questo fatto letteralmente di tutto. Parlando alla Rai in un'ascoltatissima trasmissione del mattino, l'ex-presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è permesso ieri di definire "incauto" il premier britannico Cameron per aver sottoposto a referendum popolare la questione della permanenza o meno del suo Paese nell'Ue. Da questioni di questa importanza, secondo Napolitano, è meglio che il popolo venga lasciato fuori. Dando prova di una notevole mancanza di comune senso del pudore, il suo pupillo Mario Monti ha detto anche di peggio. Capo di governo imposto al Parlamento, e nominato allo scopo senatore a vita pochi giorni prima della sua entrata in carica, Monti ha affermato che indicendo il referendum Cameron avrebbe nientemeno che «abusato della democrazia». Quando insomma un popolo vota di testa sua, e non come avrebbero voluto loro, alle élites abituate a considerare "cosa nostra" le istituzioni europee casca la maschera. Da due giorni a questa parte i Napolitano e i Monti di ogni parte d'Europa sono fuori di sé al punto da non riuscire più a nascondere l'autoritarismo recondito, post-comunista o massonico che sia, che caratterizza non da oggi la loro visione politica. Anche se a mio avviso la Brexit è uno shock salutare per l'Unione Europea, senza dubbio non è ordinaria amministrazione. Come si diceva, le élites che non la volevano cercheranno di far pagare al mondo il fallimento del loro progetto facendone il capro espiatorio su cui scaricare emergenze che con essa non hanno nulla a che vedere.
Fonte: Corrispondenza Romana, 29/06/2016
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OMELIA XV DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 10,25-37)
Un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 10 luglio 2016)
Chi da Gerusalemme scende a Gerico si accorge subito di una cosa: che vi è un grande dislivello tra le due città. Gerusalemme è in montagna, mentre Gerico è in una depressione al di sotto del livello del mare. Questo non è un particolare di poca importanza. Gerusalemme è come il simbolo del Paradiso e della felicità di lassù; Gerico è il simbolo del male, del peccato. Gesù, raccontando questa parabola, voleva far comprendere che l'uomo che scendeva da Gerusalemme verso Gerico e che incappò nei briganti che lo depredarono, è l'umanità che cadde in peccato con Adamo ed Eva e che divenne preda del diavolo. Gesù è il Buon Samaritano che venne per salvare l'uomo decaduto e per ridonargli la dignità perduta. Questo è il primo e il più importante degli insegnamenti che ricaviamo dalla lettura di questa parabola. Se non fosse stato per Gesù e per la sua immensa carità, noi tutti giaceremmo ancora nel peccato. Con il peccato originale, l'uomo ha perso tutto o quasi. Ha perso l'amicizia con Dio, la sua grazia. Anche la natura è rimasta ferita: con il peccato originale è subentrata la sofferenza e la morte. Solo Gesù, il Buon Samaritano, poteva redimerci dal peccato e ridarci la vita. Gesù ha avuto compassione di noi (cf Lc 10,37) ed è disceso fino a noi per portarci di nuovo alla Gerusalemme di lassù. Egli ha fasciato le nostre ferite e si è preso cura di noi (cf Lc 10,34). Gesù continua a prendersi cura di noi. Egli si prende cura di noi per mezzo dei suoi sacerdoti e grazie ai Sacramenti da loro amministrati. Il sacerdote quando celebra la Messa e quando ci assolve dai nostri peccati è Gesù stesso che fascia le nostre ferite e ci ridona la salute dell'anima. Da parte nostra dobbiamo accostarci con fede al Sacramento della confessione e alla Comunione Eucaristica. Anche noi, però, dobbiamo prenderci cura dei nostri fratelli ed essere per loro dei "buoni samaritani". Il brano del Vangelo di oggi ci insegna anche a praticare la virtù della carità, che è la regina delle virtù. C'è un particolare che deve farci molto riflettere. Passò un sacerdote e non si fermò; passo un levita e andò via diritto; solo un samaritano ebbe compassione del malcapitato incappato nei briganti e si prese cura di lui. I samaritani erano considerati come degli stranieri con i quali non bisognava aver a che fare. Questo ci insegna che la carità, a volte, la troveremo non tanto dai vicini, ma dai più lontani, da quelli con i quali non volevamo aver nulla da spartire. Dio permette questo per piegare il nostro orgoglio e la nostra presunzione. Facciamo dunque un esame di coscienza e vediamo se siamo stati anche noi come quel sacerdote o come quel levita e domandiamone perdono. È molto facile accorgersi di tanti altri peccati, ma dei peccati contro la carità, chissà perché, è sempre difficile rendersene conto. Tante volte "andiamo oltre" anche noi come quel sacerdote e quel levita e non ci accorgiamo di chi è nel bisogno. Si manca di carità in tanti modi: nel pensare, nel giudicare, nel parlare che tante volte è uno sparlare; si manca di carità anche senza dire parole, basta solo un atteggiamento del volto per dimostrare il nostro disprezzo per il fratello che ci è davanti; si manca di carità chiudendo il nostro cuore di fronte alle sventure del prossimo, non volendoci pensare e non volendo quindi fare ciò di cui abbiamo la possibilità. Questi ultimi sono tutti peccati di omissione. I peccati di omissione sono molti, ma la cosa più brutta è che, il più delle volte, nemmeno ce ne accorgiamo. Chiediamo alla Madonna che ci ottenga dal Signore la grazia di aprire bene i nostri occhi per renderci conto finalmente della nostra durezza di cuore. Chiediamo la grazia di diventare anche noi dei "buoni samaritani", sempre pronti a soccorrere il nostro prossimo e a prenderci cura di lui.
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 10 luglio 2016)
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