BastaBugie n�501 del 12 aprile 2017

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1 LE TECNICHE DI MANIPOLAZIONE DEI SONDAGGI
Lo scopo dei sondaggi non è conoscere i giudizi dell'opinione pubblica, ma orientarla (come ad esempio nelle elezioni francesi)
Autore: Giuseppe Sello - Fonte: Corrispondenza Romana
2 IL PAESE DEI CACHI E DEGLI ULIVI, DEI VEGANI E DEI POLITICI RIMBAMBITI COME BERLUSCONI
In Puglia scendono in piazza contro un gasdotto e in difesa di duecento ulivi (che sarebbero stati ripiantati)... e intanto Berlusconi difende i vegani e criminalizza chi mangia l'agnello
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 TRUMP SI PIEGA ALLA LOBBY GUERRAFONDAIA E LANCIA 59 MISSILI CONTRO UNA BASE SIRIANA
Nonostante, soprattutto in politica interna, stia attuando le promesse elettorali, aveva anche promesso di cessare i tentativi di rovesciare i regimi con guerre inutili per gli Usa e dannose per la causa della pace (ad es. Saddam e Gheddafi), ma in Siria...
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: Libertà e Persona
4 UOMINI E DONNE, CAVALIERI E PRINCIPESSE: E' BELLO COSI'
Un nuovo libro per sessisti ed omofobi, fieri di essere tali
Autore: Teresa Moro - Fonte: Notizie Provita
5 DOPO UNA LUNGA BATTAGLIA, CONFERMATO ALLA CORTE SUPREMA IL NUOVO GIUDICE PROVITA PROMESSO DA TRUMP
Nella contrapposizione fra giusnaturalisti (è legge ciò che è giusto) e positivisti (è legge ciò che viene deciso dagli uomini) Neil Gorsuch è schierato con i primi e per questo è stato scelto da Trump
Autore: Marco Respinti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 FALLITI UNIONE EUROPEA E STATI NAZIONALI, MEGLIO UNA SANA COMPETIZIONE TRA COMUNI IN STILE SVIZZERO
Intanto in Europa nel 2016 gli attentati dei terroristi musulmani sono aumentati del 174% e il 2017 andrà peggio
Autore: Francesca Parodi - Fonte: Tempi
7 UNA MEDITAZIONE POLITICA SULLA PASSIONE DI CRISTO
Va riaffermata la supremazia della Chiesa sposa di Cristo
Autore: Plinio Corrêa de Oliveira - Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà
8 IL NUOVO FILM POWER RANGERS SI ADEGUA ALLA DITTATURA GAY E LANCIA IL PERSONAGGIO LGBT
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): i Gay pride simbolo e specchio della decadenza dell'Europa, la voce degli ex gay cristiani silenziata sul Web
Autore: Cristiano Lugli - Fonte: Osservatorio Gender
9 OMELIE PER LA VEGLIA PASQUALE E LA MESSA DEL GIORNO
Aspetto la risurrezione dei morti
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: La rivincita del crocifisso

1 - LE TECNICHE DI MANIPOLAZIONE DEI SONDAGGI
Lo scopo dei sondaggi non è conoscere i giudizi dell'opinione pubblica, ma orientarla (come ad esempio nelle elezioni francesi)
Autore: Giuseppe Sello - Fonte: Corrispondenza Romana, 05/04/2017

I sondaggi sono indagini statistiche che, attraverso campioni, pretendono di stabilire quali siano le opinioni e i comportamenti di una popolazione nel suo complesso, o di una parte di essa. Franceinfo, un importante emissione radio francese che appartiene al gruppo di Radio France, l'ente pubblico francese di diffusione radiofonica, ha dedicato, lo scorso 19 marzo, un ampio articolo alle ragioni che spiegano perché i metodi degli istituti di sondaggio francesi sono contestati e contestabili.
Le tecniche dei sondaggi - spiega Sylvain Tronchet - hanno conosciuto un'evoluzione negli ultimi decenni. In origine essi si svolgevano attraverso sondaggisti che bussavano alle porte delle case, interrogando personalmente le persone. Per Alain Garrigou, creatore dell'osservatorio dei sondaggi, questo metodo era «il migliore, ma anche il più caro».
E poiché, progressivamente, le porte non venivano più aperte ai sondaggisti, si passò ai sondaggi per telefono. Anche in questo caso, la gente iniziò a riattaccare alle domande. Si arrivò al punto che bisognava fare dieci chiamate telefoniche per ottenere un'intervista. Tutto ciò costava molto caro. Finalmente, nel 2000, con l'arrivo di Internet, i sondaggi conobbero una nuova vita. Ma la qualità delle inchieste è sensibilmente diminuita.

LA PROFESSIONALIZZAZIONE DEGLI INTERROGATI
Per incitare i francesi ad iscriversi al loro programma, i sondaggisti offrono regali o danaro. Ciò ha portato a una "professionalizzazione" degli interrogati, che hanno visto la possibilità di guadagnare attraverso la partecipazione al maggior numero possibile di "panel" di sondaggi. La risposta dei "sondati" professionali non è però mai veritiera perché, per essi, ciò che è più importante, è non essere esclusi dal "panel". Franceinfo cita il caso di un "professionale", giovane padre di famiglia dell'Est della Francia, che risponde ogni mese a decine di sondaggi. «La gratificazione - ha dichiarato - è per me un elemento primordiale. Rispondo solo a sondaggi che sono remunerati. Sono iscritto a un panel dal 2012 e ho già ricevuto un "babyphone", un'aspirapolvere, un cofanetto di giardinaggio, libri, abbonamenti, etc.».
Ciò conduce all'uso sistematico della menzogna, che si manifesta soprattutto esprimendo posizioni politicamente corrette. La conseguenza è la sottovalutazione sistematica dei voti dati alle ali estreme e la sovradimensione del voto centrista, che oggi invece è quello che si sta dissolvendo.
Già negli anni Novanta, all'epoca dei sondaggi telefonici, bisognava moltiplicare per due o per tre il numero delle risposte ottenute, al fine di ottenere una stima corretta del voto del Front National. Oggi è stato introdotto inoltre il cosiddetto "raddrizzamento" dei voti, per correggere le risposte non politicamente corrette. Questa forme di raddrizzamenti sono segrete e sono oggi al centro del dibattito.

CHE FARE?
Due senatori, Hugus Portelli (LR) e Jean-Pierre Sueur si battono da anni affinché i sondaggisti pubblichino le loro cifre brute e i loro metodi di raddrizzamento, per far capire come si arriva al risultato. Una legge a questo proposito è stata emanata nel 2016, ma è stata rapidamente aggirata. Esistono poi i sondaggi "bidone", come quello che nel 2014 indicava Nicolas Sarkozy come un candidato in grado di battere, da solo, Marin Le Pen, al secondo turno delle presidenziali.
Come ha spiegato il presidente dell'Isi (Istituto per l'interscambio scientifico di Torino) Mario Rasetti in un'intervista al quotidiano ItaliaOggi del 16 novembre scorso, oggi è possibile usare gli algoritmi predittivi che setacciano sul web, in continuo, milioni di dati relativi ai comportamenti e alle scelte degli elettori.
Essi pertanto sono in grado di fare delle previsioni di gran lunga più attendibili dei sondaggi. Ma sono più facilmente manipolabili, e il vero scopo dei sondaggi non è quello di conoscere i giudizi dell'opinione pubblica, ma di orientarla, dando per esempio come definitivamente perdente in Francia un candidato, quale Fillon, che ha forse molte carte ancora da giocare. I sondaggi insomma non sono strumenti di previsione, ma di manipolazione mediatica.

Fonte: Corrispondenza Romana, 05/04/2017

2 - IL PAESE DEI CACHI E DEGLI ULIVI, DEI VEGANI E DEI POLITICI RIMBAMBITI COME BERLUSCONI
In Puglia scendono in piazza contro un gasdotto e in difesa di duecento ulivi (che sarebbero stati ripiantati)... e intanto Berlusconi difende i vegani e criminalizza chi mangia l'agnello
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04/04/2017

Arieccolo il Paese dei cachi, stante il titolo di una canzone antipatriottica presentata anni fa al festival di Sanremo dal gruppo demenzial-rock Elio & Le Storie Tese. C'è da far passare in Puglia un gasdotto proveniente dall'Azerbaigian ed ecco scendere in piazza un confuso assembramento di salentini, no-Tap, antagonisti, sindaci con tanto di fascia tricolore, bambini e perfino nonne a far da scudi umani contro la polizia.

GASDOTTO? NO, GRAZIE PREFERIAMO GLI ULIVI
N.i.m.b.y.. Non vogliono il gasdotto. Perché, gli inquina le falde (del pastrano)? No, perché c'è da spostare duecento alberi di ulivo. E poco importa se, interrato il tubo, glieli ripianteranno con tante scuse esattamente dov'erano. No, da lì non si deve passare, gli ulivi non si toccano. E perché? Perché gli ulivi sono belli e i manifestanti amano la natura. Io sono agrigentino e se mi dicessero che c'è da spostare un momento il Tempio della Concordia per farci sotto un rifugio antiatomico non avrei nulla da ridire, a patto che a cose fatte lo rimettano dov'era. E che ci vuole? Nel settecento spostavano interi campanili su carri di buoi, figurati se la tecnologia odierna ha di questi problemi. Ma i salentini, a quanto pare, preferiscono la Xylella Fastidiosa, per la quale hanno fatto, sì, qualche storia, ma poi alla fine hanno accettato, obtorto collo, il diktat della Commissione europea. Eh, l'ha chiesto l'Europa.

UN GRUPPUSCOLO, MA URLANTE
Sì, ma gli alberi di ulivo espiantati mica li hanno ripiantati, e non solo quelli ma anche ogni pianta nello spazio di cento metri da quelle infettate. Ma il gasdotto, eh no. Farlo passare altrove per non disturbare lorsignori? E dove? Ma dico, l'hanno vista la carta geografica? E poi, visto che l'Italia l'energia la deve importare (quando ci vietammo quella nucleare, preferendo comprarla - sempre atomica - dalla Francia, il fu Andreotti ci definì, con garbo, poco illuminati; non ebbe cuore di dire teste di mi..., perché quel referendum lo sponsorizzava il suo alleato Craxi, oggi, chissà perché, rimpianto), il gas azerbaigiano servirà a tutta l'Italia; che diritto hanno quattro gatti di provincia di mettersi di mezzo? E che diritto - in senso strettamente giuridico - hanno quei sindaci (rappresentanti dello Stato) di unirsi alla gazzarra pro-ulivi?

GLI ESEMPI DELLA DANIMARCA, DELLA SVEZIA E DELLA FLORIDA
Così, no-Tav al Nord e no-Tap al Sud. Il Paese dei cachi. L'attuale premier Gentiloni ha ri-ventilato il famoso Ponte sullo Stretto, che ogni governo ormai ri-ventila trasformandolo nel progetto più ventoso della storia umana. Ma se lo Stato, questo Stato, non riesce a spostare qualche ulivo senza dover bloccare continuamente i lavori... vorrebbe fare il Ponte? Seeeh! Non siamo mica la Danimarca, che il ponte se l'è fatto addirittura con la Svezia. Non siamo mica le Keys della Florida, dove procedi in auto per centinaia di miglia in mezzo al mare. No, questo è il Paese dei cachi, e non lamentiamoci dei politici, per favore: sono figli nostri, sono come noi, perfetto specchio di un popolo che ha in Elio & Le Storie Tese i suoi esemplari cantori.

Nota di BastaBugie: Andrea Zambrano nell'articolo sottostante dal titolo "Cavaliere, che tristezza l'animo veg" commenta l'adesione di Berlusconi alla campagna per non mangiare gli agnelli a Pasqua. Il rimbambito cavaliere si fa ritrarre mentre allatta un abbacchio al motto di "basta sacrifici animali". Berlusconi diventa testimonial di uno degli ismi più pericolosi perchè porta al fanatismo: il veganesimo-animalista. Senza riconoscere che il vero sacrificio umano è quello che si compie con l'aborto.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 10 aprile 2017:
Racconta il Genesi al capitolo 9 che Noè, dopo aver piantato una vigna, iniziò ad ubriacarsi. E come accade anche oggi a chi è in preda all'alcol si ritrovò a dormire completamente nudo nella sua tenda. Il primo ad accorgersene fu il figlio Cam, che con malizia andò a spifferare delle nudità del padre agli altri due fratelli, Iafet e Sem. Questi ultimi due si procurarono un mantello ed entrando nella tenda a ritroso, coprirono il padre del quale avevano compassione e non videro la sua nudità. Quando Noè si svegliò e seppe di Cam lo maledisse.
Questo episodio spiega molto bene che quando un uomo è in difficoltà e rischia di essere esposto al pubblico ludibrio, dovrebbe sempre avere accanto a sé qualcuno che premurosamente lo sottragga dagli sguardi indiscreti e a giudizi poco lusinghieri sul suo conto. E' un atteggiamento di compassione e se vogliamo, di carità.
Ora, liberissimo Silvio Berlusconi di farsi ritrarre in un video mentre allatta un agnellino strappato alle voraci fauci degli italiani in vista della Pasqua imminente, ma è evidente che non essendo il Cavaliere un ecoterrorista dell'Animal Liberation Front, la posa gli è stata, diciamo così, commissionata da qualcuno che lo ha "intortato" per bene per sostenere la campagna contro l'abbattimento degli agnellini da latte in vista della Pasqua. Il Cavaliere che è di animo generoso si sarà prestato all'obiettivo con garbo e delicatezza, e di agnellini che scorrazzano adesso per il parco di Villa San Martino ce ne sono addirittura cinque, ma il fatto che non si sia accorto di essere sprofondato nel ridicolo è cosa che impensierisce di più che il semplice messaggio dell'animalismo un po' becero e sicuramente anti creazionista. Qualcuno dovrebbe vigilare sull'immagine di quello che fino a pochi anni fa era il perno, nel bene e nel male, della politica italiana.
Si apprende che a convincerlo è stata Michela Vittoria Brambilla, che da tempo è un'attivista della Lega Italiana per la difesa degli animali e dell'ambiente. Per fare cosa? Per lanciare il solito messaggio che a Pasqua non dobbiamo mangiare e quindi "scannare" i poveri abbacchietti. Quindi addio scottadito, arrivederci a mai più cosciotto con le patate e ti saluto agnello in umido col sugo.
Il messaggio della campagna a cui ha aderito il Cav recita: "A Pasqua scegli la vita, scegli veg" e viene spiegato con un netto rifiuto di agnelli sacrificali. Ora, a parte l'ignoranza del motto, perché gli agnelli non si mangiano in sacrificio, dato che questo accadeva fino a quando Gesù non si è immolato per i nostri peccati sulla croce diventando lui agnello sacrificale unico e perfetto, ma non pretendiamo che la Brambilla conosca queste che sono pur sempre elementi basilari della fede cristiana.
Ma il fatto di collegare la vita degli agnellini all'ideologia veg fa tremare se si pensa che Berlusconi è parso agli occhi di milioni di italiani come il difensore della libertà contro le ideologie e loro annessi e connessi. Sapere che dopo 20 anni di politica fatta nel nome dell'antideologia anche lui ha ceduto al demone dell'ismo, fa un po' tristezza, e un po' tenerezza. E che ismo: quella animalista, derivata da quella vegana, è una delle ideologie peggiori, che anima pasdaran e pasionarie nel nome di un rispetto per l'animale elevato a dignità umana.
Equiparare la persona umana all'animale, in fatto di dignità è una mostruosità che tocca la Rivelazione. L'uomo ha una natura razionale, l'animale solo sensitiva; l'uomo supera i propri istinti, l'animale ne è schiavo; l'uomo ha senso morale ed estetico, ha autocoscienza di sé, l'animale no;
«"Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra". (...) Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra"», sempre per restare sul Genesi.
Ucciderli per mangiarli a Pasqua non è un atto sacrificale orrendo, ma risponde ad un preciso dettato umano: quello che l'uomo è anche carnivoro. Affonda le radici nella tradizione, ci ricorda che anche Gesù mangiava agnello. Ci fa essere parte di un passato che non era più disumano perché non c'erano i vegani a denunciarne i costumi. Che poi non si capisce perché queste campagne si facciano sempre e solo a Pasqua e non tutto l'anno dato che gli islamici mangiano carne di agnello praticamente sempre o comunque molto più di noi occidentali.
I fanatici come la Brambilla che seguono questa ideologia elevano gli animali al livello umano: è per questo che cibarsi delle loro carni risulta inammissibile. Berlusconi aveva il sogno di liberare l'Italia dalla cappa delle ideologie e ci è finito in mezzo, senza saperlo.
E così giova farsi ritrarre col biberon in mano in una parodia rovesciata e grottesca del nonno che allatta il proprio nipotino. A proposito di bambini e di sacrifici: non pensa forse il Cav che il vero sacrificio umano sia quello che si compie tutte le ore quando innocenti vengono uccisi nel grembo materno per affermare l'ideologia di morte che l'aborto porta con sé? Chissà come sarebbe la foto di Berlusconi che salva cinque bambini dalle fauci dell'aspiratore e dà loro da mangiare? Potrebbe rianimare un bel po' di elettori, sicuramente molti di più di quelli che domenica mangeranno tofu e insalata per non far male alle povere bestiole. Ma si vede che il messaggio Pasquale a Villa San Martino è diventato semplicemente... Pascale.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04/04/2017

3 - TRUMP SI PIEGA ALLA LOBBY GUERRAFONDAIA E LANCIA 59 MISSILI CONTRO UNA BASE SIRIANA
Nonostante, soprattutto in politica interna, stia attuando le promesse elettorali, aveva anche promesso di cessare i tentativi di rovesciare i regimi con guerre inutili per gli Usa e dannose per la causa della pace (ad es. Saddam e Gheddafi), ma in Siria...
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: Libertà e Persona, 07/04/2017

Questa notte gli Usa hanno lanciato 59 missili contro una base siriana. Non si sono ancora fatti i necessari accertamenti su quanto accaduto, e Trump ha dato l'ordine di colpire.
Prima menzogna: Trump aveva sempre promesso una politica isolazionista, cioè di cessare con gli interventi presunti umanitari, con i tentativi di rovesciare i regimi con le bombe. Dopo Saddam e Gheddafi, aveva spiegato, basta guerre inutili e dannose.
Seconda menzogna: dopo aver sempre sostenuto che Assad era un alleato contro il terrorismo islamico, ha bombardato la base siriana da cui sono partiti molti dei liberatori di Palmyra.
Si tratta di una falsità grossolana: sia perchè è tutto da dimostrare che il colpevole sia Assad, sia perchè in una guerra che ha fatto milioni di morti e di profughi, cambiare idea per un episodio che ha ucciso 86 persone è semplicemente ridicolo.
Si aggiunga che i 59 missili aggiungono morti (anche civili) ai morti, destabilizzano ancora di più, e non servono assolutamente a riportare pace per nessuno.
Perchè Trump ha agito in maniera così sconsiderata?
E' evidente che è un presidente zoppo, che non riesce a portare a casa nessun risultato, per una opposizione fortissima non solo democratica, ma anche repubblicana. Tra i repubblicani del cui voto in Senato ha bisogno, molti condividono la politica estera di H. Clinton (McCain, Rubio e Lindsey Graham su tutti), e sono quindi per rovesciare Assad.
Trump ha capitolato di fronte a loro e di fronte ad altri poteri dello stato profondo.
Era già successo: G. Bush è stato spinto alla guerra del 2003, utilizzando a pretesto presunte armi chimiche irakene, solo dopo l'11 settembre. L'11 settembre rovesciò la sua politica, da isolazionista a interventista.
Lo stesso Obama, che aveva sconfitto H. Clinton alle primarie del partito repubblicano, è stato poi costretto a inserirla nel suo governo e poi a lasciarle parziale mano libera proprio in Siria, contro Assad, e in Libia contro Gheddafi.
Quanto a quest'ultimo, il governo Berlusconi, alleato di Gheddafi, fu spinto a scaricare l'alleato da una coalizione Napolitano-Francia-GB-Usa che ha poi distrutto quel paese.
Insomma, un film già visto: il partito della guerra ha vinto ancora, perchè, sia che esprima il presidente, sia che non lo esprima, riesce a menare le danze. La Siria, come l'Irak, dovrà soffrire ancora moltissimo, mentre i terroristi riprenderanno forza.
Esultano Clinton, Bush, Erdogan, Arabia... l'alleata Inghilterra, ma anche i nemici di ieri, Germania e Francia...
Trump vedrà ridursi l'opposizione interna ed esterna, smetterà, per molti media, di essere il nemico numero uno, perché ha dimostrato di saper scendere a patti con chi comanda davvero.
Ma il machiavellismo non sempre paga nel lungo periodo.

Nota di BastaBugie: Francesco Agnoli nell'articolo sottostante dal titolo "Attenti alle fake news sulla Siria. Quelle dei governi e dei grandi giornali!" metteva in guardia dal dare credito alle notizie non verificate.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su Libertà e Persona il 5 aprile 2017:
Armi chimiche, armi chimiche! Torna l'allarme che, chi ha la mia età, ho già sentito innumerevoli volte. Un giorno chiesero all'attore Mel Gibson dove andasse in ferie. Rispose: nel paese in cui ci sono le armi chimiche. Era una presa in giro. Aveva appena girato il film Apocalypto, descrizione dei massacri degli Aztechi, con riferimento agli Usa di quegli anni: sempre a caccia di un nemico, per una nuova guerra.
E' bene capire che di fronte a fatti come quelli attuali le menzogne pericolose non sono quelle di internet, ma quelle dei governi che vogliono le guerre.
E possono essere due:
1) la prima consiste nel fingere di voler attuare interventi bellici umanitari, laddove accade qualcosa di spaventoso. Sia ben chiaro: se i morti, gasati, crocifissi, bruciati… sono in Burkina Faso o in qualche paese poco importante quanto ad energia o per motivi geopolitici, nessuno si muoverà. Le guerre umanitarie avvengono solo, guarda un po', dove sono in campo forti interessi di qualche genere.
2) la seconda consiste nella creazione di un casus belli, una scusa per entrare. La fantasia dei guerrafondai non è molta, e così da quasi 30 anni si gioca sulle armi di distruzione di massa, o sulle armi chimiche… Anche con la Siria si è già provato, nel 2013: l'accusa ad Assad non è mai stata provata; siamo finiti sull'orlo di una guerra, evitata per lo sforzo congiunto di Vladimir Putin e Bergoglio. Obama ci ha provato in tutti i modi, spinto da Clinton e neocons, ma senza successo.
Ci stanno riprovando? Sembra molto probabile, a meno che non si creda davvero che Assad ricorra alle armi chimiche quando ormai ha vinto. Più facile pensare il contrario: poiché Assad ha ormai vinto, siamo di fronte al tutto per tutto per fermarlo. Sino a piegare lo stesso Trump, che, a quanto pare, scopre improvvisamente, dopo essere stato sotto pressione russofoba sino ad oggi, di aver cambiato idea!

Fonte: Libertà e Persona, 07/04/2017

4 - UOMINI E DONNE, CAVALIERI E PRINCIPESSE: E' BELLO COSI'
Un nuovo libro per sessisti ed omofobi, fieri di essere tali
Autore: Teresa Moro - Fonte: Notizie Provita, 06/04/2017

Uomini e donne sono diversi. A sottolinearlo era già stato - riscuotendo un enorme successo - John Gray nel suo Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere. Da oggi, tuttavia, tutti coloro che amano correre il rischio di essere definiti sessisti ed omofobi possono trovare in libreria un altro validissimo sussidio in tal senso, a firma del giovane sociologo Giuliano Guzzo: Cavalieri e principesse - Uomini e donne sono veramente diversi, ed è bello così (Cantagalli, 2017).
Un libro che è tutto un programma, a partire dal tema: si parla dell'identità sessuale maschile e femminile, smontando quindi la teoria gender... ma senza parlare direttamente del gender! Si parla quindi di differenza sessuale, ma senza parlare di discriminazioni, di pari opportunità, di quote rosa (pardon!, "quote di genere") o della bufala mediatica dei femminicidi: «Questo - scrive il sociologo - perché la differenza non è diseguaglianza, né potrebbe esserlo dal momento che la prima è un dato naturale, la seconda una ingiustizia culturale». Si parla, inoltre, della bellezza e della fecondità insita in questa varietà che sta alla base della famiglia naturale e dunque della nostra società, ma senza avere paura di rimarcare l'unicità e il valore e i diritti leciti di ogni persona che sono, inevitabilmente, anche sessualmente connotati.

LA DANNOSA POLARIZZAZIONE
Rileva Guzzo nelle prime pagine del libro, a proposito della delicatezza dei temi trattati: «A preoccupare, soprattutto, è la polarizzazione di cui sempre più sta divenendo oggetto l'argomento: da una parte coloro che ritengono detta differenza scontata senza pertanto avvertire il bisogno di alcun approfondimento, dall'altra quanti la considerano infondata. [...] Nel primo caso, la trascurata asimmetria sessuale genera nei quotidiani rapporti fra uomo e donna conflitti che, proprio perché incompresi, sembrano destinati ad intensificarsi. [...] La critica radicale delle differenze, come si vedrà meglio a breve, non è però meno grave dal momento che conduce persino a negare l'esistenza stessa, al di là di aspetti meramente biologici, del maschile e del femminile, che altro non sarebbero che truffaldine etichette diffuse al solo scopo di mantenere nella società la supremazia di alcuni - gli uomini - e la sottomissione di altre, le donne».
Questa dunque la base da cui prende avvio la trattazione. A seguire, pagina dopo pagina, il giovane Guzzo sorprende e cattura il Lettore: con una logica incalzante e con il sostegno di studi e ricerche di varia provenienza (le note a piè pagina sono 570 in 200 pagine di testo, il che fa ben comprendere la serietà della trattazione), il sociologo procede nel dimostrare la validità o nello smentire i più comuni stereotipi, sempre sulla bocca di tutti.
Vediamone solo alcuni, dei diversi trattati da Guzzo.

IL ROSA E L'AZZURRO
L'argomento più gettonato: il rosa e l'azzurro sono colori dettati da "stereotipi di genere", come sostengono alcuni, e fino a non molti anni fa i colori erano invertiti rispetto a oggi (blu per le femmine e rosa per i maschi)?
Assolutamente no, anche se «quale sia l'effettiva origine storica dell'attribuzione dei colori al sesso, l'interrogativo sul come mai donne e uomini manifestino preferenze e sensibilità differenti rispetto ai colori, col quale abbiamo esordito, manca di una spiegazione univoca e condivisa». C'è chi guarda addirittura alla Mesopotamia («Il cielo è maschio, la terra è femmina, la loro unione è l'acqua piovana, il risultato è la fertilità dei campi, il verde, fiori e frutti»), ma forse la spiegazione più plausibile rimane ancora quella legata alla differenza fisiologica tra maschi e femmine: i primi hanno una retina più sottile e maggiormente ricca di cellule P, il che li fa essere più sensibili ai toni "freddi"; mentre cellule M, prevalenti nelle femmine, le orienterebbero a tonalità di colore più "calde".
A seguire, Guzzo guarda al cervello, che si differenzia in base al sesso già durante la via intrauterina.
Seppure sia vero che quello degli uomini è più grande e "settoriale", quello delle donne presenta una maggiore rilevanza del corpo calloso e dunque più fitti collegamenti tra i due emisferi. Quindi? Quale parametro utilizzare per affermare che un sesso vale più dell'altro? Semplice: nessuno. Uomini e donne presentano intelligenze diverse (quella emotiva ed empatica assume tinte femminili, quella motorio-spaziale e matematica tende verso la parte "azzurra" del mondo), ma non per questo sono uno più o meno intelligente dell'altro: la varietà, nella complementarità, è una ricchezza per tutti.
Ma non finisce qui. Guzzo prosegue parlando del sonno e dei sogni, delle diverse modalità di comunicazione (le donne cercano la relazione, gli uomini l'informazione), della propensione a ridere e a sorridere, del modo di guidare la macchina, del lavoro e degli impegni casalinghi e, infine, anche dell'attrazione verso l'altro sesso e delle modalità di vivere l'amore.
Siamo immersi in un mondo falsato da stereotipi artatamente creati, dunque? Il sociologo Guzzo non ne è affatto convinto e, con lui, non ne rimane convinto neanche il Lettore che, arricchito e divertito dalle ricerche e dagli esempi citati, non può che concludere la lettura esclamando: «Uomini e donne sono veramente diversi, ed è bello così!».

Fonte: Notizie Provita, 06/04/2017

5 - DOPO UNA LUNGA BATTAGLIA, CONFERMATO ALLA CORTE SUPREMA IL NUOVO GIUDICE PROVITA PROMESSO DA TRUMP
Nella contrapposizione fra giusnaturalisti (è legge ciò che è giusto) e positivisti (è legge ciò che viene deciso dagli uomini) Neil Gorsuch è schierato con i primi e per questo è stato scelto da Trump
Autore: Marco Respinti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 10/04/2017

Neil M. Gorsuch è il nono giudice della Corte Suprema federale. La sua nomina, confermata venerdì dal Senato di Washington, riporta il massimo tribunale degli Stati Uniti alla sua piena efficienza ed è l'obiettivo politico più importante sin qui ottenuto dal presidente Donald J. Trump cui è spettato indicare alla "Camera alta" il nome di Gorsuch in sostituzione, dopo quattrodici mesi, del defunto Antonin G. Scalia (1836-2016) come a tutti i presidenti americani spettano le nomine dei giudici federali. Lo è perché si tratta di un obiettivo strutturale, al sicuro, adesso, dalle volubilità della politica, dai capricci delle maggioranze e dai mezzucci delle partigianerie.

UN GIUDICE PROVITA E PROFAMIGLIA
Con i suoi otto colleghi, Gorsuch sarà chiamato a vegliare sulla costituzionalità delle leggi statunitensi, e la buona notizia è che il suo specchiato curriculum racconta di una figura in cui il professionista non si distingue, e tanto meno si vergogna, dell'uomo; di una persona in cui non vi è schizofrenia tra l'essere e il dover essere; di un giurista che non teme il ridicolo considerando ancora il bene e il vero come la stella polare della giustizia. Non sarà il politicamente corretto, insomma, a guidare Gorsuch, né la mentalità dominante, e neppure, peggio ancora, l'"ateologia" del "tutto è relativo". Ovviamente Gorsuch non farà miracoli; magari commetterà pure degli errori. Ma quel che è certo è che nell'immane e atavica guerra civile della civiltà occidentale fra ius quia iustum (è legge cioè che è giusto, giusto in sé) e ius quia iussum (è legge ciò che è ordinato, ovvero diventa giusto ciò che la legge prescrive, lecito cioè che è legale) il nuovo giudice "trumpiano" della Corte Suprema si schiera con i primi.
La ratifica della sua nomina da parte del Senato è giunta al termine di una dura battaglia conclusasi con 54 voti contro 45 (il Repubblicano Johnny Isakson, favorevole a Gorsuch, non ha potuto votare poiché ricoverato in ospedale). Per Gorsuch si sono espressi tutti i senatori Repubblicani più tre Democratici che hanno rotto l'unanimità dell'opposizione, Joe Donnelley, Heidi Heidtkamp e Joe Manchin. È il trionfo di Mitch McConnell, il capo della maggioranza Repubblicana al Senato che ha fatto di tutto per fermare il tentativo del presidente Barack Obama di rimpiazzare Scalia con un progressista, il giudice Merrick Garland.

NO AL COMPROMESSO SUI PRINCIPI
Il momento decisivo è giunto quando i Democratici hanno deciso di bloccare il processo di conferma facendo ostruzionismo e la maggioranza Repubblicana al Senato ha impiegato quella che in gergo si chiama "opzione nucleare": l'abbassamento del quorum di voti necessari alla conferma da 60 (su 100) alla semplice maggioranza di 50 più 1. Ma non è stato facile nemmeno fare quello, giacché giovedì tre Repubblicani erano intenzionati a votare contro l'"opzione nucleare": il senatore Robert Cocker del Tennessee, per il quale l'ostruzionismo è un'antica prerogativa del dibattito congressuale che favorisce l'accordo e il compromesso, e due vecchie conoscenze, Susan Collins del Maine e Lisa Murkowski dell'Alaska. Due vecchie conoscenze perché sono le due senatrici Repubblicane che in febbraio votarono contro la conferma del ministro dell'Educazione Betsy DeVos come ultime rappresentanti dell'ala liberal del GOP. Come allora osteggiarono la DeVos per paura che da lei sarebbero stati danneggiati i "diritti" di aborto e LGBT così ora hanno minacciato di opporsi all'"opzione nucleare" anti-ostruzionismo per timore che la conferma di Gorsuch (pur professionalmente stimato) sposti sensibilmente l'equilibrio della Corte Suprema nella medesima direzione (anche John McCain ha votato per la riduzione del quorum a malincuore per motivi analoghi a quelli di Cocker). Ma alla fine tutto si è sgonfiato.
Quando McConell, dopo la conferma, si è congratulato con lui dicendogli che sarà giudice del massimo tribunale americano per almeno 20 anni, Gorsuch gli ha risposto di avere in mente altro: Strom Thurmond (1902-2003), il campione dei Democratici conservatori del Sud (quando ancora nel Sud esistevano Democratici genuinamente conservatori) che fu senatore per 48 anni, ritirandosi per anzianità a 100 anni e morendo a 101. Lunga vita, insomma, al diritto giusto.

UNA LETTERA E UNA POSTILLA
Una perlina. C'è una lettera, datata 10 marzo e firmata di pugno dal presidente Trump, che ringrazia la Susan B. Anthony (SBA) List per lo sforzo profuso nella campagna di sensibilizzazione a favore di Gorsuch. Per chi non lo ricordasse, la SBA List è l'influente organizzazione che dal 1993 si occupa di favorire l'elezione di personale politico antiabortista e il suo presidente, la cattolica Marjorie Dannenfelser, è la donna che in campagna elettorale Trump scelse per guidare la Pro-Life Coalition da lui costituita per proporsi all'elettorato del diritto alla vita. Nella lettera Trump scrive che «riempiendo il vuoto lasciato da Antonin Scalia, il giudice Gorusch ci renderà orgogliosi».
E una postilla per sorridere. L'Huffington Post scrive che ora con Gorsuch «i conservatori potranno mantenere la maggioranza nel massimo tribunale federale, in dubbio dopo la morte di Antonin Scalia». Nella Corte Suprema i conservatori non hanno purtroppo ancora la maggioranza nemmeno con Gorsuch né l'avevano con Scalia: la foga di gridare all'ennesimo "golpe bianco" dell'Amministrazione "nera" di Trump tira brutti scherzi.

Nota di BastaBugie: c'è una notizia di questi giorni che è passata assolutamente inosservata e invece è d'importanza capitale: il presidente americano, Donald Trump, dopo aver tagliato i fondi alle organizzazioni non governative abortiste [leggi: TRUMP TAGLIA I FONDI FEDERALI PRO ABORTO NEL MONDO, clicca qui, N.d.BB], ha sospeso nei giorni corsi anche i finanziamenti all'Unfpa, ovvero il fondo delle Nazioni Unite per la popolazione. Si tratta della massima agenzia governativa che si occupa di controllo delle nascite in tutte le parti del mondo, ma soprattutto nei paesi poveri. La motivazione da cui è scaturita la sospensione dei fondi è, per così dire, del tutto insolita: l'Unfpa in Cina sostiene e promuove i programmi del governo che includono anche l'aborto forzato e la sterilizzazione non volontaria.

DOSSIER "ABOLITO IL DIRITTO ALL'ABORTO"
La Corte Suprema USA annulla la Roe vs Wade

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 10/04/2017

6 - FALLITI UNIONE EUROPEA E STATI NAZIONALI, MEGLIO UNA SANA COMPETIZIONE TRA COMUNI IN STILE SVIZZERO
Intanto in Europa nel 2016 gli attentati dei terroristi musulmani sono aumentati del 174% e il 2017 andrà peggio
Autore: Francesca Parodi - Fonte: Tempi, 02/04/2017

Le continue tensioni interne all'Europa, culminate nella Brexit, spingono a riflettere sul funzionamento delle istituzione europee e a chiedersi se non sia arrivato il momento di ripensare una nuova forma di Unione. Carlo Lottieri, professore di Filosofia politica e tra i promotori dell'Istituto Bruno Leoni, ha una soluzione da proporre: prendere a modello il federalismo della Svizzera, consegnare la sovranità a regioni e comuni ed eliminare così gli Stati nazionali. Il suo libro, Un'idea elvetica di libertà, spiega in maniera sistematica i vantaggi di questo modello. L'evidenza da cui partire è il fallimento dell'Unione Europa: «Il progetto di un'unione si è sgretolato e ora rimangono le macerie», spiega a tempi.it «Abbiamo bisogno di un esempio cui ispirarci, che risponda all'urgente bisogno di integrazione di culture ed economie, ma che al tempo stesso non implichi la creazione di un unico super Stato, imposto dall'alto».

SUSSIDIARIETÀ
In passato, argomenta Lottieri, l'Europa è riuscita a fiorire perché ha evitato l'accentramento di potere e l'unificazione politica. Col passare del tempo, invece, ha tradito la sua originaria natura e, nell'illusione di una maggiore coesione, ha creato i presupposti per la propria autodistruzione: la diminuzione della libertà individuale degli Stati in nome del bene comune, la limitazione dei poteri decisionali locali, il rischio dell'imporsi autoritario della nazione più forte. «Dentro l'Europa convivono un'ampia varietà di culture, lingue, religioni e storie diverse, ciascuna con i propri problemi interni, ed è davvero irragionevole immaginarsi di poter creare un'Europa sociale con le stesse leggi e direttive uguali per tutti». Lottieri si mostra scettico anche sull'adozione della moneta unica: «Si è venuto a creare un club in cui alcuni paesi ne hanno tratto benefici, mentre altri hanno avuto difficoltà a rispettare le regole, col rischio di essere commissariati. Imporre a tutti un modello predefinito senza considerare la diversità e le problematiche di ciascun membro è controproducente». E questo ragionamento vale per tutti gli ambiti: dalle leggi sull'occupazione, alle decisioni fiscali, alla gestione dell'immigrazione.
«La Svizzera invece (in particolare, quella risalente ai cinque secoli precedenti la Rivoluzione francese), grazie a federalismo, democrazia diretta e neutralità, è rimasta molto più fedele alla tradizione europea di quanto lo siano i promotori dell'integrazione politica». Proprio per questo, sostiene Lottieri, dovremmo guardare al modello elvetico per salvare l'Europa dal collasso. «È necessario riscoprire l'autogoverno locale per evitare soprattutto due rischi: l'imposizione di una politica comune e il ritorno al sovranismo. La Svizzera è composta da culture, anche linguistiche e religiose, molto diverse, e per tutelarle ha scelto di non formare uno Stato nazionale, ma di garantire una fortissima autonomia locale. Così, per esempio, il Canton Ticino risulta essere un piccolo Stato, che si governa da sé con le proprie leggi e la propria Costituzione. Persino la giustizia non è di competenza federale, ma dei singoli Cantoni».

MODELLO SANO E FUNZIONANTE
Questo modello responsabilizza tutti, a partire dalle decisioni fiscali: «Si instaura una sana e produttiva competizione tra comuni, perché se per esempio si tassa in maniera eccessiva, la gente si sposta cambiando comune o Cantone». Un altro esempio di efficienza svizzera è la democrazia diretta: i cittadini sono chiamati a esprimersi con il voto su tutti e tre i livelli (comunale, cantonale e federale) e i vari ministri, di posizioni anche molto distanti, devono negoziare costantemente tra loro. «Questo porta a una capacità di dialogo e di moderazione davvero formidabile, che consente di evitare il consociativismo».
Secondo Lottieri dunque, bisognerebbe ripensare a un'Europa di città e di regioni, piuttosto che di Stati e sovra Stati. «Gli Stati nazionali costituiscono un progetto anti europeo. Il punto di forza dell'Europa è stato il fatto di condividere un comune substrato culturale derivante dalla filosofia greca e dal cristianesimo. [...] In Europa sta succedendo esattamente quello che è successo in Italia: un tempo il nostro paese era rigoglioso e produttivo perché ciascuno Stato in cui lo Stivale era diviso era forte della propria autonomia; poi abbiamo perso le nostre specificità e, con esse, la nostra forza». La fine degli Stati nazionali sarebbe quindi, dice Lottieri, il ritorno all'Europa. Ma questo progetto di "elvetizzazione" è oggi concretamente realizzabile? «Fino a un anno fa, sarei stato molto cauto nel mio ottimismo. Ma dopo l'elezione di Trump e la Brexit, direi che ormai tutto è possibile».

Nota di BastaBugie
: nell'articolo sottostante dal titolo "Europa, attentati in aumento del 174 per cento nel 2016" si spiega che gli attacchi nel mondo sono cresciuti del 14 per cento nel 2016. In Europa, si è passati 35 a 96 attentati. E il 2017 andrà peggio.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su Tempi il 7 aprile 2017:
Gli attacchi terroristici nel mondo sono aumentati del 14 per cento nel 2016. Lo afferma l'ultimo rapporto di Aon, primo gruppo in Italia e nel mondo nella consulenza globale della gestione dei rischi.
Nel 2016 si sono verificati 4.151 attentati terroristici nel mondo, contro i 3.633 del 2015. L'aumento più rilevante in Europa, dove l'anno scorso ci sono stati 96 attacchi contro i 35 dell'anno precedente. Una crescita esponenziale pari al 174 per cento. Nonostante l'incremento, gli attentati in Occidente rappresentano solo il 3 per cento di quelli mondiali.
Aon prevede che gli attacchi cresceranno ancora nel 2017 e per il secondo anno consecutivo i paesi dove è aumentato il rischio di subire attentati sono di più di quelli in cui è sceso: 19 a 11. «I tassi di terrorismo e violenza politica», si legge, «non erano così alti dal 2013. Medio Oriente e Nord Africa sono i paesi con la più alta concentrazione di paesi ad alto o altissimo rischio nel mondo».
Se il 2017 non fa presagire niente di buono è anche perché lo Stato islamico e altri gruppi jihadisti continuano a perdere terreno. Di conseguenza, si prevede una dispersione in giro per il mondo di terroristi islamici, pronti a colpire in ogni momento.

Fonte: Tempi, 02/04/2017

7 - UNA MEDITAZIONE POLITICA SULLA PASSIONE DI CRISTO
Va riaffermata la supremazia della Chiesa sposa di Cristo
Autore: Plinio Corrêa de Oliveira - Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà, 10 aprile 2017

Siamo nella Settimana Santa del 1937. Sul mondo incombono due minacce speculari: ad Est il comunismo sovietico, ad Ovest i totalitarismi di stampo nazionalista, apparentemente opposti ma in realtà profondamente affini e in rapporti di mutua dipendenza.
Plinio Corrêa de Oliveira, allora giovane leader delle Congregazioni Mariane e direttore del maggiore settimanale cattolico in Brasile, O Legionário, scrive una «Meditazione politica sulla Passione e il Trionfo di Nostro Signore Gesù Cristo», rivendicando la supremazia della Chiesa e richiamando i cattolici al dovere.
Molti analisti stanno oggi commentando le analogie fra l'attuale situazione internazionale e quella che precedette la seconda Guerra mondiale.
Di fronte all'odierna liquefazione morale e culturale del mondo occidentale, di fronte alla minaccia sempre più incombente dell'islamismo militante, e alla speculare ascesa di false reazioni, sia all'Est sia qui da noi in Europa, le parole di Plinio Corrêa de Oliveira risuonano con attualità: solo la Chiesa ha parole di vita eterna!


Gli eventi che, a partire da oggi, Domenica delle Palme, celebreremo per tutta la prossima settimana, offrono ai cattolici, in mezzo alla tempestosa situazione in cui viviamo, spunti per una meditazione politica molto utile.
Ci sono due errori funestissimi che, non di rado, incidono sui cattolici. La Settimana Santa ci offre una straordinaria opportunità per smascherarli. Come spesso accade, questi errori non procedono tanto da premesse false quanto incomplete. Sono frutto di una visione parziale e ristretta, e perciò appunto incompleta. Solo una meditazione accurata, fatta alla luce di considerazioni naturali e di argomenti soprannaturali, potrà estirpare il germe velenoso che vi si cela.
Il primo di questi errori è di ritenere inefficiente l'azione della Chiesa nell'arginare la crisi contemporanea. Si sente dire qua e là, sia in ambienti cattolici sia in ambienti che ruotano intorno ad essi, che la Chiesa è ormai incapace di far fronte, da sola, al comunismo. Dovremmo, quindi, fare appello a un'altra organizzazione al fine di salvare la civiltà cristiana dalla catastrofe incombente.
Analizziamo con calma l'obiezione. Facciamolo con l'autorità infallibile dei Romani Pontefici. Se per un cattolico un argomento ispirato alle parole dei Papi non è sufficientemente convincente, allora è meglio che se ne torni a studiare il Catechismo prima di tentare di "salvare la civiltà".
Papa Leone XIII e, dopo di lui, tutti i Pontefici hanno insegnato che il comunismo è un male di origine eminentemente morale. Nella genesi del movimento comunista vi sono anche fattori economici e politici, ma non sono i principali. Prima di tutto, il comunismo è un movimento che provoca il crollo dei valori morali della civiltà. A sua volta, questa crisi morale ne genera altre economiche, sociali e politiche. Possiamo dunque concludere che i problemi economici, sociali e politici dei popoli contemporanei si risolveranno solo quando si risolverà il problema morale di fondo.
Orbene, la soluzione al problema morale non può avvenire se non per l'azione della Chiesa, perché solo il cattolicesimo, munito delle risorse naturali e soprannaturali, ha il dono meraviglioso di produrre nelle anime i frutti della virtù, indispensabili perché fiorisca la civiltà cristiana.
Quanto abbiamo detto è tratto direttamente dalle encicliche dei Papi. Basta studiarle con cura per trovarvi queste verità. O tutti i Papi hanno sbagliato, oppure dobbiamo riconoscere che solo il cattolicesimo può salvare il mondo dalla crisi in cui è immerso. Inutile, dunque, dire che il tal o tale Paese stia agendo bene, oppure che il tal o tale leader dica delle cose giuste.
Se è vero che solo la Chiesa può rimediare ai mali contemporanei, è nelle fila della Chiesa che noi dobbiamo cercare di lottare per eliminare questi mali. Poco ci importa se altri non fanno il proprio dovere. Facciamo noi il nostro. E se, dopo aver fatto tutto il possibile - sottolineo "tutto", non parlo di "molto" né di "un po'" - se dopo aver fatto tutto saremo travolti dalla valanga rivoluzionaria, non ci dobbiamo angosciare. Anche se il nostro Paese dovesse sparire, anche se la Chiesa sarà devastata dai lupi dell'eresia, Ella è immortale. Ella saprà galleggiare sopra le acque tempestose del diluvio. Se restiamo nel suo sacro grembo, come Noè nell'arca, dopo il diluvio vi troveremo gli uomini che fonderanno la civiltà cristiana di domani.
Purtroppo, pochi cattolici vogliono guardare in faccia a questa terribile prospettiva. Come gli ebrei, vogliono vedere Cristo solo su un trono di gloria. Gli sono fedeli solo la Domenica delle Palme, quando la folla Lo acclama e copre la strada con i propri mantelli. Per loro, Cristo deve essere un Re terreno che domina il mondo. Se, invece, per un periodo, l'empietà Lo riduce a un Re crocefisso e vilipeso, allora non ne vogliono più sapere...
Per tali persone, Cristo non è venuto per salvare le anime per l'eternità. Egli è venuto, piuttosto, per stabilire il regime corporativo oppure per combattere il comunismo. E se, per un attimo, il comunismo sembra vincere, poco manca perché queste stesse persone prendano in mano il flagello e si uniscano agli aguzzini di Cristo: è Lui il grande colpevole della nostra sconfitta!
Cristo, invece, ha voluto subire tutti gli insulti, gli oltraggi, le umiliazioni, proprio per insegnarci che la storia della Chiesa è piena di Calvari. È molto più meritevole essere fedeli sul Golgota che non sul Tabor.
C'è, però, un altro errore opposto che non di rado incide su certi cattolici. Ed è per illuminare costoro che Cristo ha voluto la gloria della Domenica delle Palme.
Ci sono persone dalla mentalità odiosa, che ritengono normale che Cristo soffra, che la Chiesa sia calpestata, umiliata, perseguitata. È gente pigra, che ha come dio il proprio ventre. È gente che pensa che, giacché la Chiesa deve imitare Cristo, è naturale che contro di Essa si scaglino tutti i nemici e la facciano soffrire. Dicono che non sia altro che la Passione di Cristo che si ripete continuamente. E, mentre la Passione si ripete, fanno una vita agiata e confortevole, in mezzo al tumulto dei peccati e all'esacerbazione della sensualità.
Con tali persone Nostro Signore usò la frusta, scacciandole dal Tempio.
Non è vero che possiamo incrociare le braccia mentre la Chiesa è assalita dai suoi nemici! Non è vero che possiamo dormire mentre Nostro Signore è portato al Calvario! Cristo stesso ha raccomandato ai Suoi apostoli di "vigilare e pregare". Se è vero che dobbiamo accettare le sofferenze della Chiesa con la rassegnazione con cui la Madonna accettò le sofferenze del suo Figlio, non è meno vero che sarà per noi motivo di dannazione eterna se contempliamo i dolori del nostro Divino Salvatore con indifferenza, con sonnolenza, con la vigliaccheria dei discepoli infedeli.
La verità è solo una: dobbiamo essere sempre con la Chiesa, perché solo Ella ha parole di vita eterna. Se la Chiesa è attaccata, dobbiamo lottare per la Chiesa. Dobbiamo lottare fino all'effusione del sangue, impegnandovi tutte le nostre risorse di energia, animo e intelligenza. Se, nonostante tutto ciò, la Chiesa continuerà a essere oppressa, dobbiamo soffrire con la Chiesa, come san Giovanni Evangelista ai piedi della Croce. Così facendo, siamo sicuri che, in questo mondo o nell'altro, Gesù misericordioso non ci rifiuterà lo splendido premio di assistere alla Sua gloria divina e suprema.
(Tratto da «O Legionário», N° 236, 21 marzo 1937)

Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà, 10 aprile 2017

8 - IL NUOVO FILM POWER RANGERS SI ADEGUA ALLA DITTATURA GAY E LANCIA IL PERSONAGGIO LGBT
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): i Gay pride simbolo e specchio della decadenza dell'Europa, la voce degli ex gay cristiani silenziata sul Web
Autore: Cristiano Lugli - Fonte: Osservatorio Gender, 24/03/2017

Nel nuovo film "Power Rangers", uscito nelle sale cinematografiche nel mese di Marzo, verrà mostrata la prima protagonista omosessuale all'interno di un colossal dedicato ai supereroi, con origini legate alla famosa serie TV degli anni '90.
Il regista Dean Israelite aveva rivelato in anteprima che all'interno del film ci sarebbe stata una sequenza in cui gli "eroi" scoprono che Trini, la Power Ranger Gialla interpretata da Becky G., è alla ricerca del proprio "orientamento sessuale".
Uno dei personaggi pensa che Trini sia alle prese con una relazione difficile con il fidanzato, capendo però poco dopo che in realtà la questione riguarda una ragazza.
Israelite ha specificato che si tratta di "un momento piccolo ma essenziale per l'intero film. Trini sta facendosi delle domande sulla propria identità. Non l'ha ancora capito del tutto. Penso che l'aspetto grandioso di quella scena sia che dà forza al resto del film dicendo 'Va bene'. Il lungometraggio dice 'Va bene' e tutti i ragazzi devono capire chi sono e trovare il proprio posto nel mondo".
David Yost, interprete del primo Blue Ranger nella serie anni '90, dichiaratamente omosessuale, ha espresso il suo grande entusiasmo davanti alla notizia: "Penso che molte persone della comunità omosessuale saranno entusiasta nel vedere quella rappresentazione".
Un altro grande trionfo per la cultura LGBT che gode dell'appoggio forte del potere mediatico, primo fra tutti appunto il cinema.

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal gaio mondo gay (sempre meno gaio).

I GAY PRIDE SIMBOLO E SPECCHIO DELLA DECADENZA DELL'EUROPA
In barba agli allarmi sanitari circa l'epidemia di epatite A in corso in Europa, il cui focolaio è stato individuato nell'Europride, il mega raduno LGBT europeo di Amsterdam dell'agosto 2016, si moltiplicano in tutti i paesi UE le parate di orgoglio omosessuale. Oltre chi si prepara ad ospitare l'ennesima adunata gay, come Madrid con il World Gay Pride dal 24 giugno al 2 luglio 2o17, ci sta anche chi come la Svizzera italiana è al suo "esordio LGBT" con il Ticino Gay Pride, che prevede una "Pride Week" di propaganda pansessuale, da mercoledì 30 maggio a domenica 3 giugno 2018, con eventi gratuiti, culturali e di approfondimento sulle tematiche LGBT+ che culminerà nella giornata di sabato, con la consueta "parata dell'orgoglio" sul Lungolago di Lugano.
L'iniziativa ha suscitato la reazione di alcuni consiglieri comunali del Partito Popolare Democratico (PPD), Armano Boneff, Sara Beretta Piccoli e Angelo Petralli, i quali, all'indomani dell'ufficializzazione della parata dell'orgoglio Lgbt, hanno scritto una lettera al Municipio in cui si legge: "Circola la notizia che l'anno venturo, fra giugno e luglio, Lugano ospiterà la prima "marcia dell"orgoglio omosessuale o "Gay Pride" sul suolo ticinese, e che l'accordo è già stato sottoscritto dal Municipio con le organizzazioni coinvolte: Imbarco Immediato, Network e Zonaprotetta. I sottoscritti, pur rispettosi di ogni diversità, mal comprendono il motivo per cui, in un periodo di difficoltà finanziarie e di conseguente razionalizzazione delle risorse, il Municipio accetti di promuovere una nuova manifestazione folcloristica di nicchia, certamente per taluni aspetti controversa, ma soprattutto onerosa per l'organizzazione logistica e del servizio d'ordine, estranea alle nostre tradizioni,mentre sono stati tolti i finanziamenti allo storico carnevale luganese e addirittura si paventava di lucrare sull'affitto delle infrastrutture destinate alle associazioni cittadine riconosciute".
Il disappunto dei consiglieri del PPD nasce anche dal fatto che per l'evento gay l'amministrazione è riuscita "miracolosamente" a reperire i fondi che non sono stati trovati per una manifestazione ben più tradizionale e sentita come quella del carnevale luganese.
I promotori dell'interpellanza sottolineano la debolezza delle giustificazioni addotte evidenziando l'irrisorio numero dei partecipanti:
"Deboli sembrano essere argomentazioni di altra natura come l'attrattività turistica o l'indotto economico della manifestazione. Le cinquemila persone che dovrebbero sfilare in buon ordine sul lungolago cittadino (questa la media dei partecipanti tra Friborgo e Sion), sono l'equivalente delle porzioni di risotto servite durante l'ultima edizione del carnevale Sbroja (che per altro non è stato sostenuto finanziariamente dal Municipio)".
Fatte queste premesse, Boneff, Beretta Piccoli e Petralli pongono una serie di domande al Municipio:
1. È vero che il Municipio ha già sottoscritto un impegno in tal senso? In caso affermativo:
2. Quanto costerà globalmente al Comune (spese dirette e indirette) l'organizzazione del Gay Pride?
3. Quali disagi, dove e per quanto tempo deve attendersi la popolazione indigena durante il Gay Pride?
4. Quali obiettivi qualitativi e quantitativi si prefigge di raggiungere il Municipio con questa manifestazione?
5. Poiché, si spera, le azioni per la promozione turistica della Città siano state pianificate a media scadenza, ritiene il Municipio che autorizzare il Gay Pride nel periodo di alta stagione sia compatibile con il target dei turisti che abbiamo attirato?
6. Il Municipio è a conoscenza di discriminazioni nei confronti degli omosessuali all'interno dell'amministrazione cittadina? È a conoscenza di discriminazioni di altro genere (donne, colore della pelle...)? E se non vi è discriminazione, quale messaggio vogliamo dare al cittadino e al turista?
7. La Città è disposta è pronta a legare il suo nome a questo tipo di manifestazioni?
8. Poiché, si spera, le azioni per la promozione della Città siano state pianificate a media scadenza, ritiene il Municipio che autorizzare il Gay Pride sia compatibile con il target dei turisti che abbiamo attirato?
9. Il Municipio è disposto ad accordare un pari trattamento a tutte le Organizzazioni che, in rappresentanza di soggetti associati in base alle preferenze sessuali (e/o ad altre caratteristiche comuni), chiederanno di esibirsi sul suolo pubblico?
10. Se vi fossero richieste superiori ai giorni e ai mezzi disponibili, quali sarebbero i criteri di scelta per evitare discriminazioni?
Le sfilate dell'orgoglio gay per le strade di tutta Europa, presentate come insopprimibili manifestazioni di libertà e lodevoli conquiste di sacrosanti "diritti", rappresentano, in realtà, lo squallido e drammatico specchio della decadenza dell'Europa odierna accecata dal delirante diktat relativista.
(Rodolfo de Mattei, Osservatorio Gender, 8 aprile 2017)

LA VOCE DEGLI EX GAY CRISTIANI SILENZIATA SUL WEB
Affinché un pensiero diventi dominante, può non bastare il controllo dei gangli della società, delle istituzioni e dei mass media, dai giornali al cinema, dalla tv a Internet: è necessario anche silenziare le voci contrarie. E poco importa se queste ultime vogliono il bene di chi quel pensiero pretende di imporlo. Ce lo insegna la storia, ce lo confermano gli ormai quotidiani tentativi di mettere a tacere chiunque ricordi che nasciamo maschi e femmine e che l'omosessualità non è innata. Nel club della censura c'è da tempo la piattaforma di condivisione online Vimeo, che pochi giorni fa ha rimosso tutti gli 850 filmati del programma cristiano Pure Passion Tv, perché diversi di quei video contengono le testimonianze di ex gay ed ex lesbiche, le cui vite sono state letteralmente trasformate dall'incontro con l'amore di Dio.
Pure Passion Tv nasce dall'esperienza di David Kyle Foster e dal suo passato da omosessuale, che a lungo ha vissuto sotto la schiavitù della pornografia e di altri comportamenti sessuali disordinati, tali da creare dipendenza nella persona dandole l'illusione della libertà. Le testimonianze raccolte nel suo programma riguardano perciò ogni tipo di disordine sessuale, che i protagonisti non esitano a chiamare peccato, svelando di essere riusciti a conoscere la vera libertà solo grazie all'affidamento totale a Cristo.
Ma l'inclusione degli atti omosessuali tra quelli disordinati ha fatto scattare la censura di Vimeo, che a dicembre ha inviato una prima mail a Foster, invitandolo a rimuovere i filmati di chi si era lasciato alle spalle la vita omosessuale perché "Vimeo non consente video che molestano, incitano all'odio o raffigurano un'eccessiva violenza". Foster ha replicato spiegando di pubblicare solo "contenuti che aiutano […]. Il nostro è un messaggio di amore dall'inizio alla fine".
Lo dimostra per esempio la testimonianza di Charlene Cothran, ex attivista Lgbt e fondatrice nel '95 di Venus Magazine, una rivista inizialmente diretta a promuovere la causa di lesbiche e gay afroamericani. Tutto è cambiato dalla sua riscoperta della fede nel 2006 e adesso non ha paura di usare parole schiette, che stonano con il politicamente corretto oggi imperante. "Guardando indietro - racconta Charlene - capisco che il diavolo mi ha ingannato e inganna molti […]. L'illusione è che la vita gay sia una vita felice, ma niente di questo è vero. […] Un'altra menzogna è che tu non puoi mai essere libero, che non puoi mai smettere di desiderare persone dello stesso sesso". Per lei non è andata così. "Posso testimoniare che lo Spirito Santo ti cambierà se dai a Dio tutto il cuore. Quando preghi, chiedi a Dio di entrare e cambiare tutto il cuore, non solo di portare via l'omosessualità: non funziona così, devi dare a Dio tutto te stesso. Lui ha cambiato molte cose nella mia vita, non solo la mia attrazione per le donne […]". E ancora: "Sapevo che Lui mi amava anche quando ero lesbica, ma sapevo anche che stavo peccando. Lui ti ama come sei, ma aspetta che tu lo ami come Lui è: Lui è una via sicura, è Santo […]. Quando pensi che cosa meravigliosa ci ha dato, la libertà, quando decidi di amare Dio e semplicemente seguire l'ordine [della creazione] e la sua parola, Lui ti darà una tale gioia, una tale pace, che è proprio quello che io ho oggi".
Assieme a quella di Charlene, su Pure Passion si trovano molte altre storie che hanno aiutato tante persone - non solo gay - a superare abitudini sessuali disordinate, grazie all'aiuto della fede. Ma per gli standard di Vimeo è vietato riferirsi all'omosessualità come disordine. Inoltre, come scritto in un'altra mail, "non è ok nemmeno il riferimento «al fatto che Dio può trasformare la vita di chiunque viva una confusione omosessuale»". Nessuno spazio, quindi, per chi può annunciare un messaggio cristiano. Per contenuti di altro tipo, invece, non ci sono molti problemi. Su Vimeo si possono infatti trovare vari filmati pornografici, sebbene sia noto che la pornografia alimenti il traffico di esseri umani a fini sessuali: "Dov'è la loro preoccupazione per questi ragazzi e ragazze?", si chiede Foster, il quale ricorda anche che su Vimeo è possibile vedere parte del discorso di Allen Ginsberg a una conferenza della Nambla, l'organizzazione statunitense che promuove la pedofilia.
Vimeo non è nuova a rimozioni mirate a cancellare ogni contenuto che possa mettere in dubbio il paradigma secondo cui l'omosessualità sarebbe "una variante naturale". In precedenza era già stato chiuso l'account del Narth Institute, fondato tra gli altri dallo psicologo clinico Joseph Nicolosi e conosciuto per le terapie dette riparative (rivolte alle persone che vivono con disagio la loro attrazione omosessuale), da tempo oggetto di una campagna denigratoria. Nel 2015 Vimeo aveva anche eliminato l'annuncio di una conferenza organizzata dal network cristiano Restored Hope perché aveva tra i suoi relatori Joe Dallas, un noto rappresentante del movimento degli ex gay, che l'associazionismo Lgbt vede come il fumo negli occhi. Come capita del resto a chiunque cambi vita (lo stesso Luca Di Tolve ne è un esempio in Italia), testimoniando pubblicamente che l'attrazione per persone dello stesso sesso non è immutabile e che Dio può aiutarti a scoprire il Suo progetto su di te.
(Ermes Dovico, La nuova Bussola Quotidiana, 7 aprile 2017)

Fonte: Osservatorio Gender, 24/03/2017

9 - OMELIE PER LA VEGLIA PASQUALE E LA MESSA DEL GIORNO
Aspetto la risurrezione dei morti
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: La rivincita del crocifisso, (omelie per Pasqua 2017)

1) VEGLIA PASQUALE
Il primo chiarore dell'alba non ha ancora vinto il buio della notte, quando l'angelo della Pasqua con una luce improvvisa squarcia le tenebre e investe un piccolo gruppo di donne, ancora malinconiche e desolate, che si apprestano a rendere al corpo esangue del Redentore gli ultimi omaggi di rito, secondo la consuetudine degli ebrei.
"Era folgore l'aspetto, era neve il vestimento": quel messaggero di Dio è la prima vittoria della luce. D'ora innanzi, non sarà più l'oscurità sfiduciata a dominare l'universo.
Non dovete più temere: Gesù crocifisso è risorto (cf. Mt 28,5-6): è l'annuncio che da allora ha attraversato i secoli e ha percorso le regioni della terra; è l'annuncio che colma della sua gioia e del suo splendore questa santissima notte.
Il Signore ha debellato per sempre la sua morte e la nostra: Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui (cf. Rm 6,9). E anche noi siamo destinati a vivere in eterno con lui. Dunque ormai non dobbiamo più temere: il tempo della paura è finito.

DUE TENSIONI CONTRAPPOSTE
Due tensioni contrapposte dilaniano il cuore degli uomini: da una parte, essi sperimentano una decadenza fisica progressiva che li costringe a prevedere una disgregazione e una fine; dall'altra non viene mai meno in loro il desiderio di vita, anzi la fame di una vita piena, gioiosa, senza termine.
L'uomo contemporaneo ha toccato molti traguardi che parevano irraggiungibili, ha superato molte insidie e vinto molti mali; e perciò non di rado è tentato di inorgoglirsi fino alla fatuità.
Ma c'è un pensiero che fatalmente lo ridimensiona, se ancora conserva un po' di interiore lucidità. L'enigma della morte - scoglio assurdo contro cui tutto si infrange: sogni, progetti, conquiste - egli né lo sa risolvere né lo può schivare. Si preoccupa sì di ritardarla con i progressi dell'arte medica, si sforza di dimenticarla, evita di parlarne, cerca di vivere come se non esistesse o riguardasse soltanto gli altri. Ma è una guerriglia vana: la nemica non gli dà pace, e il suo assillo si insinua tra le molte sollecitudini e i molti stordimenti. E più gli anni passano e più la sua prospettiva si impone.
L'unica energia che vale a liberarci da quest'angoscia ci proviene dalla risurrezione del Signore.
Gesù infatti non risorge solo per se stesso, ma, secondo la parola di san Paolo, come primizia di coloro che sono morti (cf. 1 Cor 15,20).
Se uno della nostra stirpe è pervenuto alla vetta della gioia, della luce, della vita senza fine, tutta l'umanità ha cominciato a toccare questa meta. Proprio questa è la "buona notizia", il "vangelo" della festa di Pasqua.
La risurrezione del genere umano è già in atto. E già è cominciata la nostra personale risurrezione, dal momento che col battesimo siamo stati conrisuscitati (cf, Cal 2,12) in colui che primo è risorto.

LA RINASCITA BATTESIMALE
Ecco perche nella veglia pasquale, celebrando la risurrezione di Cristo, noi celebriamo anche e riviviamo la rinascita battesimale, dalla quale ha avuto inizio in noi la vita eterna e la redenzione del nostro corpo (cf. Rm 8,23) dalla corruzione e dalla polvere.
In questa luce l'intera esistenza umana si trasfigura e assume un ben diverso significato: non è più un transito incomprensibile da un accadimento casuale, come la nascita, a un annientamento irrimediabile, come la morte. Non è più un camminare assurdo, come a prima vista parrebbe, dal nulla al nulla: è un pellegrinare da Dio a Dio. Nella sua verità profonda è un andare dal Padre, che per amore ci ha chiamati a questa vita, al Padre che per amore ci aspetta e ci accoglie nella sua felicità.
Non c'e più posto allora, nel nostro animo, per lo sconforto e la tristezza senza speranza.

IL PENSIERO DEI NOSTRI MORTI
In questa santissima notte, diventa dolce e consolante anche il pensiero dei nostri morti, perché è naturalmente accompagnato e rasserenato dalla certezza pasquale che essi sono vivi, più vivi di noi; che ci sono vicini, più vicini di quando ci erano accanto. La loro invisibilità non è assenza, ma è presenza nascosta con Dio; il loro silenzio non è incomunicabilità, ma la tacita e sostanziale comunione del nostro spirito con il loro spirito entro la realtà nuova di Cristo vincitore della morte.
"Gesù, il crocifisso, è risorto": l'angelo della Pasqua l'ha annunciato anche a noi. In lui, ritornato alla vita, vivono quanti "ci hanno preceduto con il segno della fede e dormono il sonno della pace". Quando anche per noi sarà compiuta la beata speranza (cf. Tt 2,13), il Signore risorto verrà con loro - con quelli che sono
morti affidandosi alla sua Pasqua - verrà a risvegliare anche noi; e così andremo a stare sempre con lui e con i nostri cari, nel giorno che non ha tramonto.
Questa nostra personale risurrezione ha una premessa e una radice nel tempo del nostro pellegrinaggio terreno; ed è la vita che nasce in noi dall'acqua e dallo Spirito Santo (cf. Gv 3,5).
Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme con Cristo nella morte; ed emersi da quelle acque con lui, anche noi dobbiamo camminare in una vita nuova (cf. Rm 6,4).
A questo precisamente mirano gli impegni battesimali che rinnoviamo in questa veglia. Sono impegni che ci vogliono fedeli agli insegnamenti di Gesù, imitatori dei suoi esempi, fiduciosi in lui per ogni difficoltà che possiamo incontrare.
Allora ogni domenica, che è la pasqua settimanale, partecipando alla messa potremo in piena verità ripetere nel Credo con gioia vibrante: "Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà".

2) GIORNO DI PASQUA
Tra le primissime parole pronunciate dal Signore appena ritornato gloriosamente alla vita, c'è la frase detta a Maria di Magdala la mattina stessa di Pasqua: Va' dai miei fratelli e dì loro: io salgo al Padre mio e Padre vostro (cf. Gv 20,17).
I "miei fratelli" e il "Padre".
Nella luce della risurrezione, acquista una forza inaudita la duplice certezza che caratterizza il messaggio cristiano: la certezza che abbiamo tutti un padre nel cielo e la certezza che, in conseguenza, noi siamo fratelli; fratelli di Cristo, l'Unigenito di Dio, e fratelli tra noi.
Si direbbe che proprio nell'esperienza di non essere stato abbandonato nelle fauci della morte, Gesù scopre con più intima tenerezza la paternità di Dio, e ce ne mette a parte; in tal modo giustifica e fonda anche la nostra fraternità, e la proclama con voce resa più potente e più persuasiva dalla sua nuova condizione di risorto.
Le due certezze sono, a ben guardare, un'unica verità: una verità che sola può ridare speranza e serenità a un'umanità che ai nostri giorni, nonostante i traguardi raggiunti dalla scienza, dalla tecnica e dall'economia, si fa ogni giorno più inquieta e sfiduciata.
Che gli uomini tornino ad aprirsi a questa luce: ecco il migliore e più sostanzioso augurio pasquale che ci possiamo reciprocamente rivolgere.

FIGLI DEL CASO?
Oggi l'umanità pare aver perso il Padre. Il pensiero di un Dio, che è all'origine di tutto ed è ricco di amore e di misericordia, sembra essere uscito dall'orizzonte dei più e dalla loro attenzione esistenziale.
Ma così il mondo diviene una specie di malinconico orfanotrofio, abitato da gente che non ha altra alternativa che ritenersi figlia del caso.
Credersi figli del caso: bisogna riconoscere che questo passaggio di paternità - da Dio all'accidentalità cieca - non è molto consolante, anche umanamente parlando, anche attenendoci alla sola ragione.
Il caso - se davvero ci rassegniamo a ravvisare in lui l'autore dei nostri giorni - ci delude un po': sarebbe un genitore disinteressato, distratto, incapace di affetto verso i nati da lui; così impassibile e sordo che a lui non può essere rivolto non solo un palpito del nostro cuore, ma neppure una protesta o un lamento. Una solitudine algida e vuota diventerebbe logicamente il nostro destino.
Tra l'altro, quando si annebbia agli occhi dell'uomo la visione della paternità di Dio, anche la paternità umana - senza trascendenti modelli e senza superiori riferimenti - impallidisce, si svaluta, si fa insicura. E ancor più si estingue in noi la coscienza di appartenere a una storia di civiltà, il sentimento di comunione con le nostre tradizioni, la presenza irradiante entro il mondo interiore di quel patrimonio di verità, di bellezza, di umanità che dovrebbe costituire la nostra eredità più preziosa.
Senza radici, senza principi indiscussi, senza ideali, le generazioni che si affacciano all'esistenza finiscono con l'essere facile preda di ogni sbandamento e di ogni prevaricazione. Sono purtroppo queste le notizie che sempre più frequentemente ci affliggono.
Soprattutto, una volta smarrito il convincimento di un Dio che ci è padre, non ha più alcun sostegno ragionevole non solo il sentimento di una vera fraternità umana, ma neppure quello di una qualche "laica" solidarietà e di una qualche frigida filantropia.
Se non c'è un padre comune, perché mai dovremmo crederci e considerarci fratelli? E se non siamo fratelli, quale altro vincolo, se non i comuni interessi, può farci ritenere tra noi connessi e solidali?

IL SEPOLCRO È VUOTO
Per fortuna la Chiesa continua ancora impavidamente a celebrare la Pasqua. E gli uomini - con tutta la loro superficialità e la loro pigrizia - in questi giorni, bene o male, tendono ancora un poco l'orecchio a cogliere l'annuncio dell'angelo: Non è qui. È risorto come aveva detto (cf. Mt 28,6).
Non è qui: non vedete che il sepolcro è vuoto?
Il sepolcro è vuoto, come è vuota e insignificante la nostra vita quando è derubata della verità che il Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che lo ha liberato dal potere degli inferi, è anche il Padre nostro; è colui che in virtù della vittoria pasquale del Figlio suo riscatterà anche noi dalle nostre colpe e da ogni assurda tirannia della morte.
Il sepolcro è vuoto, come non è vuoto il nostro pellegrinaggio terreno quando dalla celebrazione odierna è illuminato con l'annuncio gratificante che i figli di Adamo sono chiamati a costituire una sola famiglia fraternamente compaginata, dal momento che siamo "tutti fatti a sembianza di uno solo, figli tutti di un solo riscatto".
Nella luce del Signore risorto, noi scopriremo che l'universo ha un cuore: il suo cuore è l'amore sorprendente di Dio che ha fatto irruzione e si è insediato nel nostro mondo con il sacrificio e la gloria dell'Unigenito del Padre.
Le creature di quaggiù e le stelle del cielo lassù non sono dunque una accozzaglia di cose frantumate, mute, senza valore: dal momento che sono state rischiarate dalla luce che si e accesa a Gerusalemme nella notte di Pasqua, sono diventate un unico armonioso canto di lode all'Autore di tutto, da parte degli esseri riconsacrati e rinnovati nel sangue di Cristo.

Fonte: La rivincita del crocifisso, (omelie per Pasqua 2017)

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