BastaBugie n�466 del 10 agosto 2016

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1 L'ISLAM IN 14 SECOLI, HA FATTO 270 MILIONI DI VITTIME (PIU' DI NAZISMO E COMUNISMO MESSI INSIEME)
Intanto Salah Abdeslam, il terrorista sopravvissuto agli attentati di Parigi, vive in una cella personale di tre stanze con palestra, tv satellitare, libri e giornali, riceve posta ed anche visite (VIDEO: Gheddafi spiega come si conquista l'Europa)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
2 SE IN FRANCIA LO STATO DEMOLISCE LE CHIESE, CHI SGOZZA IL PRETE SEMPLICEMENTE COMPLETA L'OPERA
A Parigi la polizia trascina via a forza preti e chierichetti interrompendo la Messa, così la chiesa di Santa Rita sarà demolita per far posto a un parcheggio
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 I MUSULMANI NELLE CHIESE? SANTA CHIARA LI FECE FUGGIRE DA ASSISI
Fu la prima ragazza a seguire San Francesco e nel 1240 protesse Assisi dai saraceni, veneratori, oggi come allora, di Maometto e non di Gesù
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana
4 UNA ROCKBAND LESBICA SI VEDE CANCELLARE LA PARTECIPAZIONE ALLA FESTA PATRONALE: SEMBRA UN'OVVIETA'... E INVECE SCOPPIA IL CASO MEDIATICO
Altre notizie dal mondo gay: la Rai mette il bollino rosso su un film LGBT ma poi se ne pente; la versione gay di Monopoly; la polizia inglese sfila al gay pride con la volante arcobaleno per punire gli omofobi (VIDEO: l'auto gay della polizia)
Autore: Rodolfo de Mattei - Fonte: Osservatorio Gender
5 IL FISCO SOTTRAE PROPRIETA', LIBERTA' E LA VITA STESSA
Lo Stato ci sottrae i soldi (proprietà), ci sottomette a sé (libertà), soffoca la nostra stessa esistenza (vita)... occorre reagire!
Autore: Carlo Lottieri - Fonte: L'intraprendente
6 IL FIGLIO SOSPESO: IL FILM CHE SVELA LA DRAMMATICA REALTA' DELL'UTERO IN AFFITTO
Una pratica che apre inquietanti scenari raccontata dal punto di vista del bambino (VIDEO: trailer del film)
Autore: Marco Guerra - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 COSA FARE SE IL PARROCO COMMETTE ABUSI LITURGICI
Il fedele è tenuto a denunciarli all'autorità ecclesiastica, altrimenti si diventa complici e si pecca di omissione
Autore: Roberta Sciamplicotti - Fonte: Aleteia
8 LE CONSEGUENZE PIU' PERICOLOSE DEL SI ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE RENZI-BOSCHI
Ecco le principali modifiche al vaglio del referendum (ad es. c'è l'attacco finale alla famiglia e alla libertà di educazione)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: Il Timone
9 OMELIA XX DOMENICA T. ORD. - ANNO C - (Lc 12, 49-57)
Non sono venuto a portare la pace sulla terra, ma la divisione
Fonte: Maranatha.it
10 OMELIA SOLENNITA' DELL'ASSUNTA - ANNO C - (Lc 1,39-56)
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
Fonte: Maranatha

1 - L'ISLAM IN 14 SECOLI, HA FATTO 270 MILIONI DI VITTIME (PIU' DI NAZISMO E COMUNISMO MESSI INSIEME)
Intanto Salah Abdeslam, il terrorista sopravvissuto agli attentati di Parigi, vive in una cella personale di tre stanze con palestra, tv satellitare, libri e giornali, riceve posta ed anche visite (VIDEO: Gheddafi spiega come si conquista l'Europa)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 17/07/2016

L'uomo della strage di Nizza, Mohamed Lahouaiej Bohlel, fino al 13 luglio era una persona comune, un tipo che non dava nell'occhio. Emigrato in Francia una decina di anni fa dalla Tunisia aveva un permesso di soggiorno che sarebbe scaduto nel 2019.
"M'era sembrato molto tranquillo... forse un po' triste", dice la vicina di casa: "era sempre da solo... un'unica volta l'ho visto in compagnia del figli".
Da un anno era andato a vivere lontano dalla moglie e dai tre suoi bambini. Forse aveva avuto problemi di prestiti e debiti e qualche grana giudiziaria. Aveva partecipato a una rissa, ma nulla che potesse allertare l'antiterrorismo. Pare che fosse "depresso e instabile", ma anche questo non può spiegare l'orrore che ha perpetrato.
Del resto il "male di vivere" è un connotato della nostra condizione umana e il nichilismo dell'Occidente lo amplifica e lo grava di nuovi fardelli. Ma è una condizione comune. Tutto questo non c'entra ancora niente con il terrorismo e la strage. Al massimo può prendere la strada della disperazione personale o quella del rancore e dell'odio.
Una pagina dello scrittore svedese Hjalmar Soderberg coglie bene la nostra condizione umana: "Vogliamo essere amati. In mancanza di ciò, ammirati; in mancanza di ciò, temuti. In mancanza di ciò, odiati e disprezzati. Vogliamo suscitare negli altri una qualche sorta di emozione. L'anima trema davanti al vuoto e ha bisogno di un contatto a ogni costo."
In fondo anche i "social" che ci siamo inventati - per viverci dentro con i telefonini, che sono le scatole nere delle nostre vite - servono ad anestetizzare tutta questa immensa solitudine che non permette di sentirsi vivi. E soprattutto amati.
Ma qual è il fattore misterioso che trasforma un essere umano, con la sua consueta fatica di vivere, comune a tutti noi, in un terrorista stragista?
E' l'ideologia. Non è necessario essere intellettuali o particolarmente militanti. Basta anche solo l'infatuazione, la suggestione dalla propaganda balorda. Mohamed - a quanto pare - ha espresso tutto nel solito grido di battaglia: "Allah Akbar".

IL VELENO MORTALE
E' l'ideologia il meccanismo perverso che prende la rancorosa frustrazione di un uomo e ne fa una bomba umana lanciata contro il mondo intero, nella prospettiva della sua distruzione purificatrice e nell'illusione di un grossolano "paradiso" edonista con 72 vergini a disposizione.
I milioni di immigrati musulmani in Francia (e in Europa) sono sottoposti a questa doppia pressione: da una parte il nichilismo dell'attuale Occidente, senza vita spirituale e senza nobili ideali; dall'altra le sirene del jihadismo, la predicazione di un fanatismo che - a quanto pare - dispone di grandi mezzi. Una tenaglia micidiale.
L'ideologia - come sappiamo per averne viste molte nel Novecento - è il meccanismo che non ti fa più vedere gli altri esseri umani, ma li trasforma in simboli astratti che si possono schiacciare e massacrare. Anche a milioni.
L'ideologia è il meccanismo capace di tirar fuori la parte più oscura della nostra natura legittimandola come buona. L'ideologia abbatte le civiltà e porta fame e miseria ai popoli, a cui impone il dominio dei tiranni.
Oggi si comincia a capire che quella jihadista è un'ideologia. Essa - ha scritto Le Monde - "chiama alla lotta contro gli infedeli, gli ebrei e i crociati, gli Occidentali: un discorso totalitario che predica la guerra con tutti i mezzi contro i miscredenti e altri non credenti".

IN GUERRA DA 14 SECOLI
Ma è un'ideologia molto antica. Erroneamente si crede che nasca in odio al moderno Occidente. In realtà è stata da sempre (ed è) in guerra con tutte le culture, tutte le civiltà e le religioni diverse da sé. Ed è in guerra perfino nel suo stesso seno (per esempio fra sciiti e sunniti).
E' un'ideologia del dominio. E i suoi devastanti effetti non sono stati inferiori a quelli dei totalitarismi del Novecento.
Secondo i calcoli di Bill Warner - direttore del "Center for the Study of Political Islam" - la conquista musulmana del Medio Oriente, dell'Anatolia e del Nordafrica - che rappresentavano metà della cristianità antica - ha fatto almeno 50 milioni di vittime.
La conquista islamica dell'Oriente - dove ha spazzato via l'antichissima civiltà persiana e zoroastriana - ha poi prodotto la morte di10 milioni di buddisti la cui religione è stata estirpata dalla "via della seta" e dall'Afghanistan.
L'attacco all'India ha distrutto metà di quella civiltà facendo circa 80 milioni di vittime. Mentre nell'Africa subsahariana le vittime cristiane e animiste del Jihad sarebbero circa 120 milioni.
Guglielmo Piombini - al cui saggio pubblicato su "Il grande tradimento" devo la conoscenza di Warner - calcola: "Sommando tutte queste cifre si giunge alla conclusione che dal settimo secolo a oggi approssimativamente 270 milioni di 'infedeli' sono morti per la gloria politica dell'Islam, un numero di vittime che probabilmente supera quelle del comunismo".
Piombini conclude: "La Jihad rappresenta quindi, per durata e per conseguenze, una delle istituzioni più rilevanti della storia umana, che ha sconvolto la vita di centinaia di milioni di persone per quasi 1400 anni. Eppure, a livello storico, è quasi completamente ignorata".
In effetti sono rari coloro che hanno alzato i veli sulla storia vera e non hanno avuto vita facile nei salotti dell'intellighentsia occidentale. Per esempio Oriana Fallaci e Bat Ye'or.

EURABIA
Loro da tempo hanno lanciato l'allarme: l'Occidente, imbevuto di mentalità politically correct e di odio delle proprie radici (cristiane), è ipnotizzato dalle sirene del multiculturalismo e ignora completamente cosa storicamente è stato ed è l'Islam, cosicché l'Eurabia esiste già nella "sottomissione" della nostra cultura relativista.
Del resto l'intellighentsia occidentale ha vissuto lo stesso abbaglio con il comunismo. Oggi i cantori del multiculturalismo esaltano la "magnifica" civiltà islamica con analoga ignoranza dei fatti. E le élite politiche continuano a sostenere che il problema sarebbe solo il terrorismo.
Cosicché lasciamo che regimi come Arabia Saudita e Pakistan (o Iran) siano protagonisti riconosciuti e legittimati dei consessi internazionali e del "grande gioco".
Le caste occidentali non vedono il problema rappresentato dall'Islam, così come non colgono il pericolo del nostro nichilismo occidentale che è diventato anche un disastro demografico e ha prodotto un vuoto spirituale e - appunto - demografico che rischia di essere riempito in modo traumatico e devastante per la nostra civiltà.
Sottovalutando la questione islamica e le conseguenze della "dittatura del relativismo", poi, tali Caste agitano solo e sempre il fantasma del "populismo" come se fosse il pericolo e non piuttosto la reazione dei popoli al pericolo.
Come se il problema fosse rappresentato dalla Brexit, dalle nazioni che difendono la loro identità e pretendono di decidere le loro sorti, sentendosi tradite e abbandonate dalle Caste che sono al potere.
Luigi Amicone giustamente osserva: "La minaccia non è il populismo, ma il nichilismo occidentale (che fa guadagnare terreno a quello islamico)".
Ci sono tanti lupi solitari come Mohamed che, in questa confusione, possono perdersi e provocare altre tragedie.

Nota di BastaBugie: nel seguente video Gheddafi spiega bene quale mentalità è comune tra i musulmani. Geddafi è stato ucciso, ma un miliardo di musulmani oggi pensa esattamente alla conquista del mondo come hanno sempre fatto da Maometto in poi


https://www.youtube.com/watch?v=-CwavkNe0Ck

CELLA D'ORO PER UNO DEGLI ATTENTATORI DI PARIGI
L'articolo sottostante dal titolo "Cella d'oro per uno degli attentatori di Parigi" parla di come il sistema carcerario francese tratta Abdeslam Salah, l'unico attentatore sopravvissuto agli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre, attentati che fecero 130 vittime facendo piombare la Francia nel terrore.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Corrispondenza Romana il 18 luglio 2016:
Appartiene all'Isis, è ritenuto uno dei responsabili degli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre, attentati che fecero 130 vittime: lui è l'unico sopravvissuto, ha preferito non farsi esplodere. E', insomma, un uomo socialmente pericoloso, Salah Abdeslam, il terrorista francese naturalizzato belga, ma di origine marocchina dallo scorso 27 aprile detenuto presso il carcere di Fleury-Mérogis, nel Dipartimento dell'Essonne. Questo penitenziario, sito 50 chilometri a sud dalla capitale francese, è ritenuto il più grande d'Europa, benché sovraffollato con un tasso di "ospiti" pari al 190% (2.855 posti, oltre 4.500 galeotti, per metà musulmani).
Nonostante questo, il deputato Thierry Solère de Les Républicains, recatosi sul posto - senza preavviso - lo scorso 27 giugno assieme a due giornalisti del Journal du dimanche, ha verificato di persona come al detenuto jihadista sia stato riservato un piano intero, il quarto dotato di due stanze confortevoli ed una terza, modificata ad uso palestra, per ora solo con vogatore, benché presto siano attesi anche altri attrezzi per il fitness, appositamente ordinati su sua richiesta. In più, tv satellitare ed abbonamento al calcio, sua grande passione. Riceve posta ed anche visite, previa autorizzazione dei magistrati. Ha fatto il ramadan, ha a disposizione i libri della biblioteca e può acquistare giornali grazie al suo conto personale. Oltre a questo, qualche sbirciata di tanto in tanto al Corano e poi null'altro. L'essere video sorvegliato da sei telecamere 24 ore su 24 con zoom potentissimi pare l'abbia fatto però risentire e chiudere a riccio in un silenzio granitico ed impenetrabile. In un quarto locale sono infatti alloggiate le guardie, incaricate di tenerlo sotto controllo e di annotare su di un apposito registro.
Per questo, l'on. Solère ha subito inviato una lettera di protesta formale al ministro della Giustizia, Jean-Jacques Urvoas, specie per la palestra: «Mi piacerebbe conoscere le ragioni e le motivazioni, che hanno condotto il vostro ministero ad una simile decisione», ha scritto, non avendo ricevuto le spiegazioni richieste dalla direttrice della struttura penitenziaria.

Fonte: Libero, 17/07/2016

2 - SE IN FRANCIA LO STATO DEMOLISCE LE CHIESE, CHI SGOZZA IL PRETE SEMPLICEMENTE COMPLETA L'OPERA
A Parigi la polizia trascina via a forza preti e chierichetti interrompendo la Messa, così la chiesa di Santa Rita sarà demolita per far posto a un parcheggio
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04/08/2016

Ci saranno sicuramente tutte le motivazioni giuridico amministrative del caso, ma alla demolizione di una chiesa cattolica frequentata dai fedeli non ci si può abituare. E neppure alle immagini choc di preti e chierichetti trascinati a viva forza dalla polizia che deve eseguire l'ordine del tribunale. Sono immagini che fanno violenza ai sentimenti e alla ragione, al sensus fidei, almeno quel poco rimasto nelle persone di senno. E che ci portano ad un contesto di persecuzione che non conoscevamo e che non vogliamo accettare.
Quella di ieri mattina a Parigi è stata l'ennesima e forse più eclatante dimostrazione del processo di distruzione delle radici cristiane dell'Europa. Nella chiesa di Santa Rita, nel 15esimoarrondissement la polizia ha trovato al suo interno una 30ina di manifestanti, tra cui sacerdoti e fedeli, ma anche attivisti di associazioni. E ha dovuto usare la forza per interrompere la messa che era in corso e sgomberare tutti. La vicenda è stata riportata in Italia da Zenit che ha documentato ciò che a Parigi stava accadendo. Una vicenda tutta da leggere, con l'associazione belga proprietaria dell'edificio sacro che decide di metterla in vendita per la costruzione di un parcheggio. Una vicenda legale che si trascina da 15 anni e che stamattina ha avuto il suo parossistico epilogo.
Ognuno può accampare le motivazioni che ritiene più congeniali: la scarsa attrattività artistica della chiesa, la forza del diritto di proprietà privata che deve essere esercitato, ma niente: non ci si riesce ad abituare. Una chiesa demolita dalle ruspe è un'immagine da regime totalitario che non si digerisce. Ma nessuno stavolta oserà parlare di profanazione, di empia violenza al Santissimo Sacramento, perché se allo sgozzamento di un prete nella casa di Dio non eravamo abituati, alla cancellazione dei simboli cristiani siamo assuefatti da tempo. Così quello che è accaduto ieri a Parigi resterà né più né meno che un fatto di cronaca. Che farà indignare, ma che non cambierà di una virgola il corso degli eventi.
Nella capitale francese, già sconvolta da attentati terroristici e persino dallo sgozzamento di un prete, si procede a larghe falcate verso la scristianizzazione del paese. La ruspa procede inesorabile davanti a se e non si ferma di fronte alla pietà, alla fede, al sacro, al divino che vengono cacciati a suon di manganello. E' il modo peggiore di onorare un martire come padre Jacques Hamel, che per celebrare la messa nella sua chiesa ha dato la vita.
Che cosa sta succedendo? Perché si ha la netta sensazione che il cristianesimo debba essere sradicato dalla sua culla? Si è provato con le ideologie che in questi anni hanno snervato il sentimento cattolico, ci si è riusciti parzialmente chiedendo alle istituzioni ecclesiastiche di cedere di volta in volta terreno alla pretesa di creare un uomo finalmente liberato dai lacci del divino. Ma mentre la scristianizzazione avanzava restavano delle sacche di resistenza. Perché il cuore dell'uomo ha bisogno di verità come una pianta del sole e non lo si può inaridire facilmente. Così bisognava passare alle maniere forti: cancellare ogni simbolo, ogni retaggio di un passato oscurantista, per creare l'uomo nuovo. E se serve si entrerà in chiesa con violenza giacobina, con i poliziotti a fare la parte dei cosacchi.
D'altra parte non c'è da stupirci se Parigi è la stessa città che pochi giorni fa ha chiuso la bocca al cardinale arcivescovo André Vingt-Trois che dal pulpito, mentre ricordava il povero confratello primo martire cattolico della violenza jihadista, denunciava il terribile vuoto di valori e di prospettive della nostra società. Un vuoto animato dal silenzio dei genitori davanti ai loro figli e il fallimento della trasmissione di valori comuni, il silenzio delle élite davanti alle devianze dei costumi e la legalizzazione di queste devianze. Ma anche il silenzio al lavoro, a casa, in città. Per quelle parole Vingt-Trois è stato accusato dalla gauche al potere di omofobia. E nessuno si è affrettato a riconoscere il diritto calpestato di un pastore d'anime di dire e denunciare il male che sta avanzando. Niente. Silenzio.
C'è un avvertimento di un grande uomo di Francia che queste scene di violenza le aveva prefigurate: "Togliete le messe dalle chiese e i diavoli balleranno sugli altari". Il Santo curato d'Ars, di cui oggi si farà memoria distrattamente nelle altre chiese rimaste aperte, non si era spinto fino alla distruzione dei templi, ma sapeva che il diavolo non vede l'ora di distruggere la fede. Così sul futuro parcheggio di rue François Bonvin, in assenza di altari, i diavoli balleranno sui tetti delle auto cariche di borse della spesa.
E nessuno si ricorderà di quando la messa in quel quartiere avvicinava il cielo alla terra facendo l'uomo partecipe del grande sacrificio della croce e sanando con i suoi benefici le anime quaggiù e quelle in Purgatorio. Di fronte ad una Chiesa di Francia così prona e sotto scacco nel concedere la casa di Dio ai muezzin che proclamano il Corano dall'ambone, non deve stupire che i templi cristiani debbano subire l'onta della messa in vendita e della demolizione. Perché ormai non servono più. Alla nuova religione che ormai ci fa chiamare gli islamici "fedeli di rito musulmano", non servono croci e tabernacoli.

L'OCCIDENTE CHE DEMOLISCE LE CHIESE E LO SPIRITO (AGGIORNAMENTO DEL 08-08-2016)
Nei giorni scorsi ha fatto scalpore la notizia dell'irruzione della Polizia in assetto antisommossa in una chiesa di Parigi. Le immagini del sacerdote trascinato via a forza hanno fatto il giro del mondo. Il prete stava celebrando messa. L'ultima messa nell'edificio consacrato a Santa Rita sulle cui fondamenta, dopo una lunga vertenza giuridico amministrativa, pende ora la spada di Damocle della ruspa. La chiesa infatti sarà demolita e al suo posto sorgerà un parcheggio.
L'irruzione ha mostrato al mondo una violenza da parte della Polizia che non si vede di solito per le tante moschee abusive sparse qua e là nelle città d'Europa. All'iniziale indignazione anche di esponenti politici francesi come Marion Le Pen ha fatto seguito un balletto giustificazionista che alla fine ha prodotto il risultato di far passare il sacerdote e gli occupanti come usurpatori.
La chiesa infatti è di proprietà di un'associazione non in comunione con Roma. A questo si aggiunge che, nel commenti sui social e su alcuni giornali, la comunità di fedeli che stava utilizzando la chiesa è stata definita abusiva e lefebvriana, quindi anch'essa non in piena comunione con Roma. Quindi, tutto sommato, la tesi sostenuta da alcuni è che la distruzione della chiesa non sarà una gran perdita per la Chiesa.
Peccato che le cose non stiano così. Anzitutto il sacerdote che celebrava messa per un nutrito numero di fedeli appartiene all'Istituto Buon Pastore, nato dopo una "scissione" da Econe e incardinato in perfetta comunione con Roma attraverso la Pontificia commissione Ecclesia Dei.
Quindi ad essere cacciata a pedate dalla chiesa non è affatto una confessione non in comunione con Roma, ma con le carte in regola per appartenere alla Catholica. Ci sarebbe da dire anche sulla liceità di giustificare un intervento in antisommossa per pastori lefevbriani. Il fatto cioè che se il sacerdote, che durante la messa prega per il Papa, a differenza degli ortodossi, appartenga alla comunità San Pio X allora è lecito sbatterlo fuori a calci.
Più complessa, ma non meno carica di significati e spunti di riflessione è l'accusa di aver occupato la chiesa abusivamente. In un'intervista rilasciata al Le Figaro Padre William Tanoüarn, il sacerdote trascinato a forza dalla Polizia, ha raccontato come stanno davvero le cose.
Il sacerdote ha spiegato che la chiesa è nata nel 1905 da un gruppo di anglicani chiamato "I cattolici apostolici". Questi avevano l'obiettivo di annunciare la fine del mondo per altri cristiani, ma sono morti per esaurimento del "carisma". Così l'edificio dedicato a Santa Rita è stato dato in affitto alla Chiesa gallicana, un altro gruppo di cattolici "dissidenti" autonominato. Questi però, negli ultimi anni hanno smesso di pagare l'affitto e hanno poi successivamente abbandonato l'edificio, che, di passaggio in passaggio è stato svenduto ad un'immobiliare. La quale ha visto l'occasione di farci una bella speculazione trasformandola in parcheggio.
Nel frattempo, nel quartiere di rue François Bonvin, nel 15esimo arrondissement, la comunità cattolica presente anche quando c'erano i "gallicani" ha da subito visto nella chiesa di Santa Rita un approdo visto e considerato che a Parigi sono tante le chiese chiuse o abbattute per far posto a case o centri commerciali. Così i cattolici del quartiere hanno chiesto ai sacerdoti del Buon Pastore di venire a celebrare messa in quell'edificio.
I religiosi si sono rimboccati le maniche. In pochi anni hanno portato quella che era una chiesa di una confessione simil protestante ad un centro di irradiazione della fede, vivo e stanziale esattamente come una parrocchia. Negli ultimi anni in Santa Rita si celebra messa in forma straordinaria, come disciplinato dal Motu Proprio Summorum Pontificum, due volte alla domenica e una volta nei giorni feriali.
Per una vita spirituale che nasceva e fioriva, praticamente più dello standard di una parrocchia media in Italia, però, c'era all'orizzonte la minaccia della burocrazia e della legge. Con lo stabile venduto e di proprietà di un'immobiliare il suo destino era segnato.
Ma a riprova della buona fede e della serietà della comunità sorta in Santa Rita il padre ha fatto notare che i fedeli erano pronti ad acquistare la chiesa. «Ci vogliono 5 milioni di euro», ha detto. Una cifra impensabile, ma da affidare proprio alla titolare del tempio, che in quanto patrona delle cause impossibili avrebbe sicuramente fatto la sua parte. E poi la storia della Chiesa è piena di fedeli che hanno fatto sacrifici per costruirsi la loro chiesa. Basta andare nel Duomo di Milano e vedere da chi è stato costruito per comprenderlo.
Bastava solo un po' di collaborazione da parte dell'immobiliare e del Comune che, rispettando il principio della laicità e della libertà religiosa, avrebbe potuto aiutare la comunità a trovare i fondi necessari per l'acquisto. Non parliamo di fondi pubblici, ma quando un comune vuole aiutare un privato ci riesce facendo leva sulle sue conoscenze, senza gravare sulle casse dei cittadini. Idem avrebbe potuto fare l'Arcidiocesi di Parigi.
Ma tutto questo non è avvenuto. Nessuno ha aiutato la comunità di Santa Rita a comprarsi la sua chiesa, anche perché a reggerla erano "pericolosi" tradizionalisti, che in Francia sono una primavera per la Chiesa, così il duro braccio della legge ha fatto il resto.
Ecco perché padre William ha resistito sull'altare fino all'arrivo dei gendarmi. «La distruzione programmata di S. Rita rientra nel dramma delle chiese vuote di Francia. Questi edifici dovrebbero essere riconosciuti come sacri e protetti anche se non sono "redditizi"», ha dichiarato al giornale francese.
Come dargli torto? Se vogliamo continuare ad essere una civiltà, dobbiamo continuare ad avere questi luoghi dove soffia lo Spirito. Così, mentre gli emiri arrivano in Occidente carichi di bigliettoni per costruire moschee, a noi non resta che piangere amaramente sull'impossibilità di comprarci una chiesa in casa nostra.
Un risultato però la "sceneggiata" di padre William l'ha ottenuto: sensibilizzare il mondo politico francese sulla necessità di mantenere i presidi cattolici dove esistono comunità animate da fede e buona volontà. Presidi che hanno costruito l'Occidente che oggi li rinnega. Chissà che dopo lo choc salutare dei religiosi del Buon Pastore, qualcuno non si decida ad aiutare la "parrocchia" di Santa Rita a comprare la chiesa.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04/08/2016

3 - I MUSULMANI NELLE CHIESE? SANTA CHIARA LI FECE FUGGIRE DA ASSISI
Fu la prima ragazza a seguire San Francesco e nel 1240 protesse Assisi dai saraceni, veneratori, oggi come allora, di Maometto e non di Gesù
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana, 10 agosto 2016

Mentre nelle chiese si accolgono i musulmani e li si rende partecipi delle proprie liturgie, come è accaduto dopo l'assassinio del parroco di Saint-Etienne-du-Rouvray, accadono contemporaneamente episodi sacrileghi per loro mano perché l'Islam possiede nel suo patrimonio genetico il dovere di infierire e piegare gli infedeli. Le recenti profanazioni nelle chiese di Venezia sono la dimostrazione che la moderna pastorale ecumenica, che oggi invita ad una blasfema convivenza religiosa e non ad una oculata tolleranza, porta a creare situazioni che si ritorcono contro la Chiesa stessa.
Dopo il braccio spezzato al Cristo settecentesco di San Geremia a Venezia da parte di un franco-magrebino, ora espulso, pochi giorni dopo quattro donne musulmane velate hanno sputato sul Crocifisso della chiesa di San Zulian, vicina alla Basilica di San Marco. In questo sacro luogo entrano addirittura degli islamici per pregare Allah e quando sono stati ripresi dal sacrestano, il quale li ha invitati ad andare nelle loro moschee, essi hanno risposto spavaldamente che sono autorizzati a pregare proprio lì, perché «possiamo, il Papa ci ha dato il permesso». Di fronte agli invasori musulmani santa Chiara di Assisi (festa liturgica: 12 agosto per il calendario del Vetus ordo e 11 agosto per quello del Novus ordo) reagì ben diversamente. [...]

LE VIOLENTE E SANGUINARIE SCORRERIE DEI SARACENI
Al tempo della santa essi venivano chiamati saraceni (termine utilizzato a partire dal II secolo d.C. sino a tutto il Medioevo per indicare i popoli provenienti dalla penisola araba o, per estensione, di religione musulmana). In Italia i saraceni compirono, per secoli, diverse incursioni prima nel Sud, conquistando la Sicilia, poi nel Nord Occidente, con base in Provenza (nel 906 saccheggiarono e distrussero l'Abbazia della Novalesa). Con le loro violente e sanguinarie scorrerie giunsero anche ad Assisi. Fu proprio Madre Chiara (1193/1194-1253) a fermarli. Figlia del conte Favarone di Offreduccio degli Scifi e di Ortolana, catturata dalla predicazione di san Francesco d'Assisi, nella notte della domenica delle Palme, quando aveva circa 18 anni, fuggì da una porta secondaria della casa paterna, situata nei pressi della cattedrale di Assisi, al fine di raggiungere Francesco e i suoi frati minori nella chiesetta di Santa Maria degli Angeli, già allora denominata Porziuncola. Francesco la condusse al monastero benedettino di San Paolo delle Badesse presso Bastia Umbra, per poi trovarle ricovero nel monastero di Sant'Angelo di Panzo, alle pendici del Subasio, dove poco dopo fu raggiunta dalla sorella Agnese. Infine prese dimora nel piccolo fabbricato annesso alla chiesa di San Damiano, restaurata da san Francesco sotto il permesso del Vescovo Guido. Qui Chiara venne raggiunta da un'altra sorella, Beatrice, e da sua madre, oltre che da molte altre donne: dapprima vennero chiamate popolarmente Damianite, mentre Francesco usava il titolo di Povere Dame, per prendere poi il nome di Clarisse.

I SARACENI AD ASSISI
Aveva circa 47 anni quando i saraceni insidiarono Assisi e il suo monastero. Non surrogato femminista, come molte suore odierne, Madre Chiara si pose a difesa con Cristo della sua amata città, sprovvista di valide difese. Federico II, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia, aveva mosso guerra contro la Chiesa, spingendo le sue soldataglie all'invasione delle terre pontificie, chiedendo ausilio ai più fieri nemici della cristianità, i saraceni appunto. Ne assoldò circa 20 mila, donando loro la città di Lucera, nel regno di Napoli e da quella base partirono per continue scorrerie, saccheggiando, distruggendo, incendiando città e castelli, compiendo sacrilegi e profanazioni nelle chiese e nei monasteri, uccidendo e facendo prigionieri. Un venerdì del settembre 1240 scalarono le mura del monastero di Santa Chiara e le suore, lascia scritto Tommaso da Celano: «Corsero a santa Chiara che era gravemente inferma e, con molte lacrime, le dissero come quella gente pessima avevano rotte le porte del monastero. Ed essa le confortava che non temessero [...] ma armate di fede ricorressero a Gesù Cristo. E giacendo santa Chiara sulla paglia, inferma, si fece portare una cassettina d'avorio dove era il Santo Corpo di Cristo consacrato e si fece portare incontro a quella mala gente. E orando devotamente [...] "Pregoti, Signor mio, che ti piaccia che queste tue poverelle serve, le quali tu, Signore, hai nutricate sotto la mia cura, che non mi siano tolte né tratte di mano, acciò che non vengano nelle mani e alla crudeltà di questi infedeli e pagani; onde pregoti, Signor mio, che tu le guardi, che io senza di te guardarle non posso e massimamente ora in questo amaro punto". A questo priego, dalla cassettina che aveva dinnanzi reverentemente, si uscì una voce, come di fanciullo e, udendola tutte le suore, disse: "Io per tuo amore guarderò te e loro sempre" [...]». (Vita di santa Chiara vergine, Opusc. I,21-22, in FF 3201, pp. 1915-1916).
I mercenari islamici fuggirono precipitosamente dal monastero, respinti dalla potenza di una forza invisibile. E di lì a poco lasciarono Assisi.

IL SECONDO ATTACCO SARACENO AD ASSISI
Tuttavia, nel 1241 l'Imperatore, scomunicato da Gregorio IX, non tollerando la sottomissione di Assisi al romano Pontefice, organizzò una nuova spedizione. Quando il pericolo fu imminente santa Chiara chiamò le consorelle: ordinò un giorno di digiuno, dopo il quale le invitò a cospargersi il capo di cenere e a prostrarsi con lei davanti al tabernacolo. La mattina del 22 giugno un forte temporale portò lo scompiglio nell'accampamento degli assedianti, costringendoli ad una nuova fuga. Santa Chiara difese Cristo, il monastero, la sua città con l'arma della Fede e con il Corpo di Nostro Signore. Catturata a Cristo grazie a san Francesco, abbandonò tutte le offerte terrene per vivere con sorella Povertà e unirsi al Crocifisso per guadagnare la salvezza di molti. Votata unicamente a Dio, si lasciò guidare da un'unica ricchezza, la Trinità, e non ebbe stima per nessun'altra religione che non fosse quella cattolica. [...]
Ricoprire le nostre terre cristiane di moschee, entrare nei centri di culto islamici, ammettere i musulmani nelle nostre chiese, dando luogo ad un sincretismo tanto profanatorio quanto assurdo, non potrà mai essere la chiave risolutiva dell'attuale violenza islamica. Santa Chiara arrestò i saraceni, veneratori, oggi come allora, di Maometto e non del Figlio di Dio, con la fiducia totale nella Verità, nella Giustizia, nei Valori, nella Pace, nella Libertà portata da Gesù Cristo e Gesù Cristo fece sentire la sua potenza.

Nota di BastaBugie: per leggere i commenti all'iniziativa di alcuni musulmani di partecipare alla Messa domenicale dopo l'efferato omicidio del sacerdote ucciso nel nord della Francia, clicca nel link qui sotto

ISLAMICI ALLA MESSA, GRAVE OFFESA A FEDE E RAGIONE
Se noi andiamo in moschea dobbiamo toglierci le scarpe, perché permettiamo loro di entrare nelle chiese con il capo coperto?
di Antonio Livi
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4321


DOSSIER "SAN FRANCESCO"
Quello vero!

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Fonte: Corrispondenza Romana, 10 agosto 2016

4 - UNA ROCKBAND LESBICA SI VEDE CANCELLARE LA PARTECIPAZIONE ALLA FESTA PATRONALE: SEMBRA UN'OVVIETA'... E INVECE SCOPPIA IL CASO MEDIATICO
Altre notizie dal mondo gay: la Rai mette il bollino rosso su un film LGBT ma poi se ne pente; la versione gay di Monopoly; la polizia inglese sfila al gay pride con la volante arcobaleno per punire gli omofobi (VIDEO: l'auto gay della polizia)
Autore: Rodolfo de Mattei - Fonte: Osservatorio Gender, 03/08/2016

Tutti i principali media hanno riportato in questi giorni l'"ordinaria storia di omofobia" che ha coinvolto la rock band cosentina "Le Rivoltelle", vittima dello "zelo bigotto" che ha spinto gli organizzatori delle celebrazioni in onore di San Pio a Rossano a cancellare il concerto in programma per il prossimo 20 agosto, giorno della festa patronale, a causa della presunta, ma in realtà manifesta, omosessualità, delle quattro musiciste.
La leader del gruppo, Elena Palermo, ha sfogato la sua rabbia sulla bacheca Facebook delle Rivoltelle, domandandosi come sia possibile che nel 2016 ci siano ancora in giro persone tanto ignoranti da pensarla diversamente da lei riguardo alla "normalità" omosessuale, scrivendo: «Mi chiedo come sia possibile che ancora girino a piede libero e soprattutto esprimano liberamente e impunite il loro pensiero persone di tanta ignoranza. (...) Ho voluto raccontare questo episodio per puntare il dito contro un certo tipo di discriminazione, che abbiamo già vissuto sulla nostra pelle in passato. (...) Non sopportiamo più il pregiudizio nei confronti di orientamenti tra l'altro solamente presunti, dal momento che noi non abbiamo mai dichiarato di essere omosessuali e non lo dichiareremo mai. Sono fatti privati che ognuno vive nella propria coscienza. Ed è anche per questo che ci arrabbiamo quando l'ignoranza ci impedisce di esercitare la nostra professione. Nel 2016 cose del genere non possono succedere».
Quindi la rocker calabrese si rivolge direttamente alla parrocchiana rea di aver "fomentato" la protesta, ammettendo come il rock rivoluzionario delle "Rivoltelle" abbia il preciso obiettivo di fare "piazza pulita" di una certa mentalità "retrograda": «Maria Antonietta: fino a quando la Calabria sarà abitata da persone come lei sarà ancora più forte e feroce e stimolante la nostra rivoluzione. Quindi grazie!».
Che cosa ha detto di tanto scandaloso e inaccettabile la signora Maria Antonietta, "portavoce" del comitato parrocchiale organizzatore della festa di San Pio ? Ecco la dichiarazione riportata dalla stampa: «Sono quattro lesbiche e questa è una festa religiosa, quindi la loro esibizione sarebbe un'offesa alla morale cattolica di ogni singolo cristiano facente parte di questa comunità».
La motivazione non fa una piega. Non si capisce perché un gruppo rock che ha espresso dichiarate posizioni in aperto contrasto con l'insegnamento della chiesa cattolica debba presenziare ad una importante festa religiosa di paese, partecipatissima da giovani e giovanissimi pronti a subirne l'influenza e raccoglierne il messaggio.
Poi invitiamo la Palermo che tanto si scandalizza per l'esclusione del suo gruppo a riflettere su questi due punti:
1. Lei ha candidamente dichiarato di essere favorevole alla "normalizzazione" dell'omosessualità affermando: "(...) Io e 'Le Rivoltelle', le mie amiche e compagne di viaggio, siamo state sempre a favore della libertà a 360 gradi. Soprattutto nell'amore e soprattutto nella musica". Tale dichiarazione è sufficiente per poter constatare come sia stata opportuna e saggia la decisione del comitato parrocchiale di "preferire" un altro gruppo musicale rispetto ad una rockband apertamente a favore della, oggi tanto dibattuta, "agenda gender".
2. Che cosa succederebbe se un gruppo musicale (ahinoi oggi inesistente...) contrario all'ideologia gender e all'omosessualizzazione della società e quindi bollato come "omofobo" fosse invitato ad una manifestazione apertamente "rivoluzionaria" ? Poniamo ad esempio il Concerto del primo maggio di San Giovanni o, per fare un'analogia più calzante con la festa patronale, ad una festa dell'Unità di paese ....facile prevedere che la rivolta mediatica sarebbe scontata ed immediata per aver osato invitare un ospite dichiaratamente "bigotto ed omofobo" ad un evento del genere!
Per questo, il caso della rockband "Le Rivoltelle" rappresenta un ulteriore esempio della dittatura del pensiero unico nella quale siamo profondamente immersi. Al punto che non è possibile per un Comitato parrocchiale fare le sue scelte secondo il proprio credo religioso senza finire sotto gli implacabili cingoli delle armate LGBT. In mezzo a tanto clamore mediatico, siamo sicuri però che San Pio dall'alto avrà ispirato e benedetto tale saggia e sacrosanta decisione.

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie della settimana dal gaio mondo gay.

IL BOLLINO ROSSO SUL FILM LGBT CREA NUOVI PROBLEMI ALLA RAI
Come qualcuno ricorderà, qualche tempo addietro la Rai fu accusata di "eccessivo pudore" per aver censurato un bacio omosessuale durante la prima puntata della serie "Le regole del delitto perfetto", trasmessa su Rai 2 in prima serata. Ne seguirono accuse di ogni genere al punto che l'azienda pubblica ha posto delle mortificare scuse auto-accusandosi di "eccesso di pudore"; il tutto fu rimediato in questi termini, e con la messa in onda integrale nella serata successiva.
"Perseverare autem diabolicum", e la Rai questo non l'aveva ancora imparato forse. Domenica scorsa infatti si è vista scivolare nuovamente su un caso simile, mandando in onda su Rai 4 "Mine vaganti", un film a tematica LGBT, accompagnato però dall'ormai obsoleto bollino rosso e la consequenziale indicazione "Visione adatta ad un pubblico adulto".
Subito è arrivata la brusca reazione di molti, in particolare via Twitter, seguita dall' hashtag #RaiOmofoba, a riprendere quello che già spopolò in seguito alla prima vicenda.
Fra le variopinte accuse di "omofobia" spicca quella del regista di Mine Vaganti, ovvero Ferzan Ozpetek, il quale ha commentato con un "velato" sarcasmo anzitutto da che parte pende, e in secondo luogo la scelta dell'azienda: "Sono sempre stato rosso e rosso rimarrò. Ho sempre amato il rosso. Ma questa volta proprio no."
Sembra tutto così assurdo da lasciare senza parole, ma a completare lo sgomento ci ha presto pensato la Redazione Rai, con le consuete e pubbliche scuse: "L'attribuzione del consiglio di visione per adulti al film "Mine Vaganti", trasmesso ieri in prima serata su Rai 4, è frutto di un banale errore per il quale ci scusiamo. Non si tratta dunque di una valutazione di merito, ma di una svista, che ci rincresce particolarmente. A comprovare la nostra buona fede c'è anche la sua trasmissione con consiglio di visione per tutti su Rai Movie, canale sottoposto alla medesima Direzione del nostro."
Forse questa volta si è salvata la reputazione, ma sarà bene che questa azienda "omofoba" che sponsorizza i festival di San Remo Arcobaleno - sia a livello di braccialetti, che a livello di ospiti d'eccezione - ponderi meglio le proprie scelte, e soprattutto stia attenta a non assegnare più bollini rossi a niente e a nessuno. Che le sconciaggini siano tutte libere e che la cultura omosessualista venga trasmessa in prima serata, di modo che anche i bambini possano apprendere, sin da subito, quali siano i giusti e retti canoni di moralità. Ma soprattutto è bene che capiscano subito chi è che comanda.
Si salvi chi può!
(Cristiano Lugli, Osservatorio Gender, 5 agosto 2016)

MONOPOLY GAY
Esiste un versione gay del noto gioco Monopoly e non poteva che chiamarsi Gay Monopoly (nella foto). Nacque nel lontano 1983 e per parecchi anni fu un gioco clandestino anche perché l'azienda produttrice Hasbro fece causa ai chi operò il plagio senza il suo consenso ma pare che la causa non sia mai approdata a nulla.
In questi tempi gai il Monopoly Gay è tornato in auge. I classici segnaposti sono stati sostituiti con un orsetto, un paio di manette, un cappello di pelle e una scarpa col tacco. Scopo del gioco non è quello di comprare hotel e case bensì bar e saune. Poi c'è la carta Family pride: in essa viene raccontata la vita di un famoso personaggio gay e se il partecipante indovina chi è questo personaggio può muoversi sul tabellone dove vuole. Tra le zone in cui è diviso il tabellone ci sono nomi fantasiosi quali l'Acquedotto di Oscar Wilde.
E' vero, Monopoly sarà solo un gioco, però questo omosessualismo che fagocita tutto anche i giochi che nell'immaginario collettivo rappresentano un archetipo di pomeriggi spensierati appare sempre più volgare e irrispettoso di tradizioni consolidate, anche di quelle semplicemente ludiche.
(Gender Watch News, 8 agosto 2016)

LA POLIZIA DEL REGNO UNITO LANCIA LA VOLANTE ARCOBALENO PER PUNIRE GLI OMOFOBI
La polizia del Regno Unito ha lanciato la volante "arcobaleno". Le nuove vetture gay-friendly faranno parte della flotta a disposizione degli agenti inglesi per dare un chiaro messaggio di supporto alla comunità LGBT.
Le "volanti arcobaleno" hanno una carrozzeria di sfondo bianco sulla quale si estende l'intero spettro della bandiera rainbow, simbolo del movimento LGBT. Sui finestrini posteriori compare inoltre, a grandi caratteri, la scritta "Pride", il noto slogan dell'orgoglio omosessuale.
Le nuove macchine della polizia LGBT hanno recentemente sfilato al gay pride nelle contee inglesi di Norfolk e Suffolk, un'iniziativa accolta con grande soddisfazione dallo stesso capo della polizia, Charlie Hall, che ha dichiarato:
"Sono davvero contento di vedere le nostre macchine che hanno sfilato per le strade. Dimostra il nostro continuo impegno nel sostenere le nostre diverse comunità".
L'obiettivo della polizia - ha precisato Charlie Hall - è quella di inviare un messaggio forte alla società sul tema del contrasto dell'omofobia e di completa accettazione delle persone LGBT.
"Questo gesto invia un messaggio chiaro ossia che l'odio verso i gay non sarà tollerato da noi e vorrei incoraggiare le eventuali vittime di un crimine di odio a contattare la polizia".
Le "volanti arcobaleno" inglesi sono l'ultima "invenzione" in tema di "normalizzazione" delle tendenze LGBT. Scopo dell'iniziativa - come affermato dallo stesso capo della polizia inglese - è quella di sottolineare la "normalità" omosessuale, dando il messaggio che gli agenti sono pronti a punire il "crimine" dell'omofobia.
La trovata gay-friendly della polizia inglese dimostra ancora una volta come l'agenda gender coinvolga tutte le istituzioni, applicandosi ad ogni livello, dalle aule scolastiche alle volanti in strada della polizia. Un ben preciso piano ideologico, totalitario ed intollerante, che ora, con le "volanti rainbow" avrà anche il suo ben riconoscibile "braccio militare", pronto ad intervenire tempestivamente per punire gli omofobi trasgressori del diktat omosessualista.
(Rodolfo de Mattei, Osservatorio Gender, 6 agosto 2016)


https://www.youtube.com/watch?v=JJw-799j3zA

Fonte: Osservatorio Gender, 03/08/2016

5 - IL FISCO SOTTRAE PROPRIETA', LIBERTA' E LA VITA STESSA
Lo Stato ci sottrae i soldi (proprietà), ci sottomette a sé (libertà), soffoca la nostra stessa esistenza (vita)... occorre reagire!
Autore: Carlo Lottieri - Fonte: L'intraprendente, 17/05/2016

In un mio libro di qualche anno fa (Credere nello Stato? Teologia politica e dissimulazione da Filippo il Bello a WikiLeaks, edito da Rubbettino) c'è un passaggio in cui s'afferma che lo Stato contemporaneo si regge sulla "convinzione che l'azione di sottrazione ai privati delle loro risorse sia non soltanto vitale per gli apparati pubblici, ma sia a tal punto nobile da giustificare ogni intrusione nella privacy, anche in assenza di prove effettive a carico del singolo".

IL FISCO? SANGUISUGA E SPIONE
La recente decisione governativa di lascia mano libera all'Agenzia delle Entrate, autorizzandola a spiare conto e carte di credito con l'anagrafe tributaria, sembra proprio confermare tutto ciò. Non solo il potere statale è sempre esoso, ma è pure sempre meno rispettoso di quella sfera di autonomia che andrebbe invece considerata sacra.
Quanti reagiscono di fronte al fiscalismo il più delle volte sottolineano, a ragione, come non sia accettabile lavorare fino ad agosto per lo Stato e solo negli ultimi quattro mesi per sé e la propria famiglia. La schiavitù ha solo cambiato forma, come già sottolineò Herbert Spencer in un celebre passo ripreso pure da Robert Nozick nel 1974 in Anarchia, Stato e utopia. Questo è il punto cruciale, certamente.
Altri critici della situazione presente, caratterizzata da un prelievo impositivo esageratamente alto, rilevano con più di una ragione come anche di là di ogni considerazione morale non ci sia alcun sistema produttivo che, in queste condizioni, possa reggere. In alcuni suoi celebri interventi, il professor Gianfranco Miglio usò l'immagine di un animale aggredito da piccoli parassiti. Tutto questo fa parte della realtà e della natura: non bisogna sorprendersi. È però vero che se il numero dei parassiti supera una determinata soglia, l'organismo muore e anche per i micro-organismi vissuti a sue spese non c'è più possibilità di avere un futuro. In società, succede la stessa cosa.

IL FISCO HA BISOGNO DI TENERE SOTTO CONTROLLO TUTTI E SEMPRE
Tutto questo è corretto e importante, ma non basta. È anche necessario comprendere che uno Stato sociale e tributario ha bisogno di tenere sotto controllo l'intera comunità, dato che solo in tal modo è in grado di "intercettare" le risorse di cui ha bisogno. Se gli Stati vivessero - come i club - di una modesta quota associativa che ogni cittadino paga nella stessa misura, l'apparato pubblico non avrebbe bisogno di spiare cosa fa ognuno di noi.
Ma nel momento in cui esso moltiplica le imposte, tassa il nostro reddito e per giunta in modo progressivo, colpisce ogni scambio commerciale e via dicendo, è chiaro che esso deve farsi occhiuto e invadente. Lo Stato tributario è una riproduzione del carcere progettato da Jeremy Bentham: è un Panopticon con in cima un'alta torretta che consente, al secondino, di osservare tutto ciò che avviene in ogni cella.
Un apparato orwelliano quale Serpico (il cosiddetto "Servizio per il contribuente", ossia il megaserver che segue e monitora ogni nostra decisione, registrando i movimenti dei conti bancari) è esattamente questo. L'idrovora statale esige una quantità crescente di risorse e per questo motivo ha la strutturale necessità di osservarci in ogni momento della nostra vita e di mettere in discussione ogni nostra scelta. Se non fosse tanto invadente, non potrebbe incassare la metà del reddito nazionale.

IL FISCO SOTTRAE PROPRIETÀ, LIBERTÀ E LA VITA STESSA
Alla fine lo Stato sociale e tributario non ci sottrae soltanto i nostri soldi (proprietà), né soltanto ci sottomette a sé (libertà). Esso è costretto anche ad aggredire i nostri comportamenti più privati, a spiare i nostri vizi e a mettere in discussione le nostra virtù, soffocando la nostra esistenza (vita).
Per quanti hanno letto John Locke e ne hanno colto la lezione, è chiaro che siamo in una sorta d'inferno sociale. Life, liberty, property: questa era esattamente la triade concettuale su cui il pensatore inglese voleva far poggiare una società autenticamente civile. Per vincere il degrado in cui siamo finiti, è probabilmente proprio da qui che bisognerà ripartire.

Nota di BastaBugie: per approfondire il tema del fisco, ecco i link a due articoli che abbiamo pubblicato gli anni scorsi

LE TASSE SULLA CASA SONO FURTI LEGALIZZATI
Lo Stato che pretende da voi una tassa per lasciarvi vivere a casa vostra è come la mafia che vuole il pizzo per lasciarvi aperto il negozio
di Rino Cammilleri
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3493

NON PAGARE LE TASSE E' PECCATO? DIPENDE...
Per essere giuste le imposte devono rispettare ben 5 condizioni, altrimenti diventa lecito o addirittura doveroso non pagarle
di Pierfrancesco Nardini
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3747

Fonte: L'intraprendente, 17/05/2016

6 - IL FIGLIO SOSPESO: IL FILM CHE SVELA LA DRAMMATICA REALTA' DELL'UTERO IN AFFITTO
Una pratica che apre inquietanti scenari raccontata dal punto di vista del bambino (VIDEO: trailer del film)
Autore: Marco Guerra - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26/07/2016

Solo se conosciuta la verità rende liberi. Parte da questo assunto Il figlio sospeso, l'opera seconda del regista siciliano Egidio Termine. Il film recentemente proiettato al Festival di Taormina affronta il tema della maternità surrogata senza entrare nel merito di questioni bioetiche, legali o tecnico-scientifiche.
Si vuole piuttosto affrontare lo stato di sospensione del protagonista, Lauro, la cui sete di verità lo spinge sulle strade di un "viaggio" alla ricerca della sua stessa identità. Senza essere un film dichiaratamente di "denuncia", Il figlio sospeso riesce quindi a raccontare al grande pubblico tutta la drammaticità e problematicità di una pratica, l'utero in affitto, i cui effetti e ricadute sul nascituro non sono ancora sufficientemente studiati dal mondo dalla sociologia e della psicologia. Un terreno antropologico nuovo, su cui il regista Egidio Termine ha voluto puntare i riflettori anche per difendere ciò che di umano è rimasto nella nostra società contemporanea, come conferma nell'intervista rilasciata alla Nuova Bq.
Anzi tutto come nasce l'idea di girare questo film
«Vent'anni fa avevo deciso di lasciare il mondo del cinema in seguito alla mia "conversione"; mi ero iscritto all'Istituto superiore di Scienze Religiose a Monreale (Palermo). Per quattro anni ho studiato, oltre alle materie strettamente dottrinali, anche quelle "filosofiche" cioè quelle che studiano la realtà che ci circonda, che mi hanno appassionato, tra le quali l'antropologia, l'etica, la bioetica, la sociologia e la psicologia. Mi sono imbattuto sul pensiero di Donald Winnicott. Lo studioso inglese aveva preso spunto, per fondare la sua teoria sulla psicologia infantile dal una favoletta di Margery Williams: Il coniglietto di velluto che metteva in evidenza la necessità fondamentale per il bambino di sentirsi amato quale condizione necessaria per uno sviluppo della personalità. In altre parole, il bambino, sin dal grembo materno sente di essere amato o rifiutato e ciò determinerà due percorsi opposti, uno armonico, l'altro problematico. Da qui nasce la mia esigenza di fare un film social-psicologico partendo dal punto di vista del bambino, troppo spesso dimenticato nei dibattiti sugli argomenti in cui si affrontano priorità sui diritti umani di carattere bioetico».
Con la sua narrazione cinematografica quali aspetti ha voluto mettere a fuoco di questo drammatico fenomeno della maternità surrogata?
«In primo luogo la ferita senza possibilità di ricucita del figlio e poi la storia parallela di due madri che in un certo senso rivendicano un diritto, quello della maternità. Perché dico in un certo senso, perché il figlio non è un diritto, ma un incontro. Non si adotta un figlio per riempire un vuoto, ma per dare a lui la possibilità di una crescita in famiglia e quindi un inserimento più armonico nella società. Dico questo perché rimango convinto che la famiglia sia la vera cellula della società».
Lei dice che quest'opera non ha voluto prendere una posizione etica, tuttavia la storia fa emergere una violazione dell'identità e della verità che invoca giustizia
«Un regista non deve mai fare un film a tesi, cioè per dimostrare una tesi, in quel caso scriverebbe un saggio, quindi è molto difficile rimanere neutrali dal punto di vista etico. Il film deve fare emergere una situazione conflittuale, un dramma, e offrire al pubblico una possibilità di riflessione. Sì, è vero: dal racconto della storia del protagonista emerge una violazione di un diritto del bambino e quindi una verità che chiede giustizia. Ma nel film, la verità ricercata e conosciuta, che è sempre la base fondamentale per costruire rapporti e relazioni, non ha un'accezione negativa, ma sempre positiva. Il figlio rimarrà come tale per sempre sospeso tra due madri, quella biologica e quella culturale, ma esploderà in una maturità che comunque lo farà "uomo". Da qui la citazione del Vangelo: La verità ci fa liberi».
Quando si parla di utero in affitto si tirano in ballo i diritti delle donne e la lotta allo sfruttamento delle ragazze più povere. Lei ha messo al centro, invece, il dramma del bambino e il suo diritto a non essere strappato dalla madre biologica. Crede che questo aspetto sia volutamente sottaciuto dal dibattito pubblico?
 «Dico solo che nel passaggio epocale dall'umanesimo al post-umanesimo che stiamo vivendo in cui si vuole ridisegnare l'antropologia umana, la sospensione non è solo del bambino, ma di tutta l'umanità, una sospensione in attesa di… Di cosa non si sa. C'è solo la voglia di cambiare e di rifiutare quelle che sono le regole antropologiche su cui si fonda il cristianesimo, e tutto questo perché si deve eliminare Dio dalla nostra vita, un Dio troppo scomodo e ingombrante».
Nel film si afferma che solo se conosciuta per intera la verità rende liberi. Sembra un manifesto per la felicità
«É un manifesto per essere veri e reali. Il bisogno di verità è innato nell'essere umano, e la conoscenza della Verità, che poi alla fine è Dio stesso, ci porterà, se pur carichi di ferite (la croce) alla vera origine dell'esistenza. Quindi anche nelle piccole cose quotidiane la frase del Vangelo deve essere applicata».
Lei dice di essersi ispirato all'antropologo tedesco Arnold Gehlen che affermava: «l'uomo è un essere culturale», e poi lei stesso dice che «l'amore è culturale e ad amare si impara». É un monito a non creare fratture tra la sfera culturale e quella naturale dell'essere umano
«L'essere umano vive in una continua tensione tra ciò che in lui è naturale e il suo bisogno di essere culturale. Non c'è natura senza cultura e non c'è cultura se non si parte dalla natura. Ad amare si impara perché l'amore spesso viene scambiato per un sentimento, l'amore è un atto della volontà a partire da un sentimento. "Ad amare si impara" non lo dico io. Ed è proprio questa è l'idea centrale del mio film, un'idea centrale che deve avere il carattere dell'universalità, cioè deve poter valere per tutti. Almeno questo è sempre un obiettivo che si pone il regista di un film».
Lei racconta un giovane uomo alla ricerca e di una madre biologica che non si è mai arresa all'idea di rivedere suo figlio. Questa storia non è poi molto lontana dalla realtà che emerge dalle testimonianze di persone concepite in questo modo. Insomma, il sangue non è acqua è prima o poi porta interrogarci riguardo alle nostre radici
«Le radici sono fondamentali, però attenzione, le radici vanno conosciute per migliorarci nella tensione verso il futuro, per poterlo migliorare. Ciascuno ha il dovere di migliorare la qualità della propria e dell'altrui vita, ma a partire dalla consapevolezza di ciò che siamo ed eravamo storicamente».
Alcuni ambienti culturali hanno ancora qualche difficoltà a condannare la pratica dell'utero in affitto o persino a parlarne, lei ha incontrato resistenze nel portare avanti quest'opera?
«La paura è quella di non volere prendere posizione per paura di perdere consensi. E oggi chi prende posizione è un coraggioso».
Che riscontri ha avuto da queste prime proiezioni? C'è un pubblico che è pronto a recepire queste storie?
«Il film parla alle emozioni, emozioni che successivamente vanno razionalizzate. Il compito del regista è quello di offrire momenti di riflessioni per analizzare il passato; interpretare la realtà che ci circonda; offrire anche anticipazioni sul futuro. Ma lo deve fare a partire dalla sfera emotiva, se no deve scrivere un saggio».
Dove e quando il grande pubblico potrà vedere il suo film? Che tipo di distribuzione è prevista?
«La distribuzione piccola, ma efficace è quella della Mediterranea Productions di Angelo Bassi, un uomo molto coraggioso che non ha esitato a mettersi in gioco e a rischiare con me anche critiche scomode e deleterie per il nostro lavoro. Per questo lo ringrazio. Penso che il film uscirà nelle sale in autunno».

Nota di BastaBugie: ecco il trailer del film "Il figlio sospeso"


https://www.youtube.com/watch?v=VWS5qWTD36k

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26/07/2016

7 - COSA FARE SE IL PARROCO COMMETTE ABUSI LITURGICI
Il fedele è tenuto a denunciarli all'autorità ecclesiastica, altrimenti si diventa complici e si pecca di omissione
Autore: Roberta Sciamplicotti - Fonte: Aleteia, 04/08/2016

Il Codice di Diritto Canonico afferma (can. 212, § 2) che "i fedeli hanno il diritto di manifestare ai Pastori della Chiesa le proprie necessità, soprattutto spirituali, e i propri desideri".
"In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona".
È importante parlare con la persona ed esporre l'errore. Se è necessario riprendere bisogna farlo con amore, ma non evitare di farlo, perché l'omissione provocherebbe un male maggiore.
Se si tratta di errori che si verificano durante la celebrazione, il compito è ancor più grave: "In modo assolutamente particolare tutti, secondo le possibilità, facciano sì che il Santissimo Sacramento dell'Eucaristia sia custodito da ogni forma di irriverenza e aberrazione e tutti gli abusi vengano completamente corretti. Questo è compito della massima importanza per tutti e per ciascuno, e tutti sono tenuti a compiere tale opera, senza alcun favoritismo" (Redemptionis Sacramentum, nº 183).
Se la persona non ascolta, bisogna esporre la propria preoccupazione al vescovo o perfino alla Santa Sede, perché siano prese le misure necessarie.
"Ogni cattolico, sia Sacerdote sia Diacono sia fedele laico, ha il diritto di sporgere querela su un abuso liturgico presso il Vescovo diocesano o l'Ordinario competente a quegli equiparato dal diritto o alla Sede Apostolica in virtù del primato del Romano Pontefice.È bene, tuttavia, che la segnalazione o la querela sia, per quanto possibile, presentata dapprima al Vescovo diocesano. Ciò avvenga sempre con spirito di verità e carità" (Redemptionis Sacramentum, nº 184).
"Se il tuo fratello commette una colpa, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano" (Mt 18,15-17).
Concludendo: non è un errore presentare una denuncia a un vescovo. Sbagliata è invece l'omissione di fronte a un errore di cui si è consapevoli.

Fonte: Aleteia, 04/08/2016

8 - LE CONSEGUENZE PIU' PERICOLOSE DEL SI ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE RENZI-BOSCHI
Ecco le principali modifiche al vaglio del referendum (ad es. c'è l'attacco finale alla famiglia e alla libertà di educazione)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: Il Timone, luglio-agosto 2016 (n.155)

Tra le conseguenze più pericolose del Sì alla riforma costituzionale Renzi-Boschi vi è non soltanto il rischio di governo etico. Ma anche quello di un governo che si regge su una debole minoranza dell'elettorato che però è sovrarappresentata nelle istituzioni e che potrebbe cambiare a colpi di fiducia non soltanto l'impianto costituzionale, ma anche quegli articoli vitali dai quali derivano le leggi a favore della famiglia e della libertà di educazione. Anche molti costituzionalisti nei mesi scorsi lo hanno sottolineato con forza. Tra questi vi è Filippo Vari, ordinario di Diritto costituzionale all'Università Europea di Roma. Vari è anche membro del Centro Studi Livatino che il 10 giugno scorso a Roma ha promosso un workshop di studio di giuristi proprio sui rischi connessi alla Riforma Costituzionale e nel suo combinato disposto con la nuova legge elettorale.

UN UOMO SOLO AL COMANDO
Con questa riforma "tantissimi articoli della Carta sono cambiati secondo una visione di parte, oltretutto impostata sulla logica dell'uomo solo al comando", spiega al Timone. Che oggi è Renzi e domani potrebbe essere un altro. Il tema infatti della minoranza della minoranza che diventa maggioranza schiacciante non è stato adeguatamente approfondito. Anche perché "una debole minoranza nel Paese che però vince le elezioni potrà prendere scelte fondamentali, come quella di entrare in guerra. Oppure, con un Senato debole e comunque anch'esso composto con un metodo fortemente maggioritario, modificare come vuole la Costituzione, con la sola àncora di salvezza del referendum oppositivo". Il ragionamento di Vari è preciso.
Prendiamo ad esempio l'artìcolo 29 della Costituzione (La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio): in tempi come questi di aggressione sistematica alla famiglia e di rivoluzione antropologica un articolo del genere potrebbe essere completamente stravolto con un tratto di penna e pochi voti di un Parlamento dominato da una minoranza. Vari sostiene che "l'articolo 29 non sarebbe rivedibile, perché tocca i diritti inviolabili della persona, ma la vicenda della Cirinnà ci ha insegnato che questa visione che sostengo è minoritaria e allora è possibile che anche tale norma venga rivista dalla minoranza meno debole del Paese, sovrarappresentata alla Camera". Oltre al 29 infatti, sembra suggerire l'analisi di Vari, ci sono il 30 (È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli) che va a intaccare il principio della libertà di educazione e il 31 (La Repubblica agevola con misure economiche la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose). Ma anche l'articolo 33, nella parte in cui valorizza e disciplina le scuole private paritarie.

LA RIFORMA COSTITUZIONALE IN PILLOLE:
1) IL SENATO
Il Senato diventerà un'assemblea rappresentativa degli enti locali. Sarà costituito da 100 membri non eletti, ma designati dai Consigli regionali. Ci saranno 74 consiglieri regionali, 21 sindaci, 5 membri nazionali (tra ex Presidenti della Repubblica e Senatori a vita). A 10 regioni e province (Valle d'Aosta, Bolzano, Trento, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata) spettano 2 seggi, e a Calabria e Sardegna ne spettano 3. Il Senato vorrebbe essere una Carnera delle Regioni. Ma i consiglieri regionali-senatori e i sindaci-senatori, non essendo stati eletti direttamente da tutti i cittadini della regione e non avendo vincolo di mandato, saranno espressione solo di una parte del territorio regionale.
Il nuovo Senato non avrà funzione politica, ossia non voterà la fiducia al Governo, e non svolgerà attività legislativa, cioè non discuterà e non approverà le leggi. Questi due compiti saranno competenza esclusiva della Camera. Il Senato potrà discutere e votare leggi solo in due casi: leggi di modifica costituzionale oppure di tutela delle minoranze. I senatori non saranno pagati, ma riceveranno solo un rimborso spese.
2) LA CAMERA
La Camera dei Deputati voterà la fiducia al governo e discuterà e approverà le leggi. Eleggerà tre membri della Corte Costituzionale, alcuni componenti del Consiglio superiore della magistratura e le Autorità indipendenti e, in seduta comune con il Senato, eleggerà il Presidente della Repubblica, nella cui elezione avrà un peso maggiore che nel passato, dato che il numero dei senatori è diminuito.
3) IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Viene eletto a Camere riunite da 730 Grandi elettori (anziché gli attuali 1008). Data la possibilità fornita dalla nuova legge elettorale che un solo partito abbia la maggioranza alla Camera, può accadere che il Presidente della Repubblica venga eletto da un solo partito, quello che è al governo e che controlla la maggioranza della Camera. Diversamente da oggi, la seconda carica dello Stato non sarà più il Presidente del Senato ma il Presidente della Camera.
4) LA LEGGE ELETTORALE "ITALICUM"
La legge elettorale non rientra nella riforma costituzionale che si voterà al referendum di ottobre. Però quel voto dovrà tenerne conto in quanto da essa deriva la concreta distribuzione politica del potere nel nuovo quadro istituzionale previsto dalla riforma. L'Italicum prevede le elezioni per liste parzialmente bloccate. Saranno bloccati i capilista, che saranno designati dal partito, ossia dal suo leader, e che potranno presentarsi in più circoscrizioni elettorali. Nei loro confronti l'elettore non potrà esprimere la preferenza. Da questo punto di vista non cambierà molto rispetto alla precedente legge elettorale, il Porcellum. Le elezioni saranno in due fasi. Se una lista supera il 40 per cento dei voti ottiene un premio di maggioranza di 340 deputati. Se la soglia non viene superata si va al ballottaggio. Per ottenere il premio di maggioranza al ballottaggio non è prevista nessuna soglia. Il vincitore lo prende con qualsiasi numero di voti. E' possibile che una lista ottenga il premio di maggioranza, arrivando al 54% dei seggi, anche con un numero limitato di voti, per esempio il 25%.
5) POTERI DEL GOVERNO
La riforma costituzione non cambia i poteri dei Governo, ma cambia il potere del governo, nel senso che lo accresce. Il nuovo sistema istituzionale e l'equilibrio dei poteri va a tutto vantaggio dell'Esecutivo. A seguito dell' Italicum, un solo partito potrà avere in mano la Camera, che è l'unica a legiferare. Inoltre la riforma prevede per il governo alcune "corsie preferenziali a data certa", con l'obbligo per i deputati di pronunciarsi entro un certo tempo. Controllando la Camera, il governo esercita un notevole peso sull'elezione del Presidente della Repubblica, dato che ora la Camera conterà più del Senato dopo la riduzione del numero dei senatori, sulla Corte Costituzionale (la Camera elegge tre suoi membri), del Consiglio superiore della Magistratura e delle Autorità indipendenti, che saranno quindi meno indipendenti dal governo.
6) L'ACCENTRAMENTO AMMINISTRATIVO
Ritornano nelle mani dello Stato le infrastrutture, le grandi reti di trasporto, produzione e distribuzione dell'energia. Viene introdotta la "clausola di supremazia": lo Stato può intervenire in materie non riservate alla sua gestione esclusiva quando lo richieda la tutela dell'interesse nazionale. Tutte le regioni verranno depotenziate, comprese quelle cosiddette "virtuose". Vengono mantenute le Regioni a statuto speciale.
7) LA DEMOCRAZIA DIRETTA
Viene modificato il quorum richiesto per il referendum abrogativo: se chiesto da oltre 800 mila firme il quorum scende dal 50 per cento degli aventi diritto al voto (come è attualmente) alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni alla Camera. Si prevede il referendum propositivo e di indirizzo.

Nota di BastaBugie: per approfondire i problemi dell'eventuale approvazione della riforma costituzionale di Renzi, si può leggere il seguente articolo

CON IL SI AL REFERENDUM COSTITUZIONALE L'ITALIA SI INCAMMINA VERSO LA DITTATURA
La nostra Costituzione non è ''la più bella del mondo'' perché non permette la difesa della legge naturale e di quella divina che le sono superiori, ma con la riforma di Renzi la si peggiora esasperando lo statalismo e dando il potere a un solo uomo
di Stefano Fontana
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4314

Fonte: Il Timone, luglio-agosto 2016 (n.155)

9 - OMELIA XX DOMENICA T. ORD. - ANNO C - (Lc 12, 49-57)
Non sono venuto a portare la pace sulla terra, ma la divisione
Fonte Maranatha.it, (omelia per il 14 agosto 2016)

Il regno di Dio è la realizzazione della comunione tra gli uomini e con lui. Già i profeti lo avevano annunciato e descritto come un tempo di pace, di benessere, di gioie mai viste; un tempo di fraternità universale e cosmica. Ogni barriera sarebbe stata eliminata, si sarebbe costituito un solo popolo per un solo Dio.
Gesù realizza il progetto di Dio nell'umanità espresso dai profeti. Viene a «radunare i figli dispersi». La sua ultima preghiera è la preghiera per l'unità: «Padre, siano una cosa sola, come noi siamo uno».
Come mettere d'accordo queste espressioni con le parole del vangelo di questa domenica? «Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione» (vangelo).

L'ANNUNCIO DELLA VERITÀ SUSCITA OPPOSIZIONE
Le parole di Gesù sono improntate ad un profondo realismo: il suo regno creerà nuove divisioni. Chi lo accoglie non entra in uno stato di pace paradisiaca, ma prova dapprima in se stesso la guerra e la divisione. Egli non può accettare l'ambiguità del compromesso, non può vivere il bene e il male, trovare un accordo tra il vero e il falso, non può affidarsi totalmente alle certezze umane, deve abbandonare continuamente la terra delle tranquille abitudini per l'incertezza di una terra che non possiede.
È cosa strana che la fede in Cristo crei nemici, ponga ostacoli. Questo è vero perché l'amore e la verità hanno nella croce il loro prezzo e la loro verifica. Non c'è amore vero che non porti con sé la sofferenza, non c'è verità che non ferisca. Se l'amore è dono gratuito non può non essere distacco da se stessi. Se la verità è scoperta non può non essere un giudizio sulle nostre azioni, e un impegno per nuovi e più scomodi orizzonti.
Il profeta è colui che annuncia la verità profonda dei fatti. Poiché la realtà dei fatti è l'azione imprevedibile di Dio che muove verso la libertà, essa suscita sempre nell'uomo il dubbio, la paura del rischio, l'opposizione con cui l'orgoglio e il peccato si manifestano.
Dalla verità nasce l'incertezza, perché l'uomo preferisce affidarsi alla sicurezza della prudenza umana piuttosto che abbandonarsi all'imprevedibilità di Dio. Geremia annuncia il piano di Dio ed è accusato di disfattismo (prima lettura). Ciò è vero anche per chi scende nello stadio per conquistare una vittoria. Il suo mettersi come concorrente sulla linea di partenza comporta una competitività, un gareggiare, una lotta, avere dei nemici. Nelle tribune c'è chi lo applaude e chi fa di tutto per scoraggiarlo (seconda lettura).

SCEGLIERE CRISTO IN UN MONDO DOMINATO DAL PECCATO È FARSI DEI NEMICI
Il cristiano che si mette dalla parte di Cristo entra per ciò stesso nella mischia e nella lotta. Non si può considerare né è ritenuto un neutrale: per molti è un nemico, anche se egli vuol essere il «fratello universale». La storia dell'umanità può far conto sulla volontà di comunione, di impegno, di collaborazione del cristiano, ma il suo progetto di liberazione, la sua utopia di un amore senza confini non possono non suscitare dissensi nella famiglia, fra gli amici, nella società, imporgli delle scelte che urteranno la tranquillità di molti.
Questo è inevitabile perché è sui valori e sui significati che si gioca l'impegno e la vita, ed è su questi significati che si compie la comunione o sorgono le opposizioni. Gli uomini si dividono in grandi universi geografici-culturali, in gruppi sociali e professionali, ma ciò che li distingue veramente e li oppone è la concezione che essi hanno del divenire umano, il modo di affrontare i gravi problemi che si impongono a tutti: l'ingiustizia, la libertà, le decisioni di priorità, le responsabilità sociali...

IL CRISTIANO SUPERA LA DIVISIONE CON L'AMORE GRATUITO
li cittadino del regno trova la pace con chi come lui accetta la propria morte perché l'altro viva, trova la comunione con chi vive nella speranza. Invece con chi non cerca la verità, l'amore e la giustizia egli si troverà diviso e sperimenterà la realtà delle parole di Cristo: «Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione» (Lc 12,51).
Però egli supera la divisione con l'amore. Anche se la sua parola e la sua azione creano divisioni ed opposizioni, egli non rende male per male, ma sa vincere il male con il bene. Ripaga l'odio con l'amore.
Come Gesù, suo maestro, che «ha abbattuto il muro, l'inimicizia facendo pace nel sangue della sua croce» (cf Ef 2,14.16), così anche il cristiano è ovunque portatore di amore.

Fonte: Maranatha.it, (omelia per il 14 agosto 2016)

10 - OMELIA SOLENNITA' DELL'ASSUNTA - ANNO C - (Lc 1,39-56)
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
Fonte Maranatha, (omelia per il 15 agosto 2016)

La definizione del dogma è avvenuta nel 1950 per opera di Pio XII. Ignoriamo se, come e quando avvenne la morte di Maria, festeggiata assai presto come "dormitio". È una solennità che, corrispondendo al natalis (morte) degli altri santi, è considerata la festa principale della Vergine. Il 15 agosto ricorda con probabilità la dedicazione di una grande chiesa a Maria in Gerusalemme.
La Chiesa celebra oggi in Maria il compimento del Mistero pasquale. Essendo Maria la "piena di grazia", senza nessuna ombra di peccato, il Padre l'ha voluta associare alla risurrezione di Gesù.

ASSUNTA IN CIELO, MARIA È PIÚ VICINA A NOI
Le letture della Messa presentano in modo molto concreto i valori dell'assunzione di Maria, il posto che ha nel piano della salvezza, il suo messaggio all'umanità.
Maria è la vera "arca dell'alleanza", è la "donna vestita di sole" immagine della Chiesa (prima lettura). Come l'arca costruita da Mosè stava nel tempio perché era "segno e strumento" dell'alleanza di Dio con il suo popolo, così Maria è in cielo nella sua integrità umana, perché "segno e strumento" della nuova alleanza. L'arca conteneva la Legge e da essa Dio rispondeva alle richieste del popolo. Maria ci offre Gesù, il proclamatore della legge dell'amore, il realizzatore della nuova alleanza di salvezza: in lui il Padre ci parla e ci ascolta. Maria è figura e primizia della Chiesa, madre del Cristo e degli uomini che essa ha generato a Dio nel dolore sotto la croce del Figlio; pertanto è preannunciato della salvezza totale che si realizzerà nel regno di Dio.
Ciò avverrà ad opera di Cristo risorto (seconda lettura), modello e realizzatore della risurrezione finale, comunicata prima che ad altri a Maria, per la sua divina maternità. L'Immacolata ha preannunciato il fine della redenzione, che è di condurre gli uomini ad una integrale innocenza; l'Assunta è preannuncio del traguardo finale della redenzione: la glorificazione dell'umanità in Cristo. Maria richiama oggi i cristiani a sentirsi inseriti nella storia della salvezza e destinati ad essere conformati a Cristo, per opera dello Spirito, nella casa del Padre. Per questo, il Concilio dice che l'Assunta è data agli uomini come "segno di sicura speranza e di consolazione" (LG 68 e prefazio).

"GRANDI COSE HA FATTO IN ME L'ONNIPOTENTE"
Nel "Magnificat" (vangelo) Maria ci comunica il suo messaggio. Essa proclama che Dio ha compiuto un triplice rovesciamento di false situazioni umane, per restaurare l'umanità nella salvezza. Nel campo religioso Dio travolge le autosufficienze umane: confonde i piani di quelli che nutrono pensieri di superbia, si drizzano contro Dio e opprimono gli altri.
Nel campo politico Dio capovolge gli ingiustificabili dislivelli umani: abbatte i potenti dai troni e innalza gli umili; non vuole coloro che spadroneggiano i popoli ma coloro che li servono per promuovere il bene delle persone e della società senza discriminazioni razziali o culturali o politiche.
Nel campo sociale sconvolge l'intoccabile classicismo stabilito sull'oro e sui mezzi di potere: colma di bene i bisognosi e rimanda a mani vuote i ricchi, per instaurare una vera fraternità nella società e fra i popoli, perché tutti sono figli di Dio.
Così le feste dell'Immacolata e dell'Assunta ci richiamano da un capo all'altro tutta la storia della salvezza: quella che si compie oggi per noi, e per la quale preghiamo Maria nostra madre di condurci sino al compimento finale.

MARIA "PRIMIZIA E IMMAGINE DELA CHIESA"
Maria, nell'Assunzione, è la creatura che ha raggiunto la pienezza della salvezza, fino alla trasfigurazione del corpo. È la donna vestita di sole e coronata di dodici stelle. È la madre che ci aspetta e ci sollecita a camminare verso il regno di Dio. La Madre del Signore è l'immagine della Chiesa: luminosa garanzia che il suo destino di salvezza è assicurato perché come in lei, così in tutti noi lo Spirito del Risorto attuerà pienamente la sua missione; ella è già quella che noi saremo.
A molti dà fastidio sentir parlare di "salvezza delle anime". Sembra che la vita con i colori, i sapori, i contorni che la rendono attraente debba sparire: sembra che il corpo non serva a nulla. Hanno ragione perché non è così. Maria, assunta in cielo, è garanzia che tutto l'uomo sarà salvato, che i corpi risorgeranno. Nell'Eucaristia pane di immortalità, si ritrovano gli alimenti base dell'uomo, frutti della terra, della vite e del lavoro dell'uomo: è proprio l'Eucaristia la garanzia quotidiana che la salvezza raggiunge ogni uomo nella sua situazione concreta, per strapparlo alla morte, la nemica più terribile del progresso.

Fonte: Maranatha, (omelia per il 15 agosto 2016)

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